Karl Marx, Friedrich Engels, Vladimir Lenin, Joseph Stalin, Enver Hoxha 5 Classics of Marxism Comintern (Stalinist-Hoxhaists) http://ciml.250x.com Georgian Section www.joseph-stalin.net SHMG Press Karl Marx Press of thè Georgian section of Comintern (SH) - Stalinist-Hoxhaists Movement of Georgia OPERE V. I. LENIN Opere complete xxxvi 1900-1923 1969 - Editori Riuniti - Roma Traduzione di Giuseppe Garritano Proprietà letteraria riservata degli Editori Riuniti, Viale Regina Margherita 290, 00198 Roma NOTA DELL’EDITORE 11 36° volume, che apre la serie dei supplementi alla IV edizione delle opere di Lenin, comprende scritti datati tra il 1900 e 1923, già pubblicati nella III edizione é non inclusi nella IV, oppure apparsi dopo V uscita della IV edizione. Tra questi ultimi sono da segnalare i documenti dettati da Lenin tra il dicembre 1922 e il gennaio 1923 e pubblicati per la prima volta nel 1936: la famosa lettera al Con- gresso, conosciuta anche sotto il nome di « testamento », gli appunti sulle funzioni legislative del Gosplan e sulla questione delle autonomie nazionali nell'ambito della Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, allora in formazione. Questi scritti riguardano da vicino le ultime opere di Lenin. Pagine di diario, Sulla cooperazione, Sulla nostra rivoluzione (a proposito delle memorie di N. Sukhanov), Come riorganizzare ispe- zione operaia e contadina. Meglio meno ma meglio, pubblicati nel vo- lume 33 della presente edizione. Altri scritti inclusi nel presente volume riguardano la polemica di Lenin contro i menscevichi dopo il II Congresso del POSDR (1900- 1903), la corrispondenza degli anni della prima rivoluzione russa (1903- 1907) e del periodo successivo che culmina nella guerra mondiale. Le lettere di questi anni documentano l'attività di Lenin per tenere vivo all'estero il movimento e per impedirne la liquidazione, mediante la ripresa dei giornali bolscevichi, il Proletari prima e il Sotsial-Demokrat poi . Di estremo interesse è anche la corrispondenza dedicata alla lotta contro la guerra e alla convocazione delle conferenze internazionali di Zimmerwald e Kienthal. I volumi di supplemento alla IV edizione comprendono inoltre i volumi 37 (Lettere ai familiari); 38 (Quaderni filosofici); 39 (Qua- derni suirimperialismo); 40 (Materiali sulla questione agraria) nonché altri volumi (41-43) di lettere e appunti fra il 1893 e il 1923, tratti dalla Miscellanea di Lenin e compresi nella V edizione delle Opere. 1900-1923 19 00 A I.M. STEKLOV 1 Lettera a Nakhamkis 1. — Pubblicheremo. 2. — dell’articolo. [Note sul movimento di massa e sul movimento so- cialdemocratico di massa, sull’impossibilità per i socialdemocratici di rinunciare anche per un momento ai loro principi rigorosamente social- democratici, sulla propaganda e l’agitazione, sul rapporto fra i diritti politici e la libertà politica. Riguardo alla necessità di non restringere il significato del Primo maggio, ecc.] 2 . 3. — nell’articolo sarebbero auspicabili alcune piccole modifiche il cui schema appunto vi sottoponiamo, sperando che il discuterle insieme ci porti a un pieno accordo. In primo luogo, è necessario fare il bilancio di ciò che è stato detto, un riassunto, una conclusione, cosa di cui avete parlato voi stesso. In secondo luogo, in relazione con ciò sarebbe desiderabile ridurre un poco (ad esempio si potrebbero ridurre i seguenti punti: p. 3, [NB 2]; p. 39 [NB 16] e alcuni altri) l’altra parte dell’articolo (la cui lunghezza com- plessiva non deve superare 1 foglio di stampa) e rielaborare alcuni punti. Ci sembra che questa rielaborazione dovrebbe consistere in ciò che segue: tutto l’articolo, cosi com’è, ha assunto un certo carattere di sfida (« lettera aperta », uso del « voi », ecc.), e questo non è molto deside- rabile. Voi stesso avete rilevato alcuni eccessi della polemica attuale ( i bravi del signor G. » 3 , ecc.) e avete perfettamente ragione ; ma una volta che gli eccessi ci sono stati, ora dobbiamo stare piu attenti: non nel senso che dobbiamo minimamente venir meno ai principi, ma che non si devono irritare le persone senza necessità , persone che lavorano, secondo i loro intenti, per la socialdemocrazia. Non sarebbe forse meglio, a questo riguardo, criticare il programma del Raboceie Dielo parlandone in terza persona? 10 LENIN Per le stesse ragioni sarebbe opportuno mostrare una certa « indul- genza » verso l’aspetto formale del programma del Raboceie Dielo: in- fatti questo non è un programma di partito e nemmeno un pro- getto di programma di partito, si che metterlo a confronto con la social- democrazia francese e tedesca non è giusto (per lo meno se un tale con- fronto si fa senza riserve, come voi fate a p. 42 (NB 17). Si potrebbe ridurre la critica del lato formale del programma (voi stesso avete espresso il desiderio (p. 2) di «lasciare da parte» i difetti formali), riconducendo le insufficienze formali, come le insufficienze parziali , al difetto generale , di principio, del programma. Ci sembra che un sif- fatto cambiamento sarebbe auspicabile per quel che riguarda le osser- vazioni critiche fatte alle pp. 45 (NB 20), 39 (NB 16), 20 (NB 9), 6 (NB 6). Il modo brusco con cui sono formulate qua e là queste osser- vazioni potrebbe forse dare il pretesto al pubblico di dire (e non senza fondamento) che si tratta di cavilli. È superfluo, dal punto di vista rigorosamente teorico, ricordare la necessità di tenere conto delle condi- zioni locali, ecc.: ma ciò è forse dovuto non al fatto che la redazione non ha assimilato il socialismo scientifico, ma che essa voleva sottoli- neare questa cosa ovvia proprio ora, quando vedeva la necessità di porvi l’accento. Non accade forse a volte che sia necessario sottolineare cose ovvie? Noi non neghiamo affatto che in questo caso questa « necessità » si riduce per tre quarti alla « necessità » di prendersela con la Raboctata Mysl, — ma solo per i 3/4. Dimenticando il restante quarto daremo al pubblico la possibilità di accusarci di cavillosità, mentre riconducendo queste insufficienze formali, quali difetti parziali, alla deficienza gene- rale di principio, noi attenuiamo il carattere cavilloso delle nostre osser- vazioni e rafforziamo la nostra argomentazione 4 . Ed ora alcune osservazioni piu particolari: p. 17 (NB 8), nota 1. Non è chiara l’osservazione «Che cosa significa questo sogno? ». p. 24 (NB 11). Non si può dire che la socialdemocrazia « poco si preoccupa della realizzabilità delle sue rivendicazioni ». Noi compren- diamo il vostro pensiero, siamo d’accordo con voi, ma bisogna espri- merlo con maggiore precisione, con maggiore cautela; « non si può porre come criterio supremo la realizzabilità immediata », indica loro la via sulla quale si deve andare, ma non la possibilità di un Successo pratico imminente o di qualcosa di simile. 1900 11 p. 32 (NB 13) — « secondo la sua stessa espressione » — non è troppo forte? p. 33 (NB 14) — « impadronirsi, ecc. » — espressione maldestra, incauta, a causa della parola « impadronirsi ». p. 35 ( infìtte , nota). (NB 15). « gendarmi », ecc. Non sarebbe meglio eliminarlo o modificarlo? p. 43 (NB 18). Troppo forte. Non si può rinunciare al termine « contadini ». p. 44 (NB 19). Troppo brusco e categorico. Ciò che possono dare i contadini è una questione che i socialdemocratici russi sono ancora ben lungi dall’aver risolto (cfr. la nota al programma del gruppo « Eman- cipazione del lavoro» del 1885 5 ), e difficilmente la risolveranno nel senso che la funzione politica dei contadini è uguale a zero. (Cfr. Il 18 brumaio 6 ) . Spero di ricevere da voi una lettera in risposta a tutto que- sto e non una lettera da sola, ma con larticolo (possibil mente non piu tardi di due, al massimo tre settimane). G.V. ha letto l’articolo e si è espresso* anch’egli a favore di esso, notando solo il punto a p. 24 (sulla realizzabilità). P.S. « Noi », in questa lettera, sono i vostri interlocutori di Belle- rive 1 . Per ora non possiamo parlare con assoluta sicurezza a nome di tutta la redazione , ma speriamo che da ciò non debbano nascere con- seguenze spiacevoli né per noi né per voi. Scritta airinizio di settembre del 1900. Spedita a Parigi da Norimberga. Pubblicata per la prima volta nel 1930. in Miscellanea di Lenin, XIII. A { 00 V. Egregio compagno, abbiamo ricevuto la vostra lettera e ci affret- tiamo a rispondervi. Se voi considerate il fatto di dover riferire le mie parole a G. come un « castigo », come un obbligo spiacevole, io, naturalmente, sono costretto a ritirare la mia richiesta. Se a voi non sarà sgradito, riferite 12 LENIN le mie parole alla prima occasione, nel corso di una conversazione, non in forma di pretesa, ma di suggerimento. In ogni caso, tenete presente che io non insisto. Noi non ci presentiamo con il nome di « organizzazione rivoluzio- naria Sotsial-demokrat » 9 , noi vi abbiamo scritto, e l’abbiamo sottoli- neato, che costituiamo un’impresa pubblicistica indipendente ,0 . Ci sarà tra noi una polemica « impossibile »? È una questione sulla quale ci siamo già pronunciati in una lettera precedente. Noi non pensiamo affatto di rifiutarci di conoscere personalmente questo o quell’alleato, ma attualmente non vediamo l’utilità di un con- tatto particolare tra il gruppo pubblicistico 11 e l’Unione !2 , giacché la sfiducia che l’Unione ha verso di noi può essere dissipata, lo ripeto, solo con le pubblicazioni stesse, e ogni colloquio preliminare sarebbe invece inutile. Non si tratta e non può minimamente trattarsi di « considerare obbligatorio per voi » di stabilire un rapporto tra il gruppo pubblici- stico e l’Unione. Se non si può nemmeno parlare di un vostro rifiuto a partecipare, siamo allora molto contenti di non avervi capito del tutto esattamente, e ci affrettiamo a inviarvi l’indirizzo al quale potrebbero essere inviati materiali di ogni genere dalla Russia (l’indirizzo che vi è stato dato, quello di Roegner, può essere utilizzato solo dall’estero, e vi prego di non comunicarlo ad altri). Fateci sapere, vi prego, che cosa pensate di darci per la rivista e per il giornale, se avete già qualcosa di pronto e, se non lo avete, quando pensate di scrivere. Scritta tra il 5 e il 15 settembre 1900 a Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, l. A P.B. AXELROD 10X00 Caro P.B., ho ricevuto la vostra lettera con i materiali acclusi. Ve ne ringrazio. Per quanto riguarda la rivista inglese (in essa c’erano due corri- 1900 13 spondenze), mia sorella 13 dice che non ricorda il titolo, — è qualcosa come Family Pictures 14 , — la copertina è gialla con disegni rossi, la rivista è illustrata, in formato piu grande della Neue Zeit, circa 10 fogli tipografici; ve l’avrebbe data per me, in presenza di vostra moglie. Alexei è sano e salvo, scrive e si occupa dei collegamenti. Sarà libero tra un mese e mezzo o due mesi, non prima, il fratello 15 è ancora qui, rimanda sempre. La dichiarazione sarà pronta tra qualche giorno, e, naturalmente, ve la manderò 16 . Le corrispondenze per il giornale sono già molte; peccato però che prevalga il materiale strettamente operaio, scioperi e scioperi, descrizioni della situazione degli operai. Niente sulle questioni interne generali. Dietz si è impegnato a pubblicarci la rivista 17 . I caratteri sono stati acquistati, ma non c’è ancora il responsabile ia ; una combinazione non è riuscita; ce ne sono in vista altre. Se non troviamo il responsabile, trasferiremo la tipografia in un altro posto. Come state? Riuscite a lavorare? Forse Parigi vi ha completamente sfinito? Comunicateci qualcosa circa l’articolo su Liebknecht 19 per la rivista e per il giornale, a che punto è e per quando ci si può contare. Vi auguro di ristabilirvi completamente e di avere cosi piu tempo libero. Una vigorosa stretta di mano vostro Petroff Ecco l’indirizzo migliore: Herrn dr. Med. Cari Lehmann, Gabelsbergerstrasse, 20a. Miinchen All’interno, sulla seconda busta: per Petrov. (Scusate se la lettera è sporca!) P.S. Abbiamo ricevuto or ora una lettera di Nakhamkis, da cui risulta che c’è un malinteso sul tema dei congressi di Parigi. Voi avete proposto di scrivere a Gurevic e naturalmente va benissimo. Koltsov ci 14 LENIN ha scritto che si appresta a scrivere sullo stesso tema ed ha addirittura informato Nakhamkis che noi « lo avevamo incaricato » di farlo, il che in realtà non è avvenuto. Non potreste scrivere a Koltsov di occuparsi di qualche altro argomento? Vi prego di farlo, tanto piu che noi non sappiamo con precisione dove sia attualmente. Scriviamo a Nakhamkis perché lui e Gurevic si dividano questo lavoro. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A P.B. AXELROD Caro P.B , 18.X.00 ho ricevuto ieri la vostra lunga e cara lettera del 15.10. Ve ne rin- grazio molto. Siamo stati molto contenti di sapere che vi sentite meglio e che potete lavorare. L’articolo per il giornale lo stanno già copiando! Voi ci battete in rapidità; noi non riusciremo a organizzarci in modo da far trascrivere a qualcuno le cose che dobbiamo spedire. La Zagorskaia 20 ancora non viene, e i lavori da copiare diventano sempre di più. A volte sono all’estremo delle forze e perdo completamente l’abitudine al mio vero lavoro. « Non ho capito bene l’allusione ai « grattacapi » che ci attendono con i parigini 21 . Certo per voi sarebbe terribilmente difficile scrivere di tutto: è meglio, forse, che riferiate il succo della questione a Vera Ivanovna, che speriamo presto verrà qui. Non abbiamo ancora il responsabile... La domanda è pronta ed è stata spedita in Russia (ve la mando subito), presto sarà possibile cominciare a comporre il giornale. Pensiamo di pubblicare in opuscolo separato la lunga corrispondenza Le giornate di maggio a Kbarkov (cir- ca cinquantamila battute) 22 e nel giornale pubblicare soltanto un breve stralcio, in modo da non dedicare i tre quarti di un foglio a un solo argomento! (il giornale avrà 3 colonne per pagina, circa seimila lettere, 1900 15 o, meglio « battute » per colonna). (Pensiamo di tirare il primo numero su 2 fogli, cioè 8 pagine). Che ne pensate? Grazie per il consiglio riguardo alle corrispondenze: cercheremo senz’altro di tenerne conto, giacché la fisionomia del giornale non ne avrebbe certamente che da guadagnare 2i . Sono perfettamente d’accordo con voi circa il viaggio del fratello. Che volete farci? Stiamo ricevendo avvertimenti da ogni parte: e da Parigi (ci dicono che i nuovi venuti dalla Russia chiamano tutti e tre con il loro nome), e dalla Russia (che sono stato seguito fino a qui 24 e che in una città capoluogo di distretto hanno arrestato un mio lontano parente del tutto innocente, che non mi conosce, e gli hanno domandato quali incarichi io gli avessi dati!); ed io cerco con tutte le mie forze di convincere il fratello o a non andare, o ad accontentarsi di due settimane: cerco di convincerlo, lo prendo in giro, lo rimprovero (non l’ho mai rim- proverato in modo cosi brutale): non serve a nulla, si è messo in testa una cosa sola: a casa, a casa! Ora è giunto al punto che la domanda è arrivata in Russia: vuol dire che (nel caso che questa domanda cada nelle mani della polizia, e ciò è probabile) vi sarà una prova scritta che si tratta di una nuova impresa pubblicistica. Non credo che ormai si debba piu aspettare a lungo Alexei. Sta per arrivare il mio « oppositore » ed io gli farò leggere queste cose: che le « confuti », se la coscienza glielo permette! Noi due siamo in ottima salute, ma i nostri nervi sono estremamente tesi: soprattutto è questa incertezza snervante 25 ; questi diavoli di tede- schi ci nutrono di promesse. Ah! gli farei vedere io!... Dimenticavo! (Scusatemi, vi prego, la fretta con cui scrivo questa lettera!) Ci sono state già trattative con Buchholz: si è rifiutato netta- mente. Ci impone un V ermittler rotte 26 — e c’è poco da fare! Vi stringo forte la mano e mando un saluto a tutta la vostra fami- glia. Vostro Petrov La Zagorskaia è arrivata ora. La vedrò domani. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin. III. 16 LENIN A P.B. AXELROD Caro P.B-, 19.X. una piccola aggiunta alla lettera di ieri, per non costringervi a ri- spondere a domande che sono già erledigt 21 . Abbiamo ora ricevuto le lettere dei parigini, e abbiamo subito capito ciò che, come vi ho scritto ieri, non avevo ben afferrato, e pre- cisamente il vostro consiglio di essere cauto « come il serpente » (facile a dirsi!) e di tenersi lontano dair« emigrazione ». Il tono di queste let- tere serve da ottimo commento alla vostra osservazione, che ora mi è perfettamente chiara. Vostro Petrov Scritta il 19 ottoDre 1900. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A P.B. AXELROD Caro P.B., 21.X.00. solo ieri ho visto la Zagorskaia, che mi ha riferito alcune cose da parte vostra. Inviate, per favore, Tarticolo (su Liebknecht) appena copiato: dalle parole della Zagorskaia non posso farmi un’idea esatta della lunghezza dell’articolo, ma il problema non sta in questo: ci sarà sempre possibile e gradito di stringerci un po’ per far posto al vostro articolo. Circa la persona di Parigi che tra un mese partirà per il sud della Russia e desidera avere delle raccomandazioni, penso che sia meglio fare cosi: presentarla a mia sorella che è ora a Parigi e vi si fermerà ancora circa tre settimane, se non di piu. Se siete d’accordo, comunicatemi il nome di questa persona e il suo indirizzo, e inviate (se sarà necessario) a me o a mia sorella (Rue de la Glacière, 103. M.lle Loukachevitsch, 1900 17 Paris . Per Blank), un bigliettino qualsiasi per poter presentarsi ad essa a vostro nome. Ho sentito che avete mandato qui un cuscino e una rivista inglese. A quale indirizzo? E a nome di chi, se postlagernd u ? La Zagorskaia non ha saputo rispondermi a questo riguardo. Vi stringo forte la mano vostro Petrov P.S. Vi invio una copia della nostra dichiarazione per P America. Noi non vogliamo assolutamente diffonderla qui , almeno fino a che essa non apparirà in Russia in quantità sufficiente (e dalla Russia non sono ancora arrivate notizie in proposito), perciò in questo momento abbiamo pensato di spedire la dichiarazione solo a voi e a G.V. Ma se voi ritenete indispensabile inviarla in America, senza aspettare le notizie dalla Russia, allora, naturalmente mandatela anche là. Vostro Petrov Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. A V.P. NOGHIN 2.XI.00. Vi prego, scusatemi, caro Novoselov, l’inqualificabile ritardo con cui rispondo alla vostra lettera del 17.10. Qui sono stato sempre distratto da « piccoli » affari e affarucci, e inoltre aspettavo la risposta di Alexei. Mi era assolutamente necessario aspettarla per chiarire la questione della nostra dichiarazione redazionale. Alexei ha deciso di non diffonderla per ora. Perciò io, inviandovene una copia, vi prego vivamente di mantenerla segreta, e di non mostrarla a nessuno (eccettuato forse quel vostro intimo amico che ha la delega del gruppo di Pietroburgo e di cui voi mi scri- vete 29 ) e, di non darla assolutamente in mano a nessuno. Abbiamo deciso in generale di non diffonderla all’estero finché non uscirà in Russia, e poiché Alexei la trattiene anche laggiù, per noi è soprattutto importante 18 LENIN riuscire a non metterla in giro qui. Contando sulla vostra diretta parte- cipazione alla nostra opera, ho deciso di fare un’eccezione e di farvela co- noscere. Tenete presente, leggendola, che si prevede di pubblicare e un giornale e una rivista (o una miscellanea), ma di quest’ultima la dichiara- zione non parla per via di alcune considerazioni particolari relative al progetto di edizione della rivista 30 . Alcuni passi della dichiarazione vanno perciò riferiti non solo al giornale. Scrivetemi, per favore, che impressione ha fatto la dichiarazione a voi e al vostro amico. Che tipo di « rivista di agitazione » si propongono di pubblicare i membri del gruppo « Raboceie Znamia » (di cui voi avete parlato)? Che carattere avrà e quali saranno i collaboratori? Circa il passaggio della frontiera russa, penso che sarà sempre facile: abbiamo rapporti con alcuni gruppi che si occupano del passaggio e inoltre poco tempo fa un membro del nostro gruppo ha avuto la promessa (a quanto si può giudicare ben fondata) che potranno far passare in Russia chiunque senza passaporto. Penso che si possa organizzare la cosa facilmente. Per quanto riguarda il passaporto russo le cose non sono cosi facili. Per ora non c’è nulla di nuovo, e le « prospettive » sono ancora assai vaghe. Forse di qui alla primavera si potrà sistemare anche questo. Rimarrò ancora qui, probabilmente, abbastanza a lungo e la nostra corrispondenza può perciò continuare senza inconvenienti. Voi domandate quale lavoro vorremmo che vi assumeste. Mi sem- bra che per noi saranno particolarmente importanti (per la primavera o l’autunno, quando pensate di partire) i seguenti compiti: 1) far pas- sare la stampa oltre confine; 2) distribuirla in Russia; 3) organizzare circoli operai per la diffusione del giornale e l’invio di informazioni, ecc., cioè in generale organizzare la diffusione del giornale e organiz- zare un collegamento stretto e regolare tra il giornale e i singoli comi- tati e gruppi. Noi riponiamo grandi speranze sulla vostra collaborazio- ne, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti diretti con gli operai nelle varie località. Vi va questo lavoro? Non avete nulla contro i viaggi? È un lavoro che richiederebbe, evidentemente, viaggi continui. Esiste tuttora quel gruppo di Pietroburgo da cui il vostro amico ha ricevuto la delega? Se si, non può lui darci il recapito di Pietroburgo e la parola d’ordine per trasmettere loro la nostra dichiarazione? Hanno 1900 19 rapporti con gli operai in generale e in particolare con la « organizza- zione operaia di Pietroburgo » 31 ? Vi stringo forte la mano e vi auguro di terminare al piu presto e nel modo migliore la vostra quarantena all’estero. Vostro Petroff P.S. — Ho scritto bene l’indirizzo? Informatemi dell’arrivo di questa lettera. Spedita a Londra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin, Vili. A P.B. AXELROD 3.X1. Iieri ho ricevuto la vostra lettera, caro P.B., e oggi ho spedito anche un biglietto a mia sorella. La lettera di V.I. non l’ho trasmessa. Per non dimenticarmi: scrivetemi per favore, a quale nome avete spedito qui il cuscino e il libro inglese. Non li ho ancora rice- vuti. Se li avete spediti postlagernd o Bahnhofpostlagernd 32 o in che altro modo? V.I. non ha potuto rispondermi, e io ero sempre in at- tesa della vostra lettera, ma in essa non se ne parla. E non sapendo a nome di chi è stata spedita non posso informarmi. Chiedete a Vera Pavlovna di scrivermi due righe a questo proposito e vogliate perdo- narmi se vi importuno continuamente con queste bazzecole. A proposito delTarticolo su Liebknecht, per la verità non sap- piamo piu come fare. Infatti avete scritto un articolo che per la sua lunghezza è un articolo da rivista : 8 pagine (secondo V.I. grandi co- ma quelle del Nakanunie, a caratteri piccoli, cioè circa ottomila lettere la pagina) sono sessantaquattromila lettere; anche se si prende il carattere grande dej Nakanunie fa circa cinquantamila lettere! Il no- stro giornale sarà del formato del Vorwàrtr, anch’esso su 3 colonne. La colonna è di circa seimila lettere: ciò significa che la metà del vostro articolo occupa una pagina intera di giornale + ancora una 20 LENIN colonna! Questo non va proprio per un giornale, per non parlare poi di quanto sia spiacevole tagliare un articolo come il vostro su Lieb- knecht. Calcolerò con maggiore precisione il tutto, quando lo riceverò. Faremo di tutto per trovargli posto nel giornale, ma, se sarà impos- sibile per 1 ampiezza, allora vi preghiamo di essere cosi cortese di la- sciarcelo pubblicare in opuscolo, come supplemento al giornale (se per la riivsta voi scrivete a parte su Liebknecht). Ora è in com- posizione l’opuscolo Le giornate di maggio a Kharkov (cinquantamila lettere), poi verrà composto il giornale e quindi il vostro opuscolo su Liebknecht, e per il giornale, se risulterà indispensabile si potrà scri- vere, un breve necrologio facendo riferimento all’opuscolo; che ne pensate? Ripeto: tutte queste sono solo congetture: è necessario fare i calcoli precisi e quando li avrò fatti, subito dopo aver ricevuto il vo- stro articolo, vi scriverò immediatamente. Vi stringo forte la mano e vi auguro di guarire completamente al più presto. Molti saluti alla vostra famiglia. Vostro Petrov Scritta il 3 novembre 1900. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. A P.B. AXELROD Caro P.B., 8.XI. ho ricevuto la vostra lettera del 5 e il vostro articolo Molte grazie. La sua rielaborazione ha dovuto costarvi non poco lavoro e ancor più disappunto, poiché condensare un tale argomento è dovuto essere un lavoro estremamente noioso. Tanto più valore ha avuto ai nostri oc- chi che voi l’abbiate fatto. Vi prego di scusarci per non avervi inviato articoli: il nostro « segretario » è oppresso purtroppo da gravi obbli- 1900 21 ghi familiari e perciò gli è difficile tener dietro alla corrispondenza. Invio l'articolo Nuovi amici del proletariato russo, che vogliamo pub- blicare nel n. 1, come corsivo Comunicateci, vi prego, la vostra opi- nione: potete scrivere a matita sull’articolo stesso, e poi siate così cor^ tese da inviarlo a G.V-c. Per quanto riguarda i parigini, abbiamo deciso di usare la tattica che voi consigliate: da una parte « non fornire loro armi », dall’altra « astenersi ». Sono, naturalmente, scontenti della nostra astensione, e recentemente ci è toccato (per assoluta necessità) di dare una risposta tale al malcontento da essi espresso che abbiamo temuto un « raffred- damento » ( temuto non è la parola, perché avevamo deciso di dare questa risposta anche se essa avesse dovuto portare inevitabilmente alla rottura). Abbiamo ricevuto ieri una risposta del « segretario » del gruppo da loro costituito a Parigi 35 ; a giudicare da questa risposta, la nostra reazione non ha avuto gravi conseguenze e « tutto, va per il me- glio ». Speriamo che anche in futuro le cose andranno cosi. È assolu- tamente vero che bisognerà, probabilmente in seguito, pensare allo « statuto » e alle altre cose piacevoli e interessanti di cui parlate, ma avete fatto benissimo a fissare per questo un termine orientativo di sei mesi. iFntanto che l’impresa non sarà « in piena attività », ciò sa- rebbe prematuro; in questo siamo pienamente d’accordo con voi. Ma là dove non posso piu seguirvi è quando parlate di comin- .ciare ad agire qui allo scoperto. Che « la legalità sia ormai perduta » è una cosa che ancora non riesco a credere. Secondo me essa non è ancora perduta per il momento, e questo « momento », forse, durerà ancora alcuni mesi, durante i quali molte cose si chiariranno. (Il fra- tello è già in Russia; per ora tutto bene. Il viaggiatore 36 si sposta an- ch’esso finora senza difficoltà). Ma anche nel caso in cui la legalità fosse perduta completamente e definitivamente, vi possono essere se- rie considerazioni contro l’azione allo scoperto (per esempio, le con- siderazioni riguardanti i viaggi in patria). Perciò fino all’uscita dei primi numeri, e fino a che non ci ritroveremo tutti insieme (con Alexei e il fratello), io in ogni caso continuerò a nascondermi. Se la nostra impresa è destinata ad avere successo, sarà possibile tornare rapida- mente su questa decisione, ma il mio « ottimismo » di una volta ri- guardo a questa condizione è alquanto messo in forse dalla « prosa della vita » 37 . 22 LENIN Per quanto riguarda la rivista, probabilmente si chiarirà ben pre- sto se la impianteremo qui o andremo in altri paesi a cercare rifugio. Non appena ciò sarà messo in chiaro, ve ne informerò. Mi è assai scomodo scrivere in America, perché non conosco nes- suno di là e nessuno mi conosce; comunque bisognerà ricorrere al vo- stro aiuto: non è meglio, allora, che voi scriviate direttamente e inviate la dichiarazione, precisando che essa proviene da un gruppo russo con il quale voi avete i tali e tali rapporti; che si procede attualmente nel- la stessa tipografia alla composizione deiropuscolo I giorni di maggio a Kharkov, e dopo questo, si passerà a comporre il giornale; che, per quanto riguarda la rivista (o la miscellanea), la dichiarazione non dice nulla per ragioni di sicurezza e che per il n. 1 certi articoli sono già pronti (o in corso di preparazione), quello di G.V., quello vostro, quel- lo di Kautsky ( Erinnerungen M , una cosetta interessante che V.I. sta già traducendo), ecc. Penso che una lettera vostra otterrà più diretta- mente e più sicuramente tutti gli scopi di cui parlate e che l’invio della dichiarazione in America da parte vostra non fa più correre ora (mi pare) il pericolo di una pubblicità indesiderabile, soprattutto se si trat- ta di una sola copia che il segretario dell’associazione di laggiù dovrà leggere all’assemblea 39 . Vi stringo calorosamente la mano. Vostro Petto ff P.S. — Ho ricevuto il cuscino e il libro. Scritta 1*8 novembre 1900. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. A G.V. PLEKHANOV 9. XI. Caro Gheorghi Valentinovic, ho ricevuto oggi la vostra lettera e vi ho spedito immediatamente per plico raccomandato 1) l’articolo Che cosa è successo? di Puttman 1900 23 2) l’articolo di Byvaly 40 e 3) Tarticolo di D. Koltsov sul congresso di Parigi 41 . Vera Ivanovna ritiene che quest'ultimo articolo assolutamente non va e io mi unisco pienamente a lei: l'articolo è privo di interesse, non è adatto in generale alla rivista (tanto più che voi stesso scriverete su Millerand) 42 ed è troppo lungo per un giornale. È tra le 22 e le 27 mila battute, mentre per il giornale ci vuole una nota di 6-9 mila o poco più. Penseremmo perciò di chiedere a Rakovski di scrivere un artico- letto di questa lunghezza per il giornale, e di non passare l’articolo di Koltsov. Abbiamo deciso di spedirvelo, tanto più che voi volevate ri- spondere a Rakovski; fate come meglio credete, o respingete l’articolo di Koltsov e passate l’incarico a Rakovski, oppure chiedete a Koltsov di rimaneggiare e di ridurre l’articolo sotto la vostra guida. Ci sembra più probabile che voi scegliate la prima strada, e in questo caso, po- tete naturalmente dire a Koltsov che la cosa è partita da noi, e noi stessi possiamo scrivergli non appena avremo ricevuto la vostra ri- sposta. Vi mando l’articolo di Byvaly, per quel lavoro di limatura e quelle correzioni che voi avete proposto. Naturalmente si può correggere; vi prego, fatelo per tutti gli articoli, scrivendo o con lapis direttamente sul manoscritto, oppure su fogli a parte. Se volete, posso scrivere io stesso a Byvaly a proposito di queste modifiche: è probabile che egli non si ostinerà, ma se lo fa, bisognerà allora riflettere e fare una scelta: prenderli come li dànno oppure no. Non posso però assolutamente es- sere d’accordo con la vostra proposta di abolire l’accenno all’opuscolo di Bakharev 43 , non tanto perché sarebbe estremamente spiacevole per l’autore, quanto perché anch’io considero utile, nonostante i suoi difetti, l’opuscolo di Bakharev, che pone un problema effettivamente impor- tante e, nel complesso, gli dà una giusta soluzione. Byvaly non scrive soltanto sul vecchio, ma anche sul nuovo; se negli anni ’70 i rivolu- zionari seri non avevano bisogno di simili opuscoli, oggi, al contrario, noi ne abbiamo indubbiamente bisogno e rbbiamo senz’altro bisogno di pubblicare su questo opuscolo, (forse sul giornale, ma non nel n. 1) una nota critica, ma di sostanziale approvazione. Il fatto di attirare nel movimento di massa una gioventù operaia e intellettuale assolutamente immatura, che ha dimenticato quasi completamente come andavano le cose in passato, o, meglio, lo ignora, la mancanza di una organizza- 24 LENIN zione di rivoluzionari « temprati », tutto ciò rende necessaria la pub- blicazione di opuscoli sulle norme di comportamento dei socialisti. I polacchi hanno un opuscolo di questo tipo 44 , molto piu ricco di con- tenuto di quello di Bakharev. Vera Ivanovna è d'accordo che noh bisogna abolire l’accenno a Bakharev. A certe condizioni, se voi lo ri- tenete utile, non sarebbe forse opportuno esaminare sulle pagine del- la rivista il problema dell’eventuale importanza di questi opuscoli? L’articolo di Byvalv lo mettiamo nella rivista, e non nel giornale. Vera Ivanovna dice che il nostro giornale è a un livello inferiore a quello dei lettori a cui è destinato e a quello che voi probabilmente supponete. In generale è piuttosto insoddisfatta: dice che è sul tipo del Raboceie Dielo , solo un po’ piu letterario, un po’ piu lisciato,. . Ho inviato un articolo a Pavel Borisovic, pregandolo di mandarvelo. Ridurre la discussione sulla risoluzione di Kautsky alle proporzioni di un articolo di giornale non sarebbe affatto conveniente, ed ecco per- ché noi vorremmo pubblicare un vostro breve articolo o nota su que- sta questione nella rivista. O forse pensate di limitarvi a una cosa veramente brevissima? Non credete che anche una nota su questo ar- gomento richieda almeno dieci pagine dattiloscritte, cioè circa 20 mila battute, se non di piu? Su Soloviov, lo riconosco, pensavo che aveste voglia di scrivere una nota. È difficile che se ne incarichi Puttman: gli scriverò, ma non ho quasi nessuna speranza. Sui decabristi è pronta a scrivere Vera Ivanovna 45 , ma come si fa con il materiale? Scriveremo subito perché ci inviino quello che è possibile. Forse anche voi ci indicherete ciò che è particolarmente im- portante avere per questo lavoro. A quanto pare, sono particolarmente importanti le riviste storiche, che qui è impossibile procurarsi. Gurevic scrive per la rivista un ampio articolo sulle questioni francesi, e per il giornale un articolo sul congresso nazionale. Sul con- gresso internazionale avrebbero voluto scrivere Goldendakh o Nakham- kis, ma non l’hanno fatto. Mandateci, per favore,* il vostro articolo Socialismo e lotta poli- tica (potete spedirlo allo stesso indirizzo di Lehmann in busta racco- mandata); non credo che a causa di una critica amichevole l’articolo possa dispiacere ad Alexei, il quale, ricordo, mi diceva di riconoscere che le obiezioni di Pavel Borisovic erano giuste. 1900 25 I foglietti separati li numereremo (se non sono già numerati), ed è difficile che i compositori li perdano: hanno sempre avuto a che fare con foglietti separati, e cosi anche noi al giornale, e finora non si sono mai persi. Sembra che la questione del « responsabile » si pos- sa risolvere domani o dopodomani, e, a quanto pare, favorevolmente (oggi ho avuto notizia di due consensi: per domani aspetto comuni- cazioni piu precise), e pensiamo che tuttavia non potremo fare a meno (per lo meno airinizio) deiraiuto di Blumenfeld, che Dietz ha accon- sentito di prendere come tipografo e che ci dovrebbe mettere in piedi la faccenda, istruire i tedeschi, ecc. Non appena tutto sarà definitiva- mente chiarito, vi scriverò o vi telegraferò subito. Mi piacerebbe mol- tissimo di avere al piu presto il vostro articolo Ancora una volta , ecc 46 , dato che è possibile darlo subito in composizione. Contro la Rabociaia Mysl — piu esattamente contro Tarticolo La nostra realtà apparso nel supplemento — ho scritto un articolo, Una tendenza retrograda nella socialdemocrazia russa 47 , fin da un anno fa; ora me l’hanno mandato qui, e penso di rielaborarlo per la rivista, ag- giungendovi qualche cosa contro il Raboceie Dielo. Non capisco bene di quale « ultimo numero » della Rabociaia Mysl voi parliate, l’ultimo numero del giornale era il n. 8, (con una nuova redazione « dalla pagina 5 ») dove tra l’altro era pubblicata una ritrattazione dei famosi paralleli che si facevano alla fine dell’articolo su Cernyscevski, apparso sul Supplemento. È questo che voi intendete? La nota A cbe punto sono arrivato? 4S la riterrei utile, anche se attualmente ho dei dubbi sulla « combattività » della Rabociaia Mysl. vogliono si fare qualche passo « verso di noi » ( passez moi le mot 4y ) e bisognerebbe sforzarsi di considerarli come verbesserungsfahig 50 . Ma un attacco, certo bisogna comunque farlo: se non li si attacca, restano incorreggibili. Ho avuto recentemente una corrispondenza con una mia vecchia compagna dell’Unione 51 , la Vetrinskaia, e le ho detto che mi associavo alle parole di Alexei: « bisognerà che lottiamo contro di voi ». Lottate, se non ne avete vergogna — ella ha risposto ad Alexei. Io le ho scritto che non me ne vergogno affatto. Vorrei ancora parlare con voi sull’indirizzo economistico e le concezioni di Alexei, ma è già tardi e mi limito a due parole. La ten- denza economista, naturalmente, è stata sempre un errore, ma questa tendenza è ancora molto giovane, e V attrazione per l’agitazione « eco- 26 LENIN nomica » è esistita (ed esiste ancora qua e là) anche senza tendenza; data la situazione in cui si trovava il nostro movimento in Russia, alla fine degli anni ’80 e all’inizio dei ’90, questa attrazione era compagna legittima e inevitabile di ogni passo avanti. Questa situazione era cosi letale che voi non potete nemmeno immaginare, e non si possono con- dannare persone che, cercando faticosamente di uscirne, hanno ince- spicato. Una certa limitatezza era necessaria e legittima per riuscire a venirne fuori; lo era\ ma quando ci si è messi ad erigerla a teoria e a collegarla con il bernsteinianesimo, la cosa naturalmente è cambiata in modo radicale. Ricordo che nella Nuova offensiva, scrit- ta nel 1896, quando l’economismo di Vilno 52 era già all’ordine del giorno e quello di Pietroburgo nasceva e andava formandosi, anche voi riconoscevate che P« agitazione economica » e il culto del movimento « di massa » esercitavano una assai naturale attrazione. Vi stringo forte la mano e vi prego di non volermene per il di- sordine della lettera. Vostro Petroff Scritta il 9 novembre 1900. Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nei 1956 sul Kommunist, n. 16. A P.B. AXELROD 16.XI. Caro P.B., ho appena ricevuto le vostre note sull’articolo I compiti urgenti 53 . Ve ne ringrazio molto. Che cosa pensate del carattere non popolare di questo articolo? Non sarà una stonatura? Vi invio la prefazione all’opuscolo Le giornate di maggio a Khar- kov (nel manoscritto che voi avete sono state apportate alcune modifi- cazioni, ma assai poco importanti). Ditemi, vi prego, la vostra opi- nione e fate le vostre osservazioni senza riguardi, a penna o a matita, sul manoscritto stesso. 1900 27 Vi invio ancora un documento inviato dalla Russia sulla fusione dell’organizzazione operaia di Pietroburgo con la « Unione di lotta » M . Si dice che quelli di Pietroburgo se ne vantino terribilmente, e sembra che Kiev abbia già approvato questo programma. È indispensabile scri- vere su di esso. Non avreste voglia di farlo voi? (Quando avrete letto questo « documento », questo strano « frutto », come dice il fratello, rispeditelo, vi prego, a G.V., se a voi non occorre.) Finalmente abbiamo trovato un responsabile: la Ettingher si è impegnata a firmare comunque due fascicoli, rinunciando ad ogni pre- tesa riguardo al « tono », ecc., e riservandosi di dichiarare pubblica- mente dopo due numeri di non essere d'accordo con il contenuto, ecc. È da sperare che essa osserverà questa condizione (ci chiede soltanto con insistenza che per ora, fino all’uscita dei fascicoli, non se ne parli con nessuno), — e nel frattempo noi o troveremo un’altra persona o ci organizzeremo diversamente 55 . I colloqui con la Ettingher li ho condotti io personalmente per il tramite di Buchholz, che è uscito dal- VUnione allo scopo di compiere alcuni passi in senso conciliativo. Dei particolari di questi passi vi scriverò poi, tanto più che essi non presen- tano eccessivo interesse. Ora speriamo di cominciare la composizione tra pochi giorni. Una forte stretta di mano. Vostro Petroff Scritta il 16 novembre 1900. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A P.B. AXELROD 19.XI.00 Caro P.B., ho ricevuto ora la vostra lettera del 17-11 e ho letto con grande interesse le vostre osservazioni. Certo, cercheremo senz’altro di inviarvi il maggior numero possibile di articoli, poiché ciò è utile da tutti i 25 LBMW ponti d vista per le pdbbJkarioot, senza parlare poi dei rostro nato tale «cerase. Sii ri ncresce « Jt Mi n die k nostra segretaria ria «&rr- srbeiut*: db dovrà ternana c a mbi are ben pravo, p e r ch e ri stanno per «tzaptendeie serie rifornir in «asma di KmderpfUge * Din c t ic ha inviato per il giornale una nota di arca 12 mila bai- one sul CPBggesao nazionale» francese: esito a dire die vada assoluta- meli te bene. Può darsi benissimo che ne possiamo fare a maio, se c’è la rosta cronaca, die attendumo perdo con impazienza. Per la rivista, Danevic scrive ma fungo articolo sulle questioni francesi La lettera acetosa è per Rolau: 3 mio coOe&a gli scrive arca 3 nostro affare dei « tè », giacché noi pensiamo die 3 mio corrispon- dente, SkubiL, non sia in dnà * Vi prego, usatemi la cortesia di tra- smettere questa lette» a Roba, chiedendogli di rispon de rc i immedia- tamente (scusate se vi disturbo con questa richiesta: spero die potre- te, se non altro, darne tnrarirp a Gurevic). Se Roba poi non è in atta, non potreste, per favore, leggere b lette» indirizzata a lui e discutere dd suo contenuto almeno con b moglie di Skubik? Il fatto è die noi dobbi am o avere una risposta precisa al piu presto, e se non d sono né Rolau né Skubik è impossibile averla se non attraverso un colloquio personale tra voi e uno qualsiasi di loto. Riguardo aD’artkolo di L. Axdrod, sono perfettamente d’accordo con voi: bisogna mandarlo anzitutto a G.V. Vi stringo forte la mano, scusandomi per la lettera troppo fret- tolosa. Vostro Peirov Spedita a Zorigp da Monaco. Pubblicata per la poma volta in MiscdUnes di Lem, ITI, 1925 A P.B AXELROD Caro P.B., 26JH.OO è arrivata ora una lettera del nostro comune amico, 3 quale scrive che tutto è a posto. Finalmente la faccenda si è messa, « sicuramente » 1900 29 in marcia! Vi prega vivamente di inviare (a me) al piu presto possibile il passaporto di Nusperli (*), (o Khusperli? Il nome non è chiaro, ma voi, certo, lo sapete) 60 . Domani, 27-XI, comincerà a comporre, e, quindi, si può sperare che tra un paio di settimane (o poco piu) tutto sarà completamente finito. Perciò sarebbe importantissimo che entro una settimana tutto il materiale fosse già pronto, compresa pure la vostra cronaca estera. Spero che questa scadenza non vi costringerà a interrompere qualche lavoro, giacché probabilmente vi è rimasto ormai poco per finire. V.P. scrive oggi a G.V. di sollecitare chi scrive sul congresso di Parigi 6i . Naturalmente si possono fare riferimenti al suo articolo (se lo volete) anche prima che il suo articolo vi giunga. Una forte stretta di mano e auguri di ottima salute. Vostro Vetrov P.S. — Oggi stesso invio il manoscritto (di G.V.) 62 a Dietz. Spe- riamo che anche là le cose procedano decisamente. Sarebbe ora! * Egli scrive: « Lo rimanderò indietro non appena sarò giunto qui ». Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A P.B. AXELROD I1.XII. Caro P.B., vi ringrazio molto per avermi inviato cosi presto le osservazioni alla nota sulla scissione 63 . Vi ho apportato le correzioni da voi ritenute opportune, ma non ho potuto tuttavia eliminare completamente le parole sui meriti del Raboceie Dielo : mi sembra che ciò sarebbe in- giusto nei confronti di un avversario che non ha solo colpe verso la socialdemocrazia. Poletaiev mi ha comunicato una notizia che mi ha rallegrato in 30 LENIN sommo grado, e cioè che voi vi siete un po’ liberato dello yogurt e potreste venire a passare un po’ di tempo da noi. Questo sì che sa- rebbe magnifico! Per l’alloggio, penso, non vi saranno difficoltà, si può trovare una stanza per una settimana. E poi, avete il passaporto di cittadino svizzero. Attendo comunque (dico comunque perché già da tempo attendo, e invano) il prossimo arrivo di tutti e due glf amici. Alexei scrive che « non resiste piu », ma che diverse circo- stanze lo trattengono ancora per un po’. L’altro amico non scrive da lungo tempo, ma non credo che ciò possa significare qualcosa di molto grave. Quando arriveranno saranno già uscite, probabilmente, sia YIskra (entro 1 o 2 settimane) che la Zarià (Dietz ha preso un altro compositore e procede rapidamente, ci sollecita. A proposito, avete da mandarci qualcosa per questo numero della rivista (*)?); — si chiarirà qualcosa anche riguardo al trasporto (oh, problema difficile!) e ai materiali, e allora sarebbe estremamente desiderabile organizzare una riunione generale. Accarezzo molto questa idea. Come va l’articolo del giovane Adler M ? Scrive? Quando sarà pronto? Vi prego, sollecitatelo con una lettera e, se siete sovraccarico di corrispondenza o se temete si perda troppo tempo per VUmweg 6 Monaco-Zurigo-Vienna, dategli l’indirizzo di Lehmann (Herrn Dr. Med. Cari Lehmann, Gabelsbergerstrasse 20 a. Munchen. Nella seconda bu- sta: fùr Meyer), e a noi il suo indirizzo, e noi gli chiederemo una risposta. La Zarià vogliamo stamparla in 1000 copie per la Russia e 500 per l’estero. Aspetto con impazienza la cronaca, e poi di incontrarvi. Vostro Petroff * Potreste torse tirar fuori qualcosa da ciò che avete scritto su Liebknecht e che non è passato sul giornale. Per Gurevic: Per favore occupatevi di questa faccenda: bisognerebbe trovare a Zurigo un buon indirizzo attraverso il quale Efimov (compositore da Dietz) possa corrispondere con Ginevra, cioè un indirizzo che serva 1900 31 per trasmettere le notizie. Se potete, mandatemelo al piu presto, per favore, e in ogni caso scrivetemi subito almeno due parole di ri- sposta. Vi stringo forte la mano e mando un saluto a Vera Pavlovna. Vostro Petroff Scritta HI dicembre 1900. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. A P.B. AXELROD 14. XII. 00. Ore 12 di notte. Caro P.B., scusatemi di avervi inutilmente disturbato con il mio telegramma. Non avendo ricevuto l’articolo stamattina, bo pensato (dopo il vostro telegramma di ieri) che fosse accaduto qualcosa, e ho deciso di informarmi telegraficamente, spinto soprattutto da una let- tera disperata della tipografia. E il vostro articolo è invece arrivato qualche ora dopo! Mi affretto a informarvi subito, come mi avete chiesto, di averlo ricevuto e mi scuso ancora una volta per il tele- gramma. Sono molto ma molto contento di potervi vedere presto; il « fra- tello » verrà molto probabilmente anche lui fra qualche giorno, e fra 2 o 3 settimane forse anche Alexei. Da Parigi ancora nessun articolo sul congresso internazionale: ho spedito oggi un telegramma. Forse mi toccherà partire per qualche tempo prima dell’uscita del giornale, per mettere a posto varie piccole cose (ci siamo largamente sbagliati di migliaia di battute ed ora dobbiamo tagliare molto!), ma ciò prenderà 3 o 4 giorni, più o meno. Scriveteci se dobbiamo affittare per voi una stanza, o se è meglio, 32 LENIN prima, informarci soltanto in proposito. Chiederò a V.I. quali sono le vostre esigenze e comincerò a cercare. Scusate la brevità: sono molto stanco e ho fretta. Una forte stretta di mano. Vostro Petroff Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A P.B. AXELROD Caro P.B., 24.XII.00 solo ieri sono tornato dal mio viaggio di lavoro 66 , e ho ricevuto la vostra lettera. Oggi il giornale deve essere pronto: appena lo rice- verò ve lo manderò, se non verrete voi stesso*. Stasera arriva il fratello. Alexei non riuscirà a liberarsi dei suoi impegni prima del 20-XII secondo il vecchio calendario, e allora verrà. Non ho potuto in nessun modo spedire le bozze; io stesso non ho potuto averle e ho dovuto andarci per mettere a posto qualcosa per la pagina 8. Per quanto ciò sia stato spiacevole ho dovuto dividere in due il vostro articolo e rimandare la seconda parte al numero suc- cessivo 67 : altrimenti non ci sarebbe entrato l’indispensabile, essendo stato composto (per ragioni tecniche) in carattere grande, e non piccolo. E cosi, da parte di Vasiliev? e di Adler, niente? Voi non scri- vete nulla di Adler. La rivista va avanti. G.V. ha inviato un articolo su Struve 68 : in tutto sono stati mandati 6 articoli. Vi stringo forte la mano e vi auguro di cuore di liberarvi al piu presto dell’influenza che infierisce dappertutto quest’anno. Vostro Petroff 1900 33 P.S. Ho letto ora nella lettera di Gurevic che avete ricevuto un articolo sull’Austria. Benissimo. Avete un buon traduttore? Se no spediteci l’articolo, lo tradurremo qui. A Gurevic Grazie per le notizie. Naturalmente è desiderabile avere parti colari sul compagno di Riga: di quale tipo di lavoro vorrebbe e po- trebbe occuparsi? In che misura è libero e dispone di mezzi? ecc. Dite per favore, a Skubik, che ho ricevuto la sua lettera, ma non ho risposto perché non ero a casa; e ora posso soltanto dire che il nostro uomo è già « là » e ha l’indirizzo, sicché l’affare a proposito del quale ci siamo scritti io e Skubik è risolto. Una forte stretta di mano. Petrofj Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. 190 1 A V.P. NOGHIN 3 gennaio 1901. Caro compagno, ho ricevuto Rivoluzione e controrivoluzione 69 e vi ringrazio molto per avermi inviato questo opuscolo. Per quanto riguarda l’invio, in questo momento non possiamo prenderci nessun impegno preciso. Per ora stiamo studiando le vie, e, con ogni probabilità le troveremo, ma ancora non è chiaro come funzioneranno. Con ogni probabilità fra 2 o 3 settimane al massimo potremo darvi una risposta assolutamente precisa, e, se saremo in grado, ci incaricheremo con piacere di far pas- sare il vostro opuscolo. Di Max Menkus 70 non sappiamo nulla, e non operiamo attraverso di lui. Abbiamo ricevuto le vostre lettere e le vostre corrispondenze. Alcune le abbiamo già utilizzate per il gior- nale. Per l’appunto il primo numero dev’essere pronto a giorni, e al- lora ve lo manderò 71 . Aspettiamo da un momento all’altro l’arrivo del nostro amico di Poltava. I migliori saluti. Ah, ancora una cosa. Avendo saputo che abbiamo pronta una traduzione del libro di Kaut- sky Bernstein e il programma socialdemocratico , un membro del grup- po « Raboceie Znamia » si è rivolto in Russia a un membro del nostro gruppo proponendo di pubblicare questa traduzione /2 . Ma noi vor- remmo pubblicarla noi stessi, a nostro nome. Perciò, è da vedere se le persone che hanno fatto la proposta non acconsentano a darci del de- naro per la sua pubblicazione, anche una somma non rilevante. Scri- vetemi, per favore, se avete la possibilità di mettervi in contatto con loro a questo proposito e se ve ne assumete l’incarico. Vostro Petrov 71 L’articolo di Hyndman pensiamo di pubblicarlo presto con una nota in cui si dice che « esso ci è pervenuto in manoscritto tramite un 1901 35 membro del gruppo "Rahoceie Zrtamia" di Pietroburgo 74 ». Se avete qualcosa da dire a proposito delle parole sottolineate, comunicatecelo, per favore, immediatamente. Una stretta di mano. Petrov Spedita a Londra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea dì Lenin, Vili. A V P. NOGHIN 24.1.01 Caro compagno, ho ricevuto la vostra lettera a proposito dei passaporti, ho scritto al mio amico (di qui), da cui potrei aspettarmi un aiuto in questo senso, ed ora attendo una risposta. Penso che sia possibile procurare un passaporto straniero (per entrare in Russia) (bulgaro o tedesco), ma non spero si possa riuscire ad ottenere un passaporto russo, nem- meno in bianco. Certo, può darsi che anche questo riesca; ma vi con- siglierei di darvi immediatamente da fare per procurarvi un passa- porto straniero, altrimenti rischiate di non averne nessuno. Se mai si riuscirà ad avere un passaporto russo, sarà comunque piu facile averlo in Russia. Se non si fa cenno al « Raboceie Znamia » in una nota, avete voi idea di come si potrebbe dire altrimenti? Per esempio, a nome (per tramite) di un membro del gruppo « Raboceie Znamia » che abbia lavorato a Pietroburgo nel 1897, o qualcosa di simile. Secondo me sa- rebbe meglio indicare per tramite di chi è stato ricevuto Tarticolo, ma se voi siete di diversa opinione, naturalmente lo stamperemo anche senza indicare da chi proviene. Mi hanno comunicato il nome di quel pietroburghese che ha fat- to (in provincia, e anche piuttosto sperduta) la proposta di pubblicare la traduzione di Kautsky. Ho paura di affidare il nome alla posta: ecco allora come ve lo trasmetterò. Scrivete il nome, il patronimico 36 LENIN (alla maniera russa) e il cognome di Alexei e contrassegnate tutte le 23 lettere con delle cifre secondo il loro ordine. Allora il cognome di questo pietroburghese sarà composto dalle lettere; 6., 22., 11., 22. (al posto di questa, leggete la lettera seguente deiralfabeto), 5., 10. e 13. 75 . Quanto alla vendita di Rivoluzione e controrivoluzione, solleci- teremo le organizzazioni estere con cui abbiamo rapporti. In questo momento tutte le nostre attenzioni sono rivolte al tra- sporto, che divora una gran quantità di denaro a causa della novità della cosa. Per questo non posso darvi una risposta precisa sull’aiuto finanziario per la fabbricazione dei passaporti finché non si saprà con precisione quanto denaro appunto occorra e quanto grandi siano le probabilità che si possa avere tutto il resto necessario (oltre il, denaro). Alexei fin dalla primavera (sic!) ha dato a un’organizzazione influente i soldi per l’acquisto di passaporti in bianco (da loro promessi), ma finora non ha ricevuto niente. Sareste d’accordo di incaricarvi, per un prossimo futuro, di svol- gere una funzione permanente per il trasporto, cioè di stabilirvi vici- no al confine, di viaggiare, di entrare in contatto con i contrabban- dieri, ecc.? Conoscete il tedesco o in generale una lingua oltre il rus- so? (*). Una forte stretta di mano. Vostro Petrov Vi invio il giornale 76 : per favore non mostratelo a nessuno oltre al vostro amico e comunicateci la vostra opinione. Il n. 2 è in corso di stampa. Scrivetemi all’indirizzo: Herrn Georg Rittmeyer, Kaiserstrasse 53 I. Miinchen. (Senza alcun intermediario, se la lettera è in russo). * Avete a disposizione un compagno capace di svolgere questa funzione e che conosca l’ebraico? E ancora: non avete a disposizione un compagno compo- sitore assolutamente fidato? Spedita a Londra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin. Vili 1901 37 AL GRUPPO « BORBÀ » 3 . 11.0 1 Cari compagni, la vostra lettera con cui ci rifiutate la vostra collaborazione ci ha molto rammaricati. La nostra a Nevzorov (alla quale avevamo acclu- so appositamente per ‘voi la « dichiarazione », il n. 1 della Iskra e le bozze dell’articolo di Riazanov) e la vostra di rifiuto si sono incro- ciate, essendo state spedite contemporaneamente 77 . Già da questo fatto vi potete render conto di quanto lontana fosse da noi l’idea di tenervi fuori della faccenda. Vi preghiamo di scusarci per il ritardo, del quale in effetti siamo responsabili, ma non dimenticate che anche noi soffriamo non meno di voi della « indeter- minatezza dei rapporti ». La decisione del nostro gruppo di non dif- fondere il giornale all’estero prima che fosse diffuso in Russia l’abbia- mo osservata rigorosamente, facendo eccezione soltanto per le persone a noi piu vicine, tra cui siete anche voi. Fino a pochissimo tempo fa non eravamo affatto certi che il giornale si potesse diffondere in Russia (nemmeno adesso possiamo garantirlo ); abbiamo avuto molto da fare a questo proposito per alcuni colloqui (con i democratici-liberali: que- sto è un grande segreto per il momento!) 78 , e questo ci ha occupato tutto il tempo; perciò la decisione presa già due settimane fa di in- viarvi il numero dell 'Iskra è stata eseguita con ritardo. La nostra dichiarazione non è stata ancora diffusa in Russia, ma è stata solo mostrata a un certo numero di persone. Ripetiamo ancora una volta che ciò che è accaduto non deriva affatto da mancanza di attenzione ma da uno stato di incertezza e di agitazione, da cui non siamo usciti nemmeno noi. Saremmo molto lieti se il malinteso che ne è seguito fosse dissipato e se voi continuaste ad avere lo stesso atteggiamento di prima verso la nostra causa comune. Saluti fraterni Petrov Spedita a Parigi da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII 38 LENIN AL GRUPPO « BORBÀ » 21.11.01 Cari compagni, il vostro insistere sulla « precisazione dei rapporti » ci meraviglia e, con nostro grande rincrescimento, su questo punto non possiamo sod- disfarvi. Il nostro lavoro è appena agli inizi, la macchina si è appena messa in moto e solo la fattiva collaborazione di tutti potrà farla fun- zionare a dovere, — ed ecco che, tutto a un tratto, invece del lavoro urgente, dovremmo preoccuparci di « precisare i rapporti » con un’esat- tezza particolare! Ci sembra che la stretta e costante collaborazione (che si è già concretata nell’invio da parte vostra di due articoli e sulla quale noi contavamo anche per l’avvenire) sia un rapporto sufficien- temente preciso, da cui deriva evidentemente per i collaboratori il di- ritto di parlare a nome della pubblicazione, di stabilire contatti, di at- trarre nuove forze, fondi, articoli, ecc. Che questa attività trovi il suo sbocco naturale in un ravvicinamento tra i nuovi collaboratori e la re- dazione, che la conclusione di accordi definitivi (su una qualsiasi inizia- tiva o sulla direzione di questo o quel settore, di questa o quella fun- zione) esigerà contatti diretti tra la redazione e questi collaboratori, anche questo deriva naturalmente dall’essenza stessa dei rapporti tra i piu vicini collaboratori e la redazione. Noi speriamo che i nostri rapporti, da una forma di semplice collaborazione, possano trasformarsi, col tempo, in una cooperazione tale per cui si possano ripartire i vari settori e si possano tenere pe- riodicamente riunioni generali di redazione. In più noi, naturalmente, non neghiamo affatto che l’attività or- ganizzativa all’estero esigerà (tra tre o sei mesi) la creazione di nuove forme, organi e funzioni, e per questo contiamo su di voi; ma intra- prendere tutto ciò immediatamente, quando ancora la Zarìà e Yhkra non si sono consolidate, non possiamo farlo. Speriamo che vi mettiate nei nostri panni e conveniate che un’ul- teriore « precisazione nei rapporti » è per il momento impossibile. Una stretta di mano. Spedita a Parigi da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. 1901 39 A P.B. AXELROD 27.II.0i Caro P.B., ho ricevuto le vostre due lettere e ho trasmesso a V.I. quella dall’Italia, di cui non conosco ancora il contenuto, avendola re- capitata tramite Blumenfeld. Noi partiamo domani con quest’ultimo: lui va a Vienna per proseguire, ed io passo da Vienna per andare a Praga per la mia faccenda 79 . Scusate se, a causa degli appuntamenti e dei preparativi, vi scrivo in breve. Abbiamo ricevuto una lettera da Dietz in cui dice che non stampa la dichiarazione ( sull’alleanza con i liberali), che è pericoloso (« Unio- ne », gruppi, ecc.) e che, insomma, forse sarebbe meglio per noi una tipografia clandestina!! Siamo assolutamente sbalorditi da questa no- tizia, dataci da quello scervellato idiota di Dietz. Abbiamo deciso ( prò - visorisch) di fermare per ora (per ora!) la Zarià e di stampare il resto a Ginevra. - Con i parigini, a quanto pare, sono stati ripresi i rapporti di- plomatici. Molotov ha già scritto l’articolo sulle finanze (per il n. 3 del- Ylskra 80 ). Ha promesso una rassegna estera. I materiali per il n. 3 del- Ylskra sono ancora pochi. Iuda (il vitello) non è ancora partito. Sembra che da un giorno all’altro, finalmente — grazie a Dio — si tolga di mezzo. Per lui « tutto va bene ». Da casa: ci scrivono sempre a proposito di agitazioni studente- sche. Il fratello scrive che arriverà presto. Il secondo numero 81 non è ancora arrivato in Russia. Una forte stretta di mano. Vi scriverò senz’altro in modo piu ampio quando tornerò (tra 4-7 giorni) e mi rimetterò in carreggiata. Vostro Petrov Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea dì Lenin, III. 40 LENIN A F.I. DAN 22. III. 01 Molte grazie per la lettera del 2-III indirizzata a Rittmeyer. Sia- mo molto contenti che finalmente si sia stabilita tra noi una corri- spondenza (a proposito della quale vi avevo scritto fin dal 15 luglioW). Vi prego, continuatela regolarmente, in modo che possiamo sempre sapere, in caso di qualsiasi fatto importante, che la lettera arriverà. L’indirizzo a cui avete scritto l’ultima volta è uno dei migliori: servi- te vene. Raccogliete denaro, siamo ora ridotti quasi alla miseria e ricevere una forte somma è per noj questione vitale. Fra qualche giorno vi spe- diremo la Zarià. Comunque dedicate tutte le forze alla raccolta di de- naro (*). Come stanno le cose con il gruppo del dottore? 82 . Quest’estate il loro rappresentante si è comportato in un modo che equivaleva alla rottura (ci poneva delle richieste idiote), ma poi uno del suo gruppo ha ripreso i contatti con il nostro rappresentante a Berlino 83 . Cercate di sapere se acconsentono ad aiutarci o no. Mandatemi un indirizzo per una valigia 84 e un indirizzo piu si- curo per lettere e libri. Il vostro Vecchio Come vanno le vie finlandesi? 85 . Noi non ne sappiamo nulla. Non abbiamo ricevuto da voi nessuna lettera a questo proposito. Ri- petete. Se i latori della valigia non hanno lettere deirorganizzazione non parlate assolutamente di nulla con loro. * Si possono inviare i soldi attraverso la banca con un assegno in lettera raccomandata a nome del dottor Cari Lehmann (la terza lettera è un’acca tede- sca) Gabelsbergers trasse, 20 A. Tenete presente questo indirizzo. Va bene sia per il denaro che per le lettere e i libri. Spedita a Berlino da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin, Vili. 1901 41 A V P. NOGHIN 6. IV. 01 Proprio ora Alexei e io abbiamo ricevuto la vostra lettera riguar- dante la Zartà. Vi ringrazio molto per il parere franco e circostanziato: pareri simili sono tanto piu preziosi per noi quanto piu sono rari. Ciò che voi dite sulla insufficienza di rassegne e di articoli politici sulla Zartà è assolutamente giusto. Riconosciamo pienamente questa insuf- ficienza e dedicheremo tutte le forze per correggerla. Una stretta di mano. Vostro Pefrov Spedita a Londra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin, Vili. A K.I. BRANTING* . 19 aprile 1901 Stimatissimo compagno, il nostro compagno di Berlino vi ha già scritto per nostro incarico per dirvi che noi vorremmo stabilire contatti piu stretti con i compagni svedesi e finlandesi. In questo momento mi permetto di rivolgere a voi, a nome della redazione della rivista socialdemocratica russa Zartà, ( J. H. W. Dietz Verlag. Stoccarda! la seguente preghiera. Secondo noi è estremamente importante illustrare ai russi in ge- nerale e agli operai russi in particolare la situazione politica in Fin* landia e Toppressione a cui questo paese è sottoposto, nonché la lotta tenace dei finlandesi contro il dispotismo. Vi saremmo perciò molto grati se trasmetteste a tutti i compagni finlandesi di vostra conoscenza la nostra urgente richiesta di aiutarci in questo senso. Naturalmente la cosa migliore sarebbe per noi poter trovare un 42 LENIN collaboratore finlandese permanente che ci inviasse, in primo luogo, note mensili (da 4 a 8 mila battute) e, in secondo luogo, di tanto in tanto, anche lunghi articoli e rassegne. Queste ultime ci sono neces- sarie per la Zarià e le prime per il giornale illegale russo Iskra, la cui redazione mi ha rivolto questa richiesta. Se voi lo ritenete utile vi posso inviare la Zarià e due numeri del- Ylskra. Gli articoli possono essere scritti anche in svedese o in finlan- dese: al traduttore penseremo noi. Vi prego vivamente di farmi sapere se potete esaudire la nostra richiesta. Con saluti socialdemocratici I. Petrov P.S. Vi prego di scusarmi per il mio orribile tedesco. Il mio indirizzo è: Herrn J.H.W. Dietz Verlag. Furthbachstr. 12. Stuttgart. Sulla busta interna: An die Redaktion der Morgenrote - Fiir Herrn Petroff. Scritta a Monaco. Pubblicata per la prima volta in svedese sul tAorgen-T idningen , n. 65, 8 marzo 1955. A G.V. PLEKHANOV 21. IV. 01. Caro G.V., siamo molto ma molto contenti che la vostra avventura sia termi- nata felicemente 87 . Vi aspettiamo: abbiamo parecchie cose da dirci sia su argomenti letterari che organizzativi, sia su\Y Iskra (il terzo numero dev’essere pronto per il 1 V, poi vogliamo stampare subito il quarto) 1901 43 sia sulla Zarià. il recapito l’avete: Velika Dmitrievna. Eccone un altro (quello di Alexei) per ogni evenienza: Occamstr. (a Schwabing) la, III, rechts bei Frau Kraft, chiedere di Herrn Vernet; a questo reca- pito però è meglio scrivere in precedenza l’ora dell’arrivo, altrimenti è facile non trovare nessuno in casa. Vi invio il Promysclenny Mtr , nn. 1-11. Il Frank Tabbiamo: ve lo invierò se vi occorre ancora prima di partire M . Na slavnom postu 89 l’abbiamo in una sola copia: ce ne faremo venire un’altra, perché ce una grande richiesta. Per quel che riguarda la preminenza dell’organizzazione sulla pro- paganda nel momento attuale, siamo pienamente d’accordo con voi. Infatti il Listok « Iskry » è pure abbastanza cauto riguardo ail’appello diretto: o voi ritenere tuttavia pericoloso anche questo 90 ? Arrivederci presto. Vostro Petrov Mandatemi o portatemi, per favore, il Narodnoie Khoziaistvo. Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 nella raccolta II gruppo « Emancipazione del lavoro », n. 6. A M.G. VECESLOV A luritv 25 aprile. Ho ricevuto la vostra lettera. Vi prego di inviarci al più presto un rendiconto preciso: quante valigie sono da voi, di quali valigie si tratta, quante ne sono partite e quante ne restano. Ciò è per noi indispensabile per fare i nostri ren- diconti e i nostri preventivi finanziari. Riguardo alle pubblicazioni, è da molto tempo che vi chiedo anche di scrivere quante ne avete rice- vute esattamente e che cosa avete impiegato, dove e come. Non abbiamo il volantino del 1° maggio (NB). Il denaro ( 100 Mk) è stato già spedito; ripeto la richiesta di darvi 44 LENIN piu da fare per procurarvi denaro per le valigie, a Berlino e in altri luoghi: è cosi che voi potete darci l’aiuto piu serio e piu necessario, Quanto denaro vostro avete in cassa? Qual è il suo giro solito (ed effettivo) durante il mese? Sarebbe molto importante spedire al piu presto Le giornate di Kharkov nel sud, dove ce ne molta richiesta. A proposito del bollettino non vi ho capito perfettamente 1 ) è il « gruppo di sostegno AtW'Iskra » o il « gruppo neutrale » che vuole pubblicarlo? 91 . Gli stessi bollettini di prima o altri? Noi pensiamo che sarebbe estremamente irrazionale dedicare fondi a bollettini del vecchio tipo, e, da parte nostra, abbiamo difficoltà a promettere ma- teriale grezzo perché ora c’è un intenso lavoro per trasformare Vlskra in giornale mensile 92 e non abbiamo né il tempo né i mezzi necessari per copiare e spedire il materiale. Dobbiamo pensare non a disperdere in vari bollettini il materiale esistente e a indebolirne il significato e l'impressione che può avere sul pubblico diffondendolo in forma grez- za all’estero, ma, al contrario, bisogna pensare a concentrare tutto il materiale neWlskra e ad affrettare la sua pubblicazione con materiale elaborato e rifinito. Una tattica diversa significherebbe non lottare contro l’indecisione e la dispersione ideale esistente, ma contribuirvi. Non è da stupirsi che il « gruppo neutrale », con la sua composi- zione e il suo programma assurdi, abbia pubblicato simili bollettini, ma dal « gruppo di sostegno zW'ìskra », ci saremmo aspettati un lavoro piu coordinato con noi e più razionale. Cercate di trasmettere queste considerazioni (non di leggerle per intero, perché io scrivo solo per voi) al vostro gruppo e di convincerlo, e comunicatemi la sua decisione. Altra cosa sarebbero dei bollettini con una rassegna della stampa estera sulla Russia. Questi si che sarebbero utili. Mandate dei ritagli dai giornali russi. Non sarebbe anche possibile fornire alla redazione dtìYIskra riviste russe, dopo che sono state lette a Berlino? Se sì, di- teci su quali riviste potremmo contare (ne abbiamo qualcuna qui, ma è poco). Scritta il 25 aprile 1901. Spedita a Berlino da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea dì Lenin, Vili 1901 45 A S I. RADCENKO Abbiamo ricevuto la vostra lettera. Approviamo pienamente il vostro metodo per diffondere le pubblicazioni. Vi consigliamo di atte- nervi rigorosamente ad esso senza ascoltare i consigli e i suggerimenti di nessuno. È solo auspicabile che prestiate un po’ di attenzione al gruppo « Il socialista » 93 e gli forniate, in caso di bisogno, eventuali aiuti (per esempio, crediti), perché esso cerca di avvicinarsi di piu a noi e pro- mette di svolgere un'agitazione a nostro favore. Invece di pagare le nostre pubblicazioni, essi ci hanno proposto una quota delle loro en- trate: vi diamo pieni poteri di accordarvi su questo, a vostro giudizio, se lo riterrete non svantaggioso dal punto di vista finanziario. (Perché « Il socialista » si lagna che voi non gli date le pubblicazioni?). In generale non date nulla gratuitamente, ma a pagamento dif- fondete il piu rapidamente possibile. Non date denaro a Grigoriev, ma mandatelo tutto a noi. Gri- goriev deve procurarsi il denaro dalle sue stesse pubblicazioni, e ne ha molte. Il n. 3 è in corso di stampa, subito dopo uscirà il 4. Sono usciti i volantini per il 1° maggio e il foglio speciale deWlskra 94 Fate ogni sforzo per inviare a Berlino qualcuno a ritirare le valigie (recapito ) 95 La parola d’ordine: da parte di Petrov. Se vi restano 100-200 copie delle Giornate di Kharkov, speditele subito al recapito per mezzo dt qualcuno. Mettetevi in contatto con Pskov. Noi invieremo le valigie a Lepe- scinski e voi le ritirerete da lui. Scritta alla fine d'aprile del 1901 Spedita a Pietroburgo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin. Vili 46 LENIN A P.N. LEPESCINSKI E P.A. KRASIKOV 2a 3b - r 96 l.VI.Ol. Saremmo lieti di lavorare insieme con — r — . Egli sarebbe par- ticolarmente utile in questo momento in cui l’opinione pubblica è in generale esitante, e in particolare airestero si ordiscono intrighi di ogni specie. Purtroppo le nostre finanze sono in pessimo stato, e non siamo assolutamente in grado di assegnargli i fondi per il viaggio e il soggiorno. Anche trovare da guadagnare qui è molto difficile (non parliamo della Francia e della Svizzera francese perché non le cono- sciamo. Lo stesso — r — è meglio informato di noi, a questo pro- posito). Potremmo fornire un aiuto finanziario in un solo caso: se — r — si assumesse l’incarico di venire all’estero, munirsi qui di passaporto francese, con cui attraversare il confine 2 o 3 volte pas- sando le varie frontiere e portando con sé un paio di valigie. Noi pa- ghiamo comunque questi passaggi ed evidentemente preferiremmo pa- gare a lui piuttosto che a qualsiasi altro estraneo. Conoscendo le lingue e capace com’è di cavarsela, egli saprebbe farlo bene e forse potrebbe ancora trovare, durante il viaggio, qualcun altro che potrebbe assu- mersi lo stesso incarico. Se è d’accordo, ci scriva subito — voi potete leggergli integralmente questa lettera — e ci comunichi nel modo più particolareggiato i suoi connotati. Allora chiederemo subito il passa- porto francese in base a questi connotati, e, una volta ottenutolo, gli comunicheremo che può partire. In generale tutto il nocciolo del no- stro lavoro è ora il trasporto, il trasporto, il trasporto. Chi ci vuole aiutare deve dedicarsi completamente a questo compito. Ed ora a proposito dei 125 rubli. Noi ci siamo fatti più volte imbrogliare, prestando denaro ad altre organizzazioni: abbiamo distri- buito una gran quantità di denaro, e il risultato è stato insignificante, quasi zero. Per questo abbiamo molto timore a pagare in anticipo. Inoltre per noi è più importante che una piccola quantità sia fornita rapidamente (almeno 1/2 pud al mese) che non una fornitura di 10 o 20 pud in 3 o 4 mesi, poiché la pubblicazione e la distribuzione mensile dtWIskra sono per noi le cose che più contano. Per ora ce la caviamo quasi esclusivamente con le valigie. Esaminate quindi più a fondo se la proposta è degna di fiducia, da quale organizzazione è 1901 47 stata fatta, di quale tipo di trasporto si tratta, se possiamo noi intro- durvi qualcuno dei nostri per controllare e partecipare alFoperazione; e poi informateci. Se acconsentono a fare una prova, senza pagamento anticipato, disponete voi stessi. Ma se dobbiamo pagare immediata- mente una grossa somma, siamo costretti a soppesare la cosa da ogni lato e a esaminare tutti i dati. Spedita a Pskov da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin , Vili. A P.B. AXELROD 1.VI.01 Caro P.B., abbiamo appena ricevuto la vostra lettera con acclusi i materiali e le lettere di Deb. (*) 97 . Molte grazie; il materiale va esaminato con calma. Riguardo alle proposte di Deb. noi naturalmente accettiamo di consegnargli 300 bozze e speriamo che le sue riserve non gli impedi- ranno minimamente di pubblicare le sue memorie da noi. L’ultimo ter- mine per il n. 2 della Zartà, è un mese, cioè il 1° luglio. La lunghezza limite è di 2 fogli, al massimo 2 e mezzo. Noi speriamo che egli divi- derà i suoi 4 o 5 fogli in capitoli in modo che possa andare nel n. 2 e nel n. 3 della Zarià. Sulla conferenza non sappiamo ancora nulla 98 . Persuadete, per favore, Koltsov e qualcun altro ancora del Sotsial-Demokrat ad accon- sentire. Questo non impegna a nulla, ma ci risparmia Yodium di non voler far cessare la discordia. Noi, certamente, non siamo inclini a fare nessuna concessione essenziale né alla « Borbà », né al Raboceie Dielo (com’è debole il n. 7 del suo Listok! Ormai lo abbiamo supe- rato anche sul piano tecnico: nella rapidità delle informazioni). Il n. 5 dell* Iskra è in corso di stampa. L’editoriale è Sogni assurdi (di Starover). E il corsivo di G.V. Vino nuovo in otri vecchi, sul mani- festo dei socialisti-rivoluzionari e sulla loro svolta verso i socialdemo- cratici. Poi un articoletto (o anche due) sul massacro del 4-7 maggio 48 LENIN a Pietroburgo (nel quartiere di Vvborg e alle officine Obukhov). Per la cronaca sociale e il movimento operaio c'è anche un pò* di mate- riale, e cosi pure per la rubrica II primo maggio in Russia : per esem- pio una lettera assai vivace di un'operaia di Pietroburgo sull’uccisione di un operaio (suo coetaneo) avvenuta il 4 maggio tra la folla che mar- ciava sulla Prospettiva della Neva". La lettera di un nostro caro amico, operaio di Ivanovo-Voznesensk, sullo stato d'animo che regna laggiù, sui tentativi di celebrare il 1° maggio 10 °, sui successi deWIskra. Solo le finanze vanno assai male, tutto il resto va bene e ci riempe di spe- ranza per il futuro. Come va la vostra salute? Avete ora minori difficoltà nel vostro Erwerbsarbeit 101 ? Riposate abbastanza? Come pensate di passare l’estate? Vi stringo calorosamente la mano e invio un saluto a tutti i vostri. Vostro Petrov * La sua lettera, naturalmente, la conserviamo. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin III A M.G. VECESLOV I7.VI.01 Abbiamo ricevuto la vostra lettera con la preghiera di inviarvi 100 marchi. Purtroppo non posso esaudire questa richiesta senza aver prima ricevuto da voi quelle « informazioni recentissime » che mi pro- mettete. Non posso assolutamente prendere su di me la decisione di fornirvi questa somma (sia per ragioni formali — poiché ciò va deciso collegialmente — sia per le ragioni che vi ho esposto durante il nostro incontro). Ma riunire il collegio in questo momento non posso, perché alcuni sono partiti. Ancora una volta vi chiedo di non esitare a comu- nicarci le informazioni piu recenti e piu particolareggiate: senza di che i nostri rapporti non potranno mai diventare quelli che dovrebbero es- sere. Notizie del tipo « per ora tutto va per il meglio » possono avere 1901 49 piuttosto una influenza negativa sul nostro collegio che deve decidere la cosa. Capisco perfettamente che molto spesso gli sforzi piu energici ri- sultano infruttuosi per circostanze indipendenti dalla vostra volontà e che sarebbe assurdo imputarvi l’insuccesso. Ma cercate di compren- dere anche voi che se non abbiamo le informazioni piu precise e circo- stanziate sugli sforzi che avete compiuto, su ciò che effettivamente siete riusciti (respectwe non siete riusciti) a ottenere, se non ne sappiamo il perché e come va la faccenda e non conosciamo i piani di un dato mo- mento, non possiamo fare passi ulteriori e imporre a coloro che hanno fiducia in noi ulteriori sacrifici dei quali noi portiamo la responsabilità. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A P.B. AXELROD 9 VII. 01 Caro P.B., vi invio l’articolo di Nevzorov che noi abbiamo rifiutato ,02 . Date un’occhiata a questo bel frutto (ho sentito dire che ve ne siete interes- sato) e, dopo averlo letto, inviatelo per favore subito a G.V., che si interessa anche lui dei parigini. Noi pensiamo che sia necessario con- servarne una copia come documento. Abbiamo cominciato a comporre il n. 6 deìYIskra: sarà probabil- mente di sei pagine, poiché i materiali per la cronaca sociale e il mo- vimento operaio sono parecchi. Nel secondo numero della Zarià abbia- mo inviato 1) l’editoriale di G.V., E poi? e 2) l’articolo di L.I. Perché non vogliamo andare indietro? di Ortodox. Poi scrivono Arseniev e Velika Dmitrievna, c’è la conferenza di Alexei (come vi è sembrata? Velika Dm. non ne era soddisfatta). Ho scritto un articoletto sul pro- memoria di Witte e sulla prefazione a questo promemoria e, natural- mente, ho criticato fortemente il signor R.N.S. 103 : Velika Dmitrievna non è affatto contenta e bisognerà inviare l’articolo a G. V., ecc.: è un punto dolente questo signore R.N.S. ! Come vanno i vostri lavori e la vostra salute? Avete lunghe va 50 LENIN canze quest’anno e dove pensate di riposarvi? Mi piacerebbe mol- tissimo che poteste fare un salto qui e chiacchierare con voi su varie cose: temo soltanto che, invece di riposarvi, non vi causiate un nuovo logorio dei nervi. Se ciò non vi spaventa, venite, dunque. Dalla Russia ci hanno scritto che le voci sul congresso sono dive- nute piu consistenti. Questo ci induce ancora una volta a riflettere sul programma. È assolutamente indispensabile pubblicare un progetto di programma, che avrebbe una enorme importanza l04 . Ma all’infuori di voi e G.V. non ce nessuno che possa incaricarsene: la cosa esige con- centrazione, calma e ponderatezza. Veniteci in aiuto, ve ne prego, se solo gli affari e la salute lo permettono. Forse vi vedrete con G. V. e starete un po’ di tempo insieme con lui, non potreste così mettere a pro- fitto questo tempo? È stato qui di passaggio Kautsky {è andato a passar le vacanze nel Tirolo) ma ci si è dimenticati di parlare con lui deWErfurter Pro- gram m 105 , (esaminato ora da Alexei). Ha promesso forse una prefa- zione apposita? Quali libri avete detto alla sorella di Alexei che ci sono stati in- viati? Quanto alla rassegna estera per la Zarià , siamo ancora incerti; Parvus vuole sempre scrivere sull’organizzazione, la Luxemburg e Da- nevic daranno (forse) qualcosa sulla Francia, e niente piu né sulla Ger- mania, né sull’Austria... Va male! Be’, arrivederci! Scusatemi se scrivo di rado: con tutto il trambusto che c’è qui non resta proprio tempo. Adesso qui ci sono i londinesi 106 ; mi piacciono. E a voi? Una forte stretta di mano e saluti a tutti i vostri. Vostro... L’indirizzo di Leiteizen: 52 Faubourg du Tempie, Mr. Gouman, Parts; nella busta interna: pour Mr. Basile. (Per quel che riguarda la ristampa del primo numero d eWlskra, per ora bisognerà, aspettare un po’ : presto si chiarirà se è rimasto, come sembra, un migliaio di copie e se il tentativo in corso di farle passare è riuscito). La nota su Adler giungerà in tempo ancora per il n. 6 dtWIskra 10T , se arriva entro una settimana. 1901 51 Non scrivo nulla sul progetto di accordo con l’Unione: di nuovo non c’è nulla, e le cose vecchie certamente le sapete dalla sorella di Alexei. Spedita a Zurigo da Monaco Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. A G.V. PLEKHANOV 13.VII.01 Ho ricevuto la vostra lettera dell’ 11 m . Per quanto riguarda il poscritto di Ortodox 109 , l’opinione della maggioranza vi sarà riferita oggi stesso da Alexei. Io non sono d’accordo con questa opinione e a me (personalmente) interesserebbe sapere anche il vostro parere su que- sto P.S. in particolare, nonché sull’opinione secondo la quale sarebbe possibile respingerlo dopo aver accettato tutto l’articolo, fondandosi sui difetti letterari del poscritto. È forse possibile « salvare » il P.S., come voi scrivete, con il voto decisivo a favore di Pavel Borisovic. E anche allora la cosa non è certa: i voti si divideranno in parti uguali, giacché Alexei è adesso quasi completamente contrario. Ritengo, in generale, che per ogni questione riguardante anche mi- nimamente punti « in discussione », bisognerebbe che voi domandaste direttamente le ragioni che motivano le opinioni espresse dai nostri Struvefreundliche 1I0 : ciò si può fare scrivendo all’indirizzo dello stesso Lehmann (in generale ora bisogna scrivere a Lehmann) con l’aggiunta fiir Meyer e « per Puttman »). Altrimenti non mi assumo assolutamen- te la responsabilità di esporre le loro idee. Ciò vale, per esempio, anche per il mio articolo contro R.N.S. 1,1 Vi ringrazio infinitamente della vostra offerta di inviarci mate- riale contro Cernov. Sto appunto per occuparmene e probabilmente mi farebbe comodo anche ciò che riguarda la Francia e il Belgio (Vander- velde et Destrée, Le socialiste en Belgique, citato da Cernov e cosi pure la nuova opera di Vandervelde 112 ). Ma mandatemeli solo nel caso che a voi non servano e se potete cedermeli per qualche settimana. Mi 52 LENIN servirebbe molto Liebknecht : Zur Grund- und Bodenfrage 1B , che non ho trovato né da Parvus né in biblioteca. Se l'avete, vi prego, manda- temelo in prestito per un po' di tempo. Cernov cita un certo Gerolamo Gatti: Le nuove correnti dell eco- nomia agricola (Milano- Palermo, 1900) 114 che combatte direttamente i marxisti. Non sapete di che roba si tratti, e se valga la pena di leg- gerlo? Non ne esiste una traduzione francese? (Non conosco l'italiano, forse mia sorella potrebbe aiutarmi.) Una forte stretta di mano. Scrivetemi a proposito del mio articolo. Vostro Petrov Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1956 nel Kommunist n. 16. A P.B. AXELROD Caro P.B., 21.VII.01 volevo sempre rispondere alla vostra lettera, ma ho rimandato in attesa di ricevere l’articolo. Non affrettatevi in modo particolare, dato che vi costa lavoro, o addirittura abbandonate la lettura per riposarvi e curarvi come si deve. G.V. mi ha già scritto in modo abbastanza par ticolareggiato per dirmi i cambiamenti che egli riterrebbe opportuni, ed io, naturalmente, cerco di farli tutti 115 (però, per quanto riguarda i mutamenti di tono... non so se mi riuscirà. Non so se potrò scrivere in tono diplomatico di un signore che suscita in me sentimenti tempe- stosi. E non credo proprio che abbia ragione G.V. quando dice che il mio « odio » sarà incomprensibile al lettore: citerò come esempio Par- vus, che, non conoscendo l’autore, ha provato, dopo la lettura della pre fazione, anche lui un senso di ostilità verso questo « galletto », come egli si è espresso, — ma questo sia detto tra parentesi). Mi è dispia- ciuto molto che vi abbiano imposto due lavori (lettura degli articoli, il mio e quello di Ortodox), proprio quando stavate per curarvi e ripo- sare. Cercate piuttosto di utilizzare meglio il tempo della cura, e non affaticatevi assolutamente con la lettura dei manoscritti. 1901 53 Scrivete (e mandate i manoscritti e tutto il resto) per favore esclu- sivamente airindirizzo: Herrn Dr. Med. Cari Lehmann Gabelsbergerstrasse 20 a/II Miinchen (neirinterno: fur Meyer). L’indirizzo di Rittmeyer non vale piu (ma se voi prima di ricevere questa lettera avere già spedito qualcosa di Rittmeyer, ancora lo rice- veremo). Non avete per caso il libro di Liebknecht Zur Grund- und Boderi- frage (Leipzig, 1876)? O forse l’ha qualcuno dei Genossen di Zurigo? Mi è estremamente necessario per un articolo contro Cernov 116 , e qui non c’è né in biblioteca, né da Parvus, né da Lehmann. Be’, arrivederci! Vi stringo forte la mano e vi auguro di riposar- vi bene e di guarire nel modo più completo Vostro Petrov P.S. — Ancora una preghiera: non avete voi (o Greulich) i ver- bali dei congressi dell Internazionale? o il Vorbote (dove c’erano, mi pare, resoconti precisi)? Questo Cernov non mi dà pace: questo delin- quente, infatti, a quanto pare, falsifica le cose, riferendosi ai verbali dei congressi dell’Internazionale e mettendo sul conto del « marxismo dog- matico » anche le «comuni solidaristiche» (di Rittinghausen ) 117 . Se poteste aiutarmi a raccogliere una parte di questi materiali, vi sarei molto, ma molto grato. (Se dovete perdere del tempo per queste informazioni, rton fatene nulla , ve ne prego: me la caverò in qualche modo.) Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A P.B. AXELROD Caro P.B., 24.VIII.01 vi invio l’articolo di Nevzorov da lui rielaborato. Qui da noi il pro- blema si è ridotto a questo dilemma: o pubblicarlo sulla Zarià o rinun- 54 LENIN darvi completamente. I voti si sono divisi a metà (Alexei e Arseniev a favore, Velika Dmitrievna ed io contro). Esprimete, per favore, il vo- stro voto. Debbo dire che sono particolarmente indignato perché tutti (persino Arseniev!) dichiarano che Tarticolo è « infame », « proditorio » (cosi l’ha definito anche G.V.): e tuttavia dicono che bisogna pub- blicarlo! Per me questa è la peggiore tattica di accondiscendenza e di tolleranza. Dicono a difesa deH’articolo: « è una lettera di un colla- boratore della redazione. Non è bello rifiutarla ». Secondo me, una vol- ta che un collaboratore assume tali arie, noi dobbiamo fargliele smet- tere. Se ne vada pure con dio al Raboceie Dielo (Nevzorov ci ha perfino scritto per chiederci se per caso noi ci opporremmo!!? Sic!): riusci- remo molto meglio a « documentare » cosi la sua vera essenza e po- tremo metterlo alla berlina più liberamente che non se scrive da noi sulla Zarià. (Uno degli argomenti a favore : bisogna pubblicarlo per avere l’occasione di rispondere ad argomenti che sono assai diffusi.) Decidete, dunque! E che ne è dell’articolo di Finn? Se è buono (come voi avete scritto) non è il caso di farlo uscire sulla Zarià? Non potreste mandar- melo? Come va la vostra salute? Ho sentito dire che siete non lontano da Thun, ma spero che vi rispediranno comunque questa lettera. Quando pensate di andare da G.V.? Noi contiamo molto su di voi per il programma. Be’, arrivederci! Vi auguro di rimettervi per benino e vi stringo calorosamente la mano. Vostro Petrov Il n. 7 àeWhkra uscirà a giorni. L’articolo di G.V. (il secondo con- tro Struve) è stato inviato alla Zarià. Poi vengono quelli di Nevzorov, di Alexei, di Velika Dmitrievna, di Arseniev, quello sulla questione agraria (scritto da me) 118 e di G.V. contro Bernstein (recensione alla traduzione russa del suo libro). Non c’è rassegna estera. Forse la potrà scrivere Danevic? Ha già inviato una seconda lettera per Vlskra (usci- rà nel n. 8). Spedita da Monaco a Heiligenschwende (Svizzera), (presso Thun). Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. 1901 55 A P.B. AXELROD 30.VIII.01 Caro P.B., ho ricevuto oggi la vostra lettera e oggi stesso ho spe- dito le bozze del mio articolo 119 a Dietz. Ho fatto la correzione da voi indicata: alla fine ho distinto i liberali dai rivoluzionari, riuniti sotto un unico « noi ». Per quanto riguarda invece il « lapsus provvi- denziale » non potevo piu far niente: tanti cambiamenti avrebbero ri- chiesto la modifica di quel passo, e inoltre tutto lo spirito dell’articolo non permette di cambiarlo nel senso di eliminare la sua « unilateralità » (avete ragione, naturalmente, quando dite che l’interpretazione è « uni- laterale »: in un articolo polemico dedicato all’attacco di uno dei fian- chi del nemico, non si poteva davvero osservare la multilateralità! Cioè, voglio dire che questo difetto è troppo profondo perché lo si possa eli- minare con una singola modifica, e niente affatto che io non vi abbia visto un difetto). Le vostre lettere le abbiamo ricevute tutte. Riguardo a mia sorella, non so come stanno le cose, perché non ho sue notizie da molto tempo. Avrete certamente ricevuto la lettera di Alexei in cui parla degli ostacoli che si frappongono al congresso l20 ? Aspettiamo di vedere come voi e Danevic risolverete questa faccenda. Il n. 7 121 è uscito e certamente ve lo hanno già mandato. Nel n. 8 vi sarà l’articolo di Riazanov La bettola zarista (sul monopolio degli alcoolici), poi è previsto un articolo sulla nuova legge (dell’8 giugno) che concede ai nobili terre in Siberia 172 . Nella cronaca politica vi sono comunicazioni sul congresso dei liberali, sulle violenze inflitte ai depor- tati in Siberia, sul profondo fermento che serpeggia in alcuni centri di provincia come Kursk, sulla ribellione dei seminaristi e dei liceali. Inoltre abbiamo ricevuto un articolo molto interessante di un operaio, una risposta a Dadonov, che aveva insultato sul Russkoie Bogatstvo gli operai di Ivanovo-Voznesensk I23 . L’articolo è molto buono, a quanto .dicono (io non l’ho ancora letto), tanto che non sappiamo dove sia meglio pubblicarlo: suWIskra o sulla Zarià. Nel n. 8 deWIskra c’è una lettera di Danevic dalla Francia. E cosi sulla Zarià non c’è rassegna estera! Ed anche quella inter- na, forse non ci sarà 124 . Peccato! E si gonfia, invece, questa Zarià . Ora ci sono già 6 fogli 4- 4 (Plekhanov La critica) 4- 2 (lo stesso contro 56 LENIN Bernstein) + 2 (Nevzorov + Alexei) + 2 o 3 (Velika Dmitrievna e Starover)... Ed io, da parte mia, sono completamente immerso nella questione agraria. Be’, forse ci vedremo presto. Una forte stretta di mano. Vostro Petrov Spedita da Monaco a Heiligenschwende presso Thun Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A E.L. GUREVIC-DANEVIC 3. XI. 01 Caro compagno, quando abbiamo parlato insieme qui, prima della vostra partenza, ci avete detto che, qualunque fosse stata l’evoluzione dei nostri rapporti, — anche se ci fossimo separati, — voi sareste rimasto comunque un collaboratore delle nostre pubblicazioni. In seguito ci siamo ripetuti a vicenda, dopo l’infelice conclusione dei nostri colloqui organizzativi 12 \ che « non ci saremmo dichiarata la guerra » in nessun modo, e, anche separandoci temporaneamente, tuttavia, saremmo rimasti alleati po- litici. Speriamo perciò che voi continuerete come prima a inviare le vo- stre lettere dalla Francia aWIskra. Purtroppo dal membro del vostro gruppo che si trova qui non abbiamo potuto avere una precisa risposta alla nostra domanda. Comunicateci, per favore, se prevedete di conti- nuare a collaborare con noi oppure no. Sapete, certo, come noi apprezziamo la vostra collaborazione e se ora, dopo la formazione della « Lega », i nostri rapporti organizzativi con il vostro gruppo sì sono complicati, non vi è tuttavia nessuno osta- colo, almeno da parte nostra, per una ulteriore avvicinamento nel cam po pubblicistico. Noi lo desidereremmo vivamente. Fraterni saluti... P.S. — Dalle parole di Riazanov ho concluso che quanto ho detto circa una eventuale influenza della nostra separazione sull’accordo pub- 1901 57 blicistico è stato frainteso. Io intendevo soltanto l’accordo sugli opu- scoli (la « Lega » ha costituito una redazione a sé per gli opuscoli), poiché invece i rapporti puramente pubblicistici delle redazioni della Zarià e deWIskra con i collaboratori non sono stati affatto pregiudicati dalla fondazione della « Lega ». Spedita a Parigi da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. A L.I. AXELROD-ORTODOX 27.XI.01 Stimatissima L.I., grazie per il vostro libro che V. Iv. mi ha mostrato. Mi rincresce infinitamente di non essere riuscito a leggerlo: in primo luogo sono stato molto occupato negli ultimi tempi dallopuscolo contro il Raboceie Dido 126 ; e in secondo luogo sono di nuovo colpito da una malattia « indefinita ». Il lavoro è fermo e non so se potrò rimettermici presto! Ed è un lavoro urgente... Per quanto riguarda la raccomandazione per la Popova, con mio grande rincrescimento non sono affatto l’uomo adatto per farla. Perso- nalmente non conosco e non ho mai conosciuto la Popova. Ho avuto a che fare con lei solo attraverso Struve (al quale, capite bene, non c’è nemmeno da pensare di rivolgersi per chiedere una raccomanda- zione per il vostro libro. Egli infatti dirige la redazione delle edizioni della Popova!!). Se io mi rivolgessi alla Popova, quindi, l’effetto sareb- be piuttosto negativo. Ma questo non è ancora tutto. Poco tempo fa (un mese o un mese e mezzo) mi sono rivolto per la prima volta alla Popova, pregandola di mandarmi una copia del secondo volume dei Webb, di cui ho rive- duto la traduzione e apparso solo di recente l27 . Ma per ora non ho ri- cevuto, né libro né risposta! Con la Vodovozova ,28 ho avuto una volta una corrispondenza, per cosi dire, « cortese ». Ma alla mia ultima lettera (scritta in primavera!) 58 LENIN a lei indirizzata (per lavoro) ella non ha risposto affatto. Come vedete anche in questo caso non sono affatto la persona adatta. Vi toccherà o cercare qualcuno che sia in migliori rapporti con i circoli letterari e editoriali, oppure rivolgervi direttamente a qualche editore proponendogli il vostro libro. (Filippov non potrebbe forse aiu- tarvi? Voi avete già stampato da lui! Io ho rotto i rapporti.) Berg vi scriverà o verrà a parlarvi personalmente: vuole par- tire presto. Una forte stretta di mano. Vostro Frey Spedita a Berna da Monaco. Pubblicata per la prima volta in Miscellanea di Lenin , XI. A G.V. PLEKHANOV 1.XII.01 Caro G.V., ho letto la vostra lettera suirarticolo di Finn. Vi siete mostrato molto più severo. Mi era sembrato che l’articoletto potesse andare. Ma i vostri argomenti mi hanno pienamente convinto e sono d’accordo per tagliarlo. All’autore ho già parlato della necessità di alcuni cambiamen- ti e tagli. Non si è rifiutato in linea di principio, ma ha espresso il « desiderio » che non venga tagliato troppo, giacché altrimenti avreb- be trovato il modo di pubblicarlo altrove. Cercheremo di scrivere all’autore : l’indirizzo l’abbiamo, ma scri- vere è molto imbarazzante. Ma di correggere l’articolo non me la sento. Bisognerà che lo fac- ciate voi stesso, se si deciderà di pubblicarlo. Una forte stretta di mano. Vostro Frey La vostra critica dell’articolo di Finn mi ha fatto tornare in men- te ciò che voi dicevate a Zurigo circa la povertà della parte economica dell’ Iskra. Perchè non mandate niente per questa rubrica? A comin- 1901 59 dare da note di una mezza colonna (quattromila lettere, da 4 a 6 delle vostre pagine) sugli avvenimenti attuali, come il congresso delle coope- rative, i nuovi dati sui sindacati, le rassegne economiche delP Economista i grandi scioperi, nuovi dati statistici, ecc., ecc., per finire con gli artico- li di una e mezza-due colonne, o con i feuilletons (di 20-25.000 lettere) non piu di 30 delle vostre pagine; tutto ciò sarebbe cosi importante! Infatti voi seguite, mi pare, piu di tutti gli altri le pubblicazioni econo- miche e a voi sarebbe piu facile che ad ogni altro redigere, almeno qual- che volta, note di questo genere! Davvero, cercate di aiutarci, altrimen- ti VIskra diventerà monotona. Io, naturalmente, non intendo minima- mente distogliervi dal vostro lavoro sul programma, che è necessario avere con urgenza e innanzi tutto, ma piccole note e brevi articoli sui numeri più recenti delle riviste economiche, ecc., non potrebbero forse essere redatte tra una cosa e Paltra? Anche la parte storica dell 7 skra è debole: articoli che parlano del- le le rivoluzioni europee, ecc. Penso che qui si potrebbe anche tradurre. Mandateci, vi prego, materiale adatto: una volta mi avete detto che ave- vate qualcosa in mente. Vostro Frey Sono sempre sofferente e mi « consumo » sull’opuscolo contro il Raboceie Dielo, che procede quasi come i gamberi. Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A G.V. PLEKHANOV 19.12.01 Caro G.V., ho appena ricevuto la vostra lettera del 17 e rispondo immediata- mente. A proposito del viaggio a Bruxelles 129 , vi ho già risposto da più di una settimana in una lunga lettera, che ho mandato a P.B. (perché c’era il progetto del n. 4 della Zarià) con la preghiera di trasmetterla 60 LENIN subito . Se la lettera non è andata perduta, è uno scandalo che egli l’abbia trattenuta!! Gli scrivo subito. Condivido l’opinione di Alexei; voi dovete partire. Kricevski può essere pericoloso, ed ora che inizia la battaglia decisiva bisogna guardar- sene in modo particolare. Noi non possiamo vivere insieme con loro. Vi spedisco 230 marchi (80 marchi = 100 franchi) all’Ufficio in- ternazionale e 150 marchi per il viaggio. È troppo poco? Prendete un biglietto circolare (durata 2 mesi) con fermata a Mo- naco (se non è prudente per voi farlo da Ginevra, ordinatelo a Zurigo). A Zurigo convincete a fare il viaggio anche P.B. Allora alPinizio di gen- naio saremo al completo e finiremo anche il programma, (questo è im- portante) e il n. 4 della Zarià, ecc. Aspetto la Zarià da un giorno all’altro. A P.B. ne avevo già in- viato il sommario in quella lettera. Per YIskra scrivete un breve rendiconto o nota sulle sedute del Segretariato internazionale. Una forte stretta di mano. Vostro Frey Fatemi sapere se verrete da noi. Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin, III. A L.I. GOLDMAN ... ho sempre detto che la ripartizione delle funzioni si fa da sé: qui si stampano varie pubblicazioni, si scrivono articoli per il giornale, ecc., in Russia si diffondono le pubblicazioni e si stabiliscono i contatti. Determinate persone si occupano del trasporto, designate di comune accordo da quelli di qui, e da quelli di là e collegate con questi e con quelli. È l’ideale.. ...ci lagniamo da lungo tempo che l’organizzazione russa (la cosa è di primaria importanza) funziona a stento e noi — ricordate? — vi abbiamo addirittura inviato un « piano » quest’estate 130 (purtroppo, da 1901 61 noi non si è conservata la copia della lettera in cui veniva sviluppato questo « piano »), ma voi avete risposto: « non abbiamo uomini ». Ora invece avete probabilmente ritenuto possibile affrontare il problema, e naturalmente siamo pronti ad aiutarvi tutti in tutto, per quel che dipende da noi. Ma la nostra funzione è completamente subordinata. Voi siete in contatto con X.Y.Z. IM , cioè tutte le « fonti » delle pubblica- zioni convergono su di voi. Mettetevi in contatto tra voi e disponete di queste fonti: se trovate gente adatta e che merita la vostra piena fiducia, formate con essa, in base a un accordo comune, un comitato dirigente e noi, naturalmente, scriveremo a chiunque ci sarà possibile per invi- tarli a ubbidire a questo comitato. Bisogna però che il comitato dirigen- te pensi assolutamente a tutta la Russia, e non soltanto ad una zona, poiché tutto il futuro deU’Iskra dipende da questo: saprà essa supe- la limitatezza artigianale e Pisolamento regionale e divenire dt fatto un giornale di tutta la Russia?... Scritta nel dicembre 1901. Spedita a Kisciniov da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Proletarskaia Revoliutsia t n. 1. 1902 A L.I. AXELROD-ORTODOX 18.11.02 Illustrissima L.I., mi affretto a comunicarvi', in risposta alla vostra lettera, che gli articoli di Struve e di Bulgakov sono apparsi nel maggio 1897 sul Novoie Slovo (fascicolo n. 8, secondo la loro speciale numerazione) !32 . Siamo molto contenti di sapere che presto finirete Tarticolo: spedite insieme, per favore, anche gli articoli di Struve e di Bulgakov. Avete utilizzato gli articoli di VI. Cernov negli ultimi fascicoli del Russkoìe Bogatstvo sul metodo soggettivo, Berdiaiev, ecc.? Ah!, come sarebbe bello dedicare anche solo poche righe a mettere a posto questo cialtrone! Nel secondo numero (febbraio) dei Sozìalistische Monatshefte; un certo Lozinski mette anche lui una pietra tombale sul materialismo ed esalta Berdiaiev. Ci comunicano da Vologda (dove sono deportati Berdiaiev e Bog- danov) che là i deportati discutono animatamente di filosofia e che Berdiaiev, essendo il piu informato, a quanto pare « trionfa >>. Una forte stretta di mano. Vostro... Spedita da Monaco a Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea dì Lenin, XI. A P.B. AXELROD 22 . 3 . 02 . Caro P.B., come vi sentite dopo il viaggio? Vi siete rimesso dalla 1902 63 vita errabonda e dalla « reazione » che voi vi aspettavate partendo da qui? Velika Dmitrievna mi ha inviato il programma di G.V. e il nostro progetto per « regolare in commissione » la faccenda mediante una commissione arbitrale sui generis 133 . Questo progetto, a quanto pare , sta fallendo per l’opposizione di G.V., ma questo non lo so ancora con precisione. Mi interesserebbe sapere Pimpressione che vi ha fatto il nuo- vo progetto di G.V. e a quale dei due progetti voi siete ora piu favo- revole? Il vostro opuscolo 134 solo ora comincia ad essere capito: finora la nostra copista è stata occupata a trascrivere per YIskra (a causa della partenza di Tsvetov le cose del YIskra vanno molto male: in marzo uscirà un solo numero). Evidentemente per l’edizione del vostro opuscolo ci sarà inevitabilmente un ritardo: se voi non volete assolutamente che ci sia, fatecelo sapere e allora sarà forse possibile mandarlo a Ginevra. Ma se per voi non c’è tanta urgenza, l’opuscolo sarà composto qui, quan- do la trascrizione sarà terminata e ritornato Tsvetov. Ancora a proposito del programma. Sarebbe secondo noi assai poco auspicabile che esso sia messo ai voti di tutta la Lega (non della sola redazione), respective che scoppi una polemica di stampa tra noi (anche se è molto difficile evitarla, qualora il tentativo di accordo venga a fal- lire). Qual è la vostra opinione? Una calorosa stretta di mano e auguri di buona salute. Vostro... Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin , II. A P.B. AXELROD 27. III. 02 Caro P.B., ho appena ricevuto la vostra lettera e mi affretto a ri- spondervi. La vostra idea di pubblicare l’articolo sulla Zarià invece di farne un opuscolo (come supplemento delYIskra) mi piace molto in ge- nerale, e in particolare, dati i nostri progetti di trasferimento a Londra (Evgheni ve ne scrive in proposito 135 ). Del vostro articolo è già stata 64 LENIN copiata circa la metà e ve Io manderò non appena sarà finito: il lavoro di copiatura procede ora rapidamente. Sarà ottima cosa pubblicare sulla Zarià l’articolo, che è appunto adatto a una rivista. E anche se poi sa- ranno necessari dei mutamenti per trasformarlo in una lettera « alla lskra », questi saranno tuttavia insignificanti. Nessuno, per quanto ne so, ha comunicato o si appresta a scrivere una recensione per Vigilia di rivoluzione l36 . Perciò scrivetela senz’altro: alla Zarià mancano appunto le recensioni. Per quanto riguarda il programma, in questi giorni vi invierò le mie osservazioni sul progetto di G.V. (adesso le ha l’amico malato) 137 : le ho mostrate agli amici di qui, e questi mi hanno consigliato di inviarle a G.V. perché è stato proposto di creare una commissione « arbitrale o con- ciliativa ». Mi sarebbe molto gradito inviarle a voi personalmente affin- ché vediate i miei Bedenken 138 , che vi sono esposti in modo sistematico. Per quanto concerne poi il congresso 139 io non ritengo che possa ora portare le cose ad una felice conclusione. Non so come deciderà tutto il collegio (lo informerò oggi stesso del vostro progetto), ma, in ve- rità, temo fortemente che in mancanza di un terzo progetto già pronto, in mancanza di una nuova composizione dei votanti , in mancanza di un preciso accordo su come votare e sul significato da dare alla votazione , il nostro congresso di Zurigo si concluda nuovamente con un nulla di fatto. E per quanto riguarda l’importanza che ha la presentazione del programma, voi avete mille volte ragione. Avete visto V Almanacco 140 del Borbà? Vi è piaciuto? È uscito il n. 4 della Revoliutsionnaia Rossia. Lavorano!! Scusate la brevità e il tono brusco della lettera. Ho molta fretta. Vostro... Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, II. A A. A. BOGDANOV Cari compagni, siamo molto contenti della vostra proposta di pubblicare degli opu- 1902 65 scoli. C’è appunto ora una certa mancanza di opuscoli e noi potremmo pubblicarli facilmente e in qualsiasi quantità. (Riguardo al trasporto, non possiamo ora garantire una regolare fornitura en masse, ma speriamo che anche questo potrà essere organizzato sempre meglio). Ma vi pre- gheremmo vivamente di non insistere sulla vostra condizione di accettare o rifiutare l’opuscolo en bloc, senza alcuna modifica parziale. È una con- dizione molto imbarazzante, che può far ritardare paurosamente tutta la faccenda. Esempio: il primo articolo che ci avete inviato sulPorganiz- zazione (sui compiti tecnici dell’organizzazione). E opinione comune della redazione, che questo articolo (di per sé interessante e pregevole) non può passare in questa forma , perché vi sono cose assolutamente inopportune e prive di tatto (come « personalismo » e « dittatura di un membro del comitato », ecc.), nonché difetti particolari che esigono una correzione. Tra Taltro non sarebbe affatto difficile giungere a un ac- cordo su tali modifiche assolutamente non essenziali per l’autore (ma assolutamente necessarie). Pensateci un po’ su e non ostacolate un af- fare importante per volerci porre condizioni particolarmente gravose. Ripetiamo: l’articolo è in generale efficace e pregevole; noi sa- remmo anche d'accordo in generale di accettare o respingere l’articolo senza modifiche parziali. Ma ecco che saremmo allora costretti , a tale condizione, a rifiutare proprio il vostro primo articolo, e ciò sarebbe dan- noso per la causa. Ma sulle modifiche parziali probabilmente sarebbe possibile accordarci con l’autore. Cercate di farlo almeno per dare lo esempio e permetterci, a titolo di esperimento, di fare queste correzioni. Se volete, vi scriveremo con maggiori particolari che cosa precisamente è indispensabile cambiare. Scritta alla fine di marzo (dopo il 28) o all’inizio d’aprile 1902. Spedita da Londra a Vologda. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. A F.V. LENGHNIK Il vostro compito è dunque ora di creare tra di voi un comitato per preparare il congresso 141 , di fare entrare in questo comitato il bun- Wi84 66 LENIN dista (dopo averlo esaminato da ogni lato : NB!), di far entrare i nostri uomini nel maggior numero possibile di comitati, salvaguardando se stessi e i nostri uomini come la pupilla degli occhi fino al congresso. Tutto ciò è arcimportante! Ricordatevelo. Siate in questo più ardito, più temerario e più ricco d’iniziativa, e per il resto più discreto e più prudente. Saggi come serpenti, e dolci (con i comitati: il Bund e Pietro- burgo) come colombe. Il sempre vostro Vecchio Scritta il 23 maggio 1902. Spedita a Samara da Londra. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin , Vili. A I.I. RADCENKO Abbiamo ora dato al hundista il vostro recapito. E per la faccenda del congresso. Voi insieme con lui (+ l’Ufficio o qualcun altro ancora) dovete costituire il comitato russo per la preparazione del congresso. Comportatevi seriamente e con prudenza. Prendete per voi più zone possibili nelle quali vi incaricherete di preparare il congresso, appog- giatevi airufficio (dandogli un altro nome), in una parola, fate si che tutta la faccenda sia completamente nelle vostre mani, e lasciate che il Bund si limiti per ora ad occuparsi del Bund. Noi cominciamo qui una serie di trattative per un avvicinamento e ve ne informeremo immedia- tamente. Per il momento proponete dunque un « comitato russo per la pre- parazione del congresso » che abbia una composizione il più possibile vantaggiosa per noi (forse sarà il caso di dire che avete già formato questo comitato e che siete molto lieti che il Bund vi partecipi, o qual- cosa del genere). In questo comitato assumete voi stesso, immancabil- mente, il posto di segretario. Sono i primi passi. E poi vedremo. Dico « proponetene » la composizione perché abbiate più libertà: non legatevi subito nei confronti del Bund (si può dire, per esempio, che sono stati presi contatti con il Volga, il Caucaso, il Centro — ab- 1902 67 biamo un uomo che viene di là — e il Sud — ci vanno due dei nostri) e assumete voi la direzione di questa impresa. Ma tutto questo con la massima cautela, senza suscitare risentimenti. Scrivetemi e ditemi se la funzione che vi è stata assegnata è chiara. Forse faremo ancora in tempo a scriverci. Spedite senz altro il settimanale esattamente alPindirizzo di Roe- gner: abbiamo assolutamente bisogno che la corrispondenza sia la piu regolare possibile. Anche noi vorremmo spedire un settimanale speciale: dateci al piu presto l’indirizzo del medico, del tecnico, del ciclista, dello artista, ecc., ecc. Sempre vostro... Scritta il 22 giugno 1902. Spedita a Pietroburgo da Londra. Pubblicata per la prima volta integralmente nel 1928 in Miscellanea di Lenin , Vili. A G.V. PLEKHANOV 2. VII. 02 Caro G.V., scusatemi se vi scrivo con tanta fretta, sono venuto qui in Bretagna per riposarmi (aspetto qui anche i familiari) u2 , ma a Parigi, Berg mi ha dato la sua nota e io ho ricevuto Tarticolo firmato « Il veterano » da voi inviatomi. Sono completamente d’accordo con « Il veterano ». Ho avuto una piccolo scontro con Berg e Velika Dmitrievna a causa della nota su Lekkert apparsa suìYIskra ; i due, come al solito, si sono irritati e hanno cominciato a parlare dell’inevitabilità del terrore e della necessità per noi di esprimere questa idea (in un modo o nell’altro). La nota sulla Iskra è cosi risultata un compromesso: questo è tutto ciò che sono riuscito a ottenere l43 . Attualmente Berg stesso ha preso una posizione piu decisa contro il terrore, anche piu di Lekkert. 68 LENIN Ma il problema è se si debba pubblicare il vostro articolo firmato « Il veterano ». S'intende che, se voi volete, esso sarà senz'altro pub- blicato (e farà in tempo ad uscire nel prossimo numero), ma non sarebbe meglio se ne faceste Teditoriale per il n. 22, unendolo (per cosi dire) con Tarticolo di Berg Come lottare? Vi accludo questo articolo, nel quale, a mio parere, vi sono dei punti che devono esser corretti, punti special- mente elusivi sulla questione di Lekkert. Vi accludo anche la nota sulla lettera del pope. Che ne pensate? Vi prego, rispondete dunque al più presto, caro G.V., e riman- datemi tutte queste tre cose direttamente a Londra (J. Richter, 30, Holford Sq. 30, Pentonville: London W.C.). Scrivetemi anche allo stesso indirizzo. Secondo me, meglio di tutto sarebbe dire quello che dite appunto nell'editoriale : la sostanza della questione ne verrebbe a guadagnare (l’« obiezione » contro YIskra ne risulterebbe attenuata) e in complesso l’impressione sarebbe più forte. E per voi sarà facile e naturale svilup- pare il vostro articolo facendone un editoriale e cosi sostituire l’articolo Come lottare? Questa sostituzione, secondo me, sarebbe la soluzione migliore. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Ginevra da Loguivy. Pubblicata per la prima volta nel 1928 nella raccolta II gruppo « Emancipazione del lavoro », n. 6. A N.K. KRUPSKAIA 16.VII.02 Accludo una lettera per Arkadi. Ho ricevuto oggi la tua lettera, le bozze e il denaro. Merci. Riguardo al « congresso » in Svizzera 144 , in generale ne vien fuori una dannata confusione. Chi (anzitutto) ha avuto ridea del « congres- so »? Noi no. È stata probabilmente una trovata di B.N. al quale bi- sognerebbe dare una seria lavata di capo per la sua leggerezza (viaggio airestero, chiacchiere sul congresso con Korenevski, ecc.). Se ancora non 1902 69 l’hai fatto, per favore, dagli una bella strigliata. Ci avrei pensato io stesso, ma forse è meglio che lo faccia tu, perché io sono troppo ar- rabbiato. Il « congresso », nessuno lo organizza : al congresso devono essere presenti tutti (e noi non sappiamo nulla di preciso di Arkadi e Sonia 145 ). Per un « congresso » ci vuole qualcuno dell’emigrazione (come Dimka, i vecchietti, forse, Alexandrova, ecc.), ma di questo non se ne è nem- meno parlato. Nessuno ha preparato nemmeno un programma per il congresso e nessuno sa quello che deve dire: deve parlare della organiz- zazione russa delVlskra? Senza i delegati proprio di questa organizza- zione?? Insomma tutto ciò è straordinariamente precipitoso e irrifles- sivo! ! Persino L. Gr. rimanda ora anche lui la cosa « all’autunno ». Per favore, cerca di « definire » tu stessa queste sciocchezze che riguar- dano il « congresso ». Bisogna vedere subito Lapot: egli vedrà gli sviz- zeri e verrà da noi di persona. Che altro ancora? Il cuoco, a quanto pare, ha ancora bisogno di imparare; studi pure a Zurigo; è una ottima cosa. Forse lui, come pure B.N., resterà ancora dei mesi all’estero!? Perché dunque tanta fretta di vederlo? E quando vorrà partire, lui stesso dovrà venire da noi, e non vale la pena di cercarlo ora. Che cos e questa sciocchezza che scrivono a Berg B.N. e V.V.: « non si può discutere senza P.B. ». Con chi? Con il cuoco: è con P.B. Con le tre persone — sono da P.B. Con Lapot, verrà da P.B. Consiglia a Berg di dare una buona strigliata a V.V. e a B.N. per questa idiozia e scrivigli come la vede Berg e se c’è la speranza che egli risponda loro in maniera da fargliene passare la voglia. D’altronde lo stesso P.B. è partito per Mo- naco e verrà anche a Londra. Nessuno dubita che {sarà) indispensabile la venuta (egli verrà ) di G.V. Ho scritto a G.V. che non so niente del « congresso », ma che un incontro di lavoro (con Lapot, ecc.) è indispensabile a Londra, dove, naturalmente ci sarà anche lui. Se è necessario gli scriverò ancora. Cerca in ogni modo di insistere con L. Gr. in modo da dissuaderlo: egli non ha un’idea chiara da chi , per chi e come sarà organizzato questo « congresso ». Tuo... 70 LENIN Le bozze, penso non ci sia bisogno di rimandarle, o no? N’est-ce pas? E l’articolo di V.I. non è ancora composto? Per favore, non dimenticare: nel mio articolo agrario c’è una cita- zione da Bulgakov: v.? p.? Cosi non si può lasciare e se io non arrivo e non riesco a vedere ancora le bozze, tu cancella non tutta la nota, ma solo queste parole: « v. — p. — » 146 . Spedita a Londra da Loguivy. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin, Vili. A I.I. RADCENKO Per Arkadi Caro amico, ho riletto la vostra lunga lettera del 6 giugno e vorrei aggiungere qualcosa alla mia precedente 147 . Le vostre notizie circa la conversazione con gli operai ci hanno molto rallegrato. E estremamente raro che ci capiti di ricevere lettere simili, che effettivamente ci dan- no un grande conforto. Riferitelo senz’altro ai vostri operai e riferite anche la nostra preghiera che essi stessi ci scrivano non solo per la stampa , ma anche cosi, per uno scambio di idee, per non perdere i con- tatti reciproci e la mutua comprensione. A me interessa in modo par- ticolare, a questo proposito, Patteggiamento che gli operai hanno verso il Che fare ? , giacché ancora non ho ricevuto pareri di operai. Mettete dunque in diretto contatto con noi il vostro circolo di operai, e cosi pure Mania 148 : questo è molto importante e rafforzerà molto sia il loro avvicinamento alVIskra, sia la vostra posizione tra loro. E poi se tra i capi di Mania vi è gente effettivamente capace, sa- rebbe bene che uno di loro venisse da noi: suggeritegli questa idea e diteci che cosa ne pensano. Ed ora ancora tre punti. 1) Se Vania 149 è dei nostri, come definirete i vostri rapporti con lui? Che ne pensate? Forse se Vania e Mania sono completamente con 1902 71 noi (e se pubblicheranno la dichiarazione di cui vi ho scritto: ciò è estre- mamente importante), essi potrebbero allora accogliervi nel loro CC 150 e oltre a ciò confermarvi formalmente nella funzione di specialista della unificazione di tutta la Russia (cioè « il CC incarica N.N., suo membro e membro deirorganizzazione russa deìYIskra, organizzazione con la quale il CC è pienamente solidale, di prendere su di sé la preparazione deirunificazione del partito nello spirito deìYIskra »). Forse si potrebbe cambiare cosi (io, naturalmente, indico tutto ciò solo in via ipotetica, non di piu): « Il CC del Comitato di Pietro- burgo, esprimendo la sua piena solidarietà con l’organizzazione russa deìYIskra, accoglie con piacere in seno al comitato, con il consenso ge- nerale di questo, un gruppo di persone appartenenti a questa organiz- zazione e in particolare adatte al trasporto deìYIskra e alla sua diffu- sione in tutta la Russia. Il CC distacca, in aiuto a questo gruppo, que- sti e questi membri e stanzia questi e questi fondi, mentre uno dei mem- bri di questo gruppo (Arkadi) entra nel CC del Comitato di Pietroburgo, restando membro dell’organizzazione russa deìYIskra, e assume come proprio speciale incarico di preparare l’unificazione di tutto il partito nello spirito deìYIskra ». Per gruppo intendo quelle persone che avete mandato a cercare il pesce 151 , ecc. Ripeto ancora una volta: io indico soltanto alcune tra le proposte possibili ed accettabili, esaudendo la vostra richiesta di fornire un « abbozzo concreto di piano » e lasciando a voi la facoltà di utilizzare in questo o in quel modo le mie ipotesi. Scrivete senz’altro come stanno ora le cose e in quale direzione voi vi muovete. Battete il ferro finché è caldo, e ricordate che ambo le parti debbono mettersi d’accordo nel modo piu dettagliato possibile per sta- bilire un piano di conquista definitiva e irrevocabile del « Diapason » (= Comitato di Pietroburgo = Vania). Voi dovete esser saggi come serpenti con i vostri giovani amici! Se è possibile, questo è meglio di tutto. Voi sarete allora nel comitato di organizzazione (per la preparazione di Sascia 152 ), come dele- gato di Vania, e ci sarebbe ancora uno dei nostri come delegato di Sonia. Scrivete al piu presto per dirci che cosa ne pensa e se ne avete parlato con Vania e con Mania. 2) Siete voi che dovete senz’altro costituire il comitato di orga- nizzazione russo e prenderlo nelle vostre mani: voi da parte di Vania, 72 LENIN Claire da parte di Sonia + ancora uno dei nostri dal sud: sarebbe l’ideale. Con il Bund mantenetevi estremamente prudente e riservato, senza scoprire le carte, lasciando ad esso di dirigere gli affari del Bund ma non dandogli la possibilità di ficcare il naso negli affari russi: ricor- datevi che è un amico infido {se non un nemico ) . 3) Spiegate a tutti e dappertutto che l’intenzione attribuita alla redazione del l’Iskra di diventare essa stessa il Comitato centrale del partito russo è una nuova diceria. È una cosa assurda. Il Comitato cen- trale può sussistere soltanto sul terreno dell’azione, e il nostro sogno è che esso sorga dal comitato di organizzazione e dagli operai rivoluzio- nari. I rapporti tra la redazione ddYIskra e il CC sarebbero poi deter- minati dal principio della ripartizione delle funzioni (direzione ideolo- gica e disposizioni pratiche ), mentre all’unione penserebbero regolari congressi o forse una delegazione permanente inviata qui e costituita da uno dei 5 (poniamo) membri del CC. Questa falsa diceria è diffusa dal « Borbà » e va denunciata. Non vogliamo rispondere sulla stampa a queste sciocchezze: è meglio punirle con il silenzio dtWIskra. Anche i dubbi di Vania (di cui mi avete scritto) si spiegano forse con il fatto che egli ha di ciò una idea confusa? Cercate di far si che sia Vania, sia, soprattutto, Mania lo comprendano con assoluta chiarezza. Vi stringo calorosamente la mano e vi auguro soprattutto di resistere. Vostro Lenin P. S. — Se Vania pensa di esigere che i rapporti tra lui e Mania, tra i suoi membri e i membri di Mania entrati a far parte del CC di Pietroburgo, siano formulati in modo preciso, la cosa migliore sarebbe secondo me, di rimandare fino a un incontro qui e di dire a Vania chiaramente : « uno dei due: o siamo effettivamente solidali, e allora in un mese ci intenderemo cosi bene nel corso del lavoro in comune che non resterà tra noi la minima ombra di malinteso, perché saremo tutti iskristi. Oppure si rivelerà il dissenso, e allora ci separeremo in modo amichevole. Ma perdere di nuovo la faccia stilando accordi, ecc., questo non lo vogliamo! ». Dalla vostra lettera del 6 giugno vedo che 1902 73 in questo senso avete risposto loro fin dall’inizio, e avete fatto be- nissimo, naturalmente. Scritta il 16 luglio 1902. Spedita a Pietroburgo da Loguivy. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Proletarskaia Revoliutsia, n. 3. A A. M. KALMYKOVA 27.IX.02 Ho ricevuto la vostra lettera. Molte grazie per la risposta circo- stanziata. Prima dell’arrivo del Visconte io, conformemente al vostro desiderio, non porrò la questione generale delle finanze, né parlerò della vostra lettera se non in termini generali: cioè non dirò nulla del modo in cui voi determinate la composizione dei « possidenti », né della somma esatta che voi indicate, né del termine entro il quale voi potete fornirla (tutta subito, in una volta o in varie parti). Col Visconte avremo comunque colloqui vertrauliche 153 su tutte le que- stioni piu importanti: sicché la cosa migliore è che io gli mostri su- bito prima di tutto la vostra lettera e che insieme con lui decidiamo entro quali limiti, per cosi dire, si potranno fornire ulteriori infor- mazioni sul contenuto di questa lettera. Personalmente sarei piuttosto propenso a ritenere che la cosa migliore è per ora di non dichiarare a nessuno l’entità della somma (tenercelo per noi) né di parlare della possibilità di averla tutta in- sieme, poiché vi è ora una enorme quantità di spese « possibili » per « possibili » imprese. Le evasioni sono cosi numerose che Ylskra ha « a disposizione » un gran numero di persone a condizione di mante- nerle tutte, ma se ci metteremo a farlo su larga scala, con grande fa- cilità e senza rifletterci, ci troveremo tra sei mesi o un anno « senza nulla ». Tra l’altro, se saremo « piu ristretti », un numero piuttosto notevole di imprese periferiche « se la caveranno con i propri mezzi ». Di conseguenza è preferibile, operare come per il passato (cioè dire a 74 LENIN tutti coloro che partecipano all’affare): voi potete dare ancora molto, diciamo « più di 10 mila», ma, 1) non subito e, 2) volete darlo sol- tanto in caso di estrema necessità, consigliandoci di cercare noi stessi fonti regolari per le spese correnti. Ripeto, questa è per ora la mia opinione personale, ma non so ancora quale sia l’opinione del Vi- sconte. Col Visconte volevamo sollevare la questione di una certa delimitazione « amichevole » delle funzioni, ritenendo che la cosa mi- gliore, infine, sarebbe di utilizzare la pace per creare un solido modus vivendi, piuttosto che rimandare ancora in attesa di un « conflitto ca- suale ». Ma se si riuscirà a farlo, se decideremo cosi, se sarà oppor- tuno sollevare la questione, non lo sappiamo ancora. Attualmente siamo assolutamente a corto di denaro, e vi sono spese improrogabili . Perciò mandateci, per favore, se è possibile, im- mediatamente 2.000 marchi', quelli che potete mandarci, mandateceli subito, e quelli che dovete procurarvi, procurateveli al piu presto (e fateci sapere, quando arriveranno). E bisogna farne venire di piu, secondo me: fate venire 3.000 rubli e teneteli voi, in modo che ce li possiate far pervenire rapidamente. Altrimenti non abbiamo letteral- mente piu nulla: siamo già indebitati per 150 rubli, rimandiamo alla prossima settimana il pagamento di 50 rubli. Ci vogliono circa 300 rubli per le partenze (indispensabili) e per quelli di qui ci vorranno tra breve circa 200 rubli, ecc. Scrivete al piu presto per dirci quali decisioni avete preso, quando e quanto riceverete. Lo riferirò a Brok. Abbiamo qui da noi una gran quantità di gente e c’è una confusione incredibile. E ancora molti ne arrivano in questi giorni! Non scrivete nulla sui vostri progetti per venire qui e siete molto vago circa la vostra salute: dite solo che vi sentite male, ma perché, e come? Sono anche preoccupato della mancanza di notizie da casa. Statemi bene. Vostro Lenin Spedita a Dresda da Londra. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin, Vili. 1902 75 INTRODUZIONE AI DISCORSI DEGLI OPERAI DI NIZNI-NOVGOROD DAVANTI AL TRIBUNALE 154 Pubblichiamo i discorsi degli operai di Nizni-Novgorod da un volantino litografato edito dal Comitato di Nizni-Novogorod del Partito operaio socialdemocratico di Russia. Aggiungere qualcosa a questi di- scorsi significherebbe soltanto attenuare l’impressione prodotta da questo racconto sincero delle disgrazie degli operai e dell’indignazione e delle capacità di lotta che crescono tra loro. Nostro dovere ora è quello di dedicare tutti i nostri sforzi perché questi discorsi siano letti da decine di migliaia di operai russi. L’esempio di Zalomov, di Bykov, di Samylin. di Mikhailov e dei loro compagni, che hanno eroicamente ripetuto davanti al tribunale il loro grido di guerra: « Abbasso Tauto- crazia! » animerà tutta la classe operaia della Russia a una lotta egual- mente eroica e decisa per la libertà di tutto il popolo, per la libertà del moto irresistibile degli operai verso un luminoso avvenire socialista. Scritta prima del 1" (14) dicembre 1902. Pubblicata suWIskra, n. 23 1° dicembre 1902. A G. V. PLEKHANOV 1 .XII. 02 Caro Gheorghi Valentinovic, stavo già per chiedervi le ragioni del vostro silenzio, quando ho ricevuto la vostra lettera. Eseguiremo gli incarichi. Perché non dite nulla né 1) del tema per Visiera, né 2) del cor- sivo su Tarasov l55 ? Non avete ricevuto la mia lettera da Berna? Ri- spondete, per favore, al più presto se pensate di scrivere per Vlskra un editoriale su questo tema o su un tema simile. (Al più presto perché il n. 28 è già pronto e si è cominciato a comporre il n, 29. Nel n. 28 l’editoriale è di Vera Ivanovna contro i socialisti-rivoluzionari che fal- sificano la storia inventando che ai tempi della « Volontà del popolo » non c’erano offese e violenze contro i politici, ecc. Titolo: Le mort saisit le vii 156 ) . 76 LENIN Come vanno le vostre discussioni con « Vladimirov »? e la vostra conferenza? Come vanno i circoli di Lalaiants e gli altri e che fanno « quelli della Gizn » ,5T ? Una stretta di mano. Vostro Lenin Ah! stavo per dimenticare che Lev ... 158 Spedite la lettera acclusa, per favore, con la posta cittadina. Spedita a Ginevra da Londra. Pubblicata per la prima volta ne! 1956 sul Kommunist, n. 16. 190 3 A F. V. LENGHNIK A Kurz 17.1.03 Ieri, attraverso una persona estranea, abbiamo ricevuto il Foglio socialdemocratico di Kiev , n. 1 del 30 novembre ( sic! ) . È sem- plicemente uno scandalo che i nostri iskristi siano sempre alla coda! Perché Zarin non ha spedito questo foglio a tempo debito? Perché non ha scritto nemmeno una parola su questa iniziativa? Chiediamo a Zarin in nome di dio di metterci in contatto con un membro qual- siasi del comitato, che sia preciso, efficiente e al corrente di tutto ciò che si fa. Ogni foglio (quale che sia) deve essere subito spedito qui a due diversi indirizzi, in due copie, una in una busta, l’altra avvolta in un giornale russo. Poi bisogna subito metterci in contatto con V a k a r. Noi temiamo molto che a causa della loro inattività e del loro attendismo gli iskristi di Kiev facciano la stessa fine di quelli di Pietroburgo. Anche sull’arrivo e sulla diffusione (N. B.) delle pubblicazioni, nemmeno una parola!! C’è da disperare! Spedita a Kiev da Londra. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Leniti , Vili. A E. D. STASOVA Perché non rispondete a proposito del n. 16 della Rabociaia Mysl, pubblicata a Ginevra con ogni probabilità da Nadiezdin? Possibile 78 LENIN che lasciate passare questa cosa senza una risposta 159 ?? È uno scan- dalo che il foglio della Rabociaia Mysl n. 1 sia stato bruciato 160 : c’era- no certamente, delle cose da correggere e anche molte, ma perché non le avete corrette? È inconcepibile quel che si combina da voi! Perché il foglio volante sul 200° anniversario della stampa è stato ritardato 161 ? Spedite subito ogni foglio pubblicato da noi o da altri, operaio o stu- dentesco, tutti senza eccezione, aggiungendoci l’indicazione se si può citare e se è stato diffuso: ciascuno in due copie a due indirizzi, o semplicemente in buste oppure avvolto entro un giornale legale e spe- dito sotto fascia, ma con una fascia solida in croce. Perché non inviate aM’Iskra i rendiconti del Comitato di Pietro- burgo sulle vostre raccolte di fondi? Fatelo senz’altro. Abbiamo molto bisogno di corrispondenze di operai da Pietroburgo: raccoglietele, ve ne prego, con maggior impegno, soprattutto sulla disoccupazione, e poi sulle impressioni prodotte dalla stampa. Il foglio n. 1 della Rabociaia Mysl dovete correggerlo, scrivendolo con maggiore cautela e abilità, e senz’altro pubblicate la storia della scissione all’interno del comitato. Non si può , capite, non si può la- sciar passare senza una protesta pubblica la Rabociaia Mysl di Nadiezdin. Scritta il 28 gennaio 1903. Spedita a Pietroburgo da Londra. Pubblicata per la prima volta nel 1928 in Miscellanea di Lenin, Vili. A G.M. KRGIGIANOVSKI E V. A. NOSKOV A Claire e Boris da parte del vecchio Cari amici, Kurz vi scrive sulla riunione di ieri 162 . Non c’è piu nessuna, assolutamente nessuna speranza di pace. Voi non potete im- maginare nemmeno la decima parte delle indecenze a cui sono arri- vati qui i martoviani, che hanno avvelenato tutta l’emigrazione estera con le loro maldicenze, hanno rotto i contatti, intercettato il denaro, i materiali a stampa, ecc. La guerra è dichiarata, ed essi (Liuba, Kostia, Erema) già stanno per andare a combattere in Russia. Preparatevi alla lotta più legale, ma piu accanita. Bisogna assolutamente far entrare 1903 79 i nostri uomini in tutti i comitati senza eccezione. Bisogna rivolgere particolare attenzione a Kharkov, Iekaterinoslav e Rostov. È vero che il comitato di Kiev ha approvato una risoluzione favorevole alla minoranza? È possibile? Perché non l’abbiamo saputo prima? Vi consiglierei vivamente di cooptare Koniaga e Ighnat. II primo Io vedrete e conoscerete presto. Del secondo vi dirò che in guerra è veramente utile e necessario; obbedirà in tutto; Io si può esimere dalle funzioni che non gli sono adatte; su di lui corrono molte mali- gnità gratuite; non c’è assolutamente motivo di temere che egli coopti chi sa chi, poiché Kurz verrà qui e noi Io metteremo in guardia. Ripeto: consiglio vivamente di cooptare Ighnat, ma, s’intende, è interamente affar vostro, e io ho fatto solennemente promettere a Ighnat di obbedire completamente ai capi (avvertendolo che deve es- sere pronto anche a non essere cooptato). Per amor di dio, organizzate bene l’ufficio in modo che noi pos- siamo ricevere vostre lettere ogni settimana. Vi chiederei con ancora maggior insistenza di far passare Bruto nella clandestinità: non vale la pena rischiare di perderlo per niente. Vada pure in giro dapper- tutto per due o tre mesi, e poi venga qui a sostituire Kurz. Davvero questo è un passo necessario. Abbiamo visto Lebedev. Anche Ruben è qui. Gurvic e Khinciuk sono martoviani. Affrettatevi a rispondere a proposito del Consiglio: bisogna desi- gnare formalmente subito ancora un membro da voi indicato, che dovrà passare il suo voto a Kurz. Per favore, non tardate. Scritta il 5 ottobre 1903. Spedita a Kiev da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1927 in Miscellanea di Lenin , VI. A F. I. DAN All indirizzo di Potresov (per Dan) 2. XII. 03 Egregio compagno, la definizione del conflitto personale tra me e Martov potrebbe essere attestata in una aggiunta ai verbali del 80 LENIN congresso della Lega 163 . Io, da parte mia, non potrei esserne, natu- ralmente, che contento. Ma nessuno ha il diritto né formale, né morale di fare una qualsiasi riduzione dei verbali del congresso e di cancel- lare alcunché dalla trascrizione di quanto è avvenuto. Saluti fraterni N. Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin, X. 190 4 ALL’UFFICIO MERIDIONALE DEL COMITATO CENTRALE A Odessa Da parte di Lenin, membro estero del CC e membro del Consiglio. Compagni, ci comunicano in via privata che la maggioranza del Comitato di Nikolaiev è accusata di azioni irregolari 164 . Desidererei vivamente di farmi un’idea chiara sul come sono andate le cose. Usa- temi la cortesia di rispondere immediatamente voi stessi ( e chiedete ai compagni che fanno attualmente parte del comitato di Nikolaiev di rispondere anch’essi immediatamente, quando avrete trasmesso loro questa mia lettera) alle seguenti domande: 1) quali erano precisamente i membri del Comitato di Ni- kolaiev prima del suo arresto avvenuto 1*8-9 marzo? Occorre l’elenco completo dei nomi cospirativi. Quanti erano in tutto i membri? Quanti della minoranza e quanti della maggioranza? 2) tutti i membri del Comitato di Nikolaiev sono stati presi l’8-9 marzo? E se non tutti, quanti sono rimasti? Quanti della mag- gioranza, quanti della minoranza? 3) non c’è stata una decisione formale del Comitato di Niko- laiev (prima dell’arresto dell’8-9 marzo) sulla designazione dei can- didati? Se sf, quando è stata approvata e quanti precisamente e quali candidati sono stati designati? 4) ci sono stati arresti nel Comitato di Nikolaiev, dopo l’8-9 marzo? E come è cambiata la composizione del Comitato di Niko- laiev ogni volta che si è verificato uno di questi arresti? 5) i compagni S. e O. (membri della minoranza con i quali c’è stato il conflitto) non erano membri del Comitato di Nikolaiev 82 LENIN prima della retata? Non lavoravano prima a Nikolaiev? Se si, quan- do, per quanto tempo e in che qualità, in quale gruppo, in quale atti- vità, ecc.? Quando precisamente S. e O. sono arrivati a Nikolaiev? 6) quanti giorni dopo la retata (8-9 marzo) è arrivato a Niko- laiev il compagno N.? 7) quale diritto aveva il compagno N. di nominare i compagni S. e O. membri del Comitato di Nikolaiev senza il consenso e senza il parere dei membri del Comitato di Nikolaiev, compagni V. e A.? 8) i compagni S. e O. non hanno avanzato in qualche modo la pretesa di divenire membri del Comitato di Nikolaiev senza nes- suna designazione e senza nessuna cooptazione? Se l’hanno avanzata, dire in modo particolareggiato con quali ragioni l’hanno motivata. 9) quali collegamenti i compagni S. e O. dovevano trasmettere ai compagni V., N. e A.? Da dove li avevano ricevuti? Da chi e quan- do erano stati loro dati? 10) perché S. e O. non hanno riconosciuto i compagni V. e A. come comitato? 11) quali istanze ufficiali del Comitato di Nikolaiev esistevano al momento della retata dell’8-9 marzo? Cioè precisamente quali grup- pi di agitatori? di organizzatori? di propagandisti? e cosi via? Quanti erano questi gruppi? Farne senz’altro un elenco preciso e completo e indicare quanti membri aveva ciascuno, quanti la minoranza, quanti la maggioranza. 12) quando si è costituito il gruppo di agitatori, la cui assem- blea di 10 membri ha approvato il 20 aprile la risoluzione in favore della maggioranza? Prima degli arresti o dopo gli arresti? È mutata la sua composizione dopo gli arresti e come è mutata precisamente? Questo gruppo (o altri gruppi) non aveva il diritto formale o tacita- mente riconosciuto di presentare i candidati al Comitato locale? 13) non vi è noto da chi e con l’aiuto di chi (in denaro, ecc.) sono stati inviati S. e O.? Scritta alla fine di maggio 1904 a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XV. 1904 83 A V.D. BONC-BRUIEVIC 26.7.04 Caro Vladimir Dmitrievic, grazie per la vostra lettera del 23.7.04 che parlava del lavoro 16S . Rispondo per ordine. Per quanto riguarda la politica generale io sono sempre per la pace armata, per le ritirate accompagnate da proteste (come dicevamo io e Nina Lvovna, presenti voi e Martin Nikolaievic), in una parola, per la vecchia tattica. Protestare contro ogni violazione, farla cono- scere a tutti, fare della agitazione, senza offrire pretesti per il coup d’état da essi desiderato. Circa i dettagli delle singole misure da pren- dere, voi stesso potete veder meglio sul posto. Se ai fiduciari del CC non sono stati consegnati i documenti la colpa è direttamente di Boris, che è partito per ultimo 166 . Ho già scritto a Martin Nikolaievic consigliandolo di spiegare alla redazione dell’organo centrale che è assurdo esigere documenti: a Boris è stato scritto due volte, si dice che sia stato arrestato, possibile che si debba aspettare la risposta dalla Russia tra sei mesi?? Protestate, ma de facto farete tutto. Riguardo alle finanze, ho paura che abbiamo fatto male a voler mettere su una biblioteca: abbiamo fatto il passo piu lungo della gamba. Vi ricordate che cosa vi dicevo? Ecco 300 frs. gettati al vento!! Oh, state attento, non occupatevi troppo, per amor di dio, della bi- blioteca 167 , pensate al tutto. Tanti saluti a Ighnat da parte mia. Come sta? Sono terribilmente inquieto per Nina Lvovna. Scrivete subito se saprete qualcosa. Secondo me la risposta a Plekhanov va assolutamente pubbli- cata (in opuscolo, non in foglio volante. Con una breve prefazione) se Porgano centrale, dopo tutte le proteste, non la pubblica. E non tardate a farlo, altrimenti perde d’interesse l68 . Una forte stretta di mano e saluti a Vera Mihkailovna e a tutti gli amici. Vostro N. Lenin 84 LENIN Scrivetemi (e mandatemi i giornali) a Meiringen , Postlagernd ÌM Scritta in una località montana della Svizzera. Spedita a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XV. A V.D. BONC-BRUIEVIC Caro Vladimir Dmitrievic, ho ricevuto la vostra lettera e mi affretto a rispondervi. Non riesco assolutamente a capire da che cosa sia nato questo dissidio fra voi e di che cosa si tratti. Perché non vendere 20-30 copie della Zarià ; dov’è qui la « fuga in avanti »? La cosa non mi è chiara. Questa mi sembre- rebbe una questione che dipende dal lavoro di spedizione e che deve essere decisa esclusivamente dall’incaricato di questo lavoro, cioè da voi. A Martin Nikolaievic scrivo oggi stesso per cercare di eliminare il dissidio. A torto vi inquietate troppo per singole espressioni, sia pure brusche, sia pure ingiuste. Lo vedete che tutti sono diventati nervosi: la colpa è della pessima situazione creata dai nuovi traditori in seno al CC. Spero che presto ci libereremo definitivamente di tutti costoro e cominceremo un nuovo lavoro: allora scomparirà il motivo di meschini conflitti. Ma per ora bisogna sforzarsi di aver pazienza, e alla rozzezza risponderei facendo dell’ironia sulla « torpediniera in azione ». Com- prendo perfettamente la vostra irritazione, ma non c’è altro da fare se non dell’ironia. Se nascerà un contrasto, rimandate la decisione, scri- vete qui, ecco tutto. Vi prego, prendete tutte le misure possibili per affrettare l’uscita 1) dell’opuscoletto di Riadovoi e Galiorka, 2) della vostra dichiarazione, con i documenti, 3) dell’opuscolo di Galiorka inviato oggi 17 °. Come sta Ilia? È stato da me ieri, gli ho esposto la questione 171 , ma ancora non si decide. Gli avete dato la mia 1 ) lettera a propo- sito dell’accordo del 26.5.04 172 , 2) protesta contro la dichiarazione del CC 173 e 3) la lettera a proposito della protesta 174 ? È assolutamente in- 1904 85 dispensabile farle leggere sia a lut che a tutti i compositori ; non tardate a farlo . È sistemato Taffare con la tipografia cooperativa 175 ? Fate presto. Ilia mi ha riferito una voce secondo cui Glebov ha in mano le dimis- sioni di Travinski. Vedremo e controlleremo. Ma che oche, vero? Si azzuffano i 5 e i 4; due dei 5 se ne vanno, due dei 4 vengono presi: allora i tre invece di andarsene fanno il coup d’état 176 . Vostro N. Lenin Scritta tra il 18 e il 31 agosto 1904 in una località montana della Svizzera. Spedita a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XV. A V.D. BONC-BRUIEVIC 13.9.04 Caro Vladimir Dmitrievic, secondo me non dovete presentare nessuna domanda, come abbiamo già deciso ,77 . All’opuscolo 178 incollate un foglio volante, nel quale stamperete 1) l’annuncio della vostra casa editrice (anche sul retro); 2) la dichia- razione sulla sospensione di Boris (come è già composta); 3) la lettera di Boris (questa) 179 del 12. IX., senza post-scriptum; 4) una piccola ag- giunta alla lettera, molto breve, alPincirca cosi: « Questa è la politica di quelle persone che con tanta prosopopea hanno condotto una guerra di ” principi ” contro il formalismo e il bu- rocratismo! Sarebbe tuttavia interessante sapere quale punto dello Sta- tuto vieta ai membri del partito di pubblicare letteratura di partito. V. Bonc-Bruievic ». Saluti a tutti, arriverò dopodomani, giovedì. Vostro N. Lenin 86 LENIN P.S. — Riferite a Serghei Petrovic: 1) che giovedì lo sfratteremo dall’appartamento e che vi passeremo la notte noi; 2) che il Pan 180 ha scritto di Samsonov quattro giorni fa. Bisognava mandarlo direttamente! Scritta nei dintorni di Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XV. A G.D. LEITEIZEN 29.9.04 Egregio compagno, le informazioni di Serghei Petrovic e di Martin Nikolaievic circa la vostra posizione politica attuale sono state per me una gradevole sorpresa. Non ho bisogno di dirvi quanto sia stata per me penosa, nel corso deirultimo anno, la cessazione dei buoni rapporti che erano sem- pre esistiti fra noi in precedenza. Viste le suddette informazioni, penso che non valga la pena di occuparci del passato; noi potremmo, mi pare, riannodare i vecchi rapporti esclusivamente sul terreno dei concreti compiti del presente e deiravvenire. Se mi sbaglio dicendo questo, voi naturalmente correggerete il mio errore, ma ritengo mio dovere, dopo il colloquio con Martin Nikolaievic, di compiere un primo tentativo per mettere direttamente e immediatamente in chiaro i nostri rapporti. Rispettosamente N Lenin Il mio indirizzo: 181 Spedita a Parigi da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XV. A M.P. GOLUBIOVA Cifrato Personale di Lenin a Maria Petrovna Cara compagna, sono stato estremamente felice di sapere dai nostri comuni cono- 1904 87 scenti (in particolare da Zver: non so se lo conoscete sotto lo stesso nome) che siete viva e che avete preso una posizione politica solidale con la nostra. Noi ci siamo visti e conosciuti tanto tempo fa (a Samara nel 1892-1893) che ci sarebbe difficile rinnovare l’amicizia senza il tra- mite di nuovi amici. E io desidererei molto rinnovarla. Per questo appro- fitto dell’indirizzo datomi per inviarvi una lettera particolareggiata sui nostri affari e vi prego vivamente di rispondere di persona e al piu presto. Senza una corrispondenza regolare è impensabile condurre il la- voro insieme, e Saratov finora tace ostinatamente per interi mesi. Per favore, fate ora che le cose vadano diversamente e cominciate voi stessa a scrivere in maniera un po’ piu circostanziata. Senza lettere particolareg- giate, scritte da voi personalmente, non si potrà chiarire né la vostra po- sizione personale neiraffare, né in generale la situazione di Saratov. Non esitate a dedicarvi due o tre ore alla settimana. Molti saluti e una forte stretta di mano. Lenin Scritta dopo il 5 ottobre 1904. Spedita a Saratov da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XV. A E. E. ESSEN Al Barone da parte di Lenin 4. XI. 04 Caro amico, ho ricevuto tutta una serie di informazioni che vi riguardano e che mi inducono a pregarvi vivamente di lasciare temporaneamente il lavoro e di venire qui per un mese. Comprendo perfettamente come il lavoro vi attiri e come sia difficile per voi staccarvene, ma bisogna tuttavia pensare a distribuire le forze dal punto di vista del piano generale del- la campagna. Abbiamo bisogno di quadri esperti, e voi avete l’obbligo di trovarvi un sostituto temporaneo tra i giovani e di venire senz’altro 88 LENIN qui per sistemare alcuni affari comuni, per comunicarci tutte le con- clusioni che avete tratto dai vostri viaggi, per consultarci riguardo alle nuove iniziative che stiamo per intraprendere. Ciò è assolutamente in- dispensabile, altrimenti resteremo senza riserve ad un prossimo momen- to critico. Vi prego, rispondetemi personalmente al più presto e non rimandate, per amor del cielo, il viaggio nemmeno di una settimana. Da tempo vi preparate a farlo e sempre lo rimandate. Io so come va a finire. Vi stringo forte la mano e vi attendo al più presto. Vostro N. Leniti' Spedita a Odessa da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1924 nella rivista Krasnaia Letopis , n. 1. A A.I. ERAMASOV Caro amico, il vostro aiuto è stato estremamente prezioso per noi in generale e per me in particolare. Se finora non mi sono mai rivolto a voi con qual- che speciale richiesta è perché non c’era urgenza e d’altra parte io ero sicuro che ci avreste aiutato, nella misura delle vostre possibilità. In que- sto momento è sopravvenuta una situazione d’urgenza, una situazione talmente seria che prima non avrei potuto immaginare niente di simile. La nostra causa è minacciata di immediato fallimento se non riusciremo a resistere con l’aiuto di risorse straordinarie almeno per sei mesi. E per resistere, senza ridurre il lavoro, ci occorrono, minimum , duemila ru- bli al mese: per la redazione, la pubblicazione, il trasporto, il mante- nimento degli agenti indispensabili. Ecco perché io mi rivolgo ora a voi con la più viva preghiera di venirci in aiuto e di procurarci questo appoggio. Vi prego, fateci sapere al più presto se sarà possibile per voi esaudire questa nostra preghiera. Scritta nel dicembre 1904. Spedita a Syzran da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XV. 190 5 * 182 9. III. 05 Caro amico, non sono in grado di rispondere alla maggior parte delle vostre do- mande, perché io stesso ne so quanto voi. A quanto pare, Voinov non è favorevole a un centro unico. I russi lo sono. Se la cosa passerà, non lo so. Io sono più favorevole airantico m } ma non vi attribuisco una par- ticolare importanza. II nocciolo della questione sono le riunioni tra il CC e la redazione, e questo porta di nuovo di fatto, io credo, al Con- siglio. « Allora si vedrà. » Non mi è possibile scrivere di voi a Mosca, giacché là non ho co- noscenze personali, e in questi casi bisogna essere prudenti. È meglio aspettare che cosa decidono loro stessi. Lo schema del mio rapporto (« Compiti del III Congresso ») ve lo manderò, se lo trovo *: è molto, molto breve, quasi lo stesso che è apparso sul Vperiod sotto il titolo Nota della redazione ,R4 . Non riesco ancora a capire che cosa significhi il consenso del CC al congresso. Io stesso temevo molto un abile intrigo del CC: la nostra posizione Pavete vista dal Vperiod 185 . Adesso il CC della minoranza è stato preso quasi al completo, sono rimasti solo Fischer, Nikitic e Karp. Sono stati arrestati anche Stein e il Cuoco ,8é . È probabile che ciò indebolirà i menscevichi per lungo tempo. Qui Martuscka cade in preda a vere e proprie crisi isteriche nel suo club quando si parla del congresso. A giudicare da questo, essi non ver- ranno. Ma chi lo può sapere con sicurezza? Io sono pronto anche al peggio: alla scissione da parte nostra, ma lo ritengo improbabile. Davvero non siete riuscito neppure a mettere a verbale Pinfame vanteria di Deutsch? Questo è veramente il colmo! ! Una sfrontatezza 90 LENIN simile non era nemmeno immaginabile. Bisognava inchiodarlo al ver- bale , pubblicare Yelenco dei « loro » gruppi o almeno trasmettere al congresso questo verbale per mostrare ai russi Tincredibile sfacciata* gine di questi signori. Una stretta di mano. N. Lenin * L’ho trovato, ma non posso mandarvelo perché sono geroglifici su un pezzo di carta. Vi consiglio di rifarvi alla esperienza del II Congresso Scritta a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1926 in Miscellanea di Lenin , V. AL SEGRETARIO DEL « COMITATO PER LA RAPPRESENTANZA OPERAIA » IN INGHILTERRA 187 23.III.05 Egregio signore, vi ringrazio molto del vostro contributo. Ho ricevuto un assegno di 80 sterline (2008 franchi) e in conformità con le vostre indicazioni ho inviato 60 sterline (1506 franchi) a Pietroburgo al nostro Comitato del Partito operaio socialdemocratico russo ,8S . Ho anche ricevuto un secondo assegno di 90 sterline (questa somma non è stata ancora rice- vuta qui in franchi). Cinquanta sterline saranno egualmente inviate per venire in aiuto alle vedove e agli orfani degli operai (dei lavoratori) di Pietroburgo uccisi il 9 (22) gennaio. Con i migliori auguri. Sinceramente vostro VI. Ulianov (Direttore del Vperìod) 3, Rue de la Colline, 3. Genève. Switzerland. Spedita a Londra. Pubblicata per la prima volta il 18 agosto 1946 nel Brìtanski Sotuzntk (L’Alleato Britannico), n. 33. 1905 91 A P.A. KRASIKOV 5.IV.05 Caro amico, circa la data non posso per ora dirvi nulla di preciso m . Penso che farete a tempo ad andare a Liegi, se si può tornare domenica oppure non prendere il biglietto di ritorno e non tornare a Parigi (meglio ancora, forse, sarebbe prendere subito un biglietto circolare per 45 giorni Pa- rigi-Liegi-ecc.-Parigi). È difficile che sia possibile prima di lunedi, anche se, ripeto, non lo so di preciso. Il 5 aprile (oggi) era stato stabilito co- me data ultima di partenza da Pietroburgo, ergo è difficile che sia pri- ma di lunedi. Per ora sul luogo non c’è ancora nessuno. Venerdì par- tiranno da qui due, forse passeranno per la vostra città, ma nel piu ri- goroso incognito. Avete visto il Dnievnik di Plekhanov ,90 ? Che triste tono di ras- segnazione! Il vecchio fa pena, si arrabbia inutilmente, ma è una buona testa... La nostra linea con i delegati deve essere sostanzialmente pacifica: non abbiamo « niente da perdere e tutto da guadagnare (in caso di vittoria) », per gli avversari è il contrario. Tra l’altro lo capirete voi stesso leggendo il volantino dell’Ufficio dei Comitati della maggioran- za e del CC 191 , nonché il n. 13 (Il problema organizzativo 192 ). Riguardo al rapporto del Comitato di organizzazione all’estero 19ì , all 'elenco dei membri e a tutti i documenti, fate in fretta, in fretta, in fretta. Au revoir. Vostro N. Lenin Saluti a Kiska ,94 . Come sta? Spedita a Parigi da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1931 in Miscellanea di Lenin , XVI. ^ + + + 195 Mi affretto a ricordarvi una cosa che è indispensabile tradurre e pubblicare al piu presto possibile e che ho dimenticato di ricordare nel 92 LENIN colloquio avuto con voi (sebbene da lunghissimo tempo l’avessi già in mente!). È Die Reichsverfassungskampagne di Friedrich Engels, nelle opere di Marx ed Engels, pubblicate da Mehring {Marx’ Nachlass ecc., voi. III). È una cosa a parte, a sé, che deve assolutamente uscire in opuscolo. In questo momento ha un interesse particolare ,96 . Scritta nell aprile-maggio 1905 a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1931 in Miscellanea di Lenin, XVI. AL SEGRETARIO DEL « COMITATO PER LA RAPPRESENTANZA OPERAIA » IN INGHILTERRA 20.5.05 Egregio signore, con animo grato confermo di aver ricevuto 25 sterline, di cui 5 ster- line, conformemente alle condizioni da voi poste, saranno destinate a sussidi. Tutte le somme da voi inviate sono citate nel nostro giornale V perioda che vi abbiamo spedito. Ora vi spedisco di nuovo i numeri di questo giornale in cui si parla delle offerte in denaro, e sottolineo i punti con matita blu. Abbiamo già scritto al Comitato di Pietroburgo del Partito ope- raio socialdemocratico russo che è necessario dare comunicazione nei comizi operai delle offerte in denaro ricevute dal « Comitato per la rap- presentanza operaia ». Poiché ogni collegamento con le organizzazioni del nostro partito è segreto, ci vorrà un po’ di tempo prima di ricevere la risposta. In questa settimana alcuni compagni russi sono partiti per Pietroburgo ed io ho fatto anche a loro la mia richiesta. Essi hanno pro- messo che avrebbero fatto di tutto perché questa comunicazione abbia luogo al piu presto a Pietroburgo, e che poi ve ne avrebbero informato. La vostra lettera del 22.IV.05 sarà anch’essa inviata al Comitato di Pietroburgo. Spero, egregio signore, che riceverete presto una lettera dei nostri compagni di Pietroburgo con la notizia della comunicazione fatta a un comizio degli operai della capitale russa. 1905 93 Vi prego di scusarmi per il mio cattivo inglese. Con fedele riconoscenza sinceramente vostro VI. Ulianov (direttore del Vperiod) VI. Oulianof, 3, Rue de la Colline 3. Genève, Switzerland. Spedita a Londra. Pubblicata per la prima volta il 18 agosto 1946 nel Britanski Soiuznik , n. 33. A L.A. FOTIEVA Carissima Kiska, vi ho appena inviato un telegramma. Per ogni evenienza vi spiego di che si tratta. Mi hanno chiamato a Parigi per un affare. Non voglio assolutamente perdere tempo solo per il viaggio, ma voglio tenere una conferenza. Tema: « Il III Congresso e le sue decisioni ». Contenuto: un esame parallelo delle decisioni nostre e dei menscevichi; hanno ap- pena pubblicato un’informazione sulla loro conferenza, e io ne farò l’analisi. Solo martedì potrò tenere la conferenza (arrivo lunedi, ma la sera sarò occupato) e debbo assolutamente finire tutto in un solo giorno. Se potete, affittate la sala più grande (dove ho parlato contro Struve, — Filatov e gli altri lo sanno) e avvertite il maggior numero possibile di persone. Se non mi avete ancora telegrafato una risposta precisa, te- legrafate domani in modo che io sappia esattamente se avete affittato la sala. Forse potete fare addirittura in tempo a scrivermi per espresso (in modo che io riceva la lettera non più tardi di domenica mattina), ma se dovete comunicarmi qualcosa di importante, telegrafate senz’altro. Oggi tengo qui la stessa conferenza. Tournez s'il vous platt! 197 . Una stretta di mano. Vostro Lenin 94 LENIN Se, per caso, non potessi tenere la conferenza, forse allora non ver- rei affatto. Perciò rispondete immancabilmente. Scritta il 1° o il 2 giugno 1905 Spedita a Parigi da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1931 in Miscellanea di Lenin, XVI. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR 15.9.05 Cari compagni, ho ricevuto il denaro, 1000 rubli — 2640 francs — e il primo nu- mero del Raboci. Fa un’ottima impressione. C’è da sperare che riuscirà a risolvere in larga misura il suo difficile compito di esposizione popolare non noiosa. C’è qualcosa di fresco nel tono e nel carattere dell’esposi- zione. Un magnifico spirito combattivo. In una parola mi posso con- gratulare di cuore per il successo e augurarvene ulteriori. Le osserva- zioni particolari che per ora mi vengono sono le seguenti: sarebbe au- spicabile 1 ) parlare un po’ di più del socialismo dato il carattere « espli- cativo » dell’organo; 2) collegare più strettamente e direttamente le pa- role d’ordine di lotta politica con le risoluzioni del III Congresso e con lo spirito generale della nostra tattica di socialdemocrazia rivoluzionaria. Ed ora vengo alla vostra lettera del 24-8-05 1M , che ci ha sorpreso, stupefatto tutti per il suo tono. I) A proposito dell’informazione. Voi « non potete fare più nien- te ». Questo non è vero, perché vediamo e sappiamo che il Bund, i men- scevichi e numerosi bolscevichi possono fare di più e lo fanno. È un fatto che un membro del CC all’estero è peggio informato di quelli del Bund e deli' Iskra. Bisogna correggere questo, correggerlo costantemente e in- stancabilmente. Ecco l’esempio più recente. La vostra risoluzione sul boicottaggio attivo l’abbiamo ricevuta solo in questi giorni . Quelli che sono venuti dalla Russia la conoscevano da giugno !! E voi dite che « non potete fare di più »??? Questo ritardo ha provocato tra noi un contrasto di opinioni, senza che io ne abbia colpa, giacché sul Proletari ho inter- pretato il « boicottaggio attivo » in un modo diverso, non sapendo come lo interpretavate voi m . 1905 95 Ecco dunque un altro fatto comprovante che voi ricostituite il dua- lismo dei centri. In sostanza il dissenso che ne è sorto non è stato gra- ve, ma è tuttavia deprecabile in una questione che riguarda il metodo d'azione di tutto il partito. Mi sembra 1) estremamente importante e l'unica cosa giusta dal punto di vista delle decisioni del III Congresso di porre direttamente come punto centrale della campagna di agita- zione la parola d'ordine dell'insurrezione e del governo provvisorio ri- voluzionario. 2) Mi sembra assolutamente errato il consiglio di « disper- dere con la forza » le assemblee di elettori. Sarebbe una tattica funesta. Una delle due: o non esistono le condizioni per poter ricorrere util- mente alla forza, — e in questo caso bisogna limitarsi alla agitazione, ai discorsi, agli scioperi, alle manifestazioni, per convincere gli elettori, senza pensare minimamente a « disperderli ». Oppure, esistono le con- dizioni per ricorrere seriamente alla forza, e allora bisogna dirigere que- sta forza non contro gli elettori, ma contro la polizia e il governo. Al- lora preparatevi aH’insurrezione, altrimenti rischiate di mettervi nella piu assurda delle situazioni: gli operai « disperdono con la forza » gli elettori, e il governo con la forza li difende!! Qui si vede praticamente il danno che deriva dal non aver posto direttamente e decisamente la parola d’ordine dell’insurrezione al centro dell’agitazione contro la Du- ma: preparate l'insurrezione, convincete tutti (compresi gli elettori) a preparare l’insurrezione, spiegatene gli scopi, le forme, i mezzi, gli organi, i presupposti. Ma non ricorrete inutilmente alla forza , finché non è stata accumulata, e se non avete convinto gli elettori, disperderli con la forza è semplicemente insensato, significherebbe il suicidio per la socialdemocrazia. Proseguiamo: II) Voi scrivete che non avete fatto i furbi con la Commissione d'organizzazione, ma che avete seguito la volontà del III Congresso. Io penso che qui avete chiaramente torto. Vi ho scritto fin dal 203 ... che era necessario preparare le condizioni per l'unificazione, che ci volevano due congressi per ottenerla (in un sol luogo e contempo- raneamente con l’obbligo per ogni organizzazione di sottomettersi alle decisioni del proprio congresso). Dunque, qui non c’è dissenso. Ma voi avete dimenticato la risoluzione segreta (la unisco più in basso) sull’ap- provazione obbligatoria delle condizioni della fusione da parte del IV Congresso: questo è un fatto che resta. Ed è su questo che io ho messo l’accento. In due punti della sua Dichiarazione (Foglio volante 96 LENIN del CC 201 , n. 3, p. 5), al punto 2 e al punto 3, si parla apertamente contro l’unificazione mediante un congresso. Questo non lo si può ne- gare. E voi, nella vostra risposta non dite una parola del vostro dissen- so!! Ne è risultato precisamente che voi avete abolito la risoluzione. È indiscutibile che questo è un errore e che bisogna correggerlo. Infine, un’altro errore indiscutibile: la mancanza di una risposta di- retta della Commissione di organizzazione. Voi scrivete che « si trat- tava della fusione sulla base del III Congresso ». Di grazia, signori! Perché ingannare se stessi? Perché indebolire la propria posizione giu- sta con una evidente ipocrisia?? La fusione sulla base del III Congresso è stata respinta. L’hanno riproposta qui . direttamente sia a Plekhanov che alla commissione di organizzazione Vinter e Vadim. Con una tale fusione si avrebbe un solo Organo centrale (Plekhanov ha addirittura proposto un « triumvirato » per lui, attraverso i suoi agenti). Con una tale fusione,- si avrebbe un solo CC composto obbligatoriamente di una metà per parte, cioè la « cooptazione » non sarebbe una cooptazione, ma un’effettiva fusione. Ma questo è stato respinto. Dunque, resta un accordo fino al IV Congresso e una fusione sulla base del quarto congresso. Invece di questa risposta diretta e chiara, invece di fare questa dichiarazione a voce alta e intelligibile, voi evitate pubblicamente la sostanza della questione passandola sotto silenzio poiché la Commissione di organiz- zazione propone chiaramente una fusione non sulle basi del IV Con- gresso, e voi rispondete: in generale è accettabile, bene, discutiamone ancora! A me scrivete: « Il nostro ultimatum era lo Statuto del III Congresso ». E questo non vuol dire ingannare se stessi? Giacché se voi lo dite pubblicamente, in primo luogo tutti i bolscevichi si pren- deranno giuoco di voi, e in secondo luogo i menscevichi vi risponderan- no in tal modo che tutte le vostre buone intenzioni sulla fusione se ne andranno al diavolo. Secondo me, è meglio dichiarare apertamente al partito: purtroppo essi hanno respinto la fusione sulla base del III Congresso. Prepariamo allora il IV Congresso in modo che si tengano a un tempo e nello stes- so luogo due congressi. Prepariamo dunque il piano di fusione. Dicia- mo: in tutte le organizzazioni parallele dappertutto un numero ugua- le degli uni e degli altri (à la Nikolaiev). Se le cose stanno cosi, preparate un elenco delle organizzazioni parallele, un elenco completo, domanda- 1905 97 telo a tutte. Poi il CC, ammettiamo, anch’esso metà e metà, cioè in parti uguali. In caso di fusione totale non si può criticare in linea di principio una tale «cooptazione» (anche se in pratica la questione è piu complessa e si deve sapere quante sono le organizzazioni parallele, ecc.). (Fra parentesi: è proprio un peccato che voi nel n. 1 del Foglio volante vi siate vantato che i 2/3 del partito sono dalla nostra parte. Cosi avete messo in dubbio il vostro futuro consenso alla fusione « per metà ». Ma è vero ciò che avete detto, che sono i 2/3?). Inoltre, l’or- gano centrale. Con la fusione sarebbe assurdo, secondo me, avere due organi centrali e io ritengo possibile che i bolscevichi preferiscano a questo assurdo un proprio organo di alcuni comitati sulla base dello statuto del partito. Con due organi centrali concorrenti la fusione sa- rebbe lettera morta. Allora è meglio un « accordo » su una base simile a quella di « Nikolaiev », cioè dappertutto commissioni di unificazione o di conciliazione composte a metà dagli uni e dagli altri 204 . Ili) A proposito dei soldi. La vostra dichiarazione che Porgano centrale deve essere pubblicato « con i fondi esteri », che il fallimento del CC deve cominciare d all'organo centrale , ci ha colpito tutti come un colpo di tuono. Voi scrivete che non si tratta di irritazione né di rim- provero. Permettetemi di non credervi. Dire una cosa simile seriamente, tranquillamente e a sangue freddo, significa dichiarare la rottura tra Por- gano centrale e il partito, e questo voi non potevate volerlo. Pubbli- care Porgano centrale del partito con i mezzi non del partito, ma degli emigrati all’estero, — decidere che il fallimento del partito deve co- minciare (e non finire) con Porgano centrale, è qualcosa di fenomenale. Se la prendessimo sul serio, e se non vi avessimo visto esattamente una manifestazione di nervosismo dovuta a temporanee difficoltà (giacché in generale il vostro giro di denaro è abbastanza « consistente » e le pro- spettive sui 60.000 e sulla « impresa » sono tre volte ancora piu « consi- stenti »), dovremmo prendere immediatamente misure per pubblicare « con i fondi esteri » Porgano del Comitato di organizzazione all’estero. Ma, ripeto, in questa mostruosa sortita da parte vostra io vedo solo del nervosismo e aspetterò di incontrarvi personalmente perché questo, se- condo me, non è l’inizio di una rottura, ma un malinteso. Una calorosa stretta di mano. N. Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1926 in Miscellanea di Lenin, V. ; <>s i 98 LENIN A M.A. REISNER 4X05 Carissimo Mikhail Andreevic, vi sono molto grato per la vostra lettera che, più ancora delle informazioni di Felix Alexandrovic sui colloqui con voi, mi mette a conoscenza dei piani e della tattica dei nostri k.-d. 203 . La notizia che voi mi date che i liberali, Witte, ecc., hanno una paura mortale del boicot- taggio attivo è estremamente preziosa. Ho appena ricevuto dalla Russia la notizia che i socialdemocratici hanno tenuto una conferenza interparti- tica (ambedue le parti del POSDR, il Bund, probabilmente i lettoni, ecc. 204 ). È stata approvata la tattica di boicottaggio attivo, in maniera definitiva. Il vostro piano non mi è chiaro: 1) è davvero possibile che vi sia appena l’ombra di una speranza di vedere i costituzional-democratici rinunciare alle elezioni alla Duma di Stato? Io penso che non ve ne sia alcuna. 2) Non sarebbe meglio per noi, dal momento che si conclude un accordo con i radicali, esigere da loro qualcosa come un milione per armare gli operai di Pietroburgo piuttosto che ora le elezioni alla Assemblea costituente? Che senso avranno le elezioni prima della lotta contro Trepov, o senza lotta contro Trepov? Certo, la cosa va esaminata più da vicino Confido, in primo luo- go, nell’incontro che voi avrete fra qualche giorno a Berlino con uno dei miei amici. In secondo luogo nell’incontro che avrò con voi qui, e di cui mi ha scritto Felix. Augurandovi successo nella lotta per il boi- cottaggio attivo, vostro devotissimo... Spedita a Berlino da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1926 in Miscellanea di Lenin , V. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR 25.X.05 Cari amici, ho appena ricevuto la vostra lettera sulla mia designa- zione allTJfficio internazionale 205 (è un peccato che non abbiate nomi- nato Orlovski, ma ne riparleremo quando ci vedremo) e sull’incontro 1905 99 di Odessa (Berlino). È indispensabile organizzare al piu presto un in- contro. Invece di Odessa vi posso proporre Varsavia ( Koenigsberg ) 206 : tutte le condizioni restano le stesse, ma è piu vicino e piu inatteso per la polizia. In quest’ultima città tutto potrebbe essere finito per voi in quattro giorni , nelle migliori condizioni (passaporto legale), di cui vi consiglio di cominciarvi a preoccupare attivamente. Nelle condizioni peggiori il termine è tuttavia assai breve, e, se è possibile, sarebbe bene aumentare il numero dei partecipanti. Se sceglierete una città insolita (Koenigsberg è a 22 ore da Pietroburgo), si può fissare rincontro in un caffè, o albergo, o birreria scelto in precedenza sulla base di una guida. Oggi stesso scrivo all’Ufficio I. per sapere della conferenza e dei suoi termini; appena avrò la risposta ve la comunicherò subito. Vi prego vivamente di far presto per quanto riguarda l’incontro anche indipen- dentemente dalla conferenza con l’Ufficio Internazionale. Sono stati tenuti i verbali della conferenza interpartitica? Se si, mandateceli immancabilmente. Scritta a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1926 in Miscellanea di Lenin , V 1907 A M.S. KEDROV Egregio compagno, come avevamo convenuto, i materiali per il I volume devono essere consegnati per il 1°-X, quelli per il II per il 10-X 207 . Il primo volume è stato ritardato. Ho consegnato 12 fogli per il II, altri 7 sono pronti e gli altri ancora (circa 5 o 7) posso conse- gnarli molto presto. Ma vorrei sapere se tutto questo materiale vi oc- corre effettivamente cosi presto. Cominciate subito la composizione? Avete già dato a comporre i 12 fogli del II volume? Si ritarderà la pubblicazione se vi consegno più tardi la fine del II volume? Se si, posso darvi la fine del II volume immediatamente, se volete. Ma avrei in progetto di scrivere a conclusione del II volume un ampio lavoro sulla ripartizione della terra in Russia (secondo dati statistici recenti, del 1905) e sulla municipalizzazione (tenendo conto del IV volume del Capitale o Tbeorien uber den Mebrwert 208 pubblicato pure nel 1905). Penso che la cosa avrebbe un grande interesse per il pubblico e sarebbe molto tempestiva. Il materiale l’ho già quasi tutto raccolto e in parte è già elaborato. Per finirlo mi occorre qualche settimana; spero di po- ter finire di scrivere questo lavoro in qualche settimana. Fatemi dunque sapere se volete che vi dia il II volume subito senza questo nuovo articolo, o se preferite che il II volume vi sia con- segnato all’incirca tra un mese o un mese e mezzo insieme con il nuo- vo articolo. Scritta all’inizio di dicembre del 1907. Spedita a Pietrogrado dalla Finlandia. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. 190 8 A G.A. ALEXINSKI 7.1.08 Caro Piotr, oggi Nadiezda Konstantinovna ed io siamo arrivati a Ginevra 209 . Non abbiamo ancora definitivamente deciso dove sistemarci: Alexandr Alexandrovic è molto contrario a Ginevra, e noi facciamo delle ricerche altrove. Ma bisogna chiarire completamente la situazione anche qui. Scrive- te, per favore immediatamente, 1) se conoscete una persona adatta per dirigere la tipografia e la spedizione 210 ; 2) che cosa pensate del dotto- re] 211 per questo incarico? 3) quali particolari bisogna prendere in con- siderazione riguardo alla tipografia? [c’è bisogno di] un proprietario, dato che essa [appartiene] allargano centrale [della frazione] bolsce- vica del Congresso di Stoccolma? Perché voi considerate proprietà del CC solo la tipografia menscevica? 4) pensate che sia possibile un gior- nale settimanale e quale potrebbe essere la sua diffusione? 300, 300, 1000? Abbiamo ricevuto la vostra lettera a Berlino nell’atmosfera di pa- nico creata dall’arresto dei 17 212 e perciò l’abbiamo distrutta dopo aver- la letta con insufficiente attenzione. Rispondete aH’indirizzo... Come va la salute? Quando, [all’in]circa, potrete tornare qui? Vi sarete ristabilito [abbastanza] seriamente per allora? Una stretta di mano... Spedita a Vienna da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. 102 LENIN A G.A. ALEXINSKI Caro Piotr, ho da rivolgervi questa preghiera. Ho scritto un ampio lavoro sul programma agrario, dove ho esaminato, tra l’altro, particolareggiata- mente il dibattito della II Duma 213 . Mi mancano alcuni documenti , presentati alla II Duma. Precisamente* Muscenko ha presentato un progetto di 104 o 105 pp., non il « famoso » progetto dei trudoviki della Duma, che è stato ripreso anche nella II, ma uno nuovo, socialista-rivoluzionario 214 . È stato ristampato in francese nel Rapport du parti S.R. au congrès de Stuttgart Non avete il testo russo? Non lo potreste procurare? Vi sarà molto obbligato se mi aiuterete. Questo testo non è per caso uscito in edizione speciale? Dove e quando? Vostro V. Ulianov Scrìtta tra il 7 gennaio e il 2 febbraio 1908. Spedita a Vienna da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A G.A. ALEXINSKI 3. II. 08 Ci avete fatto davvero un bel servizio! Dare l’indirizzo e i colle- gamenti al menscevico Mandelberg! È il colmo della ingenuità. In nes- * sun caso dovete lasciarlo avvicinare troppo, e se avete già fatto questa sciocchezza, riprendetegli l’indirizzo e liberatevene. Del Proletari vi abbiamo scritto ieri. L’inasprimento della lotta di frazione è dappertutto enorme e inevitabile. I particolari a quando ci in- contreremo. V. Ulianov Spedita a Vienna da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. 1908 103 A A.M. GORK1 Caro A.M., è già un bel po’ che non vi scrivo. Il nostro viaggio viene sempre rimandato: adesso l’ostacolo principale è dato dalla man- canza di notizie da Bruxelles. Alcuni mi hanno scritto di là che mi aspettano per la riunione deH’Ufìicio (internazionale socialista). Ho chie- sto al segretario quando bisogna andare (perché occorre che vada in Italia). Ancora nessuna risposta. E non si può non andare a Bruxelles. Avete ricevuto il Proletari ? Quali sono allora le vostre intenzioni al suo riguardo? E An. Vas.? Ho ricevuto con rammarico il suo rifiuto di scrivere sulla Comune. Il nostro terzo redattore è Innokenti. Fatemi sapere se voi e An. Vas. avete dei piani per il Proletari . Vi stringo la mano. Vostro Lenin Scritta nella prima quindicina di marzo del 1908. Spedita a Capri da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, I. A M.F. ANDREIEVA Cara Maria Fiodorovna, vi mando una lettera del nostro bibliote- cario a A.M. Ecco di che si tratta. Prego vivamente A.M. di scrivere una lettera aperta legale ai giornali russi per chiedere di aiutare la biblioteca di Kuklin 215 a Ginevra inviandole giornali delPepoca della rivoluzione e materiali per la sua storia. Una lettera piuttosto breve, che spieghi al largo pubblico perché è importante aiutare questa biblioteca per i lavori dello stesso Gorki e di molti altri scrittori a lui noti. Vi prego di fare in modo che questa lettera sia poligrafata (spero che Zinovi Alexeievic 2,6 non si rifiuti di aiutarci) e di farla distribuire a tutti i giornali e le riviste russi minimamente ben orientati. 104 LENIN Vi prego , organizzate tutto questo! Chiederò allo stesso Zinovi Alexeievic di spedire a piccola velocità i libri che Viktor non ha preso, a meno che non li prenda Natalia Bog- danova 217 . Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Auguri per il l w maggio! Scritta alla fine di aprile del 1908. Spedita a Capri da Ginevra Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A F.A. ROTSTEIN 8.VII.08 Caro compagno, riguardo al creditore 21fi , ho deciso di rinviare la lettera fino alla prossima riunione del CC che deve avere luogo entro il piu breve tem- po 219 . Sarebbe inopportuno che me ne occupassi, quando è imminente la riunione dell’organo responsabile del partito. Sarò molto contento di vedervi qui. Riguardo ai dintorni di Gi- nevra, vi posso dire ben poco di preciso: da quando son tornato da Londra non sono stato mai bene, sto chiuso in casa, non vedo i villeg- gianti. So che in Francia e anche vicino a Ginevra vi sono posti molto buoni, e non molto cari. Per esempio, Mornex sulle pendici del monte Salève, cioè abbastanza in alto. C’è stato un mio amico nel 1904, e mi sembra che là ci si possa sistemare in una casa privata a buon mercato, mentre nelle pensioni è piu caro, ma forse per 4 franchi-4 fr. e mezzo, perché questo è il prezzo normale. Piu lontano da Ginevra (Mornex è a circa 7 verste, più o meno, e c’è una tranvia elettrica fino a Salève), a circa 10 verste e anche più, sulle pendici del Giura si può pure tro- 1908 105 vare da sistemarsi, ma non conosco quei posti. Cercherò di sapere qual- cosa di piu preciso e appena saprò qualcosa vi scriverò subito. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin VI. Oulianoff 61, III. Rue des Maraicfters, 61. Genève. È un recapito nuovo! È non lontano dalla École de Médecine. Spedita a Londra da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. BIGLIETTO A A. A. BOGDANOV Caro A. A., vi invio la lettera di Steklov. Rispondetegli voi stesso. Io ho risposto che sono d’accordo, se dividono l’argomento: a me la fi- losofia, a Bazarov la questione contadina 22 °. Una stretta di mano. Lenin P.S. Rimandatemi la lettera. Scritta il 27 o 28 ottobre 1908 a Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. 190 9 A G.E. ZINOVIEV Gli ultimi due terzi deirarticolo di Kamenev non vanno assoluta- mente né si prestano ad essere rielaborati. Ho corretto il primo terzo (da p. 1 a p. 5 fino alla fine), ma non sono stato in grado di correggere più oltre, perché mi accorgo che non si tratta qui di correggere , ma di rifare da capo. Il suo pensiero (che gli ottobristi 221 e i destri sono divisi da interessi particolari, che la lotta, la zizzania, la rissa tra loro è inevitabile sulla via della trasformazione della monarchia in monarchia borghese, che da questa rissa la rivoluzione uscirà solo indirettamente , cioè con Pentrata in scena del proletariato, e non direttamente, da una « andata a sini- stra » della borghesia stessa), Kamenev lo esprime in questa parte del- Particolo in una maniera estremamente disordinata, confusa, con mille infiorettature superflue. Secondo me, passare l’articolo in questa forma è impossibile . O riuscirete a persuadere l’autore di rifare da capo gli ultimi due terzi, — e allora noi « correggeremo » l’articolo, — oppure cercate voi stesso di riscrivere quasi interamente gli ultimi due terzi. Accludo (pp. 1-3 a inchiostro) un piano esemplificativo della riela- borazione. Scritta nell’estate 1909 a Bonbon ne (dipartimento Seme-et-Marne). Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. 1909 107 A G.E. ZINOVIEV Martedì. Caro Grigori, ho ricevuto l’articolo sullo sciopero svedese 222 . È ottimo. L’ho spe- dito a Parigi insieme con la fine del mio articolo su Bogdanov 223 (è venuto 100 righe, su 2 pagine del Proletari , nel supplemento). Non so ancora se lo approverete tutto. Lo lascio completamente al vostro giu- dizio: sono così stanco di scrivere questo articolo, che ora non so se non sarebbe meglio fare una croce sul tutto, e rispondere a Bogdanov letteralmente in un paio di righe per il suo pettegolezzo circa i « beni di tutta la frazione ». Decidete voi! Scriverò su Plekhanov. Neireditoriale bisogna parlare dello scio- pero svedese. Una stretta di mano. Lenin Scritta il 7 o il 14 settembre 1909 a Bonbonne, Seine-et-Mame. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. 19 10 A L. TYSZKA Per T. 28. III. 10 Caro compagno, vi ringrazio di avermi inviato gli articoli di Rosa Luxemburg 224 . Debbo protestare nel modo piu deciso sulla questione principale, cioè sulla sostituzione di Warski con Leder. Di grazia, voi ci mettete in una situazione assolutamente impossibile! Non starò a parlare delle caratteristiche personali di Leder (in quanto esse sono saltate agli occhi nel lavoro in comune ai congressi e alle conferenze: le impressioni che ci ha dato a questi congressi non testimoniano affatto che egli possieda conoscenze, capacità, gusti letterari, competenza, mi hanno dimostrato spesso una meschina capacità di intrigo, ecc., ecc. — io vi scrivo, natu- ralmente, privatissime). Non starò a parlare del fatto che non si può sostituire un pubblicista esperto, un marxista intelligente e un ottimo compagno con una persona inesperta e poco adatta. Parlerò invece della situazione in* cui si trova la redazione dell’Or- gano centrale e della crisi del partito. Non è possibile che non vi siate accorto che la situazione è critica. Warski ed io scriviamo al CC a pro- posito dei mutamenti nella composizione dell’Organo centrale (Dan lo sabota chiaramente). I liquidatori sabotano il CC. E in un momento in cui è assolutamente indispensabile un uomo che sia stato presente all’ assemblea plenaria, esperto nel lavoro, bene introdotto nel collegio redazionale, che ha cominciato una seria lotta con un serio nemico, — in questo momento lo si sostituisce con un novizio!! Ma per carità, significa paralizzare l’OC! Infatti TOC è rimasto ancora l’unico organo di direzione di tutto il partito (finché il CC non si riunirà dopo che è stato sabotato dai liquidatori). La capacità di lavoro dell’OC è tremen- 1910 109 damente importante — e in questo momento si dovrebbe « cominciare dal principio », « introdurre nel lavoro » un novizio, discutere invece di fare. Capite dunque che i menscevichi, fondandosi sull’assemblea plenaria (ed essi hanno formalmente il diritto indiscutibile di farlo), di- scutono positivamente ogni parola della risoluzione, ogni reticenza della risoluzione, ogni incidente, (anche il piu piccolo) avvenuto all’assemblea plenaria, per trovare una scappatoia. Ebbene, come si può pensare allora ad affidare la funzione di equilibratore a un uomo che non è stato alla assemblea plenaria, che non ha lavorato con noi nei centri del POSDR da lunghissimo tempo? Ma è assolutamente impossibile! Ciò significa ostacolare il lavoro, e in un momento in cui in ogni riunione bisogna risolvere questioni importantissime. Leder infatti sarà costretto a dire « non so » a migliaia di argomenti e di pretesti dei menscevichi che sono diabolicamente abili nello sfruttare ogni fraktioneller Dreck 225 , (come voi sapete benissimo). Ebbene si può forse pensare a un uomo simile in questo momento? No, no. Noi non chiediamo l’impossibile alla socialdemocrazia po- lacca. Conosciamo le sue forze, i suoi bisogni, le esigenze del lavoro polacco. Noi non sovraccaricheremo Warski e non lo distoglieremo dal lavoro pubblicistico polacco. Ma dovete assolutamente lasciarcelo nel- l’OC, come eravamo rimasti d’accordo alPepoca deH’assemblea plenaria. Senza Warski noi non siamo assolutamente in grado di « superare » il periodo di crisi, di ottenere mutamenti nella composizione dell’OC. Ecco, quando terminerà la crisi, quando sarà mutata la composizione dell’OC, allora... ma anche allora, per quanto c’è di piu sacro, non Leder. Dateci allora Karski, se anche allora vi sarà impossibile lasciarci Warski. Ma adesso Warski ci è assolutamente, assolutamente indispen- sabile. Vi stringo la mano, saluti a Rosa. Vostro Lenin Spedita a Berlino da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. 110 LENIN A M.M. ZOLINA Per M.M. 30.IV.10 Caro compagno, vi ringrazio di avermi informato circa la situazione di Mikhail. Ho subito iniziato dei passi per procurargli un sussidio. Il fatto è che attra- verso TUfficio estero del CC non c'è speranza di ottenerlo, giacché là noi siamo ora in minoranza. C’è stata un’occasione per la Russia, e io ho trasmesso al CC russo che fornisca un sussidio a Mikhail. Spero di aver una risposta favorevole entro un paio di settimane. Sarebbe in ogni caso necessario fare in modo che Mikhail continui a curarsi e resti per ora a Davós fino a che non si sia completamente ristabilito. Vi stringo forte la mano. Vostro N. Lenin Il mio indirizzo: Mr. VI. Oulianoff. 4. Rue Marie Rose. 4. Paris. 14. Spedita a Davos da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A L. TYSZKA 20.7 Werter Genosse! Ho saputo ora da Warski che due del Golos (che sono stati all’assemblea plenaria) sono già in Russia. La situazione è cri- tica. Abbiamo perduto tre bolscevichi dopo il plenum 236 . Non possiamo perderne altri. Se non ci aiutano i polacchi, la partita è persa. O trovate un altro membro polacco del CC e lo mandate con Hanecki per due o tre settimane per convocare il collegio 227 a qualsiasi costo soltanto per 1910 111 prendere delle « misure » e per effettuare la cooptazione, — oppure la partita è persa. Dipende da voi. Noi abbiamo fatto tutto il possibile, ne abbiamo perduti tre, più non possiamo. Scrivetemi: M. Oulianoff. Rue Mon Desir, Villa les Roses. Pornic (Loire-Inférieure). France. Sarò là fino al 23 agosto, poi a Copenaghen m . Molti saluti a Rosa. Vostro N. Lenin Scritta il 20 luglio 1910. Spedita a Berlino da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. A K. RADEK 30.IX.10 Werter Genosse! Scusatemi se ho tardato a rispondere alle vostre due lettere. Sono tornato a Parigi solo l’altro ieri 229 > sicché non ho potu- to rispondere prima. Per quel che riguarda Tarticolo per TOC sulla risoluzione del Con- gresso di Copenaghen per il disarmo, Tarticolo è stato già commissio- nato (già a Copenaghen) e scritto da un altro collaboratore. Purtroppo la vostra proposta è arrivata troppo tardi. Circa la pubblicazione del vostro articolo nel prossimo numero, bisogna parlarne con Warski e con l’altro condirettore. Lo farò. A proposito dei vostri editoriali sulla Leipziger Volkszeitung, deb- bo dire che la questione è molto interessante, ma io me ne sono occu- pato poco, e ho l’impressione che dal punto di vista teorico voi non abbiate affatto ragione. Il criterio deir« irrealizzabile nel quadro del capi- talismo » non si può intendere nel senso che la borghesia non permet- terà, che non si potrà attuare, ecc. In questo senso moltissime rivendi- cazioni del nostro programma minimo sono « irrealizzabili », e ciò non- dimeno obbligatorie. Inoltre, quando parlate deirindirizzo dell’Internazionale, voi omet- 112 LENIN tete nella citazione le parole di Marx sui principi regolatori dei rapporti fra gli Stati. Non è questo un programma « minimo » in politica inter- nazionale? E infine, perché non dite una parola del Kami Europa abriisten ? di Engels 230 ? Voi avete pienamente ragione, a mio parere (tutto è un mio parere personale, naturalmente), che è impossibile abbandonare la rivendica- zione deirarmamento del popolo. Non sarebbe piu giusto concentrare l’attacco non sul fatto che V Abrustung m c’è nella risoluzione, ma sul fatto che la Volkswehr non c’è? A Martov e a Trotski intendo dare una risposta sulla Neue Zeit. Ho già scritto a Kautsky chiedendogli se la pubblicherà e l’ampiezza che dovrà avere, Anche sulla Leipziger Volkszeitung bisogna rispondere, naturalmente. Una stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Lipsia da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A K. RADEK Al compagno Karl Radek. 9.X.10 Egregio compagno, avevo l’intenzione di rispondere agli articoli di Martov e di Trotski con un ampio articolo sulla sostanza della questione nella Neue Zeit. Ma è andata altrimenti. Voi avete pubblicato un’ottima dichiarazione, e il compagno Karski, prima ancora che io scrivessi a Kautsky e a Wurm della mia intenzione, ha dato alla Neue Zeit un arti- colo contro Martov 232 . Wurm mi ha trasmesso l’articolo di Karski, ed io sono rimasto d’accordo che ci si limiti a questo articolo. Ma non posso, tuttavia, lasciare senza risposta le incredibili scioc- chezze e deformazioni di Martov e di Trotski. Ho già pronto circa un terzo o metà del mio articolo. Il tema è: Il significato storico della lotta aWinterno del partito in Russia™. Per favore, datemi un consiglio: è 1910 113 possibile e opportuno pubblicare questo articolo nella Leipziger Volks- zeitung ? Se la risposta a questa domanda dipende dal fatto che il mio arti- colo piaccia o no alla redazione, io naturalmente sono pronto a sottopor- vi Tarticolo senza condizioni. Vi sarei molto grato se fin d’ora mi poteste comunicare qualcosa a questo proposito. Ad esempio vorrei sapere se voi potete far pubbli- care nella Leipziger V olkszeitung alcuni corsivi su questo argomento. Che lunghezza massima può avere l’articolo? E ancora: io non posso scrivere in tedesco, scrivo in russo; potete voi far fare la traduzione a Lipsia, oppure questo vi è scomodo o difficile e io debbo trovare qui un traduttore (naturalmente, con ogni probabilità lo posso anche fare) — oppure, infine, io scrivo nel mio tedesco molto cattivo (questa lettera ne è una prova), e a Lipsia poi la tradurranno dal cattivo in buon tede- sco? (Una volta un mio amico mi ha detto che è più facile tradurre in tedesco da un buon russo che da un cattivo tedesco). Con i migliori auguri. Vostro N. Lenin Il mio indirizzo: Mr. Vi. Oulianoff. 4. Rue Marie Rose. 4. Paris XIV. Spedita a Lipsia da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A G.V. PLEKHANOV 22.XI.10 Caro G.V., il compagno Grigori mi ha ora trasmesso la vostra let- tera. Dall’Ufficio internazionale socialista io ho avuto esclusivamente una lettera che trattava di denaro, cioè dei contributi del nostro partito X 114 LENIN per il mantenimento deirUfficio stesso. L’ho ritrasmessa al cassiere del- l’Ufficio estero del CC e ho risposto a Huysmans che avevo dato comu- nicazione del contributo .Qualsiasi documento « che non tratti di de- naro » proveniente dall'Ufficio internazionale socialista, ve lo manderò senz’altro. Come avete trovato la Rabociaia Gazieta? Qui si dice che Martov e C., riprendendo a pubblicare il Golos, hanno invitato i menscevichi-partitisti a « sloggiare » dal « loro » gruppo. Una stretta di mano. Vostro N. Lenin Spedita a Ginevra da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. 19 11 A G.V. PLEKHANOV 3. 11.11 Caro compagno, ho ricevuto oggi la vostra lettera su Singer e Tho trasmessa a un compagno che ha promesso di inviare un telegramma (io sono colpito da una leggera influenza). A proposito. Il 18 dicembre vi ho spedito una lettera di Huysmans con un mio progetto di risposta 234 . È passato ormai molto tempo, ma non ho avuto risposta da voi!! Invia- temi almeno la lettera di Huysmans. Dalla frazione mi scrivono che i liquidatori hanno lanciato un nuo- vo attacco contro le note di Iordanski nel n. 4 della Zviezdà. In favore dei liquidatori si sono schierati Smirnov, il fratello di Martov, Cereva- nin, ecc. Contro: Veselovski, Cerniscev, Lositski. Poletaiev (che mi ha scritto a questo proposito), dice che la vit- toria è certa, cioè che l’attacco dei liquidatori è respinto. Una stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a San Remo da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A A.M. GORKI Caro A.M., come va la salute? M.F. mi ha scritto che siete tornato con la tosse, ecc. Spero che siate guarito. Abbiamo avuto un incidente con la Mysl 2is . Avrete certamente 116 LENIN letto sulla Riec e sugli altri giornali di che si tratta. Bisogna trasferire la cosa a Pietroburgo e cominciare da capo. Ma non abbiamo gente le- gale che dia affidamento. Non potreste aiutarci voi, se veramente avete simpatie per la Mysl? O, forse, potrebbe aiutarci Piatnitski? Le cose stanno cosi: per ora abbiamo ancora denaro per la pubblicazione di un cosi piccolo giorna- letto (naturalmente, a condizione che tutti noi lavoriamo gratuitamen- te e che si paghino 20 rubli per foglio agli estranei! Non è gran che, come vedete). Insomma, l’aiuto che ci serve ora è esclusivamente tec- nico: trovare un editore che, senza perdere una copeca del suo , pubbli- chi la rivista (inoltre noi rispettiamo talmente la più stretta legalità che diamo il diritto all’editore e al segretario di redazione + a un giurista di eliminare tutto ciò che possa essere minimamente pericoloso: quattro numeri li abbiamo diffusi senza la minima noia da parte del tribunale. Il n. 5 è stato sequestrato a causa di Kautsky 236 !! È chiaro che è stato un pretesto. In Kautsky non ce nulla di illegale). Perché Piatnitski o qualcun altro non ci dovrebbe aiutare in una cosa cosi priva di pericoli? Se non è possibile trovare un editore, non si potrebbe trovare un segretario — una persona legale, — al quale pagheremo 50 rubli al mese perché si occupi della tipografia e della spe- dizione? Ci vuole semplicemente una persona onesta e diligente. Noi non abbiamo uomini legali, all’infuori di operai (che però non sono adat- ti), questo è il nostro guaio. Secondo problema. Noi abbiamo una traduzione già pagata degli ultimi articoli di Kautsky contro Maslov 237 . È una cosa legale. È una cosa necessaria, perché Maslov ha detto un cumulo di menzogne e ha tratto in inganno i lettori russi. Sono da 3 a 5 fogli di stampa. Non si potrebbe pubblicarli, senza compenso (giacché la nostra traduzione è già pagata), a prezzo di costo? Piatnitski (o qualcun altro) va bene per una cosa del genere o no? Terza questione. I.M. Nakhamkis, inviato qui in esilio da Pietro- burgo per avere avuto rapporti con il gruppo parlamentare socialdemo- cratico (è lui Nevzorov, Steklov, autore di un buon libro su Cernyscev- ski 238 ), cerca insistentemente lavoro e chiede se non si può pubblicare Peary : Viaggio al Polo nord. Pensa che andrebbe a ruba. Che novità ci sono da voi circa i « piani »? Scrivete. Rispondete agli operai della nostra scuola. Sono bravi ragazzi. Uno 1911 117 è poeta, il poverino, scrive sempre versi e non ha nessuno che lo guidi, lo aiuti, gli dia insegnamenti e consigli. Una stretta di mano. Vostro Lenin Robert E. Peary: La découverte du pole nord , Paris. — Magnifiche illustrazioni. I clichés si possono comprare qui a buon mercato. Circa 15 fogli di stam- pa per 40.000 lettere (sono stato ora da Steklov che mi ha comunicato questi particolari.) Scritta alla fine di aprile 1911. Spedita a Capri da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin , I. LA SITUAZIONE NEL PARTITO Il nostro partito è giunto, indubbiamente, ad uno dei punti critici del suo sviluppo. Tutti i bolscevichi debbono tendere le forze per chia- rire fino in fondo la propria linea di principio, per serrare le file e ri- portare nuovamente il partito sul giusto cammino. All estero sono appena accaduti (nel giugno-luglio 1911) avveni- menti che segnalano la crisi dei centri di partito. Questi avvenimenti, esposti e commentati in una serie di fogli pubblicati da quasi tutte le frazioni e correnti, si riducono al fatto che i liquidatori (attraverso l’Uf- ficio estero del Comitato centrale) 239 hanno fatto definitivamente fallire la convocazione di una assemblea plenaria. I bolscevichi hanno rotto con questo Ufficio estero del CC, che si è messo fuori legge, e hanno fatto blocco con i « conciliatori » e i polacchi creando una « Commissione tecnica » e una « Commissione di organizzazione » 2A0 per la convocazio- ne di una conferenza. Qual è il significato di principio di questi avvenimenti? 118 LENIN La separazione dai liquidatori che hanno rotto con il POSDR, ma ostacolavano tutto il suo lavoro airinterno dei centri (come l’Ufficio estero del CC), significa l’eliminazione di questo ostacolo e la possibi- lità di dedicarsi di buona lena alla ricostituzione di un partito social- democratico illegale ed effettivamente rivoluzionario. Questa è la prima cosa, e la più importante. Secondo: la rottura con l’Ufficio estero del CC, che ha violato tutte le leggi di partito (e la conseguente uscita dalla redazione deH’Organo centrale di Martov e di Dan, che dal febbraio 1910 non prendevano affatto parte all’OC) significa che viene corretto l’errore del plenum (del gennaio 1910) in virtù del quale si erano venuti a trovare nei centri non i menscevichi partitisti, ma gente del Golos 241 , cioè i liquidatori. La linea di principio del plenum (epurazione del partito operaio dalle correnti borghesi del liquidatorismo e dell’otzovi- smo 242 ) è ora liberata dai centri liquidatori che ne impedivano la mani- festazione. Per fortuna, i lamenti ipocriti degli uomini del Golos e di Trotski in difesa dell’Ufficio estero del CC hanno trovato il giudizio di un giuri d’onore. Tre socialdemocratici tedeschi (Mehring, Kautsky e Zetkin) do- vevano risolvere la questione dei fondi bolscevichi, consegnati al CC in via condizionata , ma essi hanno deciso preliminarmente , prima della conferenza, di rimettere il denaro non all’Ufficio estero del CC, ma alla Commissione tecnica. Questa decisione equivale al riconoscimento da parte di un giuri d’onore del torto dell’Ufficio estero del CC. Come si comportano le altre frazioni all’estero? Trotski, natural- mente è tutto per i liquidatori, gli uomini del Vperiod m anche, (non lo hanno ancora detto sulla stampa, ma è noto dai loro colloqui ufficiali con la Commissione di organizzazione). Plekhanov « attende », predicando per ora (vedi la risoluzione dei plekhanoviani ) l’accordo con l’Ufficio estero. L’Ufficio estero del CC cerca di convocare lui una conferenza con l’aiuto di Trotski, del Vperiod e C. Se uscirà qualcosa da una siffatta « alleanza », non si sa. Il crollo di principio è qui inevitabile. Nulla che possa assomigliare a una attività di partito può uscire da questo blocco. Il « blocco » organizzato dall’ex Ufficio estero del CC non può signifi- care altro che intrighi per coprire l’attività antipartito e antisocialdemo- cratica del gruppo del signor Potresov, Mikhail, Iuri, Roman e compagni. Compito dei bolscevichi è ora di serrare le file, di dare una ri- 1911 119 sposta netta a tutti i nemici della socialdemocrazia, di dare l’esempio a tutti gli esitanti e di aiutare il POSDR illegale a rimettersi in piedi. Si dice: questa è una scissione. L’ipocrisia di queste grida dei si- gnori dell’Ufficio estero del CC l’hanno riconosciuta perfino i tede- schi, che sono estranei agli affari russi. L’opuscolo di Martov in te- desco, consegnato all’esame del giuri, ha provocato questo giudizio di Clara Zetkin: « uno scritto ignobile ». In Russia non c’è scissione delle organizzazioni illegali, noh ci so- no organizzazioni socialdemocratiche parallele- Vi sono uomini di par- tito e liquidatori, che si sono separati e isolati. I gruppi esteri del Go- los, di Trotski, del Bund, del Vperiod, ecc., vogliono nascondere la scis- sione dei liquidatori, aiutarli a celarsi sotto il nome del POSDR, aiu- tarli a far fallire la ricostruzione del POSDR. Nostro compito è di rin- tuzzare a qualsiasi costo l’azione dei liquidatori e, nonostante la loro azione in senso contrario, ricostituire il POSDR. Chiamare la ricostitu- zione e il rafforzamento del partito illegale, nonostante l’opposizione dei legalitari che se ne sono distaccati, una « scissione », significa prendersi giuoco della verità e (inconsapevolmente o ipocritamente) tendere la mano ai liquidatori. Si dice che i bolscevichi vogliono le frazioni. Su questo punto si sono staccati ora (a Parigi), creando una frazione a par- te, proprio i « liquidatori ». Contrari al « frazionismo », essi hanno creato una nuova frazione (con una speciale rappresentanza nella Com- missione tecnica e nella Commissione di organizzazione: è questo ap- punto il segno fondamentale della frazione, la disciplina interna dei « conciliatori » tra di loro). Come sta la questione del frazionismo? I bolscevichi nel gennaio 1910 hanno sciolto la loro frazione a condizione che anche tutte le altre frazioni si sciogliessero. La condizione, come tutti sanno, non è stata rispettata. E il Golos e il Vperiod e Trotski e compagni hanno raffor- zato la loro individualità di frazione. E noi bolscevichi abbiamo dichia- rato apertamente il 5 dicembre 1910 che la condizione era stata viola- ta, che il nostro accordo sullo scioglimento delle frazioni era stato rot- to, e che esigevamo la restituzione dei fondi della nostra frazione. Non solo le correnti antipartito, ma anche i plekhanoviani sono ri- masti come frazioni; hanno il loro organo (il Dnievnik ), la loro piatta- forma, i loro candidati di frazione ai centri, la loro disciplina interna di frazione. 120 LENIN In questa situazione le grida contro il « frazionismo », gettate da uomini che hanno appena formato la loro frazione, non sono altro che una vuota frase. È tempo ormai di comprendere che le grida contro il frazionismo mirano solo a distrarre l'attenzione dalla questione vera- mente importante, e cioè dal contenuto di partito o antipartito dell’at- tività delle varie frazioni. Noi bolscevichi, facendo blocco con le fra- zioni dei « conciliatori » e dei polacchi, abbiamo creato la Commissione tecnica e la Commissione di organizzazione. I polacchi sono per i « con- ciliatori », noi siamo in minoranza e non rispondiamo degli errori con- ciliatoristici della Commissione tecnica e della Commissione di orga- nizzazione. Tutta la storia del « conciliatorismo » (che noi raccontere- mo sulla stampa, non appena i conciliatori ci costringeranno a farlo) dimostra clamorosamente i suoi errori. I bolscevichi debbono capirlo, per non ripetere più questi errori. I « conciliatori » non hanno capito le radici ideologiche della sepa- razione dai liquidatori, perciò hanno lasciato loro una serie di scap- patoie e spesso sono stati (involontariamente) un giocattolo nelle mani dei liquidatori. I « liquidatori », al plenum del gennaio 1910, hanno introdotto (insieme con i polacchi) un punto assai stupido nella risolu- zione; « per la prima volta », ecc. (veda il Diskussionny Listok, n. 2 in Lenin il Dnievnik di Plekhanov che ha riconosciuto questo pun- to come inconsistente, integralista, e cioè assurdo). I conciliatori hanno creduto negli uomini del Golos ; in contraccambio il Golos ha pubblica- mente svergognato i conciliatori con i suoi pesanti abbracci. I conciliatori hanno creduto in Trotski, che si è messo chiaramen- te e completamente dalla parte dei liquidatori. In Russia i concilia- tori (che hanno avuto in mano per più di un anno l’Ufficio del CC, cioè tutto il potere e tutto il denaro) hanno mercanteggiato con i liquida- tori, li hanno invitati, li hanno « attesi », e perciò non hanno fatto nulla. Ora, entrando nella Commissione tecnica e nella Commissione di organizzazione, i conciliatori si trovano a un bivio; da una parte, il fatto della rottura delPUfficio estero del CC è un riconoscimento e una correzione degli errori dei conciliatori; dall’altra, la formazione di una frazione separata contro i bolscevichi e l’alleanza con i polacchi più esitanti, è un passo verso la continuazione dei vecchi errori. Il nostro dovere è di mettere in guardia tutti i bolscevichi contro 1911 121 questo pericolo e chiamarli a unire tutte le loro forze e a lottare per la conferenza. Tutto e tutti debbono essere mobilitati per questa lotta. I bolscevichi debbono vincere per rimettere il partito sulla giusta via. Due sono stati gli errori che hanno vissuto i bolscevichi come corrente dopo la rivoluzione: 1) l’otzovismo-vperiodismo e 2) il con- ciliatorismo (l’oscillazione dalla parte dei liquidatori). È tempo di li- berarsi dell’uno e dell’altro. Noi bolscevichi abbiamo fermamente deciso di non ripetere (e di non lasciar ripetere) per nessuna ragione gli errori conciliatoristici ora . Ciò significherebbe frenare la ricostituzione del POSDR, confonderla in un nuovo giuoco con gli uomini del Golos (o con i loro lacchè del tipo di Trotski), con gli uomini del Vperiod, ecc. mentre il momento è critico e non c’è tempo da perdere. Tutti i bolscevichi debbono stringere le file, tenere al piu presto e a qualsiasi costo una conferenza, riportarvi la vittoria oppure passare a un’opposizione aperta, chiara, di principio. Solo il bolscevismo può riportare il partito sulla giusta via, essendo estraneo alle oscillazioni sia a sinistra che a destra. Scritto nel luglio 1911. Pubblicato per la prima volta nel 1956 sul Kommunist, n 5. A A.M. GORKI 15.IX.il Caro A.M., l’ultima volta che vi ho scritto è forse un paio di mesi fa, all’inizio della scuola 245 (che ora è terminata e gli allievi se ne sono andati). Non ho avuto risposta, ed io mi chiedevo se si erano tra- scinate in lungo le « trattative » o se era avvenuto qualche cambiamen- to radicale. Giorni fa è stato qui Lestcenko e mi ha parlato di Capri, ed io sono stato molto contento di sapere che tutto derivava dal rinvio degli incontri da voi previsti fino a « dopo la fiera » 246 . Ma i piani concernenti Capri sono rimasti gli stessi, ci ha detto Lestcenko: una grossa rivista, un grande giornale, e ancora, forse, un giornale al prezzo di una copeca. 122 LENIN Si, si, ora verrebbe proprio a proposito. I liquidatori (cosi si dice a Pietroburgo, da dove abbiamo ricevuto oggi una lettera) acquistano la Kopieika di Kiev e la portano a Pietroburgo. Sarebbe estremamente im- portante organizzare loro una risposta. Per ora non abbiamo potuto far altro che procurarci gli ultimi sol- darelli per fare uscire di nuovo la Zviezdà. Conto molto sul vostro aiuto: mandateci un articoletto. L'aiuto è soprattutto importante al- l'inizio, giacché non sarà facile rimettere in moto una pubblicazione interrotta. Avete ricevuto e letto l'opuscolo di Kamenev? Nutro la speranza che dissiperà alcune prevenzioni che voi avete, a quanto pare, contro il suo autore. Negli affari di partito c'è da noi una gran confusione, ma tuttavia un chiarimento è vicino. Plekhanov strepita: fa sempre cosi prima del chiarimento, è in lui come una malattia. Martov ha inviato a Kautsky e alla Zetkin una traduzione (battuta a macchina) del suo opuscolo, con il che ci ha molto aiutato: sia Kautsky che la Zetkin hanno duramente criticato l’opuscolo, il primo chiamandolo « esecrabile », la seconda « ignobile ». Ed ora, i migliori saluti. Scrivete per la Zviezdà. Scrivetemi due righe se non vi dà noia. Molti saluti a Maria Fio- dorovna. Vostro Lenin Spedita a Capri da Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1925 in Miscellanea di Lenin , III. A G.L. SCKLOVSKI Egregio compagno, recandomi da qui (dove tengo domani una conferenza sul tema « Stolypin e la rivoluzione ») a Ginevra, passerò per Berna e vorrei vedere i bolscevichi locali. Scrivetemi subito (l’indirizzo è sul retro — 1911 123 per NN), per dirmi se posso trovarvi mercoledì o giovedì e se da voi ci sono ancora bolscevichi. Una stretta di mano. Lenin P.S. — Può darsi che vi siano lettere per me al vostro indirizzo. Se avete cambiato casa, avvertite la posta. Scritta il 25 settembre 1911. Spedita a Berna da Zurigo. Pubblicata per la prima volta nel 1939 in Miscellanea di Lenin , XIII. A G.L. SCKLOVSKI Egregio compagno, ho ricevuto la vostra lettera e ho risposto con un telegramma.. Per evitare equivoci, aggiungo qui ancora qualche dettaglio. Si tratta di una conferenza pubblica a pagamento (« Stolypin e la rivolu- zione ») a favore della Rabociaia Gazieta (naturalmente non c’è nessun bisogno, o in ogni caso non è obbligatorio, scrivere negli annunci in fa- vore di chi si raccoglie il denaro). La presidenza dell’assemblea (o il presidente) deve essere assolutamente formata di bolscevichi locali, (e niente affatto « eletta », per evitare intrighi e scandali che tanto piac- ciono ai liquidatori). Sono d’accordo per avere un colloquio con i parti tisti (plekhano- viani), ma non con quelli del « Golos ». La cosa migliore sarebbe limi- tare l’incontro ai bolscevichi. Spero di arrivare giovedì; se faccio a tempo spedirò un telegram- ma con l’ora del mio arrivo. Per favore, siate cosi gentile da spedire questa lettera subito a Gorin (M. Gorine. Rue due Pont Neuf, 2. Chez M-me Vire. Genève), perché possa prendere le misure necessarie per organizzare una analogc conferenza per sabato a Ginevra e rispondere per vostro tramite giovedì 247 . Una stretta di mano. Lenin 124 LENIN Come documentazione per la conferenza, vi prego di raccoglier- mi (a) la collezione dell’organo centrale (3) 2 partiti, (y) il Dnievnik, (S) Arkomed Scritta tra il 22 e il 28 settembre 1911. Spedita a Berna da Zurigo. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. 19 12 CON CHE VANNO ALLE ELEZIONI I CADETTI? 249 L’editoriale della Riec di sabato, 15 settembre, rappresenta un vero e proprio riassunto dei principi politici fondamentali del partito costituzional-democratico. A che cosa si riducono ora questi principi del massimo partito della borghesia liberal-monarchica? A tre punti: 1) « allargamento del diritto elettorale », 2) « riforma radicale del Consiglio di Stato» 250 e 3) «responsabilità del ministero di fronte ai rappresentanti del popolo ». È di per sé chiaro che a questo si aggiungono la libertà di associazione (di coalizione) e tutte le altre libertà, la parità dei diritti di tutte le nazionalità, « l’arresto e il rallen- tamento » della differenziazione degli strati sociali nelle campagne, ecc., ecc. Confrontino i lettori questi « tre punti » dei liberali, con i « tre punti » della democrazia operaia, che ha dato una vera risposta e alla questione politica e alla questione operaia e alla questione contadina. E la vera fonte di tutti i mali e di tutte le calamità, la loro vera « culla », cosi come il mezzo di uscirne sono indicati nel modo più chiaro nei « tre punti » della democrazia operaia. Quanto alla piattaforma liberale dei cadetti — perché questa è, non formalmente, ma sostanzialmente, una vera e propria piattaforma elettorale — è soltanto un desiderio di modeste riforme costituzionali, che si distingue ben poco dai voti degli ottobristi. L’essenziale è lasciato neH’ombra; sull’essenziale i partiti della bor- ghesia liberale-monarchica non hanno nulla da dire. Se i cadetti voglio- no « fare i modesti », hanno pur sperimentato in pratica la modestia questi signori Guckov — e qual è stato il risultato? Un bello zero! Noi vogliamo poco — si vantano i cadetti. Ma questa « carta », cari signori, è stata già giocata dagli ottobristi. Nelle tre Dume, i ca- detti e gli ottobristi hanno continuamente assicurato il « potere » e la 126 LENIN « società » che ciò che vogliono è poco, modesto, il minimo-europeo. Il risultato è stato un bello zero! No, signori, che enumeriate in tre o in venti punti le vostre rifor- me costituzionali, la vostra piattaforma resta comunque una cosa mor- ta. Si può parlare delle riforme costituzionali senza rendersi ridicoli solo là dove e allorquando vi sono già presenti, formati, garantiti, solidi, i fondamenti e le basi della libertà politica. Voi sapete bene che in Russia tutto questo non c'è ancora, e per- ciò i vostri pii desideri non indicano alla democrazia una via d'uscita, ma la illudono con speranze ingannevoli! Scritto tra il 15 e il 20 settembre (28 settembre-3 ottobre) 1912. Pubblicato per la prima volta nel 1954 in Kommunist , n. 6. L’UNITÀ DEGLI OPERAI E LE ELEZIONI Le frasi sulla « unità » riempiono il giornale dei liquidatori Lue uscito — come nota giustamente un collaboratore della Pravda — pro- prio al momento delle elezioni per rompere l'unità. Il momento decisivo delle elezioni nella curia operaia del governa- torato di Pietroburgo sarà tra pochi giorni, venerdì 5 ottobre. Quel giorno i delegati operai designeranno 6 grandi elettori. Sono proprio queste elezioni che hanno una importanza decisiva, giacché, se non tutti i grandi elettori saranno democratici operai e avversari del liquidato- rismo fermi e conseguenti, non vi sarà nessuna seria garanzia che alla Duma di Stato venga eletto un deputato che corrisponda ai desideri della maggioranza degli operai coscienti. Per non cadere proprio al momento decisivo bisogna avere una idea chiara dei compiti che spettano agli operai democratici e della situazione in cui si trovano ad agire i delegati. Tutto si riduce ora al fatto che i liquidatori, dietro il velo delle frasi unitarie, violano la volontà della maggioranza degli operai coscienti di Pietroburgo, cercando di imporre alla maggioranza degli operai i can- 1912 127 didati scissionisti di una minoranza di intellettuali, e precisamente degli intellettuali liquidatori. Ogni elezione in un paese borghese è accompagnata da una fiu- mana di parole, da una esplosione di promesse menzognere. Il principio fondamentale della socialdemocrazia è di non credere alle parole, ma di esaminare la sostanza delle cose. Le frasi suirunità che i liquidatori pronunciano sul loro giornale Lue , sono para menzogna. Di fatto l'unità è stata già realizzata a Pie- troburgo dalla maggioranza degli operai coscienti contro i liquidatori , è stata attuata nell'azione di maggio, nell'appoggio dato alla Pravda da 550 gruppi di operai, contro 16 gruppi di liquidatori. Ecco, questa non è una frase, ma un fatto. Quando 550 gruppi si uniscono contro 16, questo si chiama unità. Quando 16 vogliono impor- re il « loro » candidato a 550, questa è scissione. I liquidatori operano la scissione gridando all'unità, come il ladro che fuggendo grida « al ladro! ». Gli operai coscienti non debbono farsi ingannare da grida e fra- si vuote. Non credete alle parole, esaminate a mente fredda la situazione. L’enorme maggioranza degli operai marxisti avversano il liquidatori- smo. I liquidatori hanno dietro di sé un'insignificante minoranza degli operai, mentre la loro « forza » sta negli intellettuali borghesi che pos- sono pubblicare una rivistucola, fare uscire il giorno delle elezioni un nuovo giornale, trovare i « collegamenti », gli uomini per le commis- sioni elettorali formate da intellettuali, ecc. Questi fatti sono noti ad ogni socialdemocratico di Pietroburgo. Da ciò è evidente il significato che hanno le grida dei liquidatori sull’unità. Nascondendosi dietro queste grida, gli intellettuali borghesi che simpatizzano per i liquidatori vorrebbero distruggere l’unità degli operai , imponendo loro un candidato dei liquidatori. Ecco quel che c'è sotto. Ecco qual è « l’astuto meccanismo » del Lue liquidatore. Chi vuole l’unità reale degli operai marxisti deve fare in modo che siano eletti tutti i grandi elettori antiliquidatori. Chi vuole l'unità reale fa in modo che si realizzi la volontà della maggioranza degli operai coscienti. 128 LENIN Chi aiuta la minoranza a violare questa volontà è il peggiore degli scissionisti, per altisonanti che siano le sue frasi sull’unità. Scritto alla fine di settembre 1912. Pubblicato per la prima volta nel 1954 in Kommunist , n. 6. A V.A. KARPINSKI Caro K., non ho seguito gli ultimi congressi della pace. Ho sentito parlare, ma soltanto sentito 251 , della partecipazione dei socialisti e del suo carattere opportunistico. Non me la sento di prendere una posizione decisa su tale que- stione senza aver letto i resoconti almeno di un congresso. La questione è complicata. È indubbio che il progresso generale dell’opportunismo, le cui forze « fanno da contrappeso » alla socialdemocrazia rivoluziona- ria nei principali paesi del movimento operaio (Germania) deve riflet- tersi anche qui. Faccia pure Bebel della diplomazia con gli opportunisti — se proprio è necessario (???) — , questo a noi non ci riguarda. Ecco tutto quello che posso dire per ora. Saluti alla compagna Olga e a tutti gli amici, compreso Gorin. Co- me sta? Che novità ci sono da voi? Che rapporti avete con Plekhanov? Discutete? Kamenev — (che ora è qui) — terrà in autunno una conferenza in Svizzera, dove si fermerà nel suo viaggio per Parigi. Quest’inverno, for- se, verrò anch’io. Saluti. Vostro Lenin Scritta 1*8 ottobre 1912. Spedita a Ginevra da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. LETTERA ALLA REDAZIONE Il sottoscritto, già collaboratore politico permanente della Pravda e della Nievskaia Zviezdà, ritiene proprio dovere protestare contro l’at- 1912 129 teggiamento che i dirigenti di questi giornali hanno assunto in un mo- mento critico. Le elezioni a Pietroburgo, sia nella curia operaia, che nella se- conda curia cittadina, sono un momento critico, il momento in cui si realizzano i risultati di cinque anni di lavoro, il momento in cui si decide, sotto molti aspetti, l'indirizzo dei prossimi 5 anni di lavoro. L'organo dirigente della democrazia operaia deve svolgere, in un momento simile, una politica chiara, ferma, precisamente determinata. La Pravda invece, che di fatto è in larga misura un organo dirigente, non svolge una tale politica. Il Lue e il Metallist levano grida disperate sulla « unità », svolgendo sotto questa insegna « popolare » la peggiore politica dei liquidatori, cioè: una insignificante minoranza non si sottomette alla schiacciante maggioranza degli operai marxisti di Pietroburgo, e 3, 3, 10 gruppetti di intellettuali e un pugno di operai impongono il loro candidato a centinaia di gruppi operai della democrazia operaia conseguente. Nei pochi giorni che sono rimasti prima delle elezioni dei grandi elettori di parte operaia, nelle poche settimane che sono rimaste prima delle elezioni alla seconda curia di Pietroburgo, la Pravda dovrebbe assolutamente condurre una lotta implacabile contro questo inganno ai danni della massa operaia, celato sotto frasi falsamente popolari. Biso- gna assolutamente spiegare, mostrare, far capire a tutti e ciascuno nel modo piu particolareggiato: 1) che il liquidatorismo è una corrente non marxista, ma li- berale; 2) che l’unità esige la sottomissione della minoranza alla mag- gioranza, e i liquidatori sono manifestamente, in base alla esperienza di otto mesi di lavoro, una minoranza insignificante; 3) che coloro che vogliono sostenere la democrazia operaia deb- bono sapere dov'è la massa operaia e dove l'intellettualità piccolo-bor- ghese che giuoca al marxismo; 4) che la conferenza, di cui sempre parlano i liquidatori e il Lue è stata respinta e denunciata sia dal neutrale Plekhanov (ha detto chiaramente che alla loro conferenza avevano partecipato « elementi » non di partito e antipartito) sia , addirittura, da Alexinski, ostile agli antiliquidatori. ') (>X4 130 LENIN Ecc., ecc. Se la Pravda non chiarirà tutto dò in tempo, essa sarà responsa- bile di confusione e di scissione, giacché, avendo dietro di sé Tenorme maggioranza degli operai e chiarendo tempestivamente la questione, la Pravda assicurerebbe certamente Punita, giacché i liquidatori sono maestri nel vantarsi e nel minacciare, ma in pratica non si decide- rerebbero mai a marciare contro la Pravda. La Pravda stessa ha riconosduto che vi sono due linee, due piat- taforme, due volontà collettive chiaramente formulate (quella di ago- sto, dei liquidatori, e quella di gennaio). Tuttavia la Pravda fa pen- sare che essa seguirebbe una terza linea, una « sua » linea, escogitata ieri non si sa da chi e che porta (come d scrivono a parte da Pietro- burgo, giacché il collegio della Pravda si intestardisce a non fornirà ri- sposta) sia a cedere ai liquidatori uno dei tre candidati, sia a consegnar loro tutta la seconda curia, in cambio « della curia operaia ». Se queste vod sono false, allora la Pravda ne è completamente responsabile , giacché non si può seminare tra i marxisti una tale incertezza per cui amici ben noti, marxisti, sono indotti a credere a queste vod e a diffonderle. In un momento critico, la Nievskaia Zviezdà, senza pubblicare nes- suna lettera di spiegazione, cessa le pubblicazioni, si interrompe com- pletamente lo scambio collettivo di opinioni, e i collaboratori politici restano alVòscuro , senza sapere chi essi aiutano a far eleggere, se un liquidatore o un altro. Sono costretto a protestare con forza e a decli- nare ogni responsabilità per questa situazione anormale, gravida di lunghi conflitti. Prego di comunicare questa lettera al « padrone » della Pravda e della Nievskaia Zviezdà e a tutto il collegio redazionale dei due giornali e a tutti i collaboratori tra i democrati d operai conseguenti. Saluti. V. llin Scritta nella prima metà dell’ottobre 1912. Spedita a Pietroburgo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1956 in Kommunist , n. 5. 1912 131 ALLA REDAZIONE DELLA « PRAVDA » Caro amico, non trovate strano che noi abbiamo una corrispon- denza vivace ed estremamente animata su una questione teorica, su un libro, su una teoria e che non abbiamo mai avuto una corrisponden- za sulle questioni scottanti del giornalismo russo, cui ci è avvenuto ad ambedue di partecipare abbastanza da vicino in questi ultimi tempi? Per quel che mi riguarda, lo trovo strano. Io penso che non vi sono né vi possono essere assolutamente circostanze che possano giusti- ficare con un minimo di serietà la mancanza di una tale corrisponden- za, giacché voi stesso una volta avete indicato — con piena ragione — il danno, da noi tutti sentito, causato dal distacco, dall’isolamento, da una certa solitudine, ecc. Spero perciò di poter trovare appoggio se comincio direttamente una corrispondenza n. 2 (la n. 1, sui libri e sulla teoria, s’intende che va e continuerà). Avete conosciuto, mi pare, anche se da lontano, Pokrovski 2°? Che cosa pensate dell’ultima disposizione del Senato? Precisamente quella in base alla quale il censo locativo esige l’occupazione effettiva dell’appartamento? Sembra proprio che questa disposizione, presa im- mediatamente prima delle elezioni per la seconda curia, riguardi spe- cialmente Pokrovski 2°, Predkaln, ecc.! Possono essi avere un altro censo nei propri luoghi di residenza, oltre quello locativo? E può essere che essi, essendo membri della Duma, « abbiano effettivamente occu- pato » il loro appartamento in provincia nel corso, diciamo, di un anno? E se dispongono cosi, non bisogna proporre a Pokrovski 2° di presentarsi a Pietroburgo, dove, probabilmente, ha un censo più solido, cioè meno sottoposto alla « disposizione »? Personalmente sarei molto favorevole a una tale candidatura a Pietroburgo (accanto ai due candi- dati evidentemente indiscussi, che hanno provocato la smentita sciocca e insolente-pusillanime dello sciocco e insolente Lue). Vi sarà infini- tamente grato se vi affretterete a scrivermi due righe (in risposta alle mie 200) riguardo alla vostra opinione a questo proposito. Inoltre io vorrei parlare un po’ con voi sui due giornali operai di Pietroburgo. Il Lue è senza principi, vile, non è un giornale ma un « fo- glio per far fallire » il candidato socialdemocratico. Ma i suoi sanno combattere, sono vivaci, combattivi. Mentre la Pravda si comporta ora, 132 LENIN per le elezioni, come una vecchia zitella sonnolenta. La Pravda non sa combattere. Non attacca, non perseguita né il cadetto, né il liquidatore. Ma può Porgano della democrazia avanzata non essere un organo com- battivo in un momento critico? Supponiamo, nel migliore dei casi, che la Pravda sia certa della vittoria degli antiliquidatori. Comunque, biso- gna combattere perché il paese sappia di che si tratta, sappia chi sabota le elezioni, in nome di quali idee si svolge la lotta. Il Lue combatte con furia, istericamente, rinunciando nel modo piu sfacciato ai suoi principi. La Pravda — per rintuzzarlo — « fa la seriosa », assume un’aria affettata e non lotta affatto!! E tutto questo assomiglia al marxismo? Forse che Marx non sapeva combinare la guerra più appassionata, più coraggiosa e più implacabile, con l’assoluta fedeltà ai principi?? Ora, in periodo elettorale, non combattere significa rovinare la causa. Guardate che cosa è venuto al Lue dalla s u a « cadettofagia »! Alla Pravda, invece, ci si chiedeva con timore se per caso non mangia- vamo troppo i cadetti!! Una stretta di mano. Vostro V. Ilin Scritta nell’ottobre 1912 Spedita a Pietroburgo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1956 in Kommunist , n. 5. ALLA REDAZIONE DELLA « PRAVDA » Caro amico, soltanto oggi abbiamo saputo della vittoria dei liquida- tori a Pietroburgo. Dall’analisi delle cifre è chiaro che li hanno fatti passare non i socialdemocratici , ma precisamente quegli 11 « senza par- tito » che hanno votato per il senza partito Stepanov. Ma le cifre non sono complete. È molto, molto importante avere le cifre complete, cioè 1) il numero dei voti a favore e contro tutti i 13 candidati; sui gior- nali si parla solo di 9 candidati (3 liquidatori e 6 nostri); non ci sono notizie su 3 liquidatori e 1 senza partito. Fate ogni sforzo per racco- 1912 133 gliere questi dati. Si accerti questo fatto con lettere di alcuni delegati alle redazioni dei giornali, se non si riescono a trovare i verbali. L’impor- tanza di queste cifre è enorme. Non risparmiate gli sforzi per trovarle. 2) Bisogna organizzare un’inchiesta tra i delegati per sapere come hanno votato. Soprattutto questo è importante per quel che riguarda i 7 « no- stri » della Putilov + 2 nostri della Semiannikov. Raccogliete le infor- mazioni nel modo più rapido, piu completo, più preciso. È estremamente importante sapere dai delegati, come hanno votato gli 11 senza partito (evidentemente essi hanno votato compatti per i liquidatori, ma è pre- feribile raccogliere testimonianze dirette). Scritta il 2 novembre 1912. Spedita a Pietroburgo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1956 in Kommunistt n. 5. ALLA REDAZIONE DELLA « PRAVDA » Egregio collega, ho scritto a Gorki, come mi avevate richiesto, e oggi ho ricevuto la sua risposta. Egli scrive: «Inviate la nota qui acclusa alla Pravda. Del compenso non c’è nem- meno da parlare, è una sciocchezza. Lavorerò per il giornale, presto comincerò a mandarvi i manoscritti. Non ho potuto farlo finora solo perché sono terribilmente occupato, lavoro 12 ore al giorno, le spalle mi dolgono ». Come vedete, Gorki ha un atteggiamento molto amichevole (*). Spero che voi gli risponderete allo stesso modo e controllerete con cura che gli venga inviata regolarmente la Pravda. La spedizione a volte la- scia a desiderare, sicché è indispensabile che di tanto in tanto controlliate e ricontrolliate voi stesso. Mandate anche (a me perché gliele rispedisca) le novità che possono presentare un interesse per lui, come pure alcuni manoscritti, se vo- lete mantenere questo atteggiamento amichevole. 134 LENIN Vi pregherei vivamente di mandarmi la Pravda nn. 146, 147, 148 e la Nievskaia Zviezdà, nn. 26 e 27, anche solo un paio di copie. Pensate di rispondere alle sortite velenose e turpi del Lue ? Queste canaglie sono state loro a staccarsi ed ora gridano alla scissione!! Ma la loro lista ha ricevuto meno voti (la somma dei voti per tutta la lista, per tutti i 6 candidati) sia il 17.X. che il 1 8.X ! ! ! Cercate di sapere im- mancabilmente da Zaitsev o da qualche altro dei grandi elettori le cifre esatte dei voti di tutti i candidati liquidatori. È tremendamente impor- tante! Quanto alla lista a stampa dei delegati, con quanta insistenza ho pregato di comprarmela presso la cancelleria del governatorato di Pietroburgo! Fatelo immancabilmente! Tanti saluti. Vostro. . . I migliori auguri e congratulazioni a tutti i collaboratori, redattori e amici della Pravda in occasione della vittoria dei suoi fautori a Pietro- burgo, Kharkov, ecc. P. S. Scrivetemi dunque la tiratura attuale della Pravda e del Lue ! Avete materiale sufficiente? * Accludo la lettera di Gorki al Sovremienny Mir f circa la consegna a voi del Racconto. Prendetelo al più presto. Scritta nella prima metà del novembre 1912. Spedita a Pietroburgo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1956 in Kommunist , n. 5. A G.V. PLEKHANOV 17.XI.12. Caro compagno, vi ho appena spedito un telegramma comunican- dovi che abbiamo accettato la combinazione da voi fissata con Ru- banovic. Vi preghiamo di presentare alla commissione 252 , per sua infor- 1912 135 inazione, anche la nostra sfumatura , se noi ci differenziamo da voi nel punto seguente. L’articolo di Kaustky apparso sul n. 6 della Neue Zeit dopo la riunione di ottobre dell’Ufficio internazionale socialista 253 , rappresenta evidentemente l’opinione ufficiale dei tedeschi, degli austriaci, ecc. Noi dissentiamo decisamente dal punto centrale di questo articolo (pp.191- 192, dalle parole « Dabei miissen » fino a « heischenden Massen >► in particolare 254 ). Sembra che Kaustky ignori precisamente lo sciopero rivoluziona- rio di massa. Questo è inammissibile sia dal punto di vista russo (sono 100.000 gli scioperanti politici ora a Pietroburgo, con comizi rivolu- zionari e simpatia per la rivolta dei marinai!) sia da quello di tutta PEuropa. D’altra parte voi conoscete il nostro punto di vista dalla stampa e, spero, non rifiuterete di parlare con il compagno Kamenev. Il nostro delegato all’Ufficio internazionale socialista è il compa- gno Kamenev (M. Rosenfeld. 11. Rue Roli 11. Paris XIV.). Telegrafategli, per favore, se non andrete, ma se andrete cercate di vederlo prima della commissione a Basilea (M. Rosenfeld. Poste restante. Bàie.). Se, disgraziatamente, non andrete, inviate vi prego, per iscritto il vostro voto per le elezioni (Rubanovic o Kamenev) alla commissione. Sempre vostro N. Lenin Wl. Ulianow. 47. Lubomirskiego. Autriche. Krakau. Spedita a San Remo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. ALLA REDAZIONE DELLA « PRAVDA » Cari colleghi, ho assoluto bisogno del n. 8 della Pravda. Mi avete scritto che 136 LENIN non l’avete. Pubblicate allora per favore il seguente annuncio sulla Pravda : per precauzione non scrivo il n. 8, ma i nn. 5-10. Così si usa. Vi prego molto di farlo. Vostro V. Ilin Che ne è di Olminski? È vero che è ammalato? La redazione e l’amministrazione della Pravda pregano vivamente i lettori di procurar loro una copia dei nn. 5-10 della Pravda , necessari per completare la collezione. Scritta prima del 26 novembre 1912. Spedita a Pietroburgo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1936 in Kommunist, n. 3. DOPO LE ELEZIONI IN AMERICA Abbiamo già segnalato sulla Pravda 255 la grande importanza che riveste la scissione del partito repubblicano in America e la forma- zione del partito « progressista » di Roosevelt 256 . Ora le elezioni sono terminate. I « democratici » hanno vinto, e subito cominciano a manifestarsi le conseguenze che erano state previste dai socialisti. Il partito progressista di Roosevelt, con i suoi 4 milioni e mezzo di voti, è l’esempio di una vasta corrente riformi- sta borghese che è entrata in scena con dimensioni tipicamente americane. La sorte di questa corrente presenta un interesse generale, per- ché in questa o quella forma essa esiste in tutti i paesi capitalistici. Le due fonti principali che alimentano ogni corrente riformista borghese sono: i maneggioni, i politicanti borghesi, che ingannano le masse con le loro promesse di riforme, e le masse ingannate, che 1912 137 sentono di non poter piu vivere alla vecchia maniera e vanno dietro al ciarlatano che promette di piu. Ed ecco che in America il partito progressista, appena sorto, il giorno dopo le elezioni scricchiola da tutte le parti. I politicanti borghesi che hanno ingannato le masse con il ciarla- tanismo rooseveltiano, parlano già a gran voce di fusione con il par- tito repubblicano. Di che si tratta? È molto semplice: ai politicanti servono i posti lucrosi che in America il partito vincitore distribuisce con particolare impudenza ai suoi fautori. La scissione dei repubblicani ha dato la vittoria ai « democratici ». Adesso i democratici, in stato di ebbrezza, si dividono i bocconi migliori della torta pubblica. È comprensibile che i loro concorrenti siano pronti a rinnegare il par- tito « progressista » e a tornare nel partito repubblicano unito , che ha tutte le possibilità di vincere i democratici. Un mercanteggiamento grossolano, cinico, dello « spirito di par- tito » non è vero? Ma esattamente la stessa cosa noi vediamo in tutti i paesi capitalistici; e tanto meno un paese è libero, tanto piu sordido e ripugnante è questo mercanteggiamento dello spirito di partito da parte dei maneggioni borghesi, tanto maggiore importanza hanno gli intrighi dietro le quinte e « i rapporti » personali per ottenere con- cessioni, sussidi, affari lucrosi (per i signori avvocati), tee. L'altra ala di ogni corrente riformista borghese — le masse ingan- nate — si è rivelata parimenti in modo originale, aperto e chiaro, all’americana. « Decine di persone che hanno votato per il partito progressista, — scrive il giornale degli operai newyorkesi, Y Appello 257 , — si presentano ora nelle redazioni socialiste e negli uffici socia- listi per domandare informazioni di ogni tipo. Si tratta di gente per la maggior parte giovane, credula, inesperta. Sono le pecorelle che Roosevelt ha tosato, prive di qualsiasi conoscenza in materia politica ed economica. Essi sentono istintivamente che il partito socialista con il suo milione di voti è piu serio dei 4 milioni e mezzo di voti di Roosevelt, e si interessano soprattutto di sapere se le riforme minime, promesse da Roosevelt, sono attuabili. » « Non c’è bisogno di dire, — soggiunge V Appello, — che noi diamo volentieri a tutti questi "progressisti” tutte le informazióni che ci chiedono, e non lasciamo andar via nessuno senza prima aver- gli dato delle pubblicazioni socialiste. » 138 LENIN Questo è il destino del capitalismo, che i suoi maneggioni piu matricolati « lavorano ». . . a vantaggio del socialismo! Scritto prima del 26 novembre (9 dicembre) 1912. Pubblicato per la prima volta nel 1954 in Kommunist, n. 6. UNO ZELO IRRAGIONEVOLE A ciascuno il suo: il proletariato parla della necessità della pa- ce, i capitalisti degli esempi « patriottici » tratti dalla guerra dei Bal- cani. A ciascuno la sua opinione. Gli operai dimostrano che la rivo- luzione balcanica sarebbe costata cento volte meno vittime della guerra balcanica e avrebbe dato risultati democratici mille volte più ampi e più solidi. I capitalisti — sia « di destra », sia liberali, per arrivare ai no- stri progressisti e cadetti — sostengono in tutti i toni che i borghesi dei Balcani uniti hanno strappato questo e questo, e che i borghesi d’Inghilterra, Francia, Russia, uniti potrebbero strappare, « essendo d’accordo », assai di più ancora. Un « patriota » americano, — patriota del sacco di denari — ha appreso non si sa dove che nella flotta da guerra greca vi erano navi costruite a proprie spese dai milionari greci. II nostro Guckov americano, o Maklakov americano, si affretta a propagandare più largamente possibile il grande esempio patriot- tico. « Ah, se le coste del nostro paese, — egli scrive, — e tutto il nostro commercio marittimo fossero difese da corazzate giganti re- canti i nomi di "Morgan”, ”Astor”, "Vanderbilt”, "Rockefeller”! di fronte a un tale esempio, il popolo brontolerebbe di meno contro la concentrazione del capitale nelle mani dei miliardari e contro la distribuzione ineguale della ricchezza! » Proposta patriottica, ma poco pratica, — dicono ridendo gli ope- rai americani. Realizzate il vostro magnifico piano, signori, noi siamo pienamente favorevoli ad esso. Finora, da noi, in America, i Rockefel- ler, i Morgan, ecc. assoldano reparti privati di uomini armati per 1912 139 difendere la loro proprietà, per combattere gli scioperanti. Ed ora i miliardari mostrino pure più chiaramente al popolo che tutta la di- fesa « esterna » dello « Stato » è la difesa dei monopoli e dei pro- fitti dei padroni dei nostri trust! Vedremo che cosa impareranno gli operai americani contemplando le supercorazzate con i nomi di « Mor- gan », « Rockefeller », ecc.: se ad intenerirsi patriotticamente o a convincersi della giustezza del socialismo. Strisceranno di più dinanzi ai capitalisti o chiederanno più fermamente il passaggio di tutti i trust (i sindacati degli industriali), di tutta la proprietà dei trust nel- le mani di tutta la società, nelle mani degli operai stessi? ... Troppo zelo ha dimostrato il « patriota » americano... Scritto prima del 26 novembre (9 dicembre) 1912. Pubblicato per la prima volta nel 1954 in Kommunist , n. 6. IL PROBLEMA DEL PARTITO TRA GLI STUDENTI DEMOCRATICI Abbiamo osservato in questi giorni sulla Pravda (vedi n.) 256 Par- ticelo -dello studente M. che fornisce un materiale notevolmente pre- zioso sullo « stato d'animo degli studenti ». Riguardo alla apparte- nenza degli studenti ai partiti, l'autore scrive: « Certo, la percentuale degli studenti che entra a far parte delle orga- nizzazioni di sinistra è relativamente limitata. Nelle condizioni attuali non può essere altrimenti, ma in generale: la forza delie organizzazioni è deter- minata non dal numero dei membri, ma dalla influenza sulla massa. È diffi- cile predire il futuro, ma bisogna notare che ora le organizzazioni di sinistra vanno al passo con la massa degli studenti» (Zapr. G. 259 n. 47). L'autore ha perfettamente ragione quando dice che da noi in Russia, soprattutto nelle attuali condizioni politiche, « la forza delle organizzazioni è determinata non dal numero dei membri, ma dalla influenza sulla massa ». Per l'Europa ciò non sarebbe esatto; anche per la Russia dell'autunno 1905 non sarebbe esatto; ma per la Russia attuale è cosi esatto che si può addirittura rischiare un ap- 140 LENIN parente paradosso: il numero dei membri di una organizzazione non deve elevarsi al di sopra di un determinato minimo affinché la sua influenza sulla massa sia ampia e stabile! Ma a quali partiti appartengono queste organizzazioni « di sini- stra » degli studenti? Lo studente M. scrive: « Bisogna particolarmente notare che non si sentono divergenze tra le singole organizzazioni di sinistra. Una tale discordia era particolarmente forte tre anni fa, in un momento di inazione e di bonaccia. Accadeva che le elezioni per le commissioni addette alle mense e simili avvenivano in base a liste di partito. Ora queste divergenze sono quasi scomparse perché è chiaro a tutti che bisogna unire le forze per un’azione comune, oppure perché le vecchie posizioni di partito vacillano e le nuove non sono ancora state fissate ». Non vi è dubbio che a questo riguardo gli studenti hanno espresso in sé un fenomeno che si riscontra in tutta la Russia. Dap- pertutto, in tutta la democrazia, ed anche tra gli operai, « le vecchie posizioni di partito vacillano, e le nuove non sono ancora fissate ». Che cos’è il liquidatorismo? È appunto o una concessione timorosa allo spirito del tempo, in cui « vacillano » le vecchie posizioni di partito, ovvero una maligna utilizzazione da parte dei liberali di questo vacillare. Compito di tutta la democrazia è di combattere con tutte le forze contro questo « vacillare » e di cercare di « fissare », in modo preciso, chiaro, netto e ben ragionato le « nuove posizioni ». Con- fondere le controversie, le discussioni sulle piattaforme di partito (e dentro il partito) con le discordie sarebbe un gravissimo errore. « Unire le forze per l’azione comune » è assolutamente indispen- sabile, ad esempio per quanto riguarda le forze dei marxisti e dei populisti. Ma ciò non elimina il netto determinarsi del partito, anzi lo esige. L’unità d’azione si può realizzare solo quando vi è una reale unità di convinzioni sulla necessità di una azione data. Questo è chiaro come la luce del giorno. La democrazia russa ha sofferto per aver cercato di « unire le forze » per un'azione democratica con dei non democratici, con i liberali! Provatevi a « unire le forze » dei fautori, diciamo, degli scio- peri politici con le « forze » dei loro avversari: ne deriva, evidente mente, un danno per l’« azione ». No, cercate di ottenere prima una 1912 141 distinzione chiara, netta, precisa, ben ragionata delle « posizioni », delle piattaforme e dei programmi, e poi unite le forze che possono andare insieme secondo le proprie convinzioni, la propria natura so- ciale, unitele soltanto per quella azione per la quale ci si può atten- dere l'unanimità. Allora, e soltanto allora, Pimpresa darà i suoi frutti. V . I. Scritto alla fine di novembre 1912. Pubblicato per la prima volta nel 1954 in Kommunist, n. 6. A G.L. SCKLOVSKI La vostra lettera è la prima, mi pare, che proponga un « reso- conto » su Basilea 2 * 0 !! Un pochino in ritardo... Evidentemente qual- cosa è mancato (o c'era qualcosa di troppo?) a Basilea... Penso che è mancato ai delegati il senso dell'organizzazione. E ciò è estremamen- te triste. Kamenev, certo, era occupato fino sopra ai capelli, ma gli altri cinque?? Ma non era forse chiaro che alla Pravda bisognava scrivere ogni giorno ? Era davvero cosi difficile dividersi i compiti? Non una sola lettera alla Pravda è pervenuta di laggiù, mentre al Lue ne sono giunte parecchie da parte dei liquidatori. Questo non fa vergogna? Certo, finché noi dormiremo, mentre i liquidatori lavorano, le cose da loro andranno meglio. Si fa qualcosa per la sottoscrizione per la Pravda? Non si vede nulla, mentre i li- quidatori pubblicano sul Lue i rendiconti delle sottoscrizioni all'estero. Eppure la Pravda ha molto, ma molto bisogno. Nessun delegato mi ha scritto su Basilea (a parte Kamenev). Era indispensabile dividere le forze e scrivere due volte al giorno. E tutti hanno taciuto. Evidentemente erano malcontenti di qualcosa. Di che cosa? Lo sa Allah! Dei risultati di Basilea io sono perfettamen- t e soddisfatto, giacché questi idioti di liquidatori si sono lasciati pe- scare sul gruppo di iniziativa 261 ! ! Non si poteva far meglio per in- chiodare al palo questa canaglia. Ma l'inerzia dei nostri delegati e una certa « cucitura » delle labbra, per me poco chiara, di cui hanno 142 LENIN dato prova, mi amareggiano assai. Avete parlato con i delegati tede- schi? (perché 4 o 5 sapevano il tedesco!) Chi? Con chi? Come? Su che cosa? Nessuno dice niente, tranne appunto Kamenev. Far pro- paganda tra i tedeschi è molto importante. Voi scrivete che « i nostri affari nella stampa e nella frazione non vanno molto bene ». Non vanno bene per quel che riguarda il Prosvestcenie . Non ci sono soldi. La crisi è seria. Bisogna aiutarlo, bisogna salvarlo. La Pravda ha una tiratura di circa ventitremila, il Lue 8-9.000. Fin qui non è il caso di lamentarsi. Ma la Pravda tirava 60.000 co- pie in aprile-maggio, e in estate è caduta a 20.000. Ora si sta risolle- vando, ma molto lentamente. Senza aiuto non ce la farà. Nella frazione le cose vanno meglio che mai. Tutti i sei de- putati della curia operaia sono nostri 262 . Questo non è mai suc- cesso prima. Per la prima volta abbiamo prevalso nel sud. Su 12, 6 e 6. Mankov è menscevico. Rusanov non si sa. Si può lottare. Ecco i dati precisi sui nostri progressi. I deputati della curia operaia: nella II Duma 12 menscevichi 11 bolscevichi (=47%) » III » 4 » 4 » (=50%) » IV » 3 » 6 » (=67%) ( Verbali del Congresso di Londra , p. 451) — Se c’è qualcuno tra voi che si perde di coraggio, mediti su que- ste cifre e si vergogni del suo scoraggiamento. Per la prima volta vi è tra i nostri alla Duma un leader operaio illustre (Malinovski) sarà lui a leggere la dichiarazione. È ben altro da Alexinski. E i risultati — forse non subito — saranno grandi. Alla III Duma noi abbiamo cominciato da zero!! Nel campo del lavoro illegale, si fa più di prima, grazie al tra- sferimento qui dell’Ufficio. Andiamo avanti lentamente, ma andiamo avanti. Abbiamo più pubblicazioni illegali degli altri. Non abbiamo soldi. Se avremo degli aiuti pubblicheremo ancora la Rabociaia Gazieta. Dall’estero il lavoro illegale si può aiutare solo con i viaggi. Inoltre è molto importante l’aiuto dato dai nuovi contatti: 1) lettere; 2) occasioni; 3) passaporti ; 4) ecc., ecc... Tutto questo non è sufficiente. Qui all’estero si fa cento volte di meno di quel- 1912 143 lo che si potrebbe. La cosa piu importante è ora di aiutare la Pravda a « farcela ». Invece la si aiuta male. Solo il viennese (Bukharin) si dà da fare. Nelle altre città, invece, niente ! Nessuno scrive corrispon- denze permanenti. Nessuno raccoglie denaro per la sottoscrizione. Nes- suno raccoglie sul posto libri e opuscoli interessanti per spedirli qui, allo scopo di scrivere articoli interessanti. Bisogna pensare di piu a questo, compagni! Per esempio, la socialdemocrazia in Svizzera, a Neuenburg... Chi se ne è occupato?? Che se ne è fatto?? Una stretta di mano... P.S. Spedite, vi prego, questa lettera a Iuri, perché la rispedisca ad Antonov a Parigi, e di qui a Vienna. Finora noi non abbiamo an- cora saputo se Plekhanov nella riunione di ottobre dell’Ufficio ha parlato deirunione con i socialisti-rivoluzionari (cfr, Martov nel nu- mero 37 del Lue 263 ). È possibile che non abbiate saputo niente da Rubanovic, né da Nemez, né da Huysmans, né da qualchedun altro?? Scritta prima del 20 dicembre 1912. Spedita a Berna da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. IN AMERICA A Rochester sono terminate le sedute del 32° Congresso annuale della « Federazione americana del lavoro », come si chiama l’unione delle organizzazioni sindacali. Accanto al partito socialista che va svi- luppandosi rapidamente, questa unione rappresenta un residuo vivente del passato, delle vecchie tradizioni corporative, liberal-borghesi, che incombono con tutto il loro peso sulla aristocrazia della classe operaia d’America. Il numero dei membri della Federazione era, al 31 agosto 1911, di 1.841.268. È stato eletto di nuovo presidente Samuel Gompers, avversario deciso del socialismo. Ma il candidato degli operai socia- 144 LENIN listi, Max Hayes, ha avuto 5.074 voti contro 11.964 voti in favore di Gompers, mentre prima Gompers veniva eletto airunanimità. La lotta dei socialisti uniti ai « sindacalisti » nel movimento sindacale americano conduce lentamente ma sicuramente alla vittoria dei prifiii sui secondi. Gompers non solo crede pienamente nella favola borghese della « armonia tra lavoro e capitale », ma svolge apertamente nella fede- razione una politica borghese contro la politica socialista, sebbene a parole difenda la assoluta « neutralità » politica dei sindacati! Du- rante le recenti elezioni presidenziali in America, Gompers ha pub- blicato suirorgano ufficiale della federazione i programmi e le piat- taforme di tutti e tre i partiti borghesi (democratici, repubblicani e progressisti), ma non ha pubblicato il programma del partito socia- lista!! Perfino tra i partigiani di Gompers al Congresso di Rochester si sono levate proteste contro un tale modo di agire. La situazione nel movimento operaio d'America dimostra, come in Inghilterra, una scissione estremamente netta tra le tendenze pu- ramente sindacaliste e le tendenze socialiste, una scissione tra una politica operaia-borghese e una politica socialista. Giacché, per quan- to strane possono suonare queste parole, tuttavia nella società capi- talistica la classe operaia può fare anche essa una politica borghese, se dimentica i suoi scopi liberatori, se si adatta alla schiavitù del salario e si limita a ricercare alleanze con questo o quel partito bor- ghese per ottenere apparenti « miglioramenti » della propria situa- zione di schiavitù. La causa storica principale che ha determinato la particolare preponderanza e la « temporanea » forza della politica operaia bor- ghese, in Inghilterra e in America, è la libertà politica che risale a molto tempo fa e le condizioni eccezionalmente favorevoli, rispetto agli altri paesi, che ha avuto lo sviluppo del capitalismo in ampiezza e in profondità. In virtù di queste condizioni si è separata nella classe operaia una aristocrazia che si è avvicinata alla borghesia, tradendo la propria classe. Nel XX secolo questa peculiarità della situazione dell’Inghilterra e dell’America va scomparendo rapidamente: gli altri paesi stanno per raggiungere il capitalismo anglosassone, e le masse operaie ap- 1912 145 prendono, dall’esperienza della vita, il socialismo. Quanto più rapido sarà lo sviluppo del capitalismo mondiale, tanto prima giungerà la vittoria del socialismo in America e in Inghilterra. Scritto prima dell’8 (21) dicembre 1912. Pubblicato per la prima volta nel 1954 in Kommunist , n. 6. LA CLASSE OPERAIA E LA SUA RAPPRESENTANZA « PARLAMENTARE » Articolo III 264 Il gruppo socialdemocratico alla III Duma è stato in Russia il primo gruppo socialdemocratico a cui fu dato di sussistere alcuni anni e di sostenere una lunga « prova » di lavoro comune con il partito della classe operaia. Per ragioni comprensibili, noi non possiamo qui raccontare la storia di questo lavoro. Noi possiamo e dobbiamo rile- vare solo l’essenziale: come si è riflesso nel gruppo della Duma lo sviluppo del partito? Come sono andati mutando / rapporti del grup- po col partito? Anzitutto occorre stabilire il fatto che i primi passi delPattività del gruppo socialdemocratico alla III Duma suscitarono un deciso malcontento e una dura condanna da parte della maggioranza del par- tito. Nel gruppo predominavano largamente i menscevichi, che ave- vano fatto opposizione alle decisioni del partito nel 1907 265 , e, que- sta « opposizione » fu continuata o ripresa dal gruppo socialdemocra- tico alla III Duma. Tra il partito e il gruppo cominciò una specie di lotta. La dichia- razione del gruppo fu accusata — e pienamente a ragione — di op- portunismo. Gli organi di stampa che rappresentavano l’opinione della maggioranza del partito o di tutto il partito nel suo complesso più volte criticarono gli atti opportunistici del gruppo e rilevarono che su varie questioni il gruppo non aveva espresso o aveva esposto in modo inesatto le concezioni del partito. 146 LENIN Il lungo elenco di errori e di passi falsi, che dovevano essere corretti, compiuti dal gruppo alla III Duma fu ufficialmente ricono- sciuto nel dicembre 1908 266 . S’intende, in quell’occasione fu indicato con precisione che la colpa ricadeva in tal caso non sul solo gruppo, ma su tutto il partito, che doveva lavorare di piu per curare la sua rappresentanza alla Duma e doveva lavorare di piu insieme con essa, I risultati di questo lavoro sono evidenti a tutti. Dal 1908 al 1912 si è avuta nel partito una evoluzione dell’ala destra del mensce- vismo in liquidatorismo. La lotta quadriennale condotta contro il li- quidatorismo dai bolscevichi e dai menscevichi partitisti 267 non può essere cancellata dalla storia, per quanto ciò sia nei desideri del Lue . E in questi quattro anni il gruppo socialdemocratico alla Duma da gruppo di opposizione al partito, criticato dal partito e difeso (e a volte perfino apertamente incoraggiato all’opportunismo) dai men- scevichi, è diventato un gruppo antiliquidatore. La ripartizione dei membri del gruppo alla III Duma nei vari giornali nel 1912 ne offriva una prova documentale. Astrakhantsev e Kuznetsov erano nel Givoe Dielo dei liquidatori. Bielousov pure, ma ben presto egli usci del tutto dal gruppo indirizzandogli un messaggio di un liquidatorismo estremo con riferimenti pieni di simpatia a Mar- tov e alla Nascia Zarià (questo storico messaggio del signor Bielousov probabilmente apparirà ben presto sulla stampa). Inoltre, Sciurkanov era ad un tempo in un giornale liquidatore e in un giornale antiliquidatore. Ghegheckori e Ckheidze non erano né nell’uno né nell’altro. I restanti 8 membri del gruppo (Voronin, Voiloscnikov, Iegorov, Zakharov, Pokrovski, Predkaln, Poletaiev e Surkov)) collaboravano ad organi antiliquidatori. Nel 1911-1912 la Nascia Zarià ha espresso piu volte la propria insoddisfazione nei confronti del gruppo socialdemocratico: ai liqui- datori non poteva piacere il passaggio del gruppo menscevico dalla parte degli antiliquidatori. L’esperienza del lavoro compiuto nella Duma « nera » e la espe- rienza della lotta contro l’ala destra del menscevismo, che era scivo- lata nella palude del liquidatorismo, hanno spinto il gruppo socialde- mocratico alla III Duma verso sinistra, verso il partito, lontano dal- l’opportunismo. Questa magnifica storia di quattro anni di lotta del partito per 1912 147 dar al gruppo un carattere di partito (si tratta, naturalmente, qui sol- tanto dell’orientamento ideologico, della linea di lavoro) molti sono propensi a dimenticarli, soprattutto coloro per cui questa storia è sgradevole. Ma questa storia è un fatto. Non bisogna dimenticarlo. Da ciò bisogna partire per valutare Tattività del gruppo della IV Du- ma: ne parleremo nel prossimo articolo. V. I. Scritto prima dell’ 11 (24) dicembre 1912. Pubblicato per la prima volta nel 1954 nel Kommunist , n. 6 LA CLASSE OPERAIA E LA SUA RAPPRESENTANZA « PARLAMENTARE » Articolo V Il primo atto del gruppo socialdemocratico alla IV Duma che dà una certa idea della composizione e dell’indirizzo di lavoro di que- sto gruppo è la sua risoluzione sulla questione di Jagiello 268 . Si sa dai giornali che essa è stata approvata con 7 voti menscevichi, contro 6 bolscevichi. È chiaro, di conseguenza, che noi siamo qui di fronte a una decisione presa in contrasto con l’opinione della maggioranza del partito, giacché 6 deputati operai eletti dai 6 governatorati indu- striali piu importanti rappresentano, come abbiamo visto, la stragrande maggioranza del partito operaio. Ma, forse, il contenuto di questa risoluzione ci può convincere della sua giustezza? Esaminiamo il contenuto della risoluzione. Il primo punto fa rilevare « l’assenza di dati precisi che permet- tano di stabilire se la maggioranza o la minoranza del proletariato di Varsavia ha designato tra i grandi elettori » Jagiello. La questione, dunque, non è chiara, secondo i 7 deputati social- democratici. Tuttavia, anche cosi, essi parlano precisamente di prole- tariato di Varsavia , e non del proletariato polacco in generale, come ■ tu ' 148 LENIN fanno i liquidatori e il Bund (vedi il Lue e la N ascia Zarià). Ma noi sappiamo precisamente che il « proletariato di Varsavia » « ba designato come grandi elettori » 2 socialdemocratici e 1 membro del partito socialista polacco (Jagiello). Due contro uno, sono la maggioranza. Vi sono dunque dati assai precisi comprovanti che Jagiello è stato designato dalla minoranza Non basta: la maggioranza dei grandi elettori operai (i 2 socialdemo- cratici) erano contro reiezione di Jagiello, e l'hanno dichiarato for- malmente I liquidatori hanno addotto che Jagiello ha ricevuto piu voti, ma ciò non elimina il fatto che i grandi elettori designati sono due socialdemocratici e uno del PPS. In ogni . caso, tacendo nella risoluzione la protesta dei 2 grandi elettori socialdemocratici che rappresentano tutta la socialdemocrazia polacca di Varsavia, i 7 hanno assunto una posizione antipartito , giac che soltanto la socialdemocrazia polacca è entrata finora a far parte della socialdemocrazia della Russia, Ma ancora assai peggiore è il secondo punto della risoluzione. L’elezione di Jagiello « da parte dei grandi elettori borghesi — ci si dice — indica di per sé che anche nell’ambiente borghese (!? nell’am- biente borghese ebreo?) si acquista sempre piu la coscienza che sol- tanto i socialisti possono essere i veri combattenti per i giusti (?!) interessi delle nazionalità oppresse ». Tutti sanno che i borghesi ebrei non hanno rivelato nemmeno l’ombra di una simile « coscienza ». Essi preferivano un borghese po- lacco, ma sono stati costretti ad eleggere un socialista a causa dell’as- senza di altri fautori della eguaglianza dei diritti. Non un « aumento della coscienza », ma un aumento delle difficoltà che la lotta nazio- nale provoca tra la borghesia: ecco che cosa ha dimostrato il mandato affidato al deputato Jagiello! Il grande elettore operaio può (e deve) sfruttare le « difficoltà » dei due ladri venuti a rissa tra loro per portare alla Duma un uomo onesto. Questo è indiscutibile. L’opinione contraria di un gruppetto di socialdemocratici polacchi (della cosiddetta « direzione centrale » che ha perso il centrale , cioè Varsavia) non ha nessun valore. Ma, quando un uomo onesto è entrato nella Duma grazie alla rissa di due ladri, dire che uno dei due ladri ha rivelato una « maggio- re coscienza » è ridicolo e grottesco. Proprio questa esaltazione, di 1912 149 cui non c’era assolutamente bisogno nemmeno per giustificare il man- dato di Jagiello, dei grandi elettori borghesi ebrei, dimostra Yoppor- tumsmo dei 7 membri del gruppo, il loro atteggiamento non prole- tario verso la questione nazionale. I sette avrebbero dovuto nella risoluzione condannare e bollare l’odio nazionale in generale, e Tantiserriitismo dei borghesi polacchi in particolare : questo bisognava fare. Ma attribuire ai borghesi ebrei una « maggiore coscienza » significa mostrare la propria incoscienza. II punto terzo mira a dimostrare che Jagiello è un socialdemo- cratico. E come lo si dimostra? 1) «Con la sua dichiarazione ». Que- sta non è una prova. Gli uomini di partito si giudicano dalla organiz- zazione di cui X fa parte, e non dalla « dichiarazione » di X. 2) « L’appoggio dato alla candidatura di Jagiello dal blocco del Bund e del PPS » 269 . Ma dove la socialdemocrazia polacca? Il blocco senza di essa e contro di essa (l’uscita dei due grandi elettori socialdemocratici di Varsavia) è la prova del carattere antipartito del Bund, come ha ri- conosciuto perfino Plekhanov, che pure è propenso alla conciliazione! Il punto quarto dice: « Il PPS non è ancora unificato con la socialdemocrazia della Russia ». Questa è una mezza verità! Perché i sette hanno taciuto che la risoluzione del partito (del dicembre 1908) ha respinto l’unificazione con il PPS? Solo per far piacere ai liquida- tori del partito? La conclusione che si trae da tutta questa claudicante e infelice risoluzione è la separazione « delle questioni della vita interna della socialdemocrazia della Russia » dalle « questioni dell’attività politica alla Duma ». La separazione non potrebbe essere piu sbagliata. Gli uomini di partito non possono separare queste questioni. Separarle significa separare il gruppo alla Duma dal partito. Questo è il peg- giore opportunismo e introduce un’enorme confusione. La tattica è definita dalle decisioni « interne » del partito: è questa tattica, o un’al- tra tattica, « senza partito », che va adottata nella « attività politica alla Duma »?? Il candidato del Bund, che pretende di far parte della socialde- mocrazia, non ha voto deliberativo nelle « questioni della vita interna della socialdemocrazia ». Questo è l’unico punto a favore della con- fusa risoluzione dei sette deputati, confusi dai liquidatori. 150 LENIN Gli operai coscienti debbono in ogni modo aiutarli a uscire dalla confusione; spiegar loro Terrore commesso, lavorando tenace- mente (nella IV Duma come nella III) per raddrizzare il gruppo par lamentare. Un errore agli inizi non è di per sé cosi terribile, — come ha giustamente rilevato K. Stalin 27 °, — quello che conta è soltanto che la democrazia operaia riconosca apertamente e francamente Terrore e riesca a farlo riconoscere. V. /. Informatemi immancabilmente se avete ricevuto Tarticolo e, se per caso decideste di non pubblicarlo, rispeditemelo subito, perché lo farò pubblicare altrove. Scritto nel dicembre 1912. Pubblicato per la prima volta nel 1954 nel Kommumst, n. 6. 1913 EUGÈNE POTTIER (per il 2 anniversario della morte) Nel novembre 1912 è ricorso il 25° anniversario della morte del poeta-operaio francese Eugène Pottier, autore del famoso canto pro- letario, Y Internazionale. Questo canto è stato tradotto in tutte le lingue europee e non solo europee. In qualsiasi paese capiti l’operaio cosciente, in qualsiasi parte lo spinga il destino, per quanto straniero egli possa sentirsi, senza la propria lingua, senza amici, lontano dalla patria, egli può trovarsi amici e compagni al canto familiare dell’ Internazionale. Gli operai di tutti i paesi hanno ripreso il canto del poeta pro- letario, combattente nella loro avanguardia, e ne hanno fatto l’inno proletario mondiale. E gli operai di tutti i paesi rendono oggi onore a Eugène Pottier. Sua moglie e sua figlia vivono ancora e vivono in povertà, come visse per tutta la sua vita l’autore dell’ Internazionale. Egli nacque a Parigi il 4 ottobre 1816. Aveva 14 anni quando compose la sua pri- ma canzone, che si intitolava Viva la libertà. Nel 1848 prese parte, come combattente delle barricate, alla grande battaglia degli operai contro la borghesia. Pottier era nato da famiglia povera e per tutta la vita restò un povero, un proletario, guadagnandosi il pane come operaio spedizio- niere e poi come disegnatóre di stoffe. Dal 1840 in poi egli fece eco a tutti gli avvenimenti più impor- tanti di Francia con i suoi canti combattivi, risvegliando la coscienza dei più arretrati, invitando gli operai ad unirsi, fustigando la borghesia e i governi borghesi di Francia. La caduta della Comune costrinse Pottier a fuggire in Inghilterra e in America. Il suo celebre canto, V Internazionale, fu scritto da lui 152 LENIN nel giugno 1871 , all'indomani, si può dire, della sanguinosa disfatta di maggio... La Comune fu schiacciata... ma V Internazionale di Pottier ne diffuse le idee in tutto il mondo, ed essa è ora più viva che mai. Nel 1876, in esilio, Pottier scrisse il poema: Gli operai d'America agli operai di Francia , in cui descriveva la vita degli operai sotto il giogo del capitalismo, la loro misèria, il lavoro forzato, lo sfruttamen- to, la loro ferma fiducia nella futura vittoria della loro causa. Solo nove anni dopo la Comune Pottier potè tornare in Francia e subito aderì al Partito operaio. Nel 1884 fu pubblicato un primo volume dei suoi versi. Nel 1887 ne fu pubblicato un secondo dal titolo: Canti rivoluzionari. Varie altre canzoni del poeta operaio furono edite dopo la sua morte. L’8 novembre 1887 gli operai parigini accompagnarono al cimi- tero del Père-Lachaise, dove sono sepolti i comunardi fucilati, la bara di Eugène Pottier. La polizia provocò dei tumulti, strappando la bandiera rossa. Una folla enorme partecipò ai funerali civili. Da tutte le parti si levava il grido: « Viva Pottier! » Pottier mori in miseria. Ma lasciava dietro di sé un monumento veramente imperituro. Egli fu uno dei piu grandi propagandisti per mezzo della canzone. Quando egli compose la sua prima canzone, gli operai socialisti si contavano, tutt’al piu, a decine. Oggi lo storico inno di Eugène Pottier è conosciuto da decine di milioni di proletari... Pravda, n. 2. 3 gennaio 1913. Firmato N. L. LO SVILUPPO DEI CORI OPERAI IN GERMANIA Le Associazioni corali operaie della Germania hanno di recente celebrato un originale giubileo: il numero dei cantori-operai ha rag- giunto i 100.000, mentre il numero complessivo dei membri delle associazioni corali operaie è di 165.000 persone. Il numero delle operaie che fa parte di queste società è di 11.000. 1913 153 I cori operai hanno un loro organo di stampa, la Gazzetta dei cantori operai , che ha cominciato ad uscire regolarmente solo dal 1907. Le società corali operaie hanno compiuto i loro primi passi negli anni 1860-70. Nella «Società educativa artigiana» di Lipsia, fu creata una sezione di canto, di cui fece parte, tra l’altro, August Bebel. Ferdinand Lassalle attribuiva una grande importanza alla orga- nizzazione dei cori operai. Dietro sua insistenza, i membri della « Al- leanza generale degli operai tedeschi» 271 fondarono nel 1863 a Fran- coforte sul Meno una società operaia chiamata « Alleanza corale », che si riuniva nel retrobottega buio e fumoso di un alberghetto di Francoforte. La stanza era illuminata dalle candele. II circolo contava 12 membri. Allorché a Lassalle capitò, durante uno dei suoi viaggi di propaganda, di pernottare a Francoforte, que- sti 12 cantori operai gli cantarono in coro una canzone del famoso poeta Herwegh, che Lassalle aveva insistentemente pregato di scri- vere per un coro operaio. Dopo l’abolizione delle leggi eccezionali 272 , nel 1892 i cori operai costituivano in Germania 180 società corali con 4.300 membri. Nel 1901 il numero dei membri toccava i 39.717, nel 1907 i 93.000 e nel 1912 i 165.000. A Berlino si contano 5.352 membri di società corali operaie, ad Amburgo 1.628, a Lipsia 4.051, a Dresda 4.700, ecc. Recentemente abbiamo riferito come gli operai di Francia e degli altri paesi di lingua romanza hanno celebrato il venticinquesimo anni- versario della morte di Eugène Pottier (1816-1887), autore della ce- lebre Internazionale. In Germania la propaganda del socialismo per mezzo della canzone operaia è assai piu recente, e il governo degli « junker » (dei latifondisti cento-neri) della Germania pone subdoli ostacoli polizieschi in misura assai maggiore contro questa propa- ganda. Ma nessuna manovra poliziesca può impedire che in tutte le grandi città del mondo, in tutti i villaggi operai e sempre più spesso nelle capanne dei braccianti risuoni, in fraterna unione, il canto prole- tario che celebra la prossima liberazione dell’umanità dalla schiavitù del salario. Scritto dopo il 16 gennaio 1913. Pubblicato per la prima volta nel 1954 nel Kommunist , n. 6. Firmato: T. 154 LENIN A N.A. RUBAKIN 13 11.1913 Egregio compagno, non posso esser d’accordo con le vostre mo- difiche. Il libro Dodici anni 273 è stato sequestrato e difficilmente lo si può trovare. Comunque cercherò di trovarlo, e, nel caso mi riesca, ve lo manderò. Nadiezdà Kostantinovna mi prega di trasmettervi i suoi saluti. Absender; Wl. Uljanow. 47. Lubomirskiego. Krakau. Rispettosamente vostro, Lenin Spedito a Clarenz (Svizzera) da Cracovia. Pubblicato per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. LA POLITICA INTERNAZIONALE DELLA BORGHESIA I giornali governativi e i giornali liberali sono pieni di notizie, di voci, di supposizioni e di congetture riguardo alla politica « balca- nica ». Che cosa non vi si trova! Una « notizia sensazionale » caccia via l’altra, un’informazione è più « piccante » dell’altra. Ieri sembrava che la guerra fosse ormai pronta a scoppiare: l’Austria contro il Montenegro, la Bulgaria contro la Serbia. Oggi si smentiscono fret- tolosamente le notizie di ieri e si assicura che « la pace è garantita ». Ieri favole piccanti su Essad-Pascià, il suo trattato segreto con il re del Montenegro, i suoi subdoli piani per impossessarsi del po- tere in Albania. Oggi, smentita di queste favole e nuove notizie « piccanti » sulle intese tra l’Austria ed Essad. Il pubblico comune drizza le orecchie, ascolta queste chiacchiere, prendendole per oro colato, e marcia alla cieca dietro agli affaristi che cercano di tenere occupata l’attenzione della « opinione pubbli- ca » con quello di cui loro, gli affaristi, hanno appunto bisogno. II pubblico comune non sospetta che lo menano per il naso, che le frasi reboanti sul « patriottismo », su « l’onore e il prestigio dell? patria », sul « raggruppamento delle grandi potenze », celano inten 1913 155 zionalmente le manovre dei maneggioni della finanza e degli avven- turieri capitalisti di tutte le specie. Le 'notizie piccanti, fabbricate giornalmente dai grandi giornali borghesi, che sono occupati soltanto a vendere care le informazioni « più fresche » e « più sensazionali », sono destinate appunto a distrarre l’attenzione della folla dai pro- blemi realmente importanti, dalle basi reali dell’« alta politica ». I giornali conservatori d’Europa, quelli dei centoneri 274 e degli ottobristi, nonché da noi, alcuni giornali senza partito conducono que- sto giuoco in modo grossolano e maldestro. In Russia, ad esempio, eccitano quotidianamente gli animi contro l’Austria e raffigurano la Russia come la « protettrice degli slavi ». I giornali liberali come la Riec e simili, svolgono lo stesso giuoco. Solo con maggiore finezza, nascondendolo con maggiore abilità, lanciando con maggior cautela le loro « frecce » contro l’Austria e dandosi arie di statisti che giudi- cano le questioni del concerto europeo. In realtà tutta questa rissa tra l’Austria e la Russia, tra la Tri- plice alleanza e la Triplice intesa, tutte queste manovre sottili non sono altro' che contrasti dei trafficanti capitalisti e dei governi capita- listi per la spartizione del bottino. Si cerca di interessare l’uomo co- mune ai modi e ai mezzi di arraffare il più possibile per « noi » e dare il meno possibile agli « altri », e si cerca di interessarlo, di appas- sionarlo alla rissa. Ma, sul come scorticheranno ora il contadino e l’operaio in Ser- bia, Bulgaria e Grecia per pagare le spese di guerra, o in Austria per coprire le spese di mobilitazione, o in Russia per gli stessi fini e per pagare la politica di grande potenza; sul se e come precisamente saranno assicurate le istituzioni democratiche nei « nuovi » Stati dei Balcani o in Armenia o in Mongolia, — su tutto questo non si scri- ve e non si parla. Non sono cose che interessano. I profitti dei pescicani internazionali non dipendono da tutto questo. Anzi, le isti- tuzioni democratiche impediscono addirittura di intascare « tranquil- lamente ,» i profitti. Invece di smascherare la politica delle grandi po- tenze i giornali, sia conservatori che liberali, sono occupati a discu- tere sul modo migliore di saziare gli avidi profittatori di questa politica. Pravda n. 101, 4 maggio 1913. 156 LENIN LA VOCE DEI GRANDI PROPRIETARI FONDIARI SULLA «PACIFICAZIONE» DELLE CAMPAGNE Se il giornale Novoie Vremia , gode con pieno merito della « fa- ma » di essere uno dei giornali piu disonesti, legato agli affari lucrosi, al governo, alla classe dominante dei grandi proprietari fondiari, il collaboratóre di questo giornale Menscikov gode doppiamente di que- sta fama e ne gode con doppio merito. Dagli articoli di Menscikov spesso si capisce, senza timore di sbagliare, quali « circoli » di Pietroburgo — funzionari, capitalisti o aristocratici — gli hanno commissionato questo o quelTintervento. Non molto tempo fa fu commissionato a questo Menscikov un arti- colo in difesa delP« aristocratico » Consiglio di Stato contro i piani di una sua pretesa riforma « democratica ». Questo articolo era stato chiaramente commissionato dai circoli della grande proprietà fondia- ria. Tanto piu istruttivo è ascoltare la voce dei grandi proprietari fondiari a proposito della pretesa « pacificazione delle campagne ». « Da me vengono piuttosto spesso gente della provincia che ca- pita a Pietroburgo, grandi proprietari e personalità pubbliche »... cosi annuncia solennemente Menscikov. Ma se sono i grandi proprie- tari che vanno a trovarlo o è lui che va nell’anticamera dei grandi proprietari più noti, è una questione particolare. In ogni caso egli pende dalle labbra dei grandi proprietari fondiari, e il valore del suo articolo sta tutto semplicemente nel fatto che fa conoscere i veri di- scorsi dei grandi proprietari. « A creder loro — e perché si dovrebbe rifiutar loro la fidu- cia? » — continua la voce dei grandi proprietari, « la rivolta conta- dina del 1905-1906 non è cessata affatto. Essa si è acquietata, ha preso altre forme meno rumorose, ma continua la sua opera distrug- gi trice. È vero, i contadini non vanno come prima in folle intere, in carovane di carri trainati da cavalli, a saccheggiare le ville dei grandi proprietari e a bruciarle, ma gli incendi continuano tuttavia senza interruzione: ora bruciano una casa, ora un granaio, ora una rimessa, ora un frantoio, ora un mulino. Continuano le distruzioni più ripu- gnanti e più assurde... Nei sette anni della nostra èra parlamentare, la lotta contro l’anarchia nelle campagne non ha fatto un passo avanti ». 1913 157 Cosi scrive Menscikov sul Novoie V remia. Ha avuto evidente- mente l’ordine di preparare « l’opinione pubblica » a nuove misure di persecuzione e di repressione dei « criminali », come si è soliti dire in campo ottobrista-centonero. Ma, eseguendo l’ordinazione, il lacche dei grandi proprietari fondiari rivela il vero stato d’animo dei grandi proprietari e le vere cause della loro inquietudine. Non dimentichiamo affatto che con le nuove leggi e disposizioni vessatorie i signori grandi proprietari si apprestano a lottare contro la « rivolta contadina » del 1905-1906, che non è affatto cessata, ma ha preso altre forme. Solo una cosa è un po’ strana. Nel 1905-1906 il governo e il Consiglio della nobiltà unita 275 assicuravano se stessi e gli altri che la « rivolta contadina » era il risultato del possesso comune della terra (obstcina) e dell’insufficiente sviluppo che aveva ancora tra i con- tadini l’istituzione della proprietà privata della terra. Ora tutti gli agenti del governo, tutti i partiti e i giornali governativi ci fanno ronzare le orecchie a furia di parlare della distruzione e decadenza del- V obstcina, degli « enormi » successi del nuovo regime agrario e del- l’affermazione tra i contadini della proprietà privata della terra. Se è cosi, la « rivolta contadina »*che sarebbe stata provocata dalla obstcina, avrebbe dovuto cessare! Ma se essa « non è cessata affatto », come affermano i grandi proprietari fondiari per bocca di Menscikov, vuol dire che Yobstcina non c’entra per niente. Vuol dire che i pretesi successi del « nuovo regime agrario » sono un mito. Quello che in ogni caso è evidente è il crollo di quella politica di cui si vantano i signori grandi proprietari fondiari. Pravda n. 101, 4 maggio 1913. Firmato: Af. P. IL CAPITALISMO E IL LAVORO FEMMINILE La società capitalistica contemporanea cela nelle sue viscere una gran quantità di casi di miseria e di oppressione che non saltano su- bito agli occhi. Le famiglie disperse dei piccoli borghesi, artigiani, ope- 158 LENIN rai, impiegati, piccoli funzionari, soffrono incredibilmente, riuscendo con gran fatica a far quadrare il bilancio anche nei tempi migliori. Milioni e milioni di donne vivono in tali famiglie (o meglio soffrono) una vita da « schiave domestiche », che si sforzano di nutrire e alle- vare la famiglia con pochi soldi, a prezzo di disperati sforzi quoti- diani e di « economie » su tutto, tranne sul proprio lavoro. Tra queste donne il capitale prende più volentieri le sue operaie a domicilio, che per una paga mostruosamente bassa sono pronte a fare un « lavoro supplementare » per guadagnare un pezzo di pane per sé e per la famiglia. È tra queste donne che i capitalisti di tutti i paesi prendono (a simiglianza dei proprietari di schiavi dell’antichità e dei grandi proprietari feudali del Medioevo) tutte le concubine che vogliono al prezzo più « accessibile ». E nessuna « indignazione » morale (in 99 casi su 100 ipocrita) di fronte alla prostituzione potrà nulla contro questo commercio del corpo femminile: finché esiste la schiavitù salariale, esisterà inevitabilmente anche la prostituzione. Tutte le classi oppresse e sfruttate della storia delle società umane sono state sempre costrette (e in ciò consiste il loro sfruttamento) a lasciare agli oppressori, in primo luogo, il proprio lavoro non pagato, e, in secondo luogo, le loro donne come concubine ai « signori ». La schiavitù, la servitù della gleba e il capitalismo sono identici a questo proposito. Cambia solo la forma dello sfruttamento; ma lo sfruttamento resta. A Parigi « capitale del mondo », centro della civiltà, si è aperta in questi giorni una esposizione dei lavori delle « operaie sfruttate a domicilio ». Su ogni oggetto esposto vediamo un’etichetta che indica quanto l’operaia a domicilio riceve per fabbricarlo e quanto essa può guada- gnare cosi al giorno e all’ora. E che cosa risulta? L’operaia a domicilio non può guadagnare più di un franco e 24 centesimi, cioè 50 copeche, per qualsiasi arti- colo. E la stragrande maggioranza dei lavori procura un guadagno infinitamente piu basso. Ecco, per esempio, i coprilampade, che ven- gono pagati 4 copeche la dozzina. O i sacchetti di carta, 15 copeche al 1.000, con un guadagno di sei copeche all’ora. Ecco i giocattolini con nastri, ecc.: due copeche e mezza all’ora. Ecco i fiori artificiali: 1913 159 due-tre copeche allora. Ecco la biancheria da uomo e da donna: da due a sei copeche all’ora. E così via senza fine. Bisognerebbe che le nostre società operaie e i nostri sindacati organizzassero anch’essi una simile « esposizione ». Essa non forni- rebbe gli enormi profitti procurati dalle esposizioni della borghesia. L’esposizione del bisogno e della miseria della donna proletaria avrà un altro vantaggio: essa aiuterà gli operai-schiavi salariati a com- prendere la loro situazione, a gettare uno sguardo sulla « loro vita », a riflettere sui mezzi per eliminare questo eterno giogo del bisogno, della miseria, della prostituzione, di tutti gli oltraggi che vengono in- flitti ai nullatenenti. Pravda n. 102, 5 maggio 1913. GLI INSEGNAMENTI DELLO SCIOPERO IN BELGIO Lo sciopero generale degli operai belgi è terminato, come noto, con una mezza vittoria 276 . Per ora gli operai hanno ottenuto solo la promessa del governo clericale di nominare una commissione che do- vrà esaminare il problema del diritto elettorale non solo locale, ma anche su scala nazionale. Il primo ministro belga ha assicurato in questi giorni la Camera dei deputati che la commissione sarà nomi- nata in maggio. Naturalmente, la promessa ministeriale (come generalmente qual- siasi « promessa dall’alto ») non ha nulla di serio. Non si potrebbe parlare nemmeno di vittoria parziale, se la situazione politica non testimoniasse che lo sciopero generale ha aperto una certa breccia nel vecchio implacabile, inflessibile e testardo « ordine di cose » cle- ricale (reazionario-pretesco). La vera conquista dello sciopero è non tanto questa piccola vit- toria sul governo, quanto il successo dell’organizzazione, della disci- plina, dello slancio e della volontà di lotta tra le masse della classe operaia belga. La classe operaia del Belgio ha dimostrato che è capace di condurre una lotta ferma e decisa seguendo la parola d’ordine del 160 LENIN suo partito socialista. « Ripeteremo ancora che lo sciopero, se è ne- cessario! », queste parole dette da uno dei capi operai durante lo sciopero, esprimono la coscienza delle masse di avere in mano una solida arma e di esser pronte ad usarla nuovamente. E ai signori capitalisti belgi, lo sciopero ha dimostrato le perdite enormi che esso reca al capitale e come siano indispensabili concessioni, se il capitale belga non vuole restare irrimediabilmente indietro rispetto al capitale tedesco, ecc. In Belgio si è stabilito già da tempo un solido regime costituzio- nale, la libertà politica è da lungo tempo un patrimonio del popolo. In regime di libertà politica gli operai hanno aperta dinanzi a sé un’ampia prospettiva. Quali sono allora le cause del piccolo successo ottenuto dallo sciopero? Le cause principali sono due. La prima è il predominio dell’opportunismo, del riformismo in una parte dei socialisti belgi, soprattutto parlamentari. Abituati a procedere d’accordo con i liberali, questi parlamentari si sentono di- pendere dai liberali in tutto il loro comportamento. Perciò vi sono stati dei tentennamenti nella proclamazione dello sciopero, e questi tentennamenti non potevano non nuocere al successo, alla forza, alla ampiezza di tutta la lotta proletaria. Guardare meno ai liberali, dar loro meno fiducia, avere piu fi- ducia nella lotta indipendente e disinteressata del proletariato: ecco il primo insegnamento dello sciopero belga. La seconda causa del successo parziale è la debolezza dell’orga- nizzazione operaia e la debolezza del partito in Belgio. Il partito ope- raio in Belgio è un’alleanza degli operai politicamente organizzati con cooperatori, sindacalisti «puri», ecc. Questo è un grave difetto del movimento operaio in Belgio, a torto dimenticato dal signor Ie- gorov della Kievskaia Mysl e dai liquidatori del Lue. Piu attenzione alla propaganda socialista, piu lavoro per consoli- dare un’organizzazione rigorosamente di partito, forte, attaccata ai principi e fedele al socialismo: ecco il secondo insegnamento dello sciopero belga. Pravda, n. 104, 8 maggio 1913. Firmato* K O 1913 161 L’INDUSTRIA EDILIZIA E GLI OPERAI EDILI Lo slancio industriale degli ultimi anni in Russia è stato accom- pagnato, come sempre da un rapido sviluppo della industria edilizia. Recentemente il Viestnik Finansov ha svolto un’inchiesta su tale que- stione tra le amministrazioni cittadine di 158 città della Russia. Sul Russkoie Slovo, il sig. Veselovski fornisce i seguenti dati dell’inchiesta. Le case costruite o ricostruite annualmente sono: nel 1907 11.961 » 1908 13.709 » 1909 15.093 » 1910 16.674 In circa tre anni l’industria edilizia è cresciuta quindi di quasi il 50% ! Gli enormi profitti che i. signori capitalisti accumulano per sé grazie a questo sviluppo risultano chiaramente dai prezzi dei mattoni, che arrivano a 44 rubli al 1.000 a Pietroburgo e fino a 36 rubli nella piu industriale Mosca. Fabbriche di mattoni cittadine si hanno solo in 50-60 città, sic- ché le possibilità di combattere gli appetiti smisurati dei capitalisti dell’edilizia sono praticamente nulle. Inoltre le nostre città, in virtù della legge elettorale censitaria, in virtù della totale assenza di libertà di voto, ecc., sono interamente nelle mani di un pugno di pezzi grossi che per interessi cittadini intendono gli interessi del loro portafoglio. Gli incredibili scandali che avvengono nei cantieri, l’incuria, il disprezzo della vita umana, tutto ciò è dimostrato da tutta una serie ben nota di crolli di case in costruzione. L’espansione dell’attività edi- lizia significa migliaia e migliaia di rubli che finiscono nelle tasche di imprenditori, ingegneri, capitalisti, e una massa di vittime, di ope- rai sacrificati sull’altare del capitale: ecco ciò che significa lo « slan- cio » dell’industria. E qual è la situazione di centinaia di migliaia di operai edili? Ecco quello chq abbiamo appreso dall’inchiesta circa il loro sala- rio. La paga giornaliera di un operaio edile varia secondo l’importan- za delle città nella misura seguente: I I <>S I 162 LENIN Popolazione paga giornaliera di un operaio edile meno di 5.000 ab. 1 r. 33 c. 5.000- ìo.ood >► 1 » 36 » 10.000-1 25.000 » 1 » 41 » 25.000- 50.000 » 1 » 53 » 50.000- 75.000 » 1 » 56 » 75.000-100.000 » 1 » 87 » 100.000 e più » 1 » 80 » Perfino nelle città piu grandi la paga dell’operaio non raggiunge i due rubli al giorno! Ci si può immaginare la miseria in cui vivono questi operai con l'attuale rincaro della vita e con la necessità di man- tenere una famiglia che assai spesso abita in un’altra città o in cam- pagna. Inoltre i lavori edili sono lavori stagionali, che non durano tutto l’anno. In qualche mese di lavoro l’operaio deve guadagnare quel tanto che basti a mantenere se stesso e la famiglia per tutto l’anno. La miseria degli operai, la loro totale insicurezza: ecco ciò di cui parlano le cifre riportate. • Per gli operai edili è piu difficile unirsi e organizzarsi di quanto non sia per gli operai delle fabbriche e delle officine. Tanto più gli operai d’avanguardia debbono preoccuparsi della educazione e della compattezza degli operai edili, che non possono cercare e trovare aiu- to se non nel giornale operaio, nel loro sindacato operaio, nei loro più evoluti compagni proletari. Pravda, n. 105, 9 maggio 1913. UN GIUDIZIO SULLA IV DUMA Il giudizio che della IV Duma danno i socialdemocratici, rappre- sentanti della classe operaia, è ben noto. Questo giudizio è fondato sulla valutazione del carattere di classe della Duma latifondista e « latifondista -borghese », nonché del carattere del governo che in que- sta Duma si mostra sempre d’accordo con le classi dominanti. 1913 163 Ma è anche istruttivo osservare come giudicano questa Duma gli stessi uomini di destra e in particolare i signori grandi proprietari fon- diari. È interessante a questo riguardo l'intervista, pubblicata nei gior- nali del sud, del signor Sinadino, sindaco di Kisciniov, proprietario terriero, che nella III Duma era nazionalista e che nella IV viene considerato del partito di « centro », cioè più a destra degli ottobri- sti. Sembra che sia un pilastro cosi solido che sarebbe impossibile tro- varne uno simile! Ed ecco il suo giudizio: « La IV Duma è solo una finzione: nel Consiglio di Stato siedono uomini che non tengono affatto conto dei rappresentanti del popolo e agiscono, se cosi ci si può esprimere, alPincontrario. Lo ripeto, la Duma è soltanto una finzione e in una tale situazione essa non può dar nulla al paese. Non trovo nella lingua russa un termine per qualifi- care gli atti del Consiglio di Stato. Essi equivalgono a ciò che in francese si chiama sabotage »... Questo grande proprietario offeso dice, a proposito della Duma e del nostro governo, una verità che gli operai farebbero bene ad esaminare con attenzione. In generale infatti i democratici non posso- no ascoltare una opinione veritiera sul sistema e sull’« ordine » della reazione dominante da parte dei signori reazionari se non quando questi reazionari litigano tra loro. Si è offeso un grande proprietario (o alcuni grandi proprietari) ed eccovi una tale descrizione dell’« ordine » con cui amministrano lo Stato e ne organizzano le strutture i grandi proprietari fondiari che sembrerebbe presa da un proclama socialdemocratico! Ma sia la IV che la III Duma, signor latifondista di destra of- feso, non sono una finzione, perché danno al governo, per esempio, la ratifica del suo bilancio. Ma qui appunto è il succo di tutta la faccen- da, che sebbene tutta la classe dei grandi proprietari fondiari e tutta l'alta ' borghesia forniscano il loro aiuto al governo, tuttavia «il carro è sempre li »! La possibilità di una alleanza del governo con i grandi proprie- tari fondiari e con la borghesia è stata creata, la Duma fa tutto ciò che può perché una tale alleanza si realizzi. E tuttavia nulla si realizza che nemmeno lontanamente assomigli a una costituzione. Rimane il vecchio regime statale. Anche i ministri sono gente che « tremano » (sono parole di Sinadino) « per se stessi » perché evidentemente non 1 1 • 164 LENIN sanno che cosa accadrà loro domani, che cosa domani si ordinerà loro di fare. E tutta l’« attività » della Duma nei suoi rapporti con il Consiglio, tutte le lamentele dei liberali che non sperano piu nelle riforme, anche le piu modeste, le piu ottobriste, le piu insignificanti, e, infine, le franche ammissioni di un grande proprietario-« legislatore » offeso, - tutto ciò dimostra l’assurdità delle illusioni costituzionali e delle spe- ranze riformiste nella Russia di oggi. Pravda , n. 110, 15 maggio 1910. IL CAROVITA E LA VITA DURA DEI CAPITALISTI La vita diviene sempre piu cara. Le alleanze dei capitalisti au- mentano costantemente i prezzi, accumulando cosi milioni e decine di milioni, mentre le masse contadine sono sempre piu rovinate, le famiglie operaie trovano sempre piu difficile sbarcare il lunario, sono costrette alla fame e a negarsi anche lo stretto necessario. L’organo dei nostri industriali milionari — Promysclennost i Tor - govlia — reca i dati seguenti sull’aumento del costo della vita. Il co- siddetto indice dei prezzi, determinato dal confronto dei prezzi di una serie di determinati prodotti essenziali, mostra un aumento costante nel corso degli ultimi anni. Ecco i dati relativi al mese di aprile’. indice dei prezzi 1908 2.195 1909 2.197 1910 2.416 1911 2.554 1912 2.693 1913 2.729 Negli ultimi sei anni i prezzi sono aumentati da 2.195 a 2.729, cioè di ben il 24%!! La spoliazione della massa della popolazione la- voratrice, e soprattutto degli operai, da parte dei capitalisti associati tra loro rivela un « progresso notevole ». 1913 165 E i signori capitalisti — sia nella suddetta rivista che nelle innu- merevoli società e alleanze benevolmente autorizzate dal governo — continuano a lamentarsi della « ingiustizia » delle imposte che ven- gono a colpire il commercio e l’industria! Sarebbe da ridere... ma gli operai non hanno voglia di ridere. In un documento ministeriale relativo all’imposizione dei beni immobiliari nelle città , i poveri e sfortunati industriali milionari ci comunicano i dati seguenti. Nel 1910 il reddito di questi beni era calcolato in 239 milioni di rubli (era calcolato, naturalmente, per via ufficiale, da funzionari, e ci si può immaginare quante decine di milioni sono stati nascosti dai poveri mercanti). Nel 1912, cioè solo due anni dopo, il reddito dei beni immobili nelle città era calcolato già in 500 milioni di rubli (considerando solo la Russia, senza il regno di Polonia). Dunque in due anni il reddito netto dei beni immobili nelle città è aumentato di oltre 250 milioni di rubli!! Da ciò si può arguire quali fiumi d’oro si riversino nelle tasche dei capitalisti, fiumi costi- tuiti da milioni di ruscelli alimentati dall’incredibile miseria e dalla fame dei contadini e degli operai. « L’attuale carovita » non è altro che la forma attuale (capita- listica) dell’ immiserimento, della rovina e della spoliazione dei lavo- ratori, mentre un pugno di capitalisti si arricchisce in modo inaudito. I poveri capitalisti si lamentano: l’imposta che li colpisce è manifestamente « ingiusta ». Pensate un po’: prendono loro il 6% del reddito netto. Nel 1910 hanno tolto loro (in Russia, esclusa la Polonia) 14 milioni di rubli, e nel 1912 29,8 milioni di rubli. Dunque in due anni l’imposta sui milionari cosi spogliati è au- mentata di quasi 16 milioni di rubli. Che ne pensate, compagni operai: dato che il reddito netto è passato da 240 a 500 milioni, cioè è aumentato di 260 milioni di ru- bli in due anni non si sarebbe dovuto esigere una imposta di 100 o 200 milioni di rubli? Non si sarebbe dovuto prelevare, da questo plus- profitto di 260 milioni di rubli, estorti agli operai e ai contadini poveri, almeno 200 milioni per le scuole, gli ospedali, per l’assisten- za agli affamati, per le assicurazioni operaie? Pravda , n. 116, 22 maggio 1913. 166 LENIN LA SOCIALDEMOCRAZIA TEDESCA E GLI ARMAMENTI La commissione per il bilancio del parlamento tedesco ha appro- vato in prima lettura un progetto di legge militare. Non vi è dubbio che l’approvazione definitiva è assicurata. Il governo degli junker — questi fratelli dei nostri Purisckevic e Markov — « lavora » in pieno accordo con la borghesia tedesca per aggravare l’oppressione del popolo, e per aumentare contemporaneamente i profitti dei signori fabbricanti degli strumenti di morte. I fabbricanti di munizioni e di equipaggiamenti militari fanno ottimi affari. I figli di papà della no- biltà prussiana pregustano il piacere di ottenere « ulteriori » sine- cure. Tutte le classi dirigenti sono soddisfatte: del resto, che altro sono i parlamenti attuali se non lo strumento per eseguire la volontà delle classi dominanti? Allo scopo di giustificare i nuovi armamenti ci si sforza, come il solito, di dipingere il quadro dei pericoli che minacciano « la pa- tria ». Il cancelliere tedesco spaventa, tra Taltro, il filisteo tedesco con il pericolo slavo. Osservate bene, le vittorie balcaniche hanno rafforzato lo « slavismo », che è ostile a tutto il « mondo tedesco »!! Il panslavismo, l’idea di unire tutti gli slavi contro i tedeschi, ecco il pericolo, — assicura il cancelliere degli junker. I socialdemocratici tedeschi hanno smascherato, e continuano a smascherare senza tregua sulla loro stampa e nei loro discorsi parla- mentari e nelle riunioni, queste trovate ipocrite e scioviniste. C’è uno Stato, dicono i socialdemocratici, che ha la maggioranza della popola- zione slava e che già da tempo gode della libertà politica e di un or- dinamento costituzionale. Questo Stato è l’Austria. Temere che que- sto Stato abbia mire bellicose è perfettamente assurdo. Messo con le spalle al muro dai socialdemocratici, il cancelliere tedesco ha chiamato in causa le chiassose manifestazioni panslaviste di Pietroburgo. Argomento magnifico! I fabbricanti di armi, di co- razzature, di cannoni, di polvere da sparo e di altri articoli di uso « culturale », hanno una gran voglia di arricchirsi sia in Germania che in Russia, e per imbrogliare l’opinione pubblica si chiamano in causa l’un l’altro. I tedeschi agitano lo spauracchio degli sciovinisti russi, i russi di quelli tedeschi! E questi e quelli recitano una parte meschina nelle mani dei capitalisti, che sanno benissimo che è addi- 1913 167 rimira ridicolo pensare a una guerra della Russia contro la Germania. Gli sciovinisti tedeschi, ripetiamo, hanno assicurata la maggio- ranza nel Reichstag. Ma tra gli operai tedeschi cresce lo sdegno e l’esigenza di mezzi di lotta non solo parlamentari contro lo sfrontato saccheggio dei denari del popolo da parte degli sciovinisti. È interes- sante notare che neirassemblea generale dei socialdemocratici della 1 circoscrizione elettorale del Wurttemberg (Stoccarda) è stata presenta- ta la seguente risoluzione: « L'assemblea generale si rammarica che la lotta contro il pro- getto di legge militare non sia stata condotta in parlamento con suf- ficiente energia. Essa ritiene che alPoffensiva sfrenata dei fabbricanti d armi contro gli interessi del popolo è indispensabile resistere con tutti i mezzi possibili. L’assemblea attende perciò dal gruppo social- democratico al Reichstag che impegni una lotta estremamente ener- gica, che non si arresti nemmeno di fronte all’ostruzionismo, quando il progetto di legge passerà dalla commissione all’esame di tutto il Reichstag. Essa ritiene che la lotta extraparlamentare che il partito ha condotto finora non è sufficiente. L’assemblea esige che la direzione del partito organizzi azioni che abbraccino tutta la popolazione lavo- ratrice, ivi compresi gli scioperi di massa >►. La coscienza della necessità di una lotta piu decisa, più offensiva, di massa da parte degli operai cresce lentamente ma costantemente in seno alla socialdemocrazia tedesca. Se gli opportunisti, che sono molti nel gruppo parlamentare e tra i funzionari del movimento ope- raio, si oppongono a questa lotta, nelle masse operaie essa viene accolta con sempre maggiore simpatia. Pravda, n. 116, 22 maggio 1913. COME ORGANIZZANO LE MASSE I CATTOLICI TEDESCHI Negli Stati arretrati, in cui la massa della popolazione è priva di diritti, dove non c’è libertà politica, dove regna l’arbitrio del po- 168 • LENIN tere, non vi sono organizzazioni politiche consistenti di nessun ge- nere. Solo ristrettissimi gruppi di grandi proprietari fondiari o di in- dustriali milionari godono della « libertà di associazione », ma questi gruppetti rivolgono tutta la loro attenzione verso le sommità, le « al- te sfere », verso il potere, e non solo non si sforzano di organizzare le masse popolari, ma anzi temono questa organizzazione come il fuoco. Negli Stati in cui i princìpi costituzionali e la partecipazione del popolo agli affari dello Stato sono garantiti, airorganizzazione delle masse tendono non solo i socialisti (la cui unica forza risiede nell’edu- cazione e nell’organizzazione delle masse), ma anche i partiti reazio- nari. Se il regime dello Stato è democratizzato, i capitalisti debbono cercare appoggio nelle masse, e a questo scopo occorre organizzarle sotto le parole d’ordine del clericalismo (del centonerismo e della re- ligione), del nazionalismo-sciovinismo, ecc. La libertà politica non elimina la lotta di classe, ma al con- trario, la rende più cosciente, più ampia, attirando in questa lotta gli strati più arretrati del popolo, istruendoli alla politica e alla difesa delle loro concezioni, dei loro interessi. È istruttivo osservare, ad esempio, come organizza le masse del popolo il partito reazionario tedesco del « centro », cioè dei cattolici. Questi si sforzano di sollevare le masse in difesa del capitalismo con le parole d’ordine della « religione e del patriottismo ». E i cattolici sono riusciti in Germania ad approfittare dei pregiudizi e dell’igno- ranza delle masse popolari, in particolare perché i cattolici in Ger- mania sono una minoranza della popolazione, e questa minoranza è stata un tempo soggetta a persecuzioni da parie dello Stato. Le masse dei lavoratori e degli sfruttati istintivamente simpatizzano sempre con i perseguitati. I reazionari cattolici hanno saputo sfruttare questo stato d’animo. I cattolici hanno creato un’organizzazione di massa, la cosiddet- ta « Alleanza popolare della Germania cattolica ». Essa conta 730 mila membri ed è rigorosamente centralizzata. Il suo scopo è la difesa del regime « cristiano » (e di fatto capitalistico) e la lotta contro le ten- denze « sovvertitrici » (cioè socialiste). A capo dell’alleanza c’è una direzione di 24 membri, di cui 9 si occupano della direzione effettiva, mentre gli altri sono rappre- 1913 169 sentanti di diverse circoscrizioni, di singole grandi città. Per ogni 20-40 famiglie cattoliche viene designato un « fiduciario ». Tutti i fiduciari operano secondo le direttive della direzione. I signori cattolici lottano contro i socialdemocratici, gridano di solito che gli agitatori socialdemocratici vivono alle spalle degli ope- rai. Ma gli stessi cattolici nella loro organizzazione agiscono esatta- mente allo stesso modo: in qualsiasi centro importante essi hanno propagandisti stipendiati. II lavoro della direzione del partito è organizzato esattamente come nella fabbrica. Venti impiegati si occupano in modo speciale della « pubblicistica »: uno segue la teologia, l’altro la questione agra- ria, un terzo il movimento socialdemocratico, un quarto gli artigiani, ecc. Si raccolgono ritagli ed estratti da giornali e riviste, si tiene un archivio. Vi lavorano degli stenografi, c’è una biblioteca specializzata con 40.000 volumi. Si preparano lettere per i giornali, « corrisponden- ze » pubblicate in decine di giornali cattolici. Si tiene una speciale corrispondenza « politico-sociale » e un’altra « apologetica » (che cioè difende la religione e il cristianesimo). Si pubblicano serie di opuscoli su tutti i problemi. Si diffondono annualmente circa 5.000 riassunti di conferenze di vario tipo. Una speciale sezione si occupa della pro- paganda per mezzo del cinematografo. Un ufficio informazioni forni- sce gratuitamente informazioni di ogni tipo: nel 1912 ne ha fornite oltre 18.000. Gli studenti cattolici vengono fatti partecipare sistematicamente al lavoro di propaganda e di agitazione, soprattutto nei periodi delle vacanze. Si radunano i fiduciari (che sono alcune decine di migliaia) per speciali « corsi politici ». All’apposito « insegnamento » per la lotta contro i socialdemocratici sono destinati corsi particolari di due mesi presso la direzione del partito. Speciali corsi quindicinali vengo- no organizzati per i contadini, i maestri, gli impiegati, ecc. I cattolici reazionari tedeschi non lavorano male. Ma tutto il loro lavoro è una pallida imitazione del lavoro dei socialdemocratici tedeschi. Pravda , n. 120, 26 maggio 1913. 170 LENIN SULLE FERIE DEGLI OPERAI In Germania, come in altri paesi, gli operai metallurgici sono nelle prime file degli operai coscienti e organizzati. Essi hanno posto, tra Taltro, la questione di istituire periodi di riposo regolari per gli operai. I proprietari di officine, com’è noto, si oppongono con tutte le forze a questa iniziativa, asserendo che esigerebbe spese « insoste- nibili ». Ma i metallurgici tedeschi, in un opuscolo appositamente edito dal loro sindacato, hanno confutato con cifre precise questi pretesti ipocriti e interessati. Gli operai hanno dimostrato che in 93 imprese azionarie dell’industria metallurgica tedesca il profitto netto nel periodo 1905-1910 è stato in media del 13,4%!! Basterebbe ridurre questo profitto del 2% per garantire a tutti gli operai la possibilità di ottenere ferie regolari. Ma attualmente il sistema delle ferie è assai poco sviluppato e viene impiegato per lo piu dai capitalisti per asservire maggiormente gli operai. I metallurgici tedeschi hanno effettuato due inchieste sul problema delle ferie, nel 1908 e nel 1912. Nel 1908 c’erano 138 imprese in cui operai usufruivano di ferie. Dei 75.591 operai occupati in queste imprese, godevano di ferie 13 mila 579, cioè il 17,9%. Nel 1912 c’erano 389 imprese in cui gli operai godevano di fe- rie. Dei 233.927 operai occupati, quelli che avevano le ferie erano 34.257, ossia il 14,0%. Complessivamente su ogni 1000 imprese dell’industria metallur- gica le ferie erano concesse soltanto in ire ! Solo l’8% di tutti gli operai metallurgici, cioè meno di un cinquantesimo , godevano delle ferie. La maggioranza delle imprese che accordano le ferie — esatta- mente i nove decimi — le accordano solo a quegli operai che hanno lavorato nella fabbrica per un tempo abbastanza lungo. Su 389 officine (con 233.927 operai), in 84, con 140.209 operai, si esige che l’operaio abbia lavorato da cinque a dieci anni (!!) perchè possa avere diritto alle ferie. È chiaro che simili ferie non sono altro che un miglioramento ridicolo, insignificante per gli operai, costituendo essenzialmente 1913 171 un’offa per legarli alla fabbrica e un mezzo di lotta contro gli scioperi! La durata delle ferie nella maggioranza dei casi (per il 72% de- gli operai nelle imprese citate) non supera la settimana. Per il 10% degli operai è meno di una settimana, e solo per il 16% piu di una settimana (fino a due settimane). Nella maggioranza delle imprese che accordano le ferie (97%), gli operai ricevono durante lo stesso pe- riodo la loro paga normale o la paga settimanale media. Vediamo insomma che le ferie operaie sono scandalosamente in- sufficienti perfino nell’industria piu avanzata di un paese avanzato. Ma gli operai comprendono sempre di piu la necessità di un riposo regolare e sufficiente e, con la loro tenacia, gli operai organizzati sa- pranno ottenere successi anche in questo campo. Pravda * n. 124* 31 maggio 1913. Firmato: N. N. IL SIGNIFICATO DI UNA FORMULA « STORICA » L’approvazione della formula di cosiddetta sfiducia al governo (sul bilancio del ministero degli interni) da parte della IV Duma, con i voti degli ottobristi e dei cadetti, continua a richiamare l’attenzione della stampa. E in realtà, questa formula — cosi come i commenti che le hanno dedicato i giornali liberali — merita un attento esame. Le questioni sollevate sono effettivamente questioni di principio, alle quali è indispensabile ritornare più e più volte. L’editorialista della Riec ha dichiarato solennemente (n. 137) che il giorno in cui è stata approvata questa formula, 21 maggio, « segnerà una data storica ». In simili frasi sonore e reboanti i nostri liberali sono grandi maestri, ma il primo tentativo di un serio esame del significato di questa decisione della Duma rivela la loro stupefacente mancanza di idee e la loro impotenza. I liberali non vogliono vedere Ì fatti essenziali e indiscutibili che determinano il significato della formula della Duma. In primo luogo, dei partiti che hanno approvato questa formula, né gli ottobristi, né i progressisti 277 (con i quali i cadetti sono di fatto 172 LENIN strettamente legati!) hanno proposto di respingere il bilancio. E da parte dei cadetti il rifiuto di approvare il bilancio è stato soltanto un gesto teatrale per gettare un’offa alla democrazia, giacché tutti sa- pevano perfettamente che di fatto i cadetti appoggiavano gli ottobristi. La formula « storica » è una frase vuota, giacché la maggioran- za dei partiti borghesi non si è decisa a esercitare nemmeno il suo indiscutibile diritto « parlamentare » di respingere il bilancio. E i cadetti, quando non hanno l’accordo degli ottobristi e dei progres- sisti, sono uno zero, sia nella Duma che nel paese. In secondo luogo, a che cosa si riduce il contenuto ideologico- politico della formula? « Insistiamo per la realizzazione piu rapida possibile di ampie riforme » — cosi suona la formula degli ottobristi che è stata approvata. Cosi hanno scritto anche i progressisti. La stessa cosa, anzi in modo ancora più forte — « Riforme radicali »! — ha detto il « centro » (cioè i semiottobristi, i seminazionalisti). Esatta- mente dallo stesso punto di vista riformista parte anche la formula dei cadetti: questi usano soltanto espressioni più forti, ma le loro idee sono esclusivamente riformistiche. E in terzo luogo, in tutte le formule, a cominciare da quella dei cadetti per finire con quella degli ottobristi, è espresso chiaramente un punto di vista reazionario. A questo riguardo, nonostante le affermazioni menzognere della Riec, la formula ottobrata non è più a destra, ma più a sinistra di quella progressista, e perfino di quella cadetta. Guardate e giudicate: 1) progressisti: (il ministero) « semina nel paese la discordia, il che mette in pericolo la sicurezza dello Stato »; 2) cadetti: «una tale situazione costituisce una grave minaccia per la sicu- rezza dello Stato e della società»; 3) ottobristi: « il ministero uccide nel popolo il rispetto della legge e del potere e cosi facendo rafforza gli stati d’animo di opposizione ». Tradotto dal linguaggio della « alta politica » nel semplice lin- guaggio umano, ciò significa una cosa sola: i cadetti, gli ottobristi, i progressisti, promettono di salvaguardare meglio che con il sistema attuale la sicurezza dei grandi proprietari fondiari, in quanto classe, si intende, e non in quanto individui. In quarto luogo, tutti e tre i partiti citati sono nazionalisti e sciovinisti: secondo loro il ministero « indebolisce la potenza della 1913 173 Russia » (ottobristi e progressisti), ovvero la « potenza esterna » (an- cora più chiaro!) « dello Stato » (cadetti). Questi sono i fatti, taciuti o deformati dai liberali. La formula « storica » della IV Duma è un accordo dei cadetti con gli ottobristi, per il tramite dei progressisti, per condannare il governo ed esprimere il desiderio di « riforme radicali » a condizione che il bilancio sia vo- tato e che la posizione del nazionalismo reazionario e dello sciovinismo sia chiaramente espressa. Pravda , n. 126, 2 giugno 1913. DOV’È L’APPOGGIO? La famosa formula della IV Duma sul bilancio del ministero degli interni è stata cosi intepretata dalla nostra stampa liberale: « il governo funziona come se fosse sospeso nel vuoto ». « Ad .eccezione dei giornali finanziati e del pugno di politici anch’essi finanziati, fedeli solo finché durano le sovvenzioni, il governo non ha amici nel Paese ». Questa è Popinione delle « serie », professionali Russkie Viedo- mosti ; c’è poco da scherzare! « Il governo è completamente isolato e non trova appoggio nemmeno nei gruppi politici che egli stesso ha creato ». Questa è Popinione della Riec. Sarebbe difficile trovare cam- pioni di infantilismo simili a quelli che forniscono i ragionamenti dei professori, degli avvocati, dei pubblicisti e dei deputati del campo li- berale. Ecco veramente del cretinismo parlamentare incurabile, in un paese dove « grazie a Dio, non ce parlamento »! 278 Nel vuoto, dite voi? Ma non avete sentito, signori professori e deputati, parlare del Consiglio della nobiltà unita? 279 e dell’appoggio che esso dà alla po- litica del governo? Del centinaio di milioni di desiatine delle terre migliori nelle migliori regioni della Russia che sono in mano alla classe dei grandi proprietari fondiari? Delle più importanti cariche civili e militari che appartengono tutte a questa stessa classe? Dei re dello zucchero e degli altri magnati della finanza che provengono sem- pre da questa stessa classe? 174 LENIN Non ne avete sentito parlare? O saggi uomini di Stato del libe- ralismo! Il governo è completamente isolato, non ha amici nel paese, dite voi? E voi, signori, che ci state a fare? Non avete forse votato, insie- me con i progressisti e gli ottobristi, il bilancio del ministero del- l’interno? Immaginatevi resistenza di noti milionari che distribuiscono fa- cilmente quanto denaro si vuole, esprimendo soltanto dei « desideri » che non sono obbligatori per nessuno. Non pensate, signori, che sa- remmo in diritto di chiamare questi milionari nostri amici, e che non ci sentiremmo « isolati » (in mezzo al gruppetto dei milionari)? Vero è che voi, con la vostra formula, avete dato al governo non solo un appoggio materiale, ma per di piu un grande sostegno ideo- logico. Ciò è molto importante, e non dovete pensare che vi permet- teremo di eludere di fronte alFopinione pubblica una questione per voi cosi spinosa. Su che cosa verteva la discussione alla Duma? Sulla necessità di dare del denaro, esprimendo il desiderio... di una riforma della polizia e di « porre limiti normali al sistema giuridico », dicevano i nazio- nalisti. Dare del denaro, ma esprimendo il desiderio di riforme radi- cali o ampie, dicevano gli ottobristi, aggiungendo che sostenevano in- condizionatamente le posizioni del nazionalismo e dello sciovinismo controrivoluzionario . Ed ecco tutti i liberali fare il giochetto: tacendo di queste ag- giunte, si esaltano alla richiesta « di riforme radicali »! Non restava che aggiungere al loro elenco, su indicazione di qualche « intelligen- te » liquidatore, « la libertà di associazione e la revisione della legisla- zione agraria »... I grandi proprietari feudali sono per la reazione. La borghesia per le riforme. Questa ha inferto uno schiaffo morale al governo con la sua « formula », ma al tempo stesso ha dato un appoggio morale al governo sottolineando il proprio spirito controrivoluzionario! E un tale appoggio ha un’importanza cento volte più reale e più efficace di decine di schiaffi « morali ». La « storica » formula della Duma ha confermato per la cente- sima volta che il sistema del 3 giugno 280 è finito in un vicolo cieco. E la borghesia, restando sulle posizioni che abbiamo indicato, è im- 1913 173 potente a uscire da questo vicolo cieco. L'esperienza della storia ci insegna che la borghesia è capace di sognare per decenni le riforme, di restare nel vicolo cieco e di subire il giogo dei Purisckevic se non interviene appunto la soluzione della crisi che i liberali vogliono evitare e scongiurare ad ogni costo. Pravda , n. 127, 5 giugno 1913. DALLA FRANCIA (Dal nostro corrispondente) Il nostro giornale ha già parlato del notevole esempio di man- canza di carattere fornito da Gustave Hervé. Questo giornalista e agi- tatore combattivo, che non ha avuto nessuna scuola di socialismo e nessuna formazione socialista, è passato nel partito operaio (da pro- fessore qual era) con tutte le abitudini e i modi dell’intellettuale bor- ghese. Ha debuttato come opportunista. Poi si è gettato alla « estre- ma sinistra » e a lungo ha predicato idee semianarchiche, « spaven- tando » la borghesia con le sue grida rumorose di ispirazione antimi- litaristica. Recentemente ha cominciato ad allontanarsi dagli anarchici e a ritornare al partito, riconoscendo la lotta parlamentare e il lavoro di educazione e di organizzazione. Ma anche qui il nostro vivace intellet- tualucolo non è riuscito a trattenersi ed è passato di nuovo agli op- portunisti. Uomo impulsivo, troppo soggetto alle impressioni dell’ul- timo momento, facile a cadere in preda alle esitazioni tipiche delFuo- mo senza carattere, si è talmente « spaventato » dell’attuale ondata reazionaria di sciovinismo, di nazionalismo e di imperialismo in Fran- cia, che ha cominciato a predicare il ritorno alla politica del « blocco », cioè dell’ alleanza con i radicali borghesi. Per salvare la repubblica in Francia, è indispensabile, guardate un po’, il blocco con i radicali, altrimenti in Francia i reazionari restaureranno nuovamente la mo- narchia o l’impero! È inutile dire che, a parte gli opportunisti estremi, i socialisti francesi mettono in ridicolo quest’uomo senza carattere e protestano 176 LENIN risolutamente contro il blocco. Recentemente uno degli organi del par- tito operaio che si pubblica nel sud della Francia ha riportato una serie di opinioni dei piu eminenti socialisti contro il blocco. I socialisti hanno iniziato e conducono una campagna contro la reazione, — dicono giustamente questi eminenti quadri del parti- to, — hanno diffuso tra le masse la protesta contro la legge sul ri- pristino della ferma di tre anni, che segna cioè un ritorno airesercito reazionario (dominato dal regime di caserma, decisamente antidemo- cratico). I socialisti attuano un blocco proletario , cioè l’alleanza degli operai socialisti con gli operai sindacalisti. Dei radicali e dei « radi- cal-socialisti » (partito piccolo-borghese, simile ai nostri populisti), solo una minoranza insignificante appoggia questa campagna vera- mente democratica dei socialisti, e anche loro con esitazioni. Perché fare il blocco? L’alleanza con gli elementi esitanti inde- bolirà l’impeto delle masse e rafforzerà le esitazioni! Quanto all’appog- gio dei radicali, nella misura in cui essi operano, in questo o quel caso, contro la reazione, i socialisti non l’hanno mai rifiutato. Eccovi i signori Charles Dumont e Alfred Masse, — scrive un socialista, — « radical-socialisti » autentici, che sostengono la legge sulla ferma triennale, contando di ottenere un posticino ministeriale. Eccovi il capo dei radicali « in persona », Clemenceau, che conduce una campagna in favore di questa legge. Ecco un altro capo eminente dei radicali, Leon Bourgeois, che si pronuncia anche lui in favore di questa legge. Infine, alla commissione della difesa della Camera dei deputati, questa legge è stata approvata con 17 voti contro 4, esclu- sivamente socialisti. Che blocco si può fare con questo riprovevole partito borghese dei radicali e dei « radical-socialisti »? Solo facendo propaganda con- tro di esso tra le masse, i socialisti francesi ne possono staccare tutti gli elementi democratici, obbligando cosi una determinata parte di esso a spostarsi a sinistra, verso la democrazia. Dipendendo intera- mente dalle masse nelle elezioni (giacché in Francia esiste, natural- mente, il suffragio universale e il regime parlamentare), molti radi- cali ci penseranno due volte prima di dare definitivamente il loro voto a favore di una legge reazionaria, manifestamente impopolare tra le masse. 1913 177 L’unico serio punto di appoggio della democrazia e della repub- blica in Francia (come dappertutto) sono le masse, le masse degli operai e dopo di loro anche quelle dei piccoli contadini, e non i maneggioni parlamentari, gli istrioni, i carrieristi e gli avventurieri dei partiti borghesi, che oggi si proclamano « radical-socialisti », per poi domani (in cambio di un posticino ministeriale o di un affare vantaggioso, sotto forma di qualche concessione o carica in un car- tello di milionari e così via) tradire e la democrazia e la patria (co- me i borghesi francesi nel 1871 tradirono la Francia consegnandola a Bismarck, terrorizzati dalla rivolta degli operai parigini contro la schiavitù salariata). Non si può che approvare calorosamente i socialisti francesi che combattono l’idea del blocco e intensificano l’attività e la propaganda socialista tra le masse. Pravda , n. 126, 3 giugno 1913. Firmato: F. IL DEPUTATO FRANK È PER LO SCIOPERO DI MASSA È un avvenimento nel partito socialista tedesco la presa di po- sizione del noto socialdemocratico del Baden, Frank, uno dei rappre- sentanti piu in vista dell’ala opportunista, in favore dello sciopero di massa come mezzo di lotta per la riforma elettorale in Prussia. L’organizzazione del partito social-democratico di Wilmersdorf, sobborgo di Berlino, aveva invitato Frank a tenere una conferenza su questo tema. I giornali borghesi, attendendosi « dal Baden » di- scorsi invitanti alla calma e alla pacificazione, hanno dato larga pub- blicità alla riunione. Si è avuta così una magnifica pubblicità gratuita. La riunione è risultata così affollatissima e particolarmente imponente. Ma Frank, sia perché parlava di fronte agli operai di Berlino di nota tendenza radicale, sia perché, in quanto meridionale, era abituato al regime piu libero della Germania del sud, ed era perciò indignato per lo sfacciato dominio degli «junker» (i nobili cento- I fiX-l 178 LENIN neri tedeschi), che aveva potuto osservare piu da presso a Berlino, pronunciò un discorso infiammato in favore dello sciopero di massa. L’oratore cominciò con il tracciare un quadro della politica in- terna della Prussia. Egli stigmatizzò implacabilmente il dominio degli junker, la legge elettorale reazionaria del Landtag prussiano (una legge simile a quella votata dalla nostra III Duma 281 ), l’assenza delle garanzie democratiche piu elementari. Quando l’oratore fece notare che secondo la legge elettorale prussiana il tenutario di una casa di tolleranza gode dei diritti elettorali di prima categoria, mentre il primo ministro gode solo di quelli di terza categoria e che per il « regime » prussiano questo è caratteristico, l’assemblea manifestò il suo consenso con una risata generale. Gli operai di Berlino — disse ironicamente Frank — hanno di- mostrato con la loro lotta contro Jagow (governatore della città, il quale aveva cercato invano di impedire le manifestazioni nel 1910) che hanno del talento in materia di manovre di strada. L’oratore ricordò gli esempi di sciopero di massa nella storia: i cartisti 282 in Inghilterra, i belgi nel 1893, 1902. e 1912, gli svedesi nel 1903, gli italiani nel 1904, i russi nel 1905; su quest’ultimo esem- pio l'oratore si soffermò piu a lungo, sottolineando l’aiuto che gli operai russi recarono allora ai loro vicini e fratelli operai austriaci. La sola minaccia di uno sciopero politico risultò allora sufficiente agli austriaci per conquistare il suffragio universale. In Prussia e in Germania — esclamò Frank — vi è il migliore movimento operaio del mondo, vi è la stampa operaia piu diffusa. Impariamo dunque dal proletariato di tutto il mondo a condurre la lotta di massa! (Approvazioni e applausi fragorosi dell* assemblea). Si intende, — continuava Frank, — questo nuovo tipo di lotta implica sacrifici e pericoli, ma dove si sono mai viste battaglie poli- tiche senza sacrifici e senza pericoli? Dal momento in cui abbiamo riconosciuto la necessità della lotta, dobbiamo condurla fino in fondo, dobbiamo fare avanzare la nostra nave, anche se sulla rotta vi sonc degli scogli sommersi. Chi ha paura di questi scogli e resta in porto non correrà pericoli, ma nemmeno riuscirà mai a toccare l’altra riva a raggiungere lo scopo dei nostri sforzi. Entusiasticamente accolto dall’assemblea, il discorso di Frani ha dimostrato ancora una volta a qual punto di indignazione la rea 1913 179 zione ha portato gli operai tedeschi. Lentamente ma sicuramente una possente protesta matura in seno al proletariato tedesco. Pravda, n. 132, 11 giugno 1913. Firmato: Cbaric. UN CONGRESSO INTERESSANTE Ieri, 12 giugno, si è aperto a Kharkov un congresso molto inte ressante. Interessante da due punti di vista. In primo luogo, è il pri- mo congresso di tutti gli zemstvo M3 , dedicato alla statistica delTistru- zione pubblica. In secondo luogo, esso è onorato di un’attenzione par- ticolare da parte deH’amministrazione. Il presidente del congresso è stato designato daH’amminis trazione, e cosi pure le persone compe- tenti sono state « filtrate », come si esprime B. Veselovski nel Kusskoie Slovo, da essa. I rappresentanti della stampa non sono stati ammessi al congresso. È difficile poter spiegare queste misure — che anche da un punto di vista « russo » sembrano eccessivamente. . . prudenziali — con il fatto che il congresso si riunisce in un centro ucraino. Il con- gresso degli zemstvo raduna non solo statistici e membri degli zemstvo dell’Ucraina, ma anche loro colleghi che appartengono a tutte le nazionalità della Russia. Forse la materia di cui si occupa il congresso non deve molto piacere aH’amministrazione, anche se si tratterà soltanto dell’organiz- zazione della statistica, di ciò che si è fatto, dei motivi per cui si è fatto poco e della necessità di fare di piu e meglio. L’istruzione pubblica è rimasta indietro in Russia come in nes- sun’altra parte del mondo. Un membro della Duma, Badaiev, ha dichiarato in un suo discorso che perfino tra i negri d’America c’è solo il 44% di analfabeti — in Europa 1T-296 — mentre in Russia gli analfabeti sono il 79% ! Negli ultimi tempi, tuttavia, l’istruzione pubblica, nonostante i mille e mille ostacoli, si estende e si sviluppa più rapidamente di prima. Le masse popolari in generale, e gli operai in particolare, hanno 180 LENIN un interesse diretto ed essenziale a conoscere la verità sullo stato del- l’istruzione pubblica. Non sarebbe affatto difficile impostare all’europea la statistica dell’i&truzione pubblica. Ogni maestro o maestra potrebbe facilmente fornire annualmente i dati su ogni alunno (età, nazionalità, condi- zioni di vita familiari, situazione economica dei genitori, ecc.) e su ogni insegnante (istruzione, entità degli emolumenti ricevuti, giorna- ta lavorativa, nazionalità, ecc., ecc.). Elaborando ogni anno questi dati, un piccolo gruppo di statistici potrebbe fornire allo Stato un materiale ricchissimo e utilissimo, sia sull’educazione e l’istruzione della giovane generazione, che su vari aspetti della vita del popolo. . . se. . . se. . . I rappresentanti della stampa non sono stati ammessi al congresso di Kharkov, il presidente del congresso è stato designato, le persone competenti, secondo le parole di Veselovski nel Russkoie SlovOj sono state filtrate daH’amministrazione. Abbiamo detto delle sciocchezze sulla statistica di tipo europeo dell’istruzione pubblica. Ma siamo noi in Europa? È meglio tacere. Prcvda y n. 134, 13 giugno 1913. Firmato: N. A V. M. KASPAROV Caro compagno, ho ricevuto e letto il vostro articolo. A mio parere, il tema è ben scelto e trattato giustamente, ma non è abba- stanza elaborato dal punto di vista letterario. C’è troppa — come dire? — « propaganda », che non si addice a un articolo su una questione teorica. Secondo me, o lo rielaborate voi stesso, oppure ci prove- remo a farlo noi. Molte grazie per le notizie di Kostrov. Chiedete, per favore, ad Avel di scriverci e di informarci più spesso. È importante: noi non sappiamo niente. Non potete procurarvi e tradurre gli articoli georgiani di Kostrov (a) contro i liquidatori, (b) sulla questione nazionale, per l’autonomia 1913 181 nazionale-culturale, (c) contro la prefazione di Plekhanov ad Arkomed 284 , contro la difesa plekhanoviana della egemonia: questa è la cosa più importante . Io parto per Berna dove resterò qualche settimana. Al ritorno spero di poter riprendere la corrispondenza con voi. Una stretta di mano. Vostro Lenin P. S. Grazie per il numero della Pravda us . Scritta nella seconda metà di giugno 1913. Spedita a Berlino da Poronin. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. A G. I. SAFAROV Caro Giorgio, sulla conferenza non so nulla 2W . Decidete voi stesso. La cura di N. K. va per le lunghe, ed io resterò qui ancora due settimane , o forse anche piu. Non so con precisione. L'articolo delPucraino è molto buono 287 . La cosa piu importante è che egli è centralista. È un fatto cosi raro e cosi prezioso, con i tristi tempi che attraversiamo, che voi e Iuri m dovete assoluta- mente conoscerlo più da vicino. Avvicinarlo per conoscerlo meglio. L'articolo ha bisogno non tanto di correzioni di stile (sono pic- colezze), quanto di un chiarimento dell autore. Deve scrivere ancora un altro articolo. Di questo scrivo alla pagina seguente 239 ; leggetela voi e Iuri e decidete se è meglio darla all’ucraino oppure riferirgliene il contenuto a voce. Beste Grusse. N. Lenin Scritta il 20 luglio 1913. Spedita a Zurigo da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. 182 LENIN A UN SOCIALDEMOCRATICO UCRAINO (A V. Stepaniuk) 290 Egregio compagno, ho letto con molto piacere il vostro articolo, perché è Particolo di un centralista che lotta contro Dontsov e soci. È estremamente importante combattere i nazionalisti di questo tipo (e i socialdemo- cratici ucraini), che sono più sottili! Insisterò senz'altro con la redazione della Pravda perché pub- blichino il vostro articolo, ma, secondo me, esso non è accessibile ai lettori, i quarantamila operai russi (e in maggioranza grande-russi). Il mio consiglio se mi permettete, è questo: scrivete ancora un altro articolo che sarà pubblicato prima. Una introduzione, un breve panorama generale della questione del « centralismo » e del « separa- tismo » (avete scelto il termine felicemente e correttamente) tra i socialdemocratici deirUcraina. Informate il lettore sui termini della questione. Esponete le tendenze generali, dite quali sono, qual è la loro storia . (brevemente). Ancora una questione: è vero che Basok è passato al naziona- lismo e al separatismo? Cosi ho sentito dire; è vero? Non potreste procurarmi il suo «famoso» articolo (del 1910 o 1911 o 1912) da cui risulta la svolta 291 ? Si dice poi che recentemente a Lvov ci sia stata una conferenza «di unificazione»: gli « spillasti » 292 si sono uniti con i socialde- mocratici ucraini o con Dontsov?? Mi hanno promesso di inviarmi da Lvov le risoluzioni di unificazione, pia ancora non Phanno fatto, Che ne sapete voi 293 ? Non bisognerebbe aggiungere due righe per dire che anche tra gli « spillasti » vi sono purtroppo persone che ca- dono nel nazionalismo e nel separatismo? Saluti e migliori auguri! N. Lenin Scritta il 20 luglio 1913. Spedita a Zurigo da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. 1913 183 A I. S. HANECKI Egregio compagno, se andate a Jena, fate assolutamente la co- noscenza con il nostro rappresentante (se non riuscirete ad incontrarlo, inviategli una lettera fermo posta , Herrn Bekzadian. Jena 294 ). Parlate con lui di tutti gli affari. Io debbo essere informato contro Tyszka 295 . Saluti vostro Lenin Presentatelo a Pannekoek, Mehring e ad altri elementi di sini- stra, se non ha già fatto la loro conoscenza lui stesso. Scrivetemi un rigo per dirmi se andate a Jena (quando avrete finalmente risolto la questione). Absender: Uljanow. Poronin Scritta il 12 settembre 1913. Spedita a Cracovia da Poronin. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. A Z. LEDER 296 28.X.1913. Cracovia, Ul. Lubomirskiego, 31 Egregio compagno, comprendo perfettamente la vostra indignazione contro i ma- scalzoni della cosiddetta Direzione centrale, ma consiglierei alla com- missione 297 di cercare tuttavia di ottenere prima un rifiuto formale della Direzione stessa. Infatti questo si può ottenere (appello di Rosa Luxemburg, come membro dell’Ufficio internazionale socialista, ecc. ), mentre senza di ciò probabilmente, LUIS non interverrà, ed eviterà di porre la questione per ragioni formali. Non bisogna migliorare la posizione di Tyszka e soci con un passo da parte vostra che rischie- rebbe di attirarvi il rifiuto da parte dell’UTS. 184 LENIN Consiglio di scrivere a nome della commissione una cauta lette- ra informativa a Huysmans (insistendo soprattutto sul fatto che il Zarzad Glowny 298 si rifiuta di fare controllare il suo « tribunale » da un tribunale dei partiti affiliati all’UIS che agiscono in Russia) pre- gandolo di aiutarvi a fare appello alla coscienza della Direzione cen- trale (respective di influire moralmente su di essa). Meglio così che indirizzare un appello formale prematuro con il rischio di un fal- limento. Se Plekhanov vi risponde, voi, spero, me ne informerete. Saluti socialdemocratici N. Lenin Uljanow, Ul. Lubomirskiego, 51. Krakòw. Spedita a Parigi. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A A. M. GORKI Caro Alexei Maximyc, vi spedisco oggi, con un plico raccoman- dato, Pinizio del romanzo che apparirà su Prosvestcenie. Pensiamo che voi non siate contrario. Se invece, contro ogni aspettativa, siete contra- rio, telegra fate al Prosvestcenie: « rimandate Voitinski » oppu- re « non pubblicate il romanzo di Voitinski » 299 . La notizia che un « bolscevico », anche se ex, vi sta curando con un nuovo metodo, mi preoccupa molto. Dio ci salvi dai medici compagni in generale e dai medici bolscevichi in particolare! Perché in verità, in 99 casi su 100 i medici amici sono degli « asini », come mi ha detto una volta un buon medico. Vi assicuro che bisogna curarsi soltanto dai migliori specialisti (a parte i casi di minore importanza). Sperimentare su di sé le scoperte di un bolscevico è una cosa orribile! A meno che non ci sia il controllo dei professori napo- letani. . . se questi professori sono effettivamente capaci. . . Sentite, se partirete quest’inverno fermatevi in ogni caso in Svizzera e a Vi en- 1913 185 na per farvi visitare da medici di prim 'ordine: sarebbe imperdonabile se non lo faceste! Come va la salute ora? Vostro N. Lenin P. S. Da noi gli affari non vanno male; a Pietroburgo gli operai si raggruppano sotto la guida del partito in tutte le società legali, comprese quelle di mutua-assistenza. Qui ci son anche ragazzi attivi e intelligenti. Indirizzo: Wl. Uljanow. Ulica Lubomirskiego, 51. Kracòw. Krakau ( Galizien ) Scritta all’inizio di novembre del 1913. Spedita a Capri da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin , I. A A.M. GORKI Caro A.M., ho ricevuto il romanzo m e la vostra lettera. Se- condo me, bisogna aspettare a pubblicarlo se voi non siete favorevole. Accludo una lettera di Kamenev che ha letto il romanzo (io non l’ho ancora letto). Scriveremo a Pietroburgo che aspettino. Accludo la mia lettera di ieri 301 : non adiratevi se me la sono presa. Forse non vi ho capito bene? Forse per iscberzo avete scritto « per ora »? E sulla « costruzione di dio » forse non avete scritto seriamente?? Curatevi un po’ meglio, per amor del cielo. Vostro Lenin Scritto alla metà di novembre 1913. Spedito a Capri da Cracovia. Pubblicato per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, I. 186 LENIN A N.I. BUKHARIN Caro compagno, ci accingevamo molto volentieri a pubblicare il vostro articolo sul libro di Struve 302 . Ma rileggendolo abbiamo visto che il passo sulla economia servile sarebbe stato inevitabilmente inteso nei circoli di partito come un invito ad espungere dal programma la confisca delle terre dei grandi proprietari fondiari. Bisognerebbe quindi aprire una discussione. Non sarebbe meglio per ora eliminare questo passo? Mi pare che anche voi non desideriate sollevare la discussione ora. Se ci siamo sbagliati e voi volevate sollevare la discussione, scri- vete: se insisterete, pubblicheremo l’articolo 30 '. Scritta nel novembre-dicembre 191). Spedita a Vienna da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. 1914 ALLA REDAZIONE DEL « PUT PRAVDY » 9. 11.1914 Egregi colleghi, ho ricevuto la lettera della segretaria sull’in- crescioso articolo che ha messo in pericolo il giornale 304 . È un pec- cato, davvero un peccato che sia stato stampato (per decisione col- legiale?) questo increscioso articolo in cui sono riusciti a ravvisare il legame esistente tra i giornali... Tornato solo ora dopo un viaggio « per affari di servizio » 305 ho letto tutti i numeri usciti e non ho trovato due articoli da me inviati (già da un mese!!) in risposta a F.D. sul problema dell’unità (il primo di questi articoli si intitola II capo dei liquidatori sulle con- dizioni dell' unità 306 ). Questi articoli sono assolutamente indispensa- bili, — soprattutto a causa della nuova rivista Borbà — ed è indi- spensabile pubblicarli prima che essa appaia. Tuttavia non sono stati pubblicati, e per tutto un mese (proprio come se si volesse irridere a qualsiasi idea di collegialità) non mi è stata scritta nemmeno una riga circa la loro sorte!!! (Se sono troppo lunghi, ciò che d’altronde non è verosimile, potrei pubblicarli sul Prosvestcenie. ) Davvero non riesco a comprendere un simile comportamento! Come ci si può comportare cosi con i collaboratori? E con i colleghi? Rispondete dunque! Saluti V.I. P.S. - Mandatemi, per favore, Proletarskaia Pravda y n. 11 (29) Put Pravdy , n. 2 307 Novaia Rabociaia Gazieta, n. 8 (126) 188 LENIN P.S. - Non avete una collezione della Mysl o fascicoli separati? Mandatemeli per favore. Spedita a Pietroburgo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1956 nel Kommunist, n.5. A A.A. TROIANOVSKI Caro Alexandr Antonovic, vi ringrazio molto per le notizie da Vienna: sono molto inte- ressanti. L’iniziativa di Trotski ha una grande importanza 308 ; la di- gregazione del blocco di agosto 309 è completa (i lettoni sono usciti dal Comitato di organizzazione 310 !). Grigori dice che voi avete continuato: (1) la statistica delle sottoscrizioni (dei gruppi di operai) dopo il 1° ottobre 1913 (fino al 1° gennaio 1914 3U ), (2) la statistica dei voti per i 7 e per i 6 (anch’essa almeno fino al 1° gennaio o al 1° febbraio 1914) 312 . Vi prego di terminarle al più presto possibile e di mandarmele subito: saranno inserite in un opuscolo che spe- diremo in questi giorni 313 . Fate presto! Ho ricevuto il n. 1 del Prosvestcenie. Non c’è male. La sola cosa inutile è la recensione al Levitski con quella stupida parola « frazionismo » 314 . E secondo voi com’è il numero? Saluti a Elena Fiodorovna. E anche a Bukharin. Vostro Lenin Scritta non prima dell’ 11 febbraio 1914, Spedita a Vienna da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1930, in Miscellanea di Lenin , XIU. 1914 189 A LA. HOURWICH 27.11.1914. Cracovia Egregio collega, è già molto tempo che ho ricevuto il vostro libro Immigration and Labour 3,5 e ho cercato di sapere il vostro indirizzo per ringraziarvi. Ma rni è stato molto difficile averlo. L’ho avuto solo oggi e mi af- fretto a esprimervi il mio ringraziamento per avermi inviato il libro. Ho già scritto su di esso, e partendo da esso, un articoletto 316 nel nostro giornale socialdemocratico di Pietroburgo, la Pravda , e scri- verò ancora. Sono convinto che questo lavoro fornisce una gran quantità di dati preziosi per lo studio del capitalismo, essendo esso contemporaneamente una specie di applicazione dei migliori metodi della nostra statistica degli zemstvo sul terreno occidentale. Il compagno che mi ha inviato il vostro indirizzo (Mr. John Ellert) mi scrive che voi potete dare una buona raccomandazione per ottenere qualsiasi materiale dall’Ufficio statistico di Washington. Mi permetto perciò di rivolgervi una preghiera: naturalmente se ciò non vi crea troppe difficoltà e non vi distrae dal lavoro. Ho studiato a Parigi una statistica agricola americana (voi. V. Agriculture-census of 1900), e vi ho trovato molte cose interessanti. Ora, vivendo a Cracovia, non posso procurarmi queste pubblicazioni. Cahan, direttore del giornale socialista ebraico di New York 317 , che è stato qui un anno fa, mi aveva promesso di mandarmele, ma, evi- dentemente, se ne è dimenticato. Si dice che, dietro raccomandazione, l’Ufficio statistico americano invia all’estero le sue pubblicazioni addirittura gratuitamente. Se ciò è vero, non potreste rilasciarmi questa raccomandazione? (Io po- trei mandare alla biblioteca dell’Ufficio statistico i miei libri su Lo sviluppo del capitalismo e su La questione agraria Mi occorrono particolarmente Agriculture - voi. V. census of 1900 e anche Census of 19 10 (se ancora non è uscito, almeno i bollettini preliminari ) . Se ciò non è possibile, siate cosi gentile di inviare una cartolina a mr. ]ohn Ellert (c/o « Novy Mir ». 140. East 4-th Street. New York). Io gli manderò il denaro perché spedisca le cose piu impor- tanti per me. 190 LENIN Vi ringrazio ancora una volta per il libro, e mi scuso per il disturbo che vi reco. Saluti socialdemocratici N. Lenin (V. Ulianov) Indirizzo: Wl. Uljanow. 51 Ulica Lubomirskiego. Krakau (Galizien). Austria. Spedita a Washington. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. ALLA REDAZIONE DEL « PUT PRAVDY » Cari colleghi, saluto calorosamente il giornale e il suo netto miglioramento. Final- mente la parte letteraria comincia a funzionare! Ora tocca a quella economica. Non si può altresì lasciare « nell’ombra » la questione degli abbonati: bisogna pubblicare il loro numero, altrimenti non si può uscire dallo spirito di circolo per arrivare a una buona organiz- zazione, dall’impresa privata al lavoro collettivo. E nemmeno posso passare sotto silenzio un manifesto errore apparso nel n. 22, in cui a fianco di una giusta risoluzione dei com- pagni di Vyborg (su Burianov) è stata pubblicata, senza alcun com- mento della redazione, una più lunga e odiosamente intrigante risolu- zione degli zurighesi 319 . La parola della Pravda è legge, il suo silenzio disorienta gli ope- rai, la sua astensione semina la perplessità. Con Burianov bisogna essere « saggi come il serpente », e la redazione è venuta invece meno a questa saggezza. Noi lo esaltiamo soltanto per avere abbandonato i liquidatori, ma niente affatto per la sua « indipendenza » di isolato. Qui i liquidatori hanno ragione e nella lotta, non vi è maggior perìcolo per un politico, che quello di occupare una posizione falsa. 1914 191 Ebbene, gli zurighesi appoggiano Burianov nella sua posizione falsa, menzognera, intrigante!! E noi diamo loro la parola: perchè? Sappiamo bene che gli zurighesi sono una minoranza alTestero! Sap- piamo che non possiamo costringere tutta l’emigrazione a pronunciarsi nella Pravda'l Bisognerà far capire e sentire a Burianov la falsità della sua posizione. Hai lasciato i liquidatori? Bene. Hai proposto reguaglianza? Bene. Eppoi? È ora di fare una scelta, perchè neH’intrigo (il giuoco del pendolo ) noi non ti appoggeremo. I liquidatori ti at- taccano lome « socialdemocratico indipendente »; hanno r a g i o- n è, e noi non staremo a difenderti. Eccoti un termine ragionevole, eccoti un aiuto per questo periodo (tacito, con discorsi, ecc.), ma non 4 i piu. O scegli (tra 2-4 settimane), o non avrai piu nessun aiuto. Solo cosi si può agire. Altrimenti in un prossimo futuro (al congresso di Vienna e anche prima m ) la posizione di Bu- rianov ci recherà molto danno, e ci diranno a ragione che appoggiamo un « indipendente ». La redazione deve dire quando si presenterà l’occasione che: 1) hanno ragione quelli di Vyborg, e non quelli di Zurigo; 2) che tranne una parte dell’emigr azione (Zurigo), nessuno in Russia ha approvato nè approverà l’« indipendentismo ». Questo bisogna fare. I più cordiali saluti e i migliori auguri di miglioramento e di successo al giornale! V. lltn P.S. - Burianov dirà tra un mese: gli zurighesi mi hanno appog- giato, solo quelli di Vyborg mi hanno condannato! E non riusciremo ad avere un’azione generale, di massa in favore di quelli di Vyborg, che invece ora è arcindispensabile. Se si dà « mano libera » e appoggio a Burianov, questi si raf- forzerà contro di noi, e ciò sarebbe un crimine contro la volontà della maggioranza degli operai e contro « tutto il blocco marxista ». 192 LENIN P.S. - Non potete mandarmi al piu presto il n. 2 della N ascia Zarìà quando uscirà, per rispondere a L. Martov nel Vrosvestcenie ? P.P.S. - Vi prego di mostrare questa lettera ai collaboratori del giornale del gruppo operaio-socialdemocratico di Francia. Scritta prima del 23 marzo 1914. Spedita a Pietroburgo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1936 nel Kommunist , n. 3. A V.B. STANKEVIC 24. III. 1914. Cracovia Egregio V.B., non condividendo nella sostanza il programma della vostra rivista, da voi espostomi, debbo rifiutarvi la mia collaborazione. 321 . Sempre vostro V. llin Wl. Uljanow. 51. Uljca Lubomirskiego. Krakòw. Spedita a Pietroburgo. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A PROPOSITO DEGLI ARTICOLI SULLTRLANDA Prego la redazione di comunicarmi se il mio secondo articolo passerà 322 . Bisognerebbe pubblicarlo. Se non c’è posto, scrivetemi due parole. Altrimenti non potrò scrivere la continuazione. 1914 193 Vi prego vivamente di non tardare (come avete tardato con il n. 2 della Borbà ) a mandarmi YEdinstvo: secondo me, bisogna su- bito mettere in ridicolo in ogni modo « i bolscevichi-partitisti » 323 di laggiù, dicendo apertamente che sono degli zero, che non hanno mai avuto una sola idea coerente su una sola questione. E a Plekhanov bisogna dire: è un peccato che egli comprometta ora i grandi meriti da lui acquisiti nella lotta contro i liquidatori al tempo della disgre- gazione e nella lotta contro i machisti nel momento in cui il machismo era al suo acme, con una predica che egli stesso non può spiegare: con chi dunque bisogna fare Punita? con la N ascia Zarià, con la Se- vernaia Rabociaia Gazieta? e a quali condizioni? Noi siamo per Punita, a condizioni precise e da- lungo tempo approvate dalla maggioranza degli operai : alla base, entra nella clan- destinità, prova con i fatti che ti rifiuti di liquidare il partito. Non tutti coloro che « declamano » l’unità comprendono che cos’è l’unità e aiutano a realizzarla. I distruttori della volontà della maggioranza degli operai non sono degli unificatori, ma degli scissio- nisti. (Con Plekhanov non si può evitare la lotta, poiché egli si è cac- ciato in questo affare idiota, ma bisogna distinguerlo da Liova e da Mark, sottolineando che egli ha avuto dei meriti, ma è un peccato che egli si sia messo di nuovo a tentennare, abbia cambiato volto). Scrivete brevemente, se volete, ma piu spesso. Altrimenti sarà difficile organizzare la collaborazione. Mille saluti al giornale che è diventato mille volte migliore!! Tutti i miei auguri di successo! Mandatemi i n. 8 e 36-38 della Severnaia Rabociaia Gazieta 43 del Put Pravdy. Non ho ricevuto il Deborin né gli altri libri del Prosvestcenie. sebbene li abbia richiesti piu di una volta. Scrivetemi circa Io schema del nuovo opuscolo. Scritta tra il 7 e il 23 aprile 1914. Spedita a Pietroburgo da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1956 nel Kommunist, n. 5. 13-684 194 LENIN A G L. SCKLOVSKI Caro amico, ho ricevuto ieri una lettera allarmante da Samoilov 324 . Sta peggio. Non dorme. Si annoia. Clenov dia consigliato dei bagni freddi (!?). Dopo quattro bagni Samoilov si è sentito ancora peggio... È terribilmente spiacevole, giacché noi ci siamo per cosi dire, assunti l’impegno di guarirlo. Gli spedisco oggi una lettera di Landau, un neurologo di qui, che lo raccomanda al dottore De M o n t e t a V e v e y « Mon Repos » ( casa di cura ) . Evidentemente bisogna presentare Samoilov al migliore neuro- logo e trasferirlo in una casa di cura dove egli sia sorvegliato e curato sistematicamente. Fatelo, ve ne prego. Non badate alla spesa per il telefono e per i viaggi: in caso di necessità vi rimborseremo tutto, poiché dobbiamo ad ogni costo rimettere in piedi Samoilov per l’autunno. Se è il caso, andate ancora una volta a trovare Sali. Ma evi- dentemente, qui ci vuole un neurologo. Spero che troviate il migliore che c’è in Svizzera e che vi conduciate Samoilov. Scrivo la stessa cosa a Rivlin: mettetevi d’accordo con lui per agire insieme dividendovi il lavoro. Dicono che la noia sia molto dannosa ai nevrastenici. Ma come fare? Portare con noi Samoilov a Poronin (ci andiamo il 1° maggio) o a Zakopane? Si può fare, ma là piove tutta Pestate. Scrivetemi i risultati della visita del medico e le decisioni prese. E se si provasse ora la casa di cura « Mon Repos »? Saluti alla famiglia anche da parte di Nadiezda Konstantinovna. Vostro Lenin Scritta alla fine di aprile dei 1914. Spedita a Berna da Cracovia. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. 1914 195 I NOSTRI COMPITI Abbiamo fornito una breve rassegna della storia della stampa operaia in Russia e deirorigine della Pravda. Abbiamo cercato di mostrare come la storia secolare dei movimenti democratici in Russia ha portato alla formazione di un movimento autonomo della demo- crazia operaia sotto la bandiera ideale del marxismo; come la storia ventennale del marxismo e del movimento operaio in Russia, come la lunga lotta dell’avanguardia operaia contro le correnti opportuni- stiche piccolo-borghesi abbia portato la stragrande maggioranza degli operai coscienti ad unirsi intorno alla Pravda , frutto del famoso slancio che il movimento ha avuto nell’aprile 1912. Dopo due anni di esistenza del giornale, abbiamo visto come gli operai coscienti pravdisti siano divenuti piu compatti ideologica- mente e in una certa misura anche organizzativamente, creando e sostenendo, rafforzando e sviluppando con le loro forze la stampa operaia conseguentemente marxista. Difendendo rigorosamente l’ere- dità avuta dai marxisti organizzati della precedente epoca storica, senza violare nessuna delle loro decisioni, costruendo il nuovo sulle fondamenta del vecchio e avanzando sistematicamente e costantemen- te verso lo scopo fermamente e precisamente indicato dal marxismo conseguente, gli operai pravdisti hanno dato inizio alla soluzione di un problema storico straordinariamente difficile. Sul cammino del movimento operaio, negli anni 1908-1911 si è levata una intera orda di nemici, una enorme massa di difficoltà interne ed esterne. Non vi è fino ad ora nessun paese al mondo in cui il movimento operaio sia riuscito a sortire da simili crisi, conservando le forze ereditate, la capacità organizzativa, la fedeltà alle vecchie decisioni, al programma, alla tattica passata. Il movimento operaio russo, o meglio di tutta la Russia, è riu- scito invece a farlo, è riuscito a venire fuori da una crisi incredibil- mente difficile con onore, conservando la fedeltà al passato, conser- vando l’eredità organizzativa e assimilando al tempo stesso nuove forme per preparare le sue forze, nuovi metodi per educare e unire le giovani generazioni del proletariato al fine di risolvere, con i vec- chi metodi, vecchi compiti storici tuttora non risolti. Fra tutte le classi della società russa ciò è riuscito solo alla classe 13 * 196 LENIN operaia della Russia, non perchè, naturalmente, essa fosse superiore agli operai degli altri paesi; al contrario, essa è ancora in forte ritardo rispetto a loro per il suo grado di organizzazione e di coscienza. Ciò le è riuscito perché è fondata subito sulla esperienza degli operai di tutto il mondo, sia sulla loro esperienza teorica, sui progressi com- piuti dalla loro coscienza, dalla loro conoscenza, dalla loro esperien- za, di cui il marxismo ha tratto le somme; sia sull’esperienza pratica dei proletari dei paesi vicini, con la loro magnifica stampa operaia e la loro organizzazione di massa. Gli operai pravdisti, avendo difeso e mantenuto la loro linea nei momenti più duri e più difficili contro le persecuzioni dall’esterno e l’avvilimento, lo scetticismo, la sfiducia e il tradimento dall’interno, possono dire a se stessi, in questo momento con piena coscienza e fermezza: noi sappiamo di essere sulla buona via, che abbiamo fatto solo i primi passi su questa via e che le principali difficoltà debbono ancora venire, che dobbiamo ancora fare molto per rafforzare defini- tivamente noi stessi e per elevare a una vita cosciente milioni di proletari arretrati, addormentati e abbrutiti. I « compagni di strada » piccolo-borghesi del proletariato, che seguono servilmente i liberali, parlino pure con aria di disprezzo contro la « clandestinità », contro la « reclamizzazione della stampa illegale »; si lascino pure illudere dalla « legalità » del 3 giugno. Noi sap- piamo quanto questa « legalità » sia incerta: non dimentichiamo le lezioni della storia sull’importanza della stampa che non passa per la censura. Sviluppando ulteriormente il lavoro « pravdista », noi conti- nueremo a promuovere lo sviluppo della nostra stampa in stretta unione con tutti gli aspetti dell’azione operaia. Bisogna diffondere il Put Pravdy tre volte, quattro e cinque volte di più che ora, bisogna creare un supplemento sindacale per tutte le categorie, alla cui redazione partecipino i rappresentanti di tutte le associazioni e gruppi sindacali. Bisogna creare supplementi regionali (per Mosca, gli Urali, il Caucaso, il Baltico, l’Ucraina). Bisogna rafforzare — contro tutti i nazionalisti borghesi e piccolo- borghesi di ogni nazionalità, senza eccezioni — l’unità degli operai di tutte le nazionalità della Russia e a tal fine cominciare a pubblicare, tra l’altro, supplementi al nostro giornale dedicati al movimento ope- raio delle diverse nazionalità della Russia. 1914 197 Bisogna inoltre sviluppare molto, molto di più la sezione estera del Put Pravdy e la cronaca della vita organizzativa , ideologica e po- litica degli operai coscienti. Bisogna creare una Pravda della sera al prezzo di una sola copecar nella sua forma attuale il Put Pravdy è indispensabile per l’operaio cosciente e deve essere ancora ampliato, ma è troppo caro, troppo difficile, troppo grande per l’operaio di base, per Pattivista di base, per il rappresentante di quei milioni di uomini che non sono stati ancora trascinati nel movimento... Di essi non si dimenticherà mai l’operaio avanzato, cosciente, poiché sa che lo spirito di corpo, la formazione di una aristocrazia del lavoro staccata dalle masse, signi- ficano l’ottundimento, l’abbrutimento del proletario, la sua trasfor- mazione in un piccolo borghese miserabile, in un servo meschino, significano la perdita di qualsiasi speranza nella sua emancipazione. Bisogna creare questa V ecernaia Pravda a una copeca, che stam- pata a 200-300 mila copie penetri nel cuore della massa proletaria e semiproletaria, mostrandole la luce del movimento operaio mon- diale, instillandole la fiducia nelle sue forze, spingendola a strin- gersi compatta, aiutandola ad elevarsi fino alla piena autocoscienza. Bisogna riuscire a organizzare molto di più di quanto non si faccia ora i lettori del Put Pravdy nelle singole fabbriche, officine, quartieri, ecc., bisogna farli partecipare più attivamente all’attività di corrispondenza, alla conduzione del giornale, alla sua diffusione. Bisogna riuscire a far partecipare sistematicamente gli operai al lavoro di redazione. Bisogna... ma quante cose bisognerebbe fare! Non possiamo qui enumerarle tutte; saremmo addirittura ridicoli (e peggio ancora che ridicoli) se volessimo qui enumerare tutti i campi, o anche solo i principali, in cui si svolge la nostra attività! Noi sappiamo di essere sulla giusta via. Sappiamo di marciare spalla a spalla con gli operai avanzati di tutti i paesi. Sappiamo che il nostro campo di attività è solo una piccola particella di un tutto, che noi siamo ancora agli inizi del nostro grandioso cammino verso l’emancipazione. Ma sappiamo anche che non vi è forza al mondo che possa fermarci su questa via. Raboci n . 1 , 2 aprile 1914. 198 LENIN A A.A. TROIANOVSKI 20.V.1914 Caro Alexandr Antonovic, il vostro progetto di costituzione si sta discutendo 325 . È una cosa lunga, la discussione con la Russia e con il CC. L’articolo di discussione non ha nessun rapporto con la costi- tuzione. Mandatelo il più presto possibile 326 . La fine dell’articolo sull’autodecisione deve passare in maggia, è già stato spedito 327 . Vostro N. Lenin P.S. - Sarebbe bene se inviaste, per conoscenza, la lettera di Pokrovski. La vostra proposta di corrispondere con lui per farlo uscire da quell’indecente Borbà è molto interessante. Spedita a Vienna da Poronin. Pubblicata per la prima volta nel 1930, in Miscellanea di Lenin , XIII. A. V.A. KARPINSKI Caro amico, vi ringrazio molto per il primo volume del Rubakin. Ve lo restituirò presto. Se è urgente, scrivetemi. Sono molto con- tento che non siate d’accordo con il Sovremiennik : questa vergognosa impresa di un blocco di due canaglie, i liquidatori e i populisti, l’attaccheremo duramente. (Il sig. Stankevic mi ha invitato; ho risposto: « non essendo d’accordo nella sostanza, debbo rifiutare la collabora- zione » 32a .) Certo, per guadagnarci il pane tutti noi siamo talvolta costretti a lavorare per le pubblicazioni borghesi! Ma i signori Martov e Dan hanno organizzato una «manifestazione»!! Anche Plekhanov è in questo luogo vergognoso! 329 . 1914 199 Vi spedirò volentieri il manifesto riguardante la vostra delega: per la censura (come?) o illegale 330 ?? Una stretta di mano Vostro Lenin Scritta dopo il 22 maggio 1914. Spedita a Ginevra da Poronin. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin . XIII. A G.E. ZINOVIEV Hanecki pone un « ultimatum »: date 250 corone, altrimenti non andremo a Bruxelles. — Non gliele manderemo! Sono assolutamente contrario. Tanto meglio se essi 331 non ci andranno. Tyszka « si riconcili » pure con il PPS; noi aspettia- mo la risposta dell’opposizione. Magnifico! Date a Hanecki una risposta negativa ! Scritta prima del 16 luglio 1914 a Poronin. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A G. L. SCKLOVSKI Caro Grigori Lvovic, ho saputo or ora che il congresso interna- zionale è stato rinviato al 9 agosto ( nuovo calendario) a Parigi 332 . Vi andrete, spero? E un p o’ p r i m a, per prepararvi a Parigi (Kamski 200 LENIN era nella delegazione a Bruxelles 333 e vi darà tutte le informazioni). Ri- spondete subito. Ancora piu importante è la questione del viaggio di Samoilov. Potrà andarci? È assai probabile che nessuno dei membri della Duma farà in tempo ad andarci dalla Russia. Perciò è indispen- sabile che ci vada Samoilov. La cosa migliore sarebbe che voi vi orga- nizzaste per andarci insieme con lui. Si potrebbe trovargli un posto (se le cure lo richiedono) vicino Parigi (che abbia il telefono), in una pensione (o addirittura in una clinica) in campagna a mezz’ora circa di ferrovia. A Parigi gli toccherà andare ancora due o tre volte al massimo per 3 o 4 ore ogni volta (e probabilmente anche meno), sic- ché dal punto di vista della cura la cosa forse si può organizzare. Bi- sogna però pensarci prima e metterci d’accordo per lettera. (Noi non andremo; all’Ufficio internazionale socialista ci sarà Litvinov o Kamski), scrivete al dottor Wladimirskv ( rue Baillon, 10, Paris), vi darà dei consigli. Vi prego vivamente di fare ogni sforzo per preparare e organiz- zare tutto ciò con la massima cura possibile. Se per caso il viaggio di Samoilov è assolutamente impossibile, telegrafatemi immediata- mente (indirizzo: Uljanow. Poronin) « nievozmozno » Al contra- rio, se il viaggio di Samoilov è possibile e voi vi incaricate di orga- nizzare il tutto, telegrafate « jedet » (= Samoilov va) o « jedem » ( = sia voi che Samoilov andate). Mi è indispensabile una risposta telegrafica (capirete facilmente il perché 335 ). Inoltre scrivete subito. Saluti a Fiodor Nikitic e alla vostra famiglia. Vostro V. 1. P S. È possibile — in caso di guerra — che voi riceverete lettere e denaro per me. Spero che allora faremo in modo che possiate man- darmeli regolarmente. Se mi capiterà di partire, vi telegraferò. Absender: Wl. Uljanow. Poronin (Galizien). Scritta il 31 luglio 1914. Spedita a Berna da Poronin. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. 1914 201 A M. V. KOBEZKY Caro compagno, il nostro viaggio non ha potuto aver luogo 336 . Non so se avete ricevuto la lettera. Se si, scrivetemi due righe di ri- sposta, per' controllare se la posta funziona. Ora voi, probabilmente vi troverete a vivere, in via d’eccezione, e di una eccezione assai rara, in un paese non belligerante e perciò, se la posta funzionerà almeno da voi a noi, dovete assolutamente tenerci informati e comunicarci le notizie dei giornali che per noi non sono accessibili. Naturalmente, solo le notizie più importanti (soprattutto riguardanti la Russia). Fateci sapere se avrete (o se già avete) buoni collegamenti con Stoccolma, se potete trasmettere lettere, fornirci un indirizzo per il denaro proveniente dalla Russia, ecc. Saluti! Vostro V I . Absender: WL Uljanow. Poronin (Galizien). Scritta nei primi giorni dell’agosto 1914. Spedita a Copenaghen da Poronin. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIII. A VICTOR ADLER 5. IX. 1914 Egregio compagno, sono arrivato felicemente con tutta la fami- glia a Zurigo 337 . Mi hanno chiesto le Legitimationen solo a Innsbruck e a Feldkirch: il vostro aiuto mi è stato perciò molto utile. Per entrare in Svizzera chiedono il passaporto, ma mi hanno lasciato entrare sen- 202 LENIN za passaporto quando ho nominato Greulich. I migliori saluti e la più profonda riconoscenza. Saluti di partito Lenin { V . Ulianov) Absender: Uljanow bei Bekzadian. Bollegstrasse. 40. Zùrich. Spedita a Vienna da Zurigo. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin , II. TESI SULLA GUERRA 338 1. La guerra europea e mondiale ha un carattere chiaramente determinato di guerra borghese, imperialistica, dinastica. Una lotta per la conquista dei mercati e il saccheggio dei paesi, uno sforzo per ingannare, disunire, schiacciare i proletari di tutti i paesi, per spingere gli schiavi di una nazione contro gli schiavi salariati di un'altra a vantaggio della borghesia: questo è l'unico reale contenuto e scopo della guerra. 2. Il comportamento dei capi della socialdemocrazia tedesca del- la II Internazionale (1889-1914), che hanno votato per il bilancio di guerra e che ripetono le frasi sciovinistico-borghesi degli junker prussiani e delh borghesia, è un aperto tradimento del socialismo. In nessun caso, nemmeno nell'ipotesi di un'assoluta debolezza di questo partito e della necessità di sottomettersi al volere della maggioranza borghese della nazione, il comportamento dei capi del partito social- democratico tedesco potrebbe essere giustificato. Di fatto questo par- tito ha svolto in questo momento una politica nazional-liberale. 3. La stessa condanna merita il comportamento dei capi dei par- titi socialdemocratici belga e francese, che hanno tradito il socialismo entrando nei ministeri borghesi. 4. Il tradimento del socialismo, perpetrato* dalla maggioranza dei capi della II Intemazionale (1889-1914), significa il fallimento ideologico di questa Intemazionale. La causa fondamentale di questo fallimento è il prevalere di fatto in essa delPopportunismo piccolo- borghese, il cui pericolo e il cui carattere borghese e stato da tempo 1914 203 rilevato dai migliori rappresentanti del proletariato di tutti i paesi. Gli opportunisti hanno preparato da tempo il fallimento della II Internazionale, negando la rivoluzione socialista e sostituendola con il riformismo borghese, negando la lotta di classe e la sua trasforma- zione, in dati momenti necessaria, in guerra civile, predicando la collaborazione tra le classi, predicando lo sciovinismo borghese sotto forma di patriottismo e di difesa della patria e ignorando o negando quella verità elementare del socialismo, già esposta nel Manifesto co- munista , che gli operai non hanno patria; limitandosi, nella lotta contro il militarismo, a un punto di vista sentimentale piccolo-bor- ghese, invece di riconoscere la necessità della guerra rivoluzionaria dei proletari di tutti i paesi contro la borghesia di tutti i paesi; tra- sformando la necessaria utilizzazione del parlamentarismo borghese e della legalità borghese in una esaltazione feticistica di questa lega- lità e dimenticando che è obbligatorio ricorrere a forme illegali di organizzazione e di agitazione nelle epoche di crisi. Uno degli organi di stampa delPopportunismo internazionale, i Quaderni mensili socia- listi, che ha assunto da tempo una posizione nazional-liberale, ha tutte le ragioni di esultare per la propria vittoria sul socialismo euro- peo. Il cosiddetto centro della socialdemocrazia tedesca e degli altri partiti socialdemocratici ha di fatto vilmente capitolato di fronte agli opportunisti. Compito della futura Internazionale deve essere quello di liberarsi decisamente e irrevocabilmente di questa corrente bor- ghese nel socialismo. 5. Tra i sofismi borghesi e sciovinisti con cui i partiti e i go- verni borghesi delle due principali nazioni rivali del continente — la Germania e la Francia — mirano in particolare a ingannare le masse e che gli opportunisti socialisti, aperti o mascherati, ripetono servilmente trascinandosi al seguito della borghesia, bisogna in par- ticolare sottolineare e bollare i seguenti: quando i borghesi tedeschi parlano di difesa della patria, di lotta contro lo zarismo, di difesa della libertà, di sviluppo nazionale e culturale, essi mentono, giacché gli junker prussiani, con Guglielmo II alla testa, e la grossa borghesia tedesca hanno sempre svolto una politica di difesa della monarchia zarista e, qualunque sia Tesito della guerra, non mancheranno di rivol- gere i loro sforzi per sostenerla; essi mentono, giacché di fatto la borghesia austriaca ha intrapreso una campagna di rapina contro la 204 LENIN Serbia, quella tedesca opprime i danesi, i polacchi e i francesi (in Alsazia-Lorena), conducendo una guerra offensiva contro il Belgio e la Francia allo scopo di saccheggiare paesi più ricchi e più liberi, organizzando Poffensiva nel momento che è sembrato loro più pro- pizio per utilizzare i loro ultimi perfezionamenti nella tecnica militare e alla vigilia delPattuazione del cosiddetto grande programma mili- tare della Russia. Quando i borghesi francesi parlano, esattamente allo stesso modo, di difesa della patria, ecc., mentono egualmente, giacché di fatto essi difendono paesi arretrati dal punto di vista della tecnica capitalistica e più lentamente sviluppatisi, assoldando con i loro miliardi le bande centonere dello zarismo russo per una guerra offensiva che ha lo scopo di saccheggiare le terre austriache e tede- sche. Ambedue i gruppi belligeranti non la cedono Puno alPaltro in ferocia e in barbarie nella condotta della guerra. 6. Compito della socialdemocrazia di Russia è in particolare e in primo luogo combattere una lotta implacabile e intransigente contro lo sciovinismo-russo e monarchico-zarista e contro i sofismi che i li- berali russi, i cadetti, ecc. e una parte dei populisti usano per difen- derlo. Dal punto di vista della classe operaia, delle masse lavoratrici, di tutti i popoli della Russia, il male minore sarebbe la sconfitta della monarchia zarista e dei suoi eserciti, che opprimono la Polonia, l’Ucrai- na e tutta una serie di popoli della Russia, attizzando Podio nazio- nale per rafforzare la dominazione dei grandi russi sulle altre nazio- nalità e per consolidare la reazione e il governo barbarico della mo- narchia zarista. 7. Le parole d’ordine della socialdemocrazia nel momento attuale debbono essere: in primo luogo, propaganda multiforme della rivo- luzione socialista, da diffondere tra le truppe e sul teatro delle opera- zioni, sostenendo la necessità di rivolgere le armi non contro i propri fratelli, schiavi salariati degli altri paesi, ma contro la reazione dei governi e dei partiti borghesi di tutti i paesi. Necessità assoluta di organizzare, per una tale propaganda in tutte le lingue, cellule e gruppi illegali negli eserciti di tutte le nazioni. Lotta implacabile contro lo sciovinismo e il « patriottismo » dei piccoli borghesi e dei borghesi di tutti i paesi senza eccezione. Contro i capi dell’attuale Internazionale che hanno tradito il socialismo, bisogna assolutamente fare appello alla coscienza rivoluzionaria delle masse operaie, che 1914 205 sostengono tutto il peso della guerra e odiano lo sciovinismo e l’opportunismo. In secondo luogo, agitare, come una delle parole d’ordine piu immediate, l’idea della repubblica tedesca, polacca, rus- sa, ecc., con la trasformazione di tutti i singoli Stati delPEuropa in Stati Uniti repubblicani. Scritte il 5-6 settembre 1914. Pubblicate per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIV. A V. A. KARPINSKI 6. IX Caro compagno, sono arrivato qui ieri felicemente con tutta la famiglia, dopo una breve permanenza in Austria. Anche Zinoviev verrà qui. Pensavamo di stabilirci a Ginevra, dove mi attraggono tutte le vecchie simpatie. Ma, arrivati qui, sono cominciate le esita- zioni in favore di Berna. Dicono che a Ginevra si è andata dirigendo ora la nuova emigrazione francese, da Parigi, Bruxelles, ecc. Non c’è per caso uno straordinario rincaro dei prezzi, soprattutto per gli allog- gi? Inoltre noi dovremo installarci provvisoriamente: non si potrebbe- ro trovare delle camere ammobiliate con pagamento mensile (due camere piccole) con uso di cucina? Ancora una domanda: se non vi è difficile, andate alla Société de lecture (Grand’rue. 11), e prendete il loro statuto; bisogna vedere se per caso non è stato modificato in qualche punto. È soprattutto questa Société 339 che mi attira a Ginevra benché anche là???... essa è cara. . . E la tipografia? c’è una tipografia russa? Si può ora stampare un volantino, ecc.? in russo? con particolari precauzioni, o come pri- ma (contro la guerra, naturalmente e contro i nazionalisti di tipo nuovo, da Haase a Vandervelde e Guesde: tutti si sono incarogniti!). Vi sarò molto obbligato se risponderete al piu presto a tutte queste domande. Vi sono ancora compagni bolscevichi a Ginevra? 206 LENIN E tra loro ve ne sono che vanno in Russia? Molti saluti da tutti noi a voi, alla compagna Olga e a tutti gli amici. Vostro N. Lenin Uljanow bei Schklowsky. Falkenweg. 9. Bern. Scritta il 6 settembre 1914. Spedita a Ginevra da Berna. Pubblicata per la volta il 22 aprile 1926 nella Pravda , n. 92. A V. A. KARPINSKI Caro amico, ho ricevuto la vostra lettera con la notizia del col- loquio con Sigg a proposito della pubblicazione 340 . Perfetto! Prendete quanto bisogna dai 160 frs (il meno possibile naturalmente, giacché abbiamo in mente di pubblicare una piccola raccolta) e pubblicate il manifesto 341 (non le tesi 342 , ma il manifesto) con la massima prudenza ; pubblicatelo in poche copie (due o trecento) e nascon- dete assolutamente la tiratura presso un deputato svizzero. Se non avete il testo del manifesto, ma solo le tesi, procura- tevi il manifesto a Losanna. Attendo la risposta. Vostro Lenin Il materiale pubblicato lo manderemo a Parigi e in Russia: un centinaio all’estero, duecento in Russia. Vi scriveremo come spedirlo e a quali indirizzi. Scritta prima dell’ 11 ottobre 1914. Spedita a Ginevra da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin , XI. 1914 207 DISCORSO DOPO LA RELAZIONE DI G.V. PLEKHANOV « SULL’ATTEGGIAMENTO DEI SOCIALISTI VERSO LA GUERRA » 28 settembre (11 ottobre) 1914 343 Breve resoconto giornalistico « Le nostre tesi, elaborate dal CC del partito, — comincia il suo discorso il compagno Lenin, — sono state inviate agli italiani, e molte di esse, purtroppo non tutte, figurano nella risoluzione di Lugano » m . La prima parte della relazione di Plekhanov, dedicata a una ca- ratterizzazione del tradimento dei socialdemocratici tedeschi, è pia- ciuta molto al contraddittore, ma egualmente non si può dire della seconda parte, nella quale Plekhanov ha cercato di giustificare piena- mente la posizione assunta dai socialisti francesi. Come si può difendere il socialismo francese che esorta gli ita- liani alla guerra? Perfino nelle risoluzioni estremamente elastiche del- lTnternazionale, è difficile trovare dei punti che giustifichino questo appello. La guerra attuale ha mostrato Tenorme ondata opportunistica che si è levata dal profondo del socialismo europeo. Gli opportunisti euro- pei, per riabilitarsi, hanno cercato di ricorrere al vecchio, stantio argo- mento della « integrità dell’organizzazione ». Gli ortodossi tedeschi han- no rinunciato alla loro posizione per conservare l’unità formale del partito. Egli, il compagno Lenin, ha sempre dimostrato che in una simile impostazione del problema si cela Popportunismo, si è sempre battuto contro il conciliatorismo, che cede sui principi. Tutte le riso- luzioni di Vandervelde e di Kautsky hanno peccato di una tale ten- denza opportunistica, che è quella di attenuare le contraddizioni evi- denti. Kautsky è perfino arrivato, nel suo articolo sulla guerra 345 , a giustificare tutti, dichiarando che tutti hanno ragione dal loro punto di vista, poiché soggettivamente si ritengono in pericolo e soggetti- vamente ritengono minacciato il loro diritto alPesistenza. Certo, un tale stato d’animo era più comprensibile nei francesi dal punto di vista dello stato di animo del momento, dal punto di vista umano, e 208 LENIN perciò anche più simpatico, ma tuttavia il socialismo non può giudi- care partendo solo dalla paura degli uni di essere aggrediti, e bisogna dire francamente che nel comportamento dei francesi c’è stato piu sciovinismo che socialismo. Plekhanov, prosegue Lenin, critica i compagni che affermano che è possibile riuscire a capire chi ha assalito per primo. Secondo il contraddittore, la guerra attuale non è affatto casuale , non dipende da questa o quella aggressione, ma è stata preparata da tutte le con- dizioni di sviluppo della società borghese. Essa è stata prevista da tempo e proprio in questa combinazione e secondo questa linea. Il congresso di Basilea ne ha parlato chiaramente e ha perfino previsto che la Serbia sarebbe servita di pretesto per "il conflitto. Quindi il compagno Lenin spiega in che cosa consista il dovere dei socialisti durante la guerra. I socialdemocratici compiono il proprio dovere solo quando lottano contro l'ebbrezza sciovinistica del proprio paese . E il migliore esempio di adempimento di questo dovere l’hanno dato i socialdemocratici serbi 346 . Non dimentichiamo le parole di Marx, che « gli operai non han- no patria », il proletariato non deve partecipare alla difesa delle vec- chie strutture degli Stati borghesi, ma creare nuove strutture di repubbliche socialiste. E le larghe masse del proletariato con il loro istinto sicuro, non possono non capirlo. Ciò che accade ora in Europa non è altro che una speculazione sui peggiori e insieme più radicati pregiudizi. « Il nostro compito — dice Lenin — non consiste nel se- guire la corrente, ma nel trasformare la guerra nazionale, pseudonazio- nale, in uno scontro decisivo del proletariato con le classi dirigenti. » Criticando poi l’ingresso dei socialisti nei ministeri, Lenin sotto- linea la responsabilità che si assumono i socialisti che solidarizzano con tutti gli atti del governo. « È meglio recarsi in un paese neutrale e di li dire la verità, me- glio rivolgersi al proletariato con voce libera e indipendente, che di- ventare ministro », — così il contraddittore termina il suo breve discorso. Go/oj, n. 33, 21 ottobre 1914. 1914 209 CONFERENZA SUL TEMA « IL PROLETARIATO E LA GUERRA » 1° (14) ottobre 1914 347 Resoconto giornalistico Il conferenziere ha diviso il suo rapporto in due parti: spiegazione del carattere di questa guerra e atteggiamento dei socialisti verso di essa. Spiegare il carattere di una guerra è per il marxista una premessa indispensabile per decidere quale atteggiamento avere verso la resa. Ma per spiegarlo è indispensabile, anzitutto, stabilire quali siano le condi- zioni obiettive e la situazione concreta di questa guerra. La guerra deve essere posta nella situazione storica in cui essa avviene, e soltanto allora diviene possibile definire il proprio atteggiamento nei suoi riguardi. Altrimenti la questione non verrà .affrontata in modo materialistico, ma eclettico. Corrispondentemente alla situazione storica, al rapporto tra le classi, ecc., Patteggiamento verso la guerra dev’essere diverso nei di- versi momenti. È assurdo rinunciare una volta per sempre, in linea di principio, a partecipare alla guerra. È assurdo, d’altro canto, dividere le guerre in difensive e offensive. Nel 1848, Marx odiava la Russia perché allora la democrazia in Germania non poteva vincere né svilup- parsi, non poteva unire il paese in un tutto nazionale perché pesava su di essa la mano reazionaria della Russia arretrata. Per chiarire il proprio atteggiamento verso questa guerra, bisogna capire in che cosa essa si distingua dalle guerre che l’hanno preceduta, quali siano le sue peculiarità. La borghesia ha dato una tale spiegazione? No. Non solo non l’ha data, ma neppure la darà, in nessun caso. A giudicare da ciò che avviene tra i socialisti, si potrebbe pensare che essi non abbiano idea del ca- rattere distintivo di questa guerra. E tuttavia i socialisti l’avevano perfettamente spiegata e prevista. Anzi, non c’è un solo discorso di deputato socialista, un solo articolo di pubblicista socialista che non contenga questa spiegazione. Essa è cosi semplice che per cosi dire non vi si fa attenzione, e tuttavia essa fornisce la chiave per assumere un giusto atteggiamento verso questa guerra. 14-684 210 LENIN La guerra attuale è una guerra imperialistica , questo è il suo carat- tere fondamentale. Per metterlo in luce, bisogna esaminare che cosa siano state le guerre precedenti e che cosa è una guerra imperialista. Lenin si sofferma in modo piuttosto particolareggiato a caratteriz- zare le guerre della fine del XVIII e di tutto il XIX secolo. Furono tutte guerre nazionali che accompagnarono e favorirono la creazione di Stati nazionali. Queste guerre segnavano il crollo del feudalesimo ed erano espres- sione della lotta che la nuova società borghese conduceva contro quella feudale. Lo Stato nazionale era una fase indispensabile dello sviluppo del capitalismo. La lotta per la autodecisione della nazione, per la sua indipendenza, per la libertà di lingua, per la rappresentanza popolare, serviva a. questo scopo la creazione degli Stati nazionali, questo terreno indispensabile, a un certo stadio del capitalismo, per lo sviluppo delle forze produttive. Tale fu il carattere delle guerre a partire dal periodo della grande rivoluzione francese fino alle guerre dTtalia e di Prussia. Questa funzione delle guerre nazionali fu adempiuta o dalla stessa democrazia o con Taiuto di Bismarck, indipendentemente dalla volontà e dalla coscienza di quelli stessi che vi presero parte. Far trionfare la civiltà moderna, garantire la piena fioritura del capitalismo, attrarre tutto il popolo, tutte le nazioni al capitalismo: ecco a che cosa servirono le guerre nazionali, le guerre che caratterizzano l’inizio del capitalismo. Tutt’altra cosa è la guerra imperialistica. Su questo non c’erano dissensi tra i socialisti di tutti i paesi e di tutte le tendenze. In tutti i congressi, quando si discutevano le risoluzioni sull’atteggiamento da prendere verso un’eventuale guerra, tutti si trovavano d’accordo nel dire che sarebbe stata una guerra imperialistica. Tutti i paesi europei sono ora giunti allo stesso stadio di sviluppo capitalistico, tutti hanno dato ormai quanto può dare il capitalismo. Il capitalismo ha ormai raggiunto la sua forma suprema, e non esporta piu merci, ma capitale. Esso si sente stretto nel suo involucro nazionale, e ora si scatena la lotta per gli ultimi spazi liberi rimasti sul globo terrestre. Se le guerre nazionali del XVIII e XIX secolo hanno segnato l’inizio del capitalismo, le guerre imperialistiche ne segnano la fine. 1914 211 La fine del XIX secolo e l’inizio del XX sono completamente per- vasi dalla politica imperialistica. L’imperialismo è ciò che dà la sua impronta affatto particolare alla guerra attuale, la distingue da tutte le precedenti. Solo considerando questa guerra nella situazione storica distin- tiva, com’è d’obbligo per un marxista, noi potremo chiarire il nostro atteggiamento verso di essa. Altrimenti opereremo con concetti e ar- gomenti invecchiati, già applicati a una situazione diversa, a una vecchia situazione. A tali concetti invecchiati appartengono il concetto della patria e la distinzione sopra ricordata tra guerre difensive e offensive. Certo, anche ora nel vivo quadro della realtà resta tuttavia una macchia del vecchio colore. Cosi, tra tutti i paesi belligeranti, solo i serbi lottano ancora per la loro esistenza nazionale. In India e in Cina, i proletari coscienti non potrebbero egualmente imboccare altra strada se non quella nazionale, poiché i loro paesi non si sono ancora costituiti in Stati nazionali. E se la Cina dovesse a questo fine condurre una guerra offensiva, non potremmo che simpatizzare con essa, poiché obiettiva- mente sarebbe una guerra progressiva. E allo stesso modo Marx, nel 1848, poteva predicare una guerra offensiva contro la Russia. La fine del XIX e l’inizio del XX secolo sono dunque caratterizzati dalla politica imperialistica. L’imperialismo è quello stadio del capitalismo in cui quest’ultimo, avendo realizzato tutto dò che poteva realizzare, comincia a declinare. È un’epoca particolare, non nella coscienza dei socialisti, ma nei rap- porti reali. Si scatena la lotta per la spartizione dei bocconi rimasti. È l’ultimo compito storico del capitalismo. Quanto tempo durerà questa epoca, noi non possiamo dirlo. Forse di queste guerre ce ne saranno piu d’una, ma è indispensabile rendersi chiaramente conto che non sono piu affatto le guerre di un tempo, e che, di conseguenza, i compiti che si pongono di fronte ai socialisti subiscono dei irfutamenti. Per risolvere questi nuovi compiti, il partito proletario può aver bisogno ormai di un tipo di organizzazione completamente differente. Nel suo opuscolo Weg zur Macht (La via del potere), Kautsky, esaminando in modo attento e particolareggiato i fenomeni economici e traendone con estrema cautela delle conclusioni, segnalava che noi stiamo entrando in una fase assolutamente diversa dal precedente svi- luppo pacifico e graduale... 14 * 212 LENIN Quale dev’essere la nuova forma di organizzazione, corrispondente a questa fase, è difficile dirlo ora. Ma è chiaro, che, dati i suoi nuovi compiti, il proletariato dovrà creare nuove organizzazioni o modificare le vecchie. Il timore di disgregare la propria organizzazione, che appare cosi chiaramente nei socialdemocratici tedeschi, questo loro legalitarismo a qualsiasi costo, appaiono quindi tanto più assurdi. Noi sappiamo che il comitato di Pietroburgo ha pubblicato un foglio illegale contro la guerra 348 . L’organizzazione del Caucaso e alcune altre organizzazioni russe hanno fatto lo stesso. Non ve dubbio che anche all’estero si può fare la stessa cosa, senza rompere i contatti. La legalità, certo, è una cosa estremamente preziosa, e non a caso Engels ha detto: « Signori borghesi, voi stessi per primi violate la vostra legalità! » M9 . Ciò che avviene ora, insegnerà, forse, qualcosa ai socialdemocratici tedeschi, poiché il governo che ha sempre vantato la sua legalità, l’ha violata su tutta la linea senza batter ciglio. A questo riguardo, la brutale ordinanza del comandante di Berlino, che questi ha costretto a pubblicare sulla prima pagina del V orwarts 35 °, può essere di una qualche utilità. Ma lo stesso Vorwàrts, dopo aver rinnegato la lotta di classe e aver promesso di non occuparsene più fino alla fine della guerra, per paura di essere soppresso, ha segnato cosi il proprio suicidio. È morto, come ha rilevato giustamente il Golos di Parigi 351 , che è attualmente il migliore giornale socialista d’Europa. Quanto più frequenti e forti sono stati i miei dissensi con Martov, tanto più de- cisamente debbo dire che questo scrittore fa ora appunto ciò che deve fare un socialdemocratico. Critica il suo governo, smaschera la sua borghesia, attacca i suoi ministri. Invece quei socialisti che, deposte le armi nei confronti del proprio governo, si dedicano a smascherare e a svergognare i ministri e le classi dirigenti di un altro paese, svolgono la funzione di scrittori borghesi. E lo stesso Sudekum svolge obiet- tivamente la funzione di agente del governo tedesco, come gli altri la svolgono rispetto agli alleati franco-russi. I socialisti che non hanno capito che questa guerra è una guerra imperialistica, che non la collocano nel suo quadro storico, non capiranno nulla di questa guerra e se ne faranno un’idea di una ingenuità puerile, come se di notte uno avesse afferrato l’altro alla gola e i vicini dovessero salvare la vittima dall’aggressione o chiudersi pieni di paura « a chiave » (espressione di Plekhanov) per star fuori della rissa. 1914 213 Non ci lasceremo ingannare né lasceremo ai consiglieri borghesi di dare alla guerra una spiegazione cosi semplice, secondo cui si viveva cosi pacificamente, poi uno ha attaccato e l’altro si difende. Il compagno Lenin legge un passo di un articolo di Luzzatti, ap- parso in un giornale italiano. In questo articolo l’uomo politico italiano si rallegra che il grande vincitore della guerra sia... la patria, il con- cetto di patria, e ripete: bisogna ricordare le parole di Cicerone che « il piu grande dei mali è la guerra civile ». Ecco che cosa sono riusciti a fare i borghesi. Ecco ciò che soprat- tutto li commuove, li riempie di gioia, ciò per cui hanno speso tanti mezzi e tante energie. Essi cercano di convincerci che questa è la vecchia, solita guerra nazionale. Ma niente affatto. L’epoca delle guerre nazionali è passata. Di fronte a noi c’è una guerra imperialista, e il compito dei socialisti è di trasformare la guerra « nazionale » in guerra civile. Questa guerra imperialista noi tutti l’attendevamo, ad essa cera- vamo preparati. E una volta che le cose stanno cosi, non ha proprio nessuna importanza sapere chi ha attaccato; tutti si preparavano alla guerra, e ha attaccato per primo chi a un certo momento l’ha ritenuto piu vantaggioso. Quindi il compagno Lenin passa a definire il concetto di « patria » dal punto di vista socialista. Questo concetto è definito con chiarezza e precisione nel Manife- sto comunista , in alcune pagine brillanti, che l’esperienza ha pienamente verificato e confermato. Lenin legge un passo del Manifesto Comunista in cui il concetto di patria viene esaminato come categoria storica, corrispondente allo sviluppo della società a un determinato suo stadio, e che poi diviene superfluo. Il proletariato non può amare una cosa che non ha. Il proletariato non ha patria. Quali sono i compiti dei socialisti nella guerra attuale? Il compagno Lenin legge la risoluzione di Stoccarda, confermata e completata in seguito a Copenaghen e a Basilea 352 . In questa risolu- zione sono chiaramente indicati i metodi che i socialisti devono im- piegare per combattere le tendenze che spingono alla guerra, e il com- portamento che debbono tenere verso la guerra qualora sia già scoppiata. Questi impegni sono definiti dagli esempi della rivoluzione russa e della Comune di Parigi. La risoluzione di Stoccarda è stata redatta 214 LENIN con cautela, tenendo conto di tutte le leggi penali possibili, ma il com- pito vi era indicato chiaramente. La Comune di Parigi è la guerra civile. In quale forma, quando e dove, questa è un’altra questione, ma la dire* zione della nostra attività è chiaramente definita. Da questo punto di vista il compagno Lenin esamina poi la po- sizione presa in realtà dai socialisti dei vari paesi. A parte i serbi, quelli che hanno adempiuto al loro dovere, sono i russi, come rileva il gior- nale italiano Avanti!, lo adempie Keir Hardie, che denuncia la poli- tica di Edward Grey. Dato che la guerra è cominciata, non si può pensare di star lon- tano da essa. Bisogna andarvi e fare il proprio lavoro di socialista. In guerra la gente pensa e riflette, forse, più ancora che « a casa ». Bisogna andarvi e organizzarvi il proletariato in vista deirobiettivo finale, poiché è utopia pensare che il proletariato vi giunga per via pacifica. Non si può passare dal capitalismo al socialismo senza spezzare i limiti nazio- nali, come non si poteva passare dal feudalesimo al capitalismo senza le idee nazionali. Golos, nn. 37-38, 25-27 ottobre 1914. A V. A. KARPINSKI Caro V. K., vi invio il manifesto per cinque correzioni. Per favore, riportatele sulle bozze nel modo più accurato 353 . Vi mando poi la Risposta a V andervelde per la compo- sizione. Bisogna comporre più articoli possibili in corpo piccolo. Dobbia- mo riuscire a collocare in due pagine la maggior quantità possibile di materiale. È un peccato che non se ne sia tenuto conto quando si è dato il manifesto a comporre. Ora tutto sta nel sapere quante migliaia di caratteri entrano in 1914 215 due pagine. Bisogna prendere il vecchio formato dell’organo centrale (a Ginevra non ce la testata; bisognerebbe farne una nuova più economica, che ci prenda il minor spazio possibile; per esempio, la si potrebbe collocare in un angolo, senza che « prenda » tutte e tre le colonne). Attendiamo un calcolo preciso delle dimensioni: quanti caratteri in corpo piccolo vi entreranno. La cosa migliore è che ci spediate anche le bozze del manifesto (le seconde bozze) e i campioni di tutti i caratteri fino A più piccolo. Nel titolo del numero (dev’essere il prossimo dell’organo cen- trale) deve esserci anche il prezzo: 10 cts, penso. In ogni caso occor- re assolutamente che ci mandiate le bozze impaginate del numero. Se si riuscisse, con il formato deH’O.C., a comporre tutto in ca- ratteri piccoli, avremo circa 40.000 caratteri in due pagine. Si potrebbe allora metterci un altro paio di articoletti che stiamo preparando ( ma se il manifesto è già composto e in un carattere non adatto, ecc., lo pubblicheremo separatamente). Avrete grosse spese per la corrispondenza: bisogna spedire tutto in busta, non sotto fascia. Annotate le spese di posta e prendetele dal «fondo» (160 frs), altrimenti vi rovinerete! Chiedete a Sema di procurarci i Sozialistische Monatshefte ( tutti i numeri dall’inizio della guerra) dai bundisti: se è necessario, pa- gheremo e garantiremo (sia pure versando qualcosa se viene richiesto) di restituirli a un termine stabilito. Una stretta di mano. Vostro Lenin P.S. - Scriveteci quando può esser pronto il numero dell’O. C. in due pagine. Fra qualche giorno (non so ancora quando) farò una conferenza a Montreux e potrò venire a trovarvi, se sarà necessario. Scritta il 17 o 18 ottobre 1914. Spedita a Ginevra da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellunea di Lenin, XI. 216 LENIN A V. A. KARPINSKI Caro V. K., il tipografo ha tirato terribilmente le cose in lungo!! Ha pro- messo il manifesto per lunedi, e oggi è venerdì. Terribile! Davvero sarà sempre così?? Per quel che riguarda l’indirizzo che bisogna indicare sul gior- nale, vale la pena prendere una casella? Infatti ciò 1) vi costringerà ad andarci cento volte inutilmente, 2) le autorità sapranno comunque chi ha preso la casella. Riflettete se con sia meglio mettere come indirizzo Bibliothèque russe — per la redazione dell’O.C.? Riflettiamoci sopra. Nicolet, a quanto dicono, non è capace di conservare e trasmettere il denaro, ecc. Ho inviato l’ordine degli articoli: inviate le bozze un po’ alla volta. Così non avremo da perdere due giorni (troppo tempo) per inviare le bozze impaginate (un giorno sarà piu che sufficiente spe- dendo per espresso). Aspettiamo le bozze con impazienza. Lunedì tengo una conferenza a Montreux, martedì a Zurigo 35S . Non andrò a Ginevra. Saluti e i migliori auguri. vostro Lenin Ho ricevuto ora la vostra lettera. Per quanto riguarda Jaurès e Frank rimandiamo per ora. Bisogna aspettare. Attaccarli semplicemente è antipatico. E di lodarli non c’è motivo. Abbiamo deciso di tacere per un po’. E le bozze!!! Possibile che le cose andranno sempre così in lun- go? L’ultimo numero dell’organo centrale è apparso nel dicembre 1913: il numero 32. Ora dunque deve uscire il n. 33. Scritta il 23 ottobre 1914. Spedita a Ginevra da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin, XI. 1914 217 A A. G. SCLIAPNIKOV 14.XI.1914 Caro amico, sono molto contento di sapere da voi che Porgano centrale è stato ricevuto e arriva dove deve arrivare. A proposito del vostro discorso al congresso dei socialdemocratici svedesi, posso con- sigliarvi una cosa sola: o non parlare affatto, o dire che salutate il partito fratello degli operai svedesi e gli augurate un successo nello spirito della socialdemocrazia internazionale rivoluzionaria 356 . Se non si può dirlo, allora non vale affatto la pena di parlare. Ma se è pos- sibile, sarebbe certo ancora meglio aggiungere che gli operai russi 1 ) hanno espresso la loro opinione attraverso il gruppo socialdemocratico che non ha votato il bilancio; 2) che essi pubblicano volantini illegali a Pietroburgo, Riga, Mosca, nel Caucaso; 3) che Porgano del loro partito, il CC e Porgano centrale hanno preso posizione contro Pop- portunismo internazionale. È « lecito » farlo? Mah... Certo, non piacerà a Branting, ma non è affar nostro « piacere » agli opportunisti. Se vi daranno 10 o 12 minuti e libertà di parola, allora bisognerà parlare contro Poppor- tunismo tedesco (e altro), senza naturalmente offendere affatto né i socialdemocratici svedesi né i « loro » giovani, ecc. Consiglierei di non dire nulla né direttamente né indirettamente sulla ricostituzione dell’Internazionale. Vi invio un articolo (molto buono!) su questo tema (traduce- telo e mandatelo in Russia) 357 . Ci converrà tacere sul problema del- la ricostituzione dell’Internazionale e tenerci un po’ in disparte. È me- glio aspettare. Tra le file dei tedeschi si mettono in moto i sinistri 356 : se tra loro ci sarà una scissione, allora , forse, l’Internazionale sarà salvata dalla putrefazione... Circa la parola d’ordine della « pace », vi sbagliate quando dite che la borghesia non ne vuole nemmeno sentir parlare. Ho letto oggi YEconomist inglese. I borghesi intelligenti di un paese avanzato sono per la pace (naturalmente allo scopo di rafforzare il capitalismo) 359 . Ma noi non dobbiamo farci confondere con i piccoli borghesi, i libe- rali sentimentali, ecc. È suonata l’ora della baionetta. Questo è un fatto, dunque, e con tale arma occorre combattere. 218 LENIN Domani o dopodomani la borghesia tedesca e soprattutto gli opportunisti si impadroniranno della parola d'ordine della pace. Noi dobbiamo attenerci alla parola d’ordine del proletariato rivoluzionario, capace di lottare per i suoi obiettivi, e ciò vuol dire la guerra civile. Anche questa è una parola d’ordine molto concreta, e solo essa può determinare senza errore qual è l’orientamento fondamentale: per la causa proletaria o per la causa borghese. A proposito del debito con gli svedesi 360 , né io né Nadiezda Konstantinovna ricordiamo assolutamente nulla. Ma io posso benis- simo non averlo saputo o averlo dimenticato. Perciò una lettera cor- tese, di ringraziamento, diretta ad ottenere che questo debito sia « cancellato », sarebbe ottima cosa. Io penso che potete farlo voi stesso, a nome del Comitato di Pietroburgo, per esempio, nonché di alcuni deputati socialdemocratici che ve ne hanno dato l’incarico a Pietroburgo. Questa sarebbe la forma migliore, a mio parere. E per quanto riguarda il prestito, penso che dovreste agire allo stesso modo. Non consiglierei di presentare una lettera da parte mia (ne verreb- bero fuori complicazioni « frazionistiche »!!!). Se insistete, vi man- derò una lettera, ma secondo me non è opportuno. Senza di me ve lo daranno piu facilmente , davvero! Rivolgetevi a Petrovski, fatevi dare da lui, (se occorre) una lettera, è meglio, ve lo assicuro! Una forte stretta di mano con i migliori auguri! Vostro N. Lenin P.S. - Se la Kollontai traduce in tedesco il manifesto del CC (dal n. 33 delI’O.C.), me ne mandereste una copia? » P.S. - A proposito della parola d’ordine della « pace ». Un interes- sante articolo di Bernstein nell’ultimo numero della Neue Zeit dimo- stra che in Inghilterra, dove la borghesia è più intelligente, più libera, ecc. ecc., vi è una corrente che è per la pace partendo da un punto di vista ultraopportunista. Cioè, la pace garantisce meglio le « pace sociale », vale a dire la sottomissione del proletariato alla bor- ghesia, tenendolo tranquillo. È la continuazione dell’esistenza del ca- pitalismo. In Bernstein questo concetto non è sviluppato. Ma è chia- 1914 219 ro che di tali pacifisti ve ne sono molti tra i borghesi liberali e radi- cali di tutti i paesi. Aggiungete che: 1) tutti gli sciovinisti sono anch’essi per la pace (solo bisogna vede- re a quali condizioni), mentre nella stampa sottoposta a censura non ci permetteranno di parlare delle nostre condizioni!!; 2) le corti di Germania e di Russia sono anch’esse (oggi segretamente, domani semiapertamente) per un certo tipo di pace tra loro; 3 ) tutti i borghesi e piccoli borghesi sentimentali sono « per la pace » da un punto di vista « antirivoluzionario », filisteo, schiavista, ecc. Ci si domanda: la parola d’ordine della pace a chi giova ora obiettivamente? In ogni caso non alla propaganda delle idee del pro- letariato rivoluzionario ! Né all’idea dt\Y utilizzazione della guerra per affrettare il crollo del capitalismo! Aggiungete la vittoria degli opportunisti sciovinisti in quasi tutti i paesi; la parola d’ordine della pace aiuterà soltanto questa gente a trarsi d'impaccio! 361 . Spedita a Stoccolma da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, II. A A. G. SCLIAPNIKOV 25. XI Caro amico, abbiamo letto ieri dell’arresto di undici persone (tra cui cinque membri del gruppo socialdemocratico russo) 362 pres- so Pietroburgo, ed oggi abbiamo spedito un telegramma a Branting perché vi informiate (le cas échéant 363 , attraverso i finlandesi) se i cinque membri della frazione socialdemocratica sono stati presi, ar- restati. Che guaio se è vero! Ma tanto meno accettabile sarà la vostra partenza per la Dani- marca. In linea generale protesto energicamente contro tale sposta- 220 LENIN mento. Proprio in questo momento voi dovete essere a Stoccolma per organizzare i contatti in modo piu regolare, piu frequente e piu am- pio. È una cosa difficile, che richiede una persona esperta, che sappia parlare almeno una lingua straniera. Non è possibile lasciare tutto questo in mano a « uno qualsiasi ». Se vi daranno noia (la polizia) a Stoccolma, bisognerà che vi nascondiate nei pressi di Stoccolma in un piccolo villagio (è facile, là c’è il telefono dappertutto). Penso che anche la Kollontai potrebbe facilmente venire presto in incognito a Stoccolma o in qualche pic- cola località suburbana. Faremo presto uscire il n. 34 e poi il n. 35 dell’organo centrale. Rispondete al più presto. Riceviamo tutte le vostre lettere. Ab- biamo ricevuto anche il documento dei liquidatori (la loro risposta a Vandervelde) 364 . Grazie. Una forte stretta di mano, in attesa di vostre notizie. Vostro Lenin Scritta il 25 novembre 1914. Spedita a Stoccolma da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, II. A A. M. KOLLONTAI Stimata e cara compagna, vi sono molto grato per avermi in- viato il volantino 365 (per ora posso solo trasmetterlo ai membri della redazione di Rabotnicza di qui: essi hanno già spedito una lettera alla Zetkin, a quanto pare dello stesso contenuto della vostra), e per la vostra proposta di inviare informazioni sull’Inghilterra per l’organo centrale. Sono in corrispondenza con un compagno di Londra (Mr. Litvinoff), che rappresenta il CC del nostro partito all’Ufficio inter- nazionale socialista; ma, naturalmente, quanti piu contatti avremo con i rappresentanti dell’ala sinistra dell’Internazionale, tanto meglio sarà. Sono pienamente d’accordo con voi che bisogna star più vicino a que- 1914 221 sti rappresentanti, comunicare di piu con loro. E appunto a questo scopo mi permetto di approfittare della vostra cortese lettera per con- tinuare la conversazione da voi iniziata. Voi siete d’accordo con la parola d’ordine della guerra civile, a quanto pare, non completamente, poiché le attribuite, per cosi dire, una funzione subordinata (e forse addirittura condizionata) dopo la parola d’ordine della pace. E sottolineate che « noi dobbiamo avan- zare una parola d’ordine che ci unisca tutti ». Vi dirò, francamente che temo soprattutto in questo momento questa tendenza allenita indiscriminata che, a mio parere, è la cosa piu pericolosa e dannosa per il proletariato. Non ha forse Kautsky già fabbricato sulla Neue Zeit una sua teoria u!tra-« unificatrice » 366 f che... Scritta tra il 28 novembre e 1*8 dicembre 1914. Spedita a Christiania da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, II, A V. A. KARPINSKI Caro V. K., ho ricevuto l’organo centrale. Eccellente, fatelo usci- re. Molti saluti e ringraziamenti! Accludo una noterella ancora per il n. 35. Potrà entrarci, spero. Forse ci sarà ancora posto per qualche altra cosa? Saluti! Vostro Lenin P.S. - Sema segue il Vorwarts, non è vero? Non sarebbe cosi cortese da inviarmi degli estratti (brevi) delle cose piu interessanti? Per esempio, sul conflitto tra la redazione del Vorwarts e il CC dei sindacati 367 ? Sulla mia conferenza a Zurigo 368 ? Sulla vittoria degli opportunisti in Svezia, ecc.? Solo le notizie piu importanti, in due parole, per seguire il comportamento del Vorwarts. 222 LENIN E anche i giornali socialdemocratici tedeschi in America. Li vede? Scritta tra il 5 e «1 12 dicembre 1914. Spedita a Ginevra da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin, XI. A V. A. KARPINSK1 Caro V. K., vi invio le bozze. Per il n. 36 369 bisognerà prendere un po' di tempo... Ancora -non è stato redatto, e poi bisognerà attendere un po\.. Con i migliori saluti vostro Lenin P.S. - Ho letto con interesse le osservazioni sulla « fierezza na- zionale », ma... non posso essere d'accordo. Bisogna « illustrare » lo sciovinismo da vari punti di vista . Inserite assolutamente a proposito del rinvio : Per mancanza di spazio abbiamo rinviato la pubblicazione di una parte del materiale, la dichiarazione di Liebknecht, ecc. Scusatemi l’eccessiva fretta!! Abbiamo ridotto i manoscritti, cioè gli articoli. Scritta il 9 dicembre 1914. Spedita a Ginevra da Berna. Pubblicala per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin # XI. 1914 223 A A. G. SCLIAPNIKOV Caro amico, abbiamo ricevuto (io e Nadiezda Konstantinovna) una lettera della Kollontai. Ci apprestiamo a risponderle. A quanto pare le lettere che vi scrivo si perdono o ritardano: ho scritto più di una volta indirizzando a Kobezky. Informatevi ancora una volta. Abbiamo ricevuto il vostro manoscritto e pensiamo di pubbli- carlo neirorgano centrale (o come opuscolo) 370 . Vedete il Golos? Vi si vede già la svolta di Martov 371 , gli sforzi di Axelrod di «conciliare» (Martov con Sudekum, cioè con Ple- khanov), — e accanto Trotski « contro » P« amnistia ». Che bel pasticcio! E sono poi loro che ci accusano di « frazioni- smo » (mentre sono loro che si conciliano con il socialsciovinismo in nome del frazionismo!!). Un brutto spettacolo, e anche fastidioso, Se andrete alla conferenza 372 , siate molto prudente. Se prendere- te la parola, vi consiglio di ripetere il discorso di Stoccolma, aggiungendo che anche Tingresso dei belgi e dei francesi nel ministero è un tradimento (pur con circostanze attenuanti). Altrimen- ti penseranno che noi, per sciovinismo russo, attacchiamo so- lo i tedeschi. Il rendiconto , secondo me, non vale la pena, non bisogna spedirlo. Bisogna invece mandare per conoscenza (soltanto) e a nome di Litvinov (Litvinoff. 76. High Street. 76. Hampstead. London. N. W.) una traduzione completa del manifesto e della notizia riguardante ['arresto dei cinque (e degli unidici). Spero che siate già in corrispon- denza con Litvinov. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin P, S. — Che cosa ha detto la Kollontai del « documento » 373 e degli ultimi numeri ( 80-86 e seguenti ) del Golos P 224 LENIN P.S. - Ho letto ora che la conferenza avrà luogo il 17 gennaio e che il partito svizzero si è rifiutato. Penso, se è cosi, che sia meglio non partecipare affatto. P.P.S. — Kautsky, nel Labour Leader si dichiara per la parola d’ordine della pace Ecco la mia risposta alla compagna Kollontai! Possibile che essa continui a sostenere questa parola d'ordine?? Scritta alla fine di dicembre 1914. Spedita a Stoccolma da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, II. 1915 A V. A. KARPINSKI 3.1.15 Cari amici, vi ringraziamo molto dei saluti e vi inviamo da parte nostra (da parte mia e di Nadiezda Konstantinovna in particolare) i migliori auguri per Tanno nuovo! Un tipografo parigino ci propone di venire a Ginevra e di com- porre l’organo centrale a 35 frs. il numero, se gli si trova una tipo- grafia che gli fornisca i caratteri 375 . Studiate la questione sotto tutti gli aspetti (sarebbe auspicabile avere un prezzo più basso, giacché abbiamo deciso di pubblicare Porgano centrale settimanalmente) e rispondete al più presto. Un’altra cosa. Esaminate anche quando bisogna mandare il ma- teriale e per qual giorno occorre preparare il tutto, per qual giorno bisogna fissare l’uscita dell’O.C. secondo le esigenze della diffusione. Sembra che sia più conveniente distribuirlo il sabato. Se è cosi, bi- sogna stamparlo mercoledì o giovedì? In modo da averlo qui venerdì e che sabato sia diffuso per tutta la Svizzera? Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Ginevra da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin, XI. AL SEGRETARIO DI REDAZIONE DELLE EDIZIONI GRANAT 4.1.1915 Egregio collega, ho ricevuto ieri la vostra lettera e ho inviato un telegramma 15-684 226 LENIN « consens »: sono d’accordo. Per quanto mi rincresca che la redazione abbia tagliato tutto ciò che riguarda il socialismo e la tattica (senza di che Marx non è Marx), ho dovuto tuttavia dichiararmi d’accordo, poiché contro l’argomento da voi avanzato («è assolutamente» im- possibile) non c’è nulla da fare 376 . Vi sarò molto grato se mi manderete una bozza o mi scriverete una cartolina per dirmi quando potrò averla. A proposito: non si farebbe in tempo ad apportare alcune correzioni alla sezione sulla dialettica? Forse sarete cosi gentile da scrivermi quando precisamente si inizierà a comporre e qual è l’ultimo termine per le correzioni. Mi sono occupato di questa questione proprio nell’ultimo mese e mezzo e penso che potrei aggiungere qualcosa se ce ne fosse il tempo. Inoltre mi permetto di offrire i miei servigi alla redazione del Dizionario, se vi sono ancora voci dei volumi seguenti non ancora assegnate. Io mi trovo ora in condizioni particolarmente favorevoli per quanto riguarda le biblioteche tedesche e francesi, di cui posso disporre a Berna, e in condizioni estremamente difficili per ciò che riguarda il lavoro pubblicistico in generale. Perciò mi assumerei con grande piacere l’incarico di redigere gli articoli sulle questioni di eco- nomia politica, di politica, del movimento operaio, di filosofia, ecc. Mia moglie, con il nome di N. Krupskaia, ha scritto di pedagogia su Russkaia Sckola, e su Svobodnoie V ospitante si è occupata in parti- colare del problema della « scuola del lavoro » e ha studiato gli anti- chi classici della pedagogia. Essa si assumerebbe volentieri la redazione delle voci su questi problemi. Devotissimo V. Ulianov Wl. Uljanow. Distelweg. 11 . Bern. Spedita a Mosca da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIII. A A. G. SCLIAPNIKOV Caro amico, abbiamo deciso una volta ancora (dopo aver di- scusso ieri, tra l’altro, con Grimm) di dissuadervi dall’andare al con- 1915 227 siglio degli eretici. Vadano pure i liquidatori alla Conferenza di Co- penaghen. Quanto a noi, è meglio non andarci affatto. Perfino gli svizzeri non ci vanno. Secondo ogni apparenza, è una macchinazione dei tedeschi. Penso addirittura che qui ci sia una macchinazione del quartier generale tedesco, che vuole indirettamente fare un sondaggio sulla « pace ». . . Non avremo nulla da apprendervi. Non potremo contribuirvi a nulla. L’invio del manifesto, ecco tutto ciò che ci occorre. Ho molta fretta, e me ne scuso. Vostro Lenin Scritta alla prima metà del gennaio 1915. Spedita a Stoccolma da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin. II. A. A. G. SCLIAPNIKOV Caro amico, vi spediamo i fogli di stampa. Se tuttavia occorrono assolutamente degli en-tète 377 , scrivete due righe e noi li ordineremo subito alla tipografia. Per quanto riguarda le foto dei deputati, mi sono informato ieri: son state già ordinate qui e saranno pronte in questa settimana. Allora ve le manderemo 378 . Il n. 36 è uscito già da parecchio tempo ed è stato spedito. Il n. 37 è in corso di stampa. Le istruzioni sul numero di copie da spedire sono state tra- smesse. I vostri progetti riguardanti i francobolli per la sottoscrizione, ecc., ecc. li approvo completamente. In generale, per quanto riguarda la vostra situazione, già dal n. 36 vedrete che voi siete il rappresen- tante ufficiale del CC, lo eravate prima e lo siete tuttora. Ritengo che la situazione sia perfettamente chiara. Non vediamo nessun mo- tivo, né possibilità attuale per modificarla (fino a che non si sa esatta- 15 * 228 LENIN mente come vanno le cose in Russia). Sono pienamente convinto che voi abbiate scritto sinceramente en dehors de toute, etc., e perciò spero che altrettanto sinceramente mi scriverete se vi sono tuttavia degli inconvenienti e quali. Scrivete francamente (se vi è più comodo, a me personalmente). Il Golos è stato soppresso. Gli okisti 379 sono evidentemente in sfacelo. A Zurigo hanno fatto compiere a’ Martov ( Axelrod + Marty- nov + Semkovski + i bundisti) una svolta a destra verso la « pace » con i Plekhanov e i Sudekum. I bundisti hanno fatto uscire il n. 7 del Bollettino d'informazioni , una cosa - incolore, che è tutta per la pace con i Sudekum (compreso Kautsky; in che cosa_ del resto è meglio dei Sudekum?) Vi auguro di tutto cuore successi nel vostro difficile lavoro e vi ringrazio molto per le notizie. Le risoluzioni di Copenaghen le abbia- mo ricevute. Vostro Lenin Scritta nella seconda metà del gennaio 1915, Spedita a Stoccolma da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, II. A A.G. SCLIAPNIKOV Caro amico, il vostro progetto riguardante il viaggio di aprile e la sua preparazione mi sembra assolutamente giusto 38 °. Bisogna ve- ramente soffermarsi su questo progetto e prepararlo nel modo più metodico e più particolareggiato possibile. Grazie per le lettere. Vi abbiamo già scritto più volte. Abbiamo anche inviato fogli di macchina. Spero che abbiate ricevuto tutto. Oggi ho ricevuto il numero del Nasce Slovo che ha cominciato a uscire a Parigi al posto del Golos soppresso. Nel numero del Nasce Slovo c’è una dichiarazione di Martov (e Dan) sulla rottura con la N ascia Zarià 1915 229 Evidentemente nelle loro file (dei liquidatori) la disgregazione è grande, e non si sa che cosa ne verrà fuori. Axelrod, è chiaro, « con- cilia » gli sciovinisti tedeschi (e bundisti) con i francofili ( e Plekha- nov). Dopo Zurigo Martov si è messo al passo con Axelrod, ed ora non sappiamo quanto tempo durerà la sua « svolta a sinistra » A giorni uscirà il n. 37 del Sotsial-Demokrat. Una forte stretta di mano e auguri di ogni successo. Vostro Lenin Prima di aprile cercheremo (insieme con voi) di organizzare una corrispondenza e un qualche collegamento. Anche voi dovete occu parvene in precedenza. Scritta il 30-3 1 gennaio 1915. Spedita a Stoccolma da Berna. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, II. IL PRIMO MAGGIO E LA GUERRA 381 Introduzione 1. La manifestazione del movimento proletario internazionale sopraggiunge quest’anno mentre è in corso una immensa guerra europea. 2. Forse non è possibile nel i 9 1 5 compiere una «rassegna delle forze»? Per confrontare «successi e sconfitte»? Per opporre alla pace borghese la pace proletaria? Giacché l’apparenza è = tutto è crollato. 3. Ma non è cosi. La guerra e = massima crisi. Ogni crisi signi- fica (pur con possibilità di battute d’arresto e di regresso temporanee ). a ) accelerazione dello sviluppo (0) y) inasprimento delle contraddizioni (y) 0) loro rivelazione 5 ) crollo di tutto il putrido, ecc. 230 LENIN Ecco da che punto di vista bisogna considerare la crisi (nel giorno del 1° maggio): non vi sono per caso in essa elementi pro- gressivi, utili, propri di ogni crisi? Il fallimento delle patrie borghesi-nazionali 4. La « difesa delle patrie » e il reale carattere della guerra. Qual è l’essenziale? Nazionalismo versus imperialismo 382 . 5. 1789-1871 (circa 100 anni)... 1789 e 1905 — ? 6. La difesa delle patrie (Belgio? Galizia? per la spartizione del bottino schiavista). Versus « abbasso le frontiere ». Fallimento della patrie nazio- nali? Hanno quel che si meritano! 7. Imperialismo vecchio e nuovo. — Roma e Inghilterra versus Germania. rapina di terre colonie | spartizione del mondo esportazione di capitale 8. Come difendere lo status quo? Come condurre la lotta rivoluzionaria per il socialismo? 10. Libertà nazionale versus imperialismo. Il proletariato delle nazioni che opprimono e di quelle oppresse. 11. L’« internazionalismo » nei confronti delle guerre. ((«Quale borghesia è migliore»? o azione indipendente del proletariato?)) 12. Marcia indietro (verso la patria nazionale) o avanti (verso la rivoluzione socialista). Il fallimento dei partiti socialdemocràtici ufficiali 13. Tutti sentono (se non ammettono) che si è a una svolta nella storia del movimento operaio. Crisi e fallimento dellTntema- zionale. Di che si tratta? LTnternazionale era unica o vi erano due tendenze? Z [summa] = fallimento del particolarismo nazionale 1915 231 14. Rassegna degli atteggiamenti verso la guerra alPinterno del movimento operaio dei principali paesi: f Germania: 4 agosto versus Borchardt e Die Internationale 3 * 2 ] Inghilterra: Francia: (Guesde + Sembat versus Merrheim) Russia: Italia Svizzera Svezia 15. Che cos’è Pessenziale? Confrontare il movimento operaio inglese e quello tedesco = Tendenze e influenze borghesi nel movimento operaio. 16. Quindici anni di lotta contro Popportunismo e suo sviluppo nell’Europa occidentale. Il fallimento delPopportunismo è utile al movimento operaio. ( ( Guesde-Hyndman-Kautsky-Plekhanov) ). 17. Crisi del marxismo ufficiale (1895-1915). Non resuscitare un cadavere, ma sviluppare il marxismo rivoluzionario contro lo pseudo-marxismo opportunistico. 18. Marxismo versus struvismo. . . Dialettica versus eclettismo. . . 19. La bandiera strappata? Stoccarda 1907 (le illusioni perdute) Chemnitz 383 1910 Basilea 1912 20. « Tutte le possibilità » tranne l’azione rivoluzionaria. 21. Anarchismo = opportunismo (piccolo-borghese). «La Baiati- le Syndicaliste » f Cornelissen Grave Kropotkine 22. Abdankung der deutschen Sozial-demokratie 384 . Le organizzazioni non valide si sono spezzate, o meglio sono pe- 232 LENIN rite: ripulire il terreno per organizzazioni migliori. « Ipermaturazione » (non che il proletariato non sia maturo): confronta il 1907. Il fallimento delle illusioni piccolo-borghesi nei confronti del capitalismo 23. La guerra da una parte viene presentata come un’unica causa nazionale, e dalPaltra come qualcosa di anormale, la violazione del capitalismo « pacifico », ecc. Ambedue le illusioni sono nefaste. E ambedue vengono distrut- te dalla guerra. 24. « Burgfrieden » 385 , « Blocco nazionale », « Union Sacrée » du- rante la guerra?? 25. La guerra è una cosa « terribile »? Si. Ma è una cosa terri- bilmente redditizia. 160 miliardi > 60 miliardi di rubli A lehrwert = 10-20 miliardi di rubli 26. « Adattamento » dell’industria alle condizioni di guerra. (Distruzione. Rapida concentrazione). 27. La guerra e i fondamenti del capitalismo. « Democrazia pacifica », « Cultura », « Regime di diritto », ecc. versus gli orrori della guerra?? Non è vero. La proprietà privata e lo scambio. Pegno della rovina degli uni , pegno e fondamento della violenza . 28. Colonie e concessioni. « Concessionario onesto »? Colonizzatore « umano »? 29. La guerra = cosa terribilmente redditizia = prodotto diretto e inevitabile del capitalismo. 30. Le illusioni dannose possono soltanto frenare la lotta contro il capitalismo. Il fallimento dei sogni pacifisti 31. Capitalismo senza imperialismo? (guardare indietro?) 32. Teoricamente (astrattamente) è possibile anche senza co- lonie, ecc. 1915 233 33. Come anche con la giornata lavorativa di 4 ore, 3.000 ope- rai minimum. . . ad 33. « Il capitalismo può svilupparsi senza imperialismo, senza guerre, senza colonie, in piena libertà di commercio ». Si? Il capitalismo può dare decine di miliardi, non per la guerra, ma per aiutare i poveri e gli operai, perpetuando cosi il dominio della classe dei capitalisti! Tesi teoricamente identiche. « La pressione coercitiva della classe operaia e le misure umanitarie dei borghesi ». Qui è il fondo del pro- blema, e cioè che a tali cose non può costringere una pressione in generale , ma ci vuole una pressione che abbia la forza di una vera rivoluzione. E la rivoluzione e la controrivoluzione acuiscono la lotta fino al punto essenziale. La questione si riduce alla lotta per le riforme. Questa lotta è legittima e necessaria entro certi confini, viz.: 1) assenza di una situazione rivoluzionaria; — 2) carattere par- ziale dei miglioramenti: non acuire la lotta di classe fino alla rivo- luzione. 34. Perché? Per gli orrori della guerra? (e gli enormi profitti?) Per la pressione del proletariato? (e il tradimento dell 5 opportunismo? ) 35. Pace senza annessioni, « Abolizione della diploma- disarmo, ecc., ecc. zia segreta »? Senso obiettivo: consola zio- « Utopia or bell » 396 ? ni pretesche ( Feuer- N. B. ( opinione bach: la religione consola. È del « Volksrecht » utile?)) su Forel) 36. Lotta per le riforme? Sf. — Suoi limiti. Particolari. L’epoca delle riforme, assenza di una situazione rivoluzionaria . Qui è il nodo. Gli effetti del crollo delle illusioni 37. Situazioni rivoluzionarie. 234 LENIN (a) la base non vuole, i vertici non possono (3) aggravamento della miseria (y) attività straordinaria. 38. Lentezza e irregolarità della crescita. Confronta il 1900 versus 1905. 39. Rapina dei capitalisti « Kriegssklaverei » 387 e inganno dei governi? 40. La guerra e i miracoli della tecnica? 41. La guerra e il riaggruppamento. (Operai versus contadini) 42. Tre psicologie (a) disperazione e religione (0) odio verso il nemico (y) odio verso il capitalismo non solo in generale, ma verso il proprio governo e la propria borghesia. 43. La « Gaponata » 388 44. Lettera: « Mundspitzen » 45. Ogni crisi spezza gli uni, tempra gli altri. 46. Temprerà per la rivo- luzione socialista (II) ( « Kamarades » ) 389 ( II ) = fallimento di ciò che è putrido, nocivo nel mo- vimento operaio = eliminazione di ciò che ostacola le battaglie rivoluzionarie. Profitti dei capitalisti Tra Valtro. Prestito di 10 miliardi in Germania. 11 prestito da- rà il 5%. Il governo ha fatto si che le casse db risparmio (per la sotto- scrizione di questo prestito) ricevano il denaro dalle casse dì credito ( Darlehenskassen ), pagando loro il 5 e 1/4%. E chi dà il denaro alle casse di credito è il governo! ! Inganno. « D a s Volksrecht» (Zùrich), den 2.IV.1915 39 °. Assurdità delle utopie « di buona volontà »: senza diplomazia segreta, diciamo gli scopi della guerra, pace senza annessioni, ecc., ecc. Assurdità sentimentale e reazionaria. 1915 235 Le vecchie nazioni (respective gli Stati borghesi) versus « abbasso le frontiere »! Esperienza della Russia: 1900 versus 1905. Abbasso l’autocrazia (1900) e il « popolo»... Parole d’ordine rivoluzionarie e sviluppo del movimento rivoluzionario... Scritto negli ultimi giorni dell 'aprile 1915. Pubblicato per la prima volta nel gennaio 1929 in Proletarskaia Revoliutsia, n. 1. A KARL RADEK Werter Genosse, le nostre lettere si son evidentemente incrociate. Nel momen- to in cui voi mi scrivevate, io scrivevo a voi, (una cartolina) invian- dovi lo Sbornik 391 . L’avrete ricevuto, spero? Per quanto riguarda la conferenza delle sinistre: Non sono membro deU’Ufficio internazionale socialista dal 1912 (è Maximovic, a Londra, che dal 1912 è membro dell’UIS come delegato del CC). Ma, naturalmente, io e Grigori faremo tutto ciò che è necessario qui a nome del CC. Voi scrivete che « Grimm macht das ( = elude il CC? ) ohne Absicht » 392 . . . Ehm, ehm! Es sebeint mir wenig glaubhaft zu sein. hi Grimm wirklich ein Kind ? Nach zwei Konferenzen in Bern m ?? Ma, certo, voi, stando a Berna, potete rendervene gonto, ed io sarei contento se risultasse che mi sbaglio e voi avete ragione. E cosi, se Grimm macht das ohne Absicht , l’affare è semplice: Grimm deve scrivere al CC (l’indirizzo ufficiale è stampato sul no- stro organo centrale: Bibliothèque russe. 7. Rue Hugo de Senger. 7. Genève. Fiir das Kom. Central). (Si può, naturalmente, scrivere anche al mio indirizzo: è piu diretto). Se non lo fa, Grimm agirà in modo disonesto (giacché scrivere 236 LENIN a Maximovic a Londra significa perdere tempo e rischiare che la lette- ra finisca nelle mani della polizia!). Per parte nostra, non sarebbe decoroso farci invitare: noi non vogliamo imporre la nostra presenza. Non possiamo farlo! Ed ora riguardo alla sostanza. Voi scrivete: « da tvird Grimm und vielleicht (?? sicher meines Eracktens!) aucb andere die Sache so abwechseln ( nur ? richtiger: zertreten und verraten! ) wollen, dass nur ein Aktions prò grani m (soli heissen: Ermattungsprogramm, pro- gramma di rifiuto della lotta, programma tendente a tranquillizzare gli operai con frasi di sinistra) fiir die Stunde kommt » 394 . Secondo me la « svolta » di Kautsky + Bernstein + compagni ( + 500 + 1.000 + ??) è la svolta di un pezzo di merda ( = Dreck), che ha sentito che le masse non possono più sopportare, che « biso- gna » fare una svolta a sinistra per poter continuare a ingannare le masse 395 . È chiaro. Anche Renaudel su VHumanité «va a sinistra»!! Queste merde si uniscono, dicono che sono « contro la politica del 4 agosto » 396 , che son « per la pace », « contro le annessioni » e. . . e. . . così aiuteranno la borghesia a soffocare i germi dello spirito rivoluzionario. Dalla vostra lettera concludo che anche voi la pensate così. Ergo, il nostro programma deve essere: 1) andare, se ci invitano; 2 ) unire in precedenza i« sinistri » cioè i fautori del- Yazio n e rivoluzionaria contro il proprio governo; 3) presentare alle merde kautskiane il nostro progetto di risoluzione (gli olandesi 397 + noi + i tedeschi di sinistra + O, e non ia niente, perché poi non sarà zero, ma tutto!); 4) presentare due o tre oratori alla conferenza (se voi riusci- rete ad esserci, ciò è possibile). Non si possono raccogliere alcuni elementi di sinistra tedeschi contro Kautsky e soci? Per un tale programma? Scrivetemi che cosa pensate di questo programma. La sua so- stanza è contro la parola d’ordine sciocca e traditrice della pace. Venite! Vostro Lenin 1915 237 Non è chiaro che il Comitato d'organizzazione sarà con la Drehscheibe m Kautsky e C. ? ? ? No? Ma siete certo che Grey + Bethmamn-Hollweg non abbiano « fatto un cenno » a Sùdekum -+- Vandervelde: è ora, ragazzi, di essere per la pace, altrimenti ci sarà la rivoluzione??? P.S. — In albergo (Hotel Mariental) abbiamo il telefono (n. 111). E se c'è qualcosa di urgente, telefonate: alle otto e mezzo del mat- tino sono sempre in casa. P.P.S. — Trasmettete, per favore, la lettera acclusa dopo averla letta. Scritta nel luglio 1915. Spedita a Berna da Sorenberg (Svizzera). Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIV. A KARL RADEK Werter Genosse, vi invio una lettera sulla « V orkonferenz » 3 ". Fate una copia per Lichtstrahlen o incaricate Wijnkoop di tra- smettergliela (se siete sicuro della sua serietà). N.B. — Tutto ciò è confidenziale. Promettetemi di non parlarne né a Grimm, né alla Balabanova, né a Trotski, né, in generale, a nessuno! La mia lettera a Wijnkoop leggetela e rispeditela *°°. Spero che abbiate rispedito la precedente! Scrivetemi in proposito. O gli elementi di sinistra tedeschi si uniranno ora (almeno per una presa di posizione ideologica a nome dell* anonimo gruppo « Stern » 401 o come volete: gli operai si uniranno poi a questo gruppo), oppure bisogna infischiarsene di loro. (Capisco che Lichtstrahlen non può agire direttamente. Ma per- ché il gruppo « Stern », formato da X + Y + Z, non interviene con 238 LENIN risoluzioni o con un manifesto ? ? E poi li diffonde pri- vatamente e segretamente)? Non capisco come abbiate potuto lasciarvi sfuggire la Vorkon- ferenz di Berna!?! e avevate anche cercato di farmi venire degli scrupoli!? vostro Lenin P.S. — Non è difficile per voi leggere il russo? Capite tutto ? P.S. — Le risoluzioni di Berna (tradotte) o mandatele diretta- mente a Wijnkoop (se ne avete una copia) oppure mandatele qui: ne faremo una copia 402 . Sarebbe estremamente importante discuterne a tu per tu con una parte dei sinistri tedeschi. Non potete organizzare la cosa? A pro- posito, non verrete qui? Scritta nel luglio 1915. Spedita a Berna da Sdrenberg (Svizzera). Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIV. A KARL RADER Caro compagno Radek, ho ricevuto la vostra lettera a Wijnkoop e la rispedisco con la prima posta. Vi aggiungo che si deve mettere subito al lavoro se vuole preparare la dichiarazione ( per non parlare poi del nuovo « Ma- nifesto comunista » ) . Abbiamo dato 1) il manifesto, 2) le risoluzioni, 3) il progetto di dichiarazione 403 . Inviateci al più presto le correzioni o i contro- progetti. Affrettatevi!! Siamo già in ritardo!! Personalmente sono contro la partecipazione del Nasce Slovo, ma non starei a farne un ultimatum. Perché sono contro? 1 ) è un abuso, giacché lo stesso Nasce Slovo non si è dichiarato terzo partito o grup- 1915 239 po autonomo (oltre il CC e il Comitato d'organizzazione) per il lavoro in Russia; 2) nel Nasce Slovo vi sono membri del Comitato d'organizzazione in numero ignoto al pubblico. Una doppia rappre- sentanza!! (CO + Nasce Slovo) ; il Nasce Slovo, è per la frazione di Ckheidze (che ha dalla parte sua anche il CO e Plekhanov + Alexin- ski). Non è un abuso??? Prendere il Licbtstrahlen per un gruppo e considerarlo piu im- portante del gruppo Zetkin non è ridicolo. In questo gruppo vi sono Borchardt + Radek + collaboratori del Licbtstrahlen. Ce n’è abbastanza. Questo gruppo ha una piccola rivista. (Invece Zetkin e C. non ce l’hanno). Borchardt è il primo che ha dichiarato pubblicamente: Die Sozialdemokratie abgedankt AM . Questa non è propaganda, ma un atto politico importantissimo. È un fatto, non una promessa. Per noi (cioè per tutti quelli di sinistra), la cosa piu importante è una Prinzipienerklàrung, chiara, completa e precisa. Senza di ciò, tutti i cosiddetti « programmi d’azione » sono soltanto verbosità e inganno. Che cosa è venuto fuori dalla « Risoluzione d’azione » del gruppo Zetkin a Berna? Niente per quel che riguarda l’azione! Niente per quel che riguarda i principi 405 ! Il gruppo di Borchardt, se si presenta (insieme con noi o sepa- ratamente) come gruppo anonimo (« Stern » o « Pfeil » 406 o come volete) con una precisa Prinzipienerklàrung + un appello ad azioni rivoluzionarie, avrà una funzione di portata storica mondiale. Mentre la Zetkin e soci, avendo in mano tutto (giornali, riviste, collegamenti con il Berner Tagwacht, possibilità di viaggiare in Sviz- zera, ecc. ), in 10 mesi non ha fatto nulla per unire le sinistre in- ternazionaliste. È una vergogna. Con i migliori saluti. Vostro Lenin P.S. — Non vi consiglio di fare il soldato. È assurdo aiutare il nemico. Renderete un servizio agli Scheidemann. Piuttosto emigrate. È molto meglio. Abbiamo un grandissimo bisogno di quadri di sinistra. 240 LENIN « L’opposizione in Germania è il prodotto del fermento nelle mas- se, ma i bolscevici rappresentano l’orientamento di un piccolo grup- po di rivoluzionari. » Questo non è un ragionamento da marxista. È kautskysmo, oppu- re una scappatoia. Che cos’erano nel 1847 il Manifesto comunista e il suo gruppo? Il prodotto di un fermento nelle masse? O l’orientamento di un pic- colo gruppo di rivoluzionari?? O sia l’uno che l’altro? E noi, Comitato centrale? Oppure il gruppo socialdemocratico russo non ha dimostrato che ha dei legami con le masse? E il « Pro- fetar ski Golos » dì Pietro grado? Oppure non c'è in Russia un « fer- mento nelle masse »? I militanti di sinistra in Germania commetteranno un errore sto- rico se con il pretesto che « essi sono il prodotto di un fermento nelle masse » (essi = Zetkin, Laufenberg, Borchardt, Thalheimer, Duncker!!! Ah — ah!), rinunceranno ad intervenire con una Prinzipienerklàruttg ( anonimamente, a nome del gruppo « Stern », ecc. Gli operai si uniranno poi e rifletteranno sulla dichiarazione). Per far crescere il « fermento nelle masse » ci vuole una di- chiarazione e un programma di sinistra. Essi sono necessari in vista di un tale fermento. Necessari per trasformare il « fermento » in movimento. Necessari per sviluppare il « fermento » in seno all’Internazionale ormai putrida. E subito!!! Voi avete mille volte torto! P.S. — Nella lettera a Wijnkoop non avete scritto chiaramente se il 20 agosto è una data fissata o solo proposta. Scrivetemi due pa- role su questo a me e a Grigori (se è urgente). Rakovski (vedi il suo opuscolo) 407 è per la difesa della patria. Secondo me, con gente simile non si va per la stessa strada. Scritta prima del 4 agosto 1915. Spedita a Berna da Sòrenberg (Svizzera). Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIV. 1915 241 A S. N. RAVIC Cara compagna Olga, ho paura di scrivere a V. K. perché le lettere « pressanti » peg- giorano ancor piu la sua malattia nervosa. Che cosa succede dunque con il n. 44? Kuzmikha 408 si è schierata decisamente contro di noi? Mi sono terribilmente affrettato con il n. 44, non ho fatto in tempo a correggere gli articoli, non ho visto le bozze, ed a un tratto tutto si ferma. E Kuzma voleva Popuscolo addirittura per due settimane fa 409 !! Scrivetemi, per favore, due parole per dirmi se c’è speranza di fare uscire e il 44 e l’opuscolo. Quando l’uno e quando l’altro. Nel- l’opuscolo bisognerebbe aggiungere, o modificare alcune cose. Bisogna assolutamente avere le bozze. Saluti a V. K. Vostro V. Ulianov P.S. — Il Peuple è buono eh?? Corpo e anima per Vandervelde! ! Scritta il 16 agosto 1915. Spedita a Ginevra da Sòrenberg, Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin , XI. A V. A. KARPINSKI Caro V. K., vi spedisco dei fogli dell’opuscolo dimenticati per caso. Control- late, vi prego se ora avete tutto. Vi ho scritto ieri quali correzioni vanno riportate nell’opuscolo. Che ne è del n. 44? Saluti, vostro Lenin P.S. — La nota al manifesto, qui acclusa, deve essere inserita nell’opuscolo. Aggiungetela, per favore! Nota. — [Al paragrafo del Manifesto del CC (n. 33 del Sotsial-Demokrat) in cui si par- la degli Stati Uniti d’Europa], 16-684 242 LENIN Nel n. 44 dell’organo centrale del nostro partito, il Sotsial-Demo- krat } è apparso un articolo redazionale in cui si dimostrava l’infonda- tezza economica della parola d’ordine degli « Stati Uniti d’Europa ». O questa è una parola d’ordine impossibile in regime capitalistico, implicando non solo l’abbandono delle colonie, ma anche l’instaura- zione di un’economia mondiale pianificata per la ripartizione delle co- lonie, delle sfere di influenza, ecc. tra i singoli paesi. Oppure è una parola d’ordine reazionaria, che implica l’alleanza temporanea delle grandi potenze d’Europa al fine di depredare il Giappone e l’America che si sviluppano piu rapidamente. (Nota della redazione del Sotsial- Demokrat). Restituite al più presto possibile ! Scritta il 16 o 17 agosto 1915. Spedita a Ginevra da Sorenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin, XI. A S. N. RAVIC Cara compagna Olga, Urrah! Avete vinto la stessa Kuzmikha!! Siete veramente una eroina! Spedisco le bozze e due aggiunte all’opuscolo. Controllate, vi prego, che le inseriscano nel punto giusto (se si per- de tempo, non speditemi le bozze di queste aggiunte, ma fate tutto voi stessa). Scrivo a Grigori che pubblico l’opuscolo (mi può telefonare in caso non sia d’accordo). Alla fine dell’opuscolo devono andare tre appendici 410 : I. Il manifesto del C del POSDR sulla guerra (tratto dal n. 33. Ve lo spedisco). Aggiungere la nota (sulla parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa 411 ) , che vi ho inviato (ne avete inviato una copia a Lialin? ) II. Le risoluzioni del n. 40, che spedisco 412 . 1915 243 III. La risoluzione del 1913 (riunione del CC con i funzionari di partito ) sulla questione nazionale 413 . Io non l’ho. Chiedo che ve la spediscano da Berna. (Ma voi dovreste averla in biblioteca ) . L’opuscolo stampatelo in 2.000 copie su carta di minimo prezzo (se avete carta sottile, allora 1.000 copie su carta sottile), in un for- mato più a buon mercato e più comodo per metterlo in busta. Saluti!! Vostro Lenin P.S. — Se è possibile farlo senza provocare ritardi, inviatemi un secondo esemplare di tutte le bozze dell’opuscolo (per inviarlo al compagno che parte per la Russia). Scritta dopo il 16 agosto 1915. Spedita a Ginevra da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin , XI. A A. M. KOLLONTAI Cara A. M., La Vorkonferenz (II) è rinviata al 5. IX 414 . Hòglund e la sinistra norvegese (e danese?) debbono farsi invitare loro stessi. E mandarci (per il CC) le loro dichiarazioni, richie- ste, proclami, per lettera, con le firme e i timbri, in una delle tre lingue internazionali. I migliori saluti ad Alexandr (perché poi critica soltanto il mio progetto 415 ? Date i vostri emendamenti, s’il vous piatti) e a voi per il successo del vostro lavoro tra le sinistre della Scandinavia. Vostro Lenin Penso che la conferenza difficilmente avrà luogo presto, se avrà luogo. Ma Hoglund si prepari seriamente e subito. 16 * 244 LENIN Sono poi d’accordo per un nostro manifesto comune delle sini- stre dei vari paesi? (Indipendentemente dalla conferenza)? Scritta prima del 19 agosto 1915. Spedita a Christiania da Sorenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin , II. A V. M. KASPAROV Caro Kasparov, il 5. IX ci sarà una conferenza delle sinistre a Berna. Sarebbe estremamente importante che il nostro opuscolo in te- desco uscisse prima di quella data 416 . Non potreste darci una mano? — In primo luogo, andando da Radek per aiutarlo a leggere il manoscritto e indurlo a farne la traduzione (purtroppo non si riuscirà ad avere prima le bozze russe); — in secondo luogo, occupandovi del contratto con una tipogra- fia tedesca (Radek sa di che si tratta); — in terzo luogo, andando da Kinkel, mostrandogli questa lettera e chiedendogli di aiutarvi per la traduzione (di prenderne una parte). So che Kinkel mi odierà quasi perché chiedo a lui di tradurre. Ma la cosa è straordinaria, importante, occorre un aiuto rapido, e forse lui non si arrabbierà troppo. Mandatemi al piu presto la risposta per cartolina postale. I migliori saluti! vostro Lenin Scritta il 19 agosto 1915. Spedita a Berna da Sorenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIV. 1915 245 ALA. BERZIN Caro Berzin, vi ringrazio molto per il mandato che ho ricevuto 417 . Non man- cate, vi prego, di mandarmi subito lo stesso in francese o in tedesco con timbro, ecc. nella dovuta forma e aggiungendo immancabilmente al testo del mandato che il vostro partito è sempre stato (ed è tuttora) non solo affiliato all’ufficio internazionale socialista (ma che anche vi aveva un suo rappresentante con voto consultivo). È molto, mol- to urgente. I migliori saluti! vostro V. Uhanov P.S. — Se avete ricevuto da parte nostra il progetto manoscritto di una breve dichiarazione in russo 418 , vi prego di trasmetterlo al più presto a Litvinov pregandolo di tradurlo in inglese e di spedirmelo al più presto. Rispondetemi con una cartolina postale per favore, in modo che io sappia che voi avete ricevuto questa lettera. Uljanow in Sòrenberg (Kanton Lùzern). Svitzerland. Scritta il 20 agosto 1915. Spedita a Londra da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIV. A A. M. KOLLONTAI Cara A. M., a quanto risulta il 5 , IX non ci sarà la Vorkonferenz , ma la con- ferenza stessa. Perciò il tempo stringe. Dovete fare ogni sforzo per cercare di far venire qui Hoglund o il norvegese più a sinistra e più sicuro in modo che siano qui sicura- mente non più tardi del 3. IX (dovete telefonarmi da Berna a Soren- berg, Hotel Mariental (Kanton Lùzern). Telefono 1.11 - (1.11). Se è assolutamente impossibile che uno di essi venga, mandino 246 LENIN subito per raccomandata in modo che io Tabbia sicuramente il 2-3. IX) o un mandato al nostro CC (un mandato formale, in tedesco o in francese), oppure (se non sono d’accordo di darci un mandato) una loro dichiarazione di solidarietà con il CC 4- una loro Prinzipien- erklàrung + (assolutamente) una lettera alla conferenza con incarico al nostro CC di darne lettura (respective di votare se sarà possibile). Il punto principale della battaglia sarà: dichiarare o no nella Prinzipienerklàrung una lotta implacabile (fino alla scissione) al- Yopportunismo = socialsciovinismo. Cercate di ottenere pre- cisamente su questo punto la massima chiarezza e fermezza di formu- lazione possibile. Scrivetemi subito una cartolina postale per dirmi se avete rice- vuto questa lettera e se avete la speranza (o la certezza?) che sarà fatto questo e quest’altro. (Saluti ad Alexandr! ) Saluti Vostro Lenin Scritta alla fine dell’agosto 1915. Spedita a Christiania da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin , II. A E. I. RI VLINA 419 Cara compagna, vi ho scritto qualche giorno fa a proposito di Golay. Ora le cose si presentano, per cosi dire, sotto un altro aspetto. Non è più una conferenza preliminare, ma la stessa conferenza (inter- nazionale) delle sinistre che è fissata per il 5. IX. Ci sarà Merrheim da Parigi (tutto questo entre nous, naturalmente). Verrà gente del Nasce Slovo. Perché Golay e Naine, che rappre- sentano il socialismo di sinistra nella Svizzera francese, non dovrebbero venire (una volta che ci sarà Grimm, che è molto più incerto di Golay e di Naine) 42 °? Cercate, vi prego, di vederli tutti e due al più presto, di parlare con loro a cuore aperto, e scrivetemi due parole di risposta, il più rapidamente possibile, per dirmi qual è lo stato d'animo di questi due francesi di sinistra. Voi capite, certamente, che appunto gli anti- 1915 247 sciovinisti francesi avrebbero ora una funzione estremamente impor- tante alla conferenza, tanto più se sarà presente Merrheim. Perciò, affrettatevi a rispondermi! Saluti a Rivlin! Vostro Lenin Scritta tra la fine d’agosto e l’inizio di settembre del 1915. Spedita a Losanna da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lentn, XIV. A A. M. KOLLONTAI Cara Alexandra Mikhailovna, sarebbe veramente un peccato se il vostro viaggio in America andasse definitivamente a monte. Noi ab- biamo fondato su questo viaggio non poche speranze, sia per la pub- blicazione in America del nostro opuscolo (// socialismo e la guerra: lo riceverete a giorni), sia per i contatti, in generale, con l’editore Charles Kerr 421 a Chicago, sia per l’unione degli internazionalisti, sia infine per un aiuto finanziario che è cosi estremamente necessario a noi per tutti gli affari più urgenti in Russia , di cui voi parlate nella vostra lettera (e di cui giustamente sottolineate Turgenza, in quanto è desiderabile una nostra maggiore vicinanza alla Russia: gli ostacoli che vi si oppongono sono in primo luogo finanziari, in secondo luogo, polizieschi: vi si può arrivare senza pericolo?...). Se la questione del vostro viaggio si è risolta definitivamente in senso negativo, pensate un po’ se non potete aiutarci a pubblicare in inglese il nostro opuscolo (attraverso i rapporti con Charles Kerr, ecc.). Ciò è possibile soltanto in America. Vi mandiamo l’edizione tedesca del nostro opuscolo. Fate tutto il possibile per venderlo nei paesi scandinavi (è per noi tremendamente importante recuperare al- meno una parte delle spese, altrimenti non possiamo pubblicarlo in francese! ) 422 . Scrivete con maggiori particolari , con maggiore concretezza e frequenza (se non partite per l’America), quali sono precisamente le questioni concrete che si pongono in Russia, chi le pone, in quali oc- 248 LENIN casioni, in quali circostanze. Tutto ciò sarebbe estremamente impor- tante per la pubblicazione di volantini, cosa essenziale , come voi dite giustamente. Circa la conferenza delle sinistre (dove noi d siamo ot- timamente uniti in opposizione, anche se abbiamo sottoscritto il ma- nifesto), in parte ve ne parlerà il delegato che voi avete inviato 423 , in parte vi scriveremo ancora noi. (Non ci sono soldi, non ci sono soldi!! Ecco il guaio principale!) Con i migliori saluti vostro Lenin Scritta tra 1*8 e il 13 settembre 1915. Spedita a Christiania da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, IL A G. E. ZINOVIEV Vi invio la lettera di Radek. (Gli ho risposto in modo affettuoso.) Rimandatemela. Scriverò un resoconto della conferenza: inviatemi, vi prego, tutti i vostri materiali 424 . Non ho per caso dimenticato da voi la mia collezione delVorgano centrale ? Saluti. Vostro Lenin Sarebbe bene affidare a Inessa la traduzione dell’opuscolo in francese 425 Scritta tra TU e il 17 settembre 1915. Spedita a Pertenstein da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIV. 1915 249 A G. L. SCKLOVSKI Giro G. L., speditemi, per favore, al più presto tre copie del- l'opuscolo tedesco 426 e delle risoluzioni francesi 427 . (Qual è la spesa? C’è speranza di avere un prezzo più basso? Farete un accordo per la vendita dell'opuscolo tedesco in Svizzera? Scrivete.) Inviate, per favore, 10 copie dell’opuscolo tedesco e 2 copie delle risoluzioni francesi al seguente indirizzo: Fru A. Kollontay. Touristhotel. Holmenkollen. Kristiania. Norwegen. (Scrivete quando le avrete spedite.) Sollecitate per favore Radek perché mi spedisca una copia del manifesto ufficialmente approvato È molto urgente. Andate a trovarlo un paio di volte e inducetelo a farlo, ve ne prego. Bisogna anche parlare con lui (e non soltanto parlare, ma anche orga- nizzare praticamente , darsi da fare, eseguire, controllare) circa la vendita dell’opuscolo tedesco in Svizzera. Bisogna procurarsi gli indi- rizzi delle società e dei circoli operai tedeschi nelle varie città ( tra cui Ginevra), trovare i contatti, scrivere, ottenere dei risultati. Questo è tutto affar vostro. Affrontate la cosa, vi prego, nel modo più ener- gico. Saluti!! Vostro Lenin Uljanow in Sòrenberg (Kt. Luzern). Scritta il 13 settembre 1915. Spedita, a Berna da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin, XI. A V. A. KARPINSKI Caro V. K., sono stato fuori per affari per qualche giorno (e solo per questo periodo ho chiesto che mi fosse spedito tutto a Gine- vra; ora vi prego di mandare di nuovo tutto , compreso l’opuscolo, a Sòrenberg). 250 LENIN Al mio ritorno ho trovato la vostra lettera sugli articoli di Rol- land 429 . Sono terribilmente inquieto perché non avete ricevuto questi articoli. Sono due settimane, se non piu, che ve li ho spediti in busta ! E finora non si è mai dato il caso che in Svizzera lettere non racco- mandate non siano state recapitate. Non ci sarà stato forse un errore? Qualcuno non può aver ritirato questi articoli in vostra assenza? Scri- vetemi, per favore. Se non c’è stato e non c’è potuto essere errore, se non avete gli articoli, naturalmente farò tutto il possibile per procu- rarmeli per voi (se io li ho perduti). O comprerò questo numero, oppure (se non è in vendita) lo troverò in biblioteca e ne trascriverò per voi una copia integrale. Vi prego vivamente di scusarmi e di scri- vermi al più presto come sta la faccenda. Se avete bisogno di una copia, per quando? Ditemelo francamente. Saluti! vostro Lenin Non so perché non ricevo più la Gizn. Non c’è scambio? Volete informarvi? E il Vperiod? Che cosa si sa della miscellanea di quelli del Comitato d’organizzazione 430 e delle pubblicazioni del Bund? Il Kommunist n. 1-2 è uscito 431 È un fatto. Uljanow in Sòrenberg (Kt. Luzern). Scritta il 13 settembre 1915. Spedita a Ginevra da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin, XI. A KARL RADER Caro Radek, molte grazie per il manifesto e il resoconto 432 . 1) non si possono ricevere gratuitamente 20 copie di questo numero del Berner Tagwacbt per inviarlo ai gruppi del nostro partito? 1915 251 2 ) nel manifesto le parole « lotta di classe proletaria rivoluzio- naria» sono state sostituite con la parola «intransigente». Questo è forse leale da parte di Grimm? 433 3) nel resoconto non si dice che una parte (1/10) della delegazione tedesca (e 1/3 degli svizzeri) ha firmato ancb’essa il progetto della nostra risoluzione 434 . È leale questo da parte di Grimm? Per favore, ditemi, secondo voi, non bisognerebbe scriverne ufficialmente a Grimm? 4) Grimm ci garantisce che il nostro progetto e la nostra dichiara- zione saranno pubblicati integralmente nel resoconto particola- reggiato ( verbale delle sedute ) ? Si o no? 5) Vi sono molte inesattezze nel resoconto, e non una parola sulla votazione (del nostro progetto)!! Sulla scissione e sullo scioglimento di questo ufficio (Grimm e C.) non si è votato 435 . ■ Dobbiamo fare qualcosa. Vostro Lenin P.S. — Mandatemi per favore il nostro progetto e la nostra di- chiarazione 436 . Del nostro opuscolo 437 ( = rapporto ) Grimm non dice una pa- rola ! Bel mascalzone!! Scritta il 19 settembre 1915. Spedita a Berna da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIV. A. M.M. KHARITONOV 438 19. IX. 1915 Caro compagno, vorrei tenere a Zurigo verso la metà d’ottobre una relazione sulla «conferenza internazionale del 5-8 settembre 1915 » 439 . Scrivetemi 252 LENIN se l’argomento è adatto e può dare qualche entrata, anche se minima. (Scrivo anche a Ginevra a questo riguardo; bisogna accordarsi in pre- cedenza sulle date ; io pregherò quelli di Ginevra di stampare dei ma- nifesti generici, lasciando in bianco U città e la data.) Fatemi sapere al piu prestò che ne pensate. A proposito, potreste inviarmi l’opuscolo tedesco di Axelrod sui compiti della socialdemocrazia internazionale apparso a Zurigo in questi giorni 440 ? Sono curioso di vederlo. (Della conferenza parleremo noi nell’organo centrale 441 , poi toc- cherà al Nasce Slovo e ai socialisti-rivoluzionari, ecc., ecc. Ma io ne parlerò in modo più dettagliato che sulla stampa, e ne darò un giudi- zio e trarrò le conclusioni). Con i migliori saluti Vostro Lenin Uljanow in Sorenberg (Kt. Luzern). Spedita a Zurigo da Sorenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIV. A A. G. SCLIAPNIKOV 19.IX Caro Alexandr, abbiamo ricevuto le vostre lettere con cui ci infor- mate del buon andamento dei trasporti, e questa notizia ci ha riempi- to di gioia. Per quanto riguarda la stampa che è a Vardò, cercate di conservare e salvare tutto, e di inviarci le collezioni del Proletari e del Vperiod, gli opuscoli (i vecchi, quelli del 1905) pure li utilizze- remo, vale la pena di spedirli in Russia, se sarà in generale possibile farli passare 442 . Ho letto ieri sui giornali esteri la notizia dello « scioglimento » della Duma. È chiaro che la reazione o è spaventata dal blocco delle sinistre, o specula su qualche possibilità di successo «militare» (o 1915 253 su una pace separata?). Il nostro atteggiamento verso i rivoluziona- ri-sciovinisti (del tipo di Kerenski e di una parte dei socialdemocra- tici liquidatori o patrioti) non può essere, a mio avviso, espresso dalla formula: «appoggio». Tra i rivoluzionari-sciovinisti (la rivoluzione per vincere la Germania) e i rivoluzionari proletari internazionalisti (la rivoluzione per risvegliare il proletariato degli altri paesi, per unirlo nella rivoluzione proletaria generale) l’abisso è troppo grande perché si possa parlare di appoggio. Noi dobbiamo utilizzare ogni protesta (anche timida e confusa, à la Gorki), utilizzeremo anche il lavoro rivoluzionario degli sciovinisti e non rinunceremo, di volta in < volta, a «azioni comuni» (conformemente alle risoluzioni del nostro partito del 1907, al congresso di Londra, e del 1913, alla nostra con- ferenza) 443 , ma non di piu. Ora, in pratica: noi non lanceremo appelli e manifesti comuni con i rivoluzionari patrioti, eviteremo « blocchi » parlamentari con loro, eviteremo di « unirci » a loro negli interventi ai congressi, alle manifestazioni, ecc. Ma reciproci servizi sul piano tecni- co , se i patrioti saranno di questa idea, saranno verosimilmente pos- sibili (come avvenne prima del 1905 con i liberali), e noi non ci rifiuteremo. I rapporti debbono essere aperti, chiari: voi volete rove- sciare lo zarismo per vincere la Germania, noi per attuare la rivolu- zione internazionale del proletariato. Dalla Russia abbiamo notizie incredibilmente scarse. Fa proprio rabbia che una cosa relativamente cosi semplice come la corrispondenza con la Russia (che è pienamente possibile, anche in tempo di guerra) sia organizzata in modo cosi pessimo. Questa è una delle cose piu urgenti. (Spero che voi e Nadiezda Konstantinovna abbiate concordato per iscritto tutti i particolari a questo proposito e che li concorde- rete ancora nel modo piu circostanziato possibile). Stabilire rapporti regolari, far venire dalla Russia almeno due o tre dirigenti operai, per lo meno in Svezia, per avere con loro una conversazione e una corrispondenza che investa anche i minuti particolari, in modo da « mettersi d’accordo » in modo completo, questa è la cosa piu urgente. Spero che il viaggio di Belenin 444 porti in questo campo un serio mi- glioramento: fare le cose in breve tempo, stabilire i contatti, racco- gliere notizie, qui è ora il nocciolo di tutto il lavoro, senza di questo non si può nemmeno pensare al lavoro futuro. 254 LENIN Stiamo pensando di pubblicare proclami e volantini per farli passare in Russia. Non abbiamo ancora deciso dove stamparli, se qui o nei paesi scandinavi. Bisogna scegliere il posto più a buon mercato, giacché la distanza non è importante. Una forte stretta di mano e i migliori auguri. Vostro Lenin Scritta il 19 settembre 1915. Spedita a Stoccolma da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin , II. A KARL RADEK 20. IX Caro Radek, la lettera a Wijnkoop è stata spedita. Cosi pure il resoconto a Grigori con la vostra lettera. Probabilmente non avete una copia della nostra dichiarazione (che non siamo soddisfatti del manifesto, che non va abbastanza lon- tano, ecc.) 445 . L’abbiamo trasmessa allTJfficio, e Grimm ne ha dato lettura. Abbiamo assolutamente bisogno di una copia di questa dichia- razione. Grimm non vi autorizzerà a fare questa copia? Se non lo farà, è un vero scandalo!!! P.S. — E la « congiura » di Grimm! Tutto il mondo sa già tutto! Questi sciocchi italiani deW Avanti! . Vergogna e disonore! 446 . Vostro Lenin Scritta il 20 settembre 1915. Spedita a Berna da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin, XIV 1915 255 A KARL RADEK Caro Radek, grazie per il bollettino. Esamineremo la questione del denaro con Grigori. Per ora siamo senza soldi!! Ma la cosa piu importante: perché non dite nulla sul nostro ( ultimo ) progetto di risoluzione 447 ? Mi occorre assolutamente subito (e anche la nostra dichiarazione sulla votazione del manifesto)!!! Ne dovete pure avere una copia! Perché non me la mandate? Oppure è Grimm? Possibile che non vi permetta di farne una copia? Vi prego di rispondermi. Il « lealismo » di Grimm è soltanto una frase. Non cita Borchardt a bella a posta: è una vergogna 448 Saluti vostro Lenin Scritta alla fine del settembre 1915. Spedita a Berna da Sòrenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1930 in Miscellanea di Lenin , XIV. A A. G. SCLIAPNIKOV Caro Alexander, riguardo ai volantini 449 veramente è un’ottima cosa che voi ve ne occupiate. Noi stiamo preparando un piano detta- gliato e presto lo manderemo a voi e a N. I. Ma, sapete, è comunque senza dubbio auspicabile che N. I. scriva i volantini in due copie subito (con la matita copiativa e la carta carbone), e la seconda co- pia la spediate subito a noi (oppure lo faccia lui stesso). Infatti i volantini sono una cosa di grande responsabilità e, fra tutti i tipi di pubblicistica, il piu difficile. Perciò è necessario riflettere atten- tamente e discuterne in modo collettivo. Data la lentezza della composizione, della stampa e del trasporto, spedirli qui comporte- rebbe una perdita di tempo relativamente piccola che in ogni caso non ha importanza in confronto al significato che hanno gli appelli ben ponderati. 256 LENIN Come pensate di firmare i volantini? Avete dimenticato di scri- vere su questo punto. L’opuscolo della Kollontai è buono come idea. Ma Pargomento è estremamente difficile; ed è estremamente difficile scrivere a un tale livello di divulgazione. Secondo me, sono necessarie delle corre- zioni. Ma già le ho scritto a questo proposito, chiedendole il suo con- senso 45 °. Se accetta, ho già pronto un progetto di correzioni, e la cosa procederà allora rapidamente. Riguardo al viaggio nel vostro paese 451 , le cose da noi vanno in lungo, in primo luogo per mancanza di fondi (il viaggio costa e anche la vita laggiù è cara), e in secondo luogo perché la polizia è molto sospettosa. Forse è meglio aspettare il ritorno di Belenin e le notizie che porterà dalla patria. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Scritta tra la fine di settembre e la fine di ottobre del 1915. Spedita a Stoccolma da Sorenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1924 in Miscellanea di Lenin, II. A G. L. SCKLOVSKI Caro G. L., non capisco assolutamente che cosa sia successo a Radek. Gli ho chiesto già molte volte: 1) una copia del nostro (cioè del CC + Lettoni + PSD + Svedesi + Norvegesi + Borchardt + Platten) progetto di risolu- zione (in tedesco) 452 ; 2) una copia della nostra (degli stessi gruppi) dichiarazione alla conferenza a proposito del voto (perché noi, pur non essendo d’accor- do con il manifesto, votiamo a favore); 3) una copia della nostra (stessi gruppi + Roland-Holst ) di- chiarazione di protesta contro Tultimatum di Ledebour 453 . 1915 257 Radek non risponde! E a me è indispensabile per l’organo centrale. Per amor del cielo, andate da lui e mettete in chiaro la faccen- da. (Se Radek non ce l’ha, è davvero possibile che Grimm non lo dia per farne una copia? Sarebbe il colmo della impudenza!) Salut . Vostro Lenin Scritta tra la fine del settembre e l’inizio deirottobre 1915. Spedita a Berna da Sorenberg. Pubblicata per la prima volta nel 1929 in Miscellanea di Lenin, XI. A V. A. KARPINSKI Caro compagno, ho ricevuto oggi le bozze (mi pare, le ultime) e oggi stesso le rispedisco. L’ordine degli articoli è stato spedito, sicché, spero, il numero doppio uscirà presto (prezzo 20 centimes). Scrivetemi quando precisamente. Scrivo questa lettera espresso per questo affare urgente: dalla Russia abbiamo ricevuto notizie molto importanti (e buone). Vo- gliamo pubblicare subito ancora un numero dell’organo centrale (in due pagine), in modo che esca effettivamente subito. Se, in via ecce- zionale, questa volta si può essere sicuri che Kuzma e la Kuzmikha manterranno la promessa (cioè si daranno da fare subito e faranno uscire il numero senza il minimo ritardo), telegrafatemi: « Garanti ». In caso contrario (che è, certamente più probabile, poiché sappia- mo che non si può contare su Kuzma, nonostante i vostri sforzi), allora telegrafate (Seidenweg 4 a) « non »