Karl Marx, Friedrich Engels, Vladimir Lenin, Joseph Stalin, Enver Hoxha 5 Classics of Marxism Comintern (Stalinist-Hoxhaists) http://ciml.250x.com Georgian Section www.joseph-staiin.net SHMG Press Karl Marx Press of thè Georgian section of Comintern (SH) - Stalinist-Hoxhaists Movement of Georgia V. I. LENIN Opere complete Carteggio (novembre 1895-novembre 1911) XXXIV 1955 - Edizioni Rinascita - Roma Proprietà letteraria riservata della S. p. A. Editori Riuniti Via Sicilia 136, Roma PREFAZIONE DELL’IMEL Il trentaquattresimo e il trentacinquesimo volume, che chiu- dono la quarta edizione delle Opere complete di Lenin, contengono la corrispondenza di Lenin — lettere, telegrammi e biglietti — con organizzazioni e singoli nel periodo compreso tra il 1895 e il 7922. Le opere, gli opuscoli, gli articoli, le relazioni, i discorsi, le risolu- zioni, le lettere a Stalin, nonché altre lettere che presentano una particolare importanza teorica e politica, sono inclusi nei precedenti trentatrè volumi . Le lettere raccolte in questi due volumi rappresentano una parte considerevole della corrispondenza di Lenin e sono un pre- zioso complemento agli scritti pubblicati nei volumi precedenti . Esse documentano V immensa, multiforme attività svolta da Lenin per creare il partito bolscevico, un partito di tipo nuovo; rispec- chiano la sua lotta intransigente contro gli opportunisti di tutte le sfumature, la lotta per la rivoluzione proletaria, per la dittatura del proletariato , per dirigere il primo Stato socialista del mondo. Il trentaquattresimo volume contiene le lettere del periodo 7595-/9//; M trentacinquesimo le rimanenti. Le lettere del periodo 1895-1901 riguardano Vattività svolta da Lenin per creare in Russia un partito operaio socialdemocratico c la sua lotta contro il populismo, il « marxismo legale », /'« econo- mismo ». Le lettere a Ple\hanov , Knipovic, Bauman e altri non solo illustrano il modo come fu attuato il piano di Lenin per la creazione dell Iskra, primo giornale dei marxisti rivoluzionari di tutta la Russia, ma mettono altresì in luce Vattività di direzione di Lenin e la lotta che egli condusse in seno alla redazione. VI PREFAZIONE DELl/lMEL Le lettere del periodo 1901-1904 occupano una parte rilevante del presente volume. Quelle indirizzate a Fle\hanov trattano di proble- mi relativi alla formulazione del programma rivoluziona» io del par- tito del proletariato. Nella corrispondenza con i comitati di Khar- \ov e Nizni-Novgorod, con l’organizzazione di Pietroburgo (let- tere a Babusc\in, ecc.), con il Comitato d’organizzazione per la convocazione del II Congresso del partito, Lenin invita le orga- nizzazioni socialdemocratiche della Russia a unirsi compatte sulla base dei principi organizzativi e programmatici dell’lskra. e dà di- rettive concrete per lo svolgimento del lavoro di partito e la pre- parazione del congresso. Dopo il II Congresso del partito, nelle lettere indirizzate al Comitato centrale, al Comitato della Siberia, a Vilonov, a Stopani, alla Zemliac\a e ad altri, Lenin smaschera Fattività scissionistica dei menscevichi e sostiene una lotta intransi- gente contro alcuni bolscevichi (Krasin, Nos^ov, Galperin) che avevano ceduto ed erano passati dalla parte dei menscevichi, aiu- tandoli a conquistare la maggioranza nel CC. Le lettere al Comitato dell’Unione del Caucaso sono una testi- monianza dell’attività di direzione esercitata da Lenin verso le or- ganizzazioni bolsceviche di quella regione, alla cui testa si trovava Stalin. Le lettere del periodo della prima rivoluzione russa ( 1905-1907), dirette al Comitato centrale, a Gusiev, alla Zemliacha, ecc., rifletto- no la battaglia sostenuta da Lenin per la convocazione del III Con- gresso del partito e l’attuazione delle sue decisioni, per i principi tattici del bolscevismo . La corrispondenza del periodo della reazione di Stolypin mette in luce la battaglia sostenuta da Lenin contro il liquidatori smo , il trots\ismo, V otzovismo-ultimatismo , il conciliatorismo , contro le falsificazione dei principi teorici del partito marxista rivoluziona- rio. Sono di questo periodo una lettera alla redazione del giornale Sozial-Demokrat, nella quale Lenin definisce Trots\i carrierista e frazionista infame, e una serie di lettere in cui si smascherano i revisionisti internazionali, che appoggiavano gli opportunisti men- scevichi russi. PREFAZIONE DELL’lMEL vii Nella corrispondenza del periodo 1908-1911 molte sono le let- tere inviate a Gorki . Le lettere comprese in questo volume costituiscono dunque una preziosa testimonianza della lotta instancabile condotta da Lenin per la creazione di un partito marxista rivoluzionario , per il raggruppamento delle forze del partito, per la formazione di un partito indipendente di boi se e vichi, di un partito di tipo nuovo, il partito del leninismo, il partito bolscevico, alla quale si giunse con la convocazione della Conferenza di Praga del gennaio 19 12, Per la prima volta nelle Opere complete di Lenin vengono com- prese le seguenti lettere già comparse in pubblicazioni varie : lettera alla redazione dell organo centrale del POSDR del 26 febbraio 1904; lettera a Vladimirov del 75 agosto J904 ; lettera al Comitato del- l’Unione del Caucaso del 20 dicembre 1904; lettera all’organizza- zione del POSDR di Pietroburgo dell’ ottobre-dicembre 1904 ; let- tera a un compagno in Russia del 6 gennaio 190 5; cinque lettere a Lunaciarshj del 1905, 190J e 1908; lettera a Gor\i del 7 feb- braio 1908 ; lettera a lusckevic del io novembre 1908; due lettere a Liubimov dell agosto e del settembre 1909 ; lettera alla redazione del giornale Sozial-Demokrat del 24 agosto 1909; schema di let- tera ai « depositari » del febbraio-marzo 1910; lettera a Poletaiev del 7 dicembre 1910; lettera a Ry\ov del 25 febbraio 1911. Nel presente volume viene pubblicata per la prima volta la let- tera a Leiteisen del 24 luglio 1902, nella quale Lenin rilevava che le organizzazioni socialdemocratiche russe appoggiavano in pieno riskra. Le lettere comprese nel trentaquattresimo e nel trentacinque- simo volume sono disposte in ordine cronologico; quelle spedite dalla Russia sono datate in base al vecchio calendario, quelle spedite dall estero secondo il nuovo. Nei casi in cui nel manoscritto man- chi la data, questa è indicata dalla redazione in calce alla lettera . Ogni lettera porta un numero d'ordine; per ciascuna è indicato il destinatario e la destinazione, la data in cui è stata scritta e l’in- dirizzo del mittente. NOTA DELL’EDITORE La traduzione del presente volume è stata condotta sul trenta- quattresimo volume della quarta edizione delle Opere complete di Lenin , pubblicato dalli stituto Marx-Engels-Lenin a Mosca nel /950 ( V . L Lenin , Socinenia, tom 34, noiabr 1895-noiabr 1911, Oghiz gosudarstvennoie Izdatelstovo politiceskoi literatury, J950J. Per i nomi e gli indirizzi scritti nel testo in caratteri latini si è conservata la traslitterazione usata da Lenin. Nelle note i rinvìi alle opere di Lenin , quando non è indicata esplicitamente V edizione italiana, s intendono riferiti alla quarta edizione russa . novembre 1895 - novembre 1911 1895 i. AD AXELROD Probabilmente mi rimprovererete il ritardo. Vi sono però state serie ragioni che mi giustificano. Andiamo per ordine. Innanzi tutto sono stato a Wilno*. Ho parlato della raccolta 2 . La maggioranza è d'accordo sulla necessità di una simile pubblicazione e promette aiuto e invio di mate- riale. In generale sono diffidenti (ricordo la vostra espressione sulle province pai. 3 ): dicono che vedranno se corrisponderà alla tattica dell’agitazione, alla tattica della lotta economica. Ho insistito so- prattutto sul fatto che ciò dipende da noi. Proseguiamo. Sono stato a Mosca. Non ho visto nessuno, poiché del «maestro di vita» nemmeno l’ombra. Si è salvato? Se sapete che cosa ne è di lui ed avete il suo indirizzo, scrivetegli di man- darcelo, altrimenti non potremo stabilire collegamenti. Vi sono state grandi retate*, ma sembra che qualcuno sia rimasto, e il la- voro non è interrotto. Abbiamo del materiale proveniente di là: la descrizione di alcuni scioperi. Se non lo avete ricevuto, scrivete e ve lo manderemo. In seguito sono stato a Orekhovo-Zuievo. Straordinariamente singolari queste località che s’incontrano spesso nelle zone indu- striali del centro: una cittadina che è tutta una fabbrica, con de- cine di migliaia di abitanti che vivono solo della fabbrica. L’am- ministrazione della fabbrica è l’unica autorità. Gli uffici della fabbrica «governano» la città. La divisione della popolazione in • La chiave è la stessa della quale ci siamo già serviti \ 4 LENIN operai e borghesi è delle più nette. Perciò gli operai sono abba- stanza animati da sentimenti di opposizione, ma dopo le recenti retate è rimasta così poca gente, e tutta segnalata, che i collega- menti sono molto diffìcili. Comunque saremo in grado di fornire le pubblicazioni. Proseguiamo. Il ritardo è dovuto alla sfavorevole situazione lo- cale. Questo spiega anche perchè il materiale inviato è così esiguo. Non mi piace l’indirizzo di Zurigo. Non potete procurarvene un altro, non in Svizzera, ma in Germania? Sarebbe molto meglio, e più sicuro. Proseguiamo. Nell’inviare la risposta — libro di tecnologia , in- dirizzo: Pietroburgo, Fabbrica di ghisa Alexandrov, laboratorio chimico, signor Lucinski — aggiungete, se ci sarà posto, altro ma- teriale: opuscoli pubblicati a Ginevra, ritagli interessanti del Vor- wàrts y ecc. Scrivete con maggior copia di particolari sulla raccolta: il materiale che già c’è, quello che si prevede, quando uscirà il primo numero, ciò che precisamente manca per il secondo. Il de- naro probabilmente lo manderemo, ma più tardi. Rispondete al più presto , cosi sapremo se questo sistema è buono. Comunicate l’indirizzo al polacco, perchè possa presentarsi per- sonalmente. Sarebbe desiderabile che lo faceste al più presto, per- chè abbiamo bisogno del trasporto. Indirizzo: la stessa città, Isti- tuto tecnologico, studente Mikhail Leontievic Zakladny, per Iva- nov. Il denaro per la pubblicazione in russo della sua Geschichte* ecc. è stato promesso. Ancora. Una preghiera: abbiamo estremo bisogno di un colore, di quale lo potrete sapere da Mogli, che ce l’ha. Non è possibile farcelo avere in qualche modo? Approfittare di qualche occasione? Per favore, interessatevene o incaricatene i vostri «pratici». A pro- posito, ci avete chiesto di rivolgerci . direttamente a loro. Allora fateci sapere: i) se conoscono il nostro sistema e la chiave; 2) se sanno da chi provengono queste lettere. Inviamo: 1) notizie sulla deportazione dei dul^hobory ; 2) un Storia (N.d.R.l CARTEGGIO 1 895 5 racconto sui braccianti del sud e 3) la descrizione della fabbrica Thornton (per ora solo l'inizio, circa un quarto). Bisogna scrivere con inchiostro di china. Meglio se si aggiunge un piccolo cristallo di bicromato di potassio (K^C^Ot), così resta indelebile. Usare carta più sottile . Una stretta di mano. Vostro... Ossequi al compagno. Scrìtta all’inizio del novembre 1895. Spedita a Zurigo da Pietroburgo . Pubblicata la prima volta nel 1923. 2. AD AXELROD Abbiamo ricevuto il resoconto di Breslavia 6 . Lo abbiamo scol- lato con indicibili sforzi, e una gran parte si è lacerata. (La let- tera, grazie alla buona qualità della carta, è rimasta intatta). Evidentemente non avete ancora ricevuto la seconda lettera. Biso- gna usare colla molto liquida: non più di un cucchiaio di fecola (di patate, non di frumento che è troppo forte) in un bicchiere di acqua. Solo per il foglio superiore e la carta colorata è necessa- ria una colla comune (buona); la carta tiene bene, se pressata, an- che con colla più liquida. In ogni caso il sistema va, e bisogna praticarlo. Vi mando la fine della Thornton. Abbiamo materiale sugli scioperi 1) della Thornton, 2) della Laferme, 3) di Ivanovo-Vozne- sensk, 4) di Iaroslavl (lettera di un operaio, molto interessante), sulla fabbrica di Pietroburgo per la produzione a macchina di calzature. Non ve lo mando, perchè non ce ancora stato tempo di copiarlo e perchè non credo di fare in tempo per il primo nu- mero della raccolta. Abbiamo preso contatto con la tipografia della « Volontà del popolo », che già ha pubblicato tre cose (non nostre) e ne ha presa una nostra *. Abbiamo intenzione di pub- * Mandateci, se ce n*è, materiale per gli opuscoli destinati agli operai. Li stampano volentieri. 6 LENIN blicare un giornale*, al quale appunto andrà il materiale. Fra un mese e mezzo o due potremo dire con precisione se la cosa si farà. Se pensate che il materiale possa giungere in tempo per il primo numero, comunicatecelo subito. Vostro llin Ve la cavate bene con i nostri plichi? Bisogna accordarsi per migliorare il sistema. Scritta alla metà del novembre 1895. Spedita a Zurigo da Pietroburgo. Pubblicata la prima volta nel 1923. 1897 3 . AD AXELROD • 16. vili Caro Pavel Borisovic, sono molto, molto contento di essere riuscito a ricevere da voi una lettera (l’ho ricevuta ieri, 15 agosto) e notizie vostre e di G. V. I vostri e i suoi giudizi sui miei tentativi letterari 7 (per gli operai) mi hanno straordinariamente incoraggiato. Nulla ho mai tanto desiderato e sognato quanto di poter scrivere per gli operai. Ma come farlo da qui? È molto, molto difficile, ma non impossibile, secondo me. Come sta V. Iv.? Di sistemi non ne conosco che uno: quello che sto usando ora 8 . Il problema sta nel trovare un copista, sul quale ricadrebbe un lavoro non leggero. A quanto pare voi ritenete che ciò sia impos- sibile e che, in generale, questo sistema non vada. Ma non ne co- nosco altri... Per quanto ciò mi dispiaccia, tuttavia non dispero: se non si riuscirà ora, si riuscirà in seguito. Intanto sarebbe bene che voi mi scriveste qualche volta anche usando il sistema che im- piegate con il vostro « vecchio amico » 9 . Sarà così possibile non interrompere i nostri contatti, e questa è la cosa più importante. Di me, naturalmente, vi avranno già raccontato abbastanza, sicché non ho nulla da aggiungere. Qui vivo in solitudine. Sto be- nissimo e mi occupo un po’ sia della rivista che del mio gran lavoro 10 . 2-675 8 LENIN Una forte stretta di mano. Cordiali saluti a V. Iv. e a G. V. È più di un mese che non vedo Raicin. Spero di andare presto a tro- varlo a Minusinsk. Vostro V. U . Scritta il t6 agosto 1897. Spedita a Zurigo da Scìuscenskpic ( Siberia orientale ). Pubblicata la prima volta nel 1924. 1898 4- A POTRESOV 2. IX. 1898 Ho ricevuto ieri la vostra lettera delPn agosto con l’elenco dei libri e, a parte, YArchiv L’articolo dell’« eminente studioso di economia politica » è estremamente interessante e compilato molto bene. Evidentemente lautore disponeva di un ricchissimo materiale, capitatogli tra le mani per un caso fortunato. In generale, come scrittore, egli si rivela forse migliore nel campo della pubblicistica che non nella sfera puramente economica. In genere YArchiv è una rivista interessante, e conto senz’altro di abbonarmi per il prossimo anno. Vorrei anche abbonarmi a qualche pubblicazione periodica inglese, una rivista o un giornale (settimanale); non potreste darmi qualche consiglio sulla scelta? Ignoro assolutamente che cosa vi sia di più interessante nella pubblicistica inglese e che cosa sia possibile avere in Russia. A proposito dell’articolo di Struve, sul quale i nostri pareri sono discordi, bisogna naturalmente dire che, basandosi su un solo arti- colo, non si può dare un giudizio preciso sulle opinioni dell’autore. A me è sembrato, e sembra tuttora, che egli si sia posto precisa- mente dei * compiti generali di classificazione » (già il titolo da solo lo indica), mentre voi trovate che « non se li è posti affatto »... Che « occorra staccare il nostro artigianato dalla cosiddetta pro- duzione popolare », con questo, s’intende, sono perfettamente e in- condizionatamente d’accordo, e mi sembra che questo problema non sia ancora stato risolto dai nostri « discepoli » Nell’articolo IO LENIN di Struvc ho visto proprio un piano per risolvere detto problema. Avete visto nel Russkpie Bogatstvo (negli ultimi due numeri) gli articoli di N, G. contro del paese. Basta ricordare il loro at- teggiamento nei riguardi delle occupazioni ausiliarie, delle migra- zioni, ecc. L’autore avrebbe dovuto formulare con maggiore preci- sione l’obiettivo: liberare tutte le fortschrittliche StrÓmungen ***** dal ciarpame del populismo e dell’agrarismo e, in questa forma epurata, utilizzarle tutte. Secondo me « utilizzare » è un termine molto più preciso e adatto di Unterstùtzung und Bunde sgenossen- schaft ******* Quest’ultimo Ìndica la parità di diritti di questi Bun- desgenossen ******* f e invece essi devono (e in ciò sono perfetta- mente d’accordo con voi) stare in coda, talvolta perfino « digrignan- do i denti »; non sono assolutamente ancora maturi per la parità di diritti e non lo saranno mai, con la loro vigliaccheria, il loro frazio- namento, ecc. b' Unterstùtzung invece non sarà data soltanto da In - telligenz und fortschrittliche Grundbesitzer ******** f ma anche da molti altri, c dai semiti e dai fortschrittliche Kaufleute und Indù - strielle ********* (l’autore fa male a trascurarli : è ancora da vedere se essi costituiscono nel loro ambiente una percentuale inferiore che * La giustificazione storica ( N . d. R .). •* carattere di classe ( N . d. R.). ••• movimento (N. d. R.). **** scssantuno, ossia 1861 (N.d.R.). ***** correnti progressive (N.d.R.). ••*••• 3ppoggio e alleanza (N.d.R.). ******* alleati (N.d.R.). •••••*** intellettualità e proprietari terrieri progressivi (N.d.R.). •••*•**•* commercianti e industriali progressivi (N.d.R.). CARTEGGIO 1899 15 nell’ambiente dei Grundbesitzer *), e da quei Bauern** che vo- gliono rappresentare YUrteil e non il V orurteìl , la Zu^unft e non la V ergangenheit *** della propria classe, e. da molti altri. L’au- tore ha esagerato in due sensi: primo, lottando contro gli econo- misti egli ha trascurato le praktische Forderungen **** più imme- diate, importanti sia per gli industriellen Arbeiter che per i Haus - industrielle e i Landarbeiter *****, ecc.; secondo, egli ha lottato con- tro l’atteggiamento astratto, altezzoso verso gli elementi gemàssig- ten fortschrittlichen ****** giusto che non bisogna disprezzarli del tutto, che bisogna utilizzarli), e così ha in certo modo messo in ombra la posizione indipendente e più decisa della Bewegting che egli rappresenta. Indiscutibile in senso storico-filosofico è la sua tesi (Inorodzew l’aveva già esposta prima di lui nella Soziale Praxis 1T ), secondo cui attualmente fra i nostri Genossen ******* vi sono non pochi verfyleideten Liberalen ********. Fino a un certo punto lo stesso si può dire della Deutschland versus England *********. Questa è, per così dire, la nostra fortuna: permette di contare su un inizio più facile e più rapido, obbliga proprio ad utilizzare tutti questi verkleideten . Ma la formulazione delittore può provocare forse un certo malinteso (un vecchio credente” mi diceva: ma è un’umiliazione, una menomazione della personalità...) e un certo senso di diffidenza e di perplessità nella cerchia dei Genossen. Da questo punto di vista, anche Inorodzew, secondo me, aveva dato una formulazione poco felice. Riguardo alla sostanza, mi pare però che divergenze con l’au- tore non ce ne siano. Quanto a Parvus, non ho la minima idea di lui personalmente, * proprietari terrieri (N. d. R .). ** contadini (N.d.R.). *** il giudizio e non il pregiudizio, ravvenire e non il passato ( N . d. R.). ••*• es ig cnze pratiche (N. d. R.). ***** sia per gli operai dell’industria che per gli artigiani c gli operai agri* coli (N. d.R.). * progressivi-moderati ( N . d. R .). ** compagni ( N . d. R.). *** liberali travestiti ( N . d . R.). **** Germania paragonata alITnghilterra (N.d.R.). i6 LENIN e non nego affatto che abbia un grande talento. Purtroppo di suo ho letto pochissimo. Contate di riuscire a procurarvi Die Agrarfrage * di Kautsky, da poco pubblicata? Riguardo a Vert, Ievgh. Soloviev e M. Filippov, devo dire che il primo non lo conosco affatto, mentre degli altri due ho letto molto poco. Che ci sia e che ci sarà una « nuova aria » non ho alcun dubbio. Per questo è assolutamente necessario qualcosa di più della sola verkleidete Literatur **. Una stretta di mano. V. U. Spedita a Orlov da Sàttseenskjoie. Pubblicata la prima volta nel 1925. 6. A POTRESOV 27. iv. 1899 Molto piacere mi ha fatto, A. N., la vostra lettera del 27 marzo, che finalmente ha rotto il vostro lungo e ostinato silenzio. Argomenti di discussione se ne sono effettivamente accumulati molti, ma sarà difficile riuscire questa volta a trattare a fondo i temi di carattere prevalentemente letterario. Ma, torniamo alla rivista 1 *: se non si ha la possibilità di discutere con i colleghi, ci si sente troppo isolati per scrivere. Qui poi c'è solo Tuli che prende veramente e attivamente a cuore tutto ciò, ma queste maledette «grandi distanze» ci impediscono di discutere esaurientemente tutti i particolari. Comincerò da quello che ora mi interessa e preoccupa mag- giormente, vale a dire gli articoli di Bulgakov apparsi nei nume- ri 1-2 e 3 del Nacialo. Dopo aver letto il vostro giudizio, mi sono indicibilmente rallegrato vedendo che nelle cose essenziali la pen- * La questione agraria (N. d. R.). ** letteratura travestita (JV. d. R.). CARTEGGIO I 899 17 sate come me, tanto più che, a quanto pare, non si può troppo contare che la redazione la pensi come noi... Se l’articolo di Bul- gakov ha prodotto su di voi un’impressione di « disgusto » e « pie- tà », quanto a me, mi ha fatto veramente perdere le staffe. Finora, per quanto lo abbia letto e riletto, non sono ancora riuscito a ca- pire come Bulgakov abbia potuto scrivere un articolo tanto infar- cito di sciocchezze e in un tono sconveniente fino all’impossibile, c come la redazione non abbia ritenuto necessario scindere la pro- pria responsabilità almeno con una nota, per non apparire solidale con un simile « rabbuffo » a Kautsky. Anch’io, come voi, « sono convinto che il pubblico è del tutto (proprio così!) disorientato e perplesso». Ed effettivamente come potrebbe non esserlo, quando in nome della « scienza contemporanea » (n. 3, p. 34) gli si di- chiara che in Kautsky tutto è falso, arbitrario, miracolo sociale, che in lui vi è « poco sia di vera agronomia che di vera economia » (n. 1-2), ecc., e inoltre non si espongono ma addirittura si falsifi- cano le teorie di Kautsky, mentre le concezioni di Bulgakov non risultano affatto come un sistema più o meno organico. Se costui avesse un certo senso di partito, la coscienza della responsabilità di fronte a tutti i Genossen , a tutto il loro programma e a tutta la loro attività pratica, non avrebbe osato « stroncare » con tanta di- sinvoltura (come voi dite giustamente), senza dar nulla di suo, ma solo promettendo... una dotta opera sui territori ad est dell’Elba! ! Evidentemente egli si sente libero da qualsiasi dovere e responsa- bilità di compagno, si sente un « libero » rappresentante indivi- duale della scienza professorale. Non dimentico naturalmente che nelle attuali condizioni della Russia non si può pretendere che la rivista accetti soltanto i Genossen ed escluda gli altri; tuttavia, una rivista come il Nudalo non è un almanacco che ammette il mar- xismo solo perchè è di moda (à la « Mir Bogi», à la « Naucnoie Obozrenie », ecc.), ma è un organo di orientamento. Perciò questa rivista dovrebbe porre un certo freno ai dotti presuntuosi e a tutti gli « estranei » in generale. Il grande successo del Novoie Slovo si spiega appunto con il fatto che la redazione lo dirige proprio cosi, come un organo di orientamento e non come un almanacco. Avevo letto il libro di Kautsky prima ancora che apparisse l’ar- 8 LENIN ticolo di Bulgakov, e in quest’ultimo non ho trovato nemmeno una obiezione più o meno sensata contro Kautsky, ma solo un gran numero di falsificazioni delle sue idee e tesi. Per esempio, quanto è assurda l’affermazione di Bulgakov, secondo cui Kautsky avrebbe confuso la tecnica con l’economia, avrebbe dimostrato che «l’agri- coltura va in rovina» (n. 3, p. 31. Kautsky dice esattamente il contrario: p. 289), avrebbe negato che l’agricoltura tende a svilup- parsi (n. 3, p. 34), ecc.! Ho già scritto, e due settimane fa l’ho mandato alla redazione, il primo articolo del Capitalismo nell’ agricoltura (Il libro di Kaut- sky e V articolo di Bulgakov ), ed ora mi accingo a scrivere il se- condo, suirultima parte dell’articolo di Bulgakov 20 . Temo forte- mente che P. B. non lo accetti con il pretesto o dell’eccessiva lun- ghezza (è più lungo delParticolo di Bulgakov, perchè ho dovuto, in primo luogo, confutare, adducendo argomenti, dei verdetti in- fondati, buttati lì alla leggera, come, per esempio, l’affermazione che Marx si è sbagliato insegnando che nell’agricoltura il rap- y porto — diminuisce; in secondo luogo, perchè è necessario esporre ciò che ha detto Kautsky) o dell’inopportunità di una polemica (naturalmente nell’articolo non ho impiegato nemmeno una delle espressioni offensive del genere di quelle che ho usato più sopra e, in generale, ho cercato di fare in modo che non vi fosse nulla di personale contro Bulgakov. Il tono non è per nulla più aspro di quello che ho usato nel mio articolo contro Tugan-Baranovski a proposito della teoria dei mercati 21 ). Sarei molto lieto di sentire la vostra opinione quando avrete letto Kautsky e finito di leggere Bulgakov. Che cosa in sostanza trovate di «giusto» in Bulgakov? e pensate che si possa lasciare il suo articolo senza risposta? In generale tutta questa « nuova corrente critica » nel marxi- smo, da cui Struve e Bulgakov si sentono attratti (P. B. è certa- mente per Bulgakov), mi sembra estremamente sospetta: frasi al- tisonanti sulla « critica », contro i « dogmi », ecc., e assolutamente nessun risultato positivo della critica. D’altra parte, per scrivere articoli à la Bulgakov bisognava avere oltre al « criticismo » e alla CARTEGGIO 1899 19 simpatia per la « scienza contemporanea » professorale, una man- canza di tatto nec plus ultra. Ho mandato a Struve stesso la risposta al suo articolo sui mer- cati 2 *. Mia sorella 2 * mi scrive che sarà pubblicata nel Naucnoie Obozrenie e che P. B. ha intenzione di rispondere sulla stessa rivi- sta. Non posso consentire con voi che « il centro di gravità del problema stia nella impossibilità concreta di una tesi astrattamente pensata », e la mia principale obiezione a P. B. è proprio che egli confonde problemi teorici astratti con problemi storici concreti. « Concretamente è impossibile » non solo la realizzazione della rendita fondiaria, ma anche la rendita fondiaria e il profitto medio come li presenta Marx, l’uguaglianza fra il salario e il valore della forza-lavoro e molte altre cose. Ma dire che è impossibile realizzare in forma pura , non è affatto una obiezione. Non riesco in nessun modo a scorgere contraddizioni fra le affermazioni che ho fatto negli Studi M e quelle che ho fatto nel Naucnoie Obozrenie , e nemmeno l’« apologetica borghese » con la quale Struve ha tanto spaventato i lettori. Ciò che soprattutto non mi è piaciuto nel suo articolo sono l’inopportuna intromissione della filosofia critica e osservazioni come quella che la dottrina di Marx sul valore e il profitto « pecca indiscutibilmente di contraddittorietà ». Ma P. B. sa benissimo che ciò è discutibile . Perchè dunque seminare confu- sione nella testa di gente che non ha avuto finora da nessuno dei rappresentanti della « nuova corrente critica > una dimostrazione sistematica di questa contraddittorietà, nè un’indicazione sul modo di correggerla? E l’attacco di Bulgakov (n. 3, p. 34, nota) contro la teoria dello Zusammenbruch *\\ senza alcun accenno a Bernstein e con la perentorietà di un decreto « da accademico » ! So che è stato pub- blicato un nuovo libro di Bernstein e l’ho ordinato, ma è poco pro- babile che me lo mandino. Leggendo gli articoli su questo libro pubblicati nella Frankfurter Zeitung e nella Gizn (rivista abba- stanza buona! Dal punto di vista letterario, forse, la migliore di tutte!) mi sono proprio convinto che non avevo ben compreso gli crollo (del capitalismo) ( N . d . R.). 20 LENIN articoli staccati di Bernstein e che effettivamente egli ha passato tutti i limiti, tanto che lo si dovrebbe proprio begraben * come si è espresso l’autore dei Beitràge zur Geschichte des Materiali - smus** nella lettera aperta a Kautsky. Le obiezioni — per me nuo- ve — di Bernstein contro la concezione materialistica della storia *** ecc. (secondo quanto è pubblicato nella Gizn) sorprendono per la loro inconsistenza. Se P. B. è un difensore di Bernstein tanto appassionato che per poco non « litiga » per causa sua, è un vero guaio, perchè la sua «teoria» contro lo Zusammenbruch è troppo limitata per l’Europa occidentale e del tutto inutile e pericolosa per la Russia. Sapete che se ne servono già i nostri « giovani » (ultraeconomisti), i quali in una pubblicazione hanno presentato i dibattiti di Stoccarda in modo tale che Bernstein, Peus ecc. sono apparsi come i difensori « deireconomia e non della politica » ? Che ne pensa P. B. di simili « alleati » ? Se per successi degli ultra- economisti voi intendete l’uscita di Volghin e dei suoi compagni più intimi, ne sono al corrente 4 *; è una cosa che mi ha dolorosa- mente colpito, ed ora sono perplesso, non so come stiano le cose e che cosa ci riservi Pavvenire. È estremamente dannoso, secondo me, che questa discussione con gli ultraeconomisti non si sia svolta interamente e completamente sulla stampa; sarebbe stato Punico mezzo serio per chiarire le cose e stabilire certe precise tesi di principio. Ora invece il caos è completo! Il mio libro è uscito 80 e ho chiesto che ve lo mandino (io stesso non Pho ancora ricevuto). Ho saputo che il PS alla prefazione è arrivato in ritardo, ha dovuto subire la censura preventiva e sembra ne abbia «sofferto». Attendo con interesse le vostre osser- vazioni. Il libro di Karelin Pavevo ordinato e Pavevo letto prima di rice- • seppellire (N.d.R.). ** Plekhanov (N.d.R.). ## *A proposito. Ricordate come un nostro comune conoscente nella «ma- gnifica lontananza * mi abbia malignamente preso in giro e fatto un solenne rabbuffo perchè avevo chiamato « metodo » la concezione materialistica della sto- ria? Ed ecco che anche Kautsky si è reso colpevole dello stesso peccato mortale, usando la stessa parola: « metodo » ( Gizn % gennaio, II, p. 53), Avete notizie di quel conoscente? Va meglio la sua salute? Si può sperare che scriva? CARTEGC 10 1899 21 verlo da voi. Mi è piaciuto molto. È veramente un peccato che l’abbiano tagliato! Non scrivereste una recensione? Un mio conoscente mi ha inviato anche le Note giornalistiche di A . P. (sull’* eredità » e gli « eredi »). Sarebbe interessante sapere se nella continuazione si pensa di proseguire la polemica con me. L’articolo di A. P. mi è piaciuto moltissimo; a causa dei tagli il numero in cui è apparso ha perduto molto. Divergenze fra di noi, lo confesso, non ne vedo. Voi esaminate un altra questione: non quella deU’atteggiamento che i discepoli assumono verso il demo- cratismo russo in generale, se essi lo respingono o no (io ho trattato esclusivamente di questo), ma quella dei rapporti che esistevano fra i diversi tipi di democratici nel buon tempo antico. Io mi sono interessato soltanto di un errore di Mikhailovski, deiraffermazione cioè che noi respingeremmo il democratismo in generale, mentre voi esaminate un altro suo errore , P« attenuazione » delle impor- tanti differenze di sostanza nell’* eredità >. Ho visto la nota di Maslov nel n. 3 del Naucnoie Ohozrenie, diretta contro di me, ma confesso che non mi ha interessato. A proposito, il taglio dell’arti- colo di A. P. ha confermato la mia opinione, e cioè che « non conviene » prendere un successore più evidente di Skaldin (triste conferma!!). In generale, secondo me, il tono del giornale è quello di un «morituro». Se è così, la fine e la morte sono solo una questione di tempo. Si tratta semplicemente di una speculazione sulla Ratlosig\eit * e le lungaggini del dicastero che ecc. Si po- trebbe anche tenere la lingua fr£ i denti senza danno e non senza vantaggio per la causa. Veramente, rispetto al tono ora in uso, i nostri Materiali potrebbero essere un modello di « moderatezza » e « serietà »... " Una stretta di mano. V. U. Scrivete più spesso, se la pigrizia non ve lo impedisce, perchè non so proprio a chi altro rivolgermi per conoscere le novità delle riviste. incapacità ( N . d. R.). 22 LENIN Vi invio a parte, sotto fascia e raccomandata, la Historische Be- rechtigung *. Non pensate che io sia trascurato nel restituire i li- bri: non mi avevate fissato una data, e perciò non l’ho rifiutata ai compagni che me la chiedevano in lettura. Se mi manderete la fine del Karelin vi sarò molto grato. Non avete recensioni tedesche su Kautsky? Ho letto soltanto quella della Frankfurter Zeitung : vuota e permalosa, a la Bul- gakov. In generale i numeri della rivista 29 mi piacciono molto. Sono curati magnificamente. Avete letto il libro di Gvozdev? Che ne pensate ? Spedita a Orlov da Schucens^oie. Pubblicata la prima volta nel 1925. 7. A POTRESOV 27. vi. 1899 Ho ricevuto lo scorso venerdì, il 18, la vostra lettera del 2 giugno, ma non ho ricevuto nè il Mehring nè il Karelin che dite di avermi spedito. Dapprima ho atteso, pensando che si trattasse di un ritardo della posta, ma ora non mi resta che supporre o che il pacco si sia smarrito o che voi abbiate ritardato la spedizione. Se è vera la prima supposizione, presentate subito reclamo. Il vostro giudizio sul mio libro 89 mi ha fatto molto piacere. Mi sembra comunque che per quanto riguarda la traduzione abbiate un po’ esagerato : è dubbio che i tedeschi si mettano a leggere una cosa piena di fatti minuti e, per così dire, puramente locali. È vero che N.-on è stato tradotto (ma era molto conosciuto ed era stato raccomandato, probabilmente, da Engels, sebbene quest’ul- timo, stando alle parole del monista, si accingesse anche a stron- carlo). Avete trovato giudizi sul suo libro in pubblicazioni tede- • Giustificazione storica ( N . d. jR.). CARTEGGIO 1899 23 sche? Se non mi sbaglio, è stato tradotto anche ih francese. Mi ha alquanto sorpreso il vostro annuncio che « finalmente siete riu- scito a procurarvi » il mio libro... Non l’avete ricevuto da Mosca o da Pietroburgo? Li avevo pregati di mandarvelo, come avevo fatto anche per altri miei conoscenti, i quali l’hanno tutti ricevuto. Se non l’avete ricevuto, confermatemelo, che scriverò ancora a Mosca. Fiilora non ho ancora visto giudizi nella stampa, e non mi aspetto di trovarne prima dell’autunno. D’altra parte, di giornali leggo solo le Russate Viedomosti , le quali continuano «con tatto a tacere »... Ho letto l’articolo di Bulgakov nclYArchit/. Non penso di scri- vere una risposta a questo articolo anche per il pubblico tedesco: primo, perchè non sono in grado di scrivere in tedesco; secondo — ed è lagosa principale, dato che un traduttore si potrebbe anche riuscire a trovarlo — , perchè per il pubblico tedesco non sarebbe affatto utile un articolo nello stesso spirito di quello che ho scritto per il pubblico russo, cioè con una esposizione particolareggiata del libro di Kautsky. Alle specifiche osservazioni di Bulgakov (che si basano sui dati delle statistiche tedesche) non posso rispondere, perchè non dispongo di materiale. Nemmeno sul suo punto di vista generale (kantiano e... bernsteiniano, se così ci si può espri- mere) ho intenzione di scrivere per i tedeschi. Ritengo che sia effet- tivamente necessario correggere le idee che i tedeschi si sono fatte - dei discepoli russi, ma per questo (se nessuno ha intenzione di seri- vere un articolo suirargomento) sarà sufficiente una semplice nota al mio articolo contro Bulgakov, quando sarà pubblicato in una rivista russa 80 . Se poi il mio articolo non sarà pubblicato... per la morte del Nacialo o per il rifiuto della Gizn o per la censura... al- lora le cose si presenteranno sotto un aspetto totalmente diverso. Quanto alle « sbalorditive scoperte » dei discepoli russi e al loro neokantismo, la mia indignazione aumenta sempre più. Ho letto Tarticolo di Tugan-Baranovski sul n. 5 del Naucnoie Obozrenie. Quale cumulo di stupide e pretenziose assurdità! Senza uno studio storico della dottrina di Marx, senza nessuna nuova ricerca, sulla base di errori contenuti in schemi (cambiamento arbitrario del saggio del plusvalore) e di casi particolari eretti a regole generali *4 LENIN (aumento della produttività del lavoro senza diminuzione del va- lore del prodotto: basta prenderlo come fenomeno generale perchè diventi un assurdo), enunciare su queste basi una « nuova teoria », affermare che Marx ha sbagliato, che bisogna rifare tutto.** No, non posso credere a quanto mi dite, e cioè che Tugan-Baranovski stia diventando sempre più Genosse . Aveva ragione Mikhailovski a chiamarlo « uomo eco » : il suo articolo sul Mir Bogi (su Beltov, ricordate?, nel *95) e questo articolo confermano tale severo giu- dizio di un critico benevolo. Lo conferma anche quanto ho saputo da voi e da Nadia a proposito delle sue qualità personali. Natu- ralmente ciò non è ancora sufficiente per trarre una conclusione definitiva, e posso sbagliarmi di grosso. Sarebbe interessante cono- scere la vostra opinione sul suo articolo. Questa idea poi di distinguere le categorie « sociologiche » dalle « economiche » è stata messa in giro da Struve (nel n. 1 del Natte - noie Obozrenìè) e ripetuta anche da P. Berlin (nella Gizn) e da Tugan-Baranovski. Secondo me, essa promette unicamente quel giocare alle definizioni, estremamente inconsistente e scolastico, che i kantiani chiamano con l’altisonante nome di «critica dei con- cetti » o perfino di « gnoseologia ». Decisamente non comprendo : quale senso può avere una tale distinzione?? come può esistere Memento economico al di fuori dell’elemento sociale ? ? A proposito del neokantismo. Da quale parte vi siete messo? Ho letto e riletto con grande piacere i Beitràge zur Geschichte des Materialismus , ho letto nella Nette Zeit gli articoli dello stesso autore contro Bernstein e Konrad Schmidt (nel n. 5 della Nette Zeit> ’98-’99; non ho visto i numeri successivi) e lo Stammler ( Wirt - schaft und Rechi # ), che i nostri kantiani (P. Struve e Bulgakov) portano alle stelle, e mi sono decisamente messo dalla parte del monista. In particolare mi ha indignato Stammler, nel quale mi rifiuto di vedere sia pure un accenno a qualcosa di nuovo, di consistente... Tutta erkenntnistheor elise he Scholasti\**\ Stupide «definizioni» di un dozzinale giurista, nel senso peggiore di quest’ultima parola, e non meno stupide « conclusioni » dedotte da * Economia c diritto ( N . d. K.). •• scolastica gnoseologica (N> d. R .). CARTEGGIO 1899 25 quelle. Dopo Stammler ho riletto, nel Novoie Slovo , gli articoli di Struve e di Bulgakov, e ho trovato che è effettivamente necessario tener seriamente conto del neokantismo. Non ho più potuto tratte- nermi e ho inserito osservazioni e attacchi contro di esso sia nella risposta a Struve (al suo articolo pubblicato nel Naucnoie Oboz* tenie Non capisco perchè e chi ritardi la pubblicazione di questa risposta. Si era detto che sarebbe stata pubblicata nel n. 6 del Nauc- noie Obozrenie , ma non c’è. E intanto il mio silenzio già provoca reazioni per me imbarazzanti: per esempio, l’articolo di Nezdanov sul n. 4 della Gizn) che nella risposta a Bulgakov. Dico « non ho potuto trattenermi », perchè riconosco perfettamente la mia incom- petenza in materia di filosofia e non ho intenzione di scrivere su questi temi finché non avrò studiato. Ora proprio di questo mi occupo: ho cominciato con Holbach e Helvetius, e mi accingo a passare a Kant. Mi sono procurato le opere principali dei classici più importanti della filosofia, ma non ho libri neokantiani (ho or- dinato soltanto il Lange). Vi prego di farmi sapere se voi e i vostri compagni ne avete e se potete prestarmeli. Per la stessa questione mi ha interessato moltissimo la recen- sione nel n. 5 del Nudalo (maggio: striminzito al massimo) sul libro di Bogdanov. Non capisco come mi sia potuto sfuggire l’an- nuncio della pubblicazione di questo libro. Solo ora l’ho ordinato. Fin dal suo primo libro avevo sospettato in Bogdanov il monista, e il titolo e il contenuto del suo secondo rafforzano i miei sospetti. E invece come è sconvenientemente vuota e altezzosa la recen- sione! Nemmeno una parola sulla sostanza, ma... un biasimo per aver ignorato il kantismo, sebbene dalle parole dello stesso recen- sore si veda che Bogdanov non ignora il kantismo, ma lo respinge , avendo in filosofia un punto di vista diverso... Penso (se non mi sono sbagliato sul conto di Bogdanov) che non è possibile lasciare questa recensione senz£ risposta. Una cosa non comprendo: come Kamenski abbia potuto lasciare senza risposta gli articoli di Struve e Bulgakov contro Engels pubblicati nel Novoie Slovo . Non po- treste spiegarmelo? La vostra notizia sulla reazione contro il marxismo iniziatasi a Pietroburgo è stata per me una novità. Non riesco a capire. 26 LENIN «Reazione», dunque, proveniente dall’ambiente dei marxisti? Di quali marxisti? Di quel P. B.? Forse lui e i suoi compagni mani- festano la tendenza a unirsi ai liberali? Attendo i vostri chiari- menti con grande impazienza. Che i * critici » non facciano altro che seminare confusione fra i lettori senza dare assolutamente nul- la , su questo sono pienamente d'accordo e sono anche d’accordo che contro di loro (in particolare a proposito di Bernstein) sarà necessario lottare seriamente (solo, ci sarà dove lottare?...). Se P. B. «cesserà del tutto di essere un Genosse », tanto peggio per lui. Sarà naturalmente un’immensa perdita per tutti i Genossen y poiché è un uomo colto e di molto ingegno, ma, s'intende, « una cosa è l'amicizia e un'altra il lavoro», e non per questo verrà meno la necessità di lottare. Comprendo pienamente e condivido la vostra «rabbia» (provocata dall’epiteto «ripugnante» [sic!!!] nei ri- guardi del monista. E perchè poi? Per l’articolo della Nette Zeitì Per la lettera aperta a Kautsky su chi dei due seppellirà l'al- tro?), e mi interessa molto la risposta ch'egli darà alla lettera dove sfogate questa rabbia. (Comunque non ho ancora visto il Bernstein). Occorre naturalmente una grùndliche Ausein- andersetzung*, ma nel Nacialo o nella Gizn non esce e non può uscire: vi si pubblicano soltanto articoli particolari contro i « critici » del marxismo. Per questa spiegazione occorrono proprio pubblica- zioni del terzo tipo “ e una Plattform ** (se vi ho ben capito). Sol- tanto allora i Genossen si differenzieranno dagli « estranei » e dai « presuntuosi », e soltanto allora le bizzarrie personali o le « sba- lorditive scoperte» teoriche non provocheranno più discordie in- testine e anarchia. Qui la colpa di tutto è della maledetta disorga- nizzazione russa! Come il vostro articolo sull’eredità (ho letto solo il primo) fosse diretto contro i pietroburghesi, per me non è chiaro. Non ho visto l’articolo Fuori turno , mandatemelo. Quanto al Blìtzableiter*** y vorrei proprio parlarne in modo * spiegazione radicale (AT. d. R.). * * piattaforma ( N . d. R .). . *** parafulmine {N.d.R.). CARTEGGIO 1899 27 più dettagliato e circostanziato. Ma ormai dovrò farlo un’altra volta. La mia condanna termina il 29 gennaio 1900. Purché non la prolunghino, disgrazia questa che capita spesso ai deportati nella Siberia orientale. Penso a Pskov. E voi? Saluti da Nadia. Una stretta di mano. V . U. P. S. Ho riletto ora la minuta della fine del mio articolo contro Bulgakov... e ho visto che il mio tono è conciliante: ho la fama di essere un avversario deciso e «ortodosso» dei «critici» (l’ho detto anche chiaramente), tua non bisogna esagerare i contrasti [come fa il signor Bulgakov] di fronte ai nemici comuni. È molto probabile che questo tono «conciliante» [ho cercato con tutte le mie forze di moderarmi e di polemizzare come Genosse } sia fuori luogo' e perfino ridicolo, se si usano espressioni come... « ripu- gnante » e se i « critici » provocano una differenziazione definitiva. Io sarei allora un «colpevole senza colpa»: non avendo visto il libro di Bernstein, non conoscendo tutti i punti di vista dei «cri- tici», trovandomi ad una «discreta distanza», vedevo ancora le cose [quando ho scritto questo articolo] completamente alla « vec- chia maniera », semplicemente come un collaboratore del Nacialo... A quanto pare, la mia affermazione che la teoria della lotta di classe non è stata toccata dalla « critica » è sbagliata, non è vero? Spedita a Orlai/ da Seiuscensl^oie. Pubblicata la prima volta nel 1923. 1900 8. A**** 3 Norimberga, 5 settembre 1900 Stimatissimo compagno, dunque, probabilmente non riusciremo a vederci ; non andremo nè a Magonza nè a Parigi, e di qui partiamo domani* 4 . È un vero peccato, ma occorre rassegnarsi e limitarsi a conversare per lettera. In primo luogo mi affretto a fare una rettifica ad un osserva- zione della vostra prima lettera, rettifica che vi pregherei di tra- smettere anche a chi vi ha comunicato che avrei « promesso di in- contrarci». Ciò è falso . Io non l’ho promesso, ma ho detto che ci saremmo ufficialmente (cioè a nome del nostro gruppo) messi in contatto con l’Unione* quando fossimo stati all’estero e se se ne fosse presentata la necessità . Ha fatto male G. a dimenticarsi di questa condizione e a dimenticare anche di aggiungere che ho parlato con lui a titolo personale e che, di conseguenza, non potevo promettere nulla di preciso prima della decisione del nostro gruppo. Quando abbiamo sentito qui l’altra parte * e siamo venuti a sapere del congresso e della scissione, abbiamo visto che ora non ce ne- cessità di un contatto ufficiale. Questo è tutto. L’Unione non ha, di conseguenza, alcun diritto di « prendersela » con me, mentre io posso prendermela con G. per aver egli informato del nostro col- loquio persone estranee, sebbene mi avesse formalmente promesso di non parlarne a nessuno , tranne che all'arrestato , prima che il nostro gruppo prendesse contatto con l’Unione. Dato che voi mi avete riferito il suo malcontento, spero che non vi rifiuterete, quan- CARTEGGIO I9OO 29 do sarete a Parigi, di riferire anche il mio a lui. Se «la voce si è sparsa in modo impressionante » OT , la colpa è proprio di G. *. Andiamo avanti : passiamo al nocciolo della questione. La fusio- ne è impossibile . Anche la federazione è impossibile, se si intende questa parola nel suo vero significato, cioè come un determinato accordo, un patto, obblighi reciproci, ^cc. «Aspirazione ad aiutarsi reciprocamente nella misura delle proprie forze » : questo non è, penso, legato alla federazione, è possibile anche senza quest’ultima, e in generale è possibile, sebbene io non sappia se potrà essere facilmente realizzato. Se TUnione Tavesse sinceramente voluto, non ci avrebbe probabilmente fin dal principio posto degli ulti- matum e non ci avrebbe minacciati di boicottaggio (proprio que- sto era il senso delle parole del latore della vostra lettera): ciò non può contribuire al miglioramento dei nostri rapporti. Noi rappresentiamo un gruppo indipendente di pubblicisti. Vo- gliamo restare indipendenti. Non riteniamo possibile condurre le cose senza forze quali Plekhanov e il gruppo « Emancipazione del lavoro j>, ma ciò non dà a nessuno il diritto di concludere che noi perdiamo anche solo una minima parte della nostra indipen- denza. Questo è tutto quanto possiamo dire ora a coloro che desi- derano innanzi tutto sapere quale sia il nostro atteggiamento verso il gruppo «Emancipazione del lavoro». A chi non è soddisfatto di questa nostra dichiarazione diciamo soltanto: giudicate dalle nostre azioni, se non credete alle nostre parole. Se poi non si tratta del momento attuale , ma di un futuro più o meno vicino, natu- ralmente non rifiuteremo di comunicare alle persone con le quali saremo in stretti rapporti anche dati più particolareggiati sulla forma dai rapporti esistenti fra noi e il gruppo «Emancipazione del lavoro». Chiedete: quali rapporti avremo con TUnione? Per ora non ne avremo , non ne avremo perchè abbiamo irrevocabilmente de- * In secondo luogo, ancora una breve digressione prima dì passare al nocciolo della questione: io ho sentito sia G., che ho visto per alcuni giorni , sia l’altra parte. Voi avete visto soltanto gli unionisti: non avete sentito nessun rappresen- tante influente e autorevole dell’altra parte. Mi pare quindi che voi piuttosto ab- biate trasgredito alla regola dell’« audiatur et altera pars ». 3 ° LENIN riso di restare un gruppo indipendente e di valerci della più stretta collaborazione del gruppo «Emancipazione del lavoro», e questa decisione suscita sfiducia da parte deirUnione, la quale teme che noi non sapremo difendere la nostra completa indipendenza e ca- dremo in un « intollerabile » (l’espressione è vostra) tono di pole- mica. Se la nostra attività dissiperà questa sfiducia deirUnione, potranno stabilirsi fra di noi buone relazioni; in caso contrario, no. Voilà tout. Voi scrivete: «gli occhi dell’Unione sono fissi su di voi >; è evidente che potremmo aiutare l’Unione soltanto nel campo della pubblicistica, ed è non meno evidente che oggi tutti i nostri succhi vitali devono essere destinati a nutrire il figlio che sta per nascere 88 e non possiamo metterci a nutrire anche i figli altrui. Scrivete che: i) non vi sono divergenze di principio e 2 ) PUnio- ne è pronta a dimostrare con i fatti di essere decisa a lottare contro la «direzione economista». Noi siamo convinti che in entrambi questi punti vi sbagliate . La nostra convinzione è fondata su scritti quali il poscritto dcìV Anti-Credo ", la risposta al Vademecum , n. 6 del Raboceie Dielo , la prefazione all’opuscolo 11 punto di svolta nel movimento operaio ebraico , ecc. Abbiamo quindi inten- zione di smentire sulla stampa l’affermazione che non esistono di- vergenze di principio (avremo cosi determinati rapporti con l’Unio- ne: quelli che esistono fra due parti in polemica). Ed ora l’ultima cosa, la principale : abbiamo o non abbiamo ragione di vedere in voi «un netto, molto netto cambiamento di opinioni»? Ricordiamo quanto avvenne in Russia: voi sapevate che noi volevamo fondare un’impresa pubblicistica indipendente, sa- pevate che eravamo per Plekhanov. Di conseguenza sapevate tutto , e non solo non avete rifiutato la vostra partecipazione, ma al con- trario, usando voi stesso un’espressione come la « nostra » impresa (ricordate l’ultimo colloquio en trois , a casa vostra?), ci avevate dato motivo di attenderci la vostra stretta partecipazione. Ora in- vece non dite una parola di questa partecipazione, ora ponete a noi il «compito» di «comporre a qualsiasi costo il conflitto al- l’estero», cioè un compito che noi non abbiamo affrontato e non affronteremo, pur senza perdere, naturalmente, la speranza che la formazione da parte nostra di un’impresa indipendente , con la col- CARTEGGIO 1^00 3 1 laborazione del gruppo « Emancipazione del lavoro », possa creare il terreno favorevole per la composizione del conflitto. Ora voi, a quanto pare, dubitate de lloppor tunità che il nostro gruppo crei un'impresa indipendente , poiché scrivete che l’esistenza di due or- ganizzazioni «ognuna delle quali lascia agire l'altra come il cuor le dice » sarà dannosa per la causa. Ci sembra fuori dubbio che le vostre opinioni sono nettamente mutate. Vi abbiamo esposto con tutta franchezza come stanno le nostre cose e saremmo molto lieti se questo nostro scambio di opinioni c relativo ai compiti imme- diati » non finisse qui. Indirizzo: Nurnberg, Ph. Roegner. Pubblicata la prima volta nel 1924. 9. A NADIEZDA KRUPSKAIA Già da parecchio tempo avevo intenzione di scriverti per in- formarti di come vanno le cose, ma diverse circostanze me lo hanno finora impedito. Vivo in un discreto trambusto, perfino ec- cessivo, e ciò (NB) nonostante abbia preso misure eccezionali, straordinarie, per evitarlo! Si può dire che vivo quasi in solitu- dine, ma il trambusto c’è lo stesso! Ma ammettiamo pure che questo trambusto sia inevitabile, ineluttabile, quando ci si trova in un posto nuovo, e che commetterei un peccato se me ne lagnassi, tanto più che non sono affatto così nervoso come il nostro caro venditore di libri, al quale questo trambusto ha prodotto una nera malinconia ed una momentanea prostrazione. Ma oltre al trambu- sto vi sono molte altre cose, e buone! Ti parlerò ora dell’« Unione dei socialdemocratici russi» all’estero, te ne parlerò basandomi su fatti e racconti òdi' altra parte... In primo luogo, il concetto che del Vademecum ci si fa in Rus- sia, sotto l’influenza delle chiacchiere di quelli del Raboceie Dìelo , è del tutto errato. A sentir loro si tratterebbe di una massiccia pressione sull’individuo ecc., di un atteggiamento autoritario e 3 ^ LENIN dell’esagerazione di inezie per umiliare l’individuo, deluso mas- siccio di metodi « inammissibili », ecc. In realtà, invece, in tutte queste cose prevale , prevale in grandissima misura, il lato di prin- cipio , gli attacchi personali sono soltanto un’appendice, un’appen- dice inevitabile dati i rapporti ingarbugliati e tesi fino airestremo che i « giovani » hanno cercato di creare. Il Vademecum è un grido, è veramente un grido che si leva contro l’economismo volgare, con- tro « la vergogna e l’obbrobrio » di cui si è coperta la socialdemo- crazia. «Non avevo mai pensato di dover sopportare una simile vergogna », esclama Plekhanov alla fine della prefazione ai docu- menti da lui pubblicati. « Bisogna ad ogni costo uscire da questa caotica e vergognosa situazione. Guai al partito che sopportasse pazientemente una simile confusione!». E contro qualsiasi accusa rivolta a Plekhanov, occorre innanzi tutto stabilire decisamente che tutta la sostanza del suo opuscolo è precisamente una dichiarazione di guerra ai « vergognosi » principi del « credismo » e del « ku- skovismo » *, è precisamente un dissenso di principio, mentre il dis- senso e la « rissa » in seno all’Unione sono soltanto un prodotto secondario di questa discordia di principio. Se al dissenso di principio si è unita una « rissa » simile (al con- gresso di aprile — 1900 — dell’« Unione dei socialdemocratici russi » all’estero, le cose arrivarono letteralmente fino alla rissa, all’isteri- smo ecc. ecc., tanto che Plekhanov si decise ad andarsene), se questo è accaduto, la colpa ricade sui giovani. Proprio sul terreno dell’eco- nomismo, nel corso del 1898, i giovani condussero una lotta siste- matica, accanita e sleale contro il gruppo « Emancipazione del lavoro»; «sleale» perchè essi non alzarono la loro bandiera aper- tamente , perchè addossarono gratuitamente tutto alla «Russia» (senza parlare della socialdemocrazia anti-« economista » russa), perchè si valsero delle loro risorse pratiche e delle loro relazioni per tentare di isolare il gruppo « Emancipazione del lavoro », per far passare la sua volontà di non ammettere idee « vergognose » e sciocchezze vergognose per volontà di non ammettere nessuna « forza giovane » in generale. Questa lotta contro il gruppo « Emancipazione del lavoro », questa azione per isolarlo fu con- * Cfr. nota 39 {N. d . R .). CARTEGGIO I9OO 33 dotta alla chetichella, in sordina, in « privato », mediante lettere « private » e colloqui « privati », e, per dirla con parole semplici e franche, mediante l’ intrigo , giacché la questione della funzione del gruppo « Emancipazione del lavoro » nella socialdemocrazia russa non è mai stata, non sarà mai e non potrà mai essere un affare privato. Contro i vecchi, i giovani hanno proclamato «nuove» concezioni, ma le hanno nascoste così abilmente e di- plomaticamente (dimostrando in tal modo che per essi perfino la questione delle concezioni era un affare privato ), che è toc- cato ai vecchi presentare un esposto dei contrasti. « Abbiamo man- dato a Pietroburgo un esposto dei nostri contrasti con i giovani », scrive Plekhanov (p. XLVII del Vademecum ). Fin dal 1898, dunque, il gruppo « Emancipazione del lavoro » aveva dimo- strato di ritenere che tutta la questione si riduceva appunto ai tentennamenti ideologici dei giovani, capaci di giungere fino alla completa negazione del socialismo; fin dal 1898, dunque, il grup- po « Emancipazione del lavoro » aveva lanciato un appello alla socialdemocrazia russa contro i tentennamenti ideologici, ma il suo appello era stato una voce nel deserto, poiché in seguito alla retata detestate 1898 tutte le persone più influenti del partito erano state spazzate via dal campo della lotta e si era levata a rispondere la voce dei soli « economisti ». Non meraviglia che dopo di ciò il gruppo « Emancipazione del lavoro» sia uscito dalla redazione, non meraviglia che una guerra aperta contro l’« economismo » sia divenuta sempre più urgente e inevitabile. Ma allora vennero in aiuto a coloro che appartenevano alla corrente «economista» uomini che a questi economisti erano uniti da una antica inimicizia verso il gruppo « Emancipazione del lavoro », e costoro giunsero persino al ten- tativo di indulgere all’« economismo », lavando i panni sporchi in famiglia, di dare alF« economismo » la possibilità di continuare — e per di più con comodità incomparabilmente maggiore — nella tattica della propaganda « privata » delle proprie idee sotto l’inse- gna della socialdemocrazia, coperti dalle dichiarazioni ambigue della nuova redazione, desiderosa di imitare quel tenero vitello che succhia il latte da due mucche. 34 LENIN Già nel primo numero del Raboceie Dielo la nuova redazione aveva dichiarato di « non sapere di quali giovani compagni parlasse P, B. Axelrod » nel suo intervento contro gli «economisti»; lo aveva dichiarato nonostante che la lotta contro i « giovani » avesse riempito di sè tutta la storia degli ultimi anni dell’Unione al- l’estero, e lo aveva dichiarato nonostante che della redazione del Raboceie Dielo facesse parte persino un individuo che segue la ten- denza « economista » (il signor V.I-n). A chi non è al corrente delle cose, a chi non conosce la storia della socialdemocrazia russa e quella degli ultimi anni dell’Unione socialdemocratica alPestero, può parere del tutto incomprensibile e strano che questo cenno breve e gettato {apparentemente) di sfuggita dalla redazione del Raboceie Dielo (« non sappiamo di quali giovani compagni parlasse P. B. Axelrod >) sia stato la scintilla dalla quale è divampato Pin- cendio, dalla quale è divampata una delle più aspre polemiche, e che esso abbia provocato la scissione delPUnione alPestero e la sua disgregazione. Invece, in questa circostanza che pare strana non vi è nulla di strano. La breve nota redazionale del Raboceie Dielo sulla pubblicazione, da parte della redazione stessa, degli articoli del signor V. I-n ha dimostrato con tutta evidenza che nella social - democrazia russa esistono due concezioni radicalmente diverse dei compiti immediati e delle rivendicazioni urgenti . La prima conce- zione può essere espressa con le parole laissez faire, laissez passer nei confronti delP« economismo » ; è la tattica dell’atteggiamento conciliatore, la tattica che mira a coprire gli « eccessi » dell’econo- mismo, la tattica che mira a proteggerlo da una lotta aperta, la tat- tica della « libera critica », cioè della libera critica del marxismo da parte di ideologi borghesi di ogni genere, dichiarati o travestiti. L’altra concezione rivendica la lotta decisa contro Peconomismo, Paperta protesta contro la minaccia dello svilimento e del soffoca- mento del marxismo, una netta rottura con la « critica » borghese. Scritta nel settembre del 1900. Spedita a Ufà da Monaco di Baviera . Pubblicata la prima volta nel 1924. CARTEGGIO igOO 35 IO. AD A. A. IAKUBOVA 2 6 . X Ieri ho ricevuto la vostra lettera del 24 e, aderendo alla vostra richiesta, rispondo subito. Non posso mandare la lettera in questo momento: all’indirizzo che ho non mando scritti cifrati, ma soltanto quelli in cui uso procedimenti chimici, ed ora non ho tempo di trascrivere la let- tera secondo quel sistema. Ho scritto ieri al destinatario comuni- candogli la sostanza della lettera, e spero di potere fra non molto inviargli il testo completo, Oppure, potreste copiarla voi con il procedimento chimico in un libro non rilegato: in questo caso la invierei subito. Vi comunicherò l’indirizzo di mia sorella: a Parigi in settem- bre non c’era, perciò è poco probabile che poteste esserci tutte due nello stesso tempo. Spero che le abbiate scritto due righe all’indi- rizzo che vi avevo dato. Entriamo ora in argomento. La vostra lettera mi ha fatto una strana impressione. Se si tol- gono le notizie che si riferiscono agli indirizzi e alle consegne, non restano che rimproveri, rimproveri nudi e crudi, senza nessuna spiegazione sostanziale. Con i vostri rimproveri arrivate perfino al tentativo di dire parole aspre (« siete veramente convinto di aver fatto questo per il bene del movimento operaio russo e non per il bene di Plekhanov? *), ma naturalmente non mi metterò adesso a scambiare con voi parole aspre. Mi rimproverate perchè « ho sconsigliato » *°. Riferite le mie parole con molta imprecisione. Ricordo bene di non essermi espresso categoricamente, incondizionatamente : « È difficile per noi dare consigli in questo momento», ho scritto, cioè condi- zionavo direttamente la nostra decisione ad un chiarimento preli- minare delle cose. In che cosa dovesse consistere tale chiarimento, risulta evidente dalla mia lettera: era necessario che ci rendessimo perfettamente conto se effettivamente si era verificata una « svolta » nella Rabociaia Mysl (come ci avevano comunicato e" come ave- 3 6 LENIN vamo il diritto di pensare, dato Pinvito che avevate rivolto a Ple- khanov di partecipare), e di che svolta precisamente si trattasse. Di ciò, che è la questione fondamentale e principale, voi non fate parola. Che noi vediamo nella Rabociaia Mysl un organo di un indi- rizzo particolare, dal quale divergiamo nel modo più netto, voi 10 sapevate da tempo. Ad un organo di tale indirizzo sia io che 11 destinatario della vostra lunga lettera 41 ci siamo recisamente rifiutati di partecipare alcuni mesi fa, ed è comprensibile che, dato che noi stessi avevamo agito in questo modo, non potessimo fare a meno di consigliare la stessa cosa anche agli altri. Ma la notizia della « svolta > nella Rabociaia Mysl ci aveva messo «in difficoltà». Una svolta effettiva avrebbe potuto cam- biare radicalmente le cose. È naturale perciò che io, nella mia let- tera, abbia innanzi tutto espresso il desiderio di conoscere tutti i particolari relativi a questa svolta , mentre voi non mi avete detto nemmeno una parola in merito. D’altra parte può darsi che riteniate che la risposta alla mia do- manda sulla svolta sia contenuta nella lettera che avete scritto all'amico. Se vi siete rivolta a Plekhanov a nome della redazione della Rabociaia Mysl, forse anche la vostra lettera alPamico può essere ritenuta Pautentica espressione delle opinioni della reda- zione. Se sì y sono propenso a concludere che non vi è stata alcuna svolta. Se mi sbaglio, vi prego di spiegarmi il mio errore. Giorni fa anche un fedele seguace di Plekhanov mi ha scritto della svolta nella Rabociaia Mysl. Ma, dato che sono in corrispondenza con voi, non posso naturalmente credere a queste « voci » che non hanno alcuna conferma da parte vostra. Vi ripeto perciò francamente (anche se rischio di tirarmi ad- dosso nuovi rimproveri) che, essendo del tutto solidale con il mio amico (al quale voi scrivete), mi unisco anche alle sue parole: « Dovremo lottare contro di voi », se svolta non c'è. E se ce, biso- gna spiegare circostanziatamente in che cosa precisamente consiste. Voi scrivete all'amico: «lottate, se ne avete il coraggio». Cer- tamente vi risponderà egli stesso; permettete tuttavia anche a me di farlo. Non occorre nessun coraggio per lottare, quando le cose CARTEGGIO 1QOO 37 sono giunte al punto che le divergenze hanno toccato le questioni fondamentali, e si è creata un’atmosfera' di reciproca incompren- sione, di sfiducia reciproca, di assoluta discordanza (non parlo della sola « Rabociaia Mysl » : parlo di tutto ciò che ho visto e sen- tito, e non tanto qui quanto in patria), quando su questo terreno sono nate già diverse « scissioni ». Per liberarsi da questa afa sner- vante si può (e si deve) salutare anche un violento temporale, e non soltanto la polemica sulla stampa. E non c’è nessun motivo di temere talmente la lotta: la lotta provocherà forse l’irritazione di qualcuno , ma in compenso puri- ficherà l’aria, definirà i rapporti con precisione e schiettezza, deter- minerà quali divergenze sono sostanziali e quali secondarie, de- terminerà dove si trovano coloro che effettivamente seguono un’al- tra strada, e dove i compagni di partito che dissentono nei par- ticolari. Scrivete che la Rabociaia Mysl ha commesso degli errori. Na- turalmente tutti commettiamo degli errori. Ma come distinguere, senza lotta, questi errori parziali dall 'indirizzo che si delinea chia- ramente nella Rabociaia Mysl e raggiunge il punto culminante nel Credo*} Senza lotta non vi può essere selezione, e senza se- lezione non vi può essere progresso, non vi può essere una solida unità . E coloro che oggi danno inizio alla lotta non distruggono affatto l’unità. L’unità non c’è già più, è già stata distrutta, distrutta su tutta la linea. Il marxismo russo e la socialdemocrazia russa * Nota. Per esempio, nella vostra lettera al l'amico vi c sia un equivoco che un indirizzo «economista». Avete ragione di sottolineare che occorre la lotta economica, che bisogna saper sfruttare le associazioni legali, che c necessario su- scitare interesse, ecc., che non bisogna voltar le spalle alla società. Tutto ciò è giusto e vero. E se voi pensate che i rivoluzionari considerino le cose in modo diverso siete in equivoco. I rivoluzionari dicono soltanto che bisogna prodigare tutte le forze perchè le associazioni legali ecc. non stacchino il movimento operaio dalla socialdemocrazia e dalla lotta politica rivoluzionaria, ma al contrario uniscano Puno alle altre nel modo più stretto e indissolubile possibile. Nella vostra lettera invece non soltanto non vi è alcuna tendenza ad unire, ma vi è una tendenza a staccare, cioè vi è delP« economismo » o del « bernsteinianismo », per esempio nella dichiarazione: « Il problema operaio in Russia, come esso è in realtà, è stato per la prima volta posto dalla Rabociaia Mysl », nelle discussioni sulla lotta legale, ecc. Vi chiedo scusa se il mio riferimento alla vostra lettera all’amico non vi pia- cerà: ho voluto soltanto illustrare il mio pensiero. 3 » LENIN sono come un edificio che sta disgregandosi, e la lotta aperta, di- retta è una delle condizioni necessarie per ristabilire l’unità. Sì, ristabilir e\ Perchè Pc unità » che esiste quando si nascon- dono ai compagni i documenti « economisti » come se fossero una malattia segreta, quando ci si offende allorché si pubblicano le opinioni che vengono predicate sotto l’insegna socialdemocratica, un’c unità » simile non vale un soldo bucato, un’c unità » simile è una vera cant *, e non può far altro che aggravare il male, che farlo degenerare in una forma cronica, maligna. Che invece una lotta aperta, diretta e onesta faccia guarire il male e crei un’unità effettiva, una socialdemocrazia forte e sana, di questo non ho il minimo dubbio. Può darsi sia poco cortese dover parlare così spesso di lotta (a colpi di penna) proprio in una lettera diretta a voi . Penso però che la nostra vecchia amicizia ci obblighi soprattutto a parlare con piena franchezza . Una stretta di mano. Petroff P.S. Fra due settimane avrò un altro indirizzo: Herrn Philipp Roegner Cigarrenhandlung. Neue Gasse, Nurnberg (solo per le lettere e in doppia busta). [Vi prego di non scrivere alcuna iniziale nelle lettere, solo dio lo sa se qui la posta è effettivamente sicura!] Scritta il 26 ottobre igoo. Spedita a Londra da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1930, ipocrisia {N. d.R.). 1901 n. A PLEKHANOV 30. 1. 1901 Ho ricevuto ora la vostra lettera, caro G. V., subito dopo essere tornato dal colloquio « definitivo » con Iuda. Le cose si sono accomodate, e sono estremamente insoddisfatto del modo come si sono accomodate. Mi affretto a scrivervi per non perdere la fre- schezza delle impressioni. Riguardo allV opposizione democratica » Iuda non ha fatto obie- zioni: non è un romantico e le parole non lo spaventano. Ri- guardo invece al « 7 0 punto » (utilizzazione del materiale per Visura, del materiale che arriva al Sovremiennoie Obozrenie), egli ha abilmente preso da parte uno ad uno i nostri, i quali tutti, y compris P. B., si sono messi dalla sua parte, contro di me. Egli, Iuda, — ma guarda un po’ — si attendeva che Visura fosse più popolare, più « operaia », egli trova che la libera utilizzazione da parte nostra del materiale che arriva al Sovremiennoie Obozrenie può creare una concorrenza... Egli esige che Visura utilizzi tale ma- teriale soltanto previo accordo con il rappresentante del Sovre- miennoie Obozrenie , tranne nei casi in cui sia impossibile avere contatti con tale rappresentante, circostanza quest’ultima che si verificherà molto raramente,, perchè Iuda ha dichiarato che pensa o alla presenza di un rappresentante im Auslande * (« a non più di 12 ore da Monaco ») o a una regolare corrispondenza. Egli * all'estero (N. d. R.). 4-675 4 ° LENIN vorrebbe pubblicare cinque fogli di stampa al mese , ossia 200.000 segni tipografici, pari a quelli contenuti nei due fogli deir Isf^ra. Che possa procurarsi tanto materiale non ce da dubitarne, perchè è una persona agiata che scrive molto e ha buone relazioni. La cosa è chiara: la concorrenza non è tanto diretta contro la Zarià quanto contro Visura: stessa prevalenza del materiale politico, stesso carattere giornalistico, cioè rassegna degli avvenimenti di attualità, articoli brevi (con un molto giusto senso deiropportunità, Iuda attribuisce enorme importanza alla frequente pubblicazione di piccoli opuscoli contenenti articoli brevi). Ci daranno un muc- chio di materiale di questo genere, e noi correremo per eseguire gli incarichi di Iuda, il quale, come padrone del Sovremiennoie Oboz- renie (è evidente che il padrone, e padrone assoluto, sarà lui, per- chè è lui che ha il denaro e il 99% del materiale; sarà davvero raro il caso in cui potremo essere in grado di dare qualche piccola cosa), farà un’ottima carriera liberale e il tentativo di respingere in secondo piano non soltanto la ponderosa Zarià ma anche Visura. Noi correremo, ci daremo da fare, correggeremo, porteremo, e sua eccellenza il signor Iuda sarà il redacteur en chef della più in- fluente (nella larga opinione so genannten * « pubblica ») rivistu- cola. E una consolazione « romantica » possiamo pur darla a questo rechtglàubigen**: lasciamo pure che si chiami «Supplemento alla rivista socialdemocratica Zarià », lasciamo pure che si con- solino con le parole, ma intanto la cosa la prenderò in mano io. C’è da chiedersi se la famosa « egemonia * della socialdemocrazia in queste condizioni non è una semplice cant. In che altro si espri- me se non nella frase «Supplemento alla socialdemocratica...»? Che egli ci soffocherà col suo materiale è indubbio, perchè noi, che già abbiamo Yls\ra> non riusciamo a scrivere anche per la Zarià . Una delle due: o il Sovremiennoie Obozrenie è un supplemento alla rivista « Zarià » (come si è convenuto), e in questo caso esso non deve uscire più spesso, c la libertà di utilizzare il materiale per m cosiddetta ( N . d. R.). •* ortodosso ( N . d. R.). CARTEGGIO I9OI 41 Visura deve essere completa ; o noi vendiamo il nostro diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie e siamo genasfùhrt * da Iuda, il quale ci pasce di parole. Se ci tocca in sorte di raggiungere una effettiva egemonia, e se possiamo raggiungerla, lo si può fare solo mediante un giornale politico (rafforzato da un organo scientifico); e quando ci si viene a dichiarare con un’impudenza rivoltante che per la parte politica il nostro giornale non deve fare concorrenza all’impresa politica dei signori liberali, è chiaro come la luce del sole che ci si vuole affidare una ben misera funzione. Ho fatto una copia di questa lettera che allego al «verbale» della seduta odierna come dichiarazione della mia protesta e della mia « particolare opinione », e rivolgo anche a voi l’invito di alzare la bandiera della ribellione. E’ meglio una rottura che questa sot- tomissione di fatto al programma del Credo unita a frasi altiso- nanti contro il credismo. Se la maggioranza si pronuncerà a favore, naturalmente mi sot- tometterò, ma soltanto dopo essermene lavato le mani. Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1925. 12. AD AXELROD 20. in. 1901 Caro P. B., ho ricevuto tutte le vostre lettere e ho trasmesso alla zia le notizie del suo vecchio amico 4 ". Non c’era ragione di preoc- cuparsi per gli indirizzi e di pensare che sia cambiato qualche cosa. Io abito sempre nello stesso luogo e il mio indirizzo è sempre lo stesso: Herrn Georg Rittmeyer, Kaiserstrasse 53/0 Miinchcn. Nel- l’interno: fiir Meyer. menati per i! naso ( N . d. £.). 42 LENIN Mia moglie non l’aspetto ancora tanto presto": il suo termine scade solo domenica, poi dovrà passare da qualcuno, sicché è dif- ficile che possa essere qui prima della seconda metà di aprile. An- che quando arriverà potrete ancora scrivere presso Rittmeyer, il quale continuerà a consegnarmi la corrispondenza; da parte mia vi comunicherò a tempo debito il cambiamento di indirizzo. Con la Zarià è un guaio. Questo capriccioso signor Dietz, spa- ventato dal riferimento al Visura, ha recisamente rifiutato il vostro articolo redazionale, fiutando odor « di gruppo », ecc., adducendo che anche Bebel e Singer (soci della sua Gjn.B.H.) avevano paura, ecc. 44 . Si dovette con nostro grande rincrescimento rinunciare al vostro articolo e sostituirlo con un paio di righe «ai lettori». È terribilmente spiacevole questa nuova censura! Anche la copertina ne ha sofferto: hanno perfino cancellato «di alcuni socialdemo- cratici russi ». Ma quando ci liberemo dalla « tutela » di questi Drecl^Genossen *? E anche col Telionok (Iuda) andiamo bene: è arrivata una let- tera dal suo amico (;= supposta fonte di denaro = goldene Wanze ") molto irritata; dice: vi mando 200 (duecento!) rubli per il Sovremiennoie Obozrenie e, tenetelo presente, non per la vostra, ma proprio per quell’impresa. Noi siamo tutti indignati ed è stato deciso: 1) di non pubblicare la dichiarazione sulla coalizione; 2) di mandare al Telionok e alT« amico » un ultimatum avvertendoli che se non finanziano solidamente la nostra impresa noi vi rinuncia- mo; 3) di finire il memoriale di Witte". Non è forse vero che siamo stati di nuovo abbindolati da Iuda? Una cosa confortante: il n. 2 dell 'ls\ra è felicemente giunto in Russia, ha successo, e ci arriva un mucchio di corrispondenze. Lo sa il diavolo che cosa avviene in Russia: dimostrazioni a Pie- troburgo, Mosca, Kharkov, Kazan, Mosca in stato d’assedio (hanno arrestato fra l’altro la mia sorella minore e perfino mio cognato 4T , che non ha mai partecipato a nulla!), massacri, carceri piene, ecc. In questi giorni aspettiamo il fratello" e il nostro comune cattivi compagni ( N . d, R.). CARTEGGIO 19 OI 43 amico -feld — che ha felicemente {finora ) eseguito tutto ciò che gli era stato richiesto — , i quali sono già (finalmente!) partiti. Stamperemo il manifesto per il i° maggio 48 e poi ci metteremo a lavorare per il n. 3 delYIsl^ra e forse, contemporaneamente, anche per il n. 4: il materiale è abbondante. La Zarià uscirà sabato — dicono — e ve la manderanno diret- tamente da Stoccarda. La nostra cassa va molto male. È perciò necessario per ora aste- nersi assolutamente da qualsiasi spesa per far arrivare quel tale (che voi avete proposto per il trasporto). Una forte stretta di mano. Vostro Meyer Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1925. 13. AD AXELROD 25. iv. 1901 Caro P. B., da quanto tempo non m’intrattengo con voi! C’è sempre stato qualcosa che me lo ha impedito, e poi Alexei vi ha scritto di tutto*; ma ora la necessità di un colloquio si è fatta troppo grande perchè possa rimandarlo oltre. Voglio consigliarmi con voi sia a proposito dei parigini che degli zurighesi “ e, in generale, su tutto. Lo sapete che i parigini « hanno sciolto > (già da tempo, due o tre settimane fa) il gruppo per l’aiuto al Visura e si sono rifiutati (per la seconda volta) di collaborare, con il pretesto che noi avrem- mo « violato > la « neutralità organizzativa » (sic! sono stati in- giusti con TUnionc e l’hanno attaccata a torto nella Zarià)? Lo ha scritto l’autore delle Note al programma del « Raboceie Dielo » w , accennando inoltre nel modo più inequivocabile che il Raboceie Per circa una settimana ho avuto l’influenza. 44 LENIN Dielo si corregge (nel n. 6 del Supplemento si stracorregge per- sino, secondo noi!) e di conseguenza... di conseguenza... Vivrons verfons y finiva quel «caro compagno». Evidentemente mira (co- me certe « forze giovani » di cui scriveva G. V.) a un posticino migliore nel Raboceie Dielo. Questa mascalzonata ci ha tanto in- dignato che non gli abbiamo risposto nulla. Abbiamo intenzione, nel n. 4 dell’Iskra, di dire il fatto suo al Raboceie Dielo per i suoi continui voltafaccia (il n. 3 Ae\YIs\ra sarà pronto, ci promettono, verso il i° maggio. Vogliamo subito metterci al lavoro per il n. 4). Ecco, non so più se devo infischiarmene definitivamente di questi intriganti oppure... fare ancora dei tentativi. Sono indub- biamente persone capaci, hanno scritto, hanno procurato (entrambi) materiale (anche Danevic), hanno saputo raccogliere del denaro (350 franchi! Tanto quanto ancora non era mai stato raccolto al- l’estero per Visura). E anche noi, in sostanza, non siamo esenti da colpe nei loro riguardi: non ci siamo dimostrati sufficientemente solleciti, non abbiamo mandato nemmeno un articolo in visione per « un consiglio da compagni », non abbiamo proposto nessuna « ru- brica » (sia pure la rassegna estera neìYIs^ra o le note di cronaca su determinate questioni). Evidentemente nei rapporti che sono in liso all’estero non si può, non si può assolutamente fare a meno di qualche cosa di simile. Ed ecco che anche i berlinesi M (recente- mente è stato da loro Arseniev) vogliono una posizione determi- nata: semplicemente per aiutare Visura, dicono, è sufficiente uno studente, mentre per noi o, poniamo, per Dvin$\aia (lei e il marito escono dall’Unione, dove, quando si sono consultati i mem- bri, soltanto tre — Griscin y comprisi — si sono espressi per la conferenza. Vive le camarade G./) c’è bisogno di qualcosa di più, sapete... È un vero guaio! Occorre « inventare » un’organizzazione, altri- menti es geht nicht*. Mi è venuta un’idea: non si potrebbe tentare di mettere in atto il seguente piano: l’organizzazione « Il socialdemocratico » **, la re- dazione della Zarià e determinati gruppi (i berlinesi, ad esempio; • le cose non vanno ( N . d . J?.). •• Cfr. nota 25 (N. d. /?.). CARTEGGIO I 9 OI 45 forse i parigini, ecc.)o determinate persone si uniscono, diciamo, in una Lega Direzione editoriale triplice: il gruppo «Emancipazio- ne del lavoro » disporrebbe della sua tipografia e la Zarià della sua, mentre una Commissione editoriale eletta sarebbe il collaboratore più stretto, parteciperebbe alle riunioni periodiche comuni delle re- dazioni e pubblicherebbe (con la sua firma) opuscoli ecc. nelle tipografie del « Socialdemocratico » e della Zarià , ed evenuteli , se questa Lega sarà organizzata (su ciò vi sono certe prospettive), an- che in una terza tipografia. Nella Lega, per le questioni editoriali la decisione inappellabile spetterebbe ad una conferenza di tre membri: del gruppo «Emancipazione del lavoro», della Zarià e della Commissione editoriale. L’amministrazione dovrebbe essere unica ed elettiva. Questo in sostanza il mio progetto. (Naturalmente Visura, come pubblicazione russa, non entrerebbe formalmente nella Lega). In linea di principio, qui l’approvano; l’approva anche la sorella maggiore. Mi sembra che una «costituzione» di que- sto genere (« austriaca », come la chiama scherzosamente Alexei) non presenti per noi il minimo pericolo, e bisogna fare subito qualcosa di questo tipo, perchè altrimenti la gente, che è tutta scontenta, potrebbe abbandonarci. In questo modo ci garantirem- mo completamente dalle discordie intestine e dai litigi, conser- vando interamente le nostre tipografie e le nostre redazioni, e daremmo alla gente quella necessaria libertà di azione senza la quale non consente ad aiutarci. Vi prego di scrivermi che ne pensate di questa idea e di par- larne anche con G. V. (al quale non scrivo perchè deve presto venire qui, e durante il viaggio naturalmente passerà da voi). Non entro nei particolari: su questi sarà facile mettersi d’accordo. Se noi tutti (cioè tutto il « Socialdemocratico ») saremo d’accordo, vi sono molte probabilità che i berlinesi (i quali posseggono una tipografia e sono ansiosi di « lavorare » con una « posizione » determinata) si uniscano a noi, e potremo allora opporre all’Unione una « Lega » unica che svolgerà una vasta attività. Non c’è ragione di temere un’amministrazione elettiva, poiché questa si occuperebbe soltanto del trasporto e della raccolta del 4 6 LENIN denaro all’estero, denaro che verrebbe suddiviso proporzionalmente fra il « Socialdemocratico », la Zarià , ecc. Dell’/r^ra non se ne occu- perebbe: Visura starebbe non formalmente dietro e assieme alla Zarià. Formalmente si potrebbe dichiarare che la Lega è l’alleato allestero dell 'organizzazione russa dell\ Is^ra », organizzazione che noi stiamo già formando. Non c’è nemmeno ragione di temere corbellerie letterarie, poi- ché i) l’attività della Commissione editoriale può essere limitata, per statuto, a pubblicazioni sue proprie; 2) tali pubblicazioni do- vrebbero portare la firma della commissione; il gruppo « Emanci- pazione del lavoro » e la Zarià non avrebbero niente a che vedere con essa; 3) potrebbero far parte della commissione anche persone nostre; 4) essa sarebbe subordinata alla conferenza, nella quale noi avremmo la maggioranza. Non so naturalmente se i parigini ne saranno soddisfatti: sono gente molto orgogliosa. Per noi è difficile rivolgerci a loro. Se ap- provate il piano, non vi incarichereste di scriver loro e di tastare il terreno? Già a Parigi vi hanno parlato della loro penosa situa- zione e dovreste essere proprio voi a propor loro questa via d’uscita. Se approvate l’idea, ci rivolgeremo a Koltsov e gli chiederemo di elaborare il progetto di statuto della « Lega » *. Passiamo ora ai lettoni di Zurigo. Non- so se avete saputo che il trasporto concordato per mezzo loro è definitivamente fallito : 3.000 copie dell’/r^ra (n. 1) sono cadute in mano alla polizia, che ha arrestato anche il contrabbandiere. In seguito uno di loro ci ha scritto chiedendoci ancora denaro per un viaggio. Abbiamo risposto che non possiamo dare più nulla per quel passaggio, che non sappiamo come fare di fronte alla nostra organizzazione, ma che se egli si incaricasse di fare un trasporto speciale di un pud (come si era impegnato in un colloquio con me), in questo caso potrebbe partire. Nessuna risposta. Non sapete se si sono offesi? Come vanno le loro cose e che piani hanno? Se vedete qualcuno di loro, parlatene, ve ne prego, per chiarire le cose. • Di fronte ai compagni sarebbe bene presentarsi con un progetto comune, già elaborato, del € Socialdemocratico » e della Zarià. CARTEGGIO I 9 OI 47 Cominciamo a pensare al n. 2 della Zarià : è ora. Il memoriale di Witte finirà presto, fra due o tre settimane (Dietz la tira incre- dibilmente per le lunghe: sono pronti soltanto nove fogli). Finora di materiale non ce riè , tranne l’articolo di Nevzorov, che già co- noscete, sulla formazione storica della socialdemocrazia russa. Spe- riamo in un editoriale di G. V. sui nuovi avvenimenti, in un altro suo articolo contra Struve, in uno vostro (nota della redazione): ci possiamo contare? Ci è stato promesso un articolo della Luxem- burg (una nuova introduzione ai suoi articoli Die soziali stì sche Krise in Fran\reich *, articoli che vogliamo tradurre); Kautsky ci ha promesso un articolo sugli accademici e i proletari. Rassegne estere non ce ne sono. A che punto sono le cose per l’articolo «austriaco»? Non ci manderanno niente dall’America? Dalla Svizzera? Danevic, dicono, è ammalato. Non ce nessuno a cui chiedere di scrivere sulla Germania, se non a Parvus, al quale si sarebbe promessa (?) la rassegna estera, ma non è quel che ci vorrebbe. Per il quarto numero delYIsfya si prevede un articolo sul terro- rismo (Alexei); abbiamo già Autocrazia e zemstvo (continuazio- ne), Autocrazia e finanze (di Parvus), qualcosa di cronaca (altre notizie sulle dimostrazioni) e sul movimento operaio. Pensiamo di pubblicare il n. 4 in un foglio (il n. 3 si è gonfiato tanto da pren- dere due fogli, otto pagine [sette sono già pronte] come il n. 1, e poi non si è nemmeno pubblicato tutto quello che avevamo!). È necessario fare ogni sforzo per affrettare l’uscita dell’/r^ra, per farla uscire mensilmente. Arrivederci! Una forte stretta di mano e saluti a tutti i vostri anche da parte di mia moglie. Vostro Petrov P.S. Scrivetemi presso Rittmeyer. Per non dimenticarmene : la sorella maggiore mi incarica di co- municare che i 50 frs. sono stati ricevuti. Il resoconto sarà pubbli- cato nel n. 3 dell’/r^ra {Dall America tramite Axelrod). Mando, La crisi socialista in Francia (TV. d. R.). 48 LENIN via Stoccarda, dieci copie della Zarià : mandatele a Ingerman, Mokrievic, ecc. L'articolo per i tedeschi sulle dimostrazioni lo scri- verà la sorella maggiore. Spedita a Zurigo da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 7925. 14. A BAUMAN 24. v. 1901 Abbiamo ricevuto la vostra lettera con il resoconto di gen- naio, febbraio, marzo e aprile. Grazie per il modo circostanziato e preciso con il quale avete registrato le entrate e le uscite. Quanto alla vostra attività in generale, però, continuiamo ad essere quasi airoscuro, non comprendiamo in che cosa veramente essa consista e quali ne siano i risultati. Avete scritto che vi fate in quattro e che non ce nessuno che vi possa sostituire, ma non avete ancora mantenuto la promessa di descriverci tale attività. Il vostro lavoro si limita alla consegna delle pubblicazioni nelle località indicate nel resoconto ? Oppure vi occupate di formare un gruppo, respective * dei gruppi? Se è così, dove, quali, che cosa è stato fatto, a che cosa servono questi gruppi? al lavoro locale, a mandare a prendere le pubblicazioni da noi, oppure a che cos’altro? Ve lo chiediamo perchè questa questione è molto importante. I nostri affari non vanno tanto bene. Le finanze sono a terra, la Russia non dà quasi nulla. Il trasporto, come per il passato, è del tutto disorganizzato e casuale. Date queste condizioni, tutta la nostra c tattica * deve essere interamente intesa a far sì che 1) il denaro raccolto in Russia a nome dell'Idra sia nella maggior mi- sura possibile inviato qui, riducendo al minimo le spese locali; 2) il denaro sia speso quasi esclusivamente per il trasporto , poiché oppure ( N . d. K.). CARTEGGIO I 9 OI 49 per la ricezione abbiamo già degli agenti a Pskov e a Poltava, che ci costano molto poco e non gravano sulla cassa. Pensateci bene. Il nostro pane quotidiano, quello che appena appena ci tiene in vita, è, come per il passato, costituito dalle sole valige. Per un paio paghiamo circa ioo rubli, e il fatto che le per- sone inviate siano scelte a caso porta con se un'infinità di ritardi, un lavoro poco accurato, perdite, ecc. L'organizzazione dell'invio di portatori di valige da Riga (possibile sia secondo Raznotsvetov, sia secondo Ernst) non fa un passo avanti. Di Leopold M nessuna notizia. In Finlandia non è stato organizzato nulla, sebbene anche lì sia possibile farlo, come ci assicurano da diverse parti. Data que- sta situazione, è razionale spendere 400 rubli in quattro mesi per la ricezione locale e la mediazione per la consegna delle pubbli- cazioni? Secondo noi dovreste sistemarvi nelle immediate vicinanze del confine per poter assumere l'incarico di trasportare da due a quat- tro valige e da dieci a venti libbre al mese. Che ve ne pare? Spedita a Mosca da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1928. 15. AD AXELROD 25. v. 1901 Caro P. B., naturalmente avrete già saputo da G. V. del progetto per la nostra organizzazione “ e della nuova iniziativa « concilia- trice » di Nevzorov, Danevic e Riazanov (che hanno preso il nome di gruppo « Lotta »). Abbiamo risposto affermativamente alla loro domanda (se eravamo d’accordo su una conferenza preliminare fra il « Socialdemocratico >, l’Unione e la Zarià y cioè fra i loro rappre- sentanti). G. V. ha detto qui che, naturalmente, bisognava accon- sentire e che vi aveva già scritto al riguardo. Oggi Riazanov (che è qui già da due giorni) mi ha informato di aver ricevuto una 5 ° LENIN lettera da Gurievic, il quale gli comunica che ha avuto soltanto il nostro consenso, che finora il gruppo «Emancipazione del lavoro» non si è fatto vivo, che ha visto Kricevski e Ivanscin, che è quasi sicuro del loro consenso, che per la conferenza ha già pensato alla località — Bruxelles — e alla data — verso il 4 giugno — , che anche l’organizzazione airestero del Bund chiede di venire alla confe- renza. Scrivetegli, vi prego, al più presto dandogli il consenso ufficiale del gruppo « Emancipazione del lavoro » (in qualità di rappresen- tante del « Socialdemocratico ») ed esponendogli il vostro pensiero riguardo alla località e alla data *. Gli abbiamo già scritto che pre- feriremmo Zurigo o una località vicina (la Svizzera, naturalmen- te, è più conveniente anche per il gruppo «Emancipazione del lavoro») e che desidereremmo che la conferenza fosse convocata al più presto, in maggio se possibile, poiché in giugno ci sarà più difficile disporre del nostro tempo. (Il nostro desiderio di affrettare la conferenza è dovuto in realtà al fatto che a noi conviene disim- pegnarci al più presto, al fine di poter al più presto metterci al la- voro per la nostra organizzazione ed avere il tempo di preparare una guerra decisa contro l’Unione in caso di rottura. E questa guerra 4eve, con tutta probabilità, estendersi quest’estate anche alla Russia). Vi prego di appoggiare il nostro desiderio di affrettare la con- ferenza ** (adducendo un qualsiasi motivo) e la scelta della Sviz- zera. Mi sembra che sarà loro difficile fare obiezioni sulla Svizzera : i)*Jue parti su quattro (la Zarià e il «Socialdemocratico» contro TUnione e la « Lotta ») sono per la Svizzera ; 2) per un congresso di rappresentanti dei gruppi svizzeri, tedeschi e francesi il naturale punto d’incontro deve essere la Svizzera. Forse ci si potrebbe ac- cordare invece che per Zurigo, per Basilea, ad esempio. Vi prego di informarmi quando manderete il consenso ufficiale. Vi parlerò ora di Riazanov. A proposito della questione della nostra organizzazione (l’organizzazione estera dtlYIsfya), in un * Per ogni eventualità, ripeto l'indirizzo di Gurievic: Mr. E. Gourevitsch, 38 bis, Rue Gassendi, 38 bis, Paris . *• Si dice che la vogliano fare verso il io giugno. Potrebbe anche andare. CARTEGGIO I9OI 5 < primo tempo, quando ha saputo che non avevamo intenzione di allargare la redazione e gli proponevamo soltanto una partecipa- zione consultiva, gli è saltata la mosca al naso. Ci ha detto pate- ticamente che Nevzorov è un uomo di grandi meriti e con un grande passato (esattamente quello che Tanno scorso Nevzorov ci aveva detto di Riazanov!), si è indignato, ha fatto dell’ironia, ecc. ecc. Poco dopo, però, vedendo che tutto ciò non aveva su di noi il minimo effetto, ha cominciato a cedere, ha dichiarato che egli poteva anche aderire al nostro progetto (« Nevzorov non ne vuol proprio sapere »), ma che la miglior cosa sarebbe una federazione fra il « Socialdemocratico », la Zarià e la « Lotta », che la « Lotta » è pronta a rinunciare alla pubblicazione di un proprio organo (non abbiamo mai creduto che potessero essere in grado di metter su un organo proprio) e a limitarsi ad una serie di opuscoli. In generale, a quanto pare, sarà possibile lavorare con loro: pur recalcitrando, consentiranno. Quanto al problema delTavvicinamento all’Unione, Riazanov ha dapprima dichiarato che egli non ripone assolutamente alcuna speranza sulla conferenza, che solo Gurievic si occupa di questa idea, ecc. Ma quando ha saputo che mettiamo come conditìo sine qua non la soppressione dell’Unione, che siamo pronti ad accettare che accanto alTorgano scientifico (Zarià) e al giornale politico (Iskra) esista anche una raccolta popolare o una rivista per gli ope- rai ( Raboceie Dieìo ), allora ha cambiato decisamente fronte e ha dichiarato che già da tempo ne aveva parlato a Kricevski, che rite- neva ciò il naturale finale della contesa e che egli stesso era ora pronto a lavorare per l’attuazione di un tale progetto. Lasciamolo lavorare! Può darsi che, in realtà, su tale base si possa fare un’unione 0 federazione ; e questo sarebbe un enorme passo avanti. Aggiungo che noi siamo per Zurigo, naturalmente, anche per- chè Alexei desidererebbe molto avere un po’ più di tempo per par- lare con voi di ogni cosa. Se interrogare tutti i membri del « Socialdemocratico » (per dare una risposta ufficiale al gruppo « Lotta ») richiede molto tempo, vi prego di cercare, se possibile, di ridurre in qualche modo questo 5 2 LENIN tempo. Una dilazione della conferenza è estremamente indeside- rabile. Riguardo alla partecipazione alla conferenza dellorganizza- zione all’estero del Bund, pensiamo di respingerla (senza farne in caso estremo un casus belli) sulla base del punto i delle decisioni del Congresso del 1898 del Partito socialdemocratico operaio russo. (In virtù di tale punto il Bund è autonomo soltanto nelle questioni che riguardano in particolare il proletariato ebraico, e di conse- guenza non può intervenire nelle trattative come parte indipen- dente). Come va il vostro articolo per Visura} Avete intenzione di dare qualche cosa per il secondo fascicolo della Zarià , del quale certa- mente vi avrà parlato G. V.? Una forte stretta di mano e tanti saluti da tutti. Vostro Petrov Spedita a Zurigo da Monaco . Pubblicata la prima volta nel J925. 16. A L. M. KNIPOVIC In che modo pensate di fare uscire Visura in Russia? In una tipografìa clandestina o in una tipografia legale? Se in una tipo- grafia legale, scriveteci immediatamente se avete qualche prospet- tiva: da parte nostra siamo pronti ad aggrapparci con ambe le mani a questo progetto (possibile, come ci hanno assicurato, nel Caucaso) che non richiederebbe nemmeno grandi mezzi *. Se in- vece pensate di farlo in una tipografia clandestina, badate che il nostro foglio (4 pagine) è di 100.000 battute [e questo al mese!]: potrà venirne a capo una tipografia clandestina?? Non ci farà sprecare, con un rischio eccezionalmente grande, un mùcchio di • Se vi fossero delle relazioni anche solo passabili con tipografìe legali, di- scutete senz’altro la cosa con loro e scriveteci: abbiamo un nostro progetto molto pratico (e sperimentato)*. CARTEGGIO I 9 OI 53 denaro e di gente?? Non sarebbe meglio destinare questo denaro e queste forze al trasporto, del quale la Russia in ogni caso non può fare assolutamente a meno? Scritta il 28 maggio 1901. Spedita ad Astrakjian da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1928. 17. AL GRUPPO DI AIUTO ALL’« ISKRA » Il dottore deve stabilirsi al confine, per esempio a Polan- gena OT (in quella località abbiamo collegamenti con la parte non russa, abbiamo anche un nostro deposito), studiare le condizioni lo- cali (occorrerebbe sapere il lettone e il tedesco, ma forse se ne può anche fare a meno), cercare di trovare un occupazione plausi- bile (ci assicurano che vi si può vivere anche come libero profes- sionista), allacciare buoni rapporti con i piccoli funzionari locali e far sì che si abituino ai suoi frequenti passaggi della frontiera. Il confine si può passare senza passaporto, con una semplice Grenz- \arte * (valida per 28 giorni). Passandolo frequentemente si potran- no portare (addosso o in una valigia, col nostro sistema, per il quale è necessaria una valigetta per strumenti medici) poche (alcune) libbre di stampati. Per noi è particolarmente importante che i trasporti siano frequenti e regolari, anche se si porta poca roba. Se egli si impegna a fare questo, a lavorare lui stesso , a trasportare lui stesso il materiale, gli daremo il denaro per il viaggio e per una permanenza di uno o due mesi, finche non si sarà orientato. Scritta il 5 giugno 1901 . Spedita a Berlino da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1928. lasciapassare ( N . d. R.). 54 LENIN 18. A GALPERIN Ad h/z L’invio per la Persia è stato fatto solo poco tempo fa, via Vien- na, sicché è ancora presto parlare di un insuccesso. Può anche darsi che si riesca. Informate a Tabriz il destinatario dei libri inviati da Berlino e scriveteci quando li riceverà. Riguardo al modo di fare uscire Visura nel Caucaso, abbiamo già rivolto a X domande particolareggiate , ma non abbiamo ancora ricevuto risposta" Abbiamo bisogno di sapere con precisione in che cosa consiste il progetto (tipografia legale o clandestina), in quale misura tale progetto sia « vicino a realizzarsi », quale quan- tità di materiale si prevede di poter stampare (sarà possibile pub- blicare Visura mensilmente?), quanto denaro precisamente sia ne- cessario subito e quanto al mese. Lo stato della nostra cassa è ora assai cattivo e non possiamo fare promesse finché non saremo in possesso di dati circostanziati. Mandateceli immediatamente. Fate ogni sforzo per procurare il denaro: abbiamo già scritto in proposito, per mezzo di X, a un vostro conoscente, e vi consi- gliamo di pregare anche ZZ di far pressione; con quest’ultimo un membro del gruppo deWlslpa ha già parlato di denaro airinizio dell’anno scorso (ricordate a ZZ il colloquio che ebbe in un teatro della capitale)". Riguardo alla costa orientale del Mar Nero cercate senz’altro le vie. In particolare mirate alle navi francesi : qui noi speriamo di trovare il modo di potercene servire. Scritta dopo il 18 giugno 1901. Spedita a Bakù da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1928. 19. A BAUMAN A Grac Abbiamo ricevuto ora da Nikolai (= Ernst) la notizia che gli sono stati portati, e sono ora in un posto sicuro, 4 pud c mezzo; CARTEGGIO I 9 OI 55 questa è la prima cosa. La seconda è che egli ha sempre la possi- bilità di far passare la frontiera ad un nostro uomo assieme a un contrabbandiere e che questa gente è necessaria. Ed ecco la pro- posta che vi facciamo: recatevi immediatamente sul posto, andate con uno dei vostri passaporti a Memel da Nicolai, informatevi di tutto, poi ripassate il confine con la Grenzì{arte o con un contrab- bandiere, prendete le pubblicazioni che ci sono da quella parte (cioè in Russia) e portatele dappertutto. Evidentemente, perchè le cose vadano bene è necessario , per aiutare e controllare Nikolai, un altro uomo dalla parte russa, sempre pronto a passare clandestina- mente la frontiera e che si occupi soprattutto di ricevere le pub- blicazioni nella parte russa e di portarle a Pskov, Smolensk, Wilno, Poltava. [Abbiamo perso completamente la fiducia in Nikolai e compagni, abbiamo deciso di non dar loro più nemmeno un soldo, e soltanto se una persona di nostra piena fiducia partecipa diret- tamente al trasporto possiamo sperare di poterci servire di questa strada]. Voi per questo sareste adatto, perchè i) siete già stato una volta da Nikolai e 2) avete due passaporti. La cosa è difficile e peri- colosa, richiede cambiamenti di residenza, ma è per noi di estrema importanza. Rifletteteci bene e rispondeteci immediatamente, senza rinviare nemmeno di un giorno. Se non assumerete voi questo in- carico, dovremo immediatamente passarlo ad un altro. Perciò insi- stiamo ancora una volta perchè rispondiate subito. Scritta il 26 giugno igoi. Spedita a Mosca da Monaco . Pubblicata la prima volta nel 1928. 20. ‘A PLEKHANOV 7. vii . 1901 Caro G. V., come va il vostro lavoro? Non ho potuto finora mettermi a scrivere per parlarvi della fine dellarticolo di Ortodox, cioè dei- raggiunta, inviata più tardi, che trattava deirarticolo di Berdiaiev, 5-675 5 ^ LENIN apparso nel n. 6 del Mir Bogi. La nostra Struvefreundliche Partei 60 ha respinto, questa aggiunta con una maggioranza di 2 voti e 3/4 contro un voto e un quarto (è il voto di Alexei che « si è diviso » in 3/4 e 1/4): io sono rimasto in minoranza con il mio « sì ». Non sono piaciute nemmeno la nota suiramore romantico e il carattere generale dell’aggiunta. Secondo me invece essa metteva a posto questo signore, brevemente, recisamente, chiaramente e con cono- scenza di causa; particolarmente buoni erano i versi conclusivi! Dalla Russia ci scrivono di nuovo che si riunisce il congresso del Partito operaio socialdemocratico russo: in una città si è per- fino ricevuto l’invito. È di estrema importanza affrettarsi per il programma. Scrivete, vi prego, se pensate di dedicarvi a questo lavoro e se potete farlo. Tranne che a voi e a P. B., infatti, non sapremmo a chi altro affidarlo: occorrono formulazioni ben pon- derate, e con la baraonda che c’è qui è del tutto impossibile con- centrarsi e riflettere bene. Non potrebbero esservi utili quei vecchi articoli e progetti di programma (cioè un progetto e un articolo) che Alexei vi aveva portato e che ha fatto molto male a ripren- dersi? Che ne pensate? Se ne avete bisogno, ve li mandiamo im- mediatamente. Ho ordinato lo Sciakhovskoi e il Teziakov* 1 . Perchè vi servono per il programma? Pensate forse di servirvi di questi libri per la stesura delle rivendicazioni degli operai agricoli? E che ne pensate delle rivendicazioni in favore dei contadini? In linea generale am- mettete o no la possibilità di includere tali rivendicazioni nel pro- gramma socialdemocratico russo? Le bozze del vostro articolo non sono ancora arrivate. Per il n. 2 della Zarià scrivono: Starover sul Russ\oie Bogatstvo , V. I. su Berdiaiev, io ho scritto sul memoriale di Witte e me la sono presa con la prefazione " (vorrei mandarvi l’articolò per avere qual- che consiglio, ma non 'so se ce ne sarà il tempo), Alexei ha la rela- zione su l compiti degli intellettuali socialisti; voi l’avete vista: co- me la trovate ? Scriverò anche contro Cernov. E voi ci darete la re- censione della raccolta Al posto d f onore? Per Visura (il n. 6 è in composizione e uscirà in luglio, il n. 7 dovrà uscire in agosto) da voi aspettiamo larticolo sulla lettera di CARTEGGIO I 9 OI 57 un operàio e quello su La rinascita del rivoluzionarismo in Russia . Parvus è ancora per la sua « organizzazione >! ! È stato qui Kautsky di passaggio. Va a riposarsi e per ora non ci promette nulla. Nevzorov ha inviato al Visura un articolo « ignobile » (giudizio di V. I. e di Puttman) contro l’articolo Da che cosa incomin- ciare ? m : si portano alle stelle i comitati, si difende (indirettamente) il Raboceie Dielo , ecc. Lo restituiamo all’autore (ne facciamo una copia e se la volete ve la manderemo). Riguardo al progetto di federazione o di fusione con lTJnione, spero abbiate visto il nostro controprogetto. Se no, chiedete a Koltsov di procurarselo da Dvinskaia. È difficile che da tutto que- sto venga fuori qualcosa. Una forte stretta di mano. Vostro... A proposito del denaro dei belgi per il nostro movimento. Se- condo me, darne un terzo al Raboceie Dielo : per 50-100 franchi non vale la pena di dar motivo anche solo a chiacchiere. Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1926. 21. A ZEDERBAUM Abbiamo appena ricevuto la lettera con il piano del fratello di Pakhomi, di Iablockov e di Bruskov. Non possiamo nascondere che non solo ci è impossibile consentire sia pure con una sola parte di questo piano (anche se sulla prima si potrebbe ancora discutere), ma che siamo rimasti proprio molto sorpresi specialmente per la seconda parte: 1) andare tutti a Pietroburgo, 2) mettere su un or- gano di stampa locale dell’organizzazione russa àAYls^ra. Tanta è la nostra sorpresa che chiediamo anticipatamente scusa se ci la- sceremo sfuggire più avanti qualche parola troppo brusca. È veramente incredibile! Dopo un intiero anno di sforzi dispe- rati si riesce appena appena a cominciare a mettere insieme in Rus- 5 8 LENIN sia, per questo compito immenso ed estremamente importante, un gruppo di dirigenti e di organizzatori (è un gruppo ancora spaven- tosamente piccolo, perchè oltre alle tre persone citate ne abbiamo ancora due o tre, mentre per un organo panrusso non basterebbe una decina di tali energici collaboratori, intendendo per collabora- tori non soltanto coloro che scrivono), ed ecco che improvvisamente si vuole sfasciare di nuovo l’edificio e tornare al vecchio primitivi- smo! Non posso immaginare per Visura una tattica più esiziale! Un organo locale, simile alFesistente luzny Raboci °\ significherebbe cominciare daccapo a sprecare un mucchio di denaro e di gente per la redazione, il lavoro tecnico, la spedizione, ecc.; e per che cosa? Per cinque numeri in un anno e mezzo? E non si farebbe nem- meno questo in un anno e mezzo, perchè il luzny Raboci è stato creato da un comitato alPapogeo del suo sviluppo, già formato, cioè da un’intiera organizzazione. Voi siete per ora soltanto in tre. E invece di lottare contro la grettezza che spinge il pietro- burghese a dimenticarsi di Mosca, il moscovita a dimenticarsi di Pietroburgo, il cittadino di Kiev a dimenticarsi di tutto tranne che di Kiev, invece di insegnare alla gente (occorrono anni per insegnarlo, se vogliamo formare un partito politico degno di que- sto nome) a occuparsi di un’impresa che interessa tutta la Russia, invece di far questo, incoraggiare di nuovo il lavoro artigianesco, la grettezza locale e, in luogo dello sviluppo della socialdemocrazia panrussa, lo sviluppo di una qualsiasi socialdemocrazia provinciale! Non sarebbe altro che una balordaggine, non potrebbe essere altro. L’esperienza ci ha convinto che le forze di cui disponiamo per creare un organo effettivamente politico sono esigue, che sono po- chi i collaboratori, i cronisti, le persone con relazioni politiche, le persone pratiche del lavoro tecnico e delle spedizioni. Per tutta la Russia le forze sono poche , e noi dovremmo ancora frazionarle e abbandonare un’impresa già avviata, che interessa tutta la Russia, un’impresa che va appoggiata sotto tutti gli aspetti, per fondare una nuova impresa locale? Nel migliore dei casi, nel caso in cui questo nuovo piano ottenesse un brillante successo, la socialdemocrazia russa ne uscirebbe sminuita, sminuita sarebbe la sua importanza politica, perchè non vi può essere un giornale po- CARTEGGIO I 9 OI 59 litico « locale », perchè in un organo locale sarebbe sempre la parte di politica generale a far le spese. Voi scrivete: un organo «di massa ». Noi rinunciamo del tutto a capire che bestia sia. Il fra- tello di Pakhomi avrebbe forse anche lui già cominciato a pen- sare che bisogna scendere più in basso, dagli uomini di avanguar- dia alla massa, che bisogna scrivere con maggiore semplicità e ade- renza alla vita?? Il nostro scopo sarebbe forse quello di avvicinarci alla « massa », e non piuttosto quello di elevare questa massa, che ha già cominciato a muoversi, fino al livello di un movimento poli- tico organizzato? Ci mancherebbero forse lettere dalle fabbriche e dalle officine, e non piuttosto denunce politiche, cognizioni poli- tiche, generalizzazioni politiche ? Ed ecco, per estendere, approfon- dire le nostre generalizzazioni politiche mettiamoci dunque a fra- zionare un’impresa di carattere generale in imprese locali! E con il loro piano per un organo di stampa locale, oltre che politicamente essi svilirebbero senza meno Timpresa anche tecnicamente. Con- centrando . tutte le forze sullV^ra potremmo ^'esperienza di un anno lo ha già dimostrato) fare un giornale al mese con materiale effettivamente politico, mentre con un organo locale oggi non si può pensare nemmeno di pubblicare quattro numeri airanno. E se non ci si butta impazièntemente da un piano airaltro e non ci si sgomenta per qualche insuccesso temporaneo e per il lento svi- luppo di un’impresa panrussa, sarebbe del tutto possibile arrivare fra sei mesi o un anno anche ad un organo quindicinale (cosa alla quale stiamo già seriamente pensando). Riteniamo natural- mente che il fratello di Pakhomi, Iablockov e Bruskov siano ri- masti sulla vecchia strada e approvino sia lorientamento che il piano organizzativo dcìYIsf(ra; se invece hanno cambiato parere, allora, naturalmente, è tutt’un altro discorso. In generale non riu- sciamo proprio a capire per qual motivo questa gente abbia perso la fiducia nel vecchio piano, e così presto (perchè non possono non vedere che il nuovo piano distrugge il vecchio). Per il tra- sporto? Ma essi hanno cercato di organizzarlo finora soltanto una volta , e tale tentativo non è ancora del tutto fallito, mentre anche dopo due o tre insuccessi non dobbiamo desistere. Forse sono di- ventati più favorevoli a una pubblicazione fatta in Russia che non 6o LENIN all’estero? Ma essi lo sanno che è stato fatto di tutto per poter pubblicare in Russia e sono stati spesi ben 1.000 rubli senza otte- nere per ora nessun risultato. Debbiamo dire che, in generale, rite- niamo assolutamente errato e dannoso qualsiasi piano che preveda la pubblicazione di un qualsiasi organo regionale o locale dell’or- ganizzazione russa dtìYIs^ra. L’organizzazione dt\YIs\ra esiste per appoggiare e sviluppare quest ultima, per unire il partito e non per frazionare le forze, che, anche senza quest’organizzazione a carattere locale, sono già anche troppo frazionate. Quanto a recarci tutti a Pietroburgo, dirò soltanto che di quadri come P. B. e il fratello di Pakhomi ne abbiamo molto pochi ed occorre rispar- miarli. E il pericolo di una retata generale, se si' sta tutti nello stesso posto, è cento volte maggiore. Se trovano che là uno è troppo poco (e loro lo possono sapere meglio di noi), prendano pure quello che si renderà libero nell’autunno (il fratello di Pa- khomi), ma non entrambi. E poi, sia allo scopo di garantire la loro sicurezza che allo scopo di ottenere un lavoro unificato, non si dimentichino dell’assoluta necessità di cambiare ogni tanto do- micilio. Se infine a Pietroburgo si riuscisse a conquistare il comi- tato, bisognerebbe naturalmente costringerlo a dedicarsi oiYIs^ra con tutte le sue forze, anche per farla uscire con maggiore fre- quenza, e a lottare contro qualsiasi nuova impresa di carattere artigianesco. Il primitivismo è un nemico molto peggiore dell’« eco- nomismo >, poiché le radici t/itali più profonde dell’economismo, ne siamo profondamente convinti, stanno proprio nel primitivismo. E non ci sarà mai un movimento politico (politico non soltanto a parole, ma di fatto, cioè che eserciti un’influenza diretta sul go- verno e prepari l’assalto generale) finché non avremo superato questo primitivismo e non l’avremo privato di ogni credito. Se Pietroburgo ha acquistato 400 copie del luzny Raboci , il gruppo « Il socialista » 66 si è impegnato a diffondere 1000 copie dtlYIs\ra. Organizzino dunque la diffusione di tutte queste copie, fac- ciano sì che nel giornale vi sia una rubrica speciale dedicata a Pietroburgo (all’occorrenza, potrà essere costituita da uno speciale supplemento), e allora si raggiungerà proprio quell’obiettivo che vi impediva di vedere tutti gli altri obiettivi per la conquista di CARTEGGIO 1901 6l Pietroburgo. Riteniamo necessario ricordare che tutti i « pratici » sono d’accordo nell’affermare che il Iuzny Raboci y quanto all’es- sere accessibile o meno agli operai, non dà dei punti M'Is/(ra, co- sicché anche questo argomento cade. Sarebbe assurdo e criminale frazionare le forze e i mezzi: Visura è senza denaro, i fiduciari russi non le procurano nemmeno un soldo e pensano a metter su nuove imprese che richiederebbero nuovi mezzi. Tutto ciò dimo- stra che vi è poca tenacia. Bisogna essere più pazienti: con il no- stro piano otterremo ciò che vogliamo, anche se non subito; e su che cosa potremmo contare mettendo in atto il piano proposto, ce lo dice il triste ricordo deiresperienza del Raboceie Znamia . I no- stri conoscenti si sono così precipitosamente messi all’opera per il loro piano, che Iablockov, nonostante l’impegno preso, si è recato a Pietroburgo, abbandonando Odessa, dove la permanenza di un nostro fiduciario è necessaria. Noi chiediamo che il nuovo piano sia abbandonato. Se i nostri argomenti non sembrano convincenti, qualsiasi nuovo piano sia differito fino al nostro congresso, che al- I’occorrenza convocheremo non appena le cose si saranno in qual- che modo aggiustate. Quanto alla letteratura popolare, si pensa di aumentare la pubblicazione di opuscoli di divulgazione. Questa lettera esprime non soltanto l’opinione del nostro gruppo, ma an- che quella del gruppo « Emancipazione del lavoro ». Scriita nella seconda metà del luglio 1901. Spedita a Wilno da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1925. 22. A PLEKHANOV 25. vii. 1901 Caro G. V., ho ricevuto ieri i libri sulla questione agraria. Grazie. Mi sono immerso con discreto impegno nel mio articolo « agrario » contro Cernov (in parte anche contro Herz e Bulgakov). Penso che si debba demolire spietatamente questo Cernov È stata qui Velika, ha letto i passi della vostra lettera a lei di- Gl LENIN retti. Riguardo alle bozze abbiamo già fatto tutto «ciò che dipen- deva da noi », cioè abbiamo mandato a Dietz le correzioni perchè le riportasse nel testo, se non è troppo tardi; se invece fosse tardi, faremo senz’altro Vetrata corrige alla fine del libro, cosicché il danno non sarà poi tanto grande. Le bozze le ha corrette mia mo- glie e le ha confrontate con il manoscritto (quello che voi avete indicato con l’annotazione : « Nel mio manoscritto questo non c’era! » è una vostra svista, poiché nel manoscritto, che ho ora confrontato, c’è effettivamente scritto «insurrezione di maggio». Abbiamo corretto anche questo). Poiché gli errori da parte di chi corregge le bozze sono inevitabili, d’ora in poi adotteremo effetti- vamente la «tattica» che ci avete proposto: manderemo all’autore le prime bozze (con le seconde si farebbe tardi), non perchè l’autore corregga i refusi — questo è il compito del correttore, e non è così importante — ma corregga soltanto là dove l’omissione di frasi, di parole o la sostituzione di una parola con un’altra hanno, alterato il senso. Ho ricevuto da P. B. il mio articolo #7 con una sua lettera. Anche P. B. è del parere di mitigare il tono. E, naturalmente, ho già ap- portato tutte le variazioni in questo senso che voi e P. B. mi avete suggerito. Quanto ad arrivare fino a mutare tutto il tono dell’arti- colo, respective, invece di attaccare, assumere un atteggiamento di caustica superiorità, sebbene questo vostro piano mi piaccia, dubito di poterlo attuare. Se non fossi stato « irritato » contro Fautore non avrei scritto cosi. E dato che questa « irritazione » (comprensibile non solo per noi, ma per qualsiasi socialdemocratico che abbia letto la prefazione) c’è, non mi è più possibile nasconderla, nè agire con astuzia. Cercherò di mitigare ancora di più e di fare ancora delle altre riserve : può darsi che a qualche cosa riesca. Trasmetterò ad Alexei il vostro giudizio sulla sua conferenza (l’ha atteso a lungo e con impazienza). Certamente egli ha di- menticato di dirvi che è stato proprio lui a mandare il suo tema su Mikhailovski a Riazanov (il quale lo sta scrivendo). Secondo quanto io ho capito, state scrivendo la recensione di Al posto d'onore , che vi abbiamo mandato noi. Una forte stretta di mano. Vostro... CARTEGGIO IQOI 63 Se vedete Koltsov, ringraziatelo molto da parte mia per il Volnoie Slovo . Stavo già per dimenticarmene. Volevo chiedervi un consiglio sulla seguente questione. Quel gran mascalzone di Cernov cita nel Russkpie Bogatstvo , 1900, n. 1, un articolo di F. Engels, Il conta- dino tedesco , dove, alla fine , Engels dice che occorre « ritornare alla marca ». Ho trovato l’articolo. È una traduzione della Anhang M*Entivicl(lung des Sozialismus von der Utopie zur Wissenschaft — « Die Mar\ » “ — , e nel « Russinole Bogatstvo » vi sono alla fine due capoversi (18 righe) che mancano nell originale. Il resto l’ho controllato capoverso per capoverso, ma gli ultimi due chissà da dove sono stati presi. Bisognerebbe smascherare questo fatto arci- scandaloso, ma... non vi sarà un equivoco? non vi sarà un altro testo di questo articolo di Engels? Nella nota alla traduzione russa la redazione del Russfoie Bogatstvo dice: « Questo suo [di Engels] articolo è apparso negli anni ottanta [nel 1882? La prefazione all "Entwicf^lung porta la data del 21 set- tembre 1882] in una rivista tedesca [?? La Neue Zeitì o il Sozial- Demo^rat di Zurigo? Lo sapete voi?] senza firma [???]. Ma nella bozza che Engels mandò a un suo amico [sic!! Danielson? Non avete mai sentito da Engels qualche cosa al riguardo?] lo aveva firmato con le sue iniziali ». A ciò si aggiunga che la parte storica delFarticolo è identica alla prefazione alla Schlesische Milliarde ** e ad un articolo apparso nella Neue Rheinische Zei- tunga (( aprile-marzo 1849), Non potreste aiutarmi a risolvere questa questione? Non è ap- parso nella Neue Rheinische Zeitung o in qualche altro posto un altro testo dell’articolo Die MarkJ Non avrebbe potuto Engels, in seguito , tralasciare la fine, quella che tratta del « ritorno alla marca » ? Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1925. # Appendice alla Evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza. La Marca (N. d. R .). ## Il miliardo della Slesia (N. d. R .). 6 4 LENIN 23. AD AXELROD 26. vii. 1901 Caro P. B., ho ricevuto' e letto attentamente la vostra lettera (anche Alexei). Mi ha fatto molto piacere che abbiate esposto le vostre osservazioni così particolareggiatamente. Avete torto però di pen- sare che io sia oltremodo (« parecchio ») « ostinato ». Le vostre os- servazioni (e così anche tutte quelle di G. V.) sui passi da mitigare le ho prese tutte in considerazione, cioè dappertutto ho mitigato. « Un copeco ogni rublo » unirà tutti gli operai : qui ho aggiunto tra parentesi « stando all’opinione degli economisti ». Al posto di « limitazione dell’autocrazia » ho messo « distruzione », come mi avete indicato. Le pp. 82-83, non ponderate per quanto riguarda le nostre vedute sull’utilizzazione dei liberali (pensieri cioè espressi senza la necessaria ponderatezza) le ho soppresse del tutto, come voi mi consigliavate. Ho messo anche una nota con un richia- mo al vostro opuscolo La situazione storica , avvertendo che il problema che io tocco appena è da voi analizzato circostan- ziatamente. Ho aggiunto un paio di righe affermando che ci si può rallegrare della maggiore comprensione del movimento ope- raio da parte dei liberali (nella persona di R.N.S.). Ho cancel- lato senz’altro il « rincrescimento » per la comparsa del memo- riale di Witte con una simile prefazione. Ho cancellato ancora alcune parole dure sia nella prima che nella seconda metà dell’ar- ticolo. In generale non sono poi così ostinato se si tratta di miti- gare dei particolari, ma in linea di principio non posso rinunciare all’idea che abbiamo il diritto (e l’obbligo) di stroncare R. N. S. per la sua ciarlataneria politica. Egli è proprio un giocoliere poli- tico; me ne sono definitivamente convinto dopo aver letto e riletto la prefazione, e nella mia critica ho messo tutto quello che ci han- no offerto gli ultimi mesi (cioè le Verhandlungen* con il Telio- nok, i tentativi di accordo, ecc. M ), mi sono, per cosi dire, sfogato, regolando i conti con questo individuo. Ho ritenuto che il nocciolo commerci, traffici ( N . d. R.). CARTEGGIO I 9 OI 6 5 di tutto l’articolo fosse il problema della costituzionalità degli zemstvo , Il liberalismo « degli zemstvo > è, nel campo dell’influenza sulla società, la stessa cosa di ciò che l’economismo è nel campo dell’influenza sugli operai. E noi dobbiamo denunciare sia l’una che l’altra di queste due manifestazioni di grettezza. Domani, probabilmente, risolveremo la questione dell’articolo. Se si deciderà di stamparlo subito, cercherò di mandarvi una copia delle prime bozze; può darsi che ci diate ancora altre indicazioni, e in questo caso potremmo ancora fare qualche ritocco (mentre vengono corrette le prime e le seconde bozze). Una forte stretta di mano con l’augurio che possiate riposare e ristabilirvi bene. Forse sarebbe meglio non mandarvi nulla per ora? non guastarvi le vacanze e le cure? Vostro Petrov Scrivete a Herrn Dr. Med, Cari Lehmann Gabelsbergerstrasse 20 a/II. Miinchen (nell’interno, fur Meyer). Spedita a Zurigo da Monaco . Pubblicata la prima volta nel 1925. 24. A PLEKHANOV 30. vii. 1901 Caro G. V., ho ricevuto la lettera* che mi avete scritto dalla villeggiatura e i nuovi libri {Final Report , Blondel et Vandervelde et Destrée), per i quali vi ringrazio molto. Non ho ricevuto il Teziakov ed è probabile che non lo riceva perchè l’avevo ordinato alla libreria della Kalmykova 70 , alla quale è stata vietata per tre anni la residenza a Pietroburgo e sta chiu- dendo il negozio (ultime notizie del tutto precise!). Oggi stesso vi mando il Kulemann 71 . 66 LENIN Quanto al falso del Russ^oie Bogatstvo sul conto di Engels 72 , cerco di fare quel che è possibile. Riguardo alle recensioni le cose non sono ancora molto chiare. Tutti sono ora presi dai loro articoli (Velika scrive contro Ber- diaiev; Puttman, con i suoi trafiletti, contro il Russ\oie Bogatstvo; io sul problema agrario ,a , ecc.). E poi, per le recensioni ce ancora tempo. Ho inviato il mio articolo contro R. N. S. alla stampa, dopo avere mitigato diverse cose troppo aspre. Ho scritto anche un breve poscritto nel quale faccio un parallelo fra un articolo di Drago- manov ( Bussate e vi sarà aperto) e uno di R. N. S., favorevole al primo. Anche qui mitigo alcune espressioni (dietro insistenza di Velika). Ma il tono generale della mia filippica ormai non può più essere sostanzialmente mutato. Dalla Russia scrivono che il nostro pubblico è terribilmente at- tratto da Berdìaiev . Ecco chi bisogna demolire, e non soltanto nel particolare settore della filosofia! È vero però che Velika sta scri- vendo un articolo a proposito del suo ultimo articolo apparso nel Mir Bogi . Mi ha fatto molto piacere la notizia che vedrete P. B. e vi occuperete assieme del programma. Faremo un grande passo avanti se ci presenteremo al nostro pubblico con un progetto come quello vostro e di P. B. E questa è la cosa più urgente. Una forte stretta di mano. Vostro Petrov Spedita nel cantone di Vaud da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1925. 25. A PLEKHANOV 21. x. 1901 Caro G. V., vi ho inviato in questi giorni il n. 1 della Neue Zeit con larticolo di Engels sul programma 74 . Penso che per il vostro la- voro, cioè per l’elaborazione del progetto di programma, presenterà CARTEGGIO I9OI 67 un certo interesse. Oggi poi vi ho mandato le bozze: vi prego di mandarle al più presto, dopo averle lette, direttamente a Dietz con la scritta « Druchjertigl » * Ho scelto un po’ di materiale per una rassegna della situazione interna 7B e in questi giorni mi metterò a lavorare sodo (adesso non sto molto bene: dopo il viaggio mi sono preso una mezza in- fluenza 70 ). Poiché dopo questo lavoro bisognerà occuparsi del- Ylskra e poi ancora dell'opuscolo, che ho già menato troppo per le lunghe 77 , per il programma non avrò assolutamente tempo; l’unica speranza è riposta in voi. Non ci potete consigliare un francese per le lettere dalla Fran- cia? (Probabilmente Danevic si rifiuterà). Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 192,5. 26. A PLEKHANOV 2. XI Caro G. V., abbiamo ricevuto la vostra lettera. Il vostro articolo andrà, pensiamo, nel n. io àz\YIs\ra. Il numero nove uscirà a giorni : in ritardo perchè è stato portato a otto pagine. Avete ricevuto i nn. i e 3 della Neue Zeitì (Vi preghiamo di restituirceli dopo averli letti). Ve li ho mandati perchè contengono gli articoli di Engels e Kautsky sul programma, articoli che forse vi saranno utili. Quando contate di finire il programma? pronto per la stampa (N. d. R.). 68 LENIN Non ci dite nulla della recensione sulla raccolta delle opere di Marx” Ciò ci fa pensare che comunque ce la invierete: ci è asso- lutamente necessaria per il n. 2-3 della Zarià . Il 4 novembre uscirà il quarto volume: le lettere di Lassalle a Marx; su questo però non vale più la pena di scrivere una recensione, per non ritardare luscita della rivista. Io sto terminando la rassegna della situazione interna. Alexei ha scritto su Lubecca. Abbiamo le seguenti recensioni: la vostra sul Frank; tre di Alexei -f- la vostra sulla raccolta delle opere di Marx + forse ancora un'altra di Velika Dmitrievna sulla « Li- bertà * Sono sufficienti. Also* il n. 2-3 della Zarià è pronto; non ci resta che stamparlo, cosa che potrebbe essere ultimata verso la metà di novembre. Una forte stretta di mano. Vostro... P. S. Quanto al programma, insisto tanto perchè abbiamo bi- sogno di sapere se, subito dopo l’uscita del n. 2-3 della Zarià , ci sarà il materiale per il n. 4 da consegnare ai compositori. Dietz non mi dà pace, vuole saperlo. Se non avete ancora mandato l’articolo di Riazanov, fatelo subito , altrimenti egli starà alle costole di Alexei. Riazanov (e Parvus assieme a lui e per lui) è offeso mortalmente perchè è stata rinviata la pubblicazione dell’articolo; sembra anche che vo- glia staccarsi. «Non sapete fare i redattori! », ci ha detto Parvus. Che ne dite? Scritta il 2 novembre 1901. Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1926. •Dunque (N.d.R.). CARTEGGIO Ì9OI 69 27. ALLE ORGANIZZAZIONI DELL’* ISKRA » IN RUSSIA 1) di Iakov 2) Comitato di Mosca 3) Pietroburgo + Nizni 4) di Rakunin? 5) « Lettera agli organi di stampa socialdemocratici russi » R °. Abbiamo appena saputo che quelli dell’Unione organizzano una conferenza dei comitati più importanti per risolvere il pro- blema del conflitto sorto all’estero* 1 . È necessario tendere tutte le forze perchè il maggior numero possibile di comitati e gruppi prendano le seguenti misure: 1) La conferenza deve essere rimandata al minimo fino a pri- mavera (a Pasqua, tee.). Motivi: a) è necessario avere delegati sia At\YIs\ra che della Lega all’estero, e ciò richiede tempo e denaro. Una conferenza alla quale non partecipino delegati d t\\'Is\ra e della Lega sarebbe illegale e non avrebbe senso, b) È necessario attendere che siano pubblicati gli opuscoli delle due parti con l’espo- sizione della sostanza dei dissensi. Prima della pubblicazione di questi opuscoli la conferenza non potrebbe giudicare con cono- scenza di causa, e le sue discussioni sarebbero campate in aria. L 'ls\ra promette nel n. 12 (5 dicembre 1901) che l’opuscolo sarà pubblicato molto presto (fra un mese e mezzo circa) “ Ivi saranno particolareggiatamente esaminate tutte le divergenze. Ivi mostre- remo quanto sia esiziale l’orientamento del Raboceie Dielo> svele- remo le loro vergognose oscillazioni e la loro impotenza di fronte al bernsteinianismo e all’economismo. Questo opuscolo è già in parte pronto e sarà terminato rapidamente. Attualmente (metà dicembre nuovo stile) si stanno tenendo all’estero dei rapporti sui dissensi: uno del rappresentante del Raboceie Dielo , un altro del rappresen- tante della Lega. Anche questi rapporti appariranno molto presto sulla stampa, e convocare la conferenza senza attenderli sarebbe buttar via denaro e fare sacrifici per nulla. 2) Noi manderemo alla conferenza, se avrà luogo, un nostro rappresentante. Perciò bisogna che ci si comunichi subito 1) se la 70 LENIN conferenza è convocata; 2) dove; 3) quando e 4) la parola dordine e il recapito. Bisogna formalmente chiedere ai comitati e ai gruppi queste notizie, minacciando di dichiarare illegale la conferenza e di pubblicare immediatamente che essi vogliono risolvere la fac- cenda senza ascoltare le due parti. 3) Se i comitati o i gruppi eleggeranno alla conferenza dei rappresentanti favorevoli al Raboceie Dielo , occorrerà elevare su- bito una protesta formale ed esigere rappresentanti dei sostenitori sia del Raboceie Dielo che dell’/j^rfl {respective: della maggioranza e della minoranza). 4) Se la conferenza si dovesse esprimere contro Visura, sarà necessario uscire dai comitati e dai gruppi contrari ad una protesta pubblica, uscire e pubblicare immediatamente ntWIs^ra questa decisione e i motivi che l’hanno determinata. I nostri devono co- minciare subito a mettersi d’accordo per un simile passo. 5) Informarci immediatamente del risultato e di tutti i passi che si faranno. Tendere tutte le forze affinchè i sostenitori del- Ylsfya si intendano e agiscano unanimemente dappertutto. Scritta alla metà di dicembre del 1901 a Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1928. 28. Ad I. G. SMIDOVIC Abbiamo ricevuto la notizia che Akim pubblica il Vperiod **. Ci rifiutiamo di crederlo e vi preghiamo di dirci se si tratta di un equivoco. Che gente la quale ha raccolto centinaia e migliaia di rubli a nome dell 'Iskra per la tipografia d zWlsfy-a — gente che fa parte dell’organizzazione russa delV Isfya — se ne sia andata alla chetichella in un’altra impresa, proprio in un momento per noi critico, nel momento in cui si sono interrotti i trasporti e in cui tutto il nord e il centro (nonché il sud!!) ci tempestano di re- clami perchè non ricevono Visura , in cui ogni speranza di sal- vezza è riposta nella riproduzione d eìYIs^ra in Russia; che questa gente poi abbia fatto questo subdolamente, dal momento che CARTEGGIO I 9 OI 71 Akim ci ha scritto che stava stampando il n. io, e noi ne eravamo certi perchè quel bel tomo non ha fatto il minimo cenno ai suoi magnifici piani — a un azione simile, che viola non solo tutte le regole dell’organizzaziòne, ma anche certe altre regole più ele- mentari, ci rifiutiamo di credere. Se questa incredibile notizia fosse vera, esigiamo un immediato incontro per mettere a posto questa lurida e inaudita faccenda e, da parte nostra, sollecitiamo Iakov e Orscia a raccogliere tutto il de- naro che è possibile racimolare e a mettere immediatamente in atto il loro progetto di venire qui. Scritta il 18 dicembre 1901. Spedita a Kiev da Monaco. Pubblicata la prima volta nei 1928. 1902 2 9 . A GOLDMAN Pensate che sia necessario tenere segreto il fatto che Visura dispone di una tipografia russa? non desiderate cioè che noi fac- ciamo circolare largamente allestero (edizione russa 84 ? Quanto alPandamento in generale poco buono delle nostre cose, di cui, stando alle parole della persona che vi vide poco tempo fa vi lamentate così amaramente, possiamo fare ben poco. È necessario che i membri russi delPorganizzazione àt\\'Is\ra for- mino un nucleo solido e cerchino di ottenere una diffusione rego- lare ddTIsfya in tutta la Russia. Questo spetta interamente all’or- ganizzazione russa. Se si riuscirà a farlo, il successo della causa sarà assicurato. Se non si riuscirà, è inevitabile che le cose non an- dranno bene # . Per ottenere una diffusione regolare e per il nostro prestigio sarebbe di estrema importanza pubblicare un numero su due o tre àt\YIs\ra in Russia, scegliendo quello che presenta un interesse più permanente. Converrebbe, per esempio, il n. 13 Dal momento che state stampando, tirate un numero di copie molto maggiore; occorre, sia pure una sola volta, provare a saturare tutta la Russia. Ricordate come proprio voi vi lamentavate della scarsa diffusione? Ancora una volta un cordiale saluto e auguri di successo! Scrìtta il 3 gennaio 1902. Spedita a Kiicintov da Monaco . Pubblicata la prima volta nel 1928. • Pensate che Dementiev possa fare il diffusore? CARTEGGIO I 9 O 2 73 30. A PLEKHANOV 7. 11. 1902 Caro G. V., vi invio il progetto del programma con gli emendamenti di Berg. Vi prego di scrivermi se farete anche voi degli emenda- menti oppure se presenterete un controprogetto completo. Vorrei sapere anche quali sono i punti che non vi soddisfano. Quanto alla religione, ho letto nella lettera di K. Marx sul pro- gramma di Gotha un’aspra critica della rivendicazione della Ge- wissensfreiheit* e l’affermazione che i socialdemocratici debbono apertamente dichiarare che combattono il religiòsem Spu\** m . Ritenete possibile qualcosa di simile? e in quale forma? Sta di fatto che noi, riguardo alla religione, siamo molto più spregiudi- cati dei tedeschi, come lo siamo anche riguardo alla « repubblica >. Vi prego di permettere a Koltsov di copiare il testo che mando a voi : non ci vorrà molto tempo. Come va il vostro lavoro (scrivete Particolo per la Zarià , come supponiamo)? Quando pensate di terminarlo? Ma la Neue Zeit (nn. / e _?) e la lettera sul programma agrario non me le avete mandate! Ve ne prego, mandatemele oppure scri- vetemi la ragione dell’indugio. Ho ordinato per voi il Conrad* s Jahrbiicher del 1902. La Wirt - schaftliche Chroni\ del 1901 uscirà, dicono, in febbraio e allora ve la manderanno. Vi siete abbonato alla Torgovo-Promysclennaia Gazieta? Avete già cominciato a riceverla? Non avete sentito nulla di nuovo su quelli del Raboceie Dielo ? Noi assolutamente nulla. Il mio opuscolo è in composizione. * libertà di coscienza (N. d. R.)> ••spettro della religione (N.d.R.). 74 LENIN Il Vorwàrts si è rifiutato di pubblicare sia pure una breve rispo- sta, e la cosa è passata al Vorstand. Bebel, si dice, è per noi. Ve- dremo. Una forte stretta di mano. Vostro Frei Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1928. 31. A PLEKHANOV 4. iv. 1902 Caro G. V., vi mando il mio articolo sulle terre stralciate”. Vi prego di mandarlo, dopo averlo letto, a P. B. assieme a questa lettera, poiché se lascerete immutato il piano al quale mi sono inizial- mente attenuto (e questo articolo potrà perciò essere, per così dire, una difesa comune del nostro progetto comune), bisognerà mettersi d’accordo sulle necessarie correzioni. Se invece voi stesso non lo approverete, bisognerà fare le cose in qualche altro modo. Qua e là ho citato la parte generale del programma (la dichia- razione di principio) secondo il mio progetto: va da sè che questi passi saranno cambiati se il mio progetto sarà respinto. (In questo caso potrei fare alcune citazioni dal programma di Erfurt, se voi non aveste nulla in contrario). Velika Dmitrievna ha fatto qua e là delle note in margine, senza tuttavia proporre sempre correzioni definitive. Vi prego di scrivere la vostra opinione su questi punti. Su uno vorrei dire qualche parola a mia difesa. Velika Dmitrievna propone di togliere le pagine 19-82“; naturalmente non starei a difenderle in modo particolare se essa non vedesse anche un « appoggio alla disonestà » nel progetto di non dare la preferenza ai piccoli affittuari (della terra nazionalizzata), ma di consegnare la terra ai grandi e ai pie- CARTEGGIO I902 75 coli, indistintamente, a condizione che rispettino le leggi agrarie e (NB) curino razionalmente la terra e il bestiame. Velika obietta: questa sarebbe una «malvagità», poiché «i ric- chi si prenderebbero tutto », e una migliore coltivazione della terra priverebbe del lavoro i nove decimi degli operai, ai quali nessuna legge agraria sarà di aiuto. Penso che questa obiezione non sia giusta, perchè i) qui si sup- pone una società borghese già molto sviluppata, nella quale è raro il contadino che possa fare a meno di assumere operai; 2) i «ric- chi » possono ricevere la terra soltanto nel caso in cui abbiano una grande azienda tecnicamente ed economicamente «avviata»; ma questo non si può fare di colpo, e di conseguenza non vi può essere quel passaggio improvviso che spaventa Velika Dmitrievna; 3) la sostituzione degli operai con le macchine è naturalmente la conse- guenza inevitabile della grande produzione, ma non riponiamo noi forse le nostre speranze non già sullarresto, bensì sul pieno svi- luppo delle contraddizioni capitalistiche? Una migliore coltivazione della terra presuppone un gigantesco incremento deirindustria e l’accentuarsi deiresodo della popolazione dalle campagne; 4) la misura proposta non solo non aiuta nessun «malvagio», ma al contrario è l'unica misura concepibile in una società borghese per agire contro la « malvagità », poiché limita direttamente sia Io sfruttamento del lavoratore , sia la rapina della terra , sia il peggio- ramento del bestiame. Nella società borghese è proprio il piccolo produttore che dilapida particolarmente le forze, gli uomini, la terra e il bestiame. Se anche voi siete del parere di togliere le pp. 79-82, vi prego di dirmi come debbo cambiare la nota a p. 92. È possibile, in generale, pubblicare la parte agraria del pro- gramma (e i commenti che vi si riferiscono) da sola, indipenden- temente da tutto il programma, prima della pubblicazione di tutto il programma? Che ne pensate? Ho ricevuto ieri le bozze deirarticolo di V. I. e le ho rimandate a Dietz. Ieri ho anche inviato al vostro indirizzo il seguito delle bozze del suo articolo. (Per fare più presto potrebbe mandare diret- tamente a Dietz le bozze corrette). LENIN 76 Del povero Tsvetov nulla, e già da tre settimane. Deve essere caduto. Sarà una grande perdita per noi! Una forte stretta di mano. Vostro Frei 5. iv. P. S. Ho ricevuto ora la vostra lettera. L'ho passata agli altri. Risponderemo a giorni. Vi prego di mandarmi subito il progetto di Berg (che voi chia- mate progetto della commissione) 80 al seguente indirizzo: Frau Kiroff, Schraudolfstrasse , 29, III, 1 bei Taurer . Con la massima ur- genza> perchè non hanno la copia e non capiscono le vostre note. (Personalmente preferirei pubblicare i due progetti nella forma della « terza via », proposta da tutti, ma evidentemente la maggio- ranza la pensa ora diversamente). Vi manderò i libri di agraria. Sembra che Velika Dmitrievna sia disposta a mitigare la « con- danna» dei marxisti legali. Spedita a Ginevra da Monaco. Pubblicata la prima volta nel 1928. 32. AD AXELROD 3. v. 1902 Caro P. B., in questi giorni, per assoluta mancanza di tempo, vi ho mandato una «lettera per K.» 91 senza aggiungere nemmeno una riga per voi. Mi scuserete, spero. Ora vorrei parlare un po' con voi a proposito dell'articolo sulle terre stralciate. Da parte mia l’ho corretto prendendo in conside- razione tutte le osservazioni e le richieste dell'alto collegio. Ora viene mandato a G. V. perchè lo trasmetta a voi : non dimentica- tevi di sollecitarglielo se ritarderà (altrimenti la tipografia Dietz rimarrà senza lavoro!). Berg è soddisfatto delle mie correzioni, ma mi ha riferito che siete stato soprattutto voi a fare delle obiezioni CARTEGGIO 1902 77 contro larticolo. Se ciò non vi distoglierà troppo dal lavoro, scri- vetemi, vi prego, esponendo le ragioni del vostro malcontento. La cosa mi interessa molto. (Se state scrivendo larticolo, vi prego di non distogliervi, perchè questa non è per nulla una conversazione « di lavoro », ma, in considerevole misura, un post festum). Io, per esempio, non capisco bene nemmeno la vostra aggiunta « ... la dura oppressione che grava sui contadini... » (i residui del- Tordinamento feudale). In primo luogo è superflua, perchè non aggiunge nulla al pensiero. In secondo luogo non è precisa (i re- sidui dellordinamento feudale non opprimono duramente soltanto i contadini, e poi il loro danno non consiste soltanto nell'* oppres- sione » di questo o quello strato sociale). Il programma è già stato inviato per la copiatura ed apparirà come articolo di fondo nel n. 21 del Visura. Non ho ancora deciso se scrivere o no una critica (già permessa dall’alto collegio), per- chè voglio ancora una volta rileggere «in pace» il programma nella stampa, ed ora non mi sono ancora rimesso completamente dallo stordimento di Londra". Come vanno L. Gr. e Boris Nikolaievic? Come va il lavoro del primo? E la salute del secondo? Contiamo di servirci di lui presto {con tutta probabilità si ristabilisca dunque al più presto e nel migliore dei modi. Una forte stretta di mano con l’augurio di buona salute. Vostro... P. S. Comunicate a B. N. che a Voroniez sono state arrestate quaranta persone (dicono); una lettera ricevuta oggi fa i seguenti nomi : « Karpov, Liubimov, Korostienev, Kardascev, Butkovski, Makhnoviets e Gubariova; gli ultimi quattro sono stati rilasciati senza aver subito l’interrogatorio. A Ufà otto perquisizioni, due arresti: Boikov e Sazonov, studenti ». Quelli di Voroniez sarebbero stati arrestati (i° aprile) « dietro ordine di Pietroburgo a Kiev » (sic!). Questo è tutto il contenuto di una lettera giuntaci diretta- mente. Insomma un mucchio di arresti ! Quasi sicuramente è stato preso 78 LENIN anche il nostro Nadiogia, quello che avete visto e conosciuto sia a Zurigo che da noi: sì, proprio lui! È veramente una gran brutta faccenda! N. B. L. Gr. mandi subito il numero che avete ricevuto del Pridnieprovskt Krai con i passi in bianco. Spedita a Zurigo da Londra . Pubblicata la prima volta nel 1925. 33. A KRGIGIANOVSKI 6. v Abbiamo ricevuto la lettera. Derevo probabilmente è stato preso. Kler deve assolutamente salvarsi, e per farlo deve passare immediatamente airillegalità. L’incontro con Sascia " (di cui ha fatto in tempo a scriverci Derevo) ha portato alla nomina di una commissione per la convocazione del congresso fra cinque mesi. Ora il nostro compito principale è quello di preparare questo congresso, cioè fare in. modo che uomini completamente nostri pe- netrino nel maggior numero possibile di comitati e cerchino di scalzare il CC meridionale dei comitati meridionali (— trottola). Questa «trottola», che il Genosse (qualcuno lo accusa perfino di fare opera di provocazione, il che non è ancora provato) fa girare a modo suo, è l’ostacolo principale (oltre Pietroburgo). Perciò è urgente: che Kurz + Embrion entrino subito tutti e due nei co- mitati. Poi che, in un modo o nell’altro, Kler e Brodiaghin seguano il loro esempio. Questo è il compito principale, perchè altrimenti saremo inevitabilmente ricacciati indietro: subordinate tutto il resto a questo compito, tenete presente la grandissima importanza del secondo congresso! A questo scopo adattate...* e studiate un attacco al centro, Ivanovo, ecc., agli Urali e al sud. Ora l’aspetto formale acquista un’importanza straordinaria. • Una parola sottolineata nel manoscritto non è stata decifrata ( Nota del - l’IMEL), CARTEGGIO I902 79 Brodiaghin sospetta una provocazione. Qui non può aver luogo, siamo già a Londra. È molto probabile che molti fili siano stati rintracciati presso alcuni dei nostri arrestati : ciò spiegherebbe tutto. Abbiate cura di voi più che della pupilla degli occhi, conservatevi per il « compito principale » Se noi (cioè se voi) non lo prende- remo nelle nostre mani, sarà un vero guaio. Fate avere immediatamente questa lettera, per intiero, a Bro- diaghin e ditegli che ci scriva assolutamente e più spesso: tutte le sue lettere sono arrivate benissimo. Se sarà confermato l’arresto di Derevo bisognerà che ci incon- triamo al più presto con Kler o Brodiaghin, o che ci scriviamo molto particolareggiatamente per vedere se vi sono ottimi indi- rizzi (?) che ci permettano di inviarvi tutti i particolari su Sascia (mandate al più presto l’indirizzo per la rilegatura). Per il passaporto datevi da fare voi stessi, senza contare su di noi. Non sarebbe meglio che Kler e Brodiaghin prendano Tuno il posto dell’altro, dato che Kler è già conosciuto da tutti? Chi sarà il delegato di Mosca? È una persona assolutamente sicura? Ha un buon successore? Dunque: ancora e ancora: entrare nei comitati. È un posto sicuro Nizni? Scritta il 6 maggio 1902. Spedita a Samara da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 34. A PLEKHANOV Ho ricevuto l’articolo con le vostre osservazioni 88 . Avete un bel concetto del tatto che si deve avere verso i colleghi di reda- zione! Non fate tanti complimenti nemmeno nello scegliere le espressioni più sprezzanti, per non parlare poi della « votazione » di proposte che non vi siete nemmeno preso la briga di formulare, e neppure della « votazione * riguardo allo stile. Vorrei sapere che cosa direste se io rispondessi nello stesso modo al vostro articolo sul programma. Se vi siete prefisso lo scopo di rendere impossi- 8o LENIN bile il nostro lavoro ,in comune, con la strada che avete scelto po- trete arrivarvi molto presto* Quanto ai nostri rapporti, non di lavoro, ma personali, li avete definitivamente guastati o, meglio, siete riuscito a farli cessare del tutto. N. Lenin Scritta il 14 maggio 1902. Spedita a Ginevra da Londra. Pubblicata la prima volta nel ip 25. 35. A PLEKHANOV 23. vi. 1902 Caro G. V., mi si è tolto un gran peso di dosso quando ho ricevuto la vostra lettera, che ha messo fine al pensiero di una « lotta inte- stina». Quanto più inevitabile ci sembrava quest’ultima, tanto più opprimente si faceva quel pensiero, poiché le conseguenze per il partito sarebbero state dolorosissime... Mi farà molto piacere parlare un po’ con voi, quando ci vedre- mo, dell’inizio della « storia » di Monaco ", non, naturalmente, per rinvangare il passato, ma per chiarire a me stesso in che cosa avevo potuto allora offendervi. Che io non intendessi minimamente di offendervi, questo voi, naturalmente, lo sapete. V. I. mi ha mostrato anche la vostra lettera concernente l’arti- colo, cioè la proposta di lasciarvi la facoltà di esprimere la vostra opinione nel vostro articolo programmatico. Personalmente sono incline a ritenere che questa sia la decisione migliore, e penso che la possibilità di rilevare una differenza del 25 % (se si è già rico- nosciuto che è assolutamente necessario rilevarla) ce e ce sempre stata per ogni coredattore (voi, per esempio, avete già dato un’impostazione alquanto diversa del problema della nazionaliz- zazione in questo stesso articolo, o a proposito dei liberali nella recensione nel n. 2-3 della Zarià). Sono pronto, naturalmente, a CARTEGGIO 1902 8 l discutere ancora una volta con voi sui cambiamenti che desiderate fare nel mio articolo, e per questo vi mando le bozze. Scegliete quello che volete. Bisognerebbe finire al più presto possibile la Za - rià f altrimenti le trattative si trascineranno terribilmente in lungo. In ogni caso io comunicherò subito la vostra proposta sia ad A. N. che a Iuli. Non ho ancora le bozze del vostro articolo e perciò non posso rispondere alla domanda che mi fate riguardo al passo su Marx. La lettera del socialista-rivoluzionario, secondo me, non vale la pena di pubblicarla: loro hanno un organo proprio ed è là che devono polemizzare (la loro è polemica pura). Sul Belgio sarebbe bene pubblicare Particolo di Rosa Luxemburg, se si potesse farlo presto. Una forte stretta di mano. N. Lenin P. S. Fra qualche giorno mi recherò in Germania per vedere mia madre e riposare w . I miei nervi sono « a brandelli lemi sento del tutto ammalato. Spero che ci vedremo presto a Londra. Spedita a Ginevra da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1925. 36. A LEITEISEN 24. vii . 1902 Caro L., l'indirizzo di mia sorella è: M-me Elizaroff. Loguivy (par Ploubazlanec). Còtes du Nord. Effettivamente alla mamma e ad An. non piace molto stare qui e può darsi che ripartano, ma ancora non sanno per dove (sulla lettera potete mettere l’indirizzo Expédition ). Io parto domani per tornare a casa. In generale mi è piaciuto molto stare qui, e non ho riposato male, solo che, pur- troppo, ho creduto di star bene prima del tempo, ho trascurato la dieta ed ora continuo a trascinarmi dietro il catarro. Ma queste non sono che sciocchezze. 82 LENIN Vi tratterrete ancora a lungo nel vostro villaggio? Sarebbe bene che ne approfittaste per unire rutile (il dovere) al dilettevole e riposare bene e più a lungo. Quando tornerete, scriveteci due righe. Siete contento del risultato delle trattative con L. Gr. e Iuriev? Vi siete messi completamente riaccordo e sperate ora in risultati migliori ? Dalla Russia buone notizie a proposito della svolta dei comitati, perfino quello di Pietroburgo (sic!), verso Visura. Ecco un fatto curioso. Hanno mandato un opuscolo al Raboceie Dielo. C’è (a p. 9: ci scrivono proprio così!) questa nota: «vedere il magnifico libro di Lenin 68 ». Quelli deirUnione di qui gridano: aiuto! e scrivono a Pietroburgo: permetteteci di togliere la nota; in questo modo colpite voi stessi e noi. Risposta: non impediteci di im- postare le cose in modo nuovo, e consegnate l’opuscolo alVIs^ra. Questo entre nous , naturalmente, per ora. Ma è caratteristico! Non so se Pietroburgo resisterà sulla nuova posizione. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Scrivetemi a Londra. P. S. Quasi me ne dimenticavo. Il Socialiste mi ha mandato un avviso, avvertendomi che il mio abbonamento è scaduto nel di- cembre 1901. È così? Non si sbaglia? Se ben ricordo voi ci siete andato una volta con la scheda di Iurdanov. Se è così non vi è ri- masta qualche carta, oppure non ve ne ricordate? Spedita a Parigi da Loguivy. 37. a c.“ 2. Vili. 1902 Ho ricevuto la vostra lettera, caro C., e rispondo per ora in due parole: sto terribilmente male, sono a letto. Sul punto che voi avete sollevato, non ho visto nemmeno una lettera. E penso che siate caduto in un equivoco. Chi infatti poteva CARTEGGIO I902 83 pensare di « disorganizzare » i circoli operai, i gruppi e le orga- nizzazioni invece di moltiplicarli e rafforzarli? Voi scrivete che io non ho indicato come un’organizzazione rigidamente clande- stina possa mettersi in contatto con le masse degli operai. È poco probabile che sia così, poiché (sebbene anche questo vieni sans dire ) a p. 96 voi stesso citate un passo sulla necessità di rendere « il più possibile numerose (corsivo di Lenin), con i compiti più diversi », « moltissime (NB) [moltissime!!] altre organizzazioni » (cioè oltre aH’organizzazione centrale dei rivoluzionari di professione) 10 °. Voi invece, a torto, avete visto una indubbia contraddizione laddove io stabilisco soltanto una gradazione e indico i limiti degli anelli estre- mi di tale gradazione. Dal gruppetto dei rivoluzionari professio- nali (centro), nucleo di carattere molto clandestino e ristretto, fino all\< organizzazione » di massa « senza membri », corre tutta una catena di anelli. Io mi limito soltanto a indicare in che senso cam- bia il carattere di questi anelli: quanto più « di massa » è V orga- nizzazione , tanto meno rigida, tanto meno clandestina deve essere , questa è la mia tesi. Voi invece volete capirla nel senso che fra la massa e i rivoluzionari non c’è bisogno di intermediari!! Ma an- diamo! È proprio in questi intermediari che sta tutto il nocciolo. E una volta che accenno alle caratteristiche degli anelli estremi e sottolineo {proprio sottolineo) la necessità di quelli intermedi, è ovvio che questi anelli intermedi staranno fra « lorganizzazione dei rivoluzionari » e « l’organizzazione di massa », staranno fra queste per tipo di struttura, saranno cioè meno ristrette e clan- destine del centro, ma più dell’« unione dei tessili », ecc. Per esem- pio, nel « circolo di fabbrica » {s'intende che bisogna cercare di ot- tenere che in ogni fabbrica ci sia un circolo di intermediari) si deve assolutamente trovare « il giusto mezzo » : da una parte è inevita- bile che tutta o quasi tutta la fabbrica debba sapere che quel tale è uno di avanguardia e debba aver fiducia in lui, ascoltarlo; dall’altra, il « circolo » deve organizzare le cose in modo che non si possano venire a conoscere tutti i suoi membri, che quello che è più a contatto con la massa non possa essere colto in flagrante e che, in generale, non possa essere scoperto. E ciò non scaturisce forse da sè da quanto è detto in Lenin? 8 4 LENIN L’ideale del «circolo di fabbrica » è del tutto chiaro: quattro o cinque (faccio un esempio) operai rivoluzionari, che non devono essere conosciuti tutti dalla massa. La massa, certo, ne dovrà cono- scere uno, e bisognerà stare attenti che non venga scoperto: di lui si potrà dire: è uno dei nostri, una testa fina, benché alla rivoluzione non prenda parte (almeno non si vede). Uno si terrà collegato con il centro. Entrambi dovranno avere un candidato- sostituto. Essi fonderanno alcuni circoli (di categoria, educativi, di diffusione, contro lo spionaggio, per le armi, tee. tee.), tenendo naturalmente presente che i circoli, ad esempio, per la scoperta delle spie o la raccolta di armi avranno un carattere clandestino del tutto diverso da quello dei circoli per la lettura At\\'h\ra o delle pubblicazioni legali, ecc. tee. Il carattere clandestino sarà inversa- mente proporzionale al numero dei membri del circolo e di- rettamente proporzionale alla lontananza degli obiettivi del circolo dalla lotta immediata. Non so se valga la pena di scrivere in particolare su ciò: se pensate di sì, restituitemi questa lettera che ci rifletterò sopra uti- lizzandola come materiale insieme alla vostra. Spero di incontrarmi qui con quel compagno di Pietroburgo e di riparlarne particolareg- giatamente con lui. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Scrìtta a Londra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 38. A NOSKOV 4. vili. 1902 Caro B. N., ho ricevuto entrambe le vostre lettere e mi fa molto piacere apprendere che gli apparenti « malintesi » effettivamente non sono che fumo y come ho già scritto anche a Povar (gli ho scritto che ne ero sicuro). CARTEGGIO I902 85 Ecco che voi vi lamentate dei nostri « fiduciari». Anch’io vorrei parlarvi di questo; è un punto dolente anche per me. « I fiduciari vengono reclutati con troppa leggerezza »... Lo so, lo so molto bene, non lo dimentico mai, e la tragedia (proprio tragedia, non esa- gero!) della nostra situazione sta proprio in questo: che siamo co- stretti ad agire così, che ci sentiamo impotenti a eliminare il muc- chio di cose che non vanno nel nostro lavoro. So perfettamente che con le vostre parole non intendete rimproverarci. Ma cercate di mettervi nei nostri panni e invece di dire « vostri fiduciari » mettetevi in condizione di poter dire « nostri fiduciari ». Voi po- tete farlo e (a mio parere) è necessario che lo facciate; solo allora ogni possibilità di malinteso sarà definitivamente eliminata. Sosti- tuite alla seconda persona la prima, interessatevi anche voi dei « nostri » fiduciari, aiutateci a cercarli, a cambiarli e a sostituirli, e allora non direte che i nostri fiduciari sono « antipatici » (discorsi simili non possono non suscitare perplessità: la gente in generale, e i membri della nostra redazione che non hanno la possibi- lità di chiarire la questione con voi, li accolgono come una mani- festazioni di distacco), ma parlerete dei difetti del nostro comune lavoro. E la massa di questi difetti mi opprime tanto più quanto più si va avanti. Ora è proprio vicina Torà (lo sento) in cui la questione si porrà nettamente: o la Russia darà uomini suoi, metterà avanti uomini che verranno in nostro aiuto e aggiu- steranno le cose, oppure... E sebbene io sappia e veda che già si mettono avanti uomini di questo genere e che il loro numero cresce, ciò avviene tanto lentamente e con tali interruzioni, mentre lo « scricchiolio » della macchina scuote tanto i nervi, che... talvolta si prova un vero dolore. « I fiduciari vengono reclutati con troppa leggerezza ». Sì, ma noi non creiamo il « materiale umano », prendiamo e non possia- mo far altro che prendere ciò che ci si dà . Senza di questo non po- tremmo vivere. Un compagno parte per la Russia, dice che vuole lavorare per Visura, è onesto e fedele alla causa. Parte dunque e, naturalmente, passa per un « fiduciario », sebbene nessuno di noi abbia mai assegnato questa qualifica. E quali mezzi abbiamo noi per controllare i «fiduciari», dirigerli, dare loro altri incarichi? 86 LENIN Sovente non riusciamo ad ottenere nemmeno che ci scrivano, e in nove casi su dieci (parlo per esperienza) tutti i piani che faccia- mo qui sulla futura attività di un « fiduciario » se ne vanno al dia- volo il giorno dopo che egli ha passato la frontiera , e il fiduciario lavora come gli pare e piace. Credetemi, ho letteralmente perso ogni fiducia nelle previsioni, negli itinerari, nei piani, tee . che si fanno qui, perchè so già in precedenza che non serviranno a nulla. A noi « tocca » arrabattarci, facendo {per mancanza di altre persone) un lavoro che non è il nostro. Infatti per nominare i fiduciari, con- trollarli, rispondere di loro, coordinare e dirigere di fatto , per far questo occorre essere dappertutto, volare, vedere veramente tutti al lavoro. Per questo ci vuole una squadra di organizzatori pratici e di dirigenti , elementi che noi non abbiamo, cioè ne abbiamo, ma naturalmente sono pochi, pochi, pochi... Questa è tutta la nostra disgrazia. Quando osserviamo questo caos nella nostra attività pra- tica, siamo spesso presi da una irritazione che ci fa quasi perdere la capacità di lavorare, e una cosa sola ci consola: dunque è una causa vitale, se si sviluppa , ed è chiaro che si sviluppa nonostante tutto questo caos. Dunque fermenterà, e si otterrà del buon vino. Comprendete ora perchè la sola osservazione « ” voi ” avete fidu- ciari che valgono poco » da parte di un membro òtWlskra può quasi portarci alla disperazione? Mettetevi allora voi al più presto al posto di « quelli che valgono poco », ci viene voglia di dire. Noi diciamo, affermiamo, scriviamo perfino sui libri che tutto il guaio sta nel fatto che vi è « una massa di uomini t non vi sono uomini », e poi questa mancanza di uomini ci viene rinfacciata da tutti. La via d’uscita qui è una sola, è una via d’uscita urgentissima , neces- saria, improrogabile nel senso letterale della parola, non esagerato nemmeno di una iota, perchè il tempo non aspetta e anche i nemici aumentano: e YOsvobozdenie , e i socialisti-rivoluzionari, e ogni genere di nuovi gruppi socialdemocratici, dalla Gizn , frivola trottola, agli intriganti della «Lotta» 101 . Questa via d’uscita è che i membri russi deWIs^ra si riuniscano infine, trovino gli uomini e prendano nelle proprie mani le cose delVls\ra , poiché in verità la nostra terra è grande e ricca, ma in essa non vi è ordine. Devono trovare gli uomini, perchè gli uomini ci sono , ma bisogna CARTEGGIO I902 87 anche proteggerli più della pupilla dei propri occhi, e non solo nel senso diretto di proteggerli dalla polizia, ma anche di risparmiarli per questo lavoro improrogabile, non permettendo loro di dedicarsi ad altri compiti , utili in generale, ma non in questo momento. Quando per la completa mancanza di uomini siamo costretti ad aggrapparci anche a colui che « meno vale », non deve sorprendere se non possiamo starcene tranquillamente a guardare gli altri che rimandano il nostro lavoro « a dopo ». Se tutti gli iskristi che ci sono attualmente si dedicassero subito , senza rimandare oltre, alle cose delVIsf^ra, per organizzarla su basi indipendenti per quanto riguarda il trasporto, la diffusione, il ma- teriale, ecc., avremmo già un vero CC , un CC che disporrebbe de facto di « fiduciari » (poiché è il CC che deve disporre dei fiduciari e non la redazione) e si occuperebbe di tutto il lavoro pratico. Si dice: se non ci sono uomini, dove potrebbe prenderli il CC? Ma noi ne troviamo degli uomini; valgono poco, è vero, ma li tro- viamo. Uno che vale molto fra dieci che valgono poco non può fare gran che, ma l’esperienza non è comunque vana. Lavorando 'gli uomini apprendono: alcuni spariranno, altri saranno sostituiti, e una volta incominciato il lavoro , sarà dieci volte più facile per gli altri partecipare al lavoro già avviato. Formiamo un CC oggi (non formalmente), e domani esso acquisterà un carattere formale e sarà in grado di assorbire con energia decuplicata gente capace da ogni organizzazione locale. È solo in questo modo, « assorbendo dalle organizzazioni locali », che si può fare in modo che queste organizzazioni locali siano dirette come si deve. Ecco perchè io sono geloso anche di Semion Semionyc 1M , terri- bilmente geloso’ e mi agito per ogni suo sguardo (anche solo uno sguardo) ad un « tipo estraneo ». E non posso fare altrimenti, poi- ché se gli iskristi non dicono: questo è affar mio , non lo dicono ad alta voce, non si aggrappano a questo lavoro tenacemente, con le unghie e coi denti, non cominciano a prendersela con gli altri perchè non dimostrano sufficiente tenacia [voi una volta mi avete detto: rimproverateli voi gli iskristi! Ma vi ho risposto: non spetta a me farlo, ma a voi , perchè soltanto chi partecipa praticamente al lavoro stesso e ne conosce tutti, assolutamente tutti i retroscena LENIN ha il diritto di fare rimproveri], se gli iskristi non faranno questo, significa che vogliono lasciarci « soltanto con quelli che valgono poco », e questo sarebbe l’inizio della fine. Mi è ora di finire. Desidererei moltissimo che voi e Povar vi rappresentaste il più concretamente possibile la nostra situazione e vi metteste nei nostri panni, e non diceste voi, ma noi. In ogni caso è necessario che Povar ci scriva molto spesso e che ci scriva direttamente , che stringa piu solidi legami fra noi e Semion Se- mionyc e fra Semion Semionyc e noi. Quanto alla vostra venuta, se dovete trattenervi ancora a Zu- rigo, è un’altra cosa. Perchè vi sentite terribilmente male? È la vo- stra salute che non è del tutto buona? Non dovreste riposare un po’? Io continuo a stare poco bene e non posso nemmeno pensare di mettermi in viaggio. Scrivetemi la vostra opinione sulla Zernova e su Sanin. Di que- st’ultimo ho sentito qualche cosa da varie persone e ne ho tratto l’im- pressione che non è un militante, che è troppo selvatico (« wild »). Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Zurigo da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1925. 39. A LEVIN Cari compagni, ci ha molto rallegrato la vostra lettera che ci informa delle vedute e dei progetti dei superstiti della redazione del Iuzny Ra~ bori. Con tutto il cuore ci uniamo alla vostra proposta di stret- tissimi rapporti e di strettissima collaborazione fra il Iuzny Raboci e Visura. Occorre prendere immediatamente le misure più ener- giche per rafforzare questi rapporti e passare a quel Yunità d’azione che sgorga dalla nostra unità di vedute. In primo luogo ci varremo, a questo scopo, della vostra proposta di condurre trattative con CARTEGGIO 1902 89 Cernyscev. Comunicateci il suo indirizzo. Non verrà all’estero (co- me abbiamo sentito dire) e non verrà da noi*? In secondo luogo indicateci il vostro rappresentante ufficiai^. Dateci subito anche un indirizzo diretto, dove sia possibile inviarvi lettere daH’estero e dalla Russia , e un recapito dove sia possibile vedervi. Abbiamo già fatto dei passi perchè i membri deH’organizzazione russa àtìVIs^ra si incontrino con voi e possano parlare di tutto particolareggiata- mente. Per non perdere tempo inutilmente, scrivete anche voi più particolareggiatamente. Quali sono i piani pratici immediati della redazione del luzny Rabociì È in contatto e ha rapporti formali con i comitati meridionali? Da quanto avete detto, cioè che avete intenzione di condurre le cose come prima della formazione del- l’« Unione dei comitati e delle organizzazioni meridionali », de- duciamo che anche la composizione e X indirizzo dell’attuale reda- zione del luzny Raboci sono diversi dalla composizione e dall’in- dirizzo della redazione che c’era in primavera, al tempo della con- ferenza. È così? In che cosa precisamente consiste questa diversità di indirizzo, e quale posizione hanno in proposito i comitati me- ridionali, cioè quali di essi sono per l’indirizzo dell’« Unione dei comitati e delle organizzazioni meridionali» e quali per il vostro? Qual è il vostro punto di vista : è profonda questa diversità, non im- pedirà l’unificarsi del partito e quali misure sarebbe desiderabile prendere per raggiungere al più presto l’unanimità? Qual è l’atteg- giamento nei riguardi dei comitati del sud (e nei riguardi dei due orientamenti di cui parlavate) di quei sei gruppi provinciali di cui ci avete scritto? Desidereremmo moltissimo che ci aiutaste a chia- rire completamente tutte queste questioni, poiché ciò contribuirebbe moltissimo a un avvicinamento fra i vostri amici e i membri del- l’organizzazione russa dtìYIs^ra che lavorano nel sud. Scritta il 22 agosto 1902. Spedita a Kharkpv da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1924. * Dall’estero scrivere a Dietz in doppia busta , chiedendogli di trasmettere immediatamente alla redazione dell'/r^n*. 9 ° LENIN 40. A KRASNUKHA E I. D. STASOVA Personale , per Vania e Varvara Ivanovna. Vi preghiamo di tra- smetterla immediatamente a loro e solo a loro. La notizia della « vittoria » di Vyscibalo 10 ® ci ha sbalordito. Pos- sibile che sia bastata la partenza di Kasian e di Scpilka per far per- dere agli iskristi la capacità di agire? La protesta di Vyscibalo avrebbe dovuto avere questa sola conseguenza: voi gli avreste pro- posto di votare e immediatamente dopo avreste dichiarato a mag- gioranza, in primo luogo, che egli, per quanto riguarda la sostanza del problema, era in assoluta minoranza; e, in secondo luogo, che le sue lamentele sulla violazione dello statuto erano assurde e ca- viliosi (poiché, secondo lo statuto, si devono interrogare tutti coloro che si trovano a Pietroburgo e non trascinare le cose in attesa di interrogare anche gli assenti). Se poi Vyscibalo sollevava (osava sollevare) la questione della separazione, bisognava subito prendere a maggioranza la decisione di escluderlo dairUnione. Da tutto risulta evidente che Vyscibalo cerca sfrontatamente la « guerra », e gli iskristi si comprometterebbero per sempre se non gli rispondessero a loro volta con una guerra risoluta e accanita. Non abbiate paura delle minacce di Vyscibalo, non abbiate paura della pubblicità, mettetevi immediatamente sul piede di guerra, come abbiamo scritto sopra, e adottate al più presto possibile le decisioni innanzi proposte. Anche se Vyscibalo attirasse dalla sua parte ancora qualcuno (anche se foste ridotti soltanto alla metà o a meno della metà), dovete andare fino in fondo ed esigere in modo assoluto che Vyscibalo sia cacciato, senza minimamente temere una «scissione» deirUnione. Poi dovete presentare un ultimatum anche agli operai: o scis- sione dell’Unione e guerra, o risoluta condanna di Vyscibalo da parte degli operai e suo allontanamento. Da parte nostra scriviamo subito a 2a3b. Rimandiamo la pub- blicazione ntWIs^ra della dichiarazione di Pietroburgo 101 . CARTEGGIO 1902 91 Ripetiamo: è ormai una questione d 'onore per gli iskristi di Pietroburgo... Naturalmente ora occorre fare tutto in una riunione generale e non altrimenti, invitando senza fallo Vyscibalo e com pilando i verbali delle decisioni. I verbali mandateceli immedia- tamente. Scritta il 24 settembre 1902. Spedita a Pietroburgo da Londra . Pubblicata la prima volta nel 1924. 41! A KRASIKOV Caro amico, i miei appunti sulla riunione che abbiamo tenuto qui non li ho potuti trovare 10 \ E poi, non servirebbero a nulla. La riu- nione ha avuto un carattere consultivo, e voi, in due 10fl , vi ricorde- rete naturalmente molto meglio di me di quello che c’è stato. Rico- struire ufficialmente ciò che è avvenuto non posso, e non lo potrei nemmeno se avessi quegli appunti frammentari che ho preso a mio uso esclusivo e che talvolta non sono costituiti nemmeno da parole, ma da segni. Se occorresse prendere delle decisioni su qualche cosa di importante, scriveteci una proposta ben definita, fateci una do- manda formale (alla redazione), e noi risponderemo subito. Se in- vece non è ancora il caso di farlo, non fatelo, poiché, per quanto concerne la tattica generale ci siamo messi pienamente d’accordo. Mi ha fatto molto, molto piacere sapere che avete mandato ra- pidamente avanti la faccenda del Comitato d’organizzazione in7 e che lo avete costituito con i sei. Mi meraviglia soltanto che abbiate cooptato gli altri prima della costituzione formale, prima dell’invito al Bund. Non si era pensato di fare al contrario? D’altra parte ciò non ha molta importanza, se siete convinto che non possano sorgere inconvenienti. Siate severi con il Bund! Anche all’estero scrivete nel modo più severo possibile (al Bund e al Raboceie Dielo ), riducendo la fun- 92 LENIN zione dellestero a un minimo tale che in nessun caso possa assu- mere dell’importanza. La preparazione tecnica del congresso la potete affidare a delegati o fiduciari incaricati espressamente da voi; non affidatela a nessun altro e non dimenticate che la gente al- l'estero è debole in fatto di clandestinità. L'ordre du pur del congresso traccia elo soltanto nelle linee generali. Richiedeteci di comunicarvi il nostro ordre du jour (della redazione), i nostri relatori e i nostri delegati (della redazione). Per il congresso affrettatevi con tutte le forze. Cercate di fare avere le deleghe ai rifugiati all’estero: si ridur- ranno le spese. Comunicate immancabilmente con la massima esattezza qual- siasi passo ufficiale del Comitato d’organizzazione. E, ancora una cosa : il Raboceìe Dielo sta per morire e sarebbe molto importante che voi (del Comitato d’organizzazione) gli inviaste un’esorta- zione, non ingiuriosa, ma seria, invitandolo a considerare l'impor- tanza dell'unione, il vantaggio di una pacificazione, ecc. Affrettatevi dunque! Un po’ di denaro, se necessario, ci riu- scirà di procurarcelo. Scritta nel novembre 1902. Spedita a Pietroburgo da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 42. A LEVIN Scrive Lenin. Siamo molto lieti per i successi e l'energia del Comitato d’organizzazione. È di estrema importanza tendere im- mediatamente tutte le forze per portare le cose fino in fondo e con la massima rapidità possibile. Cercate di sostituire al più pre- sto il membro di Pietroburgo (andrebbe bene Ighnat) e scriveteci con copia di particolari suiratteggiamento che nelle varie località (comitati) si è assunto nei confronti del Comitato dorganizza- CARTEGGIO I902 93 zione. Ighnat vedrà presto Fekla 1M ? Occorre saperlo con precisione e al più presto. L’elenco delle questioni che abbiamo abbozzato è allmcirca questo (nell’ordine di discussione): 1) rapporti con Boris 10 ®? (Se si tratta . soltanto della federazione, dividersi immediatamente e riunirsi a parte. Occorre preparare tutti per questa eventualità). 2) Programma. 3) Organo del partito (giornale. Uno nuovo o uno di quelli già esistenti. Insistere sull’importanza di questa questione preliminare). 4) Organizzazione del partito (principio fondamen- tale: due istanze centrali, non subordinate l’una all’altra. a) Un organo centrale: guida ideologica. All’estero? b) Un Comitato centrale in Russia. Tutte le disposizioni di carattere pratico. In- contri regolari e frequenti fra le due istanze e determinati diritti per ognuna di prender parte all’attività dell’altra e talvolta an- che di cooptazione reciproca. Estremamente importante preparare in anticipo il terreno per attuare questo principio fondamentale e per renderlo completamente chiaro a tutti. Inoltre: la maggior centralizzazione possibile. Autonomia dei comitati locali negli af- fari locali, diritto di veto per il CC in casi eccezionali. Organiz- zazioni locali soltanto con il consenso e la conferma del Comitato centrale). 5) Questioni varie di tattica: terrorismo, sihdacati, lega- lizzazione del movimento operaio, scioperi, dimostrazioni, insur- rezione, politica agraria e lavoro fra i contadini e neH’esercito, agi- tazione in generale; manifestini, opuscoli e simili, ecc.; qui non è osservato alcun ordine. 6) Rapporti con gli altri partiti (« Eman- cipazione », socialisti-rivoluzionari, polacchi, lettoni, ecc.). 7) Reso- conti dei delegati (è molto importante che ogni comitato presenti un resoconto il più completo possibile (prepararli subito e per si- curezza consegnarne una copia al Comitato d’organizzazione per- chè ce la mandi). Cercate sempre di darci le note caratteristiche dei socialisti-rivoluzionari locali e di valutarne la forza e i collegamen- ti). 8) Gruppi e organizzazioni estere (Raboceie Dielo , « Lotta », Gizn , « Libertà ». Incaricare una commissione o il CC di studiare un piano per la loro unificazione). 9) T Maggio, io) Congresso 1903 ad Amsterdam u0 . 11) Problemi di organizzazione interna: finanze, tipo di organizzazione dei comitati, incaricare il CC del trasporto 94 LENIN e della distribuzione della stampa, ecc. Presumibilmente una parte di quanto sopra dovrà essere discussa nelle commissioni. Ripeto che questo è soltanto un abbozzo approssimativo e, per quanto riguarda lordine dei punti, qui abbiamo discusso assieme soltanto i punti 1-5. Fra i membri della redazione io ero per met- tere il punto 3 in uno dei primi posti (cioè proprio al terzo posto), mentre un altro membro (Pakhomi) lo voleva mettere dopo il punto 5. Ritengo che sia importante risolvere prima il punto 3, per dar subito battaglia a tutti gli avversari su un problema ampio e fondamentale e farsi subito un’idea precisa della composizione del congresso (respective: separarci per un motivo serio). Sappiate dirci se avrete relatori e su quali questioni (ad 5, det- tagliatamente). Quale opuscolo chiede di pubblicare Ighnat? La lettera a Iere- ma m , per caso P Non mancate di fare in modo che ogni comitato (e gruppo) comunichi ufficialmente e per iscrìtto se riconosce il Comitato di organizzazione. È necessario che ciò sia fatto subito. Vi consiglio di pubblicare l’annuncio riguardante il Comitato d’organizzazione anche in Russia (cioè non pubblicarlo soltanto nell'idra); poligrafatelo magari, ma fatelo uscire. Vi manderemo il progetto delle questioni elaborato da tutta la redazione e l’elenco dei nostri relatori quando ci saremo messi in contatto, per questo, con tutti i membri della redazione che ora vivono in paesi diversi. Nominate subito i membri del Comitato d’organizzazione nei centri principali (Kiev, Mosca, Pietroburgo) e comunicateci i re- capiti di questi membri in modo che possiamo mettere effettiva- mente coloro che partono a completa disposizione del Comitato d’organizzazione. Ciò è molto, molto importante. Infine, ancora una cosa: bisognerebbe organizzare rincontro di Ighnat con Fekla dopo che 1) egli avrà visto, per quanto possibile, tutti e tutto; 2) voi avrete ricevuto da tutti il riconoscimento ufficiale del Comitato d’organizzazione e 3) avrete informato ufficialmente anche il « Raboceie Dielo » che avrà un membro con voto delibera- tivo nel Comitato organizzativo. Solo a queste condizioni l’incontro CARTEGGIO I902 95 di Ighnat con Fekla potrà servire a successivi e importanti passi. Si affretti dunque Ighnat a prendere queste misure preliminari e non dimentichi che di fronte a Fekla egli deve poter disporre dei più ampi (notatelo!) poteri già formalmente riconosciuti. Scritta non prima dell 1 1 dicembre J902. Spedita a Kharl{pu da Londra . Pubblicata la prima volta nel 1928. 43. A PLEKHANOV 14. xii. 1902 Caro G. V., da parecchio tempo non avevamo vostre notizie e intanto si sono accumulate parecchie cose e questioni. Innanzi tutto parliamo degli articoli per Visura. Per il n. 30 (il n. 29 uscirà domani o dopodomani) abbiamo Tarticolo di Iuli, Bi- lancio autunnale. Sarebbe necessario averne ancora un altro. Che ne pensate? Fateci sapere, vi prego, se state scrivendo qualcosa e quando pensate di mandarcelo; fateci sapere qualcosa anche per l’articolo polemico: andrebbe molto bene per il n. 30 quello che ci avevate proposto contro le «paginette» di Tarasov 11 *. Aspetto una risposta. Ancora. Riguardo all’opuscolo contro i socialisti-rivoluzionari. L. Gr. mi ha detto e vi ha scritto che sarebbe meglio che ve ne incaricaste voi, poiché oltre alla critica « dogmatica » potreste anche fare un parallelo storico con gli anni settanta. In pieno ac- cordo con L. Gr. ritengo che un simile parallelo sia molto, molto importante; naturalmente non ce nemmeno da pensare che possa farlo io. E poi, in generale, sarei molto contento che dell’opuscolo vi incaricaste voi. Non ho molta voglia di farlo e, d’altra parte, oltre alle faccende correnti, devo ora preparare delle conferenze per Parigi (mi vogliono, come mi comunica Iuli, invitare là per tre o quattro conferenze sulla questione agraria). Dunque tutto congiura perchè l’opuscolo tocchi a voi, ed è una cosa assoluta- 9 6 LENIN mente necessaria contro i socialisti-rivoluzionari; bisogna assoluta- mente riveder loro ben bene le bucce. Essi fanno un gran danno a noi e alla causa. Fateci dunque conoscere la vostra decisione. La risposta di L. Gr. alla Revoliutsìonnaia Rossia è andata nel n. 29: vuol dire che la riceverete alla fine della settimana; d’altra parte l’avete già vista in bozze. Oggi ho saputo che andrete a Bruxelles alla conferenza inter- nazionale (probabilmente alla fine di dicembre o airinizio di gen- naio) dove terrete una relazione. Spero che non mancherete di fare una capatina da noi. Siamo molto vicini, e durante le feste non vi costerà gran che. D’altra parte, qui, in primo luogo, sarebbe molto, molto necessaria una vostra relazione, poiché vi sono molti operai contagiati dall’anarchismo (me ne sono convinto facendo la mia relazione sui socialisti-rivoluzionari, che non ha interessato il pubblico locale). Voi potreste certamente esercitare un’influenza su di loro. Poi, ed è la cosa principale, si sono accumulati impor- tanti argomenti per un colloquio, specialmente sulle cose russe: là si è formato il « Comitato d’organizzazione », che da tempo si stava preparando e che potrà svolgere una funzione importantis- sima . . E sarebbe della massima importanza che rispondessimo as- sieme a tutiuna serie di questioni che quel Comitato ci ha già sot- toposto (riguardanti le misure da prendere per l’unificazione del partito, l’ordine del giorno, Tagesordnung> del congresso comune, le relazioni che noi manderemo, ecc., questioni in generale di vivo interesse, che hanno ora un’importanza particolare). Fateci sapere, vi prego, quando precisamente avrà luogo la conferenza a Bruxel- les, quanti giorni durerà e se potrete venire qui. Poi non sarà forse opportuno che sfruttiate in qualche maniera, già in questa conferenza, il fatto della formazione del Comitato d’organizza- zione? Scrivete al più presto e noi chiederemo alla Russia: può darsi che si faccia in tempo a mandarvi da laggiù una qualche di- chiarazione o lettera, se ce ne fosse bisogno. Vedete la redazione della Gizn 114 ? Come va l’« avvicinamen- to », che possibilità ci sono? E quelli del Raboceie Dieloì Sapete, sarebbe bene, secondo me, che anch’essi frequentassero il vostro « circolo marxista » e che si cominciasse a prender contatto anche CARTEGGIO I902 97 con loro (non formalmente). Ai tempi che corrono non conviene litigare con loro, e non ve ne sarebbe nemmeno il motivo: sosti- tuendo il Krasnoie Znamia al Raboceìe Dielo essi hanno in so- stanza accettato il nostro piano di « distribuzione delle funzioni editoriali », e neiropuscolo di Martynov Gli operai e la rivoluzione non c’è nulla di dannoso (tranne lo stupido « chiaroveggente »). Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Per il bulgaro sono io il colpevole u \ Lo confesso. Non ho scritto perchè non vi erano incarichi da dare e non avevo pensato che voi poteste allarmarvi. Spedita a Ginevra da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1925. 44. A LAVROV E I. D. STASOVA 27. XII Abbiamo ricevuto la lettera di Vlas. Nei limiti del possibile vi aiuteremo. Da tempo vediamo che la vostra situazione è dispe- rata e pensiamo di aiutarvi. Ma voi dovete assolutamente dirci qual è la storia precisa della scissione di Pietroburgo, e subito. Rispondete punto per punto: 1) la Commissione d’organizzazione (dell’estate) è stata eletta dalla sola Unione di lotta (= comitato degli intellettuali?) o anche dal- TOrganizzazione operaia? 2) quando precisamente è stata eletta? 3) i suoi poteri sono stati ben precisati per iscritto (cioè, di che cosa era stata incaricata)? 4) in che cosa consiste l’irregolarità nella sua elezione, secondo l’opinione di Vyscibalo e compagni? 5) cerano nella Commissione d’organizzazione delegati deH’Òrganizzazione operaia (due?) e chi li ha eletti? 6) da dove l’hanno cacciato fuori Vyscibalo: dalla Commissione d’organizzazione, dal comitato degli intellettuali o dall’Organizzazione operaia? 7) che cosa è questa 98 LENIN Organizzazione operaia che scrive ora proprie dichiarazioni? Una organizzazione nuova? riorganizzata? quando? come? 8) perchè non ci avete mandato il manifesto di settembre del Comitato dell’organizzazione operaia? 9) perchè non avete messo in circola- zione un manifesto contro di loro, magari scritto a mano? o non ci avete mandato una controdichiarazione? Non si può lasciar senza risposta nessun loro passo, io) Che cosa è ora questo CC? Esiste ancora la Commissione d’organizzazione? Vi sono degli operai dalla vostra parte? Perchè non si forma con loro una con- tro-organizzazione? Perchè i vostri operai non protestano contro gli operai di Vyscibalo e il loro comitato? Mandateci immediatamente nuovi recapiti, mai utilizzati, per i nuovi arrivati. Questi recapiti (i nostri) non dateli a nessun altro. Cercate per tempo una casa per nascondere una persona. In parti- colare cercate di cancellare le tracce dei suoi rapporti con i vecchi membri (Tsaplia, ecc.), che certamente sono tenuti d’occhio. Scritta il 27 dicembre 1902. Spedita a Pietroburgo da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1928 . 45. A LENGHNIK 27. XII Abbiamo ricevuto la lettera sul coup d’état “ e rispondia- mo subito. Ci sbalordisce che Zarin abbia potuto permettere che le cose arrivassero fino a un simile scandalo!! Ecco i frutti del suo sbaglio, quello di non entrare nel comitato! Noi da tempo insistevamo su questo. Per ora non pubblicheremo nulla sulla di- chiarazione, poiché non abbiamo ricevuto nè la dichiarazione, nè una lettera contro di essa. Dichiarate guerra assolutamente, obbli- gate Zarin a entrare nel comitato, redigete un verbale sulla rot- tura (o sul numero dei voti prò e contro) e diffondete un mani- festino sulle cause della scissione ( rcspective divergenze). Pubbli- care la dichiarazione senza questi documenti ufficiali su ogni vo- CARTEGGIO 1902 99 stro passo non ha senso. Non mancate di dare una forma ufficiale a ogni passo di quelli del Raboceie Dielo e vostro contro di essi, e non cedete in nulla. Bisogna a tutti i costi coglierli sul fatto per far vedere che essi sono contro il Comitato d organizzazione e voi a favore. È proprio sul terreno del riconoscimento (respective non riconoscimento) del Comitato d’organizzazione che bisogna sem- pre e dappertutto impegnare subito la battaglia decisiva: comuni- catelo a Zarin e ai suoi Genossen più intimi, insistendo molto. Dunque: che Zarin dimostri tre volte più energia e salvi Kiev: questo è ormai il suo primo dovere. Le pubblicazioni sono in Russia e vi dovranno pervenire pre- sto. Mandatene assolutamente non meno di due pud a Pietroburgo, ai nostri, immancabilmente. Scritta il 27 dicembre 1902. Spedita a Kiev da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 1903 4 6. A BABUSCKIN Per Novitskaia da Lenin Caro amico, riguardo all’« esame » lie devo dire che non è possibile pro- porre di qui un programma. Fate scrivere ogni propagandista sul programma sul quale si prepara o vuole prepararsi, e io ri- sponderò particolareggiatamente. Mi chiedete di fare più doman- de. Sta bene. Badate però di rispondere a tutto, i) Qual è lo statuto attuale del Comitato di Pietroburgo ? 2) Vi è « discussione »? 3) Suo posto rispetto al CC e airOrganizzazione operaia? 4) Atteggia- mento del CC verso le organizzazioni locali e i gruppi operai? 5) Perchè gli operai iskristi hanno tacitamente permesso a quelli di Vyscibalo di chiamarsi « Comitato dell’organizzazione operaia »? 6) Sono state prese misure per seguire passo a passo gli zubatovisti di Pietroburgo? 7) Nei circoli operai si tengono sistematicamente conferenze (o si organizzano conversazioni) sul tema dell’orga- nizzazione, sull’importanza dell 1 * organizzazione dei rivoluziona- ri»? 8) Si insegna largamente agli operai che essi, precisamente essi, debbono passare quanto più spesso è possibile e nel modo più largo possibile in una situazione illegale? 9) Sono state prese mi- sure per decuplicare le corrispondenze da Pietroburgo, che non abbiamo da un tempo vergognosamente lungo? io) Si infonde in tutti gli operai il concetto che proprio essi devono organizzare una tipografia per i manifestini e curare la loro regolare diffusione? CARTEGGIO I903 IO! Eccovi dieci domande. Aspetto la risposta. Una forte stretta di mano. Badate, scomparite assolutamente al primo indizio di pedi- namento. Scritta il 6 gennaio 1903. Spedita a Pietroburgo da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 47. AD I. D. STASOVA Abbiamo ricevuto (da una località estera) un nuovo docu- mento vyscibaliano, deirottobre 1902: programma e principi di or- ganizzazione; una cosa ingarbugliata e nociva. Ci secca e ci dispiace maledettamente che non ci abbiate mandato subito e direttamente (in due copie a indirizzi diversi) tutto quel che si produce a Pietro- burgo. Non abbiamo ancora avuto il primo manifestino dei vy- scibaliani (quello di luglio : la « protesta » contro il riconoscimento deir/z^ra) e ne siamo venuti a conoscenza attraverso gli Otl(liJ{L È uno scandalo!! Possibile che sia così difficile mandare un foglio stampato, quando le lettere arrivano così bene?? Altra cosa scan- dalosa è che tardiate tanto a rispondere: Ighnat ci ha comunicato che il manifestino di risposta alle assurdità di Vyscibalo lui lo ha scritto da molto tempo, che voi invece avete menato le cose per le lunghe e non solo lo avete sostituito con un altro più lungo, più fiacco e prolisso, ma che alla fine non ne avete pubblicato nessuno! ! ! E se proprio non si poteva pubblicare, era davvero difficile man- darcelo qui per lettera? Spiegateci, per amor di dio, di che si tratta : incapacità di qual- cuno del comitato (o di tutto il comitato?), o opposizione cosciente e intrigo in seno al comitato? Non possiamo sottrarci alFimpressione che scaturisce inesora- bilmente da tutto ciò: e cioè che i vyscibaliani vi stanno elimi- nando inesorabilmente, vi ingannano c, se non oggi, domani vi «scaraventeranno fuori» sul serio e definitivamente. LENIN ro2 Vi consiglieremmo di eleggere Bogdan al posto dell’ex membro di Pietroburgo 117 del Comitato d’organizzazione: se lo merita pie- namente. E poi, in generale, si vede che senza rivoluzionari di professione le cose non faranno mai un passo avanti. Scritta il /5 gennaio igoj. Spedita a Pietroburgo da Londra. Pubblicata la prima volta nel IQ28. 48. AL COMITATO DI KHARKOV Da Lenin Cari compagni, molte grazie per la particolareggiata lettera sulla situazione: molto di rado ci scrivono lettere così, sebbene ne abbiamo ter- ribilmente bisogno e ci siano necessarie in numero dieci volte maggiore, se vogliamo veramente creare un legame vivo fra la re- dazione all’estero e gli attivisti locali e far sì che Visura rispecchi completamente tutto il nostro movimento operaio nel suo insieme e nelle sue particolarità. Per questo vi preghiamo vivamente di continuare nello stesso modo, di dirci, sia pure di quando in quan- do, per filo e per segno come si svolgono le conversazioni con gli operai (di che cosa si parla nel circolo? quali lamentele vi sono? quali incertezze? Domande, temi delle conversazioni, ecc. ecc.). Il piano della vostra organizzazione, a quanto pare, si accosta a un’organizzazione razionale di rivoluzionari, nella misura in cui si può parlare di « razionale » con una tale insufficienza di uomini e nella misura in cui si può giudicare dalla vostra breve esposizione. Sugli indipendenti dateci più particolari. Poi, ancora qualche domanda: non ci sono rimasti a Kharkov operai della scuola e della tradizione di « Ivano vo-Voznesensk »? Vi sono persone che hanno fatto un tempo direttamente parte di quella compagnia «economista» e « antintellettuale » o vi sono solo i loro eredi? CARTEGGIO I903 I0 3 Perchè non scrivete nemmeno una parola sul « foglio delle casse operaie» e non ce lo mandate? Qui abbiamo visto Soltanto una copia manoscritta del rr. 2. Che genere di compagnia lo pubblica? Sono economisti arrabbiati oppure dei semplici sbarbatelli? Una autentica organizzazione operaia o un’organizzazione sotto l’in- fluenza di intellettuali economisti? È rimasta traccia della compagnia del Kharkpvskj Proletari™} Viene letta nei circoli operai Visura? Si spiegano gli articoli? Quali sono gli articoli che si leggono più volentieri e quali chiari- menti si chiedono? Si fa tra gli operai la propaganda dei metodi clandestini e del passaggio aH’illegalità su vasta scala? Cercate di utilizzare di più gli zubatovisti di Pietroburgo e mandate corrispondenze operaie. Vostro Lenin Scritta il 1 5 gennaio 1903. Spedita da Londra . Pubblicata la prima volta nel 1924. 49. AD I. D. STASOVA 16. 1. 1903 Abbiamo ricevuto ora il n. 16 della Rabociaia Mysl 119 (da Gi- nevra) e da Pietroburgo i nn. 2 e 3 dei Supplementi alla « Rabo- ciaia Mysl ». Ora è chiaro come la luce del sole che i vysciba^iani vi imbrogliano, vi menano per il naso quando vi assicurano che sono d’accordo con la Zarià e Visura. Fate immediatamente una protesta energica (se non siete in grado di pubblicarla, mandatela immediatamente qui; in ogni caso mandatene una copia), condu- cete una guerra risoluta, estendendola largamente nell’ambiente degli operai. Qualsiasi indugio, qualsiasi atto di conciliazione con i vyscibaliani sarebbe ora non soltanto un’arcisciocchezza, ma una vera vergogna. E finché avete Bogdan non potete nemmeno la- 8-675 104 LENIN meritarvi della mancanza di uomini (il rinforzo è stato inviato). Rispondete immediatamente, informandoci dei passi che state fa- cendo. Spedita a Pietroburgo da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1928, 50. A BABUSCKIN 16. 1 Abbiamo ricevuto da Ginevra il n. 16 della Rabociaia Mysl (evidentemente pubblicato e perfino scritto dalla « Libertà », cioè da Nadezdin), presentata già come organo del « Comitato di Pietro- burgo ». Vi è anche una lettera-rettifica dei vyscibaliani, una ret- tifica meschina, che in sostanza non è una rettifica, ma un compli- mento alla «Libertà ». Se i vyscibaliani assicurano di essere solidali con la Zarià e Visura, non si può trattare che di un inganno pa- lese, di una pura presa in giro: quella gente vuole guadagnar tempo per rafforzarsi. Perciò vi consigliamo, e vorremmo insistere molto su ciò, di pubblicare subito (se non è possibile pubblicarlo, mandarlo qui) un manifesto di protesta a nome del comitato e, in generale, di respingere qualsiasi avvicinamento o lusinga conci- liatrice, di iniziare una guerra risoluta, una guerra spietata con- tro i vyscibaliani, accusandoli di essere passati dalla socialdemocra- zia alla « socialista-rivoluzionaria » « Libertà ». Salutiamo l’energico comportamento di Novitskaia e chiediamo ancora una volta di con- tinuare nello stesso spirito combattivo, senza ammettere la minima indecisione. Guerra ai vyscibaliani e al diavolo tutti i conciliatori, tutta la gente dalle «opinioni inafferrabili» e tutti i biasciconi!! È meglio un minuscolo pesciolino che un grosso scarafaggio. Meglio due o tre uomini energici e assolutamente fedeli che una decina di posapiano. Scrivete il più spesso possibile e, senza indugio , dateci il modo di metterci in contatto con i vostri operai (le loro carat- teristiche) per non trovarci arenati in caso di arresti. Scritta il 16 gennaio 1903 . Spedita a Pietroburgo da Londra . Pubblicata la prima volta nel 1928. CARTEGGIO I9O3 i °5 51. A KRGIGIANOVSKI 27. 1 Scrive il vecchio. Ho letto la vostra arrabbiata lettera del 3 gen- naio e rispondo immediatamente. Quanto alla corrispondenza, ai cani 120 ecc., risponderà il segretario 121 più avanti: io non capisco più chi sia il colpevole, ma è un fatto che dovremmo assolutamente mantenerci in continuo contatto, scriverci non meno di due volte al mese; ciò finora non si è fatto, e per molto tempo non ab- biamo saputo nulla di voi. Non dimenticate che quando non rice- viamo lettere non possiamo far nulla, non sappiamo se la gente è ancora viva e siamo costretti, siamo proprio costretti, a fare come se quasi non esistesse. Non avete risposto alla mia domanda sullo spostamento di Brut: a quanto pare vi sono poche speranze che le cose vadano bene finche non ci sarà questo spostamento. Pas- siamo ora agli affari. Rimproverandoci, voi sopravvalutate la nostra forza e la nostra influenza: qui noi ci siamo messi d’accordo sul Comitato d’organizzazione, abbiamo insistito perchè si riunisse e perchè voi foste invitato, vi abbiamo scritto. Non potevamo fare nulla di più, proprio nulla, e non possiamo rispondere di nulla. La radice del male è che Brut non è andato al Comitato d’organiz- zazione e che successivamente tutto si è fatto senza di lui (come del resto senza di noi). Non siamo stati noi ad accettare come mem- bro un ignoto (quel tale posapiano e poco intelligente; l’ho cono- sciuto personalmente a Pskov: è legato alla famiglia e al posto, è un retrogrado e un buono a nulla, per causa sua abbiamo già rimproverato Pankrat), non siamo stati noi a trasferire l’ufficio; noi non abbiamo dato assolutamente alcun « potere » a Pankrat. Quan- do però è risultato che Pankrat era l’unica (NB NB) persona attiva del CO, il potere non poteva, di conseguenza che trovarsi nelle sue mani. Voi scrivete: gli uomini ci sono, ma noi non li abbiamo, non li conosciamo, non li vediamo. Siamo diventati quasi nevra- stenici per la completa mancanza di uomini per il CO, che ri- chiede gente attiva, sveglia, libera e che sappia agire neH’illegalità. Solo Pankrat è passato aH’illegalità, viaggia, vola, è al corrente di 8 * io6 LENIN tutto e..., come è ovvio, si è autoinsignito del grado di caporale. Noi non Tabbiamo intralciato, naturalmente, perchè non potevamo e non volevamo impedirglielo: non ce nessun altro!!! Compren- detelo alla fine. Pankrat è pigro e trascurato, ma è intelligente, ha buon senso, è al corrente delle cose, sa battersi, e con lui è possibile intendersi. Ora si è arenato (a Parigi) non so per quanto tempo, e noi lo rimproveriamo, cerchiamo di farlo andare di nuovo in Rus- sia, perchè senza di lui il CO è zero. Presto « lei > (il fratello di Akim) partirà, cercheremo di farla entrare nel Comitato d orga- nizzazione; sembra sia energica. « Pierò » non ha voglia di partire. Niente passaporti, niente copie. Se Brut si sposterà in un posto vi- cino, animato, lo aiuteremo a riprendersi l'ufficio e tutto si acco- moderà, forse. Altrimenti tutto andrà (se andrà) come vuole Allah, come vuole Pankrat, come vuole « lei >, e noi qui non ci potremo far nulla. Le pubblicazioni sono partite. Ne sono state trasportate più di 40 pud. La dichiarazione del CO la pubblicheremo nel n. 32, che uscirà dopodomani. Anche lo zietto se ne sta ancora in disparte (come Brut) e non è arrivato in nessun posto; se egli e Brut si stabilissero sia pure a Poltava, si prenderebbero l'ufficio. Con Zarin sono molto arrabbiato: non scrive con serietà, è in- dolente, non sa nulla di Kiev, ha permesso che la scissione avve- nisse sotto il suo naso. Disinteressarsi delle cose locali fino a questo punto è veramente paradossale!! Che colpa abbiamo noi se dei due membri « a parità di diritti » del CO, Zarin « siede e tace > e Pankrat in un modo o nell’altro si dà da fare? Io penso (non lo so di certo) che Zarin sia un uomo di poca iniziativa, legato alla legalità e al posto. E oggi questi uomini si mettono da sè in di- sparte, senza, invero, volontà o colpa da parte nostra. Scrina il 27 gennaio 1903. Spedita a Samara da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1928. CARTEGGIO 1903 107 52. ALL’UNIONE DEI SOCIALDEMOCRATICI RUSSI ALL’ESTERO All’Unione dei socialdemocratici russi In risposta alla lettera dell’Unione dei SDR alla Lega della socialdemocrazia rivoluzionaria russa, da noi ricevuta il 4 febbraio, ci affrettiamo ad informare l’Unione che condividiamo in pieno il suo punto di vista circa la necessità di costituire una sezione estera del Comitato d’organizzazione russo. È vero, noi non pos- siamo in nessun modo condividere lopinione dell*« Unione dei SDR » secondo cui il Comitato d’organizzazione « erroneamente 0 inesattamente attribuisce la sua nascita ad una iniziativa perso- nale », poiché il CO si richiama direttamente alla decisione della conferenza (per attuare la quale decisione il comitato si è appunto costituito). Inoltre il Comitato d’organizzazione è stato costituito dalle organizzazioni che hanno preso parte alla conferenza. Se il CO, subito e senza interpellare le altre organizzazioni di partito, non si dichiara organismo ufficiale di partito, ciò dimostra ap- punto, secondo la nostra convinzione, che il CO ha ben compreso 1 suoi compiti e agisce con quel tatto e cautela che sono tanto im- portanti quando si tratta di serie faccende di partito. Ci affrettiamo d’altra parte a precisare che noi non attribuiamo affatto molta importanza al suaccennato disaccordo fra noi e l’Unione dei SDR; al contrario speriamo che questo disaccordo si dissipi facilmente via via che si svilupperà l’attività del Comitato d’organizzazione. Proseguiamo. Non riterremmo razionale, e nemmeno del tutto legittimo da parte nostra, «passare immediatamente alla costitu- zione di una sezione estera del CO » fino a che non ci venga un invito diretto del CO dalla Russia. Ci comunicano che il CO ha già scritto sia al Bund in Russia che all’Unione dei SDR all’estero. Non abbiamo il testo nè deH’una nè dell’altra lettera. Da questo fatto, però, in ogni modo, deriva che il CO in Russia fa già dei passi nella direzione indicata. Non sarebbe quindi molto sensato io8 LENIN da parte nostra cominciare ad agire senza attendere, il risultato di questi passi del Comitato d organizzazione. Noi ci riteniamo in dovere di portare immediatamente a cono- scenza del CO russo la lettera dell’Unione dei SDR; nello stesso tempo comunicheremo a quel comitato la nostra opinione, e cioè che è desiderabile che esso costituisca immediatamente una sua sezione estera. Proporremmo di attendere la risposta del CO russo. Se però i compagni del Comitato estero del Bund e dell’Unicne dei SDR ritenessero utile organizzare, prima ancora di ricevere questa risposta, una riunione non ufficiale di rappresentanti del Comitato estero del Bund, dell’Unione dei SDR e della Lega della socialdemocrazia rivoluzionaria russa, noi, naturalmente, non ri- fiuteremmo. La Lega della socialdemocrazia rivoluzionaria russa Scritta il 4 o il 5 febbraio 1903 . Spedita a Parigi da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1930. 53. A MARTOV 5. IL I9O3 Invio copia della lettera deH’Unione e del progetto della no- stra risposta 144 . La risposta è stata inviata a Plekhanov, con la pre- ghiera di attendere una tua lettera da Parigi. Organizza imme- diatamente una riunione con P. Andr. e Boris e rispondi a Ple- khanov al più presto , dicendogli se sei d’accordo sulla risposta o se occorre fare dei cambiamenti. Sarebbe desiderabile, natural- mente, non ritardare la risposta agli unionisti, ma se si dovessero votare dei cambiamenti il ritardo sarebbe considerevole: per i cam- biamenti non importanti si potrebbe forse soprassedere. Natural- mente, però, se ce una divergenza riguardante la sostanza, biso- gnerà ritardare la risposta (di questo scrivo anche a Plekhanov) e votare tutti. CARTEGGIO 1903 IO9 Secondo me (V. I. e L. Gr. sono della mia opinione), qui la cosa più importante è precisamente di fare in modo che 1) la se- zione estera del CO sia effettivamente una sezione del Comitato d’organizzazione russo . Gli unionisti, pare, si immaginano due sezioni con pari diritti: una russa e una estera; una simile interpre- tazione non la possiamo assolutamente, per nessuna ragione, nè ac- cettare nè ammettere. Il CO russo deve agire con cautela (da questo punto di vista il suo comunicato è compilato molto bene), ma in tutto ciò che fa ed ogni volta che qualcuno si rivolge ad esso deve agire con molta autorità e rigore, sì da far vedere che è lui, il CO russo, a dirigere tutto e che nessuno nel partito può far nulla che riguardi tutto il partito, che impegni tutto il partito se non per in- carico del Comitato d* organizzazione russo. Con la loro lettera, tuttavia, gli unionisti riconoscono (o quasi: riconoscono per tre quarti) il CO, e quanto più lo riconoscono tanto più il comitato dev’essere cauto e fermo. È sommamente impor- tante prendere fin dall’inizio un tono giusto, fare in modo che la posizione del partito risulti ben chiara: 0 riconoscimento di questo CO e subordinazione ad esso, 0 la guerra. Tertium non datur*. Ed ora vi sono molte probabilità di ottenere un riconoscimento generale senza offenderà nè irritare nessuno, ma senza cedere nem- meno di un capello . 2) Bisogna che il CO riduca al minimo le funzioni della sua sezione estera. La sezione estera « gestisce » (nel senso di prepa- rare l’unificazione) soltanto le cose estere e aiuta quella russa. Per qualsiasi altra questione che esuli, oltrepassi, sia pure di un capello, questi limiti, la sezione estera del CO deve chiedere il parere e una deliberazione del Comitato d’organizzazione russo. Perciò in- sisto fermamente sull’idea che il CO russo deve scrivere al più pre- sto possibile una lettera all’Unione, alla Lega e al Bund propo- nendo di costituire una propria sezione per lo svolgimento di j un- zioni ben determinate . È necessario che sia proprio il CO a indi- care i « limiti di competenza » della sua sezione estera, e io pro- pongo più sotto un progetto per definire queste funzioni con /re, Una terza via non c'c (N. d. R.). no LENIN e soltanto tre, punti rigidamente stabiliti. Ti prego vivamente di discutere al più presto questo progetto con P, A. e con Boris e di confermarlo (respective mettere in votazione i cambiamenti), (Manderemo tutti questi dati anche a Iuri pregandolo di attenr dere l’arrivo di P. A. e di Boris, i quali devono affrettare il più possibile la loro venuta). (Naturalmente, P. A. potrebbe scrivere di qui, la lettera alla Lega, all’Unione e al Comitato estero del Bund, ma penso che ciò sia sommamente sconsigliabile, poiché si potrebbe sospettare che la cosa sia stata combinata e si tratti di una finzione. Meglio atten- dere una settimana o due, ma far sì che la lettera sia inviata diret- tamente dalla Russia). Penso inoltre che dobbiamo pensare ad eleggere il nostro mem- bro al CO (sezione estera) e procedere alla votazione in anticipo, poiché, dato che i nostri collegi sono in località diverse, ciò po- trebbe portar via molto tempo, e sarebbe sgradevole costringere ad aspettare per questo. Da parte mia voto per L. Gr. Di scrivere ancora a Plekhanov non ho proprio tempo. Basterà che tu gli mandi subito sia questa lettera che la risposta delVUnio - ne, mentre io mi limiterò a scrivergli un paio di righe. Una stretta di mano. Lenin Spedita a Parigi da Londra. Pubblicata la prima volta nel 7925. 54. AL COMITATO DI NIZNI-NOVGOROD A Nizni Riguardo alla cassazione io (Lenin) trovo che la vostra deci- sione è sensata 1 ^ 0 ; non sono riuscito (in parte non ho ancora po- tuto) a consigliarmi con il collegio redazionale*. Bisognerebbe • Può darsi che riesca a tornare ancora sull’argomento. CARTEGGIO I903 III far notare, sul Visura l’eroismo degli operai di Nizni-Novgorod, che hanno chiesto di non preoccuparsi del loro bene personale: sa- rebbe bene che scriveste una lettera al riguardo alla redazione. Abbiamo ricevuto, via Berlino, una « Lettera dal Comitato di Nizni-Novgorod alla redazione dell 9 Is\ra », una lunga lettera sul terrorismo, nella quale si difende (in parte e a certe condizioni) il terrorismo; manca la fine (a quanto pare). Scriveteci immediata- mente : 1) Il Comitato di Nizni-Novgorod ha inviato questa lettera ufficialmente? 2) Ripetete la fine (la lettera ha sette paragrafi e termina con queste parole: «Essi purificano l’atmosfera, spesso troppo pesante, insegnano al governo ad essere meno brutale con i rivoluzionari »). 3) Comunicate se permettete delle correzioni stilistiche (in qualche punto lo stile è molto cattivo; forse ciò è dovuto alla co- piatura affrettata, poco chiara, piena d’errori). Probabilmente pubblicheremo la lettera con la nostra risposta. Vi preghiamo vivamente e insistentemente di informarci nelle vostre lettere, senza meno e subito, di qualsiasi passo ufficiale del Comitato (spedizione del documento, serie..., lista dei fogli pub- blicati, risposta all’altro comitato o al gruppo estero, ecc. ecc.). Senza di questo i malintesi sono inevitabili* come pure gli errori e le lungaggini. Occorre che gli iskristi si mantengano uniti e infor- mino Visura tempestivamente e dettagliatamente di tutto. Una stretta di mano. Scritta prima del 25 jebbraio 1903. Spedita da Londra. Pubblicata la prima volta nel 1930. * Per esempio abbiamo sentito molti pettegolezzi c critiche sui foglio pub- blicato dal comitato contro la dimostrazione nel giorno del processo. Questo foglio l'abbiamo ricevuto poco tempo fa, casualmente , da Berlino e in ritardo. Scusate, ma non è uno scandalo? Era davvero cosi difficile per il comitato scriverci' di quel foglio e mandarcelo subito dopo la sua pubblicazione ? Per amor di dio, fate di tutto per eliminare questi difetti. 112 LENIN 55. AL COMITATO D’ORGANIZZAZIONE Secondo noi la questione àclYt ordre du jour* sta così. Il congresso stesso e solo esso decide definitivamente la questione del- l’« ordre del giorno ». Di conseguenza è del tutto inutile discutere di voti deliberativi su questo punto. Inoltre, la gran massa dei comitati ha già riconosciuto al CO l'« iniziativa esclusiva » per la convocazione del congresso. Ne deriva che la preparazione preli - minare del congresso, ivi compresa la preparazione preliminare (respective propaganda) òt\Yordre du jour, è esclusivamente af- fidata al CO. Perciò è del tutto superfluo proporre a chicchessia di votare un ordre du jour m con un certo Jacques, che allora (allora!) trovava che noi comandavamo troppo poco. Che le cose non si aggiustas- sero tanto presto in seno al CO, che vi fosse ancora un mucchio di confusione e dell’anarchia, questo lo sapevo e non mi attendevo altro. Per combatterle non vi è altra medicina che una cura co- stante (tempo ed esperienza) e un mezzo che agisca energica- mente (il congresso generale del partito). L’ho già scritto da tempo e lo ripeto ancora: affrettatevi, per l’amor di dio, quanto più po- tete, ad impiegare questo mezzo, altrimenti la vostra esperienza rischia di andare completamente perduta . Quanto alle questioni i) di Iuri “, 2) dell’ufficio e 3) della con- tesa di Ighnat con il bundista, non ne parlerò qui. In parte si tratta di roba vecchia, in parte di cose che devono essere risolte sul posto, e un mio consiglio su queste ultime (nonostante il parere del mio amico Jacques) nel migliore dei casi non servirebbe a nulla. Sono cose che voi (tutti voi) dovete decidere da soli, dovete non nel senso di sollen *, ma nel senso di mtissen **. Passo a parlare un po’ del Bund, del Partito socialista polacco e deir« eresia >. Formalmente, a mio avviso, con il Bund bisogna essere corretti e leali (non prenderli di petto), ma nello stesso tempo arcifreddi, abbottonati fino al collo, e, sul terreno legale, incalzarlo inesora- bilmente e costantemente, andando fino in fondo senza paura. Se ne vadano, se vogliono; noi però non dobbiamo dar loro il più piccolo pretesto, nemmeno l’ombra di un pretesto per la scis- • dovere nel senso di obbligo morale ( N . d. R,). ••dovere nel senso di necessità (N.d.R,), CARTEGGIO I9O3 IX 9 sione. Rispettare le forme prima del congresso è naturalmente ne- cessario, ma non servirebbe a nulla scoprire le nostre carte. Voi scrivete: il bundista lo sa che noi ci diamo da fare per VlsJ(raf e tace, sebbene non abbiamo il diritto di farlo a nome del CO. A mio avviso occorre invece farlo non a nome del CO, ma a nome di ogni membro personalmente , richiamandosi non al CO, ma ai comitati che hanno riconosciuto /'« Is^ra ». Il risultato sarà lo stesso, anzi migliore (« fiduciari » non ve ne sono), e dal lato formale la cosa sarà irreprensibile. Preparare i comitati contro il Bund: ecco uno dei compiti più importanti del momento, e anche questo si può fare pienamente senza violare la forma. Altrettanto inutile è stato parlare col Partito socialista polacco delle « convinzioni dei membri del Comitato d’organizzazione ». Del CO bisognava dire: prepariamo il congresso, esso deciderà, e quanto alle «convinzioni» non tacere, ma richiamarsi non al CO, bensì alYlsfya o, meglio ancor a, ai comitati che hanno riconosciuto Visura. Inoltre dai socialisti polacchi bisognava farsi rilasciare un pezzo di carta, anche piccolo ma ufficiale (una lettera), magari due righe, e non dir loro « noi siamo antinazionalisti » (perchè spaventare inutilmente la gente?), ma convincerli poco a poco che il nostro programma (il riconoscimento del diritto all’autode- cisione delle nazioni) è sufficiente anche per loro, invitandoli a fare precise controdichiarazioni e a rivolgersi formalmente al CO e al congresso. Il principale vantaggio che noi abbiamo rispetto al PSP è che noi riconosciamo in linea di principio, l’autodecisio ne delle nazioni, ma entro limiti ragionevoli, determinati dall’unità della lotta di classe proletaria. Prima che me ne dimentichi: rappresentanti dell’organizza- zione russa del Visura nel CO non ne conosco davvero. E non so nemmeno perchè dovrei conoscerli; perchè poi dovrebbero esserci dei « rappresentanti »? Il Comitato d’organizzazione non ha forse già cooptato da parecchio tempo tutti gli elementi buoni, e non già dei «rappresentanti»? O non è vero? Secondo me, è importante sfruttare la distinzione fra organiz- zazione russa dell* Istyra e CO proprio per essere formalmente ir- reprensibili. 9-675 120 LENIN Ed ora sull’* eresia >. O non vi ho ben capito, o si tratta di un grosso sbaglio. Dato che nella vostra lettera su questo punto (il più importante) siete eccezionalmente conciso, non mi resta altro che prendere le vostre parole à la lettre . Quattro compagni eletti «organizzano» e il CC e l’organo centrale!! Questo, perdonatemi la franchezza, è semplicemente ridicolo, giacché dovreste pur sa- pere che soltanto i membri della redazione + singoli compagni che non ne fanno parte e con funzioni consultive possono « orga- nizzare > l’organo centrale (cioè sono in grado di farlo con cogni- zione di causa e con la necessaria esperienza); e questo vale anche per il CC: possono organizzarlo soltanto dei pratici esperti -|- sin- goli compagni con funzioni consultive (se voi ne conoscete). O che forse voi conoscete «quattro» persone tali da avere esperienza e cognizioni atte a tutto ciò??? Se sì, nominatele: ve lo dico non per ischerzo, ma seriamente, perchè la mia lettera è personale e per me è importante sapere che cosa pensate. Voi volete ottenere, se non mi sbaglio, l’unità del potere e la « mano ferma ». È un bene, e avete mille volte ragione dicendo che è proprio questo ciò che ci vuole. Ma nessuno riuscirà ad ottenerlo in modo così lineare come voi pensate. Per i nove decimi degli affari correnti due centri sono assolutamente necessari e si forme- ranno subito da soli, anche se noi non lo volessimo. Perchè vi sia ordine bisogna dunque ottenere i) la via formale per l’unione di questi due centri (per esempio una commissione con delegati di entrambi), 2) riduzione del numero dei membri in entrambi i centri, e, cosa principale, 3) una rigida e formale delimitazione delle funzioni tra i singoli membri dei centri, di modo che tutti i componenti dei due centri sappiano con precisione chi ha l’inca- rico di dirigere un determinato lavoro, chi (di entrambi i centri) ha il diritto di decidere (e anche di parlare) in ogni singolo campo di questioni e quale via bisogna seguire per portare le cose alla riu- nione plenaria di uno o di entrambi i centri. Sono convinto che modererete molto e sempre più le vostre esigenze, e converrete che ciò è il massimo che si possa desiderare per l’immediato futuro. E la cosa è molto, molto difficile, e non vedoy per questa distribuzione delle funzioni, uomini compieta- mente adatti, competenti, esperti. La disorganizzazione da voi e CARTEGGIO I903 121 da noi (non pensate soltanto a voi, signori membri del CO; voi, si sa, state « organizzando » tutto il partito) è grande, immensa, smisurata, e bisogna pensare non a pia desideria , ma ai « primi passi » pratici, sicuri . Vi ho espresso con tutta franchezza il mio punto di vista e sarei molto lieto di scambiare ancora qualche lettera con voi. Di queste questioni dovreste proprio scrivere più spesso e più minutamente. Non ho nulla in contrario a che questa lettera sia mostrata a tutto il CO, anzi lo desidererei, ma lascio decidere a voi. Avete fatto bene a precisare a chi era diretta la vostra lettera. Molti auguri. Moderate le vostre esigenze e affrettatevi, affret- tatevi e affrettatevi ad impiegare il « mezzo efficace ». Una forte stretta di mano. Vostro Lenir? Scritta dopo il 22 maggio 1903. Spedita a Kiev da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 62. AD A. M. KALMYKOVA 7. ix. 1903 Ho ricevuto or ora la vostra lettera e mi affretto a rispon- dere. Sì, vedo che siete già al corrente e che il complesso delle no- tizie — grazie alle quali siete informata — è di un colore determi- nato; e naturalmente non poteva essere diversamente. Capisco an- che che quanto è avvenuto non poteva non tormentarvi. Ma una cosa è sapere e un’altra capire, scrivete giustamente, e io sono profondamente convinto che non è possibile capire se si considera quanto è accaduto come provocato « da un tremendo esaurimento nervoso ». L’esaurimento nervoso avrebbe potuto pro- vocare soltanto della stizza, della rabbia, un atteggiamento insen- sato verso i risultati, ma i risultati di per se stessi erano del tutto inevitabili, e che dovessero esserci da parecchio non era più che una questione di tempo. 9* 122 LENIN « Ciurmaglia > c « pretoriani », voi dite. Non è così. Il raggrup- pamento politico era tm Grossen und Ganzen * questo: 5 del Bund, 3 del Raboceie Diclo> 4 del luzny Raboci , 6 della «palude», ossia indecisi, 9 de\VIsf(ra della linea molle (o dello Zic\zac\kurs**) e 24 dcWIslpa della linea dura: questi i voti deliberativi, in maniera approssimativa, naturalmente. Si sono verificati dei casi in cui tutto s’intrecciava in maniera diversa, ma à voi d'oiseau , tutto sommato, i gruppi erano proprio questi. Nel caso più notevole di spostamenti (questione dell’uguaglianza delle lingue), quando molti degli iskri- sti vacillarono, rimasero con noi non meno di 23 (su 33, quanti erano complessivamente gli iskristi), e perfino tra questi 23 i « mar- tovisti» erano in minoranza. Ma conoscete i risultati del voto neirassemblea dei 16? dei 16 membri dell' organizzazione del - /'« Isf(ra », e non «ciurmaglia» nè «pretoriani»? Sapete che an- che qui Martov fu in minoranza sia sulla questione della persona che era stata il pomo della discordia, sia sul problema delle liste ? La minoranza degli iskristi della linea molle, o a zigzag, ha battuto la maggioranza (sulla questione dello statuto, e più di una volta) in coalizione con il Bund + l a palude + quelli del Juzny Raboci. Ma quando il Bund e il Raboceie Dielo se ne andarono, la maggioranza iskrista prese la rivincita. Voilà tout. E nessuno du- bita che, se il Bund non se ne fosse andato, Martov ci avrebbe bat- tuto sulla questione dei centri. E questo finale dovrebbe provocare ingiurie, offese, la scissione del partito! È insensato. Si inventa che i «pretoriani» abbiano cacciato via, accusandole calunniosamente di opportunismo, persone capaci, le abbiano infangate e allonta- nate, ecc. Tutte cose futili, frutto di una fantasia offesa, rien de plus . Non è stato « infangato », non è stato allontanato dal lavoro, dalla partecipazione al lavoro, nessuno, assolutamente nessuno. Si è sol- tanto allontanato qualcuno dal centro , ma per questo ci si deve forse offendere? per questo si deve forse spezzare il partito? per que- sto si deve forse fabbricare la teoria dell’ipercentralismo? per questo si deve forse gridare al trattamento duro, ecc.? Io non ho mai, nemmeno per un momento, dubitato, e neanche posso dubitare, • grosso modo (N. d. R .). ••linea a zigzag (N.d.R.). CARTEGGIO 1903 123 che il collegio dei tre redattori non sia runico veramente fattivo, che non spezza nulla, ma rende il vecchio collegio « familiare » atto alla funzione di personaggio ufficiale . È stato proprio il carattere fa- miliare del collegio dei sei che ci ha tormentato per tre anni. Voi 10 sapete perfettamente , e, dal momento in cui Visura è divenuta 11 partito e il partito è divenuto Visura, noi dot/et/amo rompere, avevamo il dovere di rompere con il collegio dei sei, di rompere con l’andazzo familiare. Proprio per questo ancor prima del con- gresso avevo dichiarato che avrei rivendicato la libertà di scelta della redazione, respective del collegio dei tre, che è l’unica base anche per una efficace cooptazione. Rompere con l’« andazzo familiare » era assolutamente neces- sario per la causa, ed io sono convinto che i sei avrebbero tutti accettato pacificamente questo collegio dei tre, se non ci fossero state anche le dispute per il § i c per il CC. Soltanto queste di- spute hanno fatto apparire ai loro occhi il collegio dei tre sotto una luce « terribile» ed assolutamente falsa. Di « terribile» non ce proprio nulla; era necessario eliminare lo Zic\zacWurs t e la mag- gioranza degli iscritti (sia al congresso che in seno all’organizza- zione àtWlsì^ra) lo aveva capito molto bene. No, lo ripeto, il finale non è un « guaio imprevisto », il finale non è lo «spezzettamento del tutto». Non è esatto. Non è vero che si possa maledire il giorno della « promozione », altrimenti tutto il nostro precedente lavoro sarebbe rimasto per sempre un sup- plizio di Tantalo. E in un partito, sulla sua base formale, quando si subordina tutto allo statuto* (per il quale non per nulla ci siamo disperatamente battuti, ci siamo battuti per tutto, anche per le piccolezze, con Martov, il quale su questo punto ha vinto), in un partito simile la vecchia redazione familiare (che in tre anni nem- meno una volta — è un fatto — si è riunita al completo, in sei) era impossibile , tanto più che entravano immediatamente nel partito, di diritto e, su base formale, un ^mucchio di non iskristi. E ciò richiedeva precisamente una linea ferma e coerente e non una politica a zigzag. Al passato non si può tornare, e soltanto un’im- * Per questo le « costituzioni in famiglia » sono ora impossibili , assolutamente impossibili, sia giuridicamente che moralmente. 124 LENIN maginazione malata può rappresentarsi il quadro di Martov por- tato al sacrificio, e non per il lavoro comune con i compagni, ognuno dei quali ha una sua sfumatura di linea politica. De facto , 10 ripeto ancora una volta, il centro decisivo — decisivo dal punto di vista politico (e non editoriale) — è stato questo collegio dei tre, e lo è sempre stato, in tutti questi tre anni, in novantanove casi su cento . Mi fanno ridere adesso le « loro » lagnanze sulla ciurmaglia, sui pretoriani, le geremiadi sulla « purezza cristallina » della reda- zione dcWls^ra, dopo che Martov ha battuto la maggioranza degli iskristi in alleanza col Bund e ha preparato tutto per batterli con questa alleanza anche sulla questione dei centri. In alleanza, dico, 11 ha battuti e non con una transazione; non penso neanche di ac- cusarli di essere venuti ad una transazione con la palude e con il Bund : nulla di tutto questo. Quando « essi » dicono che sono state messe in giro contro di loro « voci infamanti » (si sono alleati con il Bund), « essi » ricadono nel loro solito errore di confondere ciò che è politico con ciò che è personale. Una transazione personale sarebbe stata brutta. L’alleanza non è dipesa dalla loro volontà : la loro alleanza è stata determinata dal loro errore; non essi sono an- dati col Bund + la palude, ma il Bund + la palude + il luzny Raboci, ecc. sono andati con loro, avendo subito capito chi degli iskristi bisognava appoggiare dal punto di vista degli antiskristi. Il Bund + la palude, ecc. hanno soltanto politicamente scoperto Terrore tattico e organizzativo di Martov. Chi conosce tutti i fatti relativi al congresso e in particolare la distribuzione dei voti iskristi (sia al congresso che nellorganizza- zione segreta delT/x^ra) non può avere dubbi che indietro non si può tornare. Gli iskristi si sono divisi, ma senza di loro Visura non poteva esistere. E, ripeto, fra gli iskristi Martov era in assoluta mi- noranza, e la scissione del partito (verso la quale Martov va fatal- mente, sempre di più, ogni giorno che passa) risulterà una ribel- lione della minoranza e giuridicamente, ed ance - più dal punto di vista della sostanza , illegittima. Per questo errore noi non « infanghiamo » nè Martov, nè nes- sun altro, ma li chiamiamo tutti al lavoro. CARTEGGIO I903 I2 5 Quanto ai « mezzi materiali » cui accennate, le cose oggi vanno male, non c’è che dire, e le fonti californiane sono svanite. Ma, in caso di bisogno, siamo disposti a qualsiasi sacrificio, pur di non permettere che, per il malcontento suscitato dalla composizione dei centri (giacché obiettivamente soltanto a questo si riduce il loro malcontento), si rovini tutto il lavoro di molti anni. «Dividere anche il secchio 133 ? », chiedete voi. Difficilmente po- trei rispondere a questa domanda, poiché non pretendo di essere spassionato nella « divisione », e voi non avete bisogno di una risposta non obiettiva. Sono convinto che « parti spezzate » non ve ne siano affatto; vi è invece un irragionevole tentativo di spez- zare, demolire e distruggere il tutto (di attizzare un nuovo foco- laio, secondo la vostra espressione) per la sconfitta subita su una questione nella quale gli iskristi sconfitti avevano arcitorto. Una stretta di mano. Spedita a Dresda da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1927. 63. A POTRESOV Ad Alex. Ntf{olaievic 13. ix. 1903 Ho provato a parlare pochi giorni fa con I. O., quando Pat- mosfera di imminente scissione si era già completamente schia- rita, e voglio ancora provare a parlare con voi, nella speranza che, così come I. O., non siate contrario a fare un tentativo per chia- rire le cose. Se questa speranza è infondata, naturalmente me lo comunicherete, ma intanto io faccio ciò che ritengo necessario. Il rifiuto di Martov di far parte della redazione, il rifiuto suo e di altri pubblicisti del partito di collaborare, il rifiuto di lavorare nel CC da parte di diverse persone, la propaganda dell’idea del boicottaggio o della resistenza passiva, tutto questo porterà im- mancabilmente, anche contro la volontà di Martov e dei suoi ami- I2Ó LENIN ci, alla scissione del partito. Anche se Martov si manterrà sul ter- reno della lealtà (su cui si è messo con tanta decisione al congresso), gli altri non lo faranno, e la fine che ho indicato sarà inevitabile. (Non per nulla, a proposito, anche la zietta parla di «attizzamento di un nuovo focolaio »). E mi chiedo: per che cosa, in sostanza, ci separiamo così, come nemici per tutta la vita? Ripenso a tutti gli avvenimenti e alle im- pressioni del congresso e capisco che spesso ho operato e agito in un terribile stato di eccitamento, « rabbiosamente »; volentieri sono pronto a riconoscere davanti a chicchessia questa mia colpa , se si deve chiamare colpa ciò che era naturalmente dovuto all’atmosfera, alla reazione, alle repliche, alla lotta, ecc. Ma guardando ora con animo tranquillo ai risultati raggiunti, guardando a quanto si è rea- lizzato attraverso una lotta furiosa, decisamente nei risultati non riesco a vedere nulla, assolutamente nulla di dannoso per il partito, assolutamente nulla di offensivo o di oltraggioso per la minoranza. Naturalmente non poteva essere che spiacevole il fatto in sè di essere dovuti rimanere in minoranza, ma io protesto categorica- mente contro l’idea che volessimo « infangare » qualcuno, che vo- lessimo offendere o umiliare qualcuno. Niente di tutto questo. E non si deve permettere che una divergenza politica porti ad inter- pretare gli avvenimenti in modo tale da accusare la parte avversa di malafede, di furfanteria, di intrigo e di simili piacevolezze che si sentono ripetere sempre più spesso neiratmosfera di un’immi- nente scissione. Non si deve permettere ciò, poiché ciò è, per lo meno, insensato al nec plus ultra . Ci siamo trovati politicamente (e anche dal punto di vista or- ganizzativo) in disaccordo con Martov, come era già successo de- cine di volte. Battuto sulla questione del § i dello statuto, non po- tevo fare a meno di cercare con la massima energia una rivincita su quello che mi rimaneva (e che rimaneva al congresso). Non potevo fare a meno di aspirare, da un lato, a un CC rigidamente iskrista e, daH’altro, a una redazione di tre che eliminasse la base stessa delle nostre vecchie dispute senza uscita, che riunisse delle persone ciascuna delle quali seguisse una propria linea politica, cia- scuna delle quali prendesse e avesse sempre preso le proprie de- CARTEGGIO I903 127 cisioni «senza guardare in faccia nessuno», ma secondo il proprio intimo convincimento. Io dissi (quando ebbi occasione di parlare con voi e I. O. a proposito del collegio dei tre, prima del congresso) che la cosa che ritenevo più dannosa per la causa era la presenza fra i sei di un membro eternamente assente m ; già allora ero indignato, profon- damente indignato, per il modo eccessivamente personale con cui la Zasulic si comportava verso questa questione (anche se I. O. lo ha dimenticato), e dissi in modo chiaro e preciso (quando voi ac- cennaste ai tre eleggibili più probabili) che anch’io ritenevo quei tre i più probabili e non vedevo nulla di male persino nel caso in cui essi fossero rimasti soli y respingendo l’idea di qualsiasi coop- tazione (benché allora noi avessimo anche indicato una delle co- optazioni possibili). Iuli Osipovic ha dimenticato anche questa mia ultima dichiarazione, che io ricordo molto bene. Ma discuterne qui, naturalmente, è inutile. L’importante non é questo; l’importante è che con questo collegio di tre nemmeno una di quelle dispute penose, lunghe, senza uscita, con le quali avevamo iniziato il la- voro dcWls^ra nel 1900, e che si sono ripetute più di una volta, privandoci per mesi e mesi della capacità di lavorare, nemmeno una di quelle dispute sarebbe stata possibile. Per questo ritengo che questo collegio di tre sia Yunioo fattivo, l 'unico capace di essere un organismo ufficiale e non un collegio di tipo familiare e trasandato, Yunico centro vero, nel quale, ripeto, ognuno potrebbe sempre esporre e difendere il proprio punto di vista di partito, senza ag- giungervi assolutamente nulla , e irrespective * da tutto ciò che è personale, da qualsiasi considerazione su offese, dimissioni, ecc. ecc. Questo collegio di tre, dopo gli avvenimenti del congresso, ha indubbiamente legittimato una linea politica e organizzativa in un certo senso diretta contro Martov. È indubbio. Rompere per que- sto? Per questo spezzare il partito?? Ma sulla questione delle di- mostrazioni Martov e Plekhanov non erano forse contro di me? E sulla questione del programma non eravamo forse Martov ed io contro Plekhanov? Forse che ogni collegio di tre non è sempre diretto, in una sua parte, contro ogni suo singolo membro? indipendentemente ( N . d. R.). 128 LENIN Se la maggioranza degli iskristi, sia nell’organizzazione del- 1’ Is\rà y sia nel congresso, ha trovato che questa particolare sfuma- tura della linea di Martov è errata sia dal punto di vista organiz- zativo che da quello politico, non è forse insensato spiegare questo fatto parlando di « intrighi », di « istigazioni », ecc.P? Non sarebbe forse insensato eludere questo fatto inveendo contro la maggio- ranza, tacciandola di «ciurmaglia»?? Ripeto: io, al pari della maggioranza degli iskristi del con- gresso, sono profondamente convinto che Martov aveva preso una linea sbagliata e che bisognava correggerlo. Offendersi per questo, trarne motivo per lanciare ingiurie ecc. è insensato. Noi non ab- biamo « infangato » nessuno, per nessun motivo, non infanghiamo e non allontaniamo dal lavoro nessuno. E provocare una scissione per essere stati allontanati dal centro sarebbe, secondo me, una incon- cepibile follia. Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata la prima volta non integralmente nel 1904, in Lenin, Un passo avanti, due passi indietro, e integralmente nel 1927. 64. A KRGIGIANOVSKI Grazie a Smith per la lunga lettera. Scriva a Iegor richia- mandolo per l’ultima volta alla ragione. Zarin si rechi immediata- mente da Iegor con tutti i poteri (assolutamente tutti) per siste- mare le cose dalle parti di Iegor. Regolarizzate tutto nel modo più completo, rigido e preciso. È necessario intervenire formalmente, e quanto ai iegorovisti 1M , occorre prepararsi a combatterli con de- cisione, occorre a qualsiasi costo far sì che il loro tentativo di fic- carsi nei comitati provochi subito una reazione decisa. E* necessario badare attentamente a questo e preparare tutti i comitati. I ie- gorovisti continuano a fare e ad estendere il boicottaggio, sono ter- ribilmente irritati, immaginano di essere stati offesi e ingiuriati in mille modi, si immaginano di salvare il partito dai tiranni, lo gri- CARTEGGIO 1903 I2 9 dano a destra e a manca, confondono la gente. II loro disaccordo ci ha già tolto (non so se per molto tempo, ma forse anche per sempre) due delle nostre principali fonti di denaro. Fate tutti gli sforzi più disperati per procurare denaro: questa è la cosa prin- cipale. Dunque, Smith non consideri più Iegor alla vecchia maniera. Qui 1 amicizia è finita. Abbasso qualsiasi intenerimento! Prepa- ratevi a resistere decisamente, inviate subito Zarin, nominate i can- didati (nel caso che Smith muoia “*); per questo stesso caso pre- parate anche a lui, a Smith, una gita « da Iegor », designate i membri del Consiglio 1IT , mettetevi su un piano sempre più formale e agite con energia. Per la stampa ce la caviamo. Riponiamo molte speranze in Vadim. Scritta fra il to c il 14 settembre /90J a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1927. 65. AD A. M. KALMYKOVA 3°. ix ...Scrivete: «ho vissuto troppo per non sapere che in que- sti casi la verità non sta da una sola parte, ma da tutte e due». Lo ammetto senz’altro. Il guaio è soltanto che l’altra « parte » non si rende conto della nuova situazione, della nuova base, e riven- dica ciò che alla vecchia maniera si raggiungeva facilmente (anche se dopo dispute che duravano mesi), ma che ora è irrealizzabile. La base è cambiata, questo è un fait accompli ; essi però conti- nuano ancora a lasciarsi guidare soprattutto da considerazioni quali il carattere oltraggioso di questo o quel fatto verificatosi al con- gresso, il comportamento rabbioso di Lenin, ecc. È stato così, non c’è che dire, e io ho apertamente ammesso la mia « rabbia » in una lettera a Starover w . Ma in sostanza con la lotta « rabbiosa » sono stati raggiunti risultati per nulla rabbiosi ; l’altra parte però combatte, e combatte rabbiosamente contro i risultati stessi, contro gli inevitabili e necessari risultati. Sapete già da tempo come sono I 3 0 LENIN andate a finire le cose. Ricordate come avete espresso la vostra ferma convinzione che alcuni c vecchi » erano d’impedimento, e naturalmente non dubiterete che l’infausto < collegio dei- tre » non è una perfidia, non rappresenta una rivoluzione giacobina, ma la via d’uscita diretta, naturale e migliore , in verità proprio la mi- gliore via d’uscita da uno « strazio » che durava da tre anni. Il col- legio dei tre è costruito su tre angoli, ed ogni motivo di dilania- mento viene evitato. Voi sapete fino a qual punto arrivarono l’im- pressionabilità e l’atteggiamento < personale » (invece che politico) di Martov Starover Zasulic, quando per esempio mancò poco che condannassero politicamente una persona per qualche storia di carattere puramente personale. Voi allora, senza esitare, vi metteste dalla parte dei « crudeli » e degli « scellerati ». E que- sto è un caso assolutamente tipico. Anche adesso, infatti, succede la stessa cosa, si fa la stessa confusione fra cose personali e cose politiche, c’è lo stesso sospetto che sia nostro desiderio infangare qualcuno personalmente, mentre invece noi ci allontaniamo (e cambiamo) politicamente. E quando mi ricordate: la colpa deve essere anche vostra, rispondo: quella personale non penso nem- meno di negarla, ma non si deve arrivare per questo ad esi- gere un correttivo di carattere politico. E proprio in questo sta la gravità, restrema gravità della situazione: per una somma di offese personali, di malumori personali a motivo della composi- zione dei centri, essi esigono un corrati vo di carattere politico. Tout ce que vous votdez, mai pas de qal E se si ritiene che la causa stia nella divergenza politica (come vogliono altri), non è allora ridi- colo esigere , ai fini della « pace », la cooptazione di un numero maggiore o anche uguale di avversari politici ?? È ridicolo al nec plus ultra\ E il piccolo caso che ho citato, preso fra i tanti casi di dilania- mento, è tipico non soltanto per la sostanza, ma anche per la forma della via d’uscita a cui si vorrebbe giungere. Sapete come abbiamo preso il sopravvento allora? Noi eravamo in minoranza e abbiamo preso il sopravvento con l’ostinazione, con la minaccia di far di- scutere « da tutti ». E anche loro pensano : adesso faremo lo stesso. Il guaio è soltanto che adesso non è allora . Adesso la base formale CARTEGGIO I903 I 3 I è un ostacolo insuperabile . Se non ci fosse questa base formale, perchè non eleggerne magari sei, dacché ci si è scaldati a tal punto? Abbiamo penato per tre anni, peneremo ancora per altri tre; ab- biamo risolto le questioni non con il voto, ma con l’ostinazione, anche adesso decideremo con l’ostinazione. Ma ora non si può : questo è il punto. E, ostinati, non vogliono vedere e comprendere questo cambiamento. È appunto ciò che rende la situazione senza via d'uscita. Ora si presenta un dilemma inesorabile: o divergenza nella questione delle persone, e allora è ridicolo fare per questo uno scandalo politico e abbandonare il lavoro. Oppure divergenza politica, c allora è ancor più ridicolo « rimediarvi s imponendo de- terminate persone di un’altra, diciamo, sfumatura. Adesso essi scelgono (almeno parrebbe) la seconda alternativa. Entri allora Martov nel collegio dei tre e mostri al partito gli errori degli altri due nel suo collegio: altrimenti, come membro del collegio, non potrà procurarsi i dati per denunciare questi er- rori e mettere in guardia il partito contro di essi. Altrimenti le sue accuse non saranno che un vuoto Parteif^latsch # in conto del futuro. Se si sceglie la prima, allora non ci si spinga, perche offesi, fino ad abbandonare il lavoro, che il lavoro costringerà presto a dimen- ticare la « rabbia >. Non ce vicolo più cieco di quello deH’allonta- narsi dal lavoro. Scritta il jo settembre t^oj. Spedita a Dresda da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 19 27. 66. AL COMITATO DI ODESSA Cari compagni, 2. x. 1903 anche a noi dispiace profondamente che fra il Comitato di Odessa e YIskra si sia creato un disaccordo sulla questione degli anziani di fabbrica. Il nostro ritardo nel rispondere alla lettera del • litigio di partito ( N . d. R.). I 3 2 LENIN Comitato di Odessa è dovuto soprattutto al fatto che la redazione era allora assente. In generale qui Tostacelo è stato (per quanto possa sembrare strano) il II Congresso ordinario del partito. Quanto alla sostanza della cosa, al congresso tra Taltro c stata approvata una risoluzione che raccomanda di partecipare all’ele- zione degli anziani di fabbrica. [Riportare il testo: risoluzione n. aS 1 *]. Questa risoluzione è stata approvata a stragrande maggioranza, e noi pensiamo che le cose si possano aggiustare, anche se non su- bito. Il Comitato di Odessa dovrebbe diffondere subito fra tutti gli operai organizzati (senza pubblicarlo) il testo di questa risoluzione e la sua spiegazione. Poi, quando la risoluzione sarà stata pubbli- cata, sarebbe bene pubblicare un foglio a firma del Comitato di Odessa, nel quale si esponga il punto di vista del partito sulla que- stione e si invitino gli operai a seguire la tattica approvata da tutto il partito. In sostanza noi troviamo che dal punto di vista educativo e organizzativo una agitazione continua a proposito dell’elezione de- gli anziani sarebbe molto più efficace che una agitazione momen- tanea in relazione al rifiuto di eleggere. E le informazioni che noi abbiamo sui sistemi patriarcali usati lo confermano, indicando la necessità di una lotta continua contro le leggi e i metodi spionistici. Aderiamo completamente al vostro desiderio di un più fre- quente scambio di opinioni al fine di evitare disaccordi c discor- danze nel lavoro di agitazione. Scrivete più spesso, e non soltanto per la stampa, e curate che gli indirizzi (per le lettere che vi in- viamo) funzionino regolarmente. Cercheremo di scrivere il manifestino sul nesso esistente tra la lotta politica e quella economica non appena e se gli altri lavori ce lo permetteranno. Il manifesto della « Volontà operaia * 140 lo pubblichiamo inte- gralmente, come desideravate. Lenin Spedita da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1928. CARTEGGIO 1903 133 67. A MARTOV Al compagno Martov dalla redazione dellorgano centrale del POSD russo. Ginevra, 6 ottobre 1903 Stimato compagno, la redazione dellorgano centrale ritiene suo dovere esprimere ufficialmente il suo rincrescimento per il vostro allontanamento dall’ Is^ra e dalla Zartà (il n. 5 della Zarià è attualmente in corso di stampa). Nonostante i ripetuti inviti a collaborare che vi ab- biamo rivolto subito dopo il II Congresso del partito, prima del n. 46 dcWIsfy-a, e che abbiamo in seguito più volte rinnovato, non abbiamo più ricevuto da voi nessun scritto. Non solo. Perfino la pubblicazione della seconda edizione del vostro opuscolo Bandiera rossa è in sospeso da molte settimane per il mancato arrivo della fine del manoscritto. La redazione dell’organo centrale dichiara che ritiene di non aver minimamente provocato il vostro allontanamento. Un qualsiasi risentimento personale non deve, naturalmente, essere di ostacolo al lavoro dellorgano centrale del partito. Se il vostro allontanamento è dovuto a particolari divergenze di vedute tra voi e noi, riterremmo estremamente utile, nell’inte- resse del partito, una esposizione particolareggiata di queste di- vergenze. Non solo. Noi pensiamo che sarebbe anche estrema- mente desiderabile che il carattere e il fondo di tali divergenze fossero al più presto possibile messi in chiaro dinanzi a tutto il partito proprio sulle colonne delle nostre pubblicazioni. Infine, nell’interesse della causa ancora una volta vi facciamo presente che attualmente siamo pronti a cooptarvi come membro della redazione dellorgano centrale, allo scopo di darvi la piena possibilità di esporre ufficialmente e sostenere tutti i vostri punti di vista nella massima istanza del partito. Spedita a Ginevra. Pubblicata integralmente la prima volta nel 192 7. 134 LENIN 68. A LEITEISEN IO. x. 1903 Caro Leiteisen, ho ricevuto la vostra lettera e rispondo, come mi avete chie- sto, immediatamente. Se il congresso ci sarà e quando, non lo so. Ho sentito dire che i tre membri di qui deiramministrazione della Lega si sono espressi a maggioranza contro il congresso, che è stato deciso di chiedere il parere dei due membri assenti, voi e Veceslov; pertanto la decisione è rimandata. Quanto a me, personalmente sono contrario al congresso. Voi pensate che la Lega debba prónunciarsi e che in essa sia comunque inevitabile una scissione, che sia meglio vi siano due parti at- tive in lotta fra di loro, piuttosto che una Lega unita, ma inope- rosa. Il fatto è però che la scissione della Lega non solo è inevi- tabile, ma c già quasi avvenuta ; le due parti attive e in lotta si sono già formate e, finche non si verificherà la scissione del partito^ queste due parti rimarranno inevitabilmente nella stessa Lega. D altra parte il congresso del partito ha capovolto completamente tutta la base organizzativa della Lega: il suo vecchio statuto, che voi certo ben conoscete, in sostanza cade da sè dopo il congresso del partito. La Lega deve essere rinnovata e naturalmente sarà rinnovata su nuovi principi, sarà rinnovata dal Comitato centrale del partito, al quale è stato affidato Tincarico di organizzare i co- mitati del partito e in generale tutti gli organismi di partito. Di conseguenza, si può dire che al congresso in realtà non ci resterebbe che unirsi per disunirsi . Disunirsi in due sensi : nel senso del litigio tra noi e i « martovisti » e nel senso della liquidazione della vecchia Lega. Ma vale la pena riunirsi per questo? La « scis- sione» (o, meglio, Timbronciato allontanamento) non si potrebbe evitare, e non si farebbe altro che esasperare gli uni e gli altri. A che scopo? A che scopo organizzare un torneo di discorsi, quando è ormai fuori dubbio che circa 35 membri della Lega su 40 hanno già preso posizione ? Forse per fare una « prova generalo? , cioè per vedere come CARTEGGIO I903 135 pressappoco ci batteremo se si arriverà alla scissione nel partito? Non posso negare che il congresso avrebbe questa funzione, ma il giuoco non vale la candela. Si può molto più semplicemente sapere in definitiva da che parte si schiereranno gli altri cinque (o circa cinque) membri della Lega. Il lavoro della Lega all’estero si baserà comunque sui nuovi principi che saranno stabiliti dal Comitato centrale del partito. Un congresso della Lega ora darebbe soltanto motivo a litigi, e alla causa, cioè al lavoro all’estero, non darebbe nulla. Mi ha fatto molto piacere sapere che verrete qui e che ci ve- dremo. Comunicateci prima il vostro arrivo, poiché ho intenzione di andare a riposarmi per tre o quattro giorni. Di lavoro ce n c un mucchio. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Beaumont ( Francia J da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 69. A KRGIGIANOVSKI A Kler Caro amico, le vostre ultime notizie mi hanno rallegrato moltissimo: avete dunque l'intenzione di togliere la pelle 141 a Lan. Era ora, era ve- ramente ora! D’altra parte, però, dalla lettera si vede che Lan e Vadim si sono fatti un'idea sbagliata, se pensano che tra di noi non vi sia comprensione reciproca. È questa una cosa molto spia- cevole (anche se non si prende sul serio l’ultima lettera di Vadim con i suoi consigli-ultimatum; a ciò risponderà personalmente Kol, poiché per me, ripeto, è diffìcile prendere sul serio una cosa simile). La cooptazione di Demon, di Sokol ecc. secondo me è un passo sbagliato, giacché queste persone non sono ancora suffi- cientemente esperte e indipendenti. Anche la ripartizione delle funzioni è molto pericolosa, poiché minaccia di frazionare il la- i 3 6 LENIN voro. Intanto i comitati non sono sorvegliati: a Kiev fanno scioc- chezze, e, cosa strana, nè Andreievski, nè Diadin, nè Lebedev vi sono entrati per lottare. Anche Kharkov, Iekaterinoslav, il Don e Gomozavodski sono nelle mani dei ribelli 143 . Occorre ad ogni costo occupare dovunque e dappertutto le posizioni con dei nostri. Biso- gna assolutamente infilare almeno uno dei nostri, ma uno che sia indiscutibilmente dei nostri, in ciascun comitato. Nel Caucaso le cose cominciano ad andar male 14 *: anche là è necessario l’aiuto dei nostri. Invece di ripartire le funzioni, non sarebbe più importante impadronirsi, a mezzo di fiduciari, di un posticino in ogni comitato e poi dedicare tutti gli sforzi al trasporto e alle consegne? Il trasporto non è forse in fondo tutto, tutta la nostra forza? Non bisogna accontentarsi di una sola via, bisogna averne due o tre perchè cessino le continue interruzioni. È estremamente importante scendere in campo con un comu- nicato 144 — e precisamente in Russia — diffondendolo dappertutto. Per Tamor di dio, affrettatevi a farlo e scriveteci al riguardo al più presto e con la massima precisione. Al consiglio bisogna eleggere formalmente Brut, che, altrettanto formalmente, dovrebbe trasmet- tere il proprio voto a Kol. È una cosa che non ammette indugi. A mio avviso sarebbe arcimportante mandare qui Lan, magari solo per un paio di settimane, magari per una settimana soltanto. Ciò permetterebbe, molto ma molto bene, di dare à voi d'oiseau uno sguardo a tutto, di osservare il cratere del vulcano, di giungere ad una comprensione reciproca. Possibile che vi sia cosi difficile sacrificare per questo un 200 rubli e due o tre settimane? Possi- bile che non si possa trovare per Lan un passaporto legale per Testerò?? Pensateci bene. Io insisto nel raccomandarvi questo pas- so, particolarmente opportuno dati i piani di Lan. Se infatti non ci si mette d’accordo fino in fondo è difficile andare al passo. E le chiacchiere di Lan circa T« influenza morale sul vecchio » dimo- strano (vi prego, non offendetevi!) una completa, anzi la più com- pleta incomprensione reciproca. E perchè Lan non scrive nulla di questo ? Il piano di cooptare Martov è semplicemente ridicolo; si tratta già di una tale incomprensione che inevitabilmente si da- ranno dei casi in cui farete una figuraccia, e con scandalo per CARTEGGIO 1903 137 giunta. Davvero, non posso nemmeno parlare seriamente di una cooptazione di Martov da parte vostra, e se ci avete pensato sul serio, allora vuol dire che parliamo linguaggi diversi! Tutti noi (e anche Kol) abbiamo riso fino alle lagrime di questo « piano >!! Lenin Scritta il 20 ottobre 1903. Spedita a Kiev da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 19 28. 70. AL COMITATO DELL’UNIONE DEL CAUCASO Per il Caucaso Cari compagni, abbiamo ricevuto notizie delle vostre cose sia da Ruben per- sonalmente, sia da Rascid-Bek per lettera. Non possiamo che sa- lutare la vostra decisione di allontanare provvisoriamente Isari fino all’esame della faccenda da parte del Comitato centrale . Tutti i dati che si riferiscono alla sua condotta al congresso parlano in- condizionatamente contro di lui. Il congresso ha dimostrato la sua assoluta volubilità; dopo varie esitazioni, Isari al momento decisivo ha tuttavia votato per la maggioranza, contribuendo cosi a far passare l’attuale composizione della redazione dell’organo centrale e del Comitato centrale. In seguito però egli è passato improvvisamente dall’altra parte, e adesso combatte contro le de- cisioni della maggioranza con mezzi che difficilmente possono es- sere definiti leali!! Oramai dio solo sa di che si tratti. Un mili- tante siffatto non merita fiducia politica. In ogni caso bisognerebbe comportarsi nei suoi riguardi almenoi con cautela, evitando di dar- gli posti di responsabilità: questa la profonda convinzione tanto mia (di Lenin) che di Plekhanov. I compagni del Caucaso si mantengano fermamente sulla via per la quale si sono messi. Non ascoltino i pettegolezzi contro la 10* 138 LENIN maggioranza. Presto usciranno gli atti completi del congresso, e allora le cose saranno chiare a tutti. Continuino a lavorare ben affia- tati e ad avere una fiducia da compagni nel CC, e siamo convinti che la «zizzania» esistente attualmente nel partito presto scom- parirà. Stiamo ora pensando seriamente a organizzare qui la pubblica- zione di scritti armeni e georgiani. Vi si sono accinti dei compagni competenti; il denaro speriamo di trovarlo. Abbiamo bisogno di aiuto, con scritti e mezzi. Inviamo un saluto ai compagni del Caucaso, col vivo augurio di buon successo nel lavoro. Lenin . Plekhanov Scritta il 20 ottobre del 1903. Spedita da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 71. AL COMITATO DEL DON Compagni! Abbiamo ricevuto la vostra lettera con la risoluzione 148 . Vi pre- gheremmo vivamente di scriverci quanto segue: 1) avete ascol- tato le relazioni sia della maggioranza che della minoranza (uno dei vostri delegati, come probabilmente saprete, era dalla parte della maggioranza), o soltanto quella della minoranza? 2) Che cosa intendete con la parola «uscita»? Uscita per andar dove? Intendete forse con questa parola che qualcuno è stato allonta- nato dal lavoro o si è allontanato spontaneamente per qualche ragione? E per quale ragione precisamente? 3) Che cose ciò che voi chiamate « condizioni anormali nelle elezioni » ? 4) Chi pre- cisamente, secondo voi, bisognerebbe cooptare nel Comitato cen- trale? e 5) chi precisamente nella redazione dtTorgano centrale? Scritta nell' ottobre del 1903 e spedita da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1904 nell'opuscolo di N. Sda^hov, La lotta per il congresso. CAPTECCIO I 903 139 72. ALL'UNIONE DEGLI OPERAI SIDERURGICI Compagni! Abbiamo ricevuto la vostra risoluzione 14a e vi preghiamo di rispondere alle seguenti domande. Discutetele, per favore, in una riunione plenaria di tutti i membri del comitato (o mandatele a tutti i membri, se non sono riuniti nello stesso posto), conside- randole come una richiesta della redazione dell organo centrale del partito. 1) Il comitato ha ascoltato la relazione del rappresentante della maggioranza al congresso del partito? 2) Trova normale, il comitato, approvare una risoluzione con- tenente un giudizio sulle azioni e sulle decisioni del congresso, prima della pubblicazione degli atti e perfino prima di avere chie- sto spiegazioni sui punti che gli sono oscuri al CC o ai membri della maggioranza? 3) In qual modo questi dissensi su questioni organizzative han- no potuto distruggere tutto quello che Visura e il Comitato d’orga- nizzazione avevano fatto prima? In che cosa si è manifestata la di- struzione? Che cosa precisamente è stato distrutto? È questa una cosa che non ci è affatto chiara, e, se volete prevenire qualsiasi er- rore da parte dell’organo centrale, è vostro dovere spiegarci che cos e che voi considerate un nostro errore. Esponete le cose nel modo più circostanziato possibile, e noi prenderemo attentamente in esame la vostra opinione. 4) Quali sono precisamente « i netti contrasti sulle questioni organizzative»? Noi non lo sappiamo. (Abbiamo chiesto a Mar- tov e agli altri ex membri della redazione AtWIsfya di esporre questi contrasti sulle colonne dei giornali pubblicati da noi ma fi- nora la nostra richiesta è rimasta senza risposta 14T ). 5) In che cosa si manifesta l’atmosfera di politicantismo e sfi- ducia? Da parte di chi? Siate più chiari. (Se non avessimo avuto fiducia in Martov, non lo avremmo invitato a lavorare nellVr^ra). 6) Se effettivamente vi fossero « netti contrasti sulle questioni organizzative » fra noi e gli ex redattori, come potremmo noi due 140 LENIN cooptare loro quattro? Non significherebbe questo dare la preva- lenza alla loro tendenza? Ma il congresso non si è espresso per la nostra ? Vorreste dunque che si ritornasse sulla decisione del congresso sulla base di un accordo personale? 7) Ritenete normale che si vogliano costringere, con minacce di scissione, boicottaggio, ecc., dei funzionari del partito (la reda- zione dell’organo centrale e il CC) a non fare quello che i centri ritengono utile nell’interesse del partito? 8) Ritenete normale e ammissibile che dei membri del partito rimasti in minoranza abbiano smesso di lavorare nell’organo cen- trale, di appoggiare il CC e di sottomettervisi, di appoggiare finan- ziariamente il partito, eccetera? Scritta nell* ottobre del 1903 e spedita da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1904 nell'opuscolo di N. Scia\hov, La lotta per il congresso. 73. A PLEKHANOV 1. xi. 1903 Caro Gheorghi Valentinovic, le questioni che ci agitano continuano ad assillarmi. Questi indugi, questo aggiornamento della decisione sono qualche cosa di terribile, un tormento... Vi assicuro che capisco in tutto e per tutto le vostre conside- razioni e i vostri motivi a favore di un atteggiamento conciliativo verso i martovisti. Sono però assolutamente convinto che far delle concessioni in questo momento sarebbe il più disperato dei passi, un passo che porterebbe alla tempesta e al subbuglio molto più sicuramente della guerra contro i martovisti. Non è un paradosso. Non solo non ho esortato Kurz ad andarsene, ma al contrario ho cercato di convincerlo a restare, ma egli (e Ru) ora si rifiuta assolu- tamente di lavorare con una redazione martovista. Che ne deri- verà? In Russia decine di delegati hanno già girato dappertutto; perfino da Nizni scrivono che il CC ha fatto molto, il trasporto è CARTEGGIO 1903 M 1 stato organizzato, sono stati inviati fiduciari, si sta pubblicando il comunicato 148 , si sono stabiliti per il lavoro Sokolovski ad occidente, Berg al centro, e la Zemliacka, e molti altri. Ora ce il rifiuto di Kurz. Interruzione per lungo tempo (delle sessioni e delle riunioni di tutto il CC, che adesso, sembra, è già stato notevolmente amplia- to). Poi o lotta del CC contro la redazione mar to vi sta, o dimissioni di tutto il CC. Allora voi -f- i due martovisti del consiglio dovreste cooptare un nuovo CC, e ciò senza elezioni da parte del congresso* con la completa disapprovazione della massa dei russi, l’incom- prensione, le lagnanze e il rifiuto dei fiduciari russi già partiti. Sa- rebbe compromettere completamente il congresso, sarebbe susci- tare delle discordie e uno scandalo in Russia centomila volte più terribili e pericolosi di un libello pubblicato airestero. La confusione ci ha stufati! Ecco quanto scrivono e urlano dalla Russia. E darla vinta ai martovisti significa precisamente legitti- mare oggi la confusione in Russia, poiché in Russia non c’è stata ancora nemmeno l’ombra di insubordinazione e di rivolta. Nessuna dichiarazione nè mia nè vostra potrà ora trattenere i delegati della maggioranza al congresso del partito. Questi delegati solleveranno qualcosa di terribile. Neirinteresse dell’unità, della solidità del partito, non assume- tevi questa responsabilità, non andatevene e non cedete tutto ai martovisti. Vostro N. Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 74. A KRGIGIANOVSKI Caro amico, non puoi immaginarti quello che è successo qui — solo il diavolo ci può capire qualcosa — e ti scongiuro di fare tutto, tutto il possibile e l’impossibile per venire assieme a Boris , dopo esservi assicurati i voti degli altri . Tu sai che ho già una certa espe- 142 LENIN rienza nelle cose di partito; per questo dichiaro categoricamente che qualsiasi dilazione, il minimo indugio o la minima indeci- sione minacciano di rovinare il partito. Probabilmente ti raccon- teranno tutto dettagliatamente. In breve: Plekhanov dopo gli scan- dali al congresso della Lega ha improvvisamente mutato rotta, mettendo così, disperatamente, vergognosamente, nei pasticci me, Kurz e tutti noi. Ora se ne andato, senza di noi, a mercanteggiare con i martovisti, i quali, vedendo che la scissione lo spaventa, pretendono il doppio e il quadruplo, pretendono non solo i sei, ma che si accettino i loro nel CC (ancora non dicono quanti e chi) e due nel Consiglio e la sconfessione di quanto ha fatto il CC nella Lega (con il pieno consenso di Plekhanov). Plekhanov ha avuto meschinamente paura della scissione e della lotta! La situa- zione è disperata, i nemici esultano e sono diventati arroganti, i nostri sono tutti furenti. Plekhanov minaccia di abbandonare tutto immediatamente, ed è capace di farlo. Ripeto: è necessario che veniate a qualsiasi costo. Scritta il 4 novembre /90J. Spedita a Kiev da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 75. AL COMITATO CENTRALE Loro condizioni: 1) cooptazione di 4 nella redazione; 2) co- optazione? nel CC; 3) riconoscimento della legittimità della Lega; 4) 2 voti nel Consiglio. Io proporrei al CC di presentare loro que- ste condizioni: 1) cooptazione di 3 nella redazione; 2) status quo ante bellum nella Lega; 3) 1 voto nel Consiglio. Proporrei poi di confermare qui (senza comunicarlo per ora alla parte avversa) questo ultimatum: 1) cooptazione di 4 nella redazione; 2) coopta- zione di 2 nel CC a scelta del CC stesso; 3) status quo ante bellum nella Lega; 4) 1 voto nel Consiglio. Se Tultimatum non venisse ac- cettato, guerra ad oltranza. Condizione aggiuntiva: 5) cessazione di tutti i tribunali, i dissensi e le chiacchiere riguardo alle discordie durante e dopo il II Congresso del partito. CARTEGGIO 1903 143 Da parte mia dirò che dalla redazione me ne andrò, e potrò restare soltanto nel Comitato centrale. Sono deciso a tutto y e pub- blicherò un opuscolo sulla lotta di questi scandalisti isterici o mi- * • 140 mstri mancati Scritta il 4 novembre 1903. Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 76. A NOSKOV E KRGIGIANOVSKI 5. XI 1) Ieri è partito, per venire da voi, Lalaiants. 2) Ho già scritto ieri dello scandalo di qui, aggiungendo an- che che Plekhanov si è spaventato ed è sceso a trattative con loro Essi hanno posto delle condizioni: i) ricostituzione della vecchia redazione, 2) cooptazione di alcune persone nel CC, 3) 2 voti nel Consiglio, 4) riconoscimento della validità del congresso della Lega. In altre parole, accettano di fare la pace soltanto a condizione che ci si arrenda a discrezione, si sconfessi Wolf e si « renda innocuo > Podierno Comitato centrale. La mia opinione personale è che qual- siasi concessione da parte del CC sarebbe umiliante e discredite- rebbe del tutto Podierno Comitato centrale. Bisogna che Lan e Nil vengano qui al più presto possibile; è la nostra ultima carta, e se il CC non è pronto a una lotta decisa, a una lotta fino in fondo, è molto meglio cedere loro tutto subito. Demoralizzarsi così, scendere a transazioni di questo genere, significa rovinare tutto. Ripeto: questa è la mia opinione personale. In ogni caso venite senza indugio, in modo da poter decidere assieme sul da farsi. Scritta il 5 novembre 1903. Spedita a Kiev da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1928. M4 LENIN 77, A PLEKHANOV 6. xi. 1903 Stimatissimo Georghi Valentino vie, ho pensato a lungo su quanto avete dichiarato ieri, che cioè Voi vi riservate «piena libertà d’azione» qualora io non con- senta di consigliare a Koniaghin di uscire dal Consiglio del partito. È cosa sulla quale non posso in nessun modo essere d’accordo. Non ritengo nemmeno possibile restare più a lungo, nonostante le mie dimissioni, nella posizione non ufficiale di redattore di fatto, dal momento che dite che secondo voi la piena libertà di azione non esclude la consegna da parte vostra della redazione ai martovisti. Sono pertanto costretto a trasmettervi tutti i collega- menti ufficiali della redazione delegano centrale e tutti i mate- riali, che vi invio appunto in plico a parte. Se ci sarà bisogno di chiarimenti di qualsiasi genere riguardo al suddetto materiale, na- turalmente ve li fornirò volentieri. Una parte del materialé è stato consegnato ai collaboratori (Lebedev, Schwarz, Ruben), ai quali bisognerà dire di consegnare tutto a voi. N. Lenin P. S. Vi prego di non considerare la consegna della redazione come se si trattasse del famigerato boicottaggio. Ciò sarebbe in contrasto con quanto vi dissi apertamente nella mia dichiarazione del i° novembre c. a.“\ Naturalmente porterò ora a conoscenza dei compagni la mia uscita dalla redazione. P. P. S. Di plichi ne invierò (domani mattina con un fattorino) tre — aa, bb, cc, — secondo l’importanza del materiale contenuto. Si era previsto di fare uscire il n. 52, col comunicato del Comi- tato centrale 1 ", il 16 novembre. Per questo occorrerà cominciare a stamparlo lunedì; si potrà fare in tempo anche se si comincerà martedì. Scritta a Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1928. CARTEGGIO I903 x 45 78. A KRGIGIANOVSKI A Smith. 8. xi. 1903 Caro amico, ancora una volta ti prego insistentemente di venire, di ve- nire proprio tu, e per di più con uno o due altri membri del CC. È una cosa assolutamente necessaria e urgente. Plekhanov ci ha tra- dito, nel nostro campo regna una terribile esasperazione; tutti sono indignati del fatto che per gli scandali della Lega Plekhanov abbia permesso che si ritornasse sulle decisioni del congresso del partito. Ho lasciato definitivamente la redazione. \Jlsì{ra potrebbe subire un arresto. È una crisi completa e paurosa. Tieni presente che non lotto più per la redazione defiggano centrale; mi sono compieta- mente rassegnato al fatto che Plekhanov abbia messo assieme i cinque senza di me. Mi batto però per il CC, che i martovisti, di- venuti arroganti dopo il vile tradimento di Plekhanov, vogliono pure conquistare, esigendo che vi si cooptino dei loro, senza nem- meno specificarne il numero!! La battaglia per la redazione del- l’organo centrale è stata irrimediabilmente perduta grazie al tradi- mento di Plekhanov. Unica probabilità di pace: cercare di cedere loro la redazione deH’organo centrale, conservando per noi il CC. La cosa è tutt’altro che facile (può anche darsi che sia già troppo tardi), ma bisogna tentare. Per questo è appunto necessaria la presenza qui di Smith, meglio di tutto se accompagnato da altri due russi del CC, dei più autorevoli (non le signore) (Boris e il dottore, per esempio). Plekhanov minaccia di andarsene se il CC non cederà: per lamor di dio, non credete alle sue minacce; quello bisogna metterlo alle strette, spaventarlo. Bisogna che la Russia si levi fermamente in difesa del CC, rassegnandosi a cedere la redazione dell’organo centrale. Occorrono qui uomini nuovi del CC, perchè altrimenti non ci sarà assolutamente nessuno per trat- tare coi martovisti. Smith è tre volte necessario. Ripeto le «condi- zioni» dei martovisti: i) trattative a nome della redazione del- l’organo centrale e del CC, 2) 6 nella redazione dell’organo cen- trale, 3) ? nel CC. Sospensione della cooptazione nel CC, 4) 2 po- 146 LENIN sti nel Consiglio, 5) sconfessione del CC per quanto riguarda la Lega, riconoscimento della validità del suo congresso. Proprio, nè più nè meno, le condizioni di pace che i vincitori propongono ai vinti!! Spedita a Kiev da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1928. 79. A LIADOV 1 " io. xi. 1903 Caro Lidin, voglio raccontarvi le nostre « novità politiche ». Ecco, per cominciare, gli ultimi avvenimenti in ordine crono- logico. Il mercoledì (27 o 28 ottobre) era il terzo giorno del con- gresso della Lega. Martov grida istericamente che « il sangue della vecchia redazione » (Pespressione è di Plekhanov) ricade su di noi, e che per colpa di Lenin vi è stato al congresso qualcosa di simile all’intrigo ecc. Io, con calma, lo sfido a muovere apertamente per iscritto (con una dichiarazione all’ufficio del congresso), davanti a tutto il partito, le sue accuse contro di me: quanto a me, mi ac- cingo a pubblicare tutto . Altrimenti, dico, non è che una semplice S\anddsucht *. Martov, com’è naturale, « nobilmente si ritira », esi- gendo (come fa anche adesso) un giudizio arbitrale; io continuo a chiedere che egli abbia il coraggio di muovere le sue accuse aper- tamente, in caso contrario ignorerò tutto, considerando tutto alla stregua di meschini pettegolezzi. In seguito all’indegna condotta di Martov, Plekhanov rinuncia a parlare. Una decina dei nostri fanno dichiarazioni alPufficio del congresso, bollando « l’indegna condotta » di Martov, che ha portato la discussione sul terreno del litigio, dei sospetti, ecc. Tra paren- tesi, il mio discorso di due ore sulla « storica svolta del compagno ricerca dello scandalo (N.d.R.). CARTEGGIO I903 M7 Martov * m al congresso del partito verso la Vcrsumpfung * non ha suscitato, nemmeno fra i martovisti, una sola protesta; nessuno ha detto che si portava la questione sul terreno del litigio Venerdì. Decidiamo di ammettere nella Lega undici nuovi membri; la sera, in una riunione privata con questi «granatieri» (come scherzosamente li chiamiamo), Plekhanov dà un saggio del modo come sbaraglieremo i martovisti. Cala il sipario. Applausi fragorosi. Sabato. Il CC legge la sua dichiarazione con la quale lo statuto della Lega non viene approvato e si proclama illegale l’assemblea (dichiarazione che prima era stata discussa nei particolari, parola per parola con Plekhanov). Tutti i nostri escono dal congresso tra le urla dei martovisti : « gendarmi », ecc. Sabato sera. Plekhanov « si è arreso » : non vuole la scissione. Esige che si avviino trattative di pace. Domenica (i° novembre). Presento a Plekhanov le mie dimis- sioni scritte (non volendo prender parte ad uno sconcio quale il rimaneggiamento del congresso del partito sotto l’influenza di uno scandalo all’estero; non parlo poi del fatto che anche dal punto di vista puramente strategico non si poteva scegliere un momento peggiore per fare delle concessioni). 3 novembre. Starover comunica per iscritto a Plekhanov, che ha avviato trattative, le condizioni di pace con l’opposizione: i) Le trattative vengano condotte dalla redazione dell’organo centrale e dal CC. 2) Ricostituzione della vecchia redazione dellV^ra. 3) Co- optazione nel CC di un numero di persone che verrà stabilito du- rante le trattative. Interrompere la cooptazione nel CC dal mo- mento in cui avranno inizio le trattative. 4) 2 posti (sic!) nel Con- siglio del partito e 5) riconoscimento della validità del congresso della Lega. Plekhanov non si scompone. Esige che il CC ceda (!!!). Il CC si rifiuta e scrive in Russia. Plekhanov dichiara che se il CC non cede egli se ne andrà. Io consegno a Plekhanov (6 novembre) tutti gli affari redazionali, essendomi convinto che egli può consegnare palude ( N . d . !?.). 148 LENIN ai marto visti non solo il giornale, ma anche tutto il CC senza nessuna ragione. Situazione; è difficile che Visura esca entro il termine fissato. I martovisti esultano per la loro « vittoria », Tutti i nostri (ad ecce- zione delle due signorine Axelrod, fedeli a Plekhanov anche nella sua Treulosigfeit*) si allontanano da Plekhanov e all’assemblea (607 novembre) gli dicono amare verità (sul tema del « secondo Isari »). Bello, vero? Io non entrerò nella redazione, ma scriverò. I no- stri vogliono difendere, per quanto possibile, il CC e continuare con forza l’agitazione contro i martovisti: il piano, secondo me, è giusto. Lasciamo che Plekhanov se ne vada: allora il Consiglio del partito consegnerà Visura a una commissione e convocherà un con- gresso straordinario del partito. Possibile che si debba veramente permettere alla Lega estera di rimaneggiare il congresso del par- tito con una maggioranza di 3 o 4 voti?? È forse decoroso, dopo aver dato alla lotta grande risonanza e averla spinta quasi fino alla rottura, battere in ritirata e accettare le condizioni di pace dettate dai martovisti?? Vorrei conoscere la vostra opinione. Penso che agire à la Plekhanov significhi mandare all’aria il congresso del partito e tradirne la maggioranza. Penso che dob- biamo, con tutte le nostre forze, fare della propaganda, qui e in Russia, perchè ci si sottometta al congresso del partito e non al con- gresso della Lega, Boicottare Visura (anche se martovista) sarebbe naturalmente una sciocchezza. Poi non sarà nemmeno martovista, ma forse ple- khanovista perchè la Zasulic e Axelrod daranno subito a Plekhanov tre dei cinque voti. E la chiamano redazione!! A completamento della vostra acuta osservazione sulle reliquie di Sarova voglio ag- giungere una piccola statistica: degli articoli e note polemiche pub- blicati sui 45 numeri deWIslpa usciti nel periodo della redazione dei sei, 39 sono stati scritti da Martov, 32 da me, 24 da Plekhanov, 8 da Starover, 6 dalla Zasulic e 4 da P. B. Axelrod. Questo in tre * infedeltà ( N . à. R.\ CARTEGGIO 1903 I49 anni! Nemmeno un numero è stato curato (dal punto di vista tec- nico-redazionale) da altri che non fossero Martov o io. E adesso — quale premio per lo scandalo, quale premio per avere Starover ta- gliato una grossa fonte di denaro — prenderli nella redazione! Han- no lottato per delle «divergenze di principio», trasformatesi così eloquentemente — nella lettera di Starover a Plekhanov del 3 no- vembre — in conteggio dei posticini che farebbe loro comodo avere. E noi dovremmo legittimare questa lotta per i posticini, concludere una transazione con questa manica di generali o ministri mancati {grève générale des généraux, come diceva Plekhanov) o con una manica di scandalisti isterici ! ! Ma allora a che servono i congressi di partito se poi le cose si fanno airestero con il favoritismo, riste- mmo e gli scandali ? ? Qualcosa ancora sul famoso « collegio dei tre », nel quale l’iste- rico Martov vede il fulcro dei miei « intrighi ». Voi certo ricordate, fin dai tempi del congresso, il mio programma del congresso e il mio commento a quel programma. Vorrei proprio che tutti i mem- bri del partito conoscessero questo documento e perciò lo riporto ancora una volta con precisione. «Par. 23 ( Tagesordnung *). Ele- zioni del CC e della redazione dell'organo centrale del partito ». Mio commento « Il congresso elegge tre persone per la reda- zione dell’organo centrale e tre per il CC. Queste sei persone assie- me , con la maggioranza dei due terzi, aumenteranno, se necessario, la redazione dell’organo centrale e il CC per mezzo di cooptazioni e faranno il relativo rapporto al congresso. Dopo l’approvazione di questo rapporto da parte del congresso, la redazione dell’organo centrale e il CC potranno fare separatamente ulteriori cooptazioni ». Non risulta dunque forse chiaro che è impossibile rinnovare la redazione senza il consenso del CC (occorrono quattro voti su sei per la cooptazione) e che, inoltre, il problema se ampliare o la- sciare Piniziale collegio dei tre resta aperto (coopteranno « se neces- sario*)} Questo progetto l’ho mostrato a tutti (anche a Plekhanov, naturalmente) prima del congresso. S’intende che era necessario un rinnovamento a causa del malcontento contro i sei (in par- ticolare verso Plekhanov, il quale di fatto disponeva del voto di ordine del giorno (N. d . R.). 150 LENIN P. B. Axelrod, quasi sempre assente, e delPar rendevole V* I. Za- sulic); s’intende che con Martov, a quattr’occhi, ho espresso in modo reciso questo malcontento, « ho inveito » e contro Plekhanov (in particolare) e contro Axelrod e la Zasulic per i loro capricci, proponendo anche di portare i sei a sette, ecc. Ma non è forse isterismo tirare fuori ora queste cose dette in privato e mettersi a gridare che « il collegio dei tre era diretto contro Plekhanov », che io avevo teso a Martov una «trappola», ecc.?? Naturalmente, nei casi in cui fossimo stati d’accordo io e Martov il collegio dei tre sarebbe stato contro Plekhanov, mentre nei casi in cui fossero stati d’accordo Martov e Plekhanov (sul problema delle dimostrazioni, per esempio) sarebbe stato contro di me, ecc. Le grida isteriche ser- vono soltanto a nascondere la meschina incapacità di comprendere che nella redazione vi debbono essere esclusivamente dei redattori veri e non fittizi, che la redazione deve esser un collegio attivo e non filisteo, che ogni suo membro deve avere in ogni questione una propria opinione (cosa non mai avvenuta con i tre non eletti). Martov aveva approvato il mio progetto dei due collegi di tre persone, ma quando ha visto che questo progetto in una questione si è volto contro di lui, si è lasciato prendere dall’isterismo e si è messo a gridare all’intrigo. Non per nulla Plekhanov nei corridoi del congresso della Lega lo ha chiamato « uomo meschino » ! Sì... gli sporchi intrighi esteri hanno prevalso sulla decisione della maggioranza dei militanti russi. E Plekhanov ha tradito, in parte per il timore di uno scandalo all’estero e in parte (forse) perchè sentiva che nel collegio dei cinque lui personalmente avreb- be contato per tre... Lottare per il CC, lottare per un prossimo (nell’estate) nuovo congresso: ecco quel che ci resta da fare. Procuratevi il mio quaderno Lo ha mandato Poletaiev (Bau- man) soltanto e personalmente a Veceslov. Scergov lo ha potuto prendere soltanto con l’imbroglio, soltanto abusando della fiducia . Leggetelo a tutti quelli che volete, ma non datelo in mano a nes- suno e restituitemelo. Occorre che voi cacciate Veceslov da tutte le posizioni. Pren- dete la lettera che vi ha inviato il CC, presentatevi al Parteivor - CARTEGGIO I903 151 stand # come fiduciario del CC e prendete interamente nelle vostre mani tutti i collegamenti tedeschi. Per il vostro opuscolo mi sento molto colpevole nei vostri con- fronti. Sono riuscito a leggerlo soltanto una volta. Ha bisogno di un rimaneggiamento, per il quale non sono ancora riuscito a trac- ciare un piano. Vostro Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1 928. 80. A PLEKHANOV 18. XI. 1903 Stimatissimo Gheorghi Valentino vie, vi chiedo molte scuse per aver tardato un giorno a mandarvi Tarticolo 1 ": ieri sono stato poco bene e, in generale, in questi giorni il lavoro mi pesa terribilmente. L’articolo mi è venuto molto lungo, per cui è necessario divi- derlo in due parti; nella seconda farò un esame circostanziato del Novobrantsev e tirerò le somme. Ritengo sia necessario che il mio articolo sia firmato, e prendo uno pseudonimo perchè prima del comunicato probabilmente non vi conviene che io faccia altrimenti. Vi prego di pubblicare nel numero òt\\'ls\ra che conterrà il comunicato sul congresso anche la mia dichiarazione in propo- sito w . Naturalmente nel caso in cui si ristabilisse la pace completa nel partito (il che io spero), e se lo riterrete necessario, potrei, tra le altre condizioni di pace, discutere anche se sia o no il caso di pubblicare quella mia dichiarazione. Vostro devoto N. Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata integralmente la prima volta nel 1928. • direzione del partito (Comitato centrale del Partito socialdemocratico te- desco) (N. d.R.). 1-675 i5 2 LENIN 81. AL COMITATO CENTRALE Cari amici, una nuova situazione politica si è nettamente delineata col n. 53 àeìYIsì^ra. È evidente che i cinque vogliono dare addosso sull organo centrale tanto a Lenin (spingendosi fino alla calunnia, affermando cioè che lui avrebbe cacciato dal partito quelli del luzny Rabociy fino ai vili accenni a Schweitzer “*) quanto al CC e a tutta la maggioranza. Plekhanov afferma apertamente che nessun Comi- tato centrale fa paura ai cinque deirorgano centrale. L’attacco al CC è in corso sia qui che in Russia (lettera da Pietroburgo sul viaggio di Martyn). La questione è posta nettamente. Se si perde tempo e non si landa la parola d ordine della lotta, è inevitabile una rora- pietà sconfitta i) in seguito alla lotta accanita dei cinque nélVIs^ra, 2) in seguito a retate dei nostri in Russia. 'La salvezza è una sola: il congresso. Sua parola d'ordine: lotta contro i disorga- nizzatori . Solo con questa parola d’ordine si possono cogliere in flagrante i martovisti, si possono attirare larghe masse e salvare la situazione. Secondo me l’unico piano possibile è questo: per ora nemmeno una parola a nessuno sul congresso , segreto assoluto. Muovere tutte le forze, tutti e tutto, nei comitati e andando in giro . Lottare per la pace, perchè si metta fine alla disorganizzazione, perchè ci si sottometta al Comitato centrale. Rafforzare con tutte le forze i comitati con gente nostra. Fare ogni sforzo per cogliere in flagrante i martovisti e quelli del luzny Rabbci nella loro opera di disorganizzazione, con documenti, risoluzioni contro i disorga- nizzatori; le risoluzioni dei comitati devono essere immediatamente spedite allargano centrale. Poi infilare i nostri nei comitati in- stabili. Conquistare i comitati in nome della parola d’ordine « con- tro la disorganizzazione»: ecco il compito più importante. È neces- sario che il congresso abbia luogo non più tardi di gennaio ; perciò dedicatevi a ciò con maggior energia; anche noi muoveremo tutte le forze. Scopo del congresso: rafforzare il CC e il Consiglio, e forse anche Porgano centrale, o mediante un collegio di tre (nel caso in cui si riesca a strappar loro Plekhanov, il che è poco prò- CARTEGGIO I9O3 153 babile), oppure mediante una redazione a sei, nella quale entrerei dopo una pace per noi onorevole. Alla peggio: organo centrale a loro , CC e Consiglio a noi . Ripeto : o disfatta completa (lorgano centrale ci darà addosso) o immediata preparazione del congresso . È necessario preparare il congresso dapprima segretamente , al massimo per un mese, poi in tre settimane raccogliere le richieste della metà dei comitati e con- vocarlo . Ancora una volta: questa è Tunica salvezza. Scritta il io dicembre 1903. Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 82. ALLA REDAZIONE DELL’« ISKRA > ”* Alla redazione dell'organo centrale 12. xii. 1903 Come rappresentante del CC ho ricevuto oggi dal compa- gno Martov una lettera in cui mi si chiede se si possono pubblicare le trattative del CC con Topposizione ginevrina” 0 . Penso di sì, e prego vivamente i compagni della redazione dell’organo centrale di riflettere ancora una volta sulla questione di addivenire a un buon accordo nel partito. Non è troppo tardi per assicurare questo accordo; non è troppo tardi per sottrarre alla curiosità della gente e dei nemici i partico- lari della scissione e le chiacchiere sulla disonestà e sugli elenchi falsi, chiacchiere che probabilmente saranno sfruttate perfino dalle Mos 1 {Ovs 1 {ic Vie domo sti. Garantisco che la maggioranza accon- sentirà volentieri a dimenticare tutto questo fango alla condizione che venga assicurato nel partito un buon accordo. Tutto dipende ora dalla redazione dell’organo centrale, la quale comprende rappresentanti dell’ex opposizione che respinse la pro- posta di pace del CC del 25 novembre scorso 1 * 1 . Vi prego, com- pagni, di prendere in considerazione il fatto che da allora il CC ha 1* T 54 LENIN dimostrato la sua buona volontà facendo due ulteriori concessioni: ha consigliato cioè il compagno Ru a dimettersi e ha cercato di aggiustare le cose con la Lega «con le buone». Intanto il boicottaggio, l’agitazione contro il CC e la disorga- nizzazione del lavoro pratico in Russia continuano. Dalla Russia ci scrivono che l’opposizione sta facendo 1 *« inferno », Siamo in possesso di notizie molto precise sull’attività dei fiduciari della mi- noranza, che continuano sistematicamente a disorganizzare il la- voro andando da un comitato aH’altro. Da Pietroburgo ci scrivono che Martyn è arrivato là con questo scopo. Si è giunti a tal punto che lopposizione organizza un suo trasporto, proponendo al CC, attraverso Dan, di fare a metà! Ritengo mio dovere chiedere, di fronte al partito e per l’ultima volta, alla redazione dell’organo centrale di indurre l’opposizione a sottoscrivere un buon accordo sulla base di un riconoscimento sin- cero da ambedue le parti di entrambi i centri e della cessazione della lotta intestina, che rende impossibile qualsiasi lavoro comune. Scritta a Ginevra - Pubblicata la prima volta nel 1929. 83. A KRGIGIANOVSKI Caro amico, è necessario che chiariamo circostanziatamente la questione sulla’ quale evidentemente divergiamo, e ti prego vivamente di trasmettere questa mia lettera a tutti i membri del CC (o della Commissione esecutiva “*) perchè la discutano. La divergenza con- sisti in questo: i) tu pensi che sia possibile la pace coi martovisti (perfino Boris fa auguri di pace! Ce da ridere e da piangere!); 2 ) tu pensi che un congresso immediato equivalga al riconosci- mento della nostra impotenza. Io sono convinto che su entrambi i punti ti sbagli di grosso. 1) I martovisti vogliono la guerra. Lo stesso Martov in una riunione a Ginevra ha apertamente gridato che loro sono una forza. Nel giornale ci danno addosso e falsificano CARTEGGIO I9O3 155 vilmente le cose, nascondendo la loro furfanteria con grida sul burocratismo al nostro indirizzo. Martov continua a strillare a destra e a manca che il CC non serve a nulla. In una parola è assolutamente inammissibile e ingenuo mettere in dubbio che i mar to visti si prefiggano di prendere anche il CC con la stessa furfanteria, il boicottaggio e lo scandalo. Non abbiamo le forze per lottare con loro su questo terreno, giacche Porgano centrale è un’arme terribile, e la nostra sconfitta è inevitabile, specialmente dopo le retate. Perdendo tempo, vi avviate verso l’immancabile e completa sconfitta di tutta la maggioranza; tacendo, sopportate tutti gli schiaffi che 1 estero (la Lega) dà al CC e ne chiedete ancora. 2 ) Il congresso dimostrerà la nostra forza, dimostrerà che non sol- tanto a parole, ma anche coi fatti non ammettiamo che dall’estero una cricca di scandalisti si imponga a tutto il movimento. Il con- gresso è necessario proprio ora che la parola d’ordine è: lotta contro la disorganizzazione. Soltanto questa parola d’ordine giustifica il congresso, lo giustifica completamente agli occhi di tutta la Russia. Lasciando passare il tempo voi lasciate cadere questa parola d’or- dine, dimostrate la vostra impotente, passiva sottomissione ai mar- tovisti. Sognare di rafforzare le posizioni grazie al lavoro positivo, quando l’organo centrale ci dà addosso e i martovisti ci boicottano e fanno dell’agitazione contro di noi, è semplicemente ridicolo. Ciò significa rovinarsi lentamente in una lotta senza gloria contro degli intriganti che poi diranno (e lo dicono già ora): guardate quanto è incapace questo Comitato centrale! Ripeto: non fatevi illusioni. O voi dettate la pace ai martovisti in un congresso o sarete ingloriosamente scacciati o sostituiti alla prima retata. Ora il congresso ha uno scopo: finirla con l’insostenibile disorganizza- zione, togliere di mezzo la Lega, che si fa giuoco di ogni CC, pren- dere solidamente nelle proprie mani il Consiglio e aggiustare le cose con l’organo centrale. Ma come aggiustarle? Nel peggiore dei casi lasciando anche i cinque (o tornare ai sei); sarà tuttavia poco probabile che si debba ricorrere a questo caso estremo, se avremo una forte maggioranza. Allora, o vinceremo definitivamente i mar- tovisti (vedendo che non c’è la pace, Plekhanov comincia già a parlare fin d'ora di un nuovo Vademecum , e minaccia di attaccare i 5 6 LENIN entrambe le parti in contesa. Ci mancherebbe anche questa!), op- pure diremo apertamente che noi non abbiamo un organo centrale dirigente e lo trasformeremo in un giornale di discussione, dove si pubblicheranno liberamente articoli firmati della maggioranza e della minoranza (meglio ancora : raccogliere in opuscoli la pole- mica coi martovisti e sullY^ra combattere soltanto contro il go- verno e i nemici della socialdemocrazia). Dunque: abbandonate l’ingenua speranza di poter lavorare pa- cificamente in un'atmosfera impossibile. Mandate in giro tutte le forze principali , lasciate che Lan parta, assicuratevi subito, defini- tivamente i nostri comitati e poi scatenate l’attacco contro quelli degli altri c... il congresso, il congresso non più tardi di gennaio! P. S. Se Martov dovesse fare a Lan delle domande riguardanti la pubblicazione 1 ”, Lan passi subito la voce a Kol, senza fallo, al- trimenti ci sarà un arciscandalo! Martov e Dan dicono a Kol, quando si incontrano con lui, le più inammissibili impertinenze! P. P. S. Oggi, 18, ancora una nuova infamia dei martovisti: il rifiuto di pubblicare nel n. 54 la mia lettera sui motivi che mi hanno spinto ad uscire dalla redazione 1 * 4 , e questo col pretesto che Hans era contrario alla pubblicazione dei documenti (bugiardi! Hans sarebbe stato contrario se ci fosse stata la pace\). Il rifiuto è accompagnato da un mucchio di infamie, come quella che il CC ha cercato di prendere nelle proprie mani Porgano centrale, che le trattative vertevano sul ritorno della fiducia al CC, ecc. La tattica è chiara: nascondere ipocritamente l'opposizione dei Dan, dei Martyn ecc. al CC e, alla chetichella, coprire di fango il CC nel giornale. Non voglio assolutamente lasciare senza risposta l’abo- minevole n. 53. Pertanto telegrafatemi subito: 1) siete d’accordo di pubblicare la mia lettera al di fuori dell 'ls\ra? Actien* 203; 2) siete d’accordo di impegnare subito tutte le forze per il con- gresso? Actien 204. Se la vostra risposta è affermativa per entrambe le domande, Actien 407; se è negativa per le due domande, Ac- tien 45. azioni (/V. d . K.). CARTEGGIO I903 157 Dopodomani vi manderò la lettera sulla mia uscita dalla reda- zione. Se non siete d’accordo sulla convocazione immediata del congresso e avete intenzione di subire in silenzio gli schiaffi dei martovisti, non mi resterà probabilmente altro da fare che andar- mene anche dal Comitato centrale. Scritta il iS dicembre 1903 . Spedita a Kiev da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 84. A VILONOV Caro compagno, la vostra lettera mi ha fatto molto piacere, perchè qui, al- l’estero, abbiamo ben poche occasioni di sentire la voce franca e indipendente di coloro che lavorano sul posto. Per un pubblicista socialdemocratico che vive alFestero ha un’estrema importanza il frequente scambio di opinioni con gli operai di avanguardia che lavorano in Russia, e quanto voi mi dite sull’eco che le nostre di- scordie hanno nei comitati è stato per me di eccezionale interesse. E fors’anche, se ne avrò l’occasione, pubblicherò la vostra lettera Rispondere alle vostre domande in una sola lettera è impossi- bile, perchè una esposizione particolareggiata del comportamento della maggioranza e di quello della minoranza occuperebbe un libro intiero. Ho pubblicato ora in foglio a sè la « lettera alla redazione dcìVIs^ra » (Perchè sono uscito dalla redazione?), dove espongo brevemente i motivi del nostro dissidio e cerco di dimo- strare come sia falsa la versione fornita dal n. 53 dell *Is%ra (a co- minciare dal n. 53 la redazione è formata da quattro rappresen- tanti della minoranza più Plekhanov). Spero che questa lettera (un piccolo foglio di stampa di 8 paginctte) arrivi presto nelle vostre mani, perchè in Russia è già arrivata e, a quanto pare, non sarà difficile diffonderla. Ripeto: in questa lettera la cosa è esposta molto sommaria- mente. Fare un resoconto più particolareggiato non sarà possibile i 5 8 LENIN finche non usciranno gli atti del congresso del partito e del con- gresso della Lega (il n. 53 At\YIs\ra annuncia che gli atti di questi due congressi saranno pubblicati integralmente e molto presto. So che gli atti del congresso del partito usciranno in un volume di trecento e più pagine; ne sono già pronte circa trecento; probabilmente fra una settimana, o al massimo due, il volume uscirà). È molto probabile che sia necessario scrivere ancora un opuscolo 1 " quando usciranno tutti questi atti. Personalmente ritengo che la scissione sia dovuta innanzi tutto e soprattutto al malcontento per la composizione dei centri (organo centrale e Comitato centrale). La minoranza voleva che venissero confermati nella redazione dell’organo centrale i sei che com- ponevano la vecchia redazione, mentre il congresso dei sei ne ha eletti tre, trovandoli evidentemente più adatti alla direzione poli- tica. La minoranza è stata battuta anche nella questione della com- posizione del CC, cioè il congresso non ha eletto quelli che la minoranza voleva. La minoranza, scontenta, cominciò allora per questo motivo a gonfiare lievi divergenze, a boicottare i centri, a procurarsi dei so- stenitori, e perfino a preparare la scissione del partito (a questo proposito circolano voci molto insistenti, e probabilmente attendi- bili, secondo le quali essi avrebbero già deciso di fondare e stareb- bero per stampare un proprio giornale, la Kramola . Non per nulla Particolo polemico del n. 53 At\Yls\ra è stato composto con dei caratteri che non esistono affatto nella tipografia del partito!). Plekhanov ha decìso di cooptarli nella redazione per evitare la scissione e ha scritto nel n. 52 del Visura larticolo Che cosa non fare . Dopo il n. 51 sono uscito dalla redazione perchè non ho ritenuto giusto che si rimaneggiasse il congresso sotto Pinfluenza degli scan- dali allestero. Ma personalmente non ho voluto, certo, ostacolare la pace, se tale pace era possibile, e perciò (ritenendo che per me era impossibile in questa situazione lavorare nel collegio dei sei) sono uscito dalla redazione senza rinunciare a collaborare. La minoranza (o opposizione) vuole inoltre introdurre di forza i suoi anche nel Comitato centrale. Il Comitato centrale ha accet- tato per amor di pace di prenderne due, ma la minoranza non è CARTEGGIO 1903 159 ancora soddisfatta e continua a diffondere voci maligne sul conto del CC, come per esempio quella che il CC sarebbe incapace. Se- condo me, questa è un’infrazione delle più rivoltanti della disci- plina e del dovere di partito. E poi sono tutti pettegolezzi, giacché il CC è stato eletto dal congresso fra coloro per i quali si era espressa la maggioranza dell’« organizzazione del Visura*. E l’« or- ganizzazione At\Yls\ra> y naturalmente, sapeva meglio di ogni al- tro chi fosse adatto ad assolvere questa importante funzione. Il Comitato centrale eletto al congresso è formato da tre compagni: tutti e tre sono da molto tempo membri dell’* organizzazione del- Vlsf^ra*; due di essi erano membri del Comitato d’organizzazione, il terzo era stato invitato a farne parte, ma non aveva accettato; aveva però lavorato ugualmente per il CO, occupandosi di cose in- teressanti tutto il partito 1#r . Vuol dire che al CC sono stati eletti uomini tra i più fedeli e provati, e io ritengo che gridare che sono degli « incapaci », quando la stessa minoranza impedisce al CC di lavorare, sia il peggiore dei metodi. Tutte le accuse che si muovono al CC (accuse di formalismo, burocratismo, ecc.) non sono che malvage invenzioni prive di qualsiasi fondamento. Inutile dire che condivido pienamente la vostra opinione; penso cioè che gridare contro il centralismo e contro il congresso sia in- decoroso per delle persone che prima parlavano in un altro modo e poi si sono irritate perchè il congresso non ha fatto come vole- vano loro su una questione particolare. Invece di riconoscere il loro errore, costoro disorganizzano ora il partito! Secondo me i com- pagni russi devono decisamente insorgere contro ogni tentativo di disorganizzazione e insistere perchè si attuino le decisioni del con- gresso, perchè i litigi riguardo a chi debba essere nell’organo cen- trale e nel CC non ostacolino il lavoro. Le liti che i letterati e gli altri generali di ogni genere (che voi troppo severamente chiamate già apertamente intriganti) fanno all’estero non saranno più peri- colose per il partito solo allorché i membri dei comitati, cioè i diri- genti russi, si saranno resi più indipendenti e sapranno esigere con fermezza che le decisioni prese dai loro rappresentanti al congresso del partito siano attuate. Quanto ai rapporti fra l’organo centrale e il Comitato centrale, ióo LENIN avete pienamente ragione : una volta per sempre, non bisogna dare maggior peso all’uno o all’altro. È lo stesso congresso, secondo me, che di volta in volta deve decidere in proposito. E ora, in base allo statuto, al di sopra dell’organo centrale e del CC sta il Consiglio del partito. E nel Consiglio vi sono due membri dell’organo cen- trale e due del Comitato centrale; il quinto invece è stato eletto dal congresso. Ciò significa che è stato appunto il congresso a deci- dere a chi bisogna dare questa volta il peso maggiore. Dire che noi vorremmo schiacciare il CC russo con l’organo centrale estero è un mero pettegolezzo, nel quale non vi è neppure un grano di verità. Quando Plekhanov e io facevamo parte della redazione, avevamo anche nel Consiglio tre socialdemocratici russi e solo due esteri. Coi martovisti, invece, adesso è tutto il contrario! Così stanno le cose, e da questo giudicate le loro parole! Una forte stretta di mano. Vi prego vivamente di comunicarmi se avete ricevuto questa lettera, se avete letto la mia lettera alla redazione e i nn. 52 e 53 dtlYIslpa e di dirmi come vanno ora le cose in generale nel vostro comitato. Con fraterni saluti. Lenin Scritta non più tardi del 22 dicembre 1903. Spedita a lekaterinoslav. da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 85. AL COMITATO CENTRALE 22. xii. 1903 Al CC dal membro del CC Lenin. Ho letto il comunicato che il CC ha inviato ai comitati 1 " e non posso che restarne stu- pito. Non avrei mai potuto immaginarmi un malinteso più ridi- colo. Per la sua dabbenaggine e impressionabilità Hans è stato, così, duramente punito. Mi spieghi, per amor di tutti i santi, dove ha preso il coraggio di parlare di pace con quel tono mellifluo, CARTEGGIO I903 i6r quando l’opposizione (Martov compreso!), in risposta all’ultima- tum del Comitato centrale, Vha formalmente respinta ?? Dopo questo rifiuto formale, non è forse puerile avere ancora fiducia nelle chiacchiere di Martov, il quale, in primo luogo, non ricorda oggi quello che ha detto ieri e, in secondo luogo, non può rispon- dere per tutta l’opposizione? Non è forse ingenuo questo parlare e scrivere di pace quando l’opposizione si prepara a una nuova guerra, quando alle riunioni di Ginevra grida di essere una forza e nel n. 53 AtWIsf^ra comincia a darci vilmente addosso? E poi dire cose false ai comitati! Come, per esempio, che il conflitto con la Lega sarebbe «del tutto finito > ! ! Non parlare del primo Consiglio (con Ru)l Infine gli sciocchi consigli che mi si danno di partire di qui! Potrei ancora capire che dei familiari, dei parenti mi dicessero questo, ma che simili assurdità mi vengano scritte dal Comitato centrale!! Poi proprio ora comincia la guerra sulla stampa. Il numero 53 e la mia lettera, pubblicata in foglio a sè 1 ", ve lo dimostrano. Il comunicato che avete mandato ai comitati mi ha fatto arrab- biare talmente che non riesco a pensare subito in qual modo po- trete sbrogliarvi da questa situazione ridicola. Forse così: dichia- rare che il contenuto del n. 53 delYIs^ra e in particolare dcll’arti- colo II nostro congresso hanno distrutto in voi ogni fiducia nella pace. Io almeno non vedo altra via d’uscita. Rispondete ai comitati (c anche allo stesso Martov) che Tarticolo Il nostro congresso , falso e rivoltante, ha provocato una polemica giornalistica, mentre voi (il CC) cercate di fare un lavoro positivo. Plekhanov era contrario all’articolo II nostro congresso come pure alla conferenza di Martov. Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel *9 2 9- IÓ2 LENIN 86. ALLA REDAZIONE DELL’* ISKR A » 170 Alla redazione delVorgano centrale Stimati compagni, a proposito della risoluzione del 22 dicembre della redazione dellorgano centrale, il rappresentante estero del CC ritiene ne- cessario far rilevare alla redazione stessa l’assoluta inopportunità di tale risoluzione, che solo l’estrema tensione del momento può ■ m spiegare . Se Lenin, che ha agito non come membro del CC, ma come ex redattore, ha detto qualche cosa che a vostro parere è inesatto, voi potete chiarire le cose attraverso la stampa. Il compagno Hans non ha stipulato a nome del CC nessun ac- cordo riguardante la non pubblicazione delle trattative, nè avrebbe potuto farlo a nostra insaputa. La redazione non lo può ignorare. Probabilmente il compagno Hans ha avanzato la proposta di non pubblicare le trattative qualora si fosse conclusa una pace formale. Il rappresentante estero del CC ha comunicato ben due volte alla redazione dellorgano centrale — e questo non in modo ambi- guo, ma con assoluta chiarezza — che permetteva di pubblicare la lettera di Lenin. Se la redazione non avesse agito in uno stato di estrema irrita- zione, si sarebbe facilmente resa conto dell’assoluta inopportunità delle sue osservazioni a proposito del numero dei membri del CC che si trovano all’estero. Su questa e su altre indecenti trovate della redazione (come il ridicolo accenno a qualcosa che sarebbe stato stampato « in segreto ») il rappresentante estero del CC ri- sponde soltanto con un invito a ricordare il dovere di partito e a cessare le azioni che potrebbero trasformare la polemica sulla stam- pa in un motivo di scissione. Il rappresentante estero del Comitato centrale. Scritta a Ginevra il 27 dicembre 190J. Pubblicata la prima volta nel 1929. CARTEGGIO I903 * 6 3 87. AL COMITATO CENTRALE 30. xii. 1903 Abbiamo ricevuto la vostra lettera del io dicembre vecchio stile. Ci sorprende e ci indigna il vostro silenzio sulle questioni attuali e la vostra trascuratezza nella corrispondenza. Così non si può andare avanti! Prendete un altro segretario se Medvied e La- nikha non sono in grado di scrivere ogni settimana. Pensate che finora da Lan non abbiamo ricevuto nulla di circostanziato! Finora la nostra lettera del io dicembre nuovo stile 1 ” (e sono passati 20 giorni) è rimasta senza risposta. Bisogna por fine ad ogni costo a questo disordine! Proseguiamo. Noi insistiamo in modp categorico sulla neces- sità di chiarire completamente la posizione che dobbiamo prendere nella lotta contro i martovisti, di intenderci fra di noi e di assu- mere una linea ben precisa. Perchè non è staro mandato qui Boris, come voleva, quando era qui, Hans? Dopo esser stato qui, Boris non ci avrebbe scritto quelle ridicole parole sulla pace. Perchè Hans non ha mantenuto la promessa di scrivere esattamente al vecchio come la pensa Bo- ris? Se non è possibile mandare Boris, mandate Mitrofan o Zver per chiarire le cose. Ripeto ancora una volta: Terrore principale di Hans è quello di aver ceduto alTultima impressione. Il n. 53 dovrebbe farlo rinsa- vire. I martovisti si sono impadroniti delTorgano centrale per fare guerra, c ora la guerra ce su tutta la linea: calunnie sulYIsl^ra f risse nelle conferenze pubbliche (in questi giorni Martov ha tenuto a Parigi una conferenza sulla scissione davanti a cento persone e si è battuto contro Lebedev), la più sfrenata agitazione contro il Co- mitato centrale. Sarebbe imperdonabile miopia pensare che ciò non possa estendersi alla Russia. Qui si è giunti fino alla rottura delle relazioni tra organo centrale e CC (risoluzione delTorgano centrale del 22 dicembre, che vi è stata inviata), fino alle menzogne stampate dallorgano centrale (n. 55 delT/j^nz), il quale afferma che esisterebbe l'accordo di non pubblicare le trattative. 6 4 LENIN Riflettete bene, infine, su tutta la situazione politica, guardate le cose da un punto di vista più largo, distaccatevi dalle minute noie quotidiane, come quelle dei soldi e dei passaporti, e chiarite a voi stessi, senza nascondere la testa sotto l’ala, dove volete giun- gere e perchè tirate le cose per le lunghe. Da noi, nel CC, vi sono due correnti, se non mi sbaglio (o forse tre? E quali?). A mio parere sono queste: i) dilazionare le cose, non convocando il congresso, tacendo finché è possibile gli attacchi e gli impudenti sputi in faccia, e consolidare la nostra posizione in Russia; 2) far nascere un putiferio di risoluzioni contro Porgano centrale, dirigere tutte le forze alla conquista dei comitati instabili e preparare il congresso fra due, tre mesi al massimo. Io chiedo dunque: in che cosa consiste il vostro rafforzamento delle posi- zioni? Soltanto nel perder tempo, quando qui l’avversario racco- glie le forze (e l’estero conta moltissimo!), e nel rinviare la deci- sione fino alla prima retata. Una retata è inevitabile e non tarderà molto: sarebbe veramente puerile ignorarlo. E che cosa ci lascerete dopo la retata ? I martovi'sti disporranno di forze fresche e in aumento. Le nostre file saranno a pezzi. Loro avranno un organo centrale rafforzato. Noi un gruppetto che potrà malamente reggere l’urto di questo loro scatenato organo centrale. Questa è la via che conduce sicuramente alla sconfìtta, è soltanto una vergognosa e stupida dilazione di una sconfitta inevitabile . Voi vi limitate a chiudere gli occhi su ciò, approfittando del fatto che una guerra aH’estero si estende fino a voi lentamente. La vo- stra tattica si riduce letteralmente a questo: dopo di noi (dopo l’attuale CC) il diluvio (il diluvio per la maggioranza). Io penso che, anche se la sconfitta è inevitabile, bisogna andarle incontro direttamente, apertamente e onestamente, e ciò è possibile soltanto in un congresso. La sconfitta però non è affatto inevita- bile, poiché i cinque non sono compatti, Plekhanov non è con loro, ma per la pace y e con il congresso sarà possibile cogliere alla sprovvista sia Plekhanov che i martovisti, dati i dissensi che pare ci siano tra loro. L’unica seria obiezione che si può muovere contro il congresso è che questo legalizzerebbe inevitabilmente la scissione. E io rispondo: 1) perfino questo sarebbe meglio della CARTEGGIO I9O3 l6 5 situazione attuale, giacche in tal caso si potrebbe uscirne con onore e non continuare a restare nella umiliante situazione di colui che è fatto segno a continue ingiurie; 2) per la scissione i martovisti si sono lasciati sfuggire il momento buono e non è probabile che si ritirino dal terzo congresso, poiché la lotta in corso e la pub- blicazione di tutto rendono la scissione impossibile, 3) Trattare con loro, se è possibile; ma è appunto meglio farlo in un congresso. Discutete queste cose seriamente e rispondete chiarendo final- mente Topinione di ciascun membro (immancabilmente di cia- scun membro) del Comitato centrale. Non insistete per i manifestini: non sono una macchina e in questa terribile situazione non posso lavorare. Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata. la prima volta nel 1929. 1904 88. AL COMITATO CENTRALE P. S. 1T> 2. i. 1904 Ho ricevuto ora le bozze dell’articolo di Axelrod per il n. 55 dell’/j^ra (che probabilmente uscirà fra un paio di giorni). È an- cora più abietto dell’articolo di Martov (// nostro congresso) ap- parso nel n. 53. Ci sono anche «le ambiziose fantasie » «ispirate alle tradizioni della dittatura di Schweitzer». C’è di nuovo l’accusa secondo cui « l’onnisciente centro » « dispone a proprio arbitrio personale (sic!) » «dei membri del partito, trasformati (!!) in in- granaggi e rotelline », «L’istituzione di un numero infinito di di- casteri, dipartimenti, reparti, uffici, laboratori di ogni genere pos- sibile». La trasformazione dei rivoluzionari (dice proprio così!) «in capidivisione, impiegati, caporalmaggiori, sottufficiali, soldati, guardie rurali, operai » (sic!). Il CC, poi (secondo l’idea della mag- gioranza), « deve essere soltanto il fiduciario collettivo di questo potere [del potere della redazione dell’/^ra], deve trovarsi sotto la sua rigida tutela e il suo vigilante controllo». Questa sarebbe «un’utopia organizzativa di carattere teocratico» (sic!). «Trionfo del centralismo burocratico nell’organizzazione di partito: ecco il risultato».,, (dice proprio così), A proposito di questo articolo chiedo ancora una volta a tutti i membri del CC: come è possibile lasciar passare tutto ciò senza protestare, senza lottare? Possibile che non comprendiate che sopportando tutto ciò in silenzio vi tra- sformate, nè più nè meno, in veicoli di pettegolezzi (sul conto di Schweitzer e delle sue pedine) e in diffusori di calunnie (sul CARTEGGIO 1904 167 conto dei burocrati, cioè di voi stessi e di tutta la maggioranza)? E con una simile « direzione ideologica » voi ritenete possibile svolgere un «lavoro positivo»? O conoscete un altro mezzo di lotta onesta oltre il congresso ? ? ((I martovisti hanno, a quanto pare, Kiev, Kharkov, Gorno- zavodski, Rostov e la Crimea. Sono io voti + la Lega + la reda- zione dell’organo centrale -|- 2 nel Consiglio = 16 voti su 49. Se si dirigono subito tutte le forze su Nikolaiev, la Siberia e il Cau- caso è del tutto possibile che essi rimangano un terzo)). Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata la Prima volta nel 7929 . 89. A KRGIGIANOVSKI 4. 1. 1904 Scrive il Vecchio. Solo ora ho ricevuto la lettera di Lan in risposta alla mia del io dicembre, e rispondo subito. Ed è inu- tile chiedermi di criticare le vedute di Lan! La sua titubanza e la sua ingenuità, lo dico apertamente, mi fanno andare su tutte le furie. 1) Scrivere all’organo centrale da parte del CC dalla Russia è una supermancanza di tatto. È necessario che tutto sia fatto sol- tanto attraverso il rappresentante estero del Comitato centrale, È assolutamente necessario fare così, se non si vogliono arciscandali. Bisogna dichiarare una volta per sempre allargano centrale che all’estero vi è un rappresentante del CC con pieni poteri, e nessun altro. 2) Non è vero che ci sia stato un qualsiasi accordo sugli atti della Lega. Tu hai detto apertamente che avresti lasciato de- cidere a noi sulla pubblicazione completa o ridotta. (E poi, al riguardo, tu non avresti potuto « accordarti » su nulla. Nemmeno tutto il CC avrebbe potuto). In questo campo fai una terribile con- fusione, e se tu dovessi scrivere una sola parola incauta, tutto sa- rebbe pubblicato e provocherebbe un arciscandalo. 12-675 i68 LENIN 3) Se nella tua lettera allargano centrale“à proposito del n. 53 non si è trovata una sola parola di protesta contro le porcherie scritte su Schweitzer, sul formalismo burocratico, ecc., allora devo dire che abbiamo cessato di comprenderci. Allora cesserò di par- lare e interverrò in qualità di scrittore privato contro tali porche- rie. Chiamerò isterici furfanti questi signori. 4) Mentre il CC borbotta di lavoro positivo, Ierema e Martyn gli portano via Nikolaiev. Questa è un’arcivergogna ed è per voi il centesimo se non il millesimo avvertimento. O conquistare i co- mitati e convocare il congresso, oppure uscire vergognosamente dalla scena sotto la gragnuola dei vili attacchi dell’organo centrale, che non mi ammette ntìYIs^ra. 5) Parlare ancora d ; conferenza dei comitati e di « ultimatum » (dopo che si son già fatti giuoco del nostro ultimatum!!) è sem- plicemente ridicolo. Ma i martovisti a questa « minaccia » rispon- deranno con una risata!! Che cosa può importare loro degli ulti- matum, quando essi si tengono il denaro, danno addosso al CC e dichiarano apertamente: «Aspettiamo la prima retata». Possibile che Lan abbia già dimenticato che Martov non è che uno straccio in mano di lestofanti?? E dopo di ciò, cianciare an- cora dell’atteggiamento di Martov e Georges verso Lan e Nil! Fa male leggere una simile ingenuità. In primo luogo, sia Martov che Georges se ne infischiano di tutti i Lan e di tutti i Nil. In secondo luogo, a Georges i martovisti non lasciano nessuna libertà di azione, ed egli dice apertamente che essi non lo ascoltano (come si vede anche chiaramente dall 7 r^ra). In terzo luogo, e lo ripeto per la centesima volta, Martov è uno zero. Perchè quel caro bonac- cione di Hans non ha stretto amicizia qui con Trotski, Dan e Natalia Ivanovna? Ha fatto male quell’ingenuo a perdere questa « occasione » (l’ultima occasione) per un « buon accordo » « sin- cero»... Non sarebbe più intelligente scrivere le lettere diretta- mente a questi « padroni » piuttosto che versare lacrime senza senso nel gilet di quello straccetto di Martuscia? Prova un po’, scrivi: ve- drai che questo ti farà rinsavire! E finché non avrai scritto loro e non avrai ricevuto personalmente da loro uno sputo in faccia, cessa d'importunare noi (o loro) con la «pace». Di qui noi vediamo CARTEGGIO 1904 169 chiaramente chi chiacchiera e chi invece comanda tra i martovisti. 6) Gli argomenti a favore del congresso li ho già esposti Ialtra volta. Per lamor di Cristo, non cercarti dei pretesti: è proprio ri- mandando il congresso che dimostreremmo la nostra impotenza. E se voi continuerete come per il passato a tirare le cose per le lunghe con la « pace », i vostri nemici vi porteranno via non sol- tanto Nikolaiev. Delle due l’una: guerra o pace. Se scegliete la pace, vuol dire che vi arrendete ai martovisti, che fanno una guerra energica e abile. Vuol dire che allora sopportate tacendo che nelPorgano cen- trale (= guida ideologica del partito!) vi si copra di fango. In questo caso non ci resta nulla da dire. Ho già detto e dirò tutto sulla stampa, tutto nella piena accezione di questa parola. Per me è chiaro che gli attacchi che noi temevamo nel caso in cui avessi preso Visura da solo ci sono egualmente, ma a me è stata tappata la bocca. E fare assegnamento sulle parole di Andreievski circa Tinfluenza del nome di Lenin è puerile. Oppure la guerra, e in questo caso chiedo che mi si spieghi quale altro mezzo esiste, oltre al congresso, che consenta di fare una vera guerra, una guerra onesta. Ripeto che ora il congresso non è inutile, giacché Plekhanov non è con i martovisti. La pubblicazione (che riuscirò ad ottenere a qualsiasi costo) 174 lo allontanerà da loro definitivamente. E già adesso egli è in contrasto con i martovisti. Del collegio dei sei i martovisti non parleranno nemmeno al terzo congresso. Meglio la scissione di quel che ce ora; essi hanno insozzato Visura con i loro pettegolezzi. Ma è poco probabile che al terzo congresso arrivino alla scissione, e noi potremmo affidare Visura a una commissione neutrale, togliendola ad entrambe le parti. 7) Cercherò di ottenere con tutte le mie forze una guerra de- cisiva contro la Lega. 8) Se Nil è ancora favorevole alla pace, venga qui e parli una volta o due con Dan. Vedrà che questo gli basterà! 9) Abbiamo bisogno di denaro. Basterà per due mesi e poi sa- 12* LENIN 170 remo a terra. Ora « manteniamo > delle canaglie che nell’organo centrale ci sputano e vomitano addosso. E questo si chiama « la- voro positivo ». Ich gratulìere *! Spedita a Kiev da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 90. ALLA REDAZIONE DELL’* ISKRA » Come rappresentante del CC ritengo necessario far presente alla redazione che non vi è alcun motivo di sollevare la questione della legittimità ecc. basandosi sui discorsi infiammati pronunciati in conferenze o sulla polemica nella stampa. Il CC come tale non dubita minimamente e non ha mai dubitato della legittimità della redazione, cooptata — come del tutto giustamente è detto nel n. 53 dell 7 j^rtf — in perfetta conformità col § 12 dello statuto del partito. Il Comitato centrale sarebbe pronto a dichiararlo, se fosse necessario, anche pubblicamente. Se nella polemica la reda- zione vede degli attacchi nei suoi riguardi, non ha forse la piena e completa possibilità di rispondere? È forse ragionevole scaldarsi per questa o quella parola aspra (dal punto di vista della reda- zione) contenuta nella polemica, quando in nessun punto si parla di boicottaggio e di altri modi di agire non leali (dal punto di vista del CC)? Ricordiamo alla redazione che il CC, per nulla tur- bato dai violenti attacchi contenuti in quegli scritti, ha più volte dichiarato di essere pronto — e Vha addirittura proposto — a pub- blicare immediatamente sia la lettera di Dan, sia Ancora una volta in minoranza di Martov. A parere del CC è necessario dare a tutti i membri del partito la libertà più completa possibile di cri- ticare e attaccare i centri : in questi attacchi il CC non vede nulla di terribile, se non sono accompagnati dal boicottaggio, dall’allonta- namento dal lavoro positivo e dal taglio dei mezzi finanziari. Il Me ne congratulo (N. d. R.). CARTEGGIO I904 171 Comitato centrale dichiara tuttora che pubblicherebbe una critica che gli fosse rivolta contro, vedendo nel libero scambio... 17 *. Scritta V8 gennaio 1904 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 91. A PLEKHANOV, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEL PARTITO 177 Stimatissimo compagno, noi proporremmo di riunire il Consiglio lunedì 25 gennaio, alle 4 pomeridiane nel ristorante Landolt. Se voleste convocarlo in un altro posto e ad un’altra data, vi preghiamo di comuni- carcelo non più tardi di domenica, poiché uno di noi abita lon- tano da Ginevra. Quanto al segretario, troviamo che ci si potrebbe limitare ai servizi del compagno Martov, già designato nella prima seduta del Consiglio. Vorremmo decisamente protestare contro la nomina a segre- tario del compagno Blùmenfeld, perchè, in primo luogo, non è adatto al lavoro clandestino (ha detto a Druian che Lenin fa parte del CC); in secondo luogo, è troppo espansivo e di conse- guenza non dà alcuna garanzia di ponderatezza e capacità, tanto da far pensare al pericolo di scandali e alla necessità di dover chiudere tutto a chiave; in terzo luogo, dovremo probabilmente sollevare al Consiglio una questione che lo tocca personalmente come acquirente delle pubblicazioni di partito. Se voi ritenete necessario che il segretario non debba essere un membro del Consiglio, proponiamo il compagno Byckov, che è uno dei, vecchi membri delPorganizzazione dellY^ra, è un noto militante del partito (membro del Comitato d’organizzazione), e oltre a ciò è il più imparziale e capace di tenere con cura tutti i documenti. I membri del Consiglio., 172 LENIN P. S. Per la seduta del Consiglio dovrò venire appositamente a Ginevra, e a Mornex la posta ci mette abbastanza ad arrivare. Per- ciò vi pregherei vivamente di mandarmi magari una lettera non più tardi di domenica (di giorno ), nel caso in cui la seduta sia con- fermata per lunedì, poiché altrimenti ravviso non mi arriverà in tempo. In caso contrario chiederei che la seduta fosse rimandata a mer- coledì. Mio indirizzo: Mornex... Scritta il 2j gennaio 1904 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 92. A PLEKHANOV, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEL PARTITO Stimatissimo compagno, purtroppo siamo costretti a protestare vivamente contro la pro- posta della redazione di nominare segretario il compagno Gur vie. In primo luogo, con lui abbiamo avuto diversi conflitti nel CC. In secondo luogo, ha scritto (possiamo fornirvene copia) nei riguardi dell’istanza suprema del partito, il Consiglio, cose tali da rendere assolutamente impossibile la sua partecipazione alla seduta del Consiglio. In terzo luogo — ed è la cosa principale — dovremo proba- bilmente sollevare, in sede di Consiglio, una questione che riguarda personalmente il compagno Gur vie, come rappresentante dell’am- ministrazione della Lega, avendo egli tenuto, a nostro avviso, un atteggiamento non corretto nei confronti del Comitato centrale. Non è opportuno che diventi segretario una persona di cui si do- vrà discutere il modo di agire. Richiamiamo altresì l’attenzione sul fatto che noi, ritenendo il Consiglio uno strumento di unione e di accordo (e non di divi- sione e disaccordo), abbiamo subito proposto un segretario che non CARTEGGIO 1904 m aveva mai preso parte alcuna ai litigi, e contro il quale l’altra parte non aveva sollevato alcuna protesta. Siamo convinti che anche per l’altra parte, la redazione dell’or- gano centrale, non sarebbe difficile proporre un candidato che non abbia preso parte ai litigi e non possa essere oggetto di discussioni in sede di Consiglio. Vostro devoto L. Scritta il 27 gennaio 1904 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 93. AL COMITATO CENTRALE Per il CC (trasmettere a NN 1TB ) Ieri sono terminate le sedute (tre) della sessione del Consi- glio del partito. Queste sedute gettano una luce definitiva su tutta la situazione politica del partito. Plekhanov marcia coi martovisti, imponendoci la sua volontà in tutto ciò che riveste una qualche importanza. La nostra risoluzione di condanna del boicottaggio ecc. (boicottaggio da entrambe le parti) non è stata messa ai voti; è stata approvata in linea di principio soltanto una distinzione tra le forme di lotta ammissibili e quelle inammissibili. È stata invece approvata una risoluzione di Plekhanov: è desiderabile che il CC coopti un numero corrispondente (sic!) di membri della mino- ranza. Dopo di ciò noi ritiriamo ìa nostra risoluzione e protestiamo contro tale politica, basata unicamente sul calcolo dei posti in seno al Consiglio. Tre membri del Consiglio (Martov, Axelrod e Ple- khanov) rispondono che prendere in esame questa protesta è « al di sotto della loro dignità ». Noi dichiariamo che l’unica via d’uscita onesta è il congresso. II Consiglio vota contro. I tre membri ap- provano risoluzioni che legittimano (!) l'invio di mandatari da parte della redazione, indipendentemente dal CC, e incaricano il CC di fornire pubblicazioni alla redazione nella quantità neces- saria per la diffusione (!!). Ciò significa consegnarle a loro per ■74 LENIN il trasporto e la distribuzione, dal momento che ora i « fiduciari » che essi mandano uno dopo l’altro si rifiutano di eseguire incarichi per il Comitato centrale. Oltre a ciò essi hanno pronto anche il tra- sporto (ci hanno proposto di far le cose a metà). SullYj^rtf (n. 57) uscirà un articolo di Plekhanov che chiama il nostro CC eccentrico (non c’è minoranza in esso) e lo invita a co- optare membri della minoranza. Quanti, non si sa; in base a no- tizie private non meno di tre, da scegliere in un elenco mQlto ristretto (cinque 0 sei, a quanto pare), e forse chiede anche che qualcuno esca dal Comitato centrale. Solo i ciechi ora possono non vedere di che cosa si tratti. Il Consiglio finirà con lo schiacciare il CC in tutto e per tutto , esi- gendo che si ceda completamente ai martovisti. O l’immediato congresso, l’immediata raccolta delle risoluzioni di 11-12 comitati sul congresso, l’immediata mobilitazione di tutte le forze per lagi- tazione a favore del congresso. Oppure le dimissioni di tutto il CC, perchè nessuno dei suoi membri può adattarsi a sostenere una parte vergognosa e ridicola: accettare degli uomini imposti , che non sa- ranno tranquilli finché non avranno preso tutto nelle loro mani e avranno portato davanti al Consiglio qualsiasi inezia pur di averla vinta. Kurz e io insistiamo perchè il CC a qualsiasi costo si riunisca im- mediatamente e prenda una decisione, tenendo conto naturalmente anche dei nostri voti. Insistiamo e ripetiamo per la centesima volta: 0 il congresso subito 0 le dimissioni; invitiamo coloro che non sono d’accordo con noi a venire qui, per giudicare sul posto. Pro- vino praticamente ad andar d’accordo con i martovisti invece di scrivere frasi vuote sui vantaggi della pace! Non abbiamo denaro. L’organo centrale ci impone un mucchio di spese, evidentemente per spingerci alla bancarotta e contando evidentemente sul fallimento finanziario, al fine di poter prendere misure straordinarie che riducano il CC a zero. Occorrono due o tre mila rubli immediatamente e a qualsiasi costo. Àssolutaftiente e immediatamente, altrimenti fra un mese il fallimento sarà completo\ Ripetiamo: pensateci bene, mandate delegati qui e rendetevi CARTEGGIO I904 '75 direttamente conto delle cose. La nostra ultima parola è questa: o il congresso o le dimissioni di tutto il Comitato centrale. Rispon- dete subito, dicendoci se ci darete i vostri voti. Altrimenti comu- nicate che cosa si dovrà fare nel caso in cui io e Kurz ci dimettes- simo ; comunicatecelo senza fallo. Scritta il 31 gennaio 1904. Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 94. A KRGIGIANOVSKI A Hans dal Vecchio Caro amico, ho visto Zver e soltanto da lui ho saputo delle vostre cose. A mio parere dovresti assolutamente costringere Lan a partire su- bito e a cambiar pelle. È assurdo e ridicolo che se ne stia ad aspettare il colpo. Passaggio alTillegalità e rapidi spostamenti: que- sta è Tunica soluzione. È vero, a lui può sembrare che questo passo sia difficile e duro. Si provi a farlo, e la nuova situazione presto gli apparirà come una cosa normale. (Non posso proprio comprendere nè condividere le argomentazioni contrarie di Koniaga). Inoltre: a proposito di tutta la situazione politica. Le cose sono terribilmente confuse. Plekhanov se ne andato con i martovisti e nel Consiglio ci schiaccia. Il Consiglio ha espresso il desiderio che il CC sia completato (se ne parlerà sul n. 58 At\Vlskra)\ ha dato alla redazione il diritto di mandare fiduciari dappertutto e di rice- vere la stampa per la diffusione. I martovisti hanno evidentemente un fondo per la guerra ed aspettano soltanto il momento opportuno per un coup d'état (mo- mento che potrebbe essere il fallimento finanziario — noi siamo senza denaro — oppure una retata in Russia, ecc.). Su ciò non ho dubbi, e Kurz e io esigiamo che i membri del CC che hanno dubbi \j6 LENIN in proposito vengano qui per convincersi: altrimenti è ridicolo e in- degno che ciascuno vada per conto proprio. Secondo me, adesso bisogna i) far nascere nei comitati il fini- mondo contro Porgano centrale con l’approvazione delle risolu- zioni più bellicose; 2) polemizzare sui fogli dei comitati con l’or- gano centrale; 3) approvare nei comitati risoluzioni sul congresso e pubblicarle sul luogo; 4) mettere Schwarz, Vakar e gli altri a scri- vere fogli per il Comitato centrale. Bisogna avvertire Hans che sicuramente lo inviteranno a pro- durre false testimonianze contro di me; è certo. Se Hans non lo vuol fare, dichiari subito categoricamente per iscritto: 1) che non c’c stato nessun accordo riguardo alla non pubblicazione delle trattative; 2) che al Consiglio del 29 novembre scorso Hans non ha promesso di cooptare alcuno nel CC; 3) che Hans intendeva le cose nel senso che i martovisti prendessero l’organo centrale per la pace, ma che invece essi hanno deluso le sue aspettative, dichia- rando guerra dal n. 53. Pubblicheremo questa dichiarazione sol- tanto nel caso che ci provochino. Scritta fra il 2 e il 7 febbraio 1904. Spedita a Kiev da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 95. AL COMITATO CENTRALE Scrive il Vecchio. Ho letto le lettere della Zemliacka e di Ko- niaghin. Da dove egli abbia appreso che io vedrei ora l’inutilità del congresso, lo sa Allah. Al contrario, come per il passato, io insisto nel dire che questa è l’unica via d’uscita onesta, che soltanto la mio- pia o la viltà possono sottrarsi a questa conclusione. Come per il passato, continuo a insistere affinchè si mandino qui assolutamente Boris, Mitrofan e Losciad; bisogna mandarli, giacche occorre che essi stessi vedano la situazione (venutasi a creare specialmente dopo la seduta del Consiglio), invece di dar giudizi senza senso da lontano, nascondendo la testa sotto l’ala e approfittando del CARTEGGIO 1904 177 fatto che di qui al CC non ci s’arriva neanche a galoppare tre anni. Nulla di più assurdo dell’idea che il lavoro per la convocazione del congresso, l’agitazione nei comitati, l’azione volta a far appro- vare in questi ultimi risoluzioni sensate e decise (e non viscide) escluda o contrasti il lavoro « positivo ». Questa idea rivela soltanto l’incapacità di comprendere la situazione politica venutasi a creare in questo momento nel partito. Si fa praticamente a pezzi il partito, si riduce a uno straccio lo statuto, si butta fango suU’organizzazione; soltanto degli ottusi bonaccioni provinciali possono ancora non vederlo. Ma per chi l’ha compreso dev’essere chiaro che all’attacco dei mar to visti bisogna rispondere con un attacco analogo (e non con oziose divagazioni sulla pace ecc.). Per questo attacco bisogna impiegare tutte le forze. Delle questioni tecniche, del trasporto, delle consegne si occupino esclusivamente le forze ausiliare, gli aiutanti, i fiduciari. Impiegare per queste cose dei membri del CC è arcisciocco. I membri del CC devono essere in tutti i comitati, mobilitare la maggioranza, girare per la Russia, riunire i nostri, passare all’attacco (in risposta agli attacchi dei martovisti), attaccare l’organo centrale, attaccarlo con risoluzioni che i) esigano il congresso; 2) chiedano alla redazione dell’organo centrale se accetterà o no le decisioni del congresso per quanto riguarda le persone che dovranno farne parte; 3) bollino la nuova Isfy-a, senza « cerimonie da filistei », come hanno fatto in questi giorni Astrakhan, Tyer e gli Urali. Queste risoluzioni biso- gna poi pubblicarle in Russia: l’abbiamo già detto cento volte. Penso che in realtà nel nostro CC vi siano dei burocrati e dei formalisti, e non dei rivoluzionari. I martovisti sputano loro in faccia; essi si puliscono e a me fanno la predica: «è inutile lot- tare! »... Soltanto dei burocrati possono ora non vedere che il CC non è un CC e che gli sforzi che fa per esserlo sono ridicoli. O il CC diventerà un’organizzazione di guerra contro Yorgano centrale , di guerra effettiva e non a parole, di guerra nei comitati, oppure sarà un inutile straccio che ben merita di esser buttato via. Rendetevi conto, per Famor di Cristo, che i martovisti hanno ir- rimediabilmente spezzato il centralismo. Infischiatevi delle forma- lità idiote, conquistate i comitati, insegnate loro a lottare per il 178 LENIN partito contro lo spirito di cricca dell’emigrazione, scrivete per loro dei fogli (ciò non impedirà l’agitazione per il congresso, al contra- rio vi contribuirà), affidate i lavori di carattere tecnico a forze au- siliarie. Dirigete la guerra contro l’organo centrale oppure abban- donate del tutto le ridicole pretese di « dirigere ».., mentre state pu- lendovi la faccia dagli sputi. La condotta di Kler è vergognosa, e il fatto che Koniaga lo in- coraggi è, ancor peggio. Adesso non ce nulla che mi faccia stizzire di più del nostro « cosiddetto » CC. Addio *. Il Vecchio Scritta nella seconda metà del febbraio 1904. Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata per la prima volta nel 1929. 96. ALLA REDAZIONE DELL’ORGANO CENTRALE DEL POSDR Il CC informa la redazione dell’organo centrale che considera la disposizione di consegnare all’organo centrale le lettere che glt sono destinate come un’illegale e disonesta usurpazione e un abuso di fiducia. Il CC dichiara inoltre di avere già giudicato definitivamente il compagno Blumenfeld, al quale è stata affidata la cernita delle lettere, come persona incapace di mantenere il segreto e incline al pettegolezzo. Pertanto il CC renderà nota a tutti i membri del partito tale usurpazione e le sue inevitabili conseguenze dannose per la causa. Il CC Scritta il 26 febbraio 1904 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1930. In italiano nel testo ( N . d. J?.). CARTEGGIO I 9 O 4 179 97. AL COMITATO CENTRALE Compagni! Avendo ricevuto la comunicazione sulla decisione collettiva della maggioranza del CC contro il congresso, decisione che esprime anche il desiderio di metter fine agli « intrighi », ed avendone discusso a tre (Kurz, Zver e Lenin), abbiamo unanimemente deciso quanto segue: 1) Kurz e Lenin rinunciano temporaneamente alla carica di membri del Consiglio (pur restando membri del CC), fino a che non verrà chiarito il vero carattere dei loro disaccordi con la mag- gioranza del Comitato centrale. (Al Consiglio abbiamo dichiarato che assolutamente non vediamo altra via d’uscita onesta per eli- minare gli intrighi, tranne il congresso, e per il congresso abbiamo votato). Sottolineiamo che ce ne andiamo temporaneamente e con- dizionatamente, senza affatto dimetterci in generale, e desiderando molto che i nostri dissensi ed equivoci possano essere amichevol- mente chiariti. 2) Data a) la necessità che i membri del Consiglio che rappre- sentano il CC si trovino airestero; b) la necessità di potersi perso- nalmente consultare con i membri russi del CC; c) la neces- sità di avere aH’estero un membro del CC dopo la partenza di Kurz, di Zver e di Lenin (Kurz e Zver partono per la Russia, Lenin si prende formalmente un periodo di riposo assoluto di non meno di due mesi); d) la necessità di fare in modo che le cose di qui, che hanno dato origine agli «intrighi», siano ora dirette da quei membri del CC che non sono d’accordo con noi, giacché noi non siamo in grado di lottare contro gli intrighi in modo diverso da quello con cui lottiamo, — dato tutto questo, chiediamo con la massima insistenza che il CC mandi qui immediatamente e immancabilmente almeno uno dei suoi membri russi. Vi preghiamo di farci sapere subito che avete ricevuto questa lettera e qual è la vostra risposta. i8o LENIN P. S. Per evitare che si facciano pettegolezzi e vengano fatte circolare anzitempo voci tendenziose, abbiamo comunicato le no- stre dimissioni al Consiglio in questa forma (copia conforme): « Al Presidente del Consiglio del partito Stimato compagno, vi informiamo che, dato che uno di noi parte e un altro si prende un periodo di riposo, siamo purtroppo costretti a lasciare temporaneamente la carica di membri del Con- siglio in rappresentanza del Comitato centrale. Di questo abbiamo dato comunicazione al Comitato centrale. Saluti socialdemocratici Kurz Lenin » Scritta il 13 e 14 marzo 1904 . Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1929. 98. AL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO SOCIALISTA POLACCO Stimati compagni, vi preghiamo di darci maggiori particolari sulla conferenza che avete in animo di convocare, di dirci di che genere di con- ferenza si tratterebbe, quali organismi dovrebbero inviare i pro- pri rappresentanti, dove e quando vorreste convocarla. Siate anche così gentili da comunicarci come vedreste una partecipazione alla conferenza dei socialdemocratici polacchi. Non appena avremo ricevuto queste notizie, presenteremo, in base allo statuto del nostro partito, la vostra proposta al Consiglio del partito stesso. Saluti fraterni. Per il CC... Scritta il 7 aprile 1904. Spedita da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1930. CARTEGGIO 1904 l8l 99. A LENGHNIK Personalmente aggiungo per Kol che non se ne vada in nes- sun caso 1 ”. Se Valentin non vorrà consigliarsi su tutto e trasmet- tere tutte, proprio tutte le notizie a Kol, Se ne vada lui. Si ricordi Kol che ora gli avvenimenti hanno preso una piega favorevole a noi: ancora un pò* di pazienza e di costanza e la spunteremo. Fate assolutamente conoscere a tutti l’opuscolo, in particolare a Brut. Su Brut bisognerà premere ancora, dopo Popuscolo; Brut sarà dei nostri; per ora non accetto le sue dimissioni: non accettatele nem- meno voi; per ora mettetevele in tasca. Delle dimissioni della Zemliacka non c’è nemmeno da parlarne, ricordatelo: nemmeno Nil pretende che se ne vada. Ditelo alla Zemliacka e non mollate. Ripeto: nel Comitato centrale la spunteremo. Scritta il 26 maggio 1904. Spedita a Mosca da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1930. 100. A KRGIGIANOVSKI Caro amico, dal nostro accordo con Nil 110 tu, naturalmente, comprenderai la sostanza della faccenda. Per Pamor di dio, non prendere decisioni affrettate e. non disperarti. Prima prendi visione del mio opuscolo e dei verbali del Consiglio. Non ti indigni il mio temporaneo allonta- namento dal lavoro e, quanto a te, astienti magari da qualche vota- zione, ma non andartene del tutto. Credimi: tu sarai ancora molto e molto necessario, e tutti gli amici contano sulla tua prossima « resurrezione >. Nel nostro partito ce ancora molta gente che, non sapendo abituarsi alla nuova situazione c avendo pusillanimemente perduto la fiducia in se stessa e nella causa giusta, è incerta e diso- rientata. Intanto qui le cose si fanno sempre più chiare e sempre più chiaramente si vede che il tempo lavora per noi, che la rissa si 182 LENIN calma da sola e sulla scena avanza irresistibile il problema di fondo, quello dei principi, mentre qui la nuova Iskra è spaventosamente debole. Non credere alle assurde storie di una nostra volontà di scissione; armati di un po’ di pazienza e presto vedrai che la nostra campagna è magnifica e che vinceremo con la forza della convin- zione. Rispondimi senza^ meno. Meglio ancora se tu potessi fare una capatina di una settimana qui, non per parlare di affari, ma esclusivamente per riposare e per stare un po’ con me in qualche posto di montagna. Davvero, sai, tu sarai ancora molto necessario, e se Koniaga ti ha erroneamente persuaso a rinunciare ad un tuo progetto, sappi che, comunque, ciò che è rimandato non è perduto! Raccogli assolutamente le forze e lotteremo ancora! Tuo Lenin Scritta non prima del 26 maggio 1904. Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1930. 101. A KRAS 1 N Personale. Dal Vecchio a Losciad A proposito dei documenti che vi ho mandato (raccordo con Nil e la mia lettera ufficiale al CC m ) vorrei trattenermi ancora un po’ con voi, giacche non so se riusciremo a vederci. Recentemente è stato qui il vostro « amico », che ci aveva dato delle speranze su una vostra venuta; Nil però lo ha smentito. Sarà un vero peccato se non verrete: la vostra presenza qui sarebbe assolutamente ne- cessaria sotto ogni riguardo, giacché ce un mucchio di malintesi, che continueranno ad aumentare, ostacolando tutto il lavoro, se non riusciremo a vederci e a parlarne a fondo. Scrivetemi imman- cabilmente se verrete o no, e ditemi che cosa pensate del mio opu- scolo. In genere nello scrivere siete di una pigrizia imperdonabile. Secondo me, Boris e Koniaga (a quanto pare) sono evidente- mente rimasti indietro. Essi ancora « vivono nel novembre », quan- CARTEGGIO I904 183 do la rissa aveva invaso tutta la nostra vita di partito, quando era permesso sperare che tutto « si sarebbe aggiustato » con qualche concessione personale, ecc. Oggi questo è un punto di vista supe- rato, e attenersi ad esso significa o essere un pappagallo che ripete sempre le stesse parole senza significato, o essere una banderuola politica, o rinunciare a qualsiasi funzione dirigente e trasformarsi in un cocchiere sordomuto, in un commesso. Gli avvenimenti han- no inesorabilmente distrutto questo vecchio punto di vista. Anche i martovisti hanno rinunciato alla «cooptazione»; le assurdità teo- riche di cui è piena la nuova Iskra hanno de facto già fatto passare in seconda linea ogni litigio (sicché solo dei pappagalli possono an- cora lanciare appelli perchè cessino i litigi), la forza degli avveni- menti ha ridotto , comprendetelo per l’amor di Cristo, ha ridotto il problema a questo: è contento o no il partito della nuova lsf(ra? Se non vogliamo essere delle marionette, dobbiamo assolutamente comprendere la situazione presente ed elaborare un piano di lotta corretta ma inflessibile nei principi, in nome dello spirito di partito contro lo spirito di cricca, in nome dei principi di organizzazione rivoluzionari contro Topportunismo. È ora di gettar via il vecchio spauracchio che ogni lotta porterebbe alla scissione; è ora di cessare di nascondere la testa sotto Pala, sottraendosi ai propri doveri di partito con il pretesto del « lavoro positivo »... dei cocchieri e dei commessi; è ora di smetterla con l’idea, la quale tra poco farà ri- dere anche i bambini, che Tagitazione per il congresso sia un in- trigo di Lenin. Ripeto: i membri del CC sono minacciati dal gravissimo peri- colo di diventare degli originali del tutto arretrati. Chi ha ancora un briciolo di onore politico e di onestà politica deve smetterla di tergiversare e fare il furbo (è una cosa che non è riuscita nemmeno a Plekhanov: figuriamoci poi al nostro buon Boris!), deve pren- dere una posizione ben definita e difendere le proprie convinzioni. Una forte stretta di mano. Attendo risposta. Vostro Lenin Scritta non prima del 26 maggio 1904. Spedita a Bakù da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1930. 13-675 184 LENIN 102. A I. D. STASOVA E LENGHNIK Abbiamo ricevuto ora la lettera di Absoliut sulla sessione e non abbiamo capito nulla. Su iniziativa di chi è convocata? Chi precisamente ci sarà, ci saranno Nikitic, Lan e Valentin? È neces- sario sapere tutto e nel modo più particolareggiato possibile. Può infatti succedere che Lan, Nikitic e Mitrofan passino i loro voti a Nil o a Valentin, nel qual caso essi avrebbero la maggioranza e potrebbero fare un coup d'état; all’estero far questo è più facile, con il Consiglio a portata di mano per la sanzione delle loro deci- sioni. In generale una sessione dei molli 14 * qui potrebbe rivelarsi oggi molto pericolosa. A giudicare da come Nil si comporta, da lui c'è da attendersi di tutto. Per esempio a proposito della lettera di Plekhanov egli dice : e Bisogna rispondere che con la politica di Lenin non siamo d’accordo, ma non vogliamo tradirlo ». Che cosa egli intenda per « politica di Lenin » lo sa Allah. Ha reci- samente rifiutato di chiarire le cose con Sokol : « La mia opinione la saprete da Valentin». Con la minoranza parla molto amiche- volmente, in modo completamente diverso di quanto non faccia con la maggioranza. Sokol voleva partire oggi, ma ora siamo in- certi. I soli « molli » potrebbero stabilire, se ciò tornasse loro van- taggioso, che non si ammettono voti per delega, nel qual caso Sokol non dovrebbe partire-: sarebbe un voto di più, e Lenin ha bisogno di appoggio. Se però non vi fosse ragione di pensare che la sessione termini con una svolta, sarebbe inutile che se ne stesse qui. Nel primo caso telegrafate « Gcld folgt » * (ossia : Sokol parta immediatamente); nel secondo, *Brief folgt*** (ossia: So- kol rimanga allestero). Indirizzo telegrafico: ... Rispondete anche per lettera senza indugi e il più particola- reggiatamente possibile. Fissate la data con più precisione. Che cosa significa: preparate Talloggio? Pensate forse anche voi che tutti i «duri» possano partire senza il pericolo che tutto cada nelle mani dei molli-duri « matrionovisti » ? Per esempio, se gli altri • Segue denaro ( N . d. R.). • # Segue lettera (N. d. R.). CARTEGGIO I904 185 partissero e restasse Valentin, questi potrebbe combinarne di tutti i colori. Allora forse la presenza di Sokol in Russia sarebbe neces- saria. Riflettete bene su tutto. Per ora non condividiamo il vostro ottimismo riguardo al CC, ma quanto alla nostra vittoria siamo ottimisti. Se la sessione è plenaria, Kol faccia ancora una volta gli sforzi più disperati per trascinare Lan qui e spiegargli che se lui, Lan, passa il suo voto a Koniaga o a Boris, ciò potrebbe significare un coup d’état e l’uscita di Lenin per una lotta accanita. Scritta il 19 giugno 1904. Spedita a Mosca da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1930. 103. A MARTOV, SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DEL PARTITO Al compagno Martov Stimato compagno, ho ricevuto la vostra lettera senza data durante il viaggio, mentre non avevo sottomano i verbali del Consiglio. In ogni caso ritengo, in linea di principio, assolutamente inammissibile e illegale che i membri del Consiglio diano il proprio voto o pren- dano accordi su questioni di competenza del Consiglio fuori dalle sedute del Consiglio. Perciò non posso aderire alla vostra proposta riguardante la votazione dei candidati. Se non sbaglio, il Consiglio ha deciso che tutti i suoi membri rappresentino il nostro partito al congresso 1 **. Ciò vuol dire che questa è una questione decrea. Se un qualsiasi membro del Consiglio non può partire, secondo me potrà farsi sostituire da qualche altro: non so naturalmente se la prassi dei congressi internazionali lo consenta, ma per quanto ri- guarda lo statuto e la prassi del nostro partito non vedo ostacoli a tale sostituzione. Personalmente anch’io non posso partire e desi- la* i86 LENIN dererei essere sostituito dall’incaricato del CC compagno Liadov e dal membro del Comitato di Mosca compagno Serghei Petrovic. Saluti socialdemocratici. Il membro del Consiglio N . Lenin P. S. Scriverò ai fiduciari di Ginevra, che in mia assenza diri- gono tutto, di darne comunicazione -al CC. Scritta il io agosto 1904. Inviata a Ginevra da una località delle montagne svizzere. Pubblicata la prima volta nel 1930. 104. A VLADIMIROV Per Fred Caro compagno, ho ricevuto la vostra ultima lettera. Scrivo al vecchio indi- rizzo, pur temendo che le lettere non arrivino; alla precedente è stato risposto in modo sufficientemente circostanziato. La fiducia fraterna che si scorge in tutte le vostre lettere mi spinge a scri- vervi personalmente. Questa mia non va considerata nè come pro- veniente dal collegio nè come diretta al comitato. Lo stato di cose esistente nel vostro comitato, che langue per mancanza di uomini, per mancanza di stampa, per la completa mancanza di notizie, è la stessa situazione che si riscontra in tutta la Russia. Ce dappertutto una terribile mancanza di uomini, nei comitati della minoranza ancor più che in quelli della maggio- ranza; dappertutto disorganizzazione completa, dappertutto la stessa atmosfera pesante, la stessa irritazione, dappertutto il la- voro positivo ristagna. A partire dal II Congresso si fa a pezzi il partito, e in questo senso è stato fatto molto, veramente molto: la tattica della minoranza ha spaventosamente indebolito il par- tito. Essa ha fatto tutto il possibile per screditare anche il CC, cominciando a dargli addosso al congresso e continuando a farlo CARTEGGIO I904 187 con forza sempre maggiore sia sulla stampa che verbalmente; e ancor più ha screditato Porgano centrale, trasformandolo da or- gano del partito in un organo per regolare i conti personali con la maggioranza. Se avete letto Visura è inutile che ve ne parli. Sempre alla ricerca di disaccordi, se ne sono ora usciti con la parola d'ordine «liquidazione del quarto periodo — quello iskrista — » e bruciano tutto ciò davanti a cui ieri s’inchinavano, falsando completamente la prospettiva, interpretando l’iskrismo come prima l’interpretavano i suoi peggiori nemici. I militanti del partito, ricor- dando ciò che costoro propugnavano ieri, non seguono l’organo centrale. La grande maggioranza dei comitati è per il punto di vista della maggioranza del congresso, e i legami spirituali che li univano allargano del partito si allentano sempre più. Ma l’attuale stato di cose si riflette sul lavoro positivo in modo tale, lo frena a tal punto che moltissimi militanti la pensano ora così: buttarsi nel lavoro positivo, estraniandosi completamente da tutta l’accanita lotta intestina che dilania il partito. Essi vogliono chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie, nascondere la testa sotto l’ala del lavoro positivo, cercano di sfuggire e di evitare tutto ciò a cui ora, se si è nel partito, non ci si può sottrarre. Una parte del CC ha assunto appunto questa posizione « conciliatrice », cercando di passar sotto silenzio i crescenti disaccordi, cercando di tacere il fatto che il partito si disgrega. La maggioranza (non conciliatrice) dice: bisogna trovare al più presto una qualche via d’uscita, biso- gna in un modo o nell’altro mettersi d’accordo, bisogna cercare di trovare dei limiti entro i quali la lotta ideologica possa svolgersi più o meno normalmente, è necessario un nuovo congresso. La minoranza è contraria al congresso e dice: la grande maggioran- za del partito è contro di noi e il congresso non ci conviene; an- che la maggioranza « conciliatrice » è contraria al congresso e teme l’irritazione che aumenta in tutti, sia contro l’organo centrale che contro il CC. Pensare che il congresso possa portare soltanto alla scissione vorrebbe dire ammettere che non abbiamo affatto un partito, che in tutti noi Pattaccamento al partito è così debolmente sviluppato da non poter aver ragione del vecchio spirito di circolo. A questo riguardo noi abbiamo dei nostri nemici un’opinione i88 LENIN migliore di quella che essi hanno di se stessi. Naturalmente non si può garantire nulla, ma il tentativo di risolvere il conflitto e di tro- vare una via d’uscita secondo i metodi di partito bisogna farlo. La maggioranza, comunque, non vuole la scissione, ma continuare a lavorare nelle condizioni che si sono ora venute a creare diventa sempre più impossibile. Già più di dieci comitati si sono espressi a favore del congresso (Pietroburgo, Tver, Mosca, Tuia, Siberia, Caucaso, Iekaterinoslav, Nikolaiev, Odessa, Riga, Astrakhan), ma anche quando si sarà pronunciata per il congresso la grande mag- gioranza dei comitati, esso non potrà aver luogo tanto presto, giac- che sia Porgano centrale, sia — a quanto pare — il CC, sia il Con- siglio si schiereranno contro il desiderio della maggioranza dei compagni russi. Quanto alla stampa, un compagno del CC con il quale se ne è parlato ha risposto che al vostro comitato viene consegnata rego- larmente. A quanto pare c’è qualche confusione. Due volte vi ab- biamo mandato qualcuno, ma in Russia vengono diretti altrove. Cercheremo di mandarvi le novità non appena ne avremo l’oc- casione. Saluti fraterni Lenin Scritta il 15 agosto 1904. Inviata a Gomel da una località delle montagne svizzere . Pubblicata la prima volta nel 1934. 105. ALLA REDAZIONE DELLV ISKRA » All’organo centrale del POSD russo 24. vili. 1904 Stimati compagni, trovandomi alquanto lontano da Ginevra, solo oggi ho saputo della proposta della redazione dell'organo centrale di pubblicare una «dichiarazione» che sarebbe stata approvata dal Comitato centrale CARTEGGIO 1904 189 Ritengo mio dovere avvertire la redazione dell’organo centrale che fin dal 18 agosto ho elevato la mia protesta contro la validità di tale dichiarazione 11 *, cioè contro la validità della decisione presa dalla sedicente maggioranza del CC su tale questione. Attualmente i membri del CC sono sei (dopo le dimissioni del compagno Mitrofan e il recente arresto, a stare alle voci che cir- colano, di Zverev e Vasiliev). Secondo notizie in mio possesso appare altresì attendibile la sup- posizione che dei sei membri soltanto tre abbiano osato parlare a nome di tutto il CC, e che non l’abbiano nemmeno fatto attraverso i due rappresentanti esteri vincolati dall’accordo formale del 26 maggio (questo accordo è firmato da Glebov, da Zverev e da me). Allegando a questa lettera copia della mia dichiarazione del 18 agosto, devo dichiarare che la responsabilità del fatto che tutto l’incidente e il conflitto appaiano sulla stampa ricadrà — qualora la suddetta « dichiarazione » venga pubblicata prima che in seno al CC sia stata presa una decisione sulla mia protesta contro la va- lidità di quella deliberazione — sulla redazione delegano cen- trale. N. Lenin Membro del CC e rappresentante all’estero del CC P. S. In ogni caso riterrei assolutamente doveroso ritardare la pubblicazione della «dichiarazione» fino a che non avrò avuto modo di chiarire definitivamente le cose con il compagno Glebov, che, secondo notizie in mio possesso, parte oggi da Berlino per Gi- nevra. Io, che pur sono membro del CC, non conosco in generale nemmeno la deliberazione del CC riguardo alla pubblicazione di questa dichiarazione. Se nonostante questo la redazione deciderà di pubblicarla ugual- mente, riterrò la redazione moralmente obbligata a pubblicare an- che la mia protesta contro la sua validità. Inviata a Ginevra da una località delle montagne svìzzere. Pubblicata la prima volta nel 1930. 190 LENIN 106. AI MEMBRI DEI COMITATI DELLA MAGGIORANZA E A TUTTI I PARTIGIANI ATTIVI DELLA MAGGIORANZA IN RUSSIA Vi prego di incominciare immediatamente a raccogliere e invia- re corrispondenze di ogni genere ai nostri indirizzi con l’annota- zione: per Lenin. È estremamente necessario anche il denaro. La situazione si complica. La minoranza prepara manifestamente un voltafaccia mediante un mercato con una parte del CC. Noi ci attendiamo il peggio. A giorni i particolari. Scrìtta verso il 28 agosto 1904 in una località delle montagne svizzere. Pubblicata la prima volta nel 1930. 107. A NOSKOV Al membro del CC compagno Glebov 30. vili. 1Q04 Stimato compagno, non posso prender parte, come mi proponete, alla votazione sulla cooptazione 198 finche non riceverò una vostra risposta scritta alla mia protesta del 18 agosto e informazioni dettagliate sulle deliberazioni prese dal sedicente Comitato centrale. Per ora non posso venire a Ginevra. Il membro del CC Lenin Inviata a Ginevra da una località delle montagne svizzere. Pubblicata la prima volta nel 1930 . CARTEGGIO I904 191 108. A NOSKOV Al compagno Glebov In risposta al vostro biglietto del 30 agosto vi comunichiamo che la legittimità e la validità delle deliberazioni del CC alle quali vi riferite sono contestate dal membro del CC compagno Lenin. In qualità di fiduciari del CC al corrente del conflitto in atto in seno al CC, contestiamo anche noi la legittimità di questa de- liberazione e dichiariamo che essa non può essere riconosciuta va- lida, giacche comincia con la comunicazione di un fatto notoria- mente falso: noi stessi abbiamo visto qui, airestero, due membri del CC che non sapevano della riunione del Comitato centrale. Siccome ci avete già una volta comunicato una notizia manifesta- mente falsa (su una pretesa proibizione del libro di Lenin da parte del CC 18T ), tanto più dubitiamo delle dichiarazioni che proven- gono da voi. Vi proponiamo perciò di comunicarci immedia- tamente dati precisi per controllare la validità delle decisioni del CC (composizione della riunione* e dichiarazioni scritte di ogni partecipante). Ben lungi dall’idea di opporci a decisioni legittime della effettiva maggioranza del CC, finché tale legittimità non ci sarà dimostrata non prenderemo in considerazione nessuna delle vostre dichiarazioni. Scritta il 30 o 31 agosto 1904 Inviata a Ginevra da una località delle montagne svizzere . Pubblicata la prima volta nel 1930. • A scanso di malintesi dichiariamo che, dopo la falsa asserzione sulla stampa (nella dichiarazione) circa i partecipanti alla riunione, non abbiamo assolutamente nessuna possibilità di sapere la verità se non sapendo chi ha partecipato alla riu- nione stessa. 19 2 LENIN 109. A NOSKOV Al compagno Glcbov 2. ix. 1904 Stimato compagno, vi prego di comunicarmi se avete intenzione di rispondere alla mia protesta relativa alle decisioni che sarebbero state prese dalla maggioranza del Comitato centrale. In quale « precedente sessione ordinaria del CC » il compa- gno Osipov ha dichiarato che se ne andava? Quando precisamente e da chi furono informati i membri del CC che non erano presenti quando Osipov fece la sua dichiara- zione? Il compagno Valentin ha riferito al CC sulle spiegazioni che aveva avuto con il compagno Vasiliev a proposito delle imma- ginarie dimissioni del compagno Osipov? Quando e a chi ha formalmente comunicato le sue dimissioni il compagno Travinski? Vi prego di mandarmi copia di tale co- municazione e tutti i particolari. Forse mi è già stato scritto qual- che cosa, ma si è perduta la lettera ? Finche tutti i membri del CC non avranno « controllato » la le- gittimità (della composizione del CC e della sua deliberazione del... luglio), non ritengo nè me stesso nè il compagno Glebov in diritto di rappresentare il CC al Consiglio del partito. Il membro del CC N . Lenin Inviata a Ginevra da una località delle montagne svizzere. Pubblicata la prima volta nel 1930. CARTEGGIO I9O4 193 no. A MARTOV, SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DEL PARTITO Al compagno Martov 2. ix. 1904 Stimato compagno, in risposta al vostro invito del 31 agosto ad intervenire alla seduta del Consiglio, devo dichiarare che finche tutti i membri del CC non avranno controllato la legittimità della composi- zione del Comitato centrale e deirultima sua sessione cosiddetta or- dinaria non ritengo nè me stesso nè il compagno Glebov in di- ritto di rappresentare il CC al Consiglio del partito. Finché non sarà fatto il suddetto controllo riterrò illegittimo qualsiasi passo ufficiale del compagno Glebov (e anche partecipare al Consiglio è un passo ufficiale). Mi limiterò a indicare un solo falso evidente e una sola irrego- larità nel «controllo» della composizione del CC effettuato dai tre membri del CC nella loro « seduta » del... luglio. 1) Riguardo alle dimissioni di Mitrofanov sono in possesso di una dichiarazione scritta del compagno Osipov. Quanto alle dimissioni di Travinski non ho mai avuto da nessuno una qualsiasi precisa dichiarazione scritta. Tre membri del CC hanno accettato, per lo meno prema- turamente, tali dimissioni senza chiedere il parere degli altri. 2) Ri- guardo alle famose dimissioni del compagno Osipov sono in pos- sesso di una comunicazione scritta del membro del CC Vasiliev, concernente il contrasto tra Osipov e il compagno Valentinov, e della decisione di prendere in esame la cosa in uria sessione ple- naria del Comitato centrale. Neanche delle dimissioni di Osipov mi è stata data comunicazione. La dichiarazione dei tre membri del CC, secondo la quale Osipov avrebbe formalmente presentato le di- missioni in una precedente sessione ordinaria del CC, è un'evidente menzogna, , che raccordo del 26 maggio, firmato da Zverev e Gle- bovy può documentatamente smentire. In questo accordo, che fu concluso mesi e mesi dopo la « precedente sessione ordinaria del 194 LENIN CC » e dopo che Osipov era entrato, a quanto pare, nel Comitato di Pietroburgo, si riconosce che del CC fanno parte nove membri, e quindi anche Osipov . Il membro del CC N . Lenin inviata a Ginevra da una località delle montagne svizzere. Pubblicata la prima volta nel 1930. in. A MARTOV, SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DEL PARTITO Al compagno Martov 7. ix. 1904 Stimato compagno, a proposito delle copie da voi trasmessemi devo dire che il Consiglio si è dato la pena di rinnovare il suo invito inutilmente, dato che ho già rifiutato una volta. Non ho mai espresso il deside- rio di sottoporre allesame del Consiglio un « conflitto » interno del CC. Al contrario, ho apertamente dichiarato nelle mie lettere sia al compagno Glebov che al compagno Martov che soltanto tutti i membri del CC sono competenti a verificare la regolarità della sua composizione. Il Consiglio non ha alcun potere, in base ap- punto allo statuto, di esaminare i conflitti che sorgono in seno al Comitato centrale. Dopo che l’ufficio del congresso internazionale ha accettato la mia delega per procura non sono più obbligato a rendere nessun conto a nessun Consiglio. Chiarimenti (scritti o sulla stampa) ri- guardo a determinate questioni sono pronto a darne volentieri a chiunque li desideri. Il membro del CC N. Lenin Scritta nei dintorni di Ginevra e inviata a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel J930. CARTEGGIO I904 *95 1 12. AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA DEI COMITATI DEL SUD 1 * E ALL’UFFICIO DEL SUD Compagni! In risposta alla vostra risoluzione, nella quale si esprime il desiderio che sia formato un Comitato d’organizzazione della maggioranza, mi affretto a comunicarvi che noi condividiamo pie- namente la vostra idea. Preferiremmo soltanto chiamare il gruppo non Comitato d’organizzazione, ma Ufficio dei comitati della mag- gioranza. Non riteniamo possibile procedere alla designazione di questo ufficio e ci limitiamo a raccomandare i compagni Martyn, Demon e C., Baron, Serghei Petrovic, Felix e Lebedev, che (come sapete) si sono messi seriamente a lavorare per l’unificazione dei comitati della maggioranza. Pensiamo che, se alcuni comitati li appoggiano, questi compagni potrebbero agire come gruppo a se che unifichi l’attività dei partigiani della maggioranza. (I partecipanti alla conferenza dei 22 1W ) Scritta dopo il 5 ottobre 1904. Spedita a Odessa da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1930. 113. AI COMITATI DELLA MAGGIORANZA Rivolgete assolutamente e immediatamente al CC russo la richiesta ufficiale (mandandocene copia) di fornire al comitato tutte le pubblicazioni della nuova casa editrice Bonc-Bruievic e Lenin 1 * 1 , e di fornirle regolarmente. Cercate di ottenere dal CC una risposta e mandatecela. Approfittate degli incontri personali con i membri del CC per chiedere davanti a testimoni qual è la loro risposta. Avete ricevuto il supplemento del n. 73-74, ossia le decisioni del Consiglio 1 ”? Bisogna protestare contro questa scon- 196 LENIN cezza, che è una vera falsificazione del congresso; si aizza aperta- mente la periferia contro i comitati e si portano i litigi nel Consi- glio. Se non le avete ricevute, fate richiesta anche di queste decisioni al CC e fateci sapere qualche cosa. Noi ne pubblicheremo presto un’analisi particolareggiata. Scritta dopo il 5 ottobre 1904. Spedita in Russia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 19J0 114. AL COMITATO DELLA SIBERIA Al Comitato della Siberia da parte dì N. Lenin Ginevra, 30. x. 1904 Stimati compagni, vorrei per mezzo vostro rispondere al compagno Simonov, che è stato qui in qualità di rappresentante dell’Unione sibe- riana e prima di partire mi ha lasciato una lettera (allora non mi trovavo a Ginevra) in cui mi espone il suo punto di vista conci- liatore. È appunto a proposito di questa lettera, il cui contenuto certamente vi sarà stato reso noto dal compagno Simonov, che vorrei parlare un po’. Il punto di vista del compagno Simonov si riduce dunque a questo: certamente essi (la minoranza) sono degli anarchici e dei disorganizzatori, ma non ci si può far niente; è necessaria una « sospensione delle ostilità » (Simonov sottolinea appunto che egli, a differenza degli altri conciliatori, parla non di pace, ma di sospensione delle ostilità) al fine di uscire in qual- che modo da una situazione insostenibile, al fine di rimettersi in forze per continuare la lotta contro la minoranza. È stato per me molto istruttivo leggere la lettera del compagno Simonov, il quale è uno dei rari fautori sinceri della conciliale or Fra i conciliatori ce un tale subisso di ipocrisia, che i ragionamenti (anche se sbagliati) di un uomo che dice quello che pensa ti danne CARTEGGIO 1904 197 un senso di riposo. Ma il suo ragionamento è assolutamente sba- gliato. Egli stesso comprende che con le menzogne, gli imbrogli, le porcherie non ci si può conciliare ; ma allora che senso ha parlare di sospensione delle ostilità? La minoranza, è chiaro, approfitte- rebbe di questa sospensione delle ostilità solo per consolidare le proprie posizioni. La polemica frazionistica (che un CC ipocrita ha ipocritamente promesso di far cessare nella sua recentissima let- tera ai comitati, lettera che probabilmente avrete già ricevuto an- che voi) non è cessata, ma ha assunto forme così abiette che persino Kautsky, che pure, è per la minoranza, ha dovuto condannarle. Per- fino K. Kautsky ha dichiarato in una sua lettera alVIs^ra che la polemica « mascherata » è peggiore di qualsiasi altra, giacché così le cose si imbrogliano, gli accenni restano nel vago e le risposte dirette sono impossibili. Prendete Visura, il n. 75, Particolo di fon- do, il cui tema è molto lontano dai nostri dissensi, e vedrete che è costellato di improperi da vecchio stizzito, che c’entrano come i cavoli a merenda, contro i consiglieri Ivanov, i crassi ignoranti, ecc. ccc. Secondo i nostri trànsfughi del CC, questa, a quanto pare, non è polemica frazionistica! Non entro poi nella sostanza delle con- clusioni deirautore dell’articolo (evidentemente Plekhanov): Marx fu mite con i proudhoniani. È possibile un modo più ipocrita di utilizzare i fatti storici e i grandi nomi storici? Che, cosa avrebbe detto Marx se con la parola d’ordine della mitezza si fosse cfercato di mascherare la confusione fra marxismo e proudhonismo? (e la nuova Is\ra non si occupa forse a tutto andare di confon- dere il rabocedielismo con Piskrismo?). Che cosa avrebbe detto Marx se in nome della mitezza si fosse riconosciuto sulla stampa che il proudhonismo era più giusto del marxismo? (e Plekha- nov non sta forse giocando d’astuzia sulla stampa quando finge di riconoscere che in linea di principio la minoranza ha ragio- ne?). Ma già con questo solo paragone Plekhanov si tradisce, ammettendo che il rapporto tra maggioranza e minoranza equi- vale al rapporto tra marxismo e proudhonismo, al rapporto stesso fra Pala rivoluzionaria e Pala opportunista di cui si parla an- che nel memorabile articolo Che cosa non fare . Prendete le de- cisioni del Consiglio del partito (n. 73 e supplemento ai nn. 73-74), 198 LENIN c vedrete che lo scioglimento dell’organizzazione segreta della minoranza, proclamato nella surricordata lettera del CC ai co- mitati, non significa altro che il passaggio di tre membri del CC allorganizzazione segreta della minoranza. In questo senso l’or- ganizzazione segreta è effettivamente scomparsa,... giacche orga- nizzazioni segrete (di lotta contro il partito) sono diventate ora tutte e tre le nostre cosiddette istanze centrali: non soltanto l’or- gano centrale e il Consiglio, ma anche il Comitato centrale. Ih nome della lotta (« di principio ») contro il formalismo e il buro- cratismo essi dichiarano ora guerra ai « titoli », affermando che l’editrice della maggioranza non è un’editrice di partito. Essi falsi- ficano il congresso, facendo il conto dei voti in modo sbagliato (16 X 4 = 61, giacché nel totale di 61 figurano cinque membri del Consiglio, mentre in metà delle organizzazioni il Consiglio figura come una organizzazione con 2 voti!!), nascondendo al partito le risoluzioni dei comitati (è stato nascosto che favorevoli al con- gresso erano Nizni, Saratov, Nikolaiev e il Caucaso : cfr. le ultime risoluzioni nel nostro opuscolo Al Partito e La lotta per il con- gresso 1W ). Essi portano i litigi davanti al Consiglio, snaturando senza fine la faccenda della rappresentanza al Congresso di Am- sterdam, osando parlare sulla stampa di « inganno » del Comitato del nord, quando su questo incidente non solo non si è svolta una inchiesta (anche se il CC aveva fin dal luglio disposto àn questo senso), ma finora non è nemmeno stato interrogato il compagno che un certo pettegolo ha accusato (questo compagno è stato al- l’estero tre mesi — agosto, settembre e ottobre — ed ha visto il membro del CC Glebov, che aveva deciso di aprire un’inchiesta e non si è nemmeno preso la pena di comunicare l’accusa allo stesso accusato!!). Essi incoraggiano la disorganizzazione in nome del Consiglio, aizzando la « periferia » contro i comitati della mag- gioranza, dicendo la ben nota menzogna a proposito di Pietroburgo c di Odessa. Condannano come un « abuso » il fatto che gli stessi compagni votino in comitati diversi, quando nel medesimo tempo tre membri del Consiglio — Plekhanov, Martov e Axelrod — vo- tano contro il congresso tre volte: una volta nella redazione, una volta nel Consiglio e una volta nella Lega! Si assumono essi stessi CARTEGGIO I 904 199 i poteri del congresso, dichiarando non valide le deleghe. Forse che ciò non significa falsare il congresso? Possibile che il compa- gno Simonov consigli una sospensione delle ostilità anche nei ri- guardi di questa tattica? Prendete anche solo il rapporto al Congresso di Amsterdam pubblicato or ora in lingua russa. La minoranza parla in nome del partito manifestamente contro la volontà del partito stesso, ripe- tendo in forma mascherata nei riguardi della vecchia lsfya la stessa menzogna che Martynov e C. avevano sempre propagandato e che ora ci ammannisce Balalaikin-Trotski. O che forse il compagno Simonov vorrebbe una sospensione delle ostilità anche con questo Balalaikin (il suo opuscolo è stato pubblicato a cura dell’ * Is{ra>, come è francamente dichiarato n e\YIs\ra stessa)? Forse egli crede anche qui alla cessazione della polemica frazionistica promessa, dal CC?? Sì, è un’opinione indegna per un socialdemocratico, e profon- damente errata nella sostanza, quella di pensare che sia ammissi- bile una sospensione delle ostilità contro l’ipocrisia e la disorganiz- zazione. È pusillanimità pensare che « non ci si può far niente > con i letterati, anche se illustri, che nei loro riguardi non resta che la tattica formulata da Galiorka (« Abbasso il bonapartismo ») con le parole « Maledici eppur t’inchini ». Alla trasformazione di tutte le istanze centrali del partito in un’organizzazione segreta di lotta contro il partito, alla falsificazione del congresso da parte del Consiglio la maggioranza risponde facendo un ulteriore e inevita- bile passo sulla via della compattezza. Sprezzando l’ipocrisia, essa scende in campo apertamente con un programma di lotta (cfr. la risoluzione dei 22, approvata dall’Unione del Caucaso 1M , dai co- mitati di Pietroburgo, Riga, Mosca, Odessa, Iekaterinoslav e Niko- laiev. L’organo centrale, naturalmente, ha nascosto al partito que- sta risoluzione, sebbene l’abbia ricevuta due mesi fa). I comitati del sud hanno già preso la decisione di raggruppare i comitati della maggioranza e creare un Comitato d’organizzazione per la lotta contro chi si fa beffe del partito. Non vi può essere alcun dubbio che una simile organizzazione della maggioranza sarà creata tra breve e agirà apertamente. Nonostante le chiacchiere menzognere 14-675 200 LENIN dei transfughi del CC, i partigiani della maggioranza crescono di numero in Russia, e le giovani forze letterarie che si sono scostate dalla ingarbugliata ipocrisia dell *Is%ra cominciano da varie parti ad accostarsi alPeditrice della maggioranza or ora avviata ([editrice di Bonc-Bruievic e Lenin all’estero) allo scopo di appoggiarla in ogni modo, di riorganizzarla, di ampliarla e svilupparla. Sì, il compagno Simonov si è demoralizzato senza ragione. Ha avuto torto di affrettarsi a concludere: anche se fa schifo, non ci si può far nulla. Ma qualcosa si può fare! Quanto più villanamente ci si fa beffe del congresso (Balalaikin-Trotski, che scrive sotto il con- trollo della redazione dell Vi^ra, ha già dichiarato che il congresso è un tentativo reazionario di consolidare i piani iskristi. Riazanov è stato più sincero e onesto quando ha chiamato il congresso un carrozzone), quanto più villanamente ci si fa beffe del partito e dei militanti russi, tanto più compatta si fa la maggioranza, riunendo tutti gli uomini di principio, staccandoli dall’alleanza politica con- tro natura e già sostanzialmente putrefatta di Plekhanov, Mar- tynov e Trotski. E proprio una tale alleanza vediamo ora nella nuova Isì^ra e nel n. 5 della Zarià (è uscita una tiratura separata del- Particolo di Martynov). E chi guarda anche solo un po’ più in là del proprio naso, chi non si attiene alla politica degli interessi con- tingenti e delle coalizioni di un’ora, capirà che questa alleanza, che altro non suscita se non confusione e litigi, è condannata e che i partigiani dell 'indirizzo della vecchia ls\ra , uomini che sanno di- stinguere questo indirizzo dal circolo dei sia pure celebri stra- nieri, dovranno essere e saranno gli affossatori di questa alleanza. Sarò molto lieto, compagni, se mi accuserete ricevuta di questa lettera e mi comunicherete se siete riusciti a trasmetterla al com- pagno Simonov. Fraterni saluti. N. Lenin Pubblicata la prima volta nel 1930. CARTEGGIO 1904 201 115. A STOPANI Personale. Da Lenin a Tu-ra Caro compagno, la vostra lettera mi ha procurato una gioia straordinaria. Vi prego di scrivermi accuratamente ogni settimana, sia pur due ri- ghe, e di stare attento che tutti gli indirizzi funzionino e che ve ne siano di riserva per le lettere e i recapiti. È veramente brutto che i partigiani della maggioranza siano così disorganizzati! Senza collegamenti regolari qualsiasi lavoro comune è impossibile, e sono più di sei mesi che non abbiamo ricevuto nulla da voi. Su tutto quanto scrivete riguardo alla necessità che la maggio- ranza si unisca, che i comitati della maggioranza siano compatti e si prepari un congresso compatto, capace di far valere la volontà dei militanti russi, sono assolutamente e interamente d’accordo. Per tutto ciò è necessario mantenere stretti collegamenti, altrimenti ciascuno andrà per proprio conto, e voi non saprete un bel niente delle cose che interessano tutti. Ora il CC si è interamente fuso con la minoranza e, di fatto , è entrato nella sua organizzazione segreta, il cui scopo è di lottare a tutti i costi contro il congresso. Le nuove decisioni del Consiglio alterano apertamente sia il computo dei voti che la volontà dei comitati (supplemento al n. 73-74 d Misera. L’avete visto?). Ora occorre essere preparati a questo : essi non convocheranno a nessun costo nessun congresso; c’è da aspettarsi che non si arrestino da- vanti a nessuna violazione dello statuto, che continuino a farsi beffe del partito. Essi ridono apertamente di noi: dov’è, dicono, la vostra forza? Perciò dobbiamo 1) unire subito tutti i comitati della maggioranza e creare un Ufficio dei comitati della maggioranza (iniziativa già presa da Odessa -f- Nikolaiev + Iekaterinoslav) per la lotta contro il bonapartismo delle istanze centrali; 2) ten- dere tutte le forze per appoggiare in tutti i modi ed ampliare l’edi- trice della maggioranza (avviata qui da Bonc-Bruievic e da me; Bonc-Bruievic è solo l’editore). A questo si è già accinto un gruppo di pubblicisti russi, e voi dovete immediatamente iniziare la rac- 14 * 202 LENIN colta e Tinvio di materiale di ogni genere, corrispondenze, fogli, note, ecc. ecc., in particolare provenienti dagli operai e sul movi- mento operaio. Dovete farlo immancabilmente e subito. (Se non comincerete, d’ora in poi, a mandarci almeno una comunicazione alla settimana, romperemo i rapporti con voi). Sul problema dell’ufficio ecco a che punto siamo. I comitati di Odessa + Nikolaiev + Iekaterinoslav hanno preso in comune questa decisione... I 22 hanno risposto così... Cercate immancabilmente di partire per Tiflis al più presto, di trasmettere l’una e l’altra cosa. Si uniscano al più presto. S’intende che si potrà completare riMcio con membri del Caucaso. Dunque, tutti i comitati del Caucaso rispondano subito riguardo all’Ufficio, cioè scrivano a noi e a Pietroburgo (ò a Riga?) (indirizzo..., chia- ve...) se sono o no d’accordo per l’Ufficio e se chiedono o no che si cambino i candidati o se ne aggiungano altri. Cercate, per l’amor di dio, che questa faccenda di primaria importanza sia fatta accu- ratamente, con abilità e presto. Alcuni compagni chiedono una conferenza dei comitati della maggioranza in Russia. Noi qui pensiamo che questo costerebbe caro, andrebbe per le lunghe e approderebbe a ben poco. E dob- biamo affrettarci con tutte le forze. Per reiezione dell’Ufficio non vale la pena di riunirsi; è molto meglio mettersi d’accordo per let- tera o con l’invio nei diversi luoghi di uno o due compagni. E quando l’Ufficio scenderà in campo, e si uniranno ad esso Iekate- rinoslav + Odessa + Nikolaiev + Pietroburgo + Mosca + Riga + il Caucaso, potrà subito agire come rappresentante della maggioranza organizzata. Affrettatevi dunque, per l’amor di dio, e rispondete al più presto. Una forte stretta di mano. Vostro N. Lenin Scrina H io novembre 1904. Spedita a Ba\ù da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1930. CARTEGGIO I904 203 1 16. A BOGDANOV Caro amico, vi prego di comunicare subito a Rakhmetov che egli agisce con noi decisamente come un porco. Egli non si può immagi- nare fino a che punto qui tutti attendono da lui notizie pre- cise, dettagliate, che tirino su il morale, e non già i telegrammi che è solito inviare. La gente si è proprio stancata di vivere eter- namente nelPattesa e nell’incertezza. È assolutamente impossibile che Rakhmetov non abbia nulla da scrivere: vede e ha visto un mucchio di gente, ha parlato con la Zemliacka, ha preso contatto con Borodà, con gli avvocati e i pubblicisti di Mosca, ecc. ecc. ecc. ecc. Deve dunque tenerci au courant y trasmetterci i collegamenti, comunicarci i nuovi indirizzi, mandarci corrispondenze, parlarci degli incontri per cose di lavoro e interessanti. Rakhmetov non ci ha inviato nemmeno un collegamento nuovo! E mostruoso. Nem- meno una corrispondenza, nemmeno una notizia sul gruppo dei pubblicisti di Mosca. II fatto è che se domani Rakhmetov fosse pre- so, noi non potremmo utilizzare nulla di quanto ha fatto lui, pro- prio come se non fosse mai esistito!! È una vergogna! Avrebbe po- tuto scriverci tutto e di tutti senza il minimo pericolo, e invece si è limitato a qualche accenna a certe forze giovani ecc. (Che si sa di Bazarov, Fritsche, Suvorov e degli altri?). Bisogna, non meno di una volta alla settimana (e davvero non è molto), perder due o tre ore per una lettera di 10-15 P a gi ne > altrimenti è certo che ogni colle- gamento di fatto cesserà, Rakhmetov e i suoi grandiosi progetti si trasformeranno in una grandiosa finzione, e la gente di qui si di- sperderà, concludendo spaventata che non esiste alcuna maggioran- za e che la maggioranza non avrà mai nulla. La tattica della mino- ranza, nella sua nuova forma, è divenuta del tutto chiara: ignorare completamente e passare sotto silenzio le pubblicazioni della mag- gioranza e la stessa esistenza della maggioranza, eliminare la pole- mica dall’organo centrale e pavoneggiarsi con il lavoro positivo (non molto tempo fa la redazione dell’organo centrale ha pubblica- to, ma « solo per i membri del partito », una lettera alle organizza- 204 LENIN zioni che espone il piano di una partecipazione dei socialdemocra- tici alla campagna degli zemstvo: un incredibile pavoneggiarsi con incredibili banalità. Ne è venuta fuori un’analisi e una deni- grazione della lettera di Lenin 156 ). È necessario che la maggio- ranza scenda in campo con un suo organo di stampa 1 ": per que- sto ci mancano denaro e corrispondenze. Occorre impegnarsi con energia per l’uno e per le altre, ma senza lettere circostanziate e il più dettagliate possibile non si riuscirà a far nulla. Se non ci trasmettono i collegamenti, è impossibile attaccare la stessa per- sona da vari lati, non si può coordinare il lavoro dei numerosi bolscevichi che girano per la Russia aggiustando questa o quella faccenda ciascuno per conto suo. Questa disorganizzazione si sente in tutto; i comitati sono di nuovo rimasti indietro rispetto alla situazione, una parte di essi perchè non conosce le nuove decisioni del Consiglio (supplemento al n. 73-74 dcìYIs^ra, fascicolo speciale di io pagine), un’altra parte perchè non ci riflette sopra e non comprende che queste decisioni equivalgono alla più completa e impudente falsificazione del congresso. Ora soltanto dei bambini possono non vedere che il Corìsiglio e il CC non si arresteranno davanti a nulla pur di sabotare il congresso. Noi dobbiamo opporre la forza = giornale + organizzazione della maggioranza in Rus- sia, altrimenti siamo condannati. Lenin non si è ancora incontrato con Legkomyslenny; è strano che questi si sia appartato e abbia assunto una posizione di attesa. Trasmettete dunque a Rakhmetov un triplice rimprovero e co- stringetelo per punizione a tenere un diario. Perchè madame Rakhmetova non va dove aveva promesso? Ripetiamo: tutti se la squagliano (perfino Galiorka non fa che gemere e sospirare), giac- ché non si sente nessun legame con la Russia, non si vede se Rakh- metov sia vivo, si occupi del lavoro comune, lo prenda a cuore e se ne preoccupi. Senza lettere non vi può essere che completa di- sorganizzazione!! Scrìtta il 21 novembre 1904. Spedita in- Russia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel J930. CARTEGGIO I904 205 117. A NADIEZDA KRUPSKAIA 3. xii. 1904 Ho inviato oggi una lettera di affari a Bone. Ho dimenticato di aggiungere una cosa importante: stampare (dizionario di Lei- teisen) 3000 copie; deve saperlo per il calcolo del prezzo. Diglielo subito. Mando la dichiarazione del Comitato deirUnione e del rap- presentante caucasiano del CC 1 *, ricevuta oggi da Raisa 1 *. Se- condo me si deve ripubblicarla subito in un numero unico nella no- stra casa editrice: fatelo immancabilmente e subito; al numero unico si possono aggiungere le risoluzioni di Nikolaiev, ecc., ma dev'essere piccolo, 2-4 (al massimo) pagine (senza nessun titolo, soltanto con l’indicazione deH’editore in basso). Ho ricevuto ora la tua lettera. Non capisco che cosa stia suc- cedendo con il « progetto > di Liadov e Rakhmetov, ma ci dev'es- sere qualcosa che non va. Cercherò di venire al più presto e di af- frettare l’arrivo di Minonosets. I fogli allegati li ho riscaldati, ma senza risultato. Potreste pro- vare con altri reattivi. Contrariamente a quanto pensavo ho la serata libera. Scrivo a tergo la lettera e suggerisco di mandarla subito a tutti e tre a nome mio personale senza chiedere consiglio a nessuno; diamo loro intanto una buona scrollatina, e, se le notizie erano esagerate, si vedrà poi che cosa fare: il fatto è che lo sbandamento comincia e bisogna assolutamente mettere in guardia e non risparmiare le lavate di capo fin dall’inizio; vi consiglio proprio di mandare su- bito questa lettera a tutti e tre, e precisamente a nome mio perso- nale. Domani parlerò con Minonosets, e certamente sarà dalla mia parte; lo saranno anche Vasili Vasilievic e Schwarz, ma è meglio che il testo sia mio e a nome mio. Vorrei scrivere a Martyn Niko- laievic e rimproverarlo, ma penso che non servirebbe a nulla; ne riparleremo quando verrò, giacche qui non può recar danno. In- tanto la mia lettera paralizzerà un po’ il danno cominciato in Rus- sia. Hai fatto male a non ingiungere a Martyn Nikolaievic di 20 6 LENIN scrivermi subito tutto a Parigi; hai fatto molto, ma molto male; era necessario. Ho riletto ancora una volta la lettera per Rakhmetov, forse si po- tevano tralasciare una o due parole forti, ma vi consiglio insisten- temente di mandarla subito a nome mio personale anche nella sua forma così dura. Sono stato da Leiteisen. Mi ha letto la lettera che gli ha scritto Plekhanov. Plekhanov rimprovera Lenin, naturalmente con parole forti. Scrive che il € fascicolo di Trotski è abietto come il suo au- tore », chiede a Leiteisen di c seguire non la minoranza, ma lui » (Plekhanov), si lagna della € tragedia della sua vita, del fatto che dopo ventanni non c’è un compagno che creda in lui », dice di chiedere « fiducia amichevole e non subordinazione all’autorità », e che « pensa seriamente alte dimissioni »... questo, per ora, entre nous . Deutsch ha scritto a Leiteisen in questi giorni chiedendo aiuti finanziari; dice che non hanno nemmeno un soldo. La stessa cosa aveva scritto la Zasulic (prima) a Iefron, rimproverando Galiorka che credeva fosse Serghei Petrovic (!!). Spero di partire dopodomani, cioè lunedì, di parlare martedì e mercoledì a Zurigo, giovedì a Berna e di essere di ritorno per ve- nerdì. Probabilmente però si rimanderà ancora di qualche giorno. Scrivimi a Zurigo, attraverso Argunin (in doppia busta; la bu- sta interna deve essere più robusta, per maggior cautela). Hanno scritto da Losanna chiedendomi di passare di lì? Hanno dato l’in- dirizzo? Tuo N. Lenin Scrivete immediatamente e immancabilmente a tutti i nostri comitati perchè ci inviino Vordine formale di pubblicare aperta- mente , per tutti, la lettera della redazione sullo zemstvo . Questo in ogni caso. Non mancare di farlo per nessun pretesto. Procu- ratevi (o ripubblicate) la lettera stessa, e inviatela, sempre in busta chiusa, ai comitati della maggioranza. Spedita a Ginevra da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1930. CARTEGGIO 1904 207 118. A BOGDANOV, R. S. ZEMLIACKA c LITVINOV Personale . Da Lenin a Rahjimetw, alla Zemliac{a e a papà 3. xn. 1904 Caro amico, mi son giunte notizie sull’arrivo di Martyn Nikolaievic (per- sonalmente non Fho visto), e in base ad esse ho concluso che le nostre cose assolutamente non vanno. Ce di nuovo un certo sbandamento fra i bolscevichi russi e quelli deH’cstero, e l’esperienza di tre anni mi dice che questo sbandamento è gravido di diabo- lici guai per la causa. Ecco dove vedo questo sbandamento: i) si ritarda l’arrivo di Rakhmetov; 2) si sposta il centro di gravità dal giornale di qui su altre cose, sul congresso, sul Comitato d’organiz- zazione russo, ecc.; 3) si permettono certe transazioni del CC con il gruppo dei pubblicisti della maggioranza e le iniziative poco meno che idiote di creare un organo russo, o si arriva persino ad appoggiarle. Se le notizie che ho di questo sbandamento sono vere, devo dire che il peggior nemico della maggioranza non avrebbe po- tuto escogitare nulla di peggio. Ritardare la partenza di Rakhmetov è una sciocchezza assolutamente imperdonabile, che rasenta il tra- dimento, giacche le chiacchiere si diffondono paurosamente, e noi rischiamo, per i progetti puerilmente stupidi di architettare subito qualcosa in Russia, di perdere quel prestigio che qui ci è neces- sario. Rimandare l’uscita dell’organo estero della maggioranza (per il quale manca soltanto il denaro) c ancora più imperdonabile. Questo giornale oggi per noi è tutto; senza di esso andremo incon- tro a sicura e ingloriosa morte. A qualsiasi costo, a qualsiasi prezzo bisogna procurarsi un po’ di denaro, anche un duemila rubli, e cominciare immediatamente, altrimenti ci taglieremo le gambe da soli. Soltanto degli incorreggibili sciocchi possono riporre tutte le speranze nel congresso, giacché è chiaro che il Consiglio sabo- terà qualsiasi congresso, lo saboterà prima ancora che venga con- vocato. Comprendetemi bene, per lamor di dio: con questo non propongo di cessare l’agitazione per il congresso, di rinunciare a questa parola d’ordine; voglio dire che soltanto dei bambini po- 208 LENIN trebbero limitarsi ora «a questo, senza vedere che la sostanza sta nella forza . Piovano pure come prima le risoluzioni riguardanti il congresso (chissà perchè il giro di Martyn Nikolaievic non ha fruttato nemmeno due risoluzioni eguali; è un vero peccato), ma non è questo il punto ; possibile che non riusciate a vederlo? Un Comitato d organizzazione o un Ufficio della maggioranza sono necessari, ma senza un organo di stampa non sarebbero che un misero zero, una commedia, una bolla di sapone che scoppierebbe alla prima retata. A qualsiasi costo il giornale e il denaro, il de- naro qui; ammazzate chi volete, ma mandateci denaro. Il Comi- tato d’organizzazione (o Ufficio della maggioranza) deve darci i pieni poteri per il giornale (al più presto, al più presto) e visitare i comitati, ma se il CO pensasse di cominciare prima il « lavoro po- sitivo» e di rimandare per ora l’organo di stampa, sarebbe proprio il CO, con la sua idiozia, a tagliarci le gambe. Infine, pubblicare qualcosa in Russia, scendere a una qualsiasi transazione con l’im- monda canaglia del CC sarebbe già veramente tradire. Che il CC voglia dividere e frazionare i bolscevichi russi e dell’estero è chiaro, è un piano ch’esso accarezza da molto tempo, e solo degli stupidi sbarbatelli potrebbero ancora abboccare a quest’amo. Impiantare un organo di stampa in Russia con l’aiuto del CC è una follia, una vera follia o un tradimento, così dice e così dirà la logica obiettiva degli avvenimenti, perchè gli organizzatori di un giornale o di un giornale popolare saranno inevitabilmente abbindolati da quello sporco pidocchio che è il Comitato centrale. Lo prevedo con assoluta certezza, e fin d ora con gente simile non voglio avere asso- lutamente nulla a che fare. Ripeto: per prima cosa dev’esserci il giornale, il giornale, il giornale, il denaro per il giornale; spenderlo per altre cose è ora il colmo della follia. Bisogna immediatamente trascinare qui Rakh- metov, immediatamente. Bisogna visitare i comitati, prima di tutto per le corrispondenze (finora non abbiamo delle corrispondenze: è una cosa imperdonabile e vergognosall È proprio una vergogna e un sabotaggio della causa!!), mentre l’agitazione per il congresso deve essere soltanto un’attività accessoria. Con il CC tutti i comi- tati della maggioranza devono immediatamente rompere di fatto, CARTEGGIO 1904 209 trasferendo tutti i collegamenti al CO o Ufficio della maggioranza; questo CO deve immediatamente pubblicare un annuncio sulla sua avvenuta costituzione, pubblicarlo immediatamente e immancabil- mente. Se non elimineremo questo sbandamento incipiente della mag- gioranza, se non ci metteremo d accordo sia per lettera sia (ed è la cosa principale) in un incontro con Rakhmetov, noi qui ci disin- teresseremo di tutta la faccenda e V abbandoneremo. Se volete che lavoriamo insieme, bisogna che andiamo al passo e ci mettiamo d’accordo, che agiamo dietro accordo, e non contro raccordo o senza, perchè questa è proprio una vergogna e un’indecenza: an- dare a cercar denaro per il giornale e occuparsi invece il dia- volo sa di quali sporchi affari. In questi giorni interverrò sulla stampa contro il CC ancora più decisamente. Se non la romperemo col CC e col Consiglio, meriteremo solo che tutti ci sputino in faccia. Attendo una risposta e l’arrivo di Rakhmetov. N. Lenin Spedita in Russia da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1930. 119. A R. S. ZEMLIACKA Alla Zemliac\a dal Vecchio io. xu. 1904 Sono appena tornato da un giro di conferenze e ho ricevuto la vostra lettera n. i. Ho parlato con Rusalka. Avete ricevuto la mia lettera adirata (inviata anche a papà e a Sysoika)? Quanto alla composizione del CO, io, naturalmente, accetto la decisione co- mune. Secondo me, non bisogna far partecipare Riadovoi alla cosa, ma mandarlo immediatamente qui. Poi organizzare assoluta- mente un gruppo a sè (o aumentare i componenti il CO) per visitare in continuità i comitati e far sì che mantengano tutti i con- tatti fra di loro. I nostri contatti con i comitati e con la Russia sono 210 LENIN ancora, in generale, estremamente insufficienti, e bisogna fare ogni sforzo per incrementare Io scambio sia di corrispondenze, che di semplici lettere fra i compagni. Perchè non ci mettete in contatto con il Comitato del nord? con i tipografi di Mosca (è molto importante!)? con Riakhovski? con Tuia? con Nizni? Fa- telo immediatamente. Inoltre, perchè i comitati non mandano a noi risoluzioni in cui si rinnovi la richiesta di un congresso? È neces- sario. Ho una gran paura che siate troppo ottimista nei riguardi del congresso e del CC: dallopuscolo II Consiglio contro il partito (è già uscito) vedrete che essi fanno di tutto e faranno chissà quali mascalzonate per sabotare il congresso. Secondo me è un vero er- rore che il CO non faccia, un comunicato stampa. In primo luogo, un comunicato è necessario per opporre all'organizzazione segreta della minoranza il nostro modo di agire aperto. Altrimenti il CC vi coglierà immancabilmente in fallo, approfitterà degli ultima- tum di Sysoika e dichiarerà che siete voi ad avere un'organiz- zazione «segreta»: sarebbe una vergogna per la maggioranza, e ne sareste interamente responsabili voi. In secondo luogo, la pub- blicazione di un comunicato è necessaria per informare la massa dei militanti del partito che esiste un nuovo centro. Per mezzo di lettere non riuscireste mai a farlo nemmeno in maniera approssi- mativa. In terzo luogo, una dichiarazione che dimostri che ì co- mitati della maggioranza si sono uniti avrà un’enorme importanza morale e servirà a tranquillizzare e a risollevare il morale della maggioranza scoraggiata (specialmente qui all'estero). Trascurare ciò sarebbe il più grande errore politico. Perciò insisto ancora una volta perchè, subito dopo la Conferenza del nord, l'Ufficio della maggioranza (o il CO della maggioranza dei comitati) pubblichi una dichiarazione in cui ci si richiami all'accordo concluso con i comitati di Odessa, Iekaterinoslav, Nikolaiev, i quattro comitati del Caucaso, i comitati di Riga, Pietroburgo, Mosca, Tver, del Nord, ecc. (e forse anche quelli di Tuia 4- Nizni-Novgorod) cioè con 12-14 comitati, e al diretto incarico da essi ricevuto. Ciò non solo non danneggerà la causa delia lotta per il congresso, ma gioverà enormemente ad essa. Rispondetemi subito se siete d'ac- cordo o no. Quanto alla campagna degli zemstvo , raccomando CARTEGGIO I9O4 211 vivamente di pubblicare in Russia immediatamente e apertamente (senza lo stupido sottotitolo « per i membri del partito ») sia il mio opuscolo 201 che la lettera alla redazione àz\Yls\ra. Forse scriverò anche un altro piccolo opuscolo, ma la polemica con Visura è asso- lutamente necessario ripubblicarla. Infine, una cosa particolarmente importante e urgente: posso firmare, a nome del Comitato d’orga- nizzazione dei comitati della maggioranza (o meglio dell’Ufficio dei comitati della maggioranza) il manifesto che si pubblicherà qui a proposito del nuovo organo dj stampa ”? Posso agire qui a nome dell’Ufficio? dire che l 'Ufficio è l’editore del nuovo giornale e l’or- ganizzatore del suo gruppo redazionale? È cosa estremamente ne- cessaria e urgente. Appena avrete visto Riadovoi, al quale dovete dire e ripetere che deve partire subito, immediatamente, senza ri- mandare oltre, se non vuole finir male e arrecare un danno terribile alla causa, rispondete immediatamente. All’estero circolano dap- pertutto incredibili chiacchiere: io stesso le ho sentite, quando mi trovavo a Parigi, Zurigo ecc. per le conferenze. Un ultimo avver- timento: o venire subito qui, o rovinarsi e far tornare tutta la no- stra causa al punto in cui era un anno fa. Qui non mi accingo nè mi accingerò a porre nessun ultimatum a nessuno, poiché ciò su- sciterebbe scherni e dileggi; è inutile recitare la commedia. La nostra posizione sarà dieci volte più limpida e migliore se interver- remo apertamente con un Ufficio della maggioranza e scenderemo in campo per il congresso apertamente e non mediante stupide ma- novre di corridoio, che nel migliore dei casi non servono che a di- lazionare le cose e a dar esca a nuovi intrighi da parte dei Glebov, dei Koniaghin, dei Nikitic e di altri simili rettili. Qui tutta la maggioranza sogna, si tormenta e brama il giornale; lo si richiede ovunque. Non possiamo pubblicarlo senza un incarico diretto dell’Ufficio, e pubblicarlo bisogna. Quanto al denaro facciamo di tutto e speriamo di procurarcelo: procuratene anche voi. Per l’amor di dio, mandateci al più presto l’autorizzazione di pubbli- care il giornale a nome dell’Ufficio e pubblicate un foglio al ri- guardo in Russia. Spedila in Rustia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1930. 212 LENIN 120. AL COMITATO DELLTJNIONE DEL CAUCASO AlVUnionc del Caucaso da Lenin Cari compagni, abbiamo ricevuto ora le risoluzioni della vostra conferenza 10 *. Non mancate di mandarcene un’altra copia più accurata: molte cose non si sono potute capire. Non mancate pure di mettere al più presto in atto il vostro magnifico progetto: mandare qui un delegato vostro. Senza di ciò è in realtà estremamente dif- ficile, quasi impossibile, mettersi d’accordo, eliminare i reciproci malintesi. In questo momento, poi, è una cosa, questa, estrema- mente necessaria. Siete ancora ben lontani dal conoscere tutti i documenti e tutte le porcherie del Consiglio e del CC. Non vi è il minimo dubbio che costoro hanno già sabotato il terzo congresso e che ora scindono i comitati. È necessario immediatamente i) costituire l’Ufficio dei comitati della maggioranza, 2) trasmettere a questo Ufficio tutti gli affari riguardanti il congresso e tutta la direzione dei comitati, 3) sostenere il nostro organo, il Vperìod y 4) pubblicare le vostre risoluzioni (ci autorizzate?) e un comunicato sull’Ufficio. Vi preghiamo di rispondere al più presto. Vostro Lenin Non comprendiamo quali rapporti vi siano tra il vostro ufficio (del Caucaso) e l’Ufficio panrusso dei comitati della maggioranza. Scriveteci al più presto e, meglio di tutto, mandateci un delegato. Scritta dopo il S2 dicembre 1904. Inviata da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1926. CARTEGGIO I904 213 121. AL COMITATO DELL’UNIONE DEL CAUCASO Cari compagni, ho ricevuto la vostra lettera a proposito della Lotta del proleta- riato"** Cercherò di scrivere e trasmetterò ai compagni della re- dazione. Adesso sono molto occupato dal lavoro per il nuovo organo di stampa. Al riguardo vi abbiamo già spedito una lettera dettagliata ”. Rispondeteci al più presto e inviateci, ve ne preghia- mo, sempre più, più e più corrispondenze di operai. Da voi soprat- tutto dipende ora il successo del giornale, poiché l’inizio è parti- colarmente difficile. Vostro N* Lenin Scritta il 20 dicembre 1904. Inviata da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel JQjo. 122. A M. M. ESSEN Personale . Da Lenin a Nina Lvovna 24. xii. 1904 Da molto tempo avevo intenzione di scrivervi, ma tutto que- sto trambusto me lo ha impedito. Adesso siamo in piena ripresa e siamo tutti terribilmente occupati: ieri è uscito l’annuncio della pubblicazione del nostro giornale, il Vperiod. Tutta la maggio- ranza esulta e si è rianimata come non mai. Finalmente abbiamo spezzato questi sporchi intrighi e ci siamo messi a lavorare, ben affiatati, con chi ha voglia di lavorare e non già di fare degli scan- dali! Abbiamo messo insieme un gruppo di buoni pubblicisti; ab- biamo forze fresche, pochi soldi, ma presto ce ne dovrebbero essere. Il Comitato centrale, che ci ha traditi, ha perso ogni credito, ha cooptato (vilmente, in segreto) dei menscevichi e si fa in quattro per lottare contro il congresso. I comitati della maggioranza si uni- 214 LENIN scono, hanno già eletto l’Ufficio, e ora il giornale finirà col farne un gruppo compatto. Hurrah! Non perdetevi d’animo; adesso ci stiamo riprendendo e ci riprenderemo. In un modo o nell’altro, o prima o poi, speriamo senz’altro di vedere anche voi. Scriveteci due righe sulla vostra salute e soprattutto tenetevi su; ricordatevi che non siamo ancora tanto vecchi : abbiamo ancora tutta una vita davanti a noi. Vostro Lenin Spedita da Ginevra in Russia. Pubblicata la prima volta nel 7926. 123. A R. S. ZEMLIACKA Personale. Alla Zemliac\a da Lenin 26. xii. 1904 Cara amica, ho ricevuto la vostra autorizzazione. In questi giorni pub- blicherò un articolo sulla vostra faccenda 206 . In questi giorni ho ricevuto anche i verbali della Conferenza del nord. Hurrah! Avete fatto un lavoro magnifico, e ci si può congratulare con voi (as- sieme a papà, a Mysc e agli altri) per l'enorme successo. Una si- mile conferenza era una cosa difficilissima, date le condizioni esi- stenti in Russia, ma a quanto pare è riuscita magnificamente. La sua importanza è enorme; arriva proprio a proposito per l’annun- cio del nostro giornale ( Vperiod ). L’annuncio è già uscito. Il primo numero uscirà all’inizio di gennaio, nuovo stile. Ora il compito è questo: 1) diffondere in Russia, al più presto possibile, un foglio stampato sull’Ufficio dei comitati della maggioranza. Per l’amor di dio, non rimandatelo nemmeno di una settimana; sa il diavolo quanto è importante. 2) Visitare ancora una volta i comitati del sud (e del Volga) e insistere sull’importanza di aiutare il Vperiod in tutti i modi . CARTEGGIO I904 215 Il trasporto si farà, finche ci sarà papà. Aggiusti lui le cose in modo che,, nel caso in cui venga preso, la sua eredità sia raccolta da un altro. Rakhmetov mandatelo al più presto dove deve andare, toglien- dolo dai luoghi pericolosi. Al più presto! Quando avremo il denaro manderemo molta gente. Della vergogna di Pietroburgo (sabotaggio della dimostrazione da parte della minoranza) parleremo nel n. I del Vperiod w . Al più presto Pannuncio pubblico della costituzione dell’Ufficio e asso.lutamente con l’elenco di tutti e 13 i comitati* 0 *. Al più pre- sto, al più presto e al più presto! Allora ci sarà anche il denaro. Vostro Lenin Una forte stretta di mano a tutti gli amici. Spedita da Ginevra in Russia . pubblicata la prima volta nel 1926. 124. A IERAMASOV Personale, Da Lenin a Mona\h Caro compagno, mi ha fatto molto piacere sapere che è ora possibile stabi- lire con voi contatti regolari. Sarebbe stato bene che ne aveste approfittato per mandarmi due righe dicendomi cosa pensate e quali sono le vostre prospettive immediate. Finora tutte le notizie che vi riguardano le abbiamo avute attraverso terzi, il che rende sempre alquanto difficile la comprensione reciproca. I nostri affari di partito sono andati male per tutto Panno, come voi avrete certamente sentito dire. La minoranza ha man- dato all’aria il II Congresso, ha creato una nuova Ispira (l’avete vista? che ve ne pare?) e ora, mentre lenorme maggioranza dei comitati che hanno in generale preso posizione si è decisamente 2l6 LENIN sollevata contro questa nuova ls\ra , la minoranza ha mandato a monte anche il terzo congresso. Le è apparso troppo chiaro che il partito non accetterà il suo organo, che porta nella lotta il pette- golezzo e il litigio, il ritorno ai principi del Raboceie Dielo , la fa- migerata teoria delPorganizzazione-processo. Ora la posizione si è chiarita. I comitati della maggioranza si sono uniti (4 del Caucaso, quelli di Odessa, Iekaterinoslav, Niko- laiev, Pietroburgo, Mosca, Riga, Tver, del Nord e di Nizni-Nov- gorod). Io qui ho cominciato (con nuovi collaboratori) a pubbli- care il giornale Vperiod (l’annuncio è uscito, il n. 1 uscirà all’inizio di gennaio, nuovo stile). Diteci che ne pensate e se possiamo con- tare sul vostro appoggio, che per noi sarebbe estremamente im- portante. Scritta alla fine del dicembre 1904. Spedita da Ginevra in Russia. Pubblicata la prima volta nel 1930. 125. A LITVINOV A papà da Lenin Caro amico, mi affretto a rispondere alla vostra lettera, che mi è molto, ma molto piaciuta. Avete mille volte ragione quando dite che bi- sogna agire con decisione, da rivoluzionari, e battere il ferro fin- ché è caldo. Sono d’accordo anche che bisogna unire precisamente i comitati della maggioranza. La necessità di un centro russo e di un giornale fatto qui è ora chiara a tutti noi. Per quest’ultimo ab- biamo già fatto tutto quello che potevamo. Riadovoi fa di tutto, ha attirato dei collaboratori, egli stesso si prodiga interamente e con tutte le forze sta cercando il milionario con non poche probabilità di successo. Infine avete mille volte ragione anche quando dite che bisogna agire apertamente. L’unico punto sul quale divergiamo ri- guarda un particolare, e bisogna discuterne a mente calma, e pre- CARTEGGIO I904 217 cisamente: conferenza dei comitati o costituzione diretta di un « Ufficio dei comitati della maggioranza » (questa denominazione ci piace di più di Comitato d’organizzazione, sebbene, natu- ralmente, quel che importa non è il nome), ufficio che dovrebbe essere riconosciuto dapprima da alcuni e poi da tutti f comitati della maggioranza. Voi siete per la prima soluzione, noi per la seconda. Se fosse possibile una conferenza all’estero, sarei senz’altro per questa. In Russia invece è una cosa diabolicamente pericolosa, che andrebbe per le lunghe e sarebbe poco producente. Intanto Odessa -f- Nikolaiev -f- Iekaterinoslav si sono già affrettati e hanno incaricato i « 22 » di « nominare il Comitato d’organizza- zione». Abbiamo risposto raccomandando di adottare la denomi- nazione di « Ufficio dei comitati della maggioranza » e propo- nendo sette candidati (Rusalka, Felix, Zemliacka, Pavlovic, Gusiev, Alexeiev e Baron). Al riguardo scriviamo a Odessa e a Pietroburgo. Alexeiev è già partito per venire da voi. Non sarebbe meglio pro- cedere alle elezioni dei candidati cominciando da Riga, Pietroburgo -f- Mosca, e poi dichiarare subito pubblicamente che ciò è stato fatto (mandiamo un progetto di comunicato “*); quindi precipitarsi al Comitato del nord, al Caucaso, a Saratov, a Nizni, ecc., chiedendo loro di aderire, e completare l’ufficio il più liberalmente possibile con un paio o due di loro candidati (anche se non è molto proba- bile che i comitati che aderiranno richiedano grandi immissioni di loro candidati nell’Ufficio)? Decisamente non riesco a imma- ginare che si possano incontrare difficoltà per la composizione del- l’Ufficio. Vantaggi di questo procedimento: rapidità, poca spesa, sicu- rezza. Sono vantaggi molto importanti, poiché oggi la rapidità è tutto. L’Ufficio sarà l’organismo ufficiale dell’unificazione dei comi- tati e di fatto sostituirà completamente il CC in caso di scissione. La composizione del gruppo di pubblicisti per il nostro futuro organo centrale è pure completamente fissata (cinque o sei: Riadovoi, Galiorka, io, Schwarz -f- Lunacìarsbj -f- forse Bazarov). Del tra- sporto occupatevi voi e con la massima energia. Qui ci siamo pro- curati un ex bundista che ha lavorato per molto tempo su due confini; promette di organizzare le cose per 200-300 rubli al mese. 15 * 2l8 LENIN Aspettiamo solo il denaro e poi lo metteremo in collegamento con voi. Svantaggio del vostro procedimento: lungaggini. Ritengo del tutto inutile presentare degli ultimatum al CC e al Consiglio. Il CC è ipocrita; adesso non dubito nemmeno per un momento che essi si siano venduti interamente alla minoranza e s’accingano senz’al- tro a falsare interamente il congresso. Non bisogna farsi illusioni. Ora che hanno tutti i centri nelle loro mani, essi dispongono di mi- gliaia di sistemi per falsare il congresso e hanno già cominciato a farlo . Lo dimostreremo sulla stampa analizzando le decisioni del Consiglio (n. 73-74 dtìYIsl(ra y supplemento). Naturalmente noi sia- mo e saremo per il congresso, ma bisogna strombazzare dappertutto che essi stanno già falsando il congresso e che noi smaschereremo la loro falsificazione. Di fatto, poi, ora assegno il nono posto al con- gresso e il primo allargano di stampa e al centro russo. È ridicolo parlare di slealtà quando essi stessi ci hanno spinto su questa via scendendo a una transazione con la hiinoranza. È una bugia che l’organizzazione segreta della minoranza sia stata sciolta; no, in questa organizzazione segreta sono entrati i tre membri del CC, questo è tutto. Tutti e tre i centri formano ora un’organizzazione segreta contro il partito. Soltanto degli sciocchi possono non ve- derlo. Noi dobbiamo rispondere con un’organizzazione aperta e smascherare il loro complotto. Rafforzate in tutti, vi prego, la fiducia nella nostra organizza- zione e nel futuro organo di stampa. Occorre solo pazientare ancora un po’ finché Riadovoi non porterà a termine il suo lavoro. Racco- gliete e mandateci corrispondenze {sempre con l’annotazione: per Lenin) e materiale, in particolare cose che provengano dagli operai. Noi due dissentiamo soltanto su un particolare, poiché io natural- mente non potrei essere che contento di una conferenza. Ma, ve- dete, il giuoco non varrebbe proprio la candela; è assai meglio scendere in campo subito con un comunicato a nome dell’Ufficio, giacché sulla sua composizione ci metteremo facilmente d’accordo, e su questo terreno non è probabile che sorgano conflitti. E do- po che rUfficio avrà annunciato la sua costituzione, lo riconosce- ranno rapidamente, ed esso potrà cominciare a parlare a nome di CARTEGGIO 1904 219 tutti i comitati. Dunque, pensateci su per bene ancora una volta e rispondete al più presto. Scritta nel dicembre del 1904. Inviata da Ginevra in Russia . Pubblicata la prima volta nel 1926. 126 . ALL’ORGANIZZAZIONE DEL POSDR DI PIETROBURGO Esiste a Pietroburgo una sezione della Società operaia zuba- tovista di Mosca, con lo stesso statuto (operai meccanici) e in parte anche con gli stessi uomini, cioè con quelli che prima lavoravano nella Società zubatovista di Pietroburgo (Usciakov, Starogilov e Gorsckov, Pikunov e Mokhnatkin, Nikiforov, ecc.). Questa so- cietà si trova sotto il patronato di Litvinov-Fallinski, Cigiov, Lan- govoi. Si raccomanda vivamente un 'estrema cautela nei rapporti con questa società, dato l’enorme pericolo di provocatori. Questa società ha sterzato ora un po’ a sinistra, ma è interamente al ser- vizio della borghesia e della polizia. (Questa notizia proviene da persona bene informata). Scritta nell’ ottobre-dicembre 1904. Inviata da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1923. 1905 127. LETTERA A UN COMPAGNO IN RUSSIA 6. i. 1905 Caro amico, grazie per la vostra lettera circostanziata. Se vi dedicherete agli affari locali con maggiore energia, sarà molto bene. Quanto alla mia opinione sui ragionamenti, citati da voi, che la redazione fa nel suo secondo foglio « clandestino » 2l °, per ora posso dire quanto segue. Innanzi tutto salta agli occhi la palese assurdità della « segretezza » quando 1) non c*è nulla di clandestino e 2) gli stessi pensieri sono ripetuti nel n. 79 (dimostrazione di Iekaterino- dar, articolo di un corrispondente e nota della redazione). Il n. 79 è analizzato nel n. 1 del Vperiod 2n , che riceverete prima di lunedi; potrete così vedere in che modo noi poniamo il problema. Fare oggi della clandestinità con un foglio è estremamente ridicolo, e io attaccherei su questo punto con particolare asprezza. In sostanza i « pensieri » della redazione esposti nei suoi nuovi scritti danno, a quanto pare, due punti di appoggio principali : 1) la posizione di Starover, a cui la redazione si riferisce e che è stata chiarita nell 'Isfya, e 2) il giocare al parlamentarismo, le « parate e manovre», la sfiducia nel proletariato, il timido tentativo di far marcia indietro riguardo al panico (riguardo al panico forse vi erano parole « superflue » [!]). Questo deve essere doppiamente sottolineato CARTEGGIO I9O5 221 Ad 1. La posizione di Starover, che si rileva chiaramente anche nel n. 77 {articolo di fondo), NB NB, è, a mio parere, estrema- mente confusa. La analizzerò sulla stampa Per giustificare la sua confusa risoluzione egli deve inventare una borghesia buona . Si tira fuori una « democrazia borghese », distinta dagli « zemtsy » e dai liberali (come se gli zemtsy non fossero in fondo dei demo- cratici borghesi!), dove in sostanza è compresa l’intellettualità (da una attenta lettura dei nn. 77 e 79 vedrete chiaramente che la de- mocrazia borghese viene identificata con « gli intellettuali radi- cali », con « gli intellettuali democratici », con « la democrazia in- tellettuale » : per esempio, n. 78, p. 3, colonna 3, riga 9 dal basso e passim ). Dire che gli intellettuali, a differenza degli zemtsy tee., fanno parte della democrazia borghese è arciassurdo. Invitarli a diventare una « forza indipendente » (n. 77, corsivo àtWIskra) è una banalità. Si ignora in questo modo la base reale di una vasta democrazia (i contadini, gli artigiani, tee.), si ignorano i socialisti-rivoluzionari, naturale e inevitabile ala sinistra della intellettualità radicale. Qui non posso far altro che accennare a questi concetti, perchè è ne- cessario esporli più particolareggiatamente sulla stampa. In Starover c’è un mucchio di presuntuose assurdità. Secondo lui P« intellettualità democratica» sarebbe il «nerbo motore» (!) del liberalismo, tee. Spassoso è il suo tentativo di definire « espres- sione nuova » l’accenno al « terzo elemento », ossia gli uomini di cul- tura, l’intellettualità dei funzionari degli zemstvo, ecc. Vedi la mia rassegna della situazione interna nella Zarià, n. 2-3, dove vi è un intiero capitolo intitolato II terzo elemento™. Solo la nuova Is\ra ha potuto trovare che questa è un’« espressione nuova». Non è vero che i socialdemocratici possano esercitare, come avanguardia, un’influenza soltanto suirintellettualità democratica. Possono esercitarla anche sugli zemtsy, e la esercitano. La nostra influenza su di essi e sul signor Struve è un fatto che passa inos- servato soltanto alle persone innamorate dei « risultati visibili' e tangibili > dei discorsi teatrali. Non è vero che oltre agli zemtsy e all'intellettualità democra- 222 LENIN tica non ci sia nessun altro su cui esercitare un’influenza (i conta- dini, gli artigiani, ecc.). Non è vero che la « democrazia borghese », a differenza dei liberali, sia rintellettualità. Non è vero che i radicali francesi e i repubblicani italiani non abbiano offuscato la coscienza di classe del proletariato. Non è vero che 1*« accordo » (di cui parla la redazione nel pri- mo foglio) poteva riferirsi alle « condizioni » di Starover. È un as- surdo. La redazione si destreggia, vedendo chiaramente che le condizioni risultano di fatto respinte. Ad 2 ). Il secondo punto appare, a mio parere, particolarmente chiaro nella frase del secondo foglio: « Bisogna, secondo noi, seguire il nostro nemico di classe e il momentaneo alleato politico sul terreno stesso su cui essi adem- piono la funzione di guida politica loro affidata dalla storia; su questo terreno ii proletariato deve misurarsi con la borghesia ». Qui si giuoca veramente al parlamentarismo! Misurarsi: fino a che punto avvilisce questo grande concetto la nostra verbosa ca- naglia intellettuale, quando lo riduce alle manifestazioni di un gruppo di operai in un’assemblea di zemstvo\ Quale isterismo esa- gitato, che si aggrappa a una momentanea congiuntura (ora sono « di scena » gli zemtsy : parliamo dunque del terreno su cui essi adempiono la funzione affidata loro dalla storia! Andiamo, si- gnori! Non parlate così bene!). « Il più completo contatto del pro- letariato con la borghesia che occupa la scena politica ». Che volete di più? «Si è discusso» persino col sindaco di Iekaterinodar. La difesa dell’idea del « tipo superiore di mobilitazione » non è del tutto chiara, perchè voi qui parafrasate e non citate. E in questa idea sta il nodo della loro confusione. La differenza tra « dimostrazione politica » e « usuale » (non è forse così, alla lettera, anche nel secondo foglio? È stampato questo foglio? Me ne pro- curereste una copia? una sola copia?) è proprio una perla. È su questo punto, secondo me, che bisogna soprattutto battere il ne- mico, perchè proprio qui può essere sconfitto. Non che siano cat- tive le manifestazioni negli zemstvo ; sono banali i ragionamenti enfatici sul tipo superiore. CARTEGGIO 1905 223 Per ora mi limiterò a questo. Mi preparo alla conferenza di oggi. I menscevichi, si dice, hanno deciso di non venire. Il n. 1 del Vperiod uscirà oggi * u . Scrivete particolareggiatamente suH’impressione che produrrà il Vperiod e mandate corrispondenze, specialmente alla sezione operaia. [Vi consiglio di mettere in relazione il secondo foglio della re- dazione col n. 77 e il n. 78, Starover, e il n, 79]. Vostro N. Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1934. 128. A R. S. ZEMLIACKA Personale. Da Lenin alla Zemliacf{a Ho ricevuto la vostra lettera adirata e mi affretto a rispon- dere. Avete avuto torto ad offendervi. Se ho fatto dei rimpro- veri, li ho fatti, vi assicuro, per amore alla causa, e poi con una riserva: se le notizie di Liadov erano vere. Come avete visto dalla lettefa precedente sulla Conferenza del nord* 1 *, noi apprezziamo moltissimo l’immenso lavoro che avete fatto per la conquista di quindici comitati e l’organizzazione di tre conferenze 11 *. Senza di voi non avremmo fatto nè faremmo nemmeno un passo. La ra- gazza che partì per Pietroburgo ci promise di valersi delle sue rela- zioni personali per procurarci denaro, e a Liza abbiamo scritto per voi e non per nascondervi qualche cosa (1 annotazione « perso- nale > era soltanto una precauzione contro i nemici). Chiariremo subito a Liza l’equivoco per quanto riguarda le lettere dirette a lei. Naturalmente, la manderemo al diavolo. Molte grazie per rinvio degli indirizzi ai comitati. Mandatene ancora, ve ne prego. Gusiev l’abbiamo mandato, Liadov andrà quando ci saranno i soldi. Liadov ha esposto le cose in modo un po’ inesatto per quanto 224 LENIN riguarda il giornale in Russia; e vi prego di scusarmi se mi sono arrabbiato e vi ho offeso. Circa l’intervento aperto dell’Ufficio non starò più a discutere. Due settimane naturalmente sono una sciocchezza. Credetemi, ho tutte le intenzioni di tener conto dell’opinione della Russia e su tutto incondizionatamente, e vi chiedo seriamente una cosa sola: per l’amor di dio, informatemi più spesso di questa opinione. Se ho la colpa di subire l’influenza dei bolscevichi emigrati, sono un colpevole senza colpa, perchè la Russia scrive raramente e diabo- licamente poco. Accetto interamente la scelta della Conferenza del nord*" e, vi assicuro, volentieri. Cercate di procurare denaro e scri- vetemi che non siete arrabbiata con me. Tutto vostro Lenin Scritta all'inizio del gennaio io o> Spedi/a a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel if? 2 S- 129. AL SEGRETARIO DELL’UFFICIO DEI COMITATI DELLA MAGGIORANZA 29. 1. 1905 Caro amico, ho da rivolgervi una viva preghiera: rimproverate, ve ne prego, Rakhmetov, rimproveratelo per bene. Diamine, si sta com- portando nei nostri riguardi come quelli deWOsvoboz dente o il prete Gapon si comportano nei riguardi dei socialdemocra- tici. Ho esaminato ora il prospetto della nostra corrispondenza con la Russia: Gusiev ha mandato 6 lettere in io giorni e Rakh- metov 2 in 30. Che fa? Non si fa più vivo. Non una riga per il Vperiod , non una parola sulle nostre questioni, sui piani, sui colle- gamenti. È qualche cosa di impossibile, di incredibile; peggio di così non potrebbe andare. In questi giorni uscirà il n. 4 del Vperiod, al quale seguirà subito (dopo pochi giorni) il n. 5, e da Rakhmetov nessun appoggio. Oggi sono arrivate lettere da Pietroburgo, del io, CARTEGGIO 1905 225 brevissime. E nessuno si è incaricato di far fare molte e buone cor- rispondenze sul 9 gennaio! La lettera che ho inviato a Rakhmetov a proposito delle corri- spondenze non ha avuto risposta alcuna tu \ Nulla anche riguardo all’Ufficio e al congresso. Ed è molto im- portante affrettarsi a comunicare la costituzione deirUfficio e la convocazione del congresso. Per l’amor di dio, non credete ai men- scevichi e al CC, e promuovete assolutamente dappertutto e nel modo più deciso la scissione, la scissione e la scissione. Noi qui, trascinati dalla rivoluzione, volevamo fare con i menscevichi una riunione pubblica, ma quelli ci hanno vergognosamente ingannato. A chi non vuole restare con un pugno di mosche diciamo e ripe- tiamo: scissione e scissione, assolutamente. Spedita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 192 5. 130. A BEBEL Stimatissimo compagno. 7. 11. 1905 nello stesso giorno in cui mi scrivevate noi preparavamo una lettera per il compagno Herman Greulich* 1 ’, nella quale spie- gavamo come e perchè la scissione nel Partito operaio socialde- mocratico russo è divenuta oggi un fatto compiuto. Abbiamo tra- smesso una copia di questa lettera alla direzione del Partito social- democratico tedesco. Il terzo congresso del nostro partito sarà convocato dall’Ufficio russo dei comitati della maggioranza. La redazione del V pcriod e l’Ufficio russo della maggioranza sono soltanto centri provvisori. Nè io nè alcuno dei redattori, collaboratori e sostenitori del Vpe- rxod che conosco ci assumeremmo oggi, senza una decisione del congresso del partito, la responsabilità di un qualsiasi passo nuovo e importante che impegni tutto il partito. Non potremo quindi far altro che trasmettere la vostra proposta al congresso. Spedita a Berlino da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1905. 22Ó LENIN 131. A GUSIEV A Khariton 15. 11. 1905 Caro amico, molte grazie per le lettere. Continuate assolutamente a fare così, solo 1) non limitatevi mai a riassumere le lettere e le notizie che vi trasmettono, ma assolutamente mandatecele (oltre alle vostre lettere) tali e quali ; 2) metteteci assolutamente in diretto collega- mento con le nuove forze, con i giovani, con i circoli formatisi di recente. Non dimenticate che la forza di un’organizzazione rivo- luzionaria sta nel numero dei suoi collegamenti. Dal numero dei nuovi collegamenti stabiliti in Russia e a noi trasmessi dovremo giudicare dell’efficacia e dei risultati del lavoro dei nostri amici. Finora tutti i pietroburghesi (sia detto a loro vergogna) non ci han- no dato nemmeno un nuovo collegamento russo (nè la Serafima, nè Sysoika, nè la Zemliacka, nè Nik. Iv.). È uno scandalo, un vero guaio, un fallimento! Imparate dai menscevichi, per l’amor di Cri- sto. Nel n. 85 dell* Is^ra c’è un mucchio di corrispondenze. Avete ben letto il Vperiod a dei giovani; perchè allora non ci avete messo in collegamento con qualcuno di essi?? Pensate che finché non ci avrete procurato una decina di nuovi amici del Vperiod , giovani, fedeli, che sappiano lavorare, mantenere i collegamenti e tenere la corrispondenza anche senza di voi, se foste arrestato ci trove- remmo arenati. Pensateci!! Un rivoluzionario di professione deve creare in ogni località decine di nuovi collegamenti, dare tutto il lavoro in mano a elementi nuovi mentre ancora è sul posto, istruirli e incitarli non con sermoni, ma con il lavoro. Poi deve andare in un’altra località e dopo un mese o due ritornare per controllare il lavoro dei suoi giovani sostituti. Vi assicuro che fra di noi c’è una idiota, filistea, oblomovistica paura dei giovani. Vi supplico: lot- tate contro questa paura con tutte le vostre forze. Vostro Lenin Spedita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1925. CARTEGGIO I905 227 132. A GUSIEV 25. II. I905 In questo momento abbiamo saputo da una lettera di Liadov che il CC è d accordo per il congresso. Scongiuriamo PUfficio, in nome di tutti i santi, di non credere al CC e di non rinunciare in alcun modo nemmeno di un filo alla sua piena indipendenza nella convocazione del congresso. Altrimenti qui insorgeremo, e tutti i comitati più fermi saranno con noi. Il CC è invitato al congresso, e lasciamo pure che venga con i menscevichi, ma il congresso lo convochiamo noi e soltanto noi. Martedì (28 febbraio) uscirà il n. 8 del Vperiod , dove è ripubblicato il comunicato deirUflkio con una nostra energica nota 590 . Per Pamor di dio, fate di tutto per trasmettere questa lettera al più presto a Liadov, a Sysoika e alla Zemliacka. Vostro Lenin Sp edita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 19 25. 133. A GUSIEV A Natsia Caro amico, molte grazie per la lettera. Voi proprio ci salvate dalle im- pressioni che si hanno allestero. Continuate assolutamente così. Per Pamor di dio, procurate delle corrispondenze degli stessi ope- rai. Perchè non scrivono?? È proprio una vergogna! Il vostro rac- conto, così ricco di particolari, sulPagitazione del comitato per le elezioni della commissione Scidlovski m è magnifico. Lo pubbli- cheremo. Ancora una domanda : avete preso nel comitato i sei operai de- signati? Non mancate di rispondere. Consigliamo con tutte le no- 228 LENIN stre forze: fate entrare nel comitato degli operai, almeno per la metà, altrimenti non potrete rafforzarvi contro i menscevichi, che manderanno di qui grossi rinforzi. Riguardo al congresso nessuno dell’Ufficio scrive. Questo ci preoccupa, perchè l’ottimismo di Rusalka (e in parte anche vostro), che pensa che raccordo del CC per il congresso sia una buona cosa, suscita enormi timori. Per noi è chiaro come il giorno che il CC ha voluto ingannarvi. Nei suoi riguardi bisogna essere pessimisti; non credetegli, per l'amor di Cristo! Utilizzate a fondo il momento per indurre i comitati della minoranza, e in particolare quelli della palude, a farsi vedere. È assai, assai importante premere su Kiev, Rostov, Kharkov: noi sappiamo che in tutti questi tre centri vi sono dei « vperiodisti », operai e intellettuali. Bisogna ad ogni costo portare al congresso delegati di questi centri con voto consultivo *. Lo stesso per quanto riguarda i tipografi di Mosca. In generale è stato un vero peccato che l’Ufficio non abbia pubbli- cato la nostra decisione di invitare al congresso le organizzazioni operaie: è stato un errore madornale . Correggetelo al più presto e immancabilmente. Vi consiglierei vivamente di fare deiragitazione in seno a tutti i 300 operai organizzati di Pietroburgo perchè mandino a proprie spese uno 0 due delegati al congresso con voto consultivo . Certa- mente gli operai ne saranno molto lusingati e si metteranno al- l’opera con entusiasmo. Non dimenticate che i menscevichi si acca- niranno a discreditare il congresso di fronte agli operai, dicendo che gli operai non c’erano. Bisogna tener conto di questo fatto e rivolgere assolutamente una speciale attenzione alla rappresen- tanza operaia. Trecento rubli per due delegati operai li raccoglie- ranno certamente gli operai di Pietroburgo (o li sacrificherà a questo scopo qualche mecenate); l’agitazione per la raccolta di mo- nete da 5 copechi sarà gigantesca, tutti lo sapranno. Ciò avrebbe un’enorme importanza. Non mancate di leggere questo al comitato e nelle assemblee per l’organizzazione e l’agitazione. Hanno tutti Comunicate tutto questo a Rusalka e a Demon. CARTEGGIO 1905 229 i nostri propagandisti e organizzatori parlato agli operai dei legami diretti con il V periodi Una forte stretta di mano. Vostro Lenin P. S. I due fogli dell’Ufficio (sia il n. i sull’insurrezione che il n. 2 sul nostro atteggiamento verso i liberali) sono eccellenti e noi li ripubblicheremo integralmente nel Vperiod 2ZS . Se continuassero così!! A proposito: per quaJ motivo il gruppo dei pubblicisti ha di- chiarato di appartenere all’organizzazione del Comitato di Pietro- burgo? Non era opportuno, ed ecco perchè. Un gruppo di pubbli- cisti presso il comitato non ha il diritto di avere una delega per il congresso. Se fosse un gruppo a parte , non del comitato, ma un « gruppo di pubblicisti facenti parte del POSDR russo » che riunisse scrittori di tutta la Russia, avrebbe il diritto di inviare (con il per- messo deirUfficìó) un delegato con voto consultivo . Aggiustate le cose per davvero! Noi non pubblicheremo che è il gruppo del Co- mitato di Pietroburgo. Fate in modo che i) il comitato lo stacchi da sè; 2) sia pure temporaneamente, diventi un gruppo separato, a sè; 3) «presenti la domanda» (che burocrazia!, direte voi) per l’ammissione di un suo delegato al congresso con voto consultivo; 4) l’Ufficio dia il suo permesso. Possibile che una decina di pubbli- cisti non riescano a procurarsi 200 rubli per un delegato?? Certa- mente un loro delegato (per esempio Rumiantsev 0 un altro) po- trebbe essere utile al congresso. Informatene l’Ufficio 0, meglio, fatelo voi senza informare nessuno . Scritta all inizio del marzo /905. Spedita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1925. 134. A GUSIEV Da Lenin a Nat sì a Caro amico, 11. in. 1905 ho appena ricevuto i nn. io e n"*. Molte grazie, soprat- tutto per le invettive del n. io. Mi piace quando la gente in- veisce; vuol dire che sa quello che fa e ha una linea. L’avete 23° LENIN conciato per bene il «vecchio lupo»; avrà avuto di che grattarsi la testa alla sola lettura! Ma il n. u dimostra che voi siete ecces- sivamente ottimista se pensate che sia facile mettersi d’accordo con i menscevichi di Pietroburgo. Oh, temo i Danai e consiglio anche a voi di temerli! Notate che tutto quello che non torna loro conto resta a parole, senza documenti, cerne, per esempio, il con- senso del CC per il congresso. Oggi è uscito il n. 89 d dYIs^ra; vi è pubblicata la risoluzione del Consiglio dell’8 marzo contro il con- gresso, una risoluzione piena di menzogne, furente (« coloro che parteciperanno al congresso si porranno da se stessi con il loro modo di agire fuori del partito*); si afferma che al i° gennaio, « le orga- nizzazioni di partito autorizzate, oltre alle istanze centrali *, erano trentatrè (menzogna spudorata: si fabbricano comitati mai visti, come quello del Kuban e quello non confermato di Kazan, e per due, quello della Polesia e quello del Nord-ovest, si cita la data del i° gennaio invece di quella stabilita, il i° aprile). È chiaro che di partecipazione al congresso del Consiglio e, di conseguenza, an- che della Lega e deH’organo centrale non si può nemmeno parlare. Ne sono molto contento, e non credo che i menscevichi russi ac- consentiranno, non lo credo. Finora nessuno di voi è riuscito a procurarsi un solo pezzo di carta sul quale un solo comitato men- scevico abbia dichiarato il suo consenso per il congresso. Non fatevi illusioni! Se i menscevichi di Pietroburgo faranno conces- sioni, esigete come conditio sine qua non il riconoscimento del congresso convocato dairUfficio e il riconoscimento del Comitato di Pietroburgo, V unico legittimo e legato al movimento operaio ; esigete assolutamente che lo mettano per iscritto e ne inviino una copia (con firme autografe) al Vperiod , assolutamente a nome di tutti, nominativamente, i membri del gruppo della minoranza di Pietroburgo. E anche allora non permettete loro di prendere nessun collegamento , altrimenti vi scalderete una serpe in seno; ricordate le mie parole! Comunicate a Rakhmetov immediatamente, con un telegramma urgente, che terso il 20 aprile ci sarà qui una conferenza impor- tantissima con i socialisti-rivoluzionari e molti altri partiti per ac- CARTEGGIO I905 231 cordarsi sull’insurrezione è necessaria la presenza di Rakhme- tov: venga senza perdere nemmeno un giorno. Per concludere vi ripeto ancora una volta: voi non conoscete le forze della minoranza in tutta la Russia e nutrite delle illusioni. Fate male. Ora i menscevichi sono più forti di noi; occorre una lotta accanita, una lotta lunga. Le icone all’estero 226 prendono un mucchio di denaro. Ritengo che per noi sia assolutamente sconve- niente parlare di accordo con il Bund ecc., dopo la loro conferenza (e lettone) con il CC 220 (il verbale è nelle Poslednie Izvestia e nel n. 89 At\Yls\ra) t Sarebbe un’idiozia; noi ci intrometteremmo e loro ci direbbero: non vi conosciamo, ci siamo già messi d’accordo con il CC. Sarebbe una vergogna, andiamo!! Una forte stretta di mano. Lenin Spedita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 192$, 135. A GUSIEV Da Lenin a Gusiev 16. in. 1905 Caro amico, ho saputo ora che la conferenza dei 18 socialdemocratici e degli altri partiti rivoluzionari (socialisti-rivoluzionari e Partito socialista polacco compresi), che doveva aver luogo qui, è stata rimandata, su richiesta del Bund, ai primi di aprile. È estremamente, estre- mamente importante decidere, assieme a Rakhmetov, una serie di problemi essenziali riguardo alla nostra partecipazione a quella conferenza (il suo scopo è quello di raggiungere un accordo per l’insurrezione). L *Isl(ra sta intrigando nella maniera più vile. Se Rakhmetov non è ancora partito, fate di tutto perchè parta im- mediatamente e non mancate di comunicarmi subito, con la mas- sima precisione, quanto voi sapete sulla data della sua partenza. 16-675 232 LENIN Quanto al congresso, non ci sentiamo affatto tranquilli. Fate presto voi, Igor e Liadov, a scrivere che il vecchio ha i nervi. Co- me si fa non avere i nervi quando qui siamo circondati da nemici che approfittano di ogni notizia, e ai quali le notizie arrivano più rapidamente che a noi? È una cosa invero imperdonabile per l’Uf- ficio. Per esempio, dell’oriente sappiamo solo che la Zemliacka sta facendo un giro negli Urali e che Liadov è stato a Saratov. La ri- sposta che abbiamo avuto da quest’ultima località è confusa, non contiene nulla di preciso. Non sappiamo come va la pubblicazione dei fogli firmati dai «Comitati della zona orientale». È una vergogna, è scandaloso! Poco tempo fa i socialisti-rivoluzionari ci hanno mostrato uno di questi fogli, una cosa stupida, contro Ga- pon! È chiaro che si tratta di un intrigo del CC; ma possibile che i due deirUfficio che sono stati in oriente non abbiano potuto saper nulla e scriverci in tempo per evitarci una figuraccia di fronte ai nemici? Possibile che non abbiano vergogna di aver messo il Vperiod in una posizione arcimbarazzante? E non soltanto im- barazzante, dato che Visura sfrutta tutto in modo impudente. Nel n. 89 il Consiglio allontana dal partito tutti quelli che vanno al congresso. Si falsificano di nuovo le cifre. Si calcolano, al i° gen- naio 1905, 75 voti (33 X 2 = 66 + 9 del CC, dell’organo centrale e del Consiglio). Si inventano i comitati di Kazan e del Kuban, che nessuno ha mai confermato, e poi si mente, affermando che i co- mitati della Polesia e del Nord-ovest al i° gennaio erano stati con- fermati. In realtà questi comitati sono stati confermati soltanto per il i° aprile. Questa menzogna l’abbiamo smascherata nel n. io del Vperiod m . Tenete presente questo: perchè il congresso sia legale, secondo Visura è necessario che vi partecipino 19 comitati. Secondo i nostri calcoli non è così, ma se le organizzazioni autorizzate russe erano 28 al i° gennaio (senza la Lega), è estremamente desiderabile, quasi necessario , che al congresso partecipino o 15 comitati. Noi ne abbiamo 13 — 1 (Iekaterinoslav) 2 (Voroniez e Tuia) = 14, contando Tiflis, che è dubbia. Naturalmente il congresso si deve comunque fare, anche con una dozzina di comitati; e quanto più presto, tanto meglio. Lo si faccia come si vuole, ma lo si faccia. CARTEGGIO I905 233 Per qual ragione, però, non ci è giunta notizia di nemmeno una visita dell’Ufficio a comitati neutrali o menscevichi?? Non era stato deciso che l’Ufficio li avrebbe invitati e visitati tutti? Per qual motivo Liadov non è stato nel Kuban? Perchè, pur avendo toccato quelle località, non ha invitato al congresso il Don, Khar- kov, Gornozavodski, Kiev?? e singoli gruppi di queste ' città? Un magnifico sistema per far sollevare gli operai è quello di in- vitare loro stessi al congresso. Perchè non si fa? Sarebbe una cosa di enorme importanza!! Per qual motivo non ce alcuna notizia su Kursk, sul comitato della Polesia, ecc.? Qui faremo quanto ci sarà possibile, ma di qui si può fare poco. C’è qualche piccolo appiglio per Kazan, la Siberia, Kursk, la Polesia, Saratov, ma tutto questo è problematico. Intanto se al congresso venissero questi cinque, più gli Urali, la sua completa legittimità, anche stando ai calcoli del- Yls^ra, sarebbe indubbia. Scrivete dunque. Vostro Lenin Spedita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1925. 136. AL COMITATO DEL POSDR DI ODESSA Al comitato ài Odessa da Lenin Cari amici, vorrei parlare un po’ con voi a proposito dei delegati al con- gresso. Se li manderete dalla Russia, la mia lettera cade. Ma ho sentito che pensate di dare la delega a uno di qui. Se questa voce risponde a verità, mi permetterei di consigliarvi di dare la delega a entrambi i vostri candidati di qui, cioè sia a Josephine che a Danila, e precisamente all’uno con voto deliberativo e all’altro con voto consultivo (cioè in una lettera al congresso scrivere che il Comitato di Odessa chiede che Josephine, militante molto utile come consulente, sia ammessa, in qualità di membro dell’Ufficio meridionale, con voto consultivo , oppure, lo dico per portare un esempio, sia ammessa Danila, quale eccellente conoscitrice della 16 * 2 34 LENIN situazione delle regioni periferiche e persona che ha attivamente lavorato fra i proletari di Odessa). Si può esser certi che il con- gresso accoglierà una simile domanda del comitato. Vi prego di leggere questa lettera a tutti i membri del comitato e di rispon- dermi 8 * 8 . P. S. Prendete degli operai nel comitato? È una cosa necessaria, assolutamente necessaria! Perchè non ci mettete direttamente in collegamento con gli operai? Nemmeno un operaio scrive nel Vpe- riod. È una cosa scandalosa . Ci occorrono a qualsiasi costo una decina di corrispondenti operai. Vi prego vivamente di leggere questa parte della lettera non soltanto a tutti i membri del comi- tato, ma anche a tutti gli organizzatori e i propagandisti della mag- gioranza. Saluti a tutti! Vostro Lenin Scritta il 25 marzo /905 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1925. 137. A GUSIEV Personale . Da Lenin : trasmettere a Gasiev 4. iv. 1905 Caro amico, voi stesso avete scritto che hanno cominciato a pedinarvi. D’al- tra parte dai pietroburghesi che sono stati qui or non è molto ho saputo cose che confermano pienamente questo fatto. Non vi può essere alcun dubbio in proposito. Per esperienza mia e di molti compagni so che la cosa forse più difficile per un rivolu- zionario è proprio quella di lasciare in tempo un luogo pericoloso. Proprio quando diventa necessario abbandonare un determinato posto, il lavoro diventa particolarmente interessante e particolar- mente necessario : sempre, proprio sempre, a chi lavora sembra CARTEGGIO 1905 2 35 sia così. Perciò ritengo mio dovere esigere nel modo più insistente che voi abbandoniate temporaneamente Pietroburgo. È assoluta- mente necessario. Nessun pretesto, nessuna considerazione vi de- vono far rinviare questo passo. Il danno che deriverebbe da un inevitabile arresto sarebbe enorme. Il danno derivante dalla par- tenza sarebbe invece insignificante e apparente: mettete provviso- riamente , per un mese o due, alle cariche superiori i vostri giovani collaboratori e convincetevi che, anche se la causa ne soffrirà per un brevissimo periodo di tempo, in generale si avranno grandi van- taggi. I giovani si abitueranno a un lavoro di maggiore responsa- bilità; gli errori che potranno fare li correggeremo presto. Mentre un arresto frustrerebbe le nostre migliori possibilità di impostare un lavoro centrale. Ancora una volta: vi consiglio insistentemente di recarvi immediatamente in provincia per un mese. Dappertutto c’è molto lavoro e dappertutto occorre dare un orientamento gene- rale. Se si vuole (e bisogna volerlo), si può sempre trovare il modo di partire. Dell’accordo del 12 marzo 22 " non parlerò. Non servirebbe a nulla arrabbiarsi. Evidentemente non era possibile fare altrimenti. Adesso si tratta di preparare il congresso con energia e di molti- plicare il numero dei delegati. Quanto al denaro, non lasciatevi prendere la mano e risparmiatelo; dopo il congresso ce ne sarà ancora più bisogno. Spedita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1925. 138. Ad O. I. VINOGRADOVA Da Lenin a Nistci Cara compagna, ho letto con interesse la vostra lettera (n. 6) sulla istanza di base dell’organizzazione fra gli artigiani. Nelle fabbriche e nelle officine tale istanza deve essere il comitato di fabbrica, ma nell’ar- tigianato? Voi siete per i circoli di categoria, ma i vostri opposi- 236 LENIN tori? Non ho capito per che cosa sono. Purtroppo non so nemmeno come erano i vecchi « consigli » di categoria, quando sono esi- stiti, come si sono formati, in che modo combinavano l’attività so- cialdemocratica con il lavoro sindacale. Non conoscendo la parte pratica di questo problema pratico, per ora non posso decidermi a esprimere un parere. Può darsi che le lettere successive mi forniscano maggiori elementi, e allora ve- dremo. Bisogna conoscere per esperienza ed essere cauti nelle mo- difiche, questo è vero. Ma non capisco che cosa c’entri qui l’eco- nomismo. Anche nei comitati di fabbrica non si parla forse soprat- tutto degli interessi della fabbrica (e degli interessi professionali)? Tuttavia nessuno è stato contrario al fatto che l’istanza di base del- l’organizzazione socialdemocratica debba essere il comitato di fab- brica. Sono importanti le condizioni di vita, le condizioni in cui hanno luogo le riunioni e gli incontri, le condizioni del lavoro comune, perchè l’istanza di base deve funzionare in modo partico- larmente vivo, di frequente e regolarmente. Infine è forse obbli- gatorio un solo tipo di organizzazione? Non è meglio che ve ne siano diversi, in modo da potersi adattare alle diverse condizioni e raccogliere un’esperienza più ricca? Grazie per la lettera. Continuate, che raramente riceviamo no- tizie sull’aspetto quotidiano del lavoro (il più interessante). Lenin Scrìtta l’8 aprile 7905. Spedita a Odessa da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1925. 139. ALL’UFFICIO SOCIALISTA INTERNAZIONALE Alla Segreteria dell’Ufficio socialista internazionale Ginevra, 8. vii. 1905 Cari compagni, la vostra lettera del 6 luglio ci ha un po’ meravigliati. Avreste già dovuto sapere che il cittadino Plekhanov non è più il rappre- sentante del Partito socialdemocratico russo nell’Ufficio socialista internazionale. CARTEGGIO I905 237 Nel n. 101 del Visura il cittadino Plekhanov ha pubblicato la seguente lettera, che riportiamo integralmente e che, ci pare, egli avrebbe dovuto portare a conoscenza, anche delITJfficio: « Compagni, le decisioni della conferenza (che ha scisso il par- tito. V . t/.) 330 , che hanno inferto un colpo mortale alle istanze cen- trali del nostro partito, mi obbligano a rinunciare all’incarico di redattore dell’organo centrale e di quinto membro del Consiglio (eletto dal secondo congresso, legale). G. Plekhanov. P. S. Approfitto di questa occasione per chiedere, a mezzo della stampa, a quella parte del partito che riconosce come impe- gnative le decisioni del ” terzo ” congresso se desidera che io rap- presenti, come per il passato, questo partito, oggi — ahimè! — la- cerato, neirUfficio internazionale socialista. Potrò restare il rap- presentante del POSDR soltanto nel caso in cui lo desiderino en- trambe le frazioni. Montreux, 29 maggio 1905 ». A questa dichiarazione del cittadino Plekhanov, la redazione del Proletari , organo centrale del partito, ha risposto con la se- guente nota, pubblicata nel n. 5 del 13 giugno c. a.: « In relazione al P. S. del compagno Plekhanov, possiamo di- chiarare che la questione della possibilità che il compagno Ple- khanov rappresenti il partito nell’Ufficio internazionale è stata sot- toposta al CC del partito ». La questione non è ancora stata risolta e, di conseguenza, il cittadino Plekhanov non può oggi firmare alcun documento pro- veniente dall’Ufficio internazionale in qualità di rappresentante del partito. In relazione a ciò, noi richiamiamo, cari compagni, la vostra at- tenzione sul fatto che è molto imbarazzante per noi avere contatti con l’Ufficio per mezzo di un compagno che dichiara egli stesso pubblicamente di non poter rappresentare il partito fino a quando questo non lo autorizzerà espressamente. Rinnoviamo alla Segre- teria internazionale la nostra preghiera di mandare tutto ciò che ci LENIN 238 riguarda (lettere, manifesti, documenti, denaro, ecc.), finche la que- stione della rappresentanza all’Ufficio socialista internazionale non sarà risolta, direttamente aH’indirizzo del Comitato centrale del partito (V. Oulianoff, Rue de la Colline, 3, Genève). Gradite, cari compagni, l’assicurazione dei nostri sentimenti fra- terni. Inviata a Bruxelles . Pubblicata la prima volta nel 1931. 140. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR Personale. Da Lenin ai membri del CC 11. vii. 1905 Cari amici, una serie di lettere provenienti da tutti gli angoli della Rus- sia, le notizie di Alexandrov, i colloqui con Klestc e altri che sono stati qui, tutto rafforza in me la convinzione che nel lavoro del CC ci sia un difetto interno, un difetto di organizzazione, di sistema di lavoro. Il Comitato centrale non esiste, nessuno lo sente, nessuno s’accorge della sua esistenza: questa è la voce generale. E i fatti lo confermano. Non si vede una direzione politica del CC sul partito. Eppure tutti i membri del CC lavorano fino ad este- nuarsi! E allora, di che si tratta? A mio parere, una delle cause principali di questo stato di cose è la mancanza di regolari fogli d’istruzione del CC. In tempo di rivoluzione dirigere mediante colloqui e rapporti personali è un’ar- ciutopia. Bisogna dirigere pubblicamente. Bisogna che tutti gli altri aspetti del lavoro siano subordinati a questo, interamente, incon- dizionatamente. Il responsabile presso il CC per la stampa deve, innanzi tutto, preoccuparsi di scrivere (o di fare scrivere i colla- boratori; ma il redattore deve essere sempre pronto a scrivere egli CARTEGGIO I9O5 239 stesso) due volte alla settimana un foglio su temi di partito e poli- tici (liberali, socialisti-rivoluzionari, menscevismo, scissione, dele- gazione allo zemstvo , sindacati, ecc. ecc.), a riprodurlo in ogni mo- do e a poligrafarlo subito (se non c’è una tipografia) in 50 esem- plari, che devono essere distribuiti ai comitati per una successiva ri- produzione. Talvolta potrebbero servire per questi fogli d’istruzione gli articoli del Proletari un po’ ritoccati. Non posso capire perchè non si faccia questo II Possibile che Schmidt e Werner abbiano dimenticato quanto abbiamo detto al riguardo? Possibile che non si possa scrivere e distribuire anche soltanto un foglio alla setti- mana?? Il «comunicato» sul III Congresso** 1 non è stato finora ristampato per intiero in nessun posto in Russia; è una vergogna, un fiasco tale di tutti questi famosi « tecnici » del CC che, proprio, non capisco che cosa abbia fatto Winter, che cosa abbiano fatto Sommer e gli altri. E infine non vi sono forse anche le tipografie dei comitati?!? A quanto pare i membri del CC non comprendono affatto il compito di « comparire in pubblico ». Ma senza di questo non ce più centro, non c’è più partito! Essi lavorano fino all’esaurimento, ma lavorano come talpe, nei recapiti, nelle riunioni, con i fidu- ciari, ecc. ecc. Questo vuol proprio dire sprecare le forze! Se non ci sono uomini, impegnate per questo forze di terzo piano, forze di ultimo piano, ma esercitate immancabilmente la vostra direzione politica, pubblicate soprattutto fogli d’istruzione. E poi intervenire personalmente ai congressi regionali (al congresso della Polesia non c’era nessuno. È uno scandalo. Per poco non si sono staccati da noi!), alle conferenze, ecc. Bisogna proprio pubblicare qualche cosa di simile a un diario del CC, un suo bollettino, pronuncian- dosi su ogni problema serio con un foglio due volte la settimana. E pubblicarlo non è diffìcile: tirare al poligrafo 50 copie e spedirle, stampare presso qualsiasi comitato, mandarcene qui qualcuna. È importante far sentire la nostra voce, ora e in generale , aperta- mente, smetterla di star zitti. Altrimenti anche noi qui resteremo del tutto staccati. Forse bisognerebbe aumentare l’apparato del CC? Prendere an- cora una mezza dozzina di fiduciari? Per questo, sono convinto, 240 LENIN si troverebbe della gente. Praticamente ho soltanto una cosa da proporre: data la quasi completa mancanza di scambi epistolari fra i membri del CC (da Werner e Winter abbiamo avuto in tutto due lettere, da Alexandrov soltanto notizie mandateci mentre era in giro, nulla più che « impressioni di viaggio »), è assolutamente necessario attuare la nostra comune decisione del io maggio sulla convocazione del congresso per il i° settembre 232 . Per l’amor di dio, non perdete altro tempo, non abbiate paura di spendere 200-300 rubli. Se no può esserci Tenorme pericolo di non riuscire ad aggiu- stare le cose come si deve. E ora non vanno affatto. Lo si vede da tutte le notizie. Al i° settembre manca ancora un mese e mezzo. Potete ancora riuscire a prepararvi e a organizzare in tempo il viaggio, metten- dovi d’accordo anche con Alexandrov su chi deve partire. Attendo risposta. Scritta a Ginevra , Pubblicata la prima volta nel 1926. 141. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR Da Lenin al CC Cari amici, in relazione alle vostre ultime lettere devo dire che sono d’ac- cordo con tutte le decisioni, tranne due. 1) Protesto risoluta- mente contro la nomina di Matriona a fiduciario e insisto perchè tale questione sia riesaminata. 2) Quanto a Plekhanov, il fatto che abbiate passato sotto silenzio una questione che avevamo già sol- levato qui con Winter, mi fa estrema meraviglia. Abbiamo forse il diritto di nominare rappresentante del partito un uomo che non desidera entrare nel partito e non riconosce il III Congresso? In- fatti egli ha dichiarato di non riconoscere la validità del III Con- gresso e di poter rappresentare soltanto entrambe le frazioni. Fin carteggio 1905 241 da quando Winter era qui diversi compagni affermavano che no- minando Plekhanov non avremmo fatto altro che viziarlo troppo e rovinarlo definitivamente. Dapprincipio ero anch’io favorevole a Plekhanov, ma ora vedo che non si può nominarlo senza porgli delle condizioni. Cercate solo di immaginarvi concretamente che cosa significherebbe avere come rappresentante all’Ufficio un uomo con il quale non parla nessuno, che sarebbe impossibile costringere a rappresentare effettivamente il CC e non se stesso! Ora siamo riusciti ad avere contatti diretti con l’Ufficio (l’Ufficio socialista in- ternazionale) e vediamo che vi sono non poche faccenduole, di de- naro e d’altro (gli appelli a nome della Russia e a proposito della Russia, dei quali ho già scritto loro poco tempo fa, il sistema di rap- presentanza, sul quale essi hanno chiesto il mio parere in questi giorni, ecc.). L’Ufficio ha scritto che vi è di nuovo una certa « pro- posta Bebel » *“ (a noi non è ancora pervenuta); forse il vegliardo si accinge a fare ancora da « paciere » (Kautsky ha pubblicato un in- fame articolo in relazione all’edizione tedesca del Comunicato * M ). Pensate quale sarebbe la nostra situazione se il rappresentante fosse Plekhanov, e se questi dovesse aver da fare con Bebel per la que- stione della «pace»!?! Comprendo molto bene quali sono le po- tenti ragioni che obbligano noi tutti, e voi in particolare, a volere la « pace », a desiderare la nomina di Plekhanov, ma mi sono con- vinto che fare qualcosa di simile, senza realmente assicurare la pace, non sarebbe che fare un passo falso, imbrogliare le cose an- cora di più, suscitare nuove scissioni, violare accordi, venire a nuovp contese, spingere di nuovo all’esasperazione e non far altro che allontanare l’unificazione. Secondo me, tutti i discorsi sull’uni- ficazione non saranno che frasi vuote finché a questo scopo non si elaborerà un piano realizzabile che tenga conto dell’esperienza: le cose vanno in questo senso, bisognerà attendere qualche mese; la- sciamo che tutti si rendano conto dell’assurdità delle decisioni della conferenza, lasciamo che l 'esperienza distrugga il loro idiota « sta- tuto organizzativo » e riduca le loro pretese (perchè le nostre cose in generale vanno meglio, ed è chiaro che noi marciamo verso la vittoria), poi si inizieranno trattative dirette, senza intermediari, fra i centri, e cercheremo di trovare (naturalmente non m’azzardo a 242 LENIN dire se subito o la seconda o la terza volta) un modus vivendi . Adesso, invece, bisogna lottare. La mia proposta è: fare a Plekhanov una «proposta» pressap- poco come la volete fare voi, ma a condizione che sia disposto a ri- conoscere il III Congresso, entri nel partito e si sottometta alle sue decisioni. Con un passo di questo genere salveremo le apparenze e ci preserveremo da qualsiasi possibilità di confusione. Non proporrò nulla a Plekhanov prima di aver ricevuto la vo- stra risposta. Vi prego vivamente di rinviare la vostra decisione fino al nostro incontro in settembre. Mi meraviglia estremamente il fatto che non accenniate per nulla alla « Lettera aperta » 2=6 indirizzata a me e scritta di pugno di Rei- nert. Perchè? Come mai? Non capisco. Perchè nelle risoluzioni non se ne parla affatto?? Scrivete al più presto se dobbiamo pubblicarla nell’organo centrale. In caso affermativo vi pregherei vivamente di permettermi di apportare una piccola modifica al punto che ri- guarda i dissensi tattici, perchè non si cada in contraddizione con il mio opuscolo, di cui vi parlerà Liubic. Spero che sarete d’accordo con me, e, se possibile, vi pregherei di permettermi di fare questa modifica. Un altra cosa mi meraviglia estremamente, ed è che in Russia non esca il Comunicato per esteso. È scandaloso!!! Sollecitate al riguardo tutti i tecnici, per lamor di dio!! Vi siamo molto riconoscenti per Tinvio da parte vostra delle de- liberazioni particolareggiate, delle lettere dei comitati e dei fogli. Finalmente si è stabilita almeno una parvenza di collegamento re- golare fra di noi! Vi prego di non perdere questa abitudine e di trovare un buon segretario pietroburghese. Abbiamo assolutamente bisogno di essere informati da Pietroburgo sulle cose del partito, sui liberali, sui problemi della vita di partito che vengono discussi nei circoli, ecc. ecc. Non dimenticate che qui il Bund e i mensce- vichi sono informati meglio di noi! Una forte stretta di mano. N . Lenin Scrina il 12 luglio /905 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926 . CARTEGGIO I905 *43 142. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR 28. vii. 1905 Cari amici, è necessario risolvere al più presto possibile le due seguenti importanti questioni: i) Plekhanov. Abbiamo incaricato apposita- mente un fiduciario (Liadov) di raccontarvi come stanno le cose. Ripeto brevemente. Plekhanov ha agito con incredibile sfronta- tezza scrivendo airUfficio socialista internazionale di essere già stato riconosciuto (!) da entrambe le frazioni e criticando, deni- grando il nostro III Congresso. Ho una copia della sua lettera che mi è stata inviata dalHJfficio. Vi sarà mandata. Con grande dif- ficoltà sono riuscito ad avere contatti diretti con TUfficio socialista internazionale e ho smentito Plekhanov. Allora egli ha rinunciato alla rappresentanza. Voi sapete che io non ero un avversario irri- ducibile della nomina di Plekhanov, ma ora la cosa sarebbe assolu- tamente impossibile. Una sua nomina ora mi sconfesserebbe in modo tale che la mia posizione diverrebbe insostenibile. Sarebbe una cosa che ci screditerebbe definitivamente agli occhi deirUfficio socialista internazionale^ Non dimenticate che quasi tutti i social- democratici airestero sono dalla parte delle « icone » e ci consi- derano degli zeri, ci trattano con disprezzo. Rovinerete tutto se farete un passo incauto. Per questo prego vivamente Werner e Schmidt di sanzionare al più presto i miei passi, anche solo in via provvisoria. Questo è uno. Secondo : proporre a Plekhanov, a nome del CC del POSDR, un periodico scientifico, a condizione però che riconosca il III Congresso e si assuma Timpegno di ese- guirne le decisioni. Se rifiuterà, la colpa sarà sua, e noi avremo dimostrato la nostra volontà di pace. Se accetterà faremo un altro passo per andargli incontro. Dunque: consiglio vivamente di an- nullare la decisione sulla rappresentanza e, quanto all’organo scien- tifico, affidarne la redazione a Plekhanov alle suddette condizioni. 2) Proposta di mediazione da parte dell’Ufficio socialista intema- zionale. Il testo completo vi sarà inviato, sebbene ne abbia già preso una copia per voi Liadov. L’Ufficio socialista internazionale propone, per raggiungere la pace, una conferenza con la parteci- 244 LENIN pazionc nostra e della minoranza e presieduta dai membri del- l’Ufficio. I socialdemocratici stranieri (Bebel c gli altri) si sono dati molto da fare perchè l’Ufficio socialista internazionale facesse pressione su di noi. Lettere del genere sono giunte perfino dagli in- glesi («Federazione socialdemocratica»; ho copia della lettera; è scritta nel solito spirito conciliativo e vi si dice che sarebbe un crimine litigare di questi tempi, ecc. ecc.). Ho scritto all’Ufficio che non compete a me decidere la questione, che è necessaria una decisione di tutto il CC, al quale da parte mia avrei scritto imme- diatamente. Poi ho chiesto loro se intendevano riferirsi soltanto a una mediazione o ad un tribunale arbitrale le cui decisioni fossero impegnative per le due parti, cosa che ritenevo importante comu- nicare al CC. Finora non ho ancora ricevuto risposta. La mia opinione è questa. Accettare senz’altro la conferenza. Indirla verso il i° settembre. Far venire immancabilmente dalla Russia uno o due membri del CC (non dimenticate che per il i° settembre è convocato il nostro congresso, e che da tutti i punti di vista è estremamente necessario tenerlo). Accettare la media- zione con riconoscenza. Respingere decisioni arbitrali impegnative, richiamandosi alla risoluzione del III Congresso che ci impegna incondizionatamente e in cui si dice che le condizioni per una completa fusione con la minoranza devono essere sottoposte alPap- provazione del quarto congresso. Abbiamo avuto dal III Con- gresso Pincarico di preparare ed elaborare queste condizioni, ma non quello di confermarle definitivamente. Adempiendo Pincarico del 111 Congresso noi accettiamo la mediazione, e cercheremo un modus , studiato fin nei minimi particolari, per un accordo imme- diato e una successiva graduale fusione. Se riusciremo, Paccordo verrà subito realizzato, e il progetto per la fusione Io proporremo al quarto congresso, che sarà allora necessario convocare nello stesso tempo e nello stesso luogo del congresso di tutte le organiz- zazioni della minoranza, che dovrà essere assolutamente convocato. È estremamente necessario tener presente che i menscevichi non hanno un centro le cui decisioni siano per essi impegnative. Visura non è sottoposta alla Commissione d’organizzazione. Non dob- biamo fare la parte degli stupidi, mettendoci d’accordo con per- CARTEGGIO 1905 245 sone che non sono in grado nè hanno la facoltà di parlare a nome di tutta la minoranza. È necessario perciò avvertire subito che alla riunione con l’Ufficio socialista internazionale vi devono essere de- legati menscevichi sia della Commissione d’organizzazione, sia del- Ylskra, e che questi delegati devono inoltre promettere di inter- pellare nel più breve termine tutte le organizzazioni della mino- ranza, fornendocene Pelenco. D’altra parte, se dal punto di vista russo è per voi più importante che i menscevichi provenienti dalla Russia siano in prevalenza, giudicate voi se sono o no necessari delegati particolari d cWIs^ra, È una cosa che voi potete veder me- glio. Ma non dimenticate che senza Raccordo con Visura tutti gli accordi sarebbero una finzione. Ancora una questione: è necessario comunicare all’Ufficio la decisione segreta del III Congresso? Ab- biamo il diritto di farlo? Sono indeciso. Naturalmente una comu- nicazione ai compagni socialisti d’Europa non è una «pubblica- zione », e possiamo sempre obbligarli a non pubblicarla. Ma è op- portuno? Decidete voi. Dare una spiegazione soddisfacente è fa- cile anche senza comunicare la decisione del III Congresso che ci impegna. Pubblicherò la lettera aperta della Commissione d’organizza- zione nel n. ir del Proletari (il n. io sta già per uscire); non l’ho pubblicata prima perchè attendevo i vostri chiarimenti, che ho rice- vuto soltanto ieri. Vi preghiamo vivamente di scrivere in calce a ogni documento se si deve pubblicare e se la pubblicazione va fatta subito. Dunque rispondete al più presto a nome di Werner e Schmidt almeno a questo: i) Risponderete direttamente all’Ufficio S. I. o date a me l’incarico di farlo? 2) Approvate la mia risposta o no? 3) In caso negativo, vi pregherei vivamente di affrettarvi a rispon- dere per poterci mettere completamente d’accordo: in questa fac- cenda ogni malinteso, ogni mancanza di chiarezza o d’informa- zione sono gravidi di grandi pericoli. P. S. Fate avere, vi prego, le mie lettere a Dubois; non ho il suo indirizzo. Scritta a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 246 LENIN 143. A LUNACIARSKI 2. Vili. 1905 Caro An. Vas., ieri vi ho inviato una lettera « di affari » e ho chiesto che vi si mandi Visura, n. 105 e il L. Feuerbach di Plekhanov. Oggi vorrei conversare con voi senza parlare dei piccoli affari correnti. Morale basso tra i nostri a Ginevra. Spesso mi stupisce come basti tanto poco perchè della gente non del tutto indipendente e non abituata a un lavoro politico indipendente si demoralizzi e si immusonisca. E i nostri bolscevichi di Ginevra hanno un muso disperatamente lungo. È in corso una lotta seria; il III Congresso, naturalmente, non vi ha posto termine, ma ha solo segnato l’inizio di una nuova fase; gli iskristi non dormono e si danno da fare; temprati da una lunga esperienza di demagogia, sono di un’im- pudenza mercantesca, mentre fra i nostri prevale una certa « onesta idiozia » o « idiota onestà ». Non sanno lottare da soli, sono im- pacciati, non si muovono, si dimostrano goffi, timidi... Dei cari ra- gazzi, ma come politici dei buoni a nulla. Mancano di tenacia, di mordente, di abilità, di rapidità. Vas. Vas. è una figura estrema- mente tipica da questo punto di vista : è una carissima persona, un militante fedelissimo, un uomo onestissimo, ma temo che non sarà mai capace di diventare un politico. Buono lo è veramente molto : si stenta persino a credere che gli opuscoli di « Galiorka » li abbia scritti lui. Spirito combattivo non ne porta nè nell’organo di stampa (e si lamenta sempre che non gli permetto di scrivere degli articoli concilianti sul Bund!), nè nella colonia. Qui regna un certo scon- forto, e, si continua a rimproverarmi (è in tutto tre settimane che sono in campagna e vado in città, per quattro o cinque ore, tre e talvolta anche quattro volte alla settimana!) perchè le cose non vanno bene, perchè i menscevichi sono più abili, ecc. ecc.H E il nostro CC, in primo luogo, è anch’esso non molto « poli- tico», è anch’esso troppo buono, manca anch’esso di tenacia, di •Dicono che l’articolo di fondo sia disperatamente stupido! Non scrivereste al più presto qualcosa contro? Se sì, telegrafate. CARTEGGIO 1905 247 scaltrezza, di fiuto, anch’esso non è capace di utilizzare politica- mente ogni inezia nella lotta di partito; e, in secondo luogo, di- sprezza altezzosamente Testerò, si ostina a non permettere che i migliori vengano qui o ce li porta via. E noi qui, all’estero, restiamo indietro. Manca il fermento, mancano le spinte, gli impulsi. Non si sa agire e lottare da soli. Nelle nostre assemblee mancano gli oratori. Non c’è nessuno capace di risollevare gli animi, di impo- stare la questione da un punto di vista di principio, capace di ele- varsi al di sopra della palude ginevrina, nel campo di interessi e problemi più seri. E tutta la causa ne soffre. Nella lotta politica fermarsi significa morire. Di esigenze ce n’è un’infinità, e conti- nuano ad aumentare. I nuovi iskristi non dormono '(ora hanno già «acchiappato» i marinai giunti a Ginevra; probabilmente li hanno adescati con il reclamismo da mercanti che è loro proprio in politica, e continuano con insistenza a mar\tschreien *, « utiliz- zando » i vecchi avvenimenti di Odessa in favore della loro coterie ). Le nostre forze sono poche fino all’ impossibile. Vas. Vas. non so quando scriverà, ma come oratore e centro politico è al di sotto di ogni critica: è più facile che anche lui si metta a piagnucolare invece di scuotere gli altri e dar loro una salutare lavata di capo. Schwarz è assente, scrive bene e molto, forse anche meglio di quando era qui, ma scrive soltanto. D’altra parte anche quando era a Ginevra raramente è stato in condizioni di influire sulla gente e di dirigere i compagni e le assemblee. Il centro qui è grande, importante. C’è un mucchio di russi, e un nugolo di russi di passaggio. D’estate poi c’è una particolare animazione, pol- che fra i tanti turisti russi che vengono a Ginevra esiste una certa percentuale di persone che si possono e si devono utilizzare, scuo- tere, attirare, orientare. Riflettete su tutto questo e scrivetemi più circostanziatamente (meglio se al mio indirizzo di casa: 3. Rue David Dufour). Ricor- date che avete scritto : la mia assenza da Ginevra non recherà nes- sun danno perchè scriverò molto anche da lontano. È vero che scrivete molto, e si può in qualche modo (ma soltanto in qualche •imbonire (N.d.R.). 17-675 248 LENIN modo, mentre a noi ci serve assolutamente di più) mandare avanti il giornale. Ma la vostra assenza procura non solo un certo danno, ma un danno enorme, danno che di giorno in giorno si sente sem- pre più chiaramente. In politica l’influenza personale e gli inter- venti nelle riunioni contano moltissimo; senza di essi non esiste attività politica e perfino gli scritti diventano meno politici. E con un nemico che dispone all’estero di grandi forze, noi di settimana in settimana stiamo perdendo tanto quanto forse nemmeno in un mese riusciremo a ricuperare. La lotta per il partito non è termi- nata e non si potrà portare fino alla vittoria finale se non si ten- deranno tutte le forze... Una stretta di mano. Vostro N. Lenin Spedita in Italia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1934 . 144. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR Da Lenin ai membri del CC 14. vili. 1905 Cari amici, ho appena letto nel n. 107 delP/j^ra il verbale della riunione di luglio del CC con la Commissione d’organizzazione. Mi di- spiace estremamente di non aver ancora ricevuto da voi i verbali promessi. Nè ci sono lettere. In verità, non così si devono fare le cose! Non sapevo nulla nè dei progetti di pubblicare la « Lettera aperta > e di condurre trattative, nè del proposito di fare certe con- cessioni. È forse ammissibile un simile comportamento nei riguardi di un membro della redazione?? Pensate in quale posizione mi mettete! In una posizione assolutamente impossibile, perchè pro- prio qui, all’estero, sono io che devo rispondere apertamente a tutti, e voi stessi lo dovete riconoscere se ci pensate a mente fredda. CARTEGGIO 1905 249 La vostra risposta alla Commissione d’organizzazione suscita non poca perplessità. Non riesco a capirne nulla: volete forse fare i furbi?? Avete forse dimenticato che una risoluzione del III Con- gresso dice esplicitamente che le condizioni per la fusione debbono essere confermate da un nuovo congresso?? Come si può parlare seriamente di cooptazione nel CC quando esistono due organi di stampa concorrenti?? Come si può tacere quando si permettono due organi centrali, cioè si trasgrediscono in pieno sia lo statuto che le decisioni del III Congresso?? Come si è potuto non porre ai menscevichi un ultimatum in linea di principio nella que- stione organizzativa: i) invece del plebiscito il congresso, che rappresenta l’istanza suprema del partito; 2) assoluta subordina- zione al partito delle pubblicazioni di partito; 3) elezioni dirette del CC; 4) subordinazione della minoranza (senza virgolette) alla maggioranza, ecc.?? Possibile che la triste esperienza delP« accordo » sul trasporto, che ora è stato violato da Siurtuk, provocando di nuovo grande irritazione, non vi abbia messo in guardia?? Nulla può danneg- giare tanto la causa dell’unità futura come un accordo fittizio, che. non soddisfi nessuno, che lasci campo alla lotta: inevitabilmente un accordo di questo genere porterà soltanto a una nuova rot- tura e decuplicherà l’irritazione! Oppure volete fare i furbi? Sperate di «farla» alla Commis- sione d’organizzazione o di seminar zizzania tra i menscevichi russi e quelli all’estero?? Non basta l’esperienza che si ha già al riguardo e che dimostra la vanità di tali tentativi? Ripeto con la massima serietà: voi’ mi mettete in una posizione insostenibile . Non esagero. Vi prego vivamente di rispondere su questi punti: 1) Ci sarà la sessione il i° settembre, come abbiamo deciso, oppure avete annullato questa decisione? 2) Se l’avete an- nullata, allora quando e dove ci sarà la sessione vostra (dei membri del CC), e quali misure pensate di prendere perchè io possa dare il mio voto e conoscere le vostre vere intenzioni (è questo è molto più importante ancora)? Un incontro è assolutamente necessario per mille cose. Non abbiamo denaro. Non so perchè, i tedeschi non ce ne danno. Se non ci manderete 3.000 rubli, falliremo. Gli 17 * 250 LENIN atti sono quasi tutti composti **, e per la. pubblicazione occor- rono 1.500 rubli. La cassa è vuota come non lo è mai stata. Che razza di risoluzione è quella del Comitato di Oriol- Briansk? ( ls{ra , n. 106)^. Un vero pasticcio. Comunicateci, per lamor di dio, quel che sapete. Non si potrebbe inviare là qualcuno, per esempio Liubic da Voroniez? Scritta a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 145. A LUNAC 1 ARSKI Caro An. Vas., ho ricevuto la vostra lettera. Sarà meglio che scriviate al mio indirizzo di casa: 3, Rue David Dufour. Quanto allopuscolo di Kostrov non so che dire. Non F ho an- cora letto, ma avevo visto il vecchio manoscritto e so che razza di roba è. Avete pienamente ragione: è proprio «letteratura da cento neri». Come rispondere? — mi chiedete. ' Vas. Vas. ha scritto una nota nel Proletari , ma è una cosa scial- ba, non vorrei pubblicarla. Olin ha tenuto una conferenza e scrive anche lui, ma non ne è capace. Qui occorrono, secondo me, due cose: in primo luogo un «compendio della storia della scissione». Divulgativo. DalFinizio, dalFeconomismo. Con documenti precìsi. Suddiviso in periodi: 1901-1903; 1903 (II Congresso); 26 agosto 1903-26 novembre 1903; 26 novembre 1903-gennaio 1904; i° ago- sto 1904; agosto 1904-maggio 1905; maggio 1905 (III Congresso). Penso che bisognerebbe scriverlo in modo tanto chiaro, preciso, conciso che possano leggerlo anche coloro ai quali si rivolge Ko- strov. In secondo luogo, è necessario caratterizzare in modo vivo, pre- ciso, sottile e circostanziato (dal punto di vista critico-letterario) questi cento neri 538 . Infatti, in sostanza, anche in L. M. (avete letto quella cosa indegna nel n. 107? Schwarz risponderà con un arti- colo; non so però se ne valga la pena) e in Starover c’è alla base CARTEGGIO 1905 2 5 I una menzogna. Bisognerebbe raccogliere un po’ di questi articoli in un opuscolo, far luce sulla grossolana menzogna", coglierla in modo tale che sia loro impossibile cavarsi d’impiccio, inchio- darla e bollarla precisamente come « letteratura da cento neri ». I neoiskristi di materiale ce ne hanno ora fornito in abbondanza, e se lo si elabora accuratamente, se si fa luce su questi sporchi si- stemi fondati sul pettegolezzo , sulla denigrazione ecc. ecc., affin- chè appaiano in tutto il loro splendore, ne potrebbe uscire una cosa forte. Anche queste sole, oscure « allusioni personali » di L. M., che infinita sozzura!! Forse del primo tema mi occuperò io, ma non subito, non fra breve; non ho tempo * (e può darsi che arrivi del tutto in ritardo!). Del secondo non me ne occuperei, e penso che voi solo potreste farlo. È un lavoro poco allegro, puzzolente, non ce che dire, ma noi non siamo schifiltosi, siamo dei giornalisti, e ai giornalisti della socialdemocrazia non è permesso lasciar passare « la trivialità e il veleno » senza bollarli. Pensateci e scrivetemi. Bisognerà che ci diate un opuscolo sullo sciopero politico di massa : non vi sarà difficile. Dovreste immancabilmente continuare anche gli opuscoli po- polari, scegliere qualche tema fra quelli di maggiore attualità. Quale precisamente, non saprei. La Duma di Bulyghin? Bisogna aspettare fino alla pubblicazione Sarebbe bene sull’organizzazione degli operai. Mettere a con- fronto il nostro statuto (III Congresso) e lo statuto della confe- renza, spiegare minutamente, chiarire l’idea, l’importanza e i me- todi dell’organizzazione rivoluzionaria del proletariato (soprattutto per l’insurrezione), la differenza fra le organizzazioni di partito e quelle che lo fiancheggiano, ecc. Sarebbe, in parte, anche una rispo- • Ora mi metto a! lavoro per rispondere a Plckhanov ( Sozial-Democrat , n. 2). Bisogna dirgliene di tatti i colori, perchè anche in lui cc un mucchio di infamie e di argomenti meschini. Spero che mi riuscirà. Poi ho in testa uno schema di opuscolo popolare, La classe operaia e la rivo- luzione 11 * 0 : una definizione degli obiettivi democratici e socialisti, poi le conclu- sioni sull’insurrezione e il governo rivoluzionario provvisorio, ecc. Penso che un simile opuscolo sia necessario. 2 5 2 LENIN sta a Kostrov, una risposta di carattere popolare, destinata alle masse e su un tema di attualità. Provatevi un po’! Una forte stretta di mano. Vostro N. Lenin Scritta fra il 15 e il ig agosto J905. Spedita in Italia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1934. 146. A LEPESC 1 NSKI Al compagno Olin, che ha firmato a nome del segretario del gruppo di Ginevra dell’organizzazione estera del POSDR Decisione del rappresentante estero del CC, che deve essere letta integralmente alla prima assemblea del gruppo (cioè oggi, 29 ago- sto, se potrà pervenire prima che termini l’assemblea) Oggi, 29 agosto 1905, alle 8 pomeridiane, al rappresentante estero del CC sono state consegnate copia della lettera del gruppo di Gi- nevra al collegio di spedizione e copia della risposta di quest’ultimo. In relazione a questi documenti il rappresentante estero del CC del POSDR rende noto al gruppo di Ginevra che esso ha dimo- strato di non comprendere la disciplina di partito e ha violato lo statuto del partito. Gli speditori sono fiduciari del Comitato cen- trale. Ogni motivo di malcontento nei riguardi dei fiduciari del CC deve essere esaminato innanzi tutto dallo stesso Comitato centrale. Ogni conflitto in seno al partito è, per statuto, di competenza del CC; a maggior ragione lo sono i conflitti fra i membri delle varie organizzazioni del partito e i fiduciari del Comitato centrale. Per- ciò invitare dei fiduciari del CC all’assemblea del gruppo è stato da parte di cotesto gruppo, da un punto di vista formale e in ge- nerale, un passo sbagliato, che rivela anche in particolare poco tatto, Se poi non si aveva l’intenzione di fare un passo formale, l’in- vito non doveva essere fatto per iscritto e ufficialmente. La « condotta personale » dei « funzionari » o è realmente sol- CARTEGGIO I905 253 tanto personale (è al di fuori della carica che ricoprono, non la riguarda affatto), e in questo caso discuterla in sede di gruppo significa far pettegolezzi , o è in rapporto con la carica, e allora ogni membro del partito che ha motivo di esserne scontento e insiste perchè la cosa sia esaminata formalmente , ufficialmente , deve rivolgersi innanzitutto formalmente al CC, Il gruppo di Gi- nevra del POSDR, permettendo che si « sollevassero > nel gruppo stesso questioni circa il malcontento nei confronti di fiduciari del CC, esaminate formalmente prima di dame formale comunica- zione al CC, ha permesso quindi un’infrazione alla disciplina e allo statuto del partito. Della differenza cui ho or ora accennato fra pettegolezzo e cri- tica di un funzionario (critica doverosa per ogni membro del par- tito, ma in forma aperta e direttamente rivolta alle istanze centrali o al congresso, e non critica subdola, privata o di circolo), di questa differenza, a quanto pare, il gruppo non si rende chiaramente conto. Perciò il rappresentante estero del CC ritiene proprio dovere mettere in guardia tutti i giovani compagni del gruppo. NeH’am- biente « coloniale » deiremigrazione si possono sempre trovare per- sone capaci di lasciarsi contagiare dalla malattia del litigio, del pet- tegolezzo, delle chiacchiere; possono sempre esserci persone che adempiono molto male le funzioni loro affidate dal CC o dal con- gresso, ma che giudicano con molta leggerezza altri membri del partito che non adempirebbero in modo soddisfacente le loro funzioni. E spesso dei compagni, per poca esperienza, per curio- sità o per mancanza di carattere, possono prendere sul serio questa gente. Invece non bisogna ascoltarla, ma interromperla subito, non permettere che vengano sollevate questioni formali sulla «con- dotta personale dei funzionari > finché di queste questioni non siano state formalmente investite le istanze competenti del partito, e queste ultime non le abbiano esaminate e risolte. All’estero i membri del partito si lasciano facilmente contagiare dalla malattia cui ho accennato, ma tutti i compagni giovani e che hanno i nervi a posto devono controllare severamente se stessi e gli altri, perchè Yunico mezzo di lotta contro questa malattia con- 254 LENIN siste nel troncare sul nascere, immediatamente e nel modo più re- ciso, qualsiasi velleità di litigio o di pettegolezzo. Per questi motivi il rappresentante estero del CC decide: I. Chiedere al gruppo di Ginevra di ritirare la sua lettera agli speditori del 28 agosto. Sarebbe il modo migliore e più rapido per metter fine a un fatto increscioso che la forza stessa delle cose minaccia di far degenerare in sgradevoli dissensi e fratture. S’intende che il gruppo non ha lobbligo di accettare la richiesta che io faccio a nome del CC, Mi permetto di avanzare questa richiesta perchè siete dei compagni con i quali non ho mai avuto alcun conflitto formale. IL Se il gruppo non accetterà la mia richiesta, il primo punto della decisione cade. In questo caso propongo: 1) comunicarmi se il gruppo ha intenzione di accettare la spie- gazione dello statuto del partito fatta più sopra, cioè di accettare la decisione da me presa a nome del CC (contro tale decisione si può reclamare a) alla sessione plenaria del CC e b) al congresso; ma finché non sarà annullata da un’istanza superiore sarà impe- gnativa); 2) comunicarmi, in base al § 11 dello statuto del partito, tutte le notizie riguardanti la composizione del gruppo e « tutta la sua attività * (votazioni, ecc.) in relazione alla presente infelice fac- cenda. Il rappresentante estero del CC del POSDR N. Lenin Scritta il 29 agosto 1905 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1931. 147. A LEPESCINSKI Su richiesta del compagno Vas. V-c chiarisco il passo della mia decisione da questi indicato (che vi possono essere persone che svolgono male il loro lavoro, ma che chiacchierano volentieri sui difetti degli altri). La supposizione che nel dire questo avessi CARTEGGIO I 9 O 5 255 l 'intenzione di accusare qualcuno ecc. è infondata. Nel lavoro di ogni militante del partito si possono riscontrare difetti e manche- volezze, ma bisogna essere cauti per non cadere nel pettegolezzo quando tali difetti e manchevolezze si criticano o si giudicano di- nanzi ai centri del partito. E il senso della mia decisione sta tutto qui, nel mettere in guardia contro questo pericolo e nella pre- ghiera di metter subito fine a una faccenda iniziata male e in modo errato. N. Lenin Scrìtta il 29 agosto 1905 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1931* 148. A LUNACIARSKI Caro An. V., il vostro schema dell’opuscolo Tre rivoluzioni mi è piaciuto molto. Buttate dunque in faccia a Plekhanov la miglior risposta che gli sia stata data finora: lasciatelo abbaiare finche vuole questo dot- trinario stizzito. In un momento simile impegolarsi nella filosofia!? Bisogna lavorare con tutte le forze per la socialdemocrazia: non dimenticate che vi siete impegnato a darci tutte le vostre ore di lavoro . Mettetevi dunque alPopera al più presto e con lena sulle tre rivoluzioni. È un tema che bisogna elaborare bene e a fondo . Sono convinto che potreste riuscirvi. Un’esposizione popolare dei com- piti del socialismo, della sua sostanza e delle condizioni necessarie alla sua realizzazione. Poi la vittoria della rivoluzione attuale, l’im- portanza del movimento contadino (un capitolo a sè) e in che cosa può consistere adesso la vittoria completa. Il governo prov- visorio, l’esercito rivoluzionario, l’insurrezione: importanza e condi- zioni delle nuove forme di lotta. La rivoluzione à la 1789 e à la 1848. Infine (ma è meglio mettere questo nella seconda parte, c quanto ho detto in precedenza nella terza) parlare del carattere borghese della rivoluzione, e più particolareggiatamente dell’aspetto econo- 2 5 6 LENIN micoy quindi smascherare fino in fondo quelli AtWOsvobozdenie , smascherare i loro interessi , la loro tattica, il loro politicantismo. È invero un tema ricco e attuale che si può utilizzare contro quegli ignoranti dtìYIs^ra. Cominciate, ve ne prego, al più presto e lavorateci sopra il più possibile. È estremamente importante dare su questo tema una cosa ricca di contenuto e popolare. Poi, ancora della scissione. Non mi avete capito. Non vi è al- cuna ragione che io vi aspetti, perchè i temi sono diversi: uno è sto- ria (stiamo cercando di metterla in ordine); l’altro è una descrizione dei loro metodi polemici, un saggio critico-letterario sul tema, di- ciamo, «Letteratura dozzinale». E qui esaminare in alcuni capi- toli, che possono formare un intiero opuscolo, con citazioni e spie- gazioni, tutta la volgarità che Starover, Martov, ecc. hanno rivelato nella loro polemica col Proletari e anche i ritornelli della Maggio- ranza o minor anza ì ecc. ecc. Bollateli per il loro miserabile metodo di guerra. Fate di loro un tipo. Tracciatene un ritratto completo citando loro stessi. Sono convinto che ci riuscirete anche se vi limi- terete a raccogliere un po’ di citazioni. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin P. S. Ho ricevuto Tarticolo su Kuzmin-Karavaiev. Anche l’ar- ticolo del *48. Scrìtta alla fine dell’agosto 190$. Spedita in Italia da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1934 149. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR Da Lenin ai membri del CC Cari amici, 7. ìx. 1905 ho ricevuto oggi la notizia che siete d’accordo con il Bund, i lettoni ecc. circa la conferenza sulla Duma di Stato Solo oggi, sebbene si tratti di cosa di un mese fa! Non mi resta altro da fare CARTEGGIO I905 257 che inviarvi la mia « protesta » (sembra che protestare sia diven- tato ormai il mio mestiere)... Decisamente al quarto congresso vi accuserò formalmente del delitto di « ricostituzione, contro lo statuto e la volontà del partito, di due centri ». Lo farò di certo. Non avete forse costituito due centri, pensateci un po’! Non ho forse il dovere, in virtù della mia carica , di dirigere l’organo del Comitato centrale? Non è così? Ma come posso farlo se su nessuna questione di tattica non mi si scrive un bel niente , e si lascia senza risposta la mia domanda formale sul «previsto» incontro del x° settembre, nuovo stile! Pensate un po’: che cosa ne verrebbe fuori se fra noi cominciassero i dissensi! È proprio così difficile costringere qualcuno a scrivere in tempo, almeno quando si tratta di affari di « importanza nazionale »? ? Ho scritto sulla Duma di Stato nei nn, 12, 14 e 15 del Prole- tari. Scriverò anche nel n. 16, che uscirà il 12 settembre, nuovo stile Il Bund è arrivato a dire cose dell’altro mondo nelle Posled- nie Izviestia (del i° settembre, n. s., n. 247). Lo stroncheremo in modo tale che non se ne dimenticherà tanto presto. Questi bundisti sono così ottusi e smargiassi, così stupidi e idioti che fanno proprio perdere la pazienza. Visura ha mentito a tutto andare, in partico- lare Martov nella Wiener Arbeiterzeitung (del 24 agosto u. s.; traduzione nel n. 15 del Proletari). Per Pamor di dio, non af- frettatevi a proporre una risoluzione ufficiale, non cedete di un ette in questa conferenza del Bund e della nuova Is\ra . Davvero si farà senza verbali?? Ma è possibile trattare con queste prostitute senza verbali?? Vi metto seriamente in guardia riguardo alla « Federazione so- cialdemocratica armena». Se avete consentito che partecipi alla conferenza, avete fatto un errore fatale , che bisogna correggere a qualsiasi costo . Si tratta di un paio di disorganizzaton di Ginevra, che pubblicano qui le più grandi sciocchezze e non hanno alcun serio legame con il Caucaso; si tratta di una creatura del Bund e nient’altro, che è stata inventata per alimentare il bundismo cau- casico. Se voi ammettete simile gente a una conferenza russa y cioè a una conferenza di organizzazioni che lavorano in Russia, vi 258 LEN IN mettete in un brutto impiccio. I compagni del Caucaso sono tutti contro questa cricca di scrittori disorganizzatori (molti me lo han- no detto); e noi li attaccheremo presto nel Proletari. Non farete che suscitare le proteste del Caucaso e, invece della « pace » e del- T« unificazione », nuovi intrighi. Scusate, come è possibile igno- rare TUnione del Caucaso, un mucchio di gente che lavora in Rus- sia, e mettersi a bazzicare con la feccia di Ginevra!! Ve ne scon- giuro: non fatelo. Ho ricevuto la decisione sulla divisione del denaro in parti uguali con la Commissione d organizzazione. Sarà eseguita con la massima precisione. Una stretta di mano. N. Lenin Scrina a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 150. A KRASIKOV 14. ìx. 1905 Caro amico, mi affretto a rispondere alla vostra pessimistica lettera. Non posso controllare i fatti, ma mi sembra che questa volta esage- riate. I fogli volanti del CC sono buoni e anche il Raboci n. 1 è molto buono* 45 . È una grande cosa. A denaro stiamo male ora, ma i collegamenti ci sono, e le prospettive sono ottime. È stata avviata una grossa impresa, molto solida e redditizia; il «finanziere» indubbiamente non dorme. Secondo: voi non vedete le cose in modo giusto. Attendersi piena solidarietà nel CC o neirambiente dei suoi fiduciari è un'utopia. «Non è un circolo, ma un partito», caro amico! Spostate il centro di gravità nei comitati locali: essi sono autonomi , danno piena libertà, lasciano le mani libere per la ricerca di legami finanziari e di altro tipo, per interventi sulla stam- pa, ecc. ecc. Guardatevi dunque dal cadere voi stesso nell’errore che rimproverate agli altri, non sospirate, non disperate e, se non vi va il lavoro di fiduciario, mettetevi al lavoro nel comitato e fate CARTEGGIO I 905 259 sì che chi la pensa come voi faccia altrettanto. Ammettiamo che abbiate dei dissensi con i « fiduciari ». Sarebbe molto più opportuno esporre i vostri punti di vista nel comitato, specialmente se si for- ma un comitato affiatato, fedele ai principi, e seguire una li- nea aperta, decisa, diritta, piuttosto che litigare con i « fiduciari ». Se, come voi dite, i comitati sono anemici mentre i « fiduciari » ab- bondano, non ce che un mezzo per curare quella malattia, e il mezzo l'avete nelle vostre mani: entrate tutti nei comitati. Il co- mitato è autonomo. I comitali decidono tutto nei congressi. I co- mitati possono approvare risoluzioni. I comitati hanno il diritto di pubblicare ciò che vogliono. Non attendete con le mani in mano che i « capi » vi dicano quel che dovete fare, ma mettetevi a la- vorare indipendentemente. Voi avete ora un campo di azione am- pio, libero, un lavoro autonomo, indipendente, pieno di buone prospettive nel comitato più importante. Impegnatevi con tutte le vostre forze, scegliete un gruppo affiatato, andate di più e più ardi- tamente fra gli operai, spicciatevi per i fogli, ordinateli a noi, a Schwarz, a me e a Galiorfa, dichiarate ad alta voce la vostra opi- nione di partito a nome del comitato. Vi assicuro che in questo modo eserciterete un'influenza mille volte superiore — nel senso da voi desiderato, su tutto il partito e sul CC — di quella che potreste esercitare personalmente sui membri e sui fiduciari del CC. Mi pare che voi guardiate le cose da un punto di vista invecchiato, di circolo e non di partito. Il CC è elettivo, il congresso non è lon- tano, avete tutti i diritti, valetevene e trascinate energicamente, de- cisamente tutti quelli che la pensano come voi sulla stessa strada: nei comitati!! Bisogna fare pressioni formalmente, attraverso i co- mitati, e non personalmente, per mezzo di colloqui coi fiduciari. Nessuno è obbligato a fare il fiduciario; se vuole può entrare nei comitati! Voi scrivete: il fiduciario Miamlin ha dichiarato che l'impu- dente nota dell 'is^ra è giusta 2 ' 9 . Bene. Nessuno può impedirgli di dirlo. Ma il CC nel n. i del Lietuci Listo ^ ha dichiarato che i due terzi del partito sono con noi. Vuol dire che Miamlin si è dato la zappa sui piedi! Dovete preoccuparvi di tenere a freno, sma- scherare, demolire i Miamlin per mezzo del vostro comitato e non 260 l.ENIN per mezzo di colloqui. Sono i comitati che scelgono le persone che nominano i Miamlin, ma non saranno i Miamlin a decidere delle sorti del partito. Delle persone energiche prendano nelle loro mani i comitati: questa è una parola d ordine per tutti, parola d'or- dine che consiglio di diffondere, di inculcare, di attuare. Il fiduciario Miamlin è per due organi centrali. Ripeto: chi de- ciderà? I comitati e i loro delegati al quarto congresso. Preparate dei comitati, uno dopo laltro: questo è il vostro compito, compito concreto , che darà buoni risultati. Ammettiamo che i Miamlin vincano. I comitati hanno il diritto di fondare un proprio organo, questo diritto spetta perfino a un solo comitato!! Per questo siete in errore quando, ricadendo nel vecchio punto di vista, prepartito, scrivete: «pubblicano fogli scritti da Trotski » (non vi è nulla di male, se questi fogli vengono riveduti e sono passabili. Anche al Comitato di Pietroburgo consiglio di pubblicarli, riveduti, per esem- pio, da voi), o quando scrivete: « si sta per ricadere nel peccato à la Boris >. Non capisco. Ammettiamo che vi siano dei Boris. Di que- sta roba ce ne sempre molta. Ammettiamo che i Boris e i Miam- lin risultino in maggioranza ( nei comitati , non dimenticate que- sto, nei comitati). Allora «tutto il lavoro fatto in precedenza an- drebbe in fumo», voi concludete. Perchè? Per qual ragione sa- rebbe morto, o come morirà il Proletari ?? Perfino l’assurdo di «due organi centrali» non potrebbe far morire il Proletari ; non farebbe che introdurre un assurdo nello statuto. E la realtà la- scerà il Proletari e spazzerà via l’assurdo. Nemmeno i Miamlin si decideranno a sopprimere il Proletari . Ma ammettiamo anche il caso peggiore, per stare al vostro pessimismo : ammettiamo la sop- pressione. In questo caso chiedo: e il Comitato di Pietroburgo che ci sta a fare? Il Proletari , quale organo del Comitato di Pietro- burgo, sarebbe forse più debole che se fosse uno dei. due » organi centrali?? Prendete ora i provvedimenti più energicr perchè il Co- mitato di Pietroburgo abbia rapporti concreti, stretti e costanti con il Proletari , e non soltanto rapporti formali, così consoliderete la vostra posizione e potrete estendere l’influenza delle vostre idee in modo tale che nemmeno cento Miamlin vi faranno più paura. Il Comitato di Pietroburgo è una forza tre volte più grande di CARTEGGIO I905 261 tutti i « fiduciari > messi assieme. Fate del Proletari Porgano del comitato, e del comitato il veicolo delle idee e della tattica del Pro- letari . Eccovi una lotta reale contro il miamlinismo e non una lotta a base di piagnistei e sospiri. A Pietroburgo si possono trovare cen- tinaia di indirizzi, a Pietroburgo si possono presentare occasioni a iosa, si può impiantare una sezione per le corrispondenze, si pos- sono riattivare i contatti, ordinare dei fogli, ripubblicare in fogli volanti gli articoli del Proletari , ripeterne le idee, trasformarli in fogli volanti, ecc. Nei fogli si può e si deve parlare dei problemi che riguardano tutto il partito (in questi giorni il Comitato di Ko- stromà ci ha mandato lina risoluzione contro la nomina di Ple- khanov all’Ufficio internazionale: tutto un vituperio, e basta!). Contro il miamlinismo bisogna lottare con una impostazione mo- dello della propaganda da parte dei comitati, con fogli battaglieri diretti al partito e non con acide recriminazioni dirette al CC! Di quale mjo articolo nel n. 5 (!!) della Zarià (su Prokopovic) parlate” 7 ? Non capisco. Per qual ragione non siete contento di Ruben? Non mancate di mettermi in contatto diretto sia .con lui che con Lalaiants. Una forte stretta di mano. Scrivete più spesso e non fatevi pren- dere dalla malinconia! E dei Miamlin infischiatevene! Vostro Lenin Spedita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 151. A GUSIEV - Da Lenin a Natsia 20. ix. 1905 Caro amico, grazie per la lettera n. 3. Forse ne pubblicheremo una parte. Voi avete dato inizio a un dialogo con la redazione non sol- tanto su questioni formali (statuto, collegamenti, indirizzi, ecc.), non soltanto sui temi che ricorrono nelle corrispondenze (ci sono 2Ó2 LENIN stati questi e quegli avvenimenti), ma anche sul tema della so- stanza delle vostre opinioni, del modo come concepite la nostra tattica e come precisamente la mettete in pratica nelle conferenze, nelle riunioni, ecc. Questi scambi di idee con i nostri pratici russi hanno per noi un valore estremamente grande , e vi pi'ego viva- mente di predicare dappertutto e ovunque, di ricordare, di insi- stere: chi vuole ritenere Torgano centrale suo organo centrale (e ogni membro del partito deve volerlo) non deve limitarsi a rispo- ste o rapporti di carattere formale, ma deve precisamente avere uno scambio d'idee, non ai fini della stampa , ma per stabilire un vincolo ideologico e discutere con' la redazione sul modo come ha tradotto in atto determinate idee. Pensare che questi dialoghi siano dei sem- plici passatempi, significa cadere in un praticismo gretto, lasciare in balia del caso tutto il lato ideologico, di principio, di tutto il nostro lavoro pratico, di tutta Tagitazione, perchè se l’agitazione non ha un contenuto ideologico chiaro, elaboratoci trasforma in vuota fraseologià. E per elaborare un chiajro contenuto ideologico non ba- sta soltanto collaborare all’organo centrale, bisogna anche discu- tere con noi sul modo come i pratici intendono determinate tesi, come essi traducono in atto queste o quelle idee. Se non si fa que- sto, la redazione resterà campata in aria, non saprà se la sua pro- paganda viene assimilata, se suscita interesse, se la vita la modifica, quali correzioni, quali aggiunte siano necessarie. Se non si fa que- sto, i socialdemocratici scenderanno a un punto tale che gli scrittori scriveranno e i lettori leggeranno solo per ammazzare il tempo. Da noi non ce ancora una forte coscienza del legame di partito: bisogna rafforzarla con la parola e con l’esempio. Cercherò di valermi del vostro esempio pubblicando in parte la vostra lettera*". In generale concordiamo con voi (i vostri pen- sieri coincidono con quelli che ho espresso nelle Due tattiche). In particolare, mi sembra che abbiate torto di attaccare i menscevichi per le parole: preparazione delle masse all’insurrezione. Anche se qui c’è un errore, non è un errore sostanziale. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Odessa da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 7926. CARTEGGIO I9O5 263 152. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR Soltanto oggi (3 ottobre, nuovo stile!!) ho ricevuto il vostro foglio volante n. 2 del 24 giugno. (« Centro unico », e informa i suoi membri dopo tre mesi...). L’articolo Le basi dell’ organizzazione di partito è molto buono. So bene quanto ci vuole a far digerire ai menscevichi Tabbiccì! Ma bisogna pur farlo. L’autore dell’articolo lo ha fatto magnificamente. Penso di pubblicarlo nel Proletari . È tardi, naturalmente, ma me- glio tardi che mai. Questo articolo mi ha fatto venire in mente che voi potete e dovete fare del CC un organismo non muto, ma che fa sentire la sua voce continuamente. Sono passati i tempi in cui si esercitava la direzione ideologica parlando « sottovoce » nei recapiti e negli appuntamenti con i fiduciari! Bisogna dirigere con pubblicazioni politiche. Il Raboci non è adatto a questo, la sua funzione è un’al- tra. Voi avete assolutamente bisogno di pubblicare un bollettino del CC di non più di due pagine stampate , ma due volte alla setti - mana . In questo bollettino ci dovrebbe essere un breve articolo su un tema politico, tattico o organizzativo, poi brevi informazioni di tre righe ciascuna. Bisogna peròT) stamparlo, perchè col poli- grafo viene molto brutto (possibile che non abbiate una piccola macchina che lavori rapidamente ?), e 2) farlo accuratamente e con frequenza. Non mi è chiaro il vostro progetto di trasformare il Raboci in un organo settimanale di minor mole. Una cosa, è, secondo me, un giornale popolare (sono contrario, ma il congresso ha deciso e, per ora, basta), e un’altra un bollettino contenente articoli di ca- rattere politico generale che servano veramente di guida. Tre o quattro buoni collaboratori li avete; non costerebbe molta fatica ottenere due articoletti alla settimana, e la loro importanza sarebbe invece enorme! Scritta il 3 ottobre 1905 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 18-675 264 LENIN 153. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR 3. x. 1905 Cari amici, ho ricevuto un mucchio di documenti ed ascoltato il partico- lareggiato racconto di Delta. Mi affretto a rispondervi su tutti i punti. 1) Non potrò arrivare alla data fissata, perchè ora è impossi- bile pensare di abbandonare il giornale. Voinov si è 'arenato in Italia. Orlovski Pabbiamo dovuto mandar via per affari. Non c’è nessuno a cui affidarlo. Vuol dire che la cosa sarà rimandata fino all ottobre russo, come avevate fissato. 2) Rinnovo la mia richiesta con la massima insistenza : rispon- dete formalmente all’Ufficio internazionale. Dite loro se manderete qualcuno alla conferenza all’estero. Precisamente: chi e quando. Chi avete nominato: pure con precisione. Altrimenti il vostro pre- stigio di fronte all’Ufficio internazionale ne scapiterà in una ma- niera incredibile. 3) Anche per quanto riguarda Plekhanov fate le cose in ma- niera formale e definitiva: sì o no. Chi nominare dunque? Riman- dare questo problema è estremamente pericoloso. 4) Prendete al più presto una decisione con una risoluzione formale per quanto riguarda la casa editrice legale. Con il pro- getto di contratto con la Malykh* 49 non vi ho minimamente dan- neggiato, perchè non si tratta che di un progetto. Ripeto soltanto che la Malykh ha dato lavoro qui a un mucchio di gente che il partito non era in grado di mantenere. Non dimenticatelo. Vi con- siglierei di concludere un contratto con la Malykh, e con gli altri di continuare a fare come ha fatto Schmidt. 5) Quanto all’opposizione al CC da parte di quasi tutti i fidu- ciari, dirò quanto segue. In primo luogo, la cooptazione di Insarov e Liubic, che approvo pienamente, probabilmente migliorerà molto le cose. In secondo luogo, una parte dei fiduciari evidentemente esagera un po’. In terzo luogo, non converrebbe far lavorare una parte dei fiduciari nei comitati, dando loro Tincarico di curare, in tutta una zona, due o tre comitati vicini? Non bisogna esa- CARTEGGIO I905 265 gerare con l’unità di tattica; occorre anzi una certa diversità nelle azioni e nei piani dei comitati. 6) Credo sia di eccezionale importanza preoccuparsi del quarto congresso -0 . Ne è ora. Ritarderà probabilmente di sei mesi al mi- nimo, e forse anche un po’ più. Ma comunque è ora di preoccupar- sene. Secondo me, la colpa è un po’ nostra, perchè abbiamo sciolto alcuni comitati e abbiamo permesso che non si osservassero le deci- sioni del III Congresso concernenti le condizioni di ammissione dei menscevichi. Se questi comitati, che riconoscono e nello stesso tem- po non riconoscono il III Congresso, non prenderanno una posi- zione ben definita prima del quarto congresso, ne verrà fuori un caos. Una parte non andrà al congresso. Nuovo scandalo. Una parte vi andrà e poi l’abbandonerà. Non dobbiamo confondere la politica di unificazione delle due parti con la loro mescolanza. Di unire le due parti siamo d’accordo; di mescolarle mai. Noi dob- biamo pretendere che i comitati si dividano nettamente, poi ci saranno i due congressi, e solo dopo l’unificazione. Due congressi nello stesso tempo, nello stèsso luogo; ed essi non discuteranno e approveranno che i progetti di unificazione preparati in precedenza. Intanto bisogna lottare nella maniera più risoluta contro la me- scolanza delle due parti del partito. Io consiglierei di dare questa parola d’ordine ai fiduciari, nel modo più preciso, e di incaricarli di metterla in atto. Se non si farà questo ne uscirà un orribile pasticcio. Qualsiasi confusione è vantaggiosa ai menscevichi, ed essi cercheranno in ogni modo di provocarla. Per loro « peggio di così non potrà an- dare » (perchè non vi può essere nulla di peggio della loro disor- ganizzazione), mentre noi alla nostra organizzazione ci teniamo, sebbene sia embrionale, e la difenderemo con le unghie e coi denti. Ai menscevichi conviene confondere tutto e fare del quarto con- gresso un nuovo scandalo, perchè a un proprio congresso non ci pensano nemmeno. Noi invece dobbiamo tendere tutte le nostre forze e tutti i nostri pensieri alla coesione, alla migliore organizza- zione della nostra parte del partito. È una tattica che può sembrare « egoistica », ma è l’unica sensata. Se saremo compatti, compieta- mente organizzati, se allontaneremo da noi gli eterni malcontenti e 18* 266 LENIN i transfughi di ogni genere, il nostro solido nucleo, anche se non sarà molto grande, attrarrà a sè tutto lo stuolo della « nebulosa orga- nizzativa >. Se invece non avremo questo nucleo, i menscevichi nel disorganizzare se stessi disorganizzeranno anche noi. Se avremo un nucleo solido, li costringeremo presto a concludere l’unificazione con noi. Se non lo avremo, trionferà non un. altro nucleo (non c’è), ma la confusione , e allora, ve rassicuro, vi saranno nuovi in- trighi, vi sarà una nuova inevitabile scissione e si diffonderà un’ir- ritazione cento volte peggiore della precedente. Preparate dunque un’unificazione reale aumentando la vostra forza ed elaborando progetti chiari di norme tattiche e statutarie. Chi fa delle chiacchiere a vuoto sull’unificazione e imbroglia i rap- porti fra le parti del partito, deve, secondo me, essere allontanato spietatamente dal nostro ambiente. Una stretta di mano. Vostro N. Lenin Scritta a Ginevra , Pubblicata la prima volta nel 1926, 154. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR 5 * X * 1905 Cari amici, ho appena ricevuto un’altra lettera di Reinert. Ho ben riflettuto sulla sua proposta, ne ho riparlato con Delta e ho riesaminato la risposta negativa che vi avevo dato nella mia lettera del 3 ottobre. Potrò restituirvi Orlovski fra una settimana. In tal caso se la caverebbero alla meglio anche se restassi assente una quindicina di giorni; lascerei alcuni articoli e qualche altra cosetta la scriverei durante il viaggio. Comunque, però, il vostro progetto mi sembra estremamente irrazionale. Da tutte le notizie di cui sono oggi pieni i giornali stranieri si vede che in Finlandia regna un terribile mal- contento. Si parla apertamente della preparazione di una serie di sommosse, della preparazione di un’insurrezione. Stanno ora man- CARTEGGIO 1905 267 dando là un numero particolarmente grande di soldati. La polizia marittima e costiera è stata quadruplicata. Dopo il caso del < John Graftoti »* 1 l’attenzione converge soprattutto sui piroscafi che si avvicinano alle coste. Sono state rinvenute armi in molte località, e ora vengono ricercate con particolare zelo. Si ritiene molto proba- bile che si provochino appositamente conflitti per intervenire a mano armata. In simili condizioni organizzare in Finlandia un’assemblea ge- nerale significa correre dei rischi senza che ve ne sia alcuna ne- cessità. È un’impresa veramente disperata. Basta un piccolo im- previsto (e la probabilità che ciò si verifichi è oggi in Finlandia particolarmente grande) perchè si abbia un disastro completo, disa- stro che abbraccerebbe tutto il CC e l’organo centrale, perchè qui, in questo caso, tutto si sfascerebbe. Bisogna guardare la realtà in faccia: questo significherebbe abbandonare tutto il partito alla mercè dei capi menscevichi. Sono convinto che se ci riflettete so- pra converrete che non abbiamo il diritto di farlo. Vi prego di discutere se non sia il caso di cambiare il progetto nel modo seguente. Incontrarci tutti a Stoccolma. Rispetto al pro- getto che avete, ciò non comporterebbe per voi grandi inconve-. nienti, mentre i vantaggi sarebbero enormi. L’inconveniente sa- rebbe quello di prolungare il viaggio da una parte di mezza gior- nata (contando da Abo, nelle cui vicinanze era previsto l’incontro) o di un giorno al massimo. Complessivamente due giorni, o forse anche quattro. Ma queste sono inezie. Il vantaggio sarebbe quello di una maggiore sicurezza. Allora un disastro generale non si po- trebbe assolutamente verificare. Non faremmo correre il minimo rischio all’organo centrale e al CC, non faremmo nulla di assurdo e avventato. Alcuni di voi potrebbero viaggiare in modo piena- mente legale, senza correre il rischio di essere arrestati, altri po- trebbero procurarsi passaporti falsi o venire senza passaporto (Delta dice che i finlandesi organizzano con facilità i passaggi di fron- tiera). In caso di arresti si tratterebbe, in primo luogo, di arresti che colpirebbero solo dei singoli, e non di una retata generale, e, in secondo luogo, non si avrebbero assolutamente indizi, e nell’istrut- toria la polizia non potrebbe pescare proprio nulla di grave. Noi 268 LENIN avremmo assicurati due o tre giorni di riunioni assolutamente si- cure, con tutti i documenti (io li porterò con me e voi manderete i vostri per posta, ecc.), avremmo la possibilità di redigere qual- siasi verbale, appello ecc. Infine potremmo allora vedere se è il caso che io mi rechi più spesso a Stoccolma per potere di là lavorare per voi, per i fogli volanti ecc. (sembra che i menscevichi abbiano fatto qualche cosa del genere nel sud). Vi prego di discutere attentamente questo progetto. Se lo ap- provate, inviate un telegramma al seguente indirizzo: Kroupsky, 3, rue David Dufour, Genève, con la firma di Boleskv e un solo numero indicante la data in cui devo trovarmi a Stoccolma (30 si- gnificherà che devo trovarmi il 30 settembre, 203 che dovrò esserci il 2 o 3 ottobre, ecc.). Una stretta di mano. N. Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 155. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR 8. x. 1905 Cari amici, mi affretto a informarvi di un’importante novità riguardante la rappresentanza airUfficio internazionale. La conferenza men- scevica della Russia meridionale ha adottato in proposito una ri- soluzione nella quale 1) vi è una grossolana menzogna che ri- guarda me personalmente. Risponderò nel n. 20 del Proletari "* , che uscirà dopodomani. 2) Pregano Plekhanov di rappresentare la loro parte del partito . È proprio quello che ci vuole! Plekhanov, naturalmente, accet- terà la loro richiesta. La sua pseudoneutralità, per noi esiziale, sarà smascherata, come si voleva dimostrare. Lasciamo pure che CARTEGGIO I905 269 all’Ufficio internazionale vadano due rappresentanti: uno della maggioranza e uno dell? minoranza. È la cosa migliore. Se poi, inoltre, il rappresentante della minoranza sarà Plekhanov, meglio ancora . È un precedente eccellente per la futura unificazione. Vi prego vivamente di abbandonare ormai l’idea di designare Ple- khanov, e di nominare un vostro rappresentante per la maggio- ranza. Solo allora saremo del tutto garantiti. Sarebbe bene nomi- nare Orlovski. Egli conosce le lingue, sa parlare ed è una figura rappresentativa. La maggior parte dei rapporti, quasi tutti, è epi- stolare, e noi, naturalmente, ci consiglieremmo. Anche se non c’è nulla su cui consigliarci: per esperienza vi assicuro che questa rappresentanza è una pura formalità. Plekhanov, molto tempo fa, affidava spesso questò incarico a Koltsov, e le cose andarono sempre liscie, sebbene Koltsov non avesse nessuna capacità « parlamentare » e fosse in generale indolente fino all’impossibile. Una stretta di mano, N. Lenin Scritta a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 156. A LUNACIARSKI tt ottobre Caro An, Vas., il vostro articolo tratta un tema eccezionalmente interessante estremamente attuale. Non molto tempo fa la Leipziger Vol\szel tung in un editoriale prendeva in giro gli zemtsy per il loro con- gresso di settembre, dicendo che « giocavano alla costituzione », che si davano già delle ajie di parlamentari, ecc. ecc. L’errore di Parvus e di Martov va necessariamente esaminato da questo lato, ma voi questo esame non lo fate. Secondo me è necessario rimaneggiare l’articolo in uno di questi due sensi: o mettere l’accento sui nostri neoiskristi « che giocano al parlamentarismo », dimostrare con ric- chezza di particolari l’importanza temporanea, relativa del parla- 270 LENIN mentarismo, la banalità delle « illusioni parlamentari » in un’epoca di lotta rivoluzionaria, ecc, spiegare tutto questo cominciando dal- l’abbiccì (per i russi è molto utile!) e richiamandosi a Hilferding con semplici accenni, a mo’ d’illustrazione. O prendere come base Hilferding, e in questo caso non sarà necessario rimaneggiare molto l’articolo, ma gli si dovrà dare un altro titolo e bisognerà delineare con maggior chiarezza il modo stesso in cui Hilferding imposta il problema. Naturalmente può anche darsi thè troviate un altro modo di rimaneggiare l’articolo, ma vi prego di mettervi subito al lavoro. Di tempo ce ne, perchè l’articolo non può andare in questo numero (gli avvenimenti di Mosca 2,3 + il vecchio materiale hanno riempito tutto). Vuol dire che fisseremo come termine martedì 17 ottobre. Vi prego vivamente di scrivere un articolo circostanziato e di mandarlo per il 17. Meglio se lo rimaneggerete nel primo senso; ne uscirebbe un articolo di fondo! Se avessimo già un parlamento, dovremmo appoggiare i ca- detti, Miliukov e C. contra le Mos\ovs\ie Viedomosti . Per esem- pio nei ballottaggi, ecc. E questo non violerebbe minimamente l’in- dipendenza del partito di classe socialdemocratico. Ma in un’epoca non parlamentare, bensì di rivoluzione (già nel titolo rilevate que- sta differenza), appoggiare delle persone incapaci di lottare rivolu- zionariamente significherebbe 1) violare l’indipendenza del nostro partito. La transazione non può essere chiara e pubblica. Signifi- cherebbe precisamente « vendere » i propri diritti sulla rivoluzione, come voi dite, e non esercitare i propri diritti per dare il nostro ap- poggio. Nel parlamento noi diamo il nostro appoggio senza mini- mamente scomparire. Oggi noi scompariamo se imponiamo ai Mi- liukov di parlare per noi a certe condizioni. Inoltre, ed è la cosa principale, 2) un appoggio di questo genere sarebbe un tradimento della rivoluzione. Il parlamento non c’è ancora, è soltanto un 7 //«- sione dei Miliukov. Bisogna lottare in maniera rivoluzionaria per il parlamento e non in maniera parlamentare per la rivoluzione, lottare in maniera rivoluzionaria per un parlamento forte , e non per la rivoluzione in un « parlamento » impotente. Oggi in Russia senza la vittoria della rivoluzione tutte le vittorie ottenute in « par* lamento » (Duma di Stato o qualcosa di questo genere) sono zero CARTEGGIO I905 2 7 I meno di zero, perchè non fanno altro che gettar polvere negli occhi con una finzione . Parvus questo non lo ha capito. I cadetti sono già regierungsfàhig* (i Trubetskoi e i Manuilov nella parte di rettore, ecc.), si sono già arrampicati al piano nobile della libertà di riunione (a prezzo dell’avvilimento delle riunioni), a un piano di pseudoparlamentarismo. A loro occorre appunto che il proletariato, restando di fatto in cantina , creda di essere al piano nobile, s’illuda di essere una forza parlamentare e accetti le « con- dizioni » per l’« appoggio», ecc. È un tema vastissimo! Noi ora siamo forti nella lotta rivoluzionaria popolare, ma deboli sotto l’aspetto pseudoparlamentare. 7 cadetti il contrario. Essi contano soprattutto di trascinarci a uno pseudoparlamentarismo. L ’Is{ra si è fatta abbindolare. E qui appunto è opportuno esaminare circo- stanziatamente il rapporto tra « parlamentarismo » e « rivoluzione » ((cfr. Marx sulla lotta di classe in Francia nel 1848)) Queste idee (che naturalmente espongo a grandi linee e senza precisione) cui voi avete accennato, vanno sviluppate, spiegate e rispiegate in modo che tutti possano capirle. Oggi i russi sentono un estremo bisogno di qualcuno che spieghi loro, cominciando dal- l’abbiccì, il rapporto che esiste tra il parlamentarismo e la rivolu- zione. Martov e C. invece fanno gli isterici e urlano: al più presto legalmente, al più presto apertamente, in qualsiasi modo, purché le- galmente! Proprio oggi noi abbiamo bisogno di essere fermi, di continuare la rivoluzione, di lottare contro la meschina semilegalità. Uls\ra non lo ha capito. Come tutti gli opportunisti essi non hanno fiducia nell’energia e nella tenacia della lotta rivoluzionaria degli operai. Mosca è per loro una lezione. E quell’ignorante di Parvus trasferisce in Russia la tattica delle meschine transazioni!! Avete ricevuto la mia lettera? Una forte stretta di mano. Saluti a An. Al. Vostro Lenin Scritta Vii ottobre 1905 . Spedita in Italia da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1931. in grado di governare ( N . d. R.). 272 LENIN 157. A GUSIEV Da Lenin a Natsia 13. x. 1905 Caro amico, la risoluzione del Comitato di Odessa sulla lotta sindacale (« de- cisioni» n. 6 o 5, non si capisce. Lettera n. 24, datata settembre 1905) mi sembra sommamente sbagliata* Secondo me, si può ca- pire, naturalmente, col fatto che per lottare contro i menscevichi ci si è lasciati trascinare troppo lontano, ma non bisogna cadere nell’estremo opposto. E la risoluzione cade appunto nell’estremo opposto. Mi permetto pertanto di fare un esame critico della riso- luzione del Comitato di Odessa e prego i compagni di discutere le mie osservazioni, che faccio senza nessuna intenzione di mettermi a cavillare. Nella risoluzione vi sono tre parti (non numerate) di conside- rando e cinque parti (numerate) che costituiscono la risoluzione vera e propria* La prima parte (il punto iniziale dei considerando) è buona: assumere la «direzione di tutte le manifestazioni della lotta di classe del proletariato» e «non dimenticare mai il com- pito» di dirigere la lotta sindacale. Benissimo. Più avanti, il se- condo punto: «in primo luogo» si pone il compito di preparare l’insurrezione armata e (terzo punto o fine dei considerando), « in virtù di questo compito, la direzione della lotta sindacale del pro- letariato passa inevitabilmente in secondo piano». Questo, a mio parere, teoricamente non è giusto e dal punto di vista della tattica è errato. Teoricamente non è giusto contrapporre i due compiti come se si trattasse di cose della stessa importanza, che si trovino sullo stesso piano: « preparazione deirinsurrezione armata » e « direzione della lotta sindacale». L’uno, dite, è compito di primo piano, Taltro di secondo piano. Far questo significa confrontare e contrapporre cose di ordine diverso. L’insurrezione armata è un metodo di lotta politica di cui ci si serve in un determinato momento. La lotta sin- CARTEGGIO I 9 O 5 *73 dacale è una di quelle manifestazioni costanti di tutto il movi- mento operaio, sempre necessarie in regime capitalistico, obbliga- torie in ogni momento. Engels, in un passo che io ho citato in Che fare? **, distingue tre forme principali di lotta proletaria : eco- nomica, politica, teorica, ossia sindacale, politica, teorica (scientifica, ideologica, filosofica). Come è possibile mettere sullo stesso piano una di queste forme fondamentali di lotta (sindacale) e un’altra for- ma che si adotta in un determinato momento? mettere sullo stesso piano tutta la lotta sindacale, intesa come «compito», e Fattuale mezzo di lotta politica, che è ben lungi dall essere unico ? È vera- mente una cosa assurda, è come addizionare dei decimi e dei cente- simi senza ridurli al comune denominatore. A mio parere, entrambi questi punti dei considerando (il secondo e il terzo) debbono es- sere eliminati. Accanto al c compito. della direzione della lotta sin- dacale » si può mettere soltanto il compito di dirigere tutta la lotta politica in generale, il compito di condurre la lotta ideologica in generale e nel suo complesso e non questi o quei compiti parziali, circoscritti, attuali della lotta politica e ideologica. Bisognerebbe so- stituire questi due punti, rilevando la necessità di non dimenticare nemmeno per un momento la lotta politica, l’educazione della classe operaia all’idea della socialdemocrazia in tutta la sua ampiezza, la necessità di tendere a creare un legame stretto e indissolubile fra tutte le manifestazioni del movimento operaio per dar vita a un movimento organico, veramente socialdemocratico. Al secondo punto dei considerando potrebbe starci questa osservazione. Al terzo, la costatazione della necessità di mettere in guardia contro una concezione e un’impostazione grette della lotta sindacale come quelle messe in giro dalla borghesia. Naturalmente con questo non voglio proporre un progetto di risoluzione, nè sollevare la questione se convenga o no parlarne in particolare; per ora non faccio altro che esaminare quale espressione del vostro pensiero sarebbe teori- camente giusta. Dal punto di vista tattico, nella sua forma attuale la risoluzione presenta i compiti delFinsurrczicne armata in modo molto infelice. L’insurrezione armata è il mezzo supremo della lotta politica. Per- chè abbia successo dal punto di vista del proletariato, cioè perchè 274 LENIN l’insurrezione proletaria e diretta dalla socialdemocrazia, e non da altri, sia coronata dal successo, è necessario sviluppare ampiamente tutti gli aspetti del movimento operaio. Perciò è arcierrata l’idea di contrapporre il compito deH’insurrezione al compito della dire- zione della lotta sindacale. In questo modo si svilisce, si sminuzza il compito deirinsurrezione. Invece di porre il compito dell’insur- rezione come conclusione e coronamento di tutto il movimento operaio in complesso, in un certo modo lo si isola. Mi pare che si mescolino due cose: una risoluzione sulla lotta sindacale in generale (la risoluzione del Comitato di Odessa è scritta su questo tema) e una risoluzione sulla distribuzione delle forze nel lavoro attuale del Comitato di Odessa (su questo argomento devia la vostra risoluzione, e questo è assolutamente, assolutamente un’altra cosa). Passo ai punti numerati della risoluzione vera e propria. Ad I. « Disperdere le illusioni » « cui danno origine i sinda- cati »... questo potrebbe anche andare, ma sarebbe meglio toglierlo. In primo luogo, dovrebbe far parte dei considerando, dove si sa- rebbe dovuto indicare 1 indissolubile legame fra tutti gli aspetti del movimento. In secondo luogo, non si dice di quali illusioni si tratti. Se lo si vuol lasciare, bisognerebbe aggiungere: le illusioni borghesi sulla possibilità di soddisfare i bisogni della classe operaia nella società capitalistica. ... « sottolineando fortemente la loro (dei sindacati?) limitatezza rispetto agli scopi finali del movimento operaio ». Ne deriva che tutti i sindacati sono « limitati ». E i sindacati socialdemocratici , le- gati allorganizzazione politica del proletariato? Il nocciolo della questione non sta nel fatto che i sindacati siano « limitati », ma nel fatto che bisogna legare agli altri questo aspetto del movimento (limitato perchè appunto è un solo aspetto). Di conseguenza o cancellare o affermare di nuovo la necessità di creare e di raffor- zare il legame di un aspetto con tutti gli altri, di impregnare i sin- dacati di contenuto socialdemocratico, di propaganda socialdemo- cratica, di tendere tutte le forze nel lavoro socialdemocratico, ecc. Ad IL Va bene. Ad III. Per le ragioni accennate, non è giusto contrapporre al compito dei sindacati P« essenzialissimo e primissimo compito» CARTEGGIO I 9 O 5 275 dell’insurrezione armata. Non vi è ragione di parlare deli insurre- zione armata nella risoluzione sulla lotta sindacale, perchè la prima è il mezzo per giungere a quell’* abbattimento dell’autocrazia za- rista » di cui parla il punto II. I sindacati potrebbero ampliare la base da cui attingiamo le forze per l’insurrezione, e, ripeto, con- trapporre gli uni all’altra è errato. Ad IV. « Condurre un’energica lotta ideologica contro la cosid- detta minoranza » che ritorna all’« economismo » « nelle questioni riguardanti i sindacati ». In generale non è forse troppo per una risoluzione del Comitato di Odessa? Non sembra un’esagerazione? Infatti nella stampa non è mai apparsa alcuna critica di nessuna risoluzione di tutti i menscevichi sui «sindacati». Si è solo accen- nato al fatto che i liberali li lodano per la tendenza a occuparsi di questo problema con un’applicazione che supera persino le loro capacità. Ma di qui si può solo trarre una conclusione: che dob- biamo applicarci « secondo le nostre capacità », ma che dobbiamo immancabilmente applicarci. A mio parere questo punto o va tolto del tutto, e ci si deve limitare a mettere in guardia contro la gret- tezza e ad accennare alla lotta contro le tendenze della borghesia e dei liberali a snaturare i compiti dei sindacati, o va formulato a parte in relazione con qualche determinata risoluzione dei mensce- vichi (di risoluzioni di questo genere oggi non ne conosco; può darsi che ne sia apparsa qualcuna alla Akimov da voi, nel sud). Ad V. Si tratta di questo. Le parole « e se è possibile, dire- zione », le sostituirei con « e direzione ». Noi facciamo tutto « se è possibile». Mettere queste parole qui e soltanto qui provocherebbe un’interpretazione errata, come se la direzione fosse qui per noi cosa secondaria, ecc. Secondo me, in generale, bisogna evitare di esagerare la lotta contro i menscevichi in questa questione. Proprio adesso, presto probabilmente, cominceranno a sorgere dei sindacati. Non bisogna tenersi in disparte, e meno ancora dar motivo di pensare che oc- corra tenersi in disparte, ma cercare di partecipare, di influire, ecc. Vi è infatti uno strato particolare di operai, anziani e con famiglia, che oggi danno molto poco alla lotta politica, ma molto a quella sindacale. Bisogna utilizzare questo strato, limitandosi a dirigerlo in 2 7 6 LENIN questo campo. Per la socialdemocrazia russa è importante assumere fin dall’inizio il tono giusto sui sindacati, creare subito in questo campo una tradizione di iniziativa socialdemocratica, di parteci- pazione, di guida socialdemocratica. Naturalmente, in pratica le forze risulteranno forse insufficienti,, ma questa è già un’altra que- stione, e si può anche affermare che, se si sapranno sfruttare tutte le diverse forze, se ne troveranno sempre anche per i sindacati. Avete ben trovato le forze per scrivere la risoluzione sui sindacati, cioè per dirigerli ideologicamente; e qui sta il punto! Una stretta di mano con la preghiera di scrivermi due righe dicendomi se avete ricevuto questa lettera e che cosa ne pensate. Vostro Lenin N. Spedita a Odessa da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel tgi6. 158. A M. M. ESSEN 26. x. 1905 Cara Zveruscka, abbiamo in questi giorni ricevuto la vostra lunga lettera. Ve ne siamo molto grati. Riceviamo pochissime notizie da Pietroburgo e anche di fogli volanti ce ne mandano pochi. Vi preghiamo di non desistere dalla vostra intenzione di mandarci proprio tutte le novità e anche delle corrispondenze. Quanto alle cose di partito, mi sembra che esageriate un po’ nel pessimismo. Giudico da quello che accade qui, ove continuamente sento dalla « periferia > che il Proletari sta decadendo, che peggio di così le cose non potrebbero andare, che il giornale va male, ecc. ecc. È un brutto guaio, ma dio provvederà. Con un movimento imponente come quello che ce ora, nessun CC del mondo, con un partito illegale, potrebbe soddisfare nemmeno la millesima parte delle esigenze. E che le nostre parole d’ordine, le parole d’ordine del Proletari , non siano una voce di chi grida nel deserto, lo vedia- CARTEGGIO I905 277 mo chiaramente perfino dai giornali legali che parlano di comizi di 10-15.000 persone all’università, ecc. Diamine, abbiamo una buona rivoluzione in Russia! Speriamo di tornar presto, e le cose evolvono in questo senso con sorprendente rapidità. Organizzeremo senz’altro un incontro col CC. È questa una questione già decisa e le cose sono sistemate. Quanto ai dissensi, anche qui mi sembra che esageriate. Non noto nessun dissenso fra il Proletari e il CC. La data dell’insurre- zione? Chi vorrebbe fissarla? Personalmente la ritarderei volen- tieri fino alla primavera e fino al ritorno deiresercito della Man- ciuria; sono propenso a pensare che in generale sarebbe per noi vantaggioso ritardarla. Comunque non è a noi che lo chiedono. Ve- dete il grandioso sciopero attuale. Che il CC sposti il centro di gravità sulla direzione a mezzo della stampa, a mio parere è una tattica giusta. Desidererei soltanto che accanto al Raboci, oggi utilissimo, ci fossero bollettini di agi- fazione , piccoli, di due, al massimo quattro pagine, vivaci, fre- quenti, non meno di una volta alla settimana e qualche volta anche due. Dirigere il partito in questa situazione, in cui il movimento ha assunto uno sviluppo gigantesco, incredibile, è possibile soltanto a mezzo della stampa. E bisogna creare dei fogli-bollettino vivi e vivaci, tempestivi, brevi che lancino le principali parole d’ordine c facciano il bilancio degli avvenimenti più importanti. Quanto alla situazione dell’organo centrale vi è un malinteso. Temevano un fallimento generale, ma non pensavano affatto di soffocare l’organo centrale. Ma in generale oggi l’importanza del- l’estero cade di ora in ora , e ciò è inevitabile. Naturalmente in nes- sun caso abbandoneremo il Proletari finche non si riuscirà a pub- blicarlo a Pietroburgo, sulla Prospettiva della Neva. Oggi però bisogna rivolgere molta attenzione anche al giornale legale. Al- l’estero bisognerà in parte chiudere bottega (pubblicazioni di pro- paganda), e presto la chiuderemo del tutto e l’apriremo a Pietro- burgo. Nella preparazione dell’insurrezione vi consiglierei di propa- gandare subito dappertutto, nel modo più ampio, la formazione di una massa , centinaia e migliaia, di squadre autonome , molto pie- 2 7 8 LENIN cole (di tre uomini), che si potrebbero armare con quel che pos- sono e prepararsi in qualsiasi modo da sole. Ripeto che ritarderei volentieri la data dell’insurrezione fino alla primavera, ma natu- ralmente mi è difficile giudicare da lontano. Una forte stretta di mano. Vostro N. Lenin Spedita a Pietroburgo da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 159. AL COMITATO CENTRALE DEL POSDR Al Comitato centrale Vi prego di scrivermi immediatamente se mi date facoltà di in- vitare Plekhanov a far parte del nostro comitato redazionale allar- gato (sette) e della redazione della Novaia Gizn. Telegrafate (fir- ma Boleslav; indirizzo Krupskaia): sì o no. Farò ancora un tenta- tivo di avvicinamento, sebbene non vi siano molte speranze. Scritta il 27 ottobre 1905 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926 . 160. A PLEKHANOV Stimatissimo Gheorghi Valentinovic, mi rivolgo a voi perchè sono convinto che la questione della necessità deirunificazione della socialdemocrazia è definitivamente matura e che proprio ora la possibilità di unirsi è particolarmente grande. Due ragioni mi obbligano a rivolgermi direttamente a voi senza ulteriori indugi: 1) la fondazione a Pietroburgo del giornale legale socialdemocratico Novaia Gizn , e 2) gli avvenimenti degli ultimi giorni. Se pure tali avvenimenti non porteranno molto pre- CARTEGGIO I905 279 sto al nostro ritorno in Russia, in ogni caso questo ritorno è molto, molto vicino, e il giornale socialdemocratico ci fornirà immediata- mente il terreno per un serio lavoro comune. Non occorre vi ripeta che in noi bolscevichi il desiderio di la- vorare con voi è molto forte; ho scritto a Pietroburgo perchè tutti i redattori del nuovo giornale (per ora sono sette: Bogdanov, Ru- miantsev, Bazarov, Lunaciarski, Orlovski, Olminski e io) vi invi- tino collettivamente e ufficialmente ad entrare nel collegio reda- zionale. Ma gli avvenimenti non attendono, la posta è interrotta e non ritengo di avere il diritto di differire un passo necessario per una mera formalità. In sostanza sono pienamente, assolutamente convinto che questa mia proposta riscuoterà il consenso di tutti e che tutti ne saranno lieti. So molto bene che tutti i bolscevichi hanno sempre considerato il dissenso con voi come qualcosa di tempora- neo, dovuto a particolari circostanze. Non vi è dubbio che la lotta ci ha spesso trascinati a compiere passi, a fare dichiarazioni e inter- venti che non potevano non rendere difficile la futura riunificazione, ma noi siamo sempre stati pronti a unirci, siamo sempre stati consci della estrema anormalità del fatto che la forza migliore dei social- democratici russi non partecipasse al lavoro, dell 'estrema necessità per tutto il movimento che voi partecipaste in modo diretto, im- mediato, alla sua direzione. E crediamo sempre fermamente che, se non oggi, domani, se non domani, dopodomani ci riuniremo con voi, nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli. Ma sarebbe meglio che ciò avvenisse oggi piuttosto che domani. Le cose hanno preso ora una piega tale che si può arrivare in ritardo , e noi abbiamo l’intenzione di fare ogni sforzo per non arrivare in ritardo. Volete lavorare assieme a noi? Sarei estremamente felice se consentiste a un incontro con me per parlare di questo argomento. Sono convinto che parlando a tu per tu molti malintesi potrebbero essere chiariti, molte difficoltà che apparentemente ostacolano l’uni ficazione potrebbero cadere. Nel caso però in cui voi siate contra- rio in generale o non riteniate opportuno che ci incontriamo in que- sto momento, mi permetto di toccare fin dora alcune di queste difficoltà. 19-675 280 LENIN E le difficoltà sono queste: i) I vostri dissensi con molti membri della nuova redazione. 2 ) La vostra riluttanza a entrare in una delle due metà della socialdemocrazia. Il primo ostacolo mi sembra facilmente rimovibile. Siamo d’accordo con voi su circa i nove decimi delle questioni di teoria e di tattica, e per un decimo non vale la pena di restare divisi. Voi volevate e volete correggere al- cune affermazioni, secondo voi errate, che ho fatto nelle mie opere. Ma io non ho mai tentato di imporre a nessun socialdemocratico punti di vista miei particolari, e nessuno, proprio nessuno dei mem- bri della nuova redazione si è impegnato a essere « leninista ». Il discorso di Barsov al III Congresso esprime a questo riguardo opi- nioni generali. Voi ritenete che tre delle sette persone menzionate abbiano concezioni filosofiche errate ", ma anche quei tre non hanno tenuto nè temano di imporre queste loro concezioni in nessun affare ufficiale del partito. E quei tre — e io non parlo a vanvera, ma mi baso su fatti che conosco perfettamente — sareb- bero molto contenti di lavorare con voi. Essere politicamente divisi, noi e voi, in un momento in cui le vostre simpatie per i punti di visu della maggioranza si sono manifestate anche nella vostra re- lazione, si vedono dalle vostre ultime opere, si vedono indiretta- mente dalla posizione di Parvus, forse il più solidale con voi, essere politicamente divisi ora sarebbe estremamente indesiderabile, estre- mamente inopportuno, estremamente dannoso per la socialdemo- crazia. E un nuovo giornale legale che avrà un pubblico di decine, se non di centinaia di migliaia di operai, e tutto il lavoro che ci at- tende in Russia in questo momento, in cui le vostre vastissime co- gnizioni e la vostra immensa esperienza politica sono estrema- mente necessarie al proletariato russo, tutto questo creerà un terreno nuovo, sul quale sarà più facile dimenticare il passato, in- tendersi per un’attività concreta. 11 passaggio dal lavoro di Gine- vra al lavoro di Pietroburgo è psicologicamente quanto di più fa- vorevole vi sia e,, da un punto di vista di partito, può segnare il pas- saggio dalla disunione all’unione ; io spero fortemente che non ci lasceremo sfuggire questo momento, il primo che ci si presenta dopo il II Congresso c che non si ripresenterà tanto presto. CARTEGGIO I905 28l Ma qui sorge la seconda difficoltà. Voi forse non volete unirvi a una metà del partito, ed esigete come condìtio sine qua non Firnificazione di tutto il partito per acconsentire a partecipare al lavoro. Che tale unificazione sia desiderabile e necessaria, in que- sto avete perfettamente ragione. Ma è possibile ora? Voi stesso siete incline a rispondere negativamente, perchè non molto tempo fa avete proposto soltanto una federazione. Ora la tribuna migliore per influire sul proletariato è il giornale quotidiano di Pietroburgo (saremo in condizione di pubblicare 100.000 copie e di ridurre il prezzo a un copeco). È possibile pensare ora a una redazione in coalizione con i menscevichi ? ? Noi riteniamo di no. Anche i men- scevichi sono di questo parere. E anche voi, a giudicare dalla vo- stra proposta di federazione, lo siete. Possibile che ci sia bisogno di tre giornali? Possibile che per un organo politico della social- democrazia rivoluzionaria non possiamo intenderci, quando fra di noi non esiste in sostanza alcun disaccordo di carattere orga- nizzativo, e il prossimo passaggio del partito alla legalità dissiperà ogni ombra di pericolo di complotto? E i nostri dissensi tattici sa- ranno spazzati via dalla stessa rivoluzione con sorprendente rapi- dità; inoltre contro le risoluzioni del III Congresso voi non avete sollevato alcuna obiezione, e queste risoluzioni sono l’unica diret- tiva del partito che impegna tutti noi bolscevichi. Date queste circostanze, mi sembra che il vostro passaggio dalla nostra parte sia del tutto possibile e non renderà difficile, anzi faciliterà e affretterà la futura unificazione. Al posto dell’attuale lunga lotta, dovuta al fatto che vi siete allontanato da noi, si avrà una situazione più solida di tutta la socialdemocrazia rivoluzio- naria. La lotta diverrà più pacata, più contenuta. La grande massa dei socialdemocratici si sentirà subito più sicura, più fiduciosa, spi- rerà subito un’altra aria, e il nuovo giornale, senza guardare in- dietro, senza soffermarsi sui particolari del passato, ma soltanto dirigendo fermamente e coerentemente la classe operaia sull’attuale campo di lotta, comincerà a conquistarsi di ora in ora una posi- zione di avanguardia nella socialdemocrazia. Termino pregandovi nuovamente di acconsentire a incontrarvi con me ed esprimendovi la certezza che abbiamo tutti noi bolsce- 19 * 282 LENIN vichi dell’utilità, dell’importanza e della necessità di lavorare as- sieme a voi. Con sincero rispetto. V. Ulianov Scritta alla fine dclVottobre /905 a Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1926. 161. «A MOTIA E KOSTIA 888 MEMBRI DELLA ” MAGGIORANZA ” DELL’ORGANIZZAZIONE DI ODESSA» Compagni! Ho ricevuto la vostra «lettera ai compagni». Non la pubbli- cherò, tanto più che voi stessi non lo chiedete. Ritengo però sia mio dovere rispondervi. Più volte ho già dichiarato a mezzo della stampa quanto ora ripeto anche a voi. Lamentarsi e piangere sulla scissione è inutile. Bisogna darsi da fare per eliminarla, pensare come unirsi, e non mettere insieme luoghi comuni ed esclamazioni di cordoglio. Lamentarsi della lotta dei due partiti e crearne un terzo, per di più segreto, come voi avete fatto, di nascosto dalle due organizzazioni, vuol dire approfondire la scissione. Se vi hanno espulsi per avere trasgredito le regole deirorganizzazione, ve lo siete meritato, ed è inutile che cerchiate di confondere le cose affer- mando che sareste stati espulsi per le vostre opinioni, per la vostra politica di conciliazione e non per la vostra attività disorganizza- trice. «Congresso costitutivo» è una frase vuota. Provate a pensarci anche solo un pochino, un tantino, un attimo : quali gruppi preci- samente e quanti rappresentanti per gruppo si dovrebbero inviare? ? Pensate un pochettino come reagireste voi all’idea di un’assemblea costitutiva che non fosse fondata su una rappresentanza elettiva? Non la chiamereste una ciarlataneria?? Perchè non dite nulla dell’idea dei due congressi, della maggio- CARTEGGIO I905 283 ranza e della minoranza, nello stesso luogo e nello stesso tempo?? È un’idea avanzata sia dal CC che dal Proletari Non è più fa- cile organizzare due congressi di due partiti esistenti che creare prima un terzo partito (per questo perdereste dei mesi se non degli anni) e convocare poi tre congressi?? Chi sarebbe tanto stupido da sottostare a un « congresso costitutivo » senza prima sapere se ef- fettivamente si tratta di socialdemocratici, di quali socialdemocra- tici precisamente, e in che proporzione sarebbero rappresentati??? La parola d’ordine dei « due congressi » ha in suo favore i) il consenso di uno dei due partiti; 2) la completa preparazione della maggioranza al congresso e la conoscenza delle sue norme per la convocazione e dei suoi diritti ; 3) la possibilità che i gruppi e le organizzazioni della//ro partito arrivino allo stesso punto molto rapidamente: far conoscere, per mezzo della stampa, tutti i gruppi, interpellarli, pubblicare il progetto di statuto del congresso. La vostra parola d’ordine del « congresso costitutivo > ha invece in suo favore soltanto le geremiadi di certi piagnucoloni, perchè nemmeno una parte del partito conosce le basi di questo congresso sotto nessun aspetto. Voi siete soltanto gente di poca fede e dai nervi deboli. Avete visto una brutta malattia, delle fetide pu- stole e vi siete girati dall’altra parte. È comprensibile da un punto di vista umano, ma irrazionale. Noi pensiamo invece che non bi- sogna girarsi dall’altra parte, che un terzo partito non condurrà a nulla, che i due attuali in ogni modo si unificheranno, sia pure non subito e non senza operazioni dolorose. Scrìtta tra la fine dell ottobre e l'inizio del novembre 1905 . Spedita a Odessa da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1931 . 1907 iÓ2. A GORKI Mercoledì, 14. vili. 1907 Caro Alexei Maximyc, io e Mesckovskì siamo arrivati qui oggi, e domani partiremo per Stoccarda. Sarebbe molto, molto importante che ci veniste anche voi* 0 . Primo, perchè vi hanno nominato ufficialmente attraverso il CC (con voto consultivo). Secondo, perchè sarebbe molto bene vederci, altrimenti non potremo forse incontrarci per molto tempo. Terzo, per voi si tratta di pochi giorni di viaggio; durerà non più di una settimana (non sarà come a Londra!). Non sarete in ritardo anche se partirete domenica o lunedì. In una parola, tutto è favorevole al vostro viaggio. Se state bene, suvvia, partite. Non perdete l’occasione di vedere al lavoro i socialisti internazionali; non è affatto, affatto la stessa cosa che far conoscenze in generale o quattro chiacchiere. Il prossimo congresso si terrà soltanto fra tre anni. E poi, se non ci vediamo non potremo mai metterci d’accordo per lettera su diverse cosette. In una pa- rola, venite immancabilmente. Arrivederci! Un cordiale saluto a Maria Fiodorovna. Vostro N. Lenin Inviata a Capri . Pubblicata la prima volta nei 1930. carteggio 1907 285 163. A LUNACIARSKI Caro An. Vas., ho finalmente ricevuto il vostro opuscolo* 1 . La prima parte è già arrivata da parecchio tempo. Tuttavia attendevo la fine per leggerlo completo, ma ho atteso inutilmente. Manca ancora là terza appendice ( Come Marx vedeva ecc.). È un gran guaio, perchè non avendolo tutto non oso darlo alleditore per la composizione. Se non mi avete ancora mandato questa terza appendice, cercate, vi prego, di farlo al più presto. Il denaro (200 rubli) vi è stato in- viato; Tavete ricevuto? Quanto al contenuto del vostro opuscolo, è immensamente pia- ciuto a me e anche a tutti i nostri compagni. L’opuscolo è inte- ressantissimo e scritto molto bene. Una cosa però: vi sono molte, per così dire, imprudenze esteriori, cioè tali da. offrire appigli ai vari socialisti-rivoluzionari, menscevichi, sindacalisti, ecc. Abbiamo discusso collettivamente se ritoccarlo o esprimere le nostre riserve in una prefazione. Abbiamo preferito l’ultima soluzione, perchè ritoccarlo sarebbe un peccato; significherebbe intaccare troppo Puni- ta dellesposizione. S’intende che il lettore attento e in buona fede saprà compren- dervi in modo giusto, ma dovreste premunirvi in special modo dai falsi esegeti che sono legione. Per esempio, noi dobbiamo natu- ralmente criticare Bebel, e io non approvo Trotski, il quale non molto tempo fa ci ha mandato una cosa che è tutta un’esaltazione di Essen e della socialdemocrazia tedesca in generale. Avete ra- gione quando osservate che ad Essen Bebel ha avuto torto sia nella questione del militarismo che in quella della politica colo- niale (o meglio, del carattere della lotta dei radicali su questo punto a Stoccarda). Ma si sarebbe anche dovuto dire che si tratta di errori di una persona con la quale percorriamo la stessa strada, e che si possono correggere soltanto se si rimane su questa strada, socialdemocratica, marxista. Infatti da noi ci sono molti (forse non vedete le loro pubblicazioni) che fanno malignamente dell’ironia su Bebel per esaltare i socialisti-rivoluzionari, il sindacalismo (ó la 286 LENIN Iezerski, à la Kozlov, à la Kricevski: cfr. Obrazovanie , ecc.), Tanar- chismo. A mio parere, tutte le vostre idee potrebbero e dovrebbero essere esposte in modo tale che la critica fosse diretta non contro Torto- dossia o i tedeschi in generale, ma contro Y opportunismo. Allora non vi si potrà interpretare in modo falso. Allora sarà chiara an- che la conclusione: il bolscevismo, non solo imparando dai tede- schi, ma anche sull'esempio dei tedeschi (questa vostra esigenza è mille volte giusta!) saprà prendere tutto ciò che di vivo ce nel sin- dacalismo per uccidere il sindacalismo e V opportunismo russo . Pro- prio a noi bolscevici sarà tanto più facile e naturale farlo perchè nella rivoluzione abbiamo lottato più degli altri contro il cretini- smo parlamentare e Topportunismo plekhanovista. E soltanto noi possiamo, da un punto di vista rivoluzionario e non pedantesco, come quello di Plekhanov eC., confutare il sindacalismo che porta con sè un mucchio di confusione (particolarmente pericolosa per la Russia). È uscito il n. 17 del Proletari e vi è stato inviato. Sono usciti gli Zarnitsy ** c vi sono stati inviati. Li avete ricevuti? leggete il To- varisteì Vi piace ora? Non vorreste fare come nei tempi passati, pigliarli in giro in versi? Scrivete, vi prego. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Scritta fra il 2 e Vii novembre 1907. Spedita in Italia da Kuo^ala (Finlandia). Pubblicala la prima volta nel 1934. 1908 164. A GORKI Ginevra, 9. j. 1908 Caio Al. M., sono arrivato qui in questi giorni con mia moglie. Durante il viaggio ci siamo entrambi buscati un raffreddore. Qui ci stiamo sistemando in qualche modo, per ora provvisoriamente, e perciò male. La vostra lettera mi ha rallegrato molto. Effettivamente sa- rebbe importante venire a Capri! Cercherò senz’altro di cogliere il momento per venire da voi, ma adesso, purtroppo, non è possi- bile. Siamo venuti qui con l’incarico di metter su il giornale; dob- biamo trasferire qui il Proletari dalla Finlandia. Non è ancora stato deciso definitivamente se sceglieremo Ginevra o un’altra città. In ogni caso bisogna che facciamo in fretta, e la sistemazione ci dà un mucchio da fare. Sarebbe bello poter venire da voi que- st’estate o in primavera, quando le cose saranno già avviate! Qual è il periodo più bello a Capri? Come va la vostra salute? Come state? Il lavoro va bene? Ho sentito, passando da Berlino, che voi e Lunaciarski avete fatto un giro per l’Italia c in particolare siete stati a Roma. Vi piace l’Italia? Avete visto molti russi? Penso che sia meglio venire da voi quando non avrete tanto lavoro, per poter gironzolare e chiacchierare un po’. Avete ricevuto il mio libro (il primo volume della raccolta di 288 LENIN articoli di dodici anni)***? Avevo detto di mandar velo da Pietro- burgo. Un cordialissimo saluto a M. Fiodorovna. Arrivederci! Vostro N. Lenin Mio indirizzo: Mr. Wl. Oulianoff 17. Rue des deux Ponts. 17 (chez Kùpfer). Genève . Inviata a Capri. Pubblicata per la prima volta nel 1924. 165. AI CONIUGI GORKI 15. 1. 1908 Cari A. M. e M. F., ho ricevuto oggi il vostro espresso. Diamine, mi attrae terribil- mente la prospettiva di un viaggio a Capri, da voi! Mi avete fatto un quadro così bello, che proprio lo farò questo viaggio, e cercherò di trascinarmi dietro mia moglie. Non so però ancora quando : ora non posso trascurare il Proletari , debbo metterlo su y avviare il la- voro a qualsiasi costo. E questo mi prenderà un mese o due al minimo. D’altra parte è necessario farlo. Verso la . primavera dun- que verremo a bere il vino bianco di Capri, a vedere Napoli e a fare quattro chiacchiere con voi. A proposito, ho cominciato a studiare l’italiano e come principiante mi sono subito buttato sul- l’indirizzo scritto da Maria Fiodorovna: expresso invece di espres- so ! Vocabolario alla mano! Quanto al trasporto del Proletari , siete voi che l’avete scritto, di vostra iniziativa. Ora non vi sarà più facile sbarazzarvi di noi. Ho già un mucchio di incarichi da dare a M. F-na: 1) Trovare assolutamente il segretario del sindacato degli ope- rai e degli impiegati marittimi (ci deve essere questo sindacato!) che fanno servizio sulle navi per la Russia. 2) Farsi dire da lui il porto di partenza e quello di arrivo delle navi e la frequenza dei viaggi, perchè ci organizzi imman- CARTEGGIO 1908 289 cabilmente un trasporto settimanale . Chiedere il prezzo. Bisogna trovare un uomo preciso (ce ne sono degli italiani precisi?). Oc- corre dar loro un indirizzo russo (per esempio a Odessa) a cui consegnare i giornali, oppure potrebbero provvisoriamente tenerne una piccola quantità presso qualche trattore italiano a Odessa? Ciò per noi è di estrema importanza. 3) Se M. F-na non potesse far tutto questo da sola, cioè muo- versi, cercare, spiegare, controllare, ecc., ci metta senz’altro in con- tatto diretto con questo segretario: ci metteremo allora d’accordo con lui per corrispondenza. Bisogna far presto: speriamo appunto di far uscire qui il Pro- letari fra due o tre settimane e bisognerà mandarlo subito. Allora, arrivederci a Capri! Badate, A. M,, di conservarvi in buona salute! Vostro V . Ulianov Spedita a Capri da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1924. 1 66. A ROTHSTEIN 29. 1. 1908 Caro compagno, due mesi e mezzo o tre mesi fa ho ricevuto in Finlandia la vostra lettera, che ci ricorda il nostro debito" 4 , e Tho trasmessa al CC. Ora la « catastrofe in Finlandia » mi ha costretto a venire a Ginevra, e il trasloco mi ha preso molto tempo e mi ha dato molto da fare. Oggi un mio amico di qui mi ha comunicato che voi insistete per il pagamento e che l’inglese minaccia perfino di pub- blicare la cosa sui giornali (!), ecc. Scriverò subito di nuovo in Russia che bisogna pagare il de- bito. Ma non sapete che ora è estremamente difficile farlo? La ca- tastrofe in Finlandia, l’arresto di molti compagni, il sequestro di 290 LENIN documenti, la necessità di trasferire la tipografìa, di mandare al- l’estero molti compagni, per tutto ciò abbiamo avuto un mucchio di spese assolutamente impreviste. La situazione finanziaria del partito è resa ancora più grave dal fatto che da due anni a questa parte tutti si erano disabituati alla clandestinità, e il lavoro legale o semilegale li aveva « viziati ». Bisogna ora organizzare quasi ex novo le organizzazioni clandestine. Questo costa un mucchio di soldi. D’altra parte tutti gli elementi dell’ambiente intellettuale e piccolo-borghese abbandonano il partito: lesodo degli intellet- tuali è enorme. Restano i proletari genuini, e non vi è la possi- bilità di fare sottoscrizioni aperte. Bisognerebbe spiegare questo all’inglese, fargli capire che le condizioni che esistevano all’epoca della II Duma, quando con- cesse il prestito, erano del tutto diverse, che il partito naturalmente pagherà i suoi debiti, ma che pretenderlo ora è impossibile, incon- cepibile, sarebbe agire da usuraio, ecc. Bisogna convincere l’inglese. Difficilmente potrà avere il de- naro; uno scandalo non gli servirebbe a nulla. Se la memoria non mi inganna: i membri delle frazioni avevano ben firmato separatamente, e rispondono ognuno per la propria frazione ? Una stretta di mano. Vostro N. Lenin P. S. Non conoscendo il vostro indirizzo ho scritto a Quelch, chiedendogli di raccogliere un po’ di pubblicazioni. Glie ne sarei estremamente grato : temo che non sempre riesca a capire il mio terribile inglese I Il mio indirizzo: VI. Oulianoff. i7.Rue des deux Ponts. Genève. Spedita a Londra da Ginevra. Pubblicala la prima volta nel tgjo. CARTEGGIO 1908 2 9 I 167. A GORKI 2. 11. 1908 Caro A. M., vi scrivo per due cose. Primo, per Semascko. Se non lo conoscete personalmente, non vale la pena che interveniate a proposito di quanto espongo più avanti. Se lo conoscete, fatelo. L. Martov ha pubblicato nel giornale socialdemocratico di Ber- na una « dichiarazione * dove dice che Semascko non era delegato al Congresso di Stoccarda, ma semplicemente un giornalista . Non vi è alcun cenno alla sua appartenenza al partito socialdemocra- tico. È un vile attacco di un menscevico contro un bolscevico che si trova in carcere. Ho già mandato una mia dichiarazione uffi- ciale come rappresentante del POSDR all’Ufficio internazionale** 4 . Se conoscete Semascko personalmente o lo avete conosciuto a Nizni, scrivete senz altro a quel giornale che la dichiarazione di Martov vi indigna, che conoscete personalmente Semascko come socialdemocratico, che siete convinto che egli non ha partecipato ai fatti che la polizia internazionale ha gonfiato. In calce l’indirizzo del giornale e il testo completo della dichiarazione di Martov, che M. F. vi tradurrà. Alla redazione scrivete pure in russo e pregate M. F. di allegare una traduzione tedesca. Secondo. Ora siamo qui tutti e tre, noi mandati dalla Russia per metter su il Proletari (Bogdanov, io e un «pratico»). Tutto è stato sistemato e fra giorni pubblicheremo l’annuncio*". Fra i collaboratori mettiamo anche voi. Scriveteci un paio di righe per dirci se potete mandarci qualche cosa per i primi numeri (del tipo delle Note sulla piccola borghesia della No vaia Gizn o qualche brano del racconto che state scrivendo** 7 , ecc.). Una forte stretta di mano. Un cordiale saluto a M. F-na! Vostro V . Ulianov 292 LENIN Nella Bcrner Tagwacht (indirizzo della redazione: Kapellen- strasse. 6. Bern. Organo della socialdemocrazia), n. 24 del 30 gen- naio 1908, è pubblicato quanto segue : * Dichiarazione. In alcuni giornali si legge che il dr. Semascko, arrestato poco tempo fa a Ginevra, era un delegato del gruppo di Ginevra della social- democrazia russa a Stoccarda. A smentita di quanto sopra, dichiaro che il dr. Se- mascko non era membro della sezione russa al succitato congresso e non aveva alcun mandato di delegato. Egli partecipò al congresso soltanto in qualità dì gior- nalista. L. Martovy delegato della socialdemocrazia russa al Congresso di Stoccarda » •. Tutto qui. L’infamia consiste in questo: la socialdemocrazia rinnegherebbe in modo indiretto Semascko, lo rinnegherebbe de- finitivamente. Spedita a Capri da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1924. 168. A GORKI 7. 11. 1908 Caro A. M., quanto alla vostra dichiarazione mi consiglierò con A. A.: se- condo me non conviene pubblicarla, dato che non lo avete cono- sciuto personalmente A quale raccolta bolscevica avete inviato l’articolo sul cinismo? Sono perplesso, perchè mi si informa immancabilmente delle rac- colte bolsceviche, e di quella non ho mai sentito parlare. Spero che l’abbiate mandata alla raccolta di Pietroburgo. Della lettera a Sèn- kevic mandatemi una copia, se l’avete (segnando la data di spedi- zione), ma Senkevic la pubblicherà certamente, poiché c'è un’in- chiesta. I vostri progetti sono molto interessanti, e verrei volentieri, ma dovete convenire che non posso abbandonare un lavoro di partito che bisogna sistemare immediatamente È diffìcile organizzare •Nel testo la dichiarazione è in tedesco (N.d. JL). CARTEGGIO 1908 293 una cosa nuova. Non posso abbandonarla. Tra un mese o due, o giù di lì, tutto sarà a posto, e allora potrò liberamente allontanarmi per una settimana o due. Sono mille volte d’accordo con voi sulla necessità di lottare si- stematicamente contro lo scoraggiamento politico, il tradimento, i continui piagnistei, ecc. Quanto alla « società » e alla « gioventù », non penso che fra noi ci siano dissensi. Nel nostro partito Pim- portanza degli intellettuali è in declino: le notizie che giungono da ogni luogo confermano che gli intellettuali se ne vanno. Non ci resta che augurare buon viaggio a questa canaglia. Il partito si libera dal pattume piccolo-borghese. Gli operai si dedicano con maggiore energia alla causa. Cresce l’importanza dei funzionari operai. Tutto ciò è meraviglioso, e sono convinto che le vostre « pedate » vanno intese in questo senso. Ed ora, come aiutare, quali « pubblicazioni fare » precisamente? Le raccolte o il Proletari ? Naturalmente la cosa più facile sarebbe rispondere non o, ma e; questa risposta sarebbe perfetta, ma poco pratica. S’intende che le raccolte legali ci devono essere; i nostri compagni di Pietroburgo ci sudano sopra e anch’io ci ho lavorato, dopo Londra, quando ero a Quaquala 270 . Se è possibile, bisogna fare ogni sforzo per sostenerli e per continuare queste raccolte. Ma la mia esperienza, da Londra fino al novembre (sei mesi!), mi ha convinto che ora non si riuscirebbe a creare pubblicazioni legali sistematiche . Sono convinto che il partito ha ora bisogno di un organo politico che esca regolarmente, che mantenga una linea di lotta ferma e conseguente, contro la disgregazione e lo scora- mento, di un organo di partito , di un giornale politico. Molti russi non credono che si possa avere un organo di stampa all’estero. Ma c un errore, e non per nulla il nostro collegio ha deciso di trasferire il Proletari qui. È difficile avviarlo, organizzarlo, dargli vita, non c’è che dire, ma bisogna farlo e si farà. Perchè non includere la critica letteraria in questo giornale? Poco posto? Naturalmente non conosco il vostro sistema di lavoro. Purtroppo durante i nostri incontri siamo stati costretti più a scam- biare quattro chiacchiere che a parlare seriamente. Se non vi va di scrivere piccoli articoli, brevi, periodici (settimanali o quindi- 294 LENIN cinali), se vi sentite più portato a un lavoro di grande mole , in questo caso naturalmente non vi consiglierò di interromperlo. Ci sarà molto utile! Ma se desiderate anche lavorare con noi in un giornale poli- tico, perchè non continuare, non introdurre l’uso di quel genere a cui avevate dato inizio, e un buon inizio, secondo me, con le Note sulla piccola borghesia nella Novaia Giznì Di questo vi avevo gii scritto in una delle mie prime lettere « con intenzione predetermi- nata», pensando: se lo attira, accetterà con entusiasmo. E mi sem- bra che nell’ultima lettera, in un certo qual modo sia così. O mi sbaglio? Ne guadagnerebbe molto sia il lavoro di partito, attra- verso un giornale non più unilaterale come nel passato, sia il la- voro letterario, che sarebbe strettamente connesso con quello di partito, con l’influenza sistematica, continua sul partito! Di modo che non vi sarebbero c incursioni », ma un attacco continuo su tutta la linea, senza tregue, senza interruzioni, di modo che i socialdemo- cratici bolscevichi non solo attaccherebbero a reparti isolati gli sci- muniti d ogni specie, ma conquisterebbero tutto, così come i giap- ponesi hanno conquistato la Manciuria togliendola ai russi. Dei tre temi che indicate per le raccolte (filosofia, critica let- teraria e tattica del momento), uno e mezzo potrebbero passare al giornale politico, il Proletari : la tattica del momento e una buona metà della critica letteraria. Oh! che ce di buono in quei lunghi articoli di critica letteraria che si disperdono su varie riviste semi- partito o extrapartito? Sarebbe meglio che provassimo a fare un passo avanti, abbandonando queste vecchie maniere da intellettuali, da signóre, cioè legando anche la critica letteraria più strettamente al lavoro di partito, alla direzione del partito. Così fanno i partiti socialdemocratici adulti dell’Europa. Così dobbiamo tare anche noi, senza temere le difficoltà che presentano i primi passi del lavoro giornalistico collegiale in questo campo. Grandi scritti di critica letteraria nei libri e in parte nelle riviste. Articoli sistematici, periodici, di concerto con il giornale poli- tico, in relazione al lavoro di partito e del tipo di quelli iniziati dalla Novaia Gizn. Ditemi, avete voglia di farlo o no? Il terzo argomento c la filosofia. So molto bene che la mia im- CARTEGGIO 1908 295 preparazione in questo campo non mi permette di intervenire pub- blicamente. Ma come semplice marxista leggo attentamente i nostri filosofi di partito, leggo attentamente Tempiriomonista Bogdanov e gli empiriocritici Bazarov, Lunaciarski, ecc., ed essi spingono tutte le mie simpatie verso Plc\hanov\ Bisogna avere una bella forza per non lasciarsi trascinare dalle passioni, come è il caso di Plekhanov! La sua tattica è al di sopra della banalità e della bas- sezza. In filosofia egli sostiene una causa giusta. Io sono per il materialismo, contro l’« empirio- » ecc. Si può, si deve legare la filosofia con lorientamento del lavoro di partito? con il bolscevismo? Penso che ora questo non si possa fare. Lasciamo che i nostri filosofi di partito lavorino ancora per un certo tempo sulla teoria, che discutano e... arrivino a mettersi d’accordo. Per ora propenderei a tenere queste discussioni filoso- fiche fra materialisti e «empirio-» lontane dal vero lavoro di partito. Attendo una vostra risposta; per ora devo finire. Vostro Lenin Spedita a Capri da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1934 . 169. A LUNACIARSKI Ad Anat. Vas. Caro An. Vas., 13. 11. 1908 vi ho mandato ieri un bigliettino sul conto di Bringman. Mi affretto a rispondere alla vostra lettera dell’11. Non capisco bene perchè la mia lettera vi abbia fatto dispiacere. Non sarà per la filosofia? Il vostro progetto di aprire una rubrica letteraria nel Proletari e di affidarla a A. M. è eccellente e mi ha fatto molto piacere. So- gnavo proprio di rendere permanente la rubrica di critica lette- raria nel Proletari e di affidarla a A. M. Ma avevo paura , una terri- 20-675 296 LENIN bile paura di proporre la cosa direttamente, poiché non conosco il carattere del lavoro di A. M. (com’è orientato). Se egli fosse occu- pato in un lavoro serio e importante, se distraendolo per farlo occu- pare di minuzie, di un giornale, di pubblicistica, questo suo lavoro potesse essere danneggiato, sarebbe un’assurdità e un delitto distur- barlo e distrarlo! Questo lo comprendo e lo sento bene. Voi che siete sul posto potete veder meglio, caro An. Vas. Se ritenete che non danneggeremo il lavoro di A. M. addossandogli un regolare lavoro di partito (e da questo il lavoro di partito trarrà grandi vantaggi!), cercate di aggiustare la cosa. Il n. 21 del Proletari uscirà il 13 (26) febbraio. Ciò vuol dire che c’è ancora tempo. Sarebbe desiderabile avere i manoscritti ve- nerdì per poter essere sicuri di fare in tempo per il numero che uscirà mercoledì. Se ci si affretta, si può arrivare in tempo anche se il manoscritto arriverà domenica (per non perdere tempo scri- vete e mandate il manoscritto direttamente al mio indirizzo) e an- che (in caso estremo!) lunedì. Scrivete senza fallo anche voi. Non mandereste per il n. 21 o un articolo politico sugli affari russi (10-16 mila battute) o un articolo sull’uscita di Ferri* 71 (8-10 mila battute)? Meglio ancora se, invece di « 0...0 », fosse « e...e ». Una forte stretta di mano. Vi prego di rispondere se si mettono bene le cose per la collaborazione di A. M. al Proletari . In caso affermativo, fate in modo che cominci subito, senza attendere il ♦ congresso»* 71 e l’accordo. Spedita a Capri da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1924 . 170. A GORKI Caro Al. M., 13. 11. 1908 penso che qualcuno dei problemi che avete sollevato circa i no- stri dissensi non sia dovuto che a un malinteso. Naturalmente non ho pensato di ♦ dare addosso agli intellettuali », come fanno gli CARTEGGIO 1908 297 sciocchi sindacalisti, o di negare che il movimento operaio ha bi- sogno di loro. Su tutte queste questioni non vi possono essere dis- sensi fra di noi; ne sono fermamente convinto e, dato che non possiamo incontrarci ora, è necessario che cominciamo a lavorare assieme subito. Nel lavoro ci intenderemo in modo definitivo più facilmente e meglio. Il vostro progetto di scrivere piccole cose per il Proletari (l’an- nuncio vi è stato inviato) mi fa molto, molto piacere. Ma, s’intende, se state facendo un lavoro di grande mole, non distraetevene . Quanto a Trotski volevo rispondervi neirultima mia, ma me ne sono scordato. Noi (cioè questa redazione del Proletari , Al. AL, io e « Inok », un ottimo collega che viene dai bolscevichi russi) ab- biamo subito deciso di invitarlo nel Proletari . Gli abbiamo scritto una lettera, gli abbiamo indicato e proposto un tema. Abbiamo firmato, di comune accordo , «redazione del Proletari », deside- rando che la cosa avesse un carattere il più collegiale possibile (io, per esempio, ho avuto personalmente con Trotski una grande bat- taglia, ci siamo battuti accanitamente negli anni 1903-1905, quando egli era menscevico). Non so se Trotski si sia offeso per questa for- ma, comunque ha inviato una lettera scritta da un altro « per inca- rico del compagno Trotski », informando la redazione del Proletari che egli non accettava di scrivere, che era occupato. Secondo me, è una posa. Anche al Congresso di Londra egli si è comportato da posatore. Non so poi se andrà con i bolscevichi... I menscevichi hanno pubblicato qui l’annuncio del mensile Golos Sozial-Demokrata firmato da .Plekhanov, Axélrod, Dan, Martov e Martynov. Me lo procurerò e ve lo manderò: La lotta può inasprirsi. E Trotski vuole tenersi «al di sopra delle frazioni in lotta »... Quanto al materialismo, appunto come concezione del mondo, penso di non essere d’accordo con voi sulla sostanza. E, precisa- mente, non sulla « concezione materialistica della storia » (i nostri « empi rio- » 378 non la respingono), ma sul materialismo filosofico. Che gli anglosassoni e i germanici debbano al « materialismo » il loro spirito piccolo-borghese e i latini l’anarchismo, questo decisa- 20* 298 LENIN mente lo contesto. Il materialismo, come filosofia, è da essi trascu- rato dappertutto. La Neue Zeit , l’organo più coerente e competente, è indifferente alla filosofia, non è mai stato un accanito sostenitore del materialismo filosofico, e negli ultimi tempi ha pubblicato, senza fare alcuna riserva, gli empiriocritici. Che dal materialismo insegnato da Marx e Engels si sia potuto trarre un morto fili- steismo, è falso, falso! Tutte le correnti piccolo-borghesi della so- cialdemocrazia combattono soprattutto il materialismo filosofico; tendono a Kant, al neokantismo, alla filosofia critica. No, la piccola borghesia non ammette nemmeno sulla soglia di casa sua la filo- sofia di cui Engels ha gettato le basi nell 1 Antiduhring, Plekhanov nuoce a questa filosofia legando qui la lotta con la lotta di frazione, ma nessun socialdemocratico russo deve confondere il Plekhanov di oggi con il vecchio Plekhanov. Al. Al. se ne è andato or ora. Gli riferirò ancora del ? Non è migliore l’altra strada; come per il passato, voi continuate a scri- vere stando in disparte , non nelle pubblicazioni della frazione. Lot- tate stando in disparte, la frazione per ora aspetterà. Se vi è una possibilità di attenuare l’inevitabile irritazione, secondo me questa è la sola. Voi scrivete: da una rissa i menscevichi ci guadagneranno. Vi sbagliate, vi sbagliate profondamente, A. M.! Ci guadagneranno se la frazione bolscevica non si separerà dalla filosofia dei tre bolsce- vichi. In questo caso ci guadagnerebbero definitivamente. Ma se la rissa filosofica si svolgerà al di fuori della frazione, i menscevichi saranno definitivamente portati sul terreno della politica, e questo sarà la loro morte. Dico: separare la rissa dalla frazione. Naturalmente operare questa separazione su persone vive è difficile, doloroso. Occorre tempo. Occorrono compagni volenterosi. Qui saranno di aiuto i pra- tici, qui dovete essere di aiuto voi, qui occorrerà della « psicologia >, e in questo voi ci sapete fare meglio di tutti. Penso che qui potreste essere di grande aiuto, se, naturalmente, leggendo il mio libro contro i Saggi™ non vi arrabbierete contro di me tanto quanto io mi sono arrabbiato contro di loro. Riflettete bene a proposito della rivista e rispondetemi al più presto. Sono un po’ in dubbio se valga la pena che noi veniamo adesso assieme da voi. Perchè logorarsi i nervi quando non ce n’è bi- sogno? Più durano gli addii, più lacrime si spargono... e della rissa non si può fare a meno. Non sarebbe meglio risolvere la questione della rivista in modo semplice, senza lunghe trattative e riunioni solenni che non servono a nulla? Vi rivolgo solo delle domande, per consigliarmi con voi. Un cordiale saluto a M. F. A Capri verrò senz’altro e cercherò 3°2 LENIN di trascinarvi anche mia moglie; vorrei però farlo indipendente- mente dalla rissa filosofica. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin P. S. Aggiungo un ’ importante informazione sullo sbirro che c*è da voi. Spedita a Capri da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1924. 173. A GORKI Come mai, caro A. M., non vi fate vivo? Avevate scritto di aver portato a termine da mólto tempo un lavoro di grande mole e di apprestarvi ad aiutarci per il Proletari , Quando, dunque? Che ne direste di un articoletto su Tolstoi o qualcosa di simile? Scriveteci se avete intenzione di farlo. Al. Al. è partito per venire da voi. Io non posso nè abbandonare il giornale, nè staccarmi dal lavoro. Ma è solo un rinvio, verrò in ogni modo. Com’è, a vostro parere, il Proletari ? È un povero trovatèllo. Non avevo mai trascurato in questo modo il nostro giornale: leggo per giornate intere quegli stramaledetti di machisti e scrivo gli articoli per il giornale con una fretta incredibile. Una stretta di mano. Vostro Lenin Mille saluti a M. F.! In bicicletta la verrò a trovare! Fate scrivere anche Anat. Vas. per il Proletari ! Permettetemi di dime quattro filosoficamente, e intanto aiutate il Proletari Scritta nella prima metà dell aprile 1908 . Spedita a Capri da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1924 CARTEGGIO 1908 303 174. A LUNACIARSKI Ad Anat. Vas. 16. iv. 1908 Caro A. V., ho ricevuto la vostra lettera. Sono molto lieto che vi mettiate a lavorare per il Proletari . È una cosa estremamente necessaria , e c’è particolarmente bisogno proprio dei temi che avete indicato -(- cor- rispondenze dall’Italia. Badate però di non dimenticare che colla- borate a un giornale di partito e fate sì che non lo dimentichi nemmeno chi vi circonda. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin P. S. Quanto alla filosofia vi dico a quattrocchi : non posso re- stituirvi i complimenti e penso che anche voi presto li ritirerete. Intanto la mia strada si è divisa (e credo per molto) da quella di coloro che predicano l’« unione del socialismo scientifico con la religione > e da quella di tutti i machisti. Spedita a Capri da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1924. 175. A GORKI 16. iv. 1908 Caro Al. M., ho ricevuto oggi la vostra lettera c mi affretto a rispondere. Ve- nire sarebbe per me inutile e dannoso: conversare con gente che è giunta al punto di predicare l’unione del socialismo scientifico con la religione è una cosa che non posso fare e non farò. Il tempo dei quaderni è passato. Discutere non si può, c logorarsi i nervi 3°4 LENIN inutilmente è stupido. Occorre separare la filosofia dalle cose di partito (di frazione): lo impone anche la decisione del CB 17 *. Ho già dato alle stampe una dichiarazione di guerra che è quanto di più formale ci possa essere l7 \ Non ce ormai più posto per la diplomazia, e naturalmente parlo di diplomazia non nel significato cattivo, ma in quello buono. La « buona > diplomazia da parte vostra, caro A. M. (se anche voi non vi siete messo a credere in dio), dovrebbe consistere nel separare le nostre questioni generali (cioè me compreso) dalla fi- losofia. Un colloquio su cose che non siano la filosofia oggi non ap- proderebbe a nulla: ne verrebbe fuori qualcosa di innaturale. D’al- tra parte se questi altri quesiti, non filosofici, ma del Proletari per esempio, richiedono un colloquio proprio ora , proprio con voi, po- trei venire (non so se troverò il denaro; proprio adesso siamo in difficoltà), ma, ripeto, alla sola condizione di non parlare nè di filosofia, nè di religione. Da voi ho comunque intenzione di venire, immancabilmente, finito il lavoro, per chiacchierare un po| in libertà. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Un cordiale saluto a M. F,: lei, spero bene, non sarà in favore di dio, no? Spedita a Capri da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1924. 176. A GORKI Caro A. M., 19. iv. 1908 ho ricevuto il telegramma vostro e di M. F., e oggi o domani comunicherò che non accetto. Ripeto ancora una volta che in nes- sun caso è ammissibile mischiare le dispute filosofiche di letterati con le cose del partito (cioè della frazione ). L’ho già scritto a cahteggio 1908 3°5 An. Vas. wo e, ad evitare che il mio rifiuto di venire provochi inter- pretazioni o illazioni errate, lo ripeto per tutti i compagni. Dob- biamo, come per il passato, portare avanti amichevolmente il lavoro della frazione: nessuno di noi si è mai rammaricato della politica che abbiamo svolto al tempo della rivoluzione. È dunque nostro dovere sostenerla ora e sostenerla anche in futuro di fronte al par- tito. Lo possiamo fare soltanto tutti assieme e dobbiamo farlo nel Proletari e in tutto il lavoro di partito. Se poi A se la prende con B o B se la prende con A per la filosofia, ciò deve avvenire in privato, cioè senza che si creino osta- coli al lavoro. Prego vivamente voi e i compagni di non interpretare male il mio rifiuto. Vi faccio molte scuse, ma dato lo stato delle cose e la situazione della redazione non posso venire. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Attendiamo al più presto da An. Vas. l’articolo promesso sullo sciopero di Roma “. Da tutti gli scrittori attendiamo aiuto per il Proletari : tutti noi rispondiamo di fronte ai russi, i quali sono scontenti di loro. Al. Al. si preoccupi seriamente del denaro!! In Russia sono alla disperazione per la mancanza di denaro. Spedita a Capri da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1924. 177. A VOROVSKI Caro amico, grazie per la lettera. I vostri « sospetti > sono entrambi infon- dati. Non ho i nervi, ma la nostra situazione è difficile, si profila una scissione con Bogdanov. La vera causa è che si è offeso per l’aspra critica fatta nelle conferenze (e niente affatto nella reda- zióne) alle sue opinioni filosofiche. Ora Bogdanov va in cerca di tutti i motivi di dissenso. Ha tirato fuori il boicottaggio, assieme 3 °6 LENIN ad Alexinski, il quale suscita scandali a tutto andare, e con cui sono stato costretto a rompere ogni rapporto. Essi preparano la scissione su un terreno empiriomonistico-boi- cottista. La faccenda scoppierà presto. Una rissa alla prossima con- ferenza è inevitabile. La scissione è molto probabile. Uscirò dalla frazione non appena la linea « di sinistra * e di autentico « boicot- tatilo» avrà il sopravvento. Vi ho chiamato pensando che un vostro pronto arrivo potesse contribuire a riportare la pace. Tut- tavia neiragosto, nuovo stile, contiamo senz’altro su di voi come partecipante alla conferenza. Organizzate assolutamente le cose in modo da poter venire austero. Manderemo i soldi per il viaggio a tutti i bolscevichi. Date ovunque questa parola d’ordine: dele- gare soltanto militanti locali che lavorino effettivamente. Vi pre- ghiamo vivamente di scrivere per il nostro giornale. Siamo ora in grado di pagare per gli articoli e pagheremo puntualmente. Una stretta di mano. Non conoscete nessun editore che voglia pubblicare la filosofia che sto scrivendo"? Scritta il /• luglio 1908. Spedita a Odessa da Ginevra. Pubblicata la prima volta nel 1924. 178. A IUSCKEVIC io. xi. Egr. Sig., non accetto nè di diluire il marxismo, nè una tribuna libera offerta da una redazione che non conosco” N. Lenin Scritta il io novembre 1908 . Spedita a Pietroburgo da Ginevra . Pubblicata la prima volta nel 1933. 1909 179- A ROSA LUXEMBURG 18. v. 1909 Werte Genossin *, vi ho inviato ieri sotto fascia raccomandata un esemplare del mio libro di filosofia, in ricordo del colloquio che nel nostro ultimo incontro abbiamo avuto a proposito di Mach. Se possibile, vi pregherei vivamente di segnalare questo libro* 84 sulla Neue Zeit , nel Verzeichnis der in der Reda^tion eingelau - fenen Druc^-Schriften * # . Se per questo fosse necessario attenersi alle formalità, cioè mandare il libro alla redazione stessa (che non capisce il russo), vi prego di scrivermelo, ed io cercherò di man- darne una copia indirizzata alla redazione della Neue Zeit . Naturalmente avrete saputo dal compagno Tyszko della nostra lotta interna fra bolscevichi. Il vostro articolo contro gli otzovisti e gli ultimatisti è piaciuto molto a tutti"*: è un peccato però che scriviate così raramente in russo, che preferiate il ricco partito so cialdemocratico dei tedeschi al povero partito socialdemocratico dei russi. Buone cose! Un saluto a Tyszko. Una stretta di mano. N. Lenin # Stimata compagna (N.d.R.). ••elenco dei libri ricevuti dalla redazione (N.J.R.). 3°8 LENIN P. S. La nota della redazione della Nette Zeit al (magnifico) articolo di Rothstein, nel n. 33, mi porta a pensare che allo stesso Kautsky non piaccia molto ora la sua difesa deirindependent La- bour Party fatta a Bruxelles**... Non è cosi? Spedita a Berlino da Parigi. Pubblicata la prima volta net 1925. 180. A LIUBIMOV Caro Mark, invio per Liova la mia risposta ai capresi m . Se lo ritiene neces- sario, ne faccia una copia per Inok e poi mandi la lettera a Capri; Tindirizzo non lo so. Penso che si possa spedire in doppia busta; scrivere su quella esterna: Signor Massimo Gor\i . Villa Blaesus. Capri . Italie; e su quella interna: per la Commissione esecutiva della scuola. Non conosco nessun altro indirizzo. Quanto a Trotski, devo dire che sarò personalmente e risolu- tamente contrario ad aiutarlo , se egli rifiuterà (e ha già rifiutato!) la parità nella redazione, propostagli dal membro del CC. Se su questo problema non vi è una decisione della Commissione ese- cutiva del Centro bolscevico non si deve far nulla per aiutare Trotski. Perciò la Commissione economica ha il diritto di consen- tire che si stampi la Pravda *" nella tipografia del Proletari soltanto nel caso in cui ciò non costituisca un aiuto alla nuova frazione (perchè Trotski sta fondando una nuova frazione, mentre il mem- bro del CC bolscevico gli aveva invece proposto di entrare nel par- tito), ma un affare di puro carattere commerciale, dietro paga- mento, come qualsiasi altro, alla condizione di lasciare i compo- sitori liberi, ecc. Insisto nel modo più energico perchè la questione dei rapporti con la Pravda sia decisa dalla Commissione esecutiva CARTEGGIO I909 309 del CB e non si faccia nulla per aiutare Trotski prima che questa decisione sia presa; non ci si deve impegnare in nulla . Una stretta di mano. N . Lenin P. S. Prego di fare in ogni caso una copia della mia lettera per i capresi. Potrà essere necessaria per il CB. Scritta il 18 agosto / 909 . Spedita a Parigi da Bombon (Francia), Pubblicata la prima volta nel 1933. 181. ALLA REDAZIONE DEL « SOZIAL-DEMOKR AT » Ho ricevuto il n. 7-8 del Sozial-Demofy-at. Protesto contro la firma di Trotski: bisogna togliere le firme. (Non ho ancora avuto tempo di leggere gli articoli). Quanto al Proletari , penso che occorra pubblicare 1) un arti- colo sulle elezioni a Pietroburgo (in relazione alla banalità della Riec e di Vodovozov, se la Riec non ha detto bugie su di lui); 2) sullo sciopero svedese: immancabilmente un articolo che ne dia il bilancio; 3) idem sugli avvenimenti spagnoli; 4) sui menscevichi, in relazione alla loro polemica (infame) con il ginevrino (Geor- gien*®) antiliquidatore; 5) in supplemento (foglio a parte), la ri- sposta alla Lettera aperta di Maximov e C.”° Occorre risponder loro come si deve, perchè questi mascalzoni non disorientino la gente con le loro menzogne. Dopo tre settimane di riposo comincio a riprendermi. Mi ad- dosserei forse i nn. 4 e 5, in caso estremo anche il n. 1, ma ho ancora paura di promettere. Scrivete che ne pensate e le scadenze (esatte). Cosa c’è ancora per il Proletari 3? I nn. 2 e 3 possono essere approntati in base al Vorwàrts : ve lo manderò se vi impegnate a scrivere. Quanto alla Pravda y avete letto la lettera di Trotski a Inok? Spero vi sarete convinti, se l’avete letta, che Trotski si è compor- tato come un infame carrierista e frazionista del tipo di Riazanov 3io LENIN e compagni. O parità nella redazione, subordinazione al CC e tra- sferimento a Parigi di nessun altro all’infuori di Trotski (quel ma- scalzone vuole « sistemare > a nostre spese tutta l’allegra brigata della Pravdal) t o rottura con questo avventuriero e smascheramento nell’organo centrale. Ciarla di partito e si comporta peggio. di tutti gli altri frazionisti. Una stretta di mano. N. Lenin Mio indirizzo: Mr. Wl. Oulianoff. (Chez madame Lecreux). Bombon (Seine-et-Marne). P. S. Kamenev è meglio lasciarlo perdere, non vi pare ? E Par- ticelo sul Movimento sodale promesso da un mese e mezzo (o da sei mesi)??... Scritta il 24 agosto 7909. Spedita a Parigi da Bombon . Pubblicata la' prima volta nel 1933. 182. A LIUBIMOV Caro Mark, naturalmente sono pienamente d’accordo che utilizziate come volete la mia lettera per una relazione o per la stampa" 1 . Tenete però presente che sto scrivendo per il Proletari un articolo # dove tratto apertamente da canaglie quella banda di mascalzoni, Maxi- mov e C., e chiamo la loro scuola non altrimenti che « allòggio di leroghin > Dunque, perchè non vi siano malintesi : sono disposto a parlare « cortesemente > soltanto agli operai che si sono rivolti personalmente a me, a nome loro. Invece Maximov e C. sono una banda di avventurieri, che hanno attirato qualche operaio nell’alloggio di leroghin. Perchè non ne •Se riuscirò a terminarlo, ve Io manderò domani per espresso; può darsi che arrivi in tempo per la relazione. CARTEGGIO I909 3 11 esca una contraddizione, non diffondete fra i compagni la mia let- tera, ma mandatela esclusivamente alle organizzazioni, facendo questa riserva (che è meglio aggiungere alla lettera): . Consiglierei a tutti o di non andare alla conferenza di Bogdanov o di rispondergli in modo tale da togliergli una volta, per sempre la voglia di immischiarsi. È un’infame vigliaccheria da parte sua in- trufolarsi nell'altrui frazione dopo esserne stato cacciato. Oggi non c’è nulla di peggio che far del sentimentalismo. Rottura completa e guerra più aspra che contro i menscevichi . Questa guerra finirà col convincere rapidamente gli sciocchi che ancora non si « sono orientati ». Una stretta di mano. N. Lenin P. S. E il Dnievni\ di Ple\hanov\\\ Non dimenticate che lo aspetto. Scritta all inizio del settembre /909. Spedita a Parigi da Bombon. Pubblicata la prima volta nel 1933, 183. A GORKI Caro Alexei Maximovic, 16. xi. 1909 sono sempre stato pienamente convinto che voi e il compagno Mikhail foste i frazionisti più duri della nuova frazione e che sa- rebbe stato da parte mia assurdo fare un tentativo di parlarvi ami- chevolmente. Oggi ho visto per la prima volta il compagno Mi- khail, ho parlato con lui a cuore aperto delle nostre cose e di voi 21-675 3 12 LENIN e ho visto che mi ero sbagliato di grosso. Aveva ragione il filo- sofo Hegel, perbacco : la vita va avanti a furia di contraddizioni, e le contraddizioni della vita sono molto più ricche, più varie, più so- stanziali di quanto alla mente umana non possa a prima vista sembrare. Io consideravo la scuola soltanto come il centro di una nuova frazione. È risultato che non è vero, non nel senso che essa non sia stata il centro di una nuova frazione (la scuola è stata un siffatto centro e continua a esserlo anche ora), ma nel senso che questo non è tutto, che questa non è tutta la verità. Soggettiva- mente certe persone hanno fatto della scuola un centro di questo tipo, obiettivamente essa lo era, ma oltre a ciò la scuola ha attinto dalla vera vita operaia dei veri operai di avanguardia. Ne è risul- tato che, oltre alle contraddizioni fra la vecchia e la nuova fra- zione, a Capri si è sviluppata una contraddizione fra una parte degli intellettuali socialdemocratici e gli operai, autentici russi, che portano la socialdemocrazia sulla strada giusta a qualsiasi costo e qualsiasi cosa avvenga, nonostante gli intrighi e le mene, le « sto- rie » deirestero, ecc. ecc. Uomini dello stampo di Mikhail ne sono la garanzia. È successo anche che nella scuola si è sviluppata una contraddizióne fra gli elementi intellettuali della socialdemocrazia caprese. Dalle parole di Mikhail vedo, caro A. M., che vi trovate ora in una situazione molto penosa. Vi è toccato improvvisamente ve- dere il movimento operaio e la socialdemocrazia sotto quell’aspetto, in quelle manifestazioni e in quelle forme che già più di una volta nella storia della Russia e dell'Europa occidentale hanno portato gli intellettuali di poca fede a disperare del movimento operaio e della socialdemocrazia. Sonò convinto che a voi ciò non accadrà, e dopo aver parlato con Mikhail vorrei stringervi forte la mano. Con il vostro talento di artista voi avete apportato al movimento operaio della Russia — e non della sola Russia — un beneficio così grande e ne apporterete ancora tanto che in nessun caso vi potete permettere di lasciarvi prendere da uno stato d’animo penoso do- vuto a episodi della lotta che si svolge allestero. Si verificano cir- costanze in cui la vita del movimento operaio genera inevitabil- mente airestero questa lotta e scissioni e mene e litigi di circolo, non perchè il movimento operaio sia intrinsecamente debole o la CARTEGGIO 1909 313 socialdemocrazia sia intrinsecamente errata, ma perchè troppo di- versi ed eterogenei sono gli elementi con i quali la classe operaia deve forgiare il suo partito. Ma in ogni caso lo forgerà, forgerà una magnifica socialdemocrazia rivoluzionaria in Russia, la for- gerà più presto di quanto talvolta possa sembrare dal punto di vista di questa stramaledetta emigrazione, la forgerà più sicuramente di quanto ci si immagini se si giudica da alcune manifestazioni este- riori e da alcuni singoli episodi. Uomini dello stampo di Mikhail ne sono la garanzia. Una forte stretta di mano a voi e a Maria Fiodorovna, perchè ora ho la speranza che ci incontreremo ancora non da nemici. Vostro Lenin Wl. Oulianoff. 4. Rue Marie Rose. 4 Paris. XIV Spedita a Capri da Parigi . Pubblicata la prima volta nel IQ24. 154. A GORKI Caro A. M., quanto' alla mia venuta, avete torto. A che prò litigare con Maximov, Lunaciarski, ecc.? Voi stesso scrivete: vi accapigliate fra di voi, c poi invitate a farlo in pubblico. Bellesempio! Quanto poi al fatto che noi respingeremmo gli operai, anche in questo avete torto. Se accettassero il nostro invito e venissero da noi, chiac- chiereremmo con loro, disputeremmo un po’ circa le idee di un giornale”* che certi frazionisti definiscono (da tempo l’ho sentito dire da Liadov e da altri) noiosissimo, mal scritto, utile a nessuno, senza fede nel proletariato e nel socialismo. Quanto alla nuova scissione, i vostri conti non tornano. Da una parte, entrambi sono nichilisti (e «anarchici slavi»; eh, caro mio, 21* 3*4 LENIN anche gli europei non slavi in tempi simili ai nostri si sono azzuf- fati, insultati e fatti a pezzi cento volte peggio!), e, dall’altra, la scis- sione sarà non meno profonda di quella fra bolscevichi e mensce- vichi. Se si tratta di « nichilismo », di « gente che si accapiglia », di ignoranza, ecc., di qualcuno che non crede a quello che scrive, ecc., vuol dire che la scissione non è profonda, che perfino non è una scissione. Ma se la scissione è più profonda di quella esistente fra menscevichi e bolscevichi, significa che non si tratta di nichilismo, nè di scrittori che non credono a quanto scrivono. Ahi, ahi, i conti non tornano! Vi sbagliate riguardo alla scissione attuale e giusta- mente* dite: «capisco gli tiomini, ma non capisco le loro cose». Ciò che nel Proletari a voi e a Maximov sembra insincerità, fu- tilità ecc. è dovuto a un punto di vista completamente diverso su tutto il momento attuale (e sul marxismo, naturalmente). Da circa due anni segniamo il passo, ruminando quei problemi che a Ma- ximov sembrano ancora «discutibili» e che la vita ha da tempo risolto. E se noi continuammo a « discuterli », anche adesso segne- remmo inutilmente il passo. Invece separandoci mostreremo agli operai chiaramente, direttamente e in modo preciso due vie di uscita. Gli operai socialdemocratici faranno la scelta più facil- mente e rapidamente, perchè la tattica di conservare (in scatola) le parole rivoluzionarie del 1905-06, invece di applicare il metodo rivoluzionario a una situazione nuova e diversa, a un’epoca mu- tata, che esige altri sistemi e altre forme di organizzazione, è una tattica morta. Il proletariato va verso la rivoluzione e ci arriverà, ma non come prima del 1905: a chi «crede» che esso vada e arri- vi, ma non comprende questo « non come », a costui la nostra posi- zione deve sembrare insincera, inutile, noiosa, fondata sulla sfi- ducia verso il proletariato e il socialismo, ecc. ecc. La divergenza che ne deriva è senza dubbio sufficientemente profonda per ren- dere la scissione — almeno all’estero — inevitabile. Ma per profon- dità essa non si avvicina nemmeno lontanamente alla scissione fra • Su « giustamente » faccio una riserva. Non comprendendo le cose, non si possono comprendere nemmeno gli uomini se non... esteriormente. Cioè si può com- prendere la psicologia di questo o quel partecipante alla lotta, ma non il senso della lotta, >rton il suo significato di partito e politico. CARTEGGIO 1909 315 menscevichi e bolsceviche se si intende la profondità della scissione del partito, della socialdemocrazia, dei marxisti. Voi vi meravigliate perchè io non vedo l’isterismo, lmdisciplina (non spettava a voi parlare, nè a Mikhail ascoltare) e le altre cat- tive qualità di Mikhail. Il fatto è che ho avuto occasione di pro- varlo in poche cose: avevo pensato che non si sarebbe potuto av- viare un dialogo con voi e che scrivere era inutile. Sotto repres- sione della conversazione con Mikhail ho scritto subito, di getto, senza nemmeno rileggere la lettera, senza rimandare al giorno do- po. Il giorno dopo ho pensato: ho fatto una sciocchezza, ho cre- duto a Mikhail. Invece è risultato che Mikhail, benché abbia esa- gerato, ha avuto ragione, in quanto in ogni modo il colloquio con voi ce stato; naturalmente non senza contrasti, non senza attacchi al Proletari , ma che cosa si può fare? Una forte stretta di mano. N. Lenin Scritta nel novembre-dicembre 1909. Spedita a Capri da. Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1924. 185. A SKVORTSOV-STEPANOV Caro amico, ho ricevuto la vostra lettera del 20 settembre e Pavere vostre notizie mi ha fatto molto piacere. È un peccato non averne avute prima: noi qui siamo terribilmente isolati ora; avevamo provato a collegarci con voi e Viac., ma non siamo riusciti. Sono effettiva- mente anni quanto mai difficili e perciò la possibilità di aver con- tatti con i vecchi amici è per noi dieci volte più preziosa. Vi rispon- derò per ordine. Voi avete visto il giornale fino al dicembre scorso. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Con i cosiddetti « sinistri * siamo in piena scissione, scissione che si è approfondita nella primavera scorsa. Se vi capita di vedere il mio libro sulla filosofia (ve l*ho mandato non appena pubblicato, cioè all’inizio dell’estate) e il giornale di quest’anno, è ben dif- 3*6 LENIN ficile che possiate dire che facciamo delle concessioni agli stupidi sinistri. Con Maximov e i maximovisti, scissione completa e for- male. Rissa a tutto andare. Può darsi che creino un proprio gior- nale, o forse no. A Pietroburgo e Odessa intorbidano le acque, ma non possono diventare una forza: è l’agonia dell’« otzovismo-ulti- matismo », a mio parere. La scissione con Maximov e C. ci ha fatto perdere molto tempo e molte forze, ma penso che fosse ine- vitabile e che, in fin dei conti, risulterà utile. Conoscendo il vostro punto di vista, penso, anzi sono convinto, che su questo saremo d’accordo. Che sia però ora di « liquidare la fiducia in un secondo assalto democratico generale», su questo non sono affatto d’accordo con voi. Con tale affermazione fareste soltanto il giuoco degli otzovisti (molto inclini a un « massimalismo » di questo genere : la rivolu- zione borghese è cosa del passato; davanti a noi sta la rivolu- zione « puramente proletaria ») e dei menscevichi liquidatori di estrema destra. (A proposito, sapete della scissione fra i menscevi- chi? Plekhanov ha lasciato la redazione del loro giornale, il Golos SoziaLDemo\rata> e la redazione della loro opera collettiva, Il movimento sociale in Russia nel XX secolo. Nell’agosto scorso ha pubblicato il Dnievni\ n. 9, dove ha chiamato i menscevichi com- plici dei liquidatori, e ha scritto a Potresov che lui non gli era compagno, che Potresov aveva cessato di essere un rivoluzionario, ecc. Da noi si va verso un avvicinamento con i menscevichi ple- khanoviani allo scopo di rafforzare il partito). Ma la cosa princi- pale, a mio parere, è che questo punto di vista è teoricamente sba- gliato. Il « binario tedesco » è possibile, non c’è che dire. E noi lo abbiamo senz’altro ammesso fin dall’inizio del 1908. Ma questa possibilità si trasformerà in realtà non altrimenti che attraverso una serie di assalti « democratici generali » (o di riprese, o di crisi, ecc.), così come la Francia è giunta agli assalti « democratici generali » non dopo il 1789-1793, ma dopo il 1871 (cioè dopo il 1830, il 1848 e il 1871), e la Germania vi è giunta non nel 1849-1850, ma an- ch’essa dopo il 1871, cioè dopo la Verfassungsstreit* degli anni ses- conAitto costituzionale (N.d.R.). CARTEGGIO I 9 O 9 317 santa. Struve, Guckov e Stolypin si fanno in quattro per « accop- piarsi » e mettere al móndo una Russia bismarckiana, ma non ci riusciranno. Non ci riusciranno. Sono impotenti. Lo si vede da tutto, ed essi stessi riconoscono che non ci riusciranno. La politica agraria di Stolypin è giusta dal punto di vista bismarckiano. Ma lo stesso Stolypin « chiede » vent anni per portarla a un punto tale che gli permetta di « riuscire ». Ma in Russia senza un *30, un *48 e un ’ji (se si prende il modello francese), o un (se si prende il modello tedesco), ventanni, e anche meno, sono una scadenza impossibile. Impossibile. E tutte queste date (sia il ^o-^- *71, sia il *63- *65) sono proprio l’assalto «democratico generale». No, noi non possiamo « liquidare » l’idea dell* assalto demo- cratico generale » : sarebbe un profondo errore. Noi dobbiamo am- mettere la possibilità del « binario tedesco », ma non dimenticare che per ora non c'è. Non c’è e non c’è. Non dobbiamo far dipen- dere le sorti del partito proletario dal successo o dall’insuccesso della rivoluzione borghese; ciò è fuori discussione. Noi, è vero, dob- biamo impostare il lavoro in modo tale che esso, comunque vadano le cose, sia una conquista imprescrittibile e duratura. Ma dobbiamo fare il nostro dovere di dirigenti del movimento democratico, « de- mocratico generale », fino alla fine, fino ad un 1871 russo, fino a che i contadini non si volgeranno completamente dalla parte òzWOrd- nungspartei *. Ciò in Russia non c’è ancora e, ahimè, non è così vicino! Noi non possiamo negare la possibilità di una soluzione « tedesca », cioè « di ristagno », dei problemi « democratici gene- rali », ma abbiamo il dovere di fare di tutto , abbiamo il dovere di lavorare a lungo e tenacemente, perchè questa soluzione non sia « stagnante », non sia tedesca, ma francese, cioè del tipo del *30- ’48-’7 i e non del tipo del ’Ó3-’Ó5 (soltanto una crisi «costituzio- nale»). Non è possibile garantire se avremo un nostro ’63-’Ó5 « sta- gnante » o riuscito, ma il nostro compito, il compito del partito operaio, è quello di fare di tutto perchè da una « cosa stagnante » si sviluppi una cosa riuscita , perchè dalla V erfassungsstreit tede- sca si sviluppi un buon tafferuglio alla francese. E non esistono partito dell’ordine ( N . d. R.). LENIN 3 1 » leggi storiche le quali stabiliscano che una crisi stagnante non possa trasformarsi in un buon tafferuglio. Non vi sono leggi di questo genere. Tutto dipende dalle circostanze, dalla massa dei contadini poveri (che Stolypin ha schiacciato, ma non soddisfatto), dalla forza del partito operaio, dalle condizioni, dagli attriti e dai conflitti tra Guckov e le « alte sfere », ecc. ecc. Noi dobbiamo preoc- cuparci di essere più forti (e quando verrà il nostro *63-65 saremo più forti di quanto non lo fossero i tedeschi) per fare in modo che allora i contadini ascoltino noi e non i liberali. Soltanto la lotta deciderà in quale misura ciò riuscirà. Esigeremo tutto nel senso deir« assalto democratico generale » : se riporteremo la vit- toria avremo tutto , se non la riporteremo avremo una parte; ma quando si va in combattimento non si può limitare le esigenze a una parte. Darsi una struttura nuova, organizzarsi in maniera nuova, in maniera nuova affrontare la crisi: tale è la sostanza del momento, ma anche mantenere, sviluppare, rafforzare tutte le vec- chie parole d’ordine, esigere « tutto ». Vi stringo forte forte la mano e vi auguro buona salute e vigore. Tutto vostro 11 Vecchio Scritta il 2 dicembre /909 a Parigi . Pubblicata la prima volta nel 1922. 1910 i86. ABBOZZO DI LETTERA AI « DEPOSITARI » w Lettera ai tre tedeschi Per spiegare la strana (a prima vista) proposta e la preghiera che noi e il CC vi facciamo, occorre chiarire la situazione del nostro partito. Per chiarire questa situazione, bisogna rendersi conto, in primo luogo, che la controrivoluzione imperversa, che le organizzazioni socialdemocratiche e il lavoro socialdemocratico sono in sfacelo; in secondo luogo, occorre conoscere le principali correnti politico- ideologiche esistenti nel nostro partito. Sulla prima questione è sufficiente rilevare che le organizza- zioni si trovano dappertutto in uno stato di grande disgregazione e che in molte località hanno quasi cessato di esistere. Esodo gene- rale degli intellettuali. Sono rimasti dei circoli operai e degli ele- menti isolati. L’operaio giovane e inesperto si apre la strada con difficoltà. Sulla seconda questione. I socialdemocratici nella rivoluzione era- no divisi in due correnti (e due frazioni, tatsdchliche Spaltung*): menscevichi e bolscevichi. Stockholm 1906 e London 1907*“. Un’ala opportunistica e un’ala rivoluzionaria. Lo sfacelo del 1907-08 è stato determinato ( a ) nei menscevichi dal liquidatorismo (definizione), (p) nei bolscevichi dall ’ otzovismo (e ultimatismo). Definizione. scissione di fatto (iV. d. /?.). 3 20 LENfN (a) A cominciare dal marzo 1908 i menscevichi non hanno assolutamente preso parte al lavoro centrale del partito e hanno perfino cercato di sabotarlo (agosto). Allestero dominano loro (stu- denti, intellettuali borghesi immaturi, ecc.). Completa scissione al- Pestero, grazie ai menscevichi, e completa loro assenza dal lavoro di partito, in più lotta contro il partito. La Conferenza del dicembre 1908 bolla tutto ciò**. ( ( 3 ) Otzovismo-ultimatismo fra i bolscevichi nel 1908-09. Lotta decisa dei bolscevichi e Kaltstellung* degli otzovisti-ultimatisti. Allontanamento. In Russia lo sfacelo aumenta. Intervento di Plekhanov nelPagosto ((«Come il vento tira»"", il liquidatorismo del Golos ; il liquidatorismo dichiarato opportu- nismo piccolo-borghese; riconoscimento della crisi del partito (ma- lattia terribile); uscita dalla redazione del Movimento sociale , che si era rifugiata in un burgerlich-liberalen Verlag**)). Significato delPintervento di Plekhanov = debole eco, che suo- na conferma, da parte di un nemico di frazione dei bolscevichi , di tutte le loro accuse. In Russia i menscevichi si sentono attirati verso il partito (spe- cialmente gli operai: Pietroburgo, Mosca). Esperimento di unificazione del partito su questo terreno, sul riconoscimento della lotta su due fronti: contro il liquidatorismo e contro Potzovismo-ultimatismo. Nostre condizioni per l’unificazione: incondizionato riconosci- mento della lotta contro il liquidatorismo (mezza misura del CC: concessione personale); cessazione della lotta di frazione (= scis- sione, specialmente all’estero) e leale sottomissione alla maggioranza del partito (bolscevichi + polacchi, in particolare), che ha tratto il partito fuori dalla crisi del 1907-09 e lo ha messo sulla via della lotta risoluta su due fronti. Condizioni dei menscevichi: eludere una chiara definizione del liquidatorismo (mezza misura in una risoluzione unanime) e pa - • siluramento (N. d. J?.). ••casa editrice liberale borghese (V. d. R.). CARTEGGIO I 9 IO 321 riti nella redazione dell’organo centrale ((organismo di tutto il partito che di fatto domina, data restrema debolezza e Testabilità del CC in Russia)). Nel CC viene approvato un compromesso estremamente labile : 1) risoluzione unanime nella quale si espunge qualsiasi menzione del liquidatorismo” 8 ; 2) 3 e 2 nelTorgano centrale, mentre i men- scevichi parlano di « soffocamento automatico », di « stato d’asse- dio », ecc.; 3) rifiuto dei menscevichi, netto, chiaro, irrevocabile, a rinunciare a un giornale di frazione e ad un organizzazione di fra- zione, ad assoggettarsi lealmente alla maggioranza. Di qui i nostri timori. Una volta sciolta la frazione dei bolsce- vichi, una volta dato il denaro al CC (di fatto 5 potentati, con una maggioranza casuale e indecisa, guastata dalTotzovismo-ultimati- smo), noi temiamo (e ne abbiamo .tutti i motivi) che all’estero i menscevichi si scindano e ci facciano subire il liquidatorismo (sotto forma di parità nella redazione). Noi siamo convinti che, dati i tentativi di scissione organizzati dalTestero dai menscevichi, il CC (vale a dire i bolscevichi + i nazionali) non sarà in grado di lottare contro il liquidatorismo, e si dovrà riprendere la lotta di frazione, rispondere alla scissione con la scissione. Esperienza della «sospensione delle ostilità»: i bolscevichi si sono disarmati. Esperienza del «modo di vita di partito». Condizioni paste ai menscevichi: (a) disarmo completo: cessa- zione del giornale di frazione, della cassa di frazione, della scis- sione di frazione alTestero; (j 3 ) leale applicazione della risoluzione sulla lotta contro il liquidatorismo; (y) leale sottomissione alla maggioranza nelTorgano centrale; (6) leale appoggio al CC in Russia. Si non , non. Strizzatine d occhi dei menscevichi agli otzovisti-ultimatisti. Impotenza di Trotski e sua connivenza con i liquidatori. Scritta nel febbraio-marzo 1910 a Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1933- 322 LENIN 187. A VILONOV 27. ITI. 19IO Caro compagno Mikhail, come va la salute? Vi state rimettendo? Scrivetemi al riguardo, ditemi con precisione se siete aumentato di peso e di quanto. Da noi la nebbia unificatrice-conciliatrice comincia a dissiparsi. Vi mando l’estratto del n. 12 del Sozial-Demo^rat"*. Vedrete così che con i golosisti si è in piena rissa. Adesso si discute se ci siano al mondo dei plekhanoviani, se ci siano al mondo dei menscevichi partitisti o se tutti i menscevichi siano golosisti e Plekhanov sem- plicemente un caso isolato. Occorre intensificare l’agitazione per l’uscita dei plekhanoviani dai gruppi del Golos, per la sostituzione del golosista presente nel- rUfficio estero del CC con un plekhanoviano, ecc., e mediante questa agitazione controllare in pratica se dall’unificazione del par- tito verrà fuori almeno una nostra unione con i plekhanoviani o proprio nulla. I « vperiodisti > hanno qui qualcosa come un congresso : si dice che siano arrivati Bogdanov e Stanislav. Che cosa vogliano fare non si sa. Si comportano stupidamente, e probabilmente Porgano centrale dovrà lottare anche contro di loro non appena si faranno vivi sulla stampa. Dalla Russia è giunta una lettera secondo cui Alexinski avrebbe scritto ai vperiodisti di Mosca sul loro progetto di organizzare una propria scuola per 50 persone (come l’hanno trovato il denaro?), mentre i vperiodisti di Mosca sarebbero pro- pensi a una scuola di partito comune. Con Gorki nessuna relazione epistolare. Abbiamo sentito che è rimasto deluso di Bogdanov ed ha compreso l’ipocrisia della sua condotta. Voi avete notizie da Capri? CARTEGGIO I9IO 3 2 3 In Russia ci sono poche forze. Ah, se potessimo mandare di qui un buon elemento per il CC o per la convocazione della confe- renza! Ma qui sono tutti «ex uomini». Statevi bene e scrivete. Una stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Davos da Parigi. Pubblicata la prima volta nel sgjo. 188. A PLEKHANOV 29. ni. 1910 Caro e stimatissimo compagno, condividendo pienamente il vostro pensiero, espresso nel n. 1 1 del Dnievni sulla necessità di uno stretto e sincero ravvicina- mento di tutti gli elementi veramente socialdemocratici nella lotta contro il liquidatorismo e l’otzovismo, vorrei proprio parlare per- sonalmente con voi della situazione venutasi ora a creare in seno al partito. Se anche voi Io ritenete utile e se Io stato della vostra salute lo permette, siate tanto buono da scrivermi (o telegrafarmi) due parole, dicendomi quando potreste fissarmi un appuntamento a Sanremo. A questo fine sono proiKo a venire. Saluti fraterni. N. Lenin VI. Oulianoff. 4, Rue Marie Rose. Paris. XIV Spedita a Sanremo da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1930. 3 2 4 LENIN 189. A VILONOV Caro compagno M., 7. iv. 1910 vi invio la risoluzione dei plekhanoviani, o, per meglio dire, dei menscevichi partitisti di qui. Se è vero che da voi, a Davos, fra i menscevichi predominano i partitisti, sarebbe estremamente im- portante che essi si facessero vivi subito e, in un modo o nell’altro, si raggruppassero e prendessero posizione apertamente. S’intende che i bolscevichi devono essere molto cauti nel dare simili consigli ai menscevichi, giacche anche fra i plekhanoviani non vi è accusa più tremenda, terribile e insopportabile di quella di « aiutare i bol- scevichi » o di lavorare « per i bolscevichi », ecc. Nella confusa situazione odierna non vi sono, a mio parere, che due vie d’uscita: o tornare indietro alla propria frazione bolsce- vica, o lotta decisa , assieme ai plekhanoviani, contro i golosisti, per il partito. Meglio la seconda, ma non dipende da noi. Finché sarà possibile, faremo quel che si potrà per la seconda via d’uscita. Solo dopo aver sperimentato tutte le possibilità, tutti i mezzi per la seconda via d’uscita, torneremo alla prima. — Mi fa molto piacere che la conoscenza del pragmatismo abbia cominciato ad allontanarvi dal machismo. Ora in Russia si sta traducendo a tutto andare tutta questa « modernissima » canaglia fi- losofica: Pctzholdt e C., i pragmatisti, ecc. Ciò è bene: quando il pubblico russo e in particolare gli operai russi vedranno al naturale i maestri dei nostri Bogdanov e C., si allontaneranno rapidamente e dai maestri e dai discepoli. Considerare la verità uno strumento della conoscenza significa passare già, sostanzialmente, dalla parte dell’agnosticismo, cioè ab- bandonare il materialismo. In questo, e in tutto ciò che è fonda- mentale, i pragmatisti, i machisti, gli empiriomonisti, sono un frutto della stessa pianta. Una forte stretta di mano; vi auguro di rimettervi presto e bene in salute. Vostro N. Lenin Spedita a Davos da Parigi , Pubblicata la prima volta nel 1930, CARTEGGIO I 9 IO 3*5 190. A GORKI Ad AL Max . 11. iv. 1910 Caro A. M., soltanto oggi ho potuto avere la lettera vostra e di M. F., inviatami tramite M. S. Botkin. Prima che me ne dimentichi: mi si può scrivere sia al mio indirizzo di casa (Oulianoff. 4. Rue Ma- rie Rose. 4. Paris. XIV) che all’indirizzo del partito; in questo caso, meglio, in doppia busta, scrivendo sulla busta interna: perso- nale per Lenin (no. Avenue d’Orléans. Mr. Kodiarenko. Pa- ris. XIV). Cercherò di mandarvi le pubblicazioni che chiedete domani stesso. Me la sono forse presa con voi? Ma dove? Forse nel Disfa- sionny Listo\ n. 1 (si pubblica presso Porgano centrale)” 1 . Ve lo mando. Se chi vi ha informato non si riferiva a questo, non ricordo ora di che cosa si possa trattare. In questo periodo non ho scritto nient’altro. E ora sull’unificazione. È un fatto o un aneddoto? — chiedete voi. È un discorso che bisogna cominciare da lontano, perchè in questo fatto, ne sono convinto, c’è qualcosa di « aneddotico * (in misura più piccola) e c’è del serio. All’unificazione del partito hanno portato e portano fattori seri, profondi: la necessità di epurare la socialdemocrazia dal liquida- torismo e dall’otzovismo, nel campo ideologico; la situazione ter- ribilmente difficile del partito e di tutto il lavoro socialdemocratico, e il maturare di un nuovo tipo di operaio socialdemocratico, nel campo pratico. Nella sessione plenaria del CC (la « lunga sessione plenaria » : tre settimane estenuanti, tutti si sono snervati, che siano stramale- detti!) a questi fattori seri e profondi, di cui non tutti erano co- scienti, se ne sono aggiunti altri di poca importanza, minuti, si è aggiunta la disposizione d’animo alla « conciliazione in generale » 326 LENIN (senza sapere chiaramente con chi, a che scopo e come), si è ag- giunto Todio verso il Centro bolscevico per la sua spietata guerra ideologica, si sono aggiunti gli intrighi e il desiderio di fare scan- dali fra i menscevichi, e ne è uscito un bambino con delle pustole. Ed ora ne soffriamo le conseguenze. O — nel caso migliore — incidiamo le pustole, eliminiamo il marcio, curiamo e facciamo cre- scere il bambino. Oppure — nel caso peggiore — il bambino morirà. In questo caso vivremo per un certo tempo senza prole (vale a dire: ricosti- tuiremo la frazione bolscevica), ma metteremo poi al mondo un bambino più sano. Fra i menscevichi, vanno verso un’unificazione seria (non del tutto coscientemente, lentamente, a scosse, ma ci vanno e, cosa im- portante, non possono non andarci) i plekhanoviani, ci vanno i partitisti , ci vanno gli operai. Intanto i golosisti cavillano, semi- nano confusione, recano danno. Fra di essi va costituendosi in Russia un centro, forte, legale, opportunistico (Potresov e C. nella pubblicistica: cfr. N ascia Zarià , n. 2 — che vigliacco è questo Potresov! — -, e Mikhail, Roman, Iuri -f- i 16 autori della Lettera aperta apparsa sul n. 19/20 del Go/or, nel lavoro organizzativo, pratico). La sessione plenaria del CC desiderava unire tutti. Ora f golo- sisti si staccano . Bisogna eliminare questa pustola. E senza intri- ghi, scandali, grande fatica, fango e «schiuma» non lo si farà. Ora ci troviamo nel bel mezzo di questi intrighi. O il CC russo eliminerà i golosisti, allontanandoli dagli organismi importanti (come Porgano centrale, ecc.), o bisognerà ricostituire la frazione. Sul n. 11 del Dnievni\ Plekhanov ha giudicato la sessione ple- naria in modo tale che dimostra come in lui ora il sincero e serio desiderio di lottare contro Topportunismo abbia la meglio sul mer schino e piccolo desiderio di utilizzare gli opportunisti del Golos contro i bolscevichi. Anche qui le cose sono complicate e vanno per le lunghe; tuttavia il centro legalitario e liquidatore dei men- scevichi che si è formato in Russia porterà inevitabilmente i social- democratici seri ad allontanarsi da loro. Veniamo ora ai « vperiodisti ». Un tempo mi era sembrato che anche in seno a questo gruppo vi fossero due correnti: una che CARTEGGIO I 9 IO 327 andasse verso il partito, verso il marxismo, verso l’abbandono del machismo e dell otzovismo, e l’altra in direzione opposta. Per la prima Punificazione del partito avrebbe aperto la via a una linea di partito comoda, non disagevole, intesa a correggere le evidenti assurdità delPotzovismo, ecc. Ma la seconda corrente sta, a quanto pare, prendendo il sopravvento fra di loro. Alexinski (assoluta- mente un ragazzino in politica, ma un ragazzino stizzito e che fa una sciocchezza dietro l’altra) è uscito, dando in escandescenze, sia dalla redazione del Dis\ussionny Listo\ sia dalla commissione per la scuola di partito. Forse essi organizzeranno comunque una propria scuola, di nuovo di frazione, di nuovo appartata. Se sarà così, combatteremo ancora e strapperemo loro gli operai. Risulta dunque che nelPunificazione l’« aneddotica » ora prevale, viene in primo piano, dà motivo a risolini, a risatine, ecc. Si dice che il socialista-rivoluzionario Cernov abbia scritto perfino un vaudeville a proposito dell’unificazione dei socialdemocratici, inti- tolato « tempesta in un bicchier d’acqua », e che questo vaudeville lo daranno qui a giorni in uno dei gruppi (avidi di sensazioni) dell’emigrazione. È nauseante stare nel bel mezzo di questa « aneddotica », di questi intrighi e scandali, di questa fatica e «schiuma»; è nau- seante anche osservare tutto ciò. Ma non ci si può permettere di cadere in balia dei sentimenti. L’emigrazione è ora cento volte più penosa di quanto non fosse prima della rivoluzione. L’emigra- zione e l’intrigo sono inseparabili. Ma l’intrigo verrà meno; l’intrigo resterà per nove decimi al- l’estero; l’intrigo è un accessorio. Lo sviluppo del partito, invece, lo sviluppo del movimento socialdemocratico continuerà attraverso tutte le terribili difficoltà della situazione attuale. L’epurazione del partito socialdemocratico dalle sue pericolose « deviazioni », dal li- qqidatorismo e dall’otzovismo va avanti incessantemente; nel qua- dro dell’unificazione essa ha progredito considerevolmente più di prima. Con l’otzovismo l’avevamo fatta finita ideologicamente, in sostanza, già prima della sessione plenaria. Con il liquidatorismo non l’avevamo ancora fatta finita del tutto allora; i menscevichi erano temporaneamente riusciti a nascondere la serpe , ma ora 32 8 LENIN l’hanno tirata fuori, alla luce del sole, ora tutti la vedono, ora ci accingeremo a distruggerla e la distruggeremo! E questa epurazione non è affatto soltanto un compito « ideolo- gico », non è affatto soltanto « roba da letterati », come pensa l’im- becille (o briccone) Potresov, che prende le parti dei machisti come i menscevichi hanno preso le parti dei « vperiodisti » alla sessione plenaria. Sì, questa epurazione è indissolubilmente legata al cuore stesso del movimento operaio, che in questi tempi difficili impara a impostare il lavoro socialdemocratico, impara proprio attraverso la negazione, e attraverso la negazione del liquidatorismo e dell’ot- zovismo si apre la strada. Soltanto il verboso Trotski si immagina che sia possibile evitare questa negazione, che essa sia superflua, che non riguardi gli operai, che non la realtà, ma la stampa di malvagi polemisti sollevi le questioni del liquidatorismo e dell’ot- zovismo. Posso immaginarmi quanto sia penoso osservare questo difficile sviluppo del nuovo movimento socialdemocratico per chi non ha visto e non ha vissuto il difficile sviluppo della fine degli anni ot- tanta e deirinizio degli anni novanta. Allora i socialdemocratici di questo tipo erano decine se non unità. Oggi sono centinaia e migliaia. Di qui la crisi e le crisi. E la socialdemocrazia nel suo insieme le supera apertamente e le supererà con onore. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Spedita a Capri da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1924. 191. A SEMASCKO 4. x. 1910 Caro N. A., dobbiamo vederci al più presto e metterci d’accordo per con- vocare quanto prima una riunione di bolscevichi (antivperiodisti). Ieri Mark + Lozovski + Liova se ne sono andati, protestando CARTEGGIO I 9 IO 329 contro il giornale di frazione 909 . Bei tipi! Sono contento che i con- fusionari se ne siano andati, ma bisogna chiarire al più presto l'at- teggiamento degli altri. Se è possibile, venite subito e prendete le misure necessarie perchè la riunione si faccia al più presto. Vostro Lenin Spedita a Chàtìllon da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1930. 192. A MARKHLEVSKI 7. x. 1910 Caro compagno, ho ricevuto ieri nella tarda sera la lettera vostra e di Wurm e il vostro articolo. Accogliendo la preghiera vostra e di Kautsky lasse ich es bei Ihrem Artikel bewenden * Ho già scritto circa la metà di un lungo articolo contro Martov e Trotski presi assieme Bisognerà lasciarlo da parte. Mi metterò a fare un articoletto contro Trotski. Poiché vi vedete con Kautsky, siate tanto buono di dirgli che, comunque, tenga presente che la risposta a Trotski debbo farla io. Se i tedeschi hanno tanta paura della polemica, penso che non sia poi così importante che la risposta venga una settimana prima o una settimana dopo. Non vi pare? È straordinariamente spiacevole che perfino Kautsf{y und Wurm non vedano la volgarità e Tinfamia di articoli come quelli di Mar- tov e Trotski. Proverò a scrivere a Kautsky, sia pure a titolo per- sonale, per spiegargli le cose. Non è forse un vero scandalo che Martov e Trotski mentano impunemente e scrivano articoli diffa- matori sotto l'aspetto di articoletti « scientifici » ? ? A proposito, non potreste aiutarmi a risolvere due questioni pratiche? i É : si può trovare a Berlino un traduttore (per gli articoli nella Neue Zeit) dal russo in tedesco? O non ci si può fidare e costa tanto che è meglio cercarlo qui? Proverò in ogni caso a # acconsento a limitarmi al vostro articolo (iV. d. R.). 22 * 33 ° LENIN trovarlo qui, ma vorrei conoscere la vostra opinione, perchè voi avete molta esperienza in questo campo. 2*: se scrivessi un opuscolo (grosso come il Cerevanin: Das Pro - letariat in der russischen Revolution) sulla rivoluzione russa, i suoi insegnamenti, la lotta di classe, ecc., si troverebbe un editore tedesco di partito? Pagano i tedeschi per queste cose, o bisogna farsi pagare soltanto dai russi, perchè poi i tedeschi nebenbei * se ne servano? Per rispondere a Martov mi sono « ingolfato > ancora nell’in- teressantissima statistica degli scioperi del 1905-08 e vorrei pro- prio studiarla a fondo. È un tema più adatto per un libro o un opuscolo che per un articolo* 04 . Ma i tedeschi sono vergognosa- mente « incoscienti *■ nei problemi relativi alla valutazione della rivoluzione russa! Allego un breve elenco di quel che bisognerebbe aggiungere contro Martov. Se ne includerete sia pure una parte nel vostro articolo, sarà molto bene" 08 . Beste Grùsse**, Una stretta di mano. Vostro Lenin 11 finale del problema dello sciopero di massa a Magdeburgo (l’approvazione della risoluzione di Rosa e il ritiro da parte sua della seconda parte) non servirà forse alla pace fra Rosa e Kautsky? e col Vorstand***ì Oppure non avverrà tanto presto? 808 ((A Rosa Luxcmburg ho scritto due settimane fa da Stoccolma)). Mio indirizzo: Vi. Oulianoff. 4. Rue Marie Rose. 4. Paris. XIV. A mio parere, questi sono i punti principali (e non sono ancora affatto tutti) in cui Martov mente e fa dei falsi, punti che biso- gnerebbe rilevare (se non completamente, almeno in parte): Quando dice che il compagno Radek non cita fedelmente, Martov getta un sospetto senza provarlo. Noi invece abbiamo la prova inoppugnabile che Martov falsifica le citazioni. « Abbiamo finora parlato in francese » ( Neue Zeit> 1910), così Martov cita Le- •fra Paltro (N. d.R.). •• I migliori saluti ( N . d, R.). ••• direzione (.N.d.R.). CARTEGGIO I91O 331 nin. La citazione è alterata . Lenin ha detto: «durante la rivolu- zione abbiamo imparato a parlare in francese» (Proletari, n. 46)®”. Alterando la citazione, Martov nasconde precisamente che lui (co- me gli altri opportunisti) invita gli operai a disimparare i metodi della lotta rivoluzionaria. « Parlare in francese », « richtiger gesagt; blanquistisch » *, cor- regge Martov. Gli siamo grati per la franchezza. Chiamare « blan- quismo» la partecipazione del proletariato francese alle rivoluzioni della Francia è proprio la « essenza »' delle opinioni di Martov e Quessel **. « In tutta l’Europa occidentale — scrive Martov — si ritiene che le masse contadine siano utili ai fini deH’alléanza soltanto se hanno conosciuto le dure conseguenze del rivolgimento capitalistico nel- l’agricoltura...; per la Russia ci si è fatto un quadro dell’unione con il proletariato di 100 milioni di contadini... che ancora non sono stati alla scuola della borghesia capitalistica » (Neue Zeit , p. 909). E questo è proprio quessellismo russo **! Il Quessel russo ha dimenticato di dire che nel programma agra- rio dei socialdemocratici russi 309 (approvato a Stoccolma nel 1906, quando i menscevichi avevano la maggioranza!!) vi è l’« appoggio alle azioni rivoluzionarie dei contadini fino alla confisca delle terre dei grandi proprietari ». Vi è forse qualcosa di simile in «Europa», o Quessel russo? No, perchè in Europa non vi è più un’impostazione rivoluzionaria dei problemi della rivoluzione bor- ghese, Per i contadini russi la « scuola della borghesia capitalistica » è la scuola degli inganni e dei tradimenti della borghesia liberale (la quale ha dato i contadini in balia dei grandi proprietari e del- l’assolutismo), e soltanto degli opportunisti estremi possono difen- dere una simile scuola. Dileggiando « l’unione con il proletariato di 100 milioni di con- tadini », Martov dileggia tutta la rivoluzione, che ha mostrato nella realtà tale unione sia sull’arena dell’insurrezione (ottobre, novem- bre, dicembre 1905), sia anche sull’arena delle due prime Dume (1906 e 1907). *0 meglio: alla Blanqui {N. d. R.). •* Tutto il passo è in tedesco nel testo (/V. d. R.). 332 LENIN Martov esita, impotente, fra i liberali (che sono contro la « con- fisca delle terre », contro le « azioni rivoluzionarie dei contadini ») e i socialdemocratici, che finora non hanno rinunciato per nulla ad appoggiare Y insurrezione contadina e a dichiararlo nel proprio programma . Martov pensa che negli anni della rivoluzione (1905-07) non fosse all’ordine del giorno la questione della repubblica, ma tdie Frage der U nabhdngig\eit der V ol\svertretung** (p.918). Indipen- denza da chi? Dalla monarchia, che aveva compiuto degli Staats - streiche ## ? Gli opportunisti russi dimenticano perfino il nesso esi- stente fra rivoluzione agraria e rivoluzione politica (è forse possi- bile lottare per la confisca delle terre senza lottare per la repub- blica?), dimenticano che l’epoca der Staatsstreiche , der Aufstànde , der Niederwerfungsstreifc *** •••• ••••• , in virtù delle condizioni oggettive , e non per nostra volontà, mette all’ordine del giorno il problema della repubblica. La « repubblica » come parola d’ordine nel 1905 — «romanticismo»; P« indipendenza» (dalla monarchia che ha com- piuto degli Staatsstreiche e conduce den Burger\rieg *** # ) — Real- politik non è così, o Quessel russo? A propos. Rosa Luxemburg ha discusso con Kautsky se non fosse giunto per la Germania il momento della Niederwerfungs - strategie ***♦*, per cui Kautsky ha detto chiaro e tondo che ritiene questo momento inevitabile e vicino, ma non imminente. E Martov «approfondendo» (ver ball hornend) Kautsky, nega l’applicabilità der Niederwerfungsstrategie al 1905 in Russia!! Martov trova che l’insurrezione del dicembre 1905 fu provocata « \ùn stlich >*♦#*** (Neue Zeit , p. 913). Die Leute, welche so glauben , \onnen nur kunstlich der Sozialdemoì{ratie gerechnet werden. Natùrlich sind sic National-liber ale *******. • il problema dell’indipendenza della rappresentanza popolare. (N. d. R.). ••colpi di Stato (N.d.R,), ••• dei colpi di Stato, delle insurrezioni, degli scioperi politici di massa (N. d. R.). •••• alla guerra civile ( N . d. R.). ••••• strategia del rovesciamento (N. d. R,). •••••• artificiosamente ( N . d, R,). ••*•••• La gente che pensa così può essere annoverata nella socialdemocrazìa soltanto artificiosamente. Naturalmente sono dei nazionali-liberali (N. d. R.). CARTEGGIO I9IO 333 Martov dileggia la tesi che il proletariato sia * die ausschlagge - bende Macht » # (p. 909) della rivoluzione. Soltanto i liberali ave- vano finóra osato negare (e neanche sempre) il fatto storico indi- scutibile che nel 1905 il proletariato russo aveva di fatto avuto la parte « dar ausschtaggebenden Macht ». E quando la teoria che nega « l’egemonia del proletariato nella rivoluzione russa » ha preso il sopravvento nei cinque volumi del Movimento sociale (a cura di Martov e Potresov), Plekhanov è. uscito da quella redazione e ha dichiarato che il Movimento sociale è un’opera dei liquidatori. Martov rappresenta ora non tutto il menscevismo, ma soltanto quello dal quale si è staccato Plekhanov e che quest’ultimo, pur rimanendo menscevico, ha dichiarato essere opportunismo. Martov contrappone alla difesa del boicottaggio (« astensione po- litica ») da parte degli anarchici « in ganz Westeuropa »** il boicot- taggio russo del 1906. Del boicottaggio del 1906 abbiamo parlato in particolare (voi ne avete già parlato). Ma perchè, parlando del boicottaggio in generale, Martov ha dimenticato' l’applicazione più importante del boicottaggio nella rivoluzione russa, il boicottaggio della Duma di Bulyghin (legge del 6 agosto 1905)?? Contro questo boicottaggio erano tutti i liberali, perfino quelli di sinistra (« Lega dell’emancipazione »), a favore di questo boicottaggio erano i so- cialdemocratici bolscevichi. Perchè Martov tace il fatto che questo boicottaggio vinse? Forse perchè questo boicottaggio era la parola d’ordine della Niederwerfungsstrategie vittoriosa ? Tutti i menscevichi (in particolare nella N ascia Zarià 9 nel Voz- rozdenie e nella Gizn) hanno approfittato della disputa di Rosa Luxemburg con Kautsky per dichiarare che K. Kautsky è € men- scevico». E Martov si fa in quattro servendosi di una %leinliche und miserable Diplomane *** per approfondire l’abisso fra Rosa Luxemburg e K. Kautsky. Questi elende #### sistemi non possono avere successo. I socialdemocratici rivoluzionari potrebbero discu- tere la data deirawento della Niederwerfungsstrategie in Germa- • la forza dirigente ( N . d. R.). •• in tutta l'Europa occidentale ( N . d . R .). ••• gretta e spregevole diplomazia ( N . d. R.). ••••meschini (, N.d.R .). 334 LENIN nia, ma non della opportunità della Niedcrwerfungs strategie nella Russia del /905. Negare la sua opportunità per la Russia del 1905 è cosa che a Kautsky non è venuta nemmeno in mente. Possono negarlo soltanto i liberali e i Quessel tedeschi e russi! Scritta a Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1925. 193. A SCKLOVSKI Caro compagno, molte grazie per la lettera e le notizie sulla propaganda di Ple- khanov. Sono ora per noi di grande, grandissimo valore tutte que- ste notizie, che permettono di valutare con precisione gli umori dei socialdemocratici airestero. Sto pensando anche di andare a fare una conferenza in Svizzera (Ginevra, Losanna, Berna, Zu- rigo). Non so, però, se varrà la pena di andarci. Quanto al blocco con Plekhanov, a mio parere avete compieta- mente ragione di affermare che dobbiamo essere per questo blocco. Io sono interamente , fin dal 1909, per un avvicinamento con i ple- khanoviani. E adesso ancora di più. Soltanto assieme ai plekha- noviani possiamo e dobbiamo organizzare il partito; già da tempo avremmo dovuto disinteressarci dei « vperiodisti » e dei « golosisti ». È un errore pensare che i plekhanoviani siano deboli, degli « zero » (come talvolta si dice), ccc. È un’impressione di chi vive alPestero. Io sono profondamente convinto che in Russia i menscevichi ope- rai siano per i nove decimi plekhanoviani. Tutta la storia del men- scevismo nella rivoluzione dice che il plekhanovismo è il migliore prodotto (e pertanto il più vitale) della corrente proletaria dei menscevichi. A Copenaghen io e Plekhanov abbiamo parlato della pubbli- cazione di un giornale popolare. È necessario. (Trotski ha preso apertamente le parti dei liquidatori, appoggia i golosisti e tende a sabotare il blocco di partito dei bolscevichi e dei plekhanoviani). CARTEGGIO 191 O 335 Con Plekhanov siamo completamente d’accordo che con Trotski non ce nulla da fare. O mettiamo su un giornale popolare presso l’organo centrale, o ne facciamo una cosa separata dal gruppo dei bolscevichi. Plekhanov ha promesso di collaborare. Sarà necessario del denaro: ne abbiamo estremamente poco. Spero in tutti i pos- sibili aiuti da parte vostra. Ci batteremo per metter su una rivista in Russia ( à la « V ozrozdenie » e à la « Gizn »). Non ci sono ap- poggi, non c’è segretario, non c’è nessuno attraverso il quale si possa organizzare la cosa: i nostri vengono presi uno dopo l’altro. È un guaio! E ima rivista è necessaria* 10 . Una stretta di mano. Vostro Lenin Scritta il 14 ottobre 1910. Spedita a Berna da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1930. 194. A GORKI 14. xi. 1910 Caro A. M., da molto tempo non ho nessuna notizia vostra e di M. F. Sento la mancanza di notizie da Capri. Cos’è successo? Non può certo essere che voi teniate il conto delle lettere come alcune persone, a quanto si dice, tengono il conto delle visite. Qui tutto come al solito. Un mucchio di cosette di poco conto e seccature di ogni genere connesse alla lotta dei vari « feudi » in seno al partito. Brrr!... Come si deve star bene, invece, a Capri... Per riposarci dagli intrighi, ci occupiamo del vecchio progetto per la pubblicazione della Rabociaia Gazieta . A fatica abbiamo raccolto 400 franchi. Ieri è uscito finalmente il n. 1. Ve lo mando assieme all’a rinuncio e al modulo per l’abbonamento I membri della colonia caprese-napoletana che approvano questa iniziativa (e P« avvicinamento » fra i bolscevichi e Plekhanov) sono pregati 33 <> LENIN di dare ogni genere di aiuto. La Rabociaia Gazìcta è necessaria, mentre con Trotski, il quale intriga a favore dei liquidatori e degli otzovisti-vperiodisti, è impossibile avere a che fare. Plekhanov ed io a Copenaghen abbiamo protestato energicamente contro I’igno- bile articolo di Trotski nel Vorwàrts . E quale altra infamia ha pubblicato nella Neue Zeit sul senso storico della lotta fra i social- democratici russi* 11 ! E Lunaciarski nel Pcuple belga, l’avete visto? Stiamo organizzando una piccola rivista legale per la lotta con- tro la Nascia Zarià e la Gizn , anche questa con la partecipazione di Plekhanov. Speriamo di far uscire presto il n, i. Così vanno le nostre cose. A poco a poco, lentamente, con fa- tica, ci districhiamo dagli intrighi e troviamo la strada giusta. Che c’è di nuovo da voi? Avete scritto a Stroiev? Qual è la risposta? Noi gli abbiamo scritto una prima lettera «per colle- garci»; l’ha ricevuta e ha risposto di non capire chi fosse il mit- tente. Gli abbiamo scritto ancora. Silenzio. La mancanza di uo- mini si fa diabolicamente sentire, e i vecchi si sono dispersi. Pareva che a Pietroburgo le cose si mettessero bene per un gior- nale settimanale assieme al gruppo parlamentare (fortunatamente i menscevichi' di là pendono non dalla parte dei liquidatori, ma da quella di Plekhanov), ma, chissà perchè, la cosa ha subito una nuova battuta d’arresto* 1 *. Scrivetemi come state. E il lavoro va bene? Combinate qualcosa per la rivista di cui mi parlavate quest’estate? E « Scienza » m ? Con M. F. ho di che essere adirato. Aveva promesso di scrivere. Nulla. Aveva promesso di informarsi se nella biblioteca di Parigi ci fosse qualcosa sulla rivoluzione russa. Nulla. Così non va. Una stretta di mano. Vostro Lenin La relazione di Tria sarà probabilmente comunque pubblicata. Lo ha deciso la redazione dell’organo centrale. Eh! quanti intrighi in questa redazione; non ne possiamo più... Spedita a Capri da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1930. CARTEGGIO I 9 IO 337 195. A GORKI 22. xi. 1910 Caro A. M., vi ho scritto alcuni giorni fa inviandovi la Rabociaia Qazieta e chiedendovi come è andata con la rivista di cui parlammo nel- Testate e di cui avevate promesso di scrivermi. Oggi leggo nella Rìec Tannuncio del Sovremienni edito « con la più immediata ed esclusiva (così sta scritto! sgrammaticato, ma tanto più pretenzioso e significativo) partecipazione di Amfitea- trov » e con la vostra continua collaborazione. Cosa? Come? Una «grande rivista mensile» con rubriche di « politica, scienza, storia, vita sociale » non è, non è affatto la stessa cosa delle miscellanee tendenti a concentrare le migliori forze della letteratura. Una rivista di questo genere, è chiaro, o deve avere un indirizzo ben preciso, serio, conseguente o coprirà senz’altro di ver- gogna i suoi collaboratori. Ha un indirizzo il Viestnil £ levropy , un indirizzo cattivo, fluido, insulso, ma pur sempre un indirizzo, che serve a un elemento determinato, a certi strati della borghesia, e raggruppa anche determinati circoli di professori, di funzionari, della cosiddetta intellettualità dei liberali « decenti » (o meglio, che vogliono essere decenti). Ha un indirizzo la Russ^aia Mysl> un in- dirizzo immondo, ma pur sempre un indirizzo, che rende un buon servizio alla borghesia liberale controrivoluzionaria. Ha un indi- rizzo il Russl^oie Bogatstvo y populista, populista cadetto, ma pur sempre un indirizzo, che da decine d’anni conserva la pròpria li- nea, serve determinati strati della popolazione. Ha un indirizzo anche il Sovremienny Mir , a volte menscevico-cadetto (ora con una tendenza verso il menscevismo partitista), ma pur sempre un in- dirizzo. Una rivista senza un indirizzo è una cosa assurda, incon- cepibile, scandalosa e dannosa. E quale indirizzo vi può essere con la «partecipazione esclusiva» di Amfiteatrov? Non certamente G. Lopatin è in grado di dare un indirizzo, e se è vero quanto si dice (si dice che se ne sia parlato anche sui giornali) della parte- cipazione di Kaciorovski, ciò potrebbe essere un « indirizzo », ma un indirizzo ottuso, da socialisti-rivoluzionari. 33 » LENIN Quando Pestate scorsa, parlando con voi, vi ho detto che ero stato sul punto di scrivervi una lettera amareggiata sulle Confes- sioni, ma che non ve lavevo mandata a causa della scissione con i machisti, allora incominciata, voi rispondeste: « avete fatto male a non mandarmela ». Poi mi rimproveraste di non essere andato alla scuola di Capri, dicendo che il distacco dei machisti-otzovisti, se le cose fossero andate in un altro modo, avrebbe potuto costarvi meno nervi, meno dispendio di forze. Ricordandomi di queste con- versazioni, questa volta mi sono deciso a scrivervi senza rimandare e senza attendere alcuna conferma, sotto la fresca impressione della novità. Penso che un mensile politico ed economico con la partecipa- zione esclusiva di Amfiteatrov sia una cosa molte volte peggiore di una particolare frazione di machisti-otzovisti. Quel che c’era e c'è di male in questa frazione è che Porientamento ideologico si è allontanato e si allontana dal marxismo, dalla socialdemocrazia, senza spingersi tuttavia fino alla rottura con il marxismo, ma solo facendo della confusione. La rivista di Amfiteatrov (ha fatto bene il suo Krasnoie Znamia a morire tempestivamente!) è una presa di posizione politica, una iniziativa politica, nella quale manca perfino la coscienza che un « estremismo » generico in politica è poco, che dopo il 1905 parlare seriamente di politica senza chiarire i rapporti verso il marxismo, verso la socialdemocrazia, non si deve, non si può, è inconcepibile. Va male. Sono di umore nero. Vostro Lenin A M. F. salut et fraternitél Spedita a Capri da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1924. 196. A POLETAIEV Ho ricevuto la vostre due lettere e ne sono rimasto molto me- ravigliato. Che cosa può esserci di più semplice, pensavo, dello scri- verci con semplicità e chiarezza di che cosa si tratta? Finora non CARTEGGIO I 9 IO 339 siamo riusciti ad avere una risposta precisa. Non è difficile trovare qualcuno che, sia pure una volta alla settimana, scriva in modo sensato, chiaro, diretto. Il vostro tentativo di separare i liquidatori dal liquidatorismo è estremamente infelice. Noi non abbiamo mai approvato una si- mile distinzione. Soltanto dei sofisti possono farla. Vi preghiamo vivamente di non credere ai sofisti e di non fare una simile distin- zione. Con tutti gli altri si potrebbe venire a un accomodamento, ma con i liquidatori è impossibile; se non volete rovinare le cose, non ammetteteli. Con grande fatica abbiamo ottenuto da uno degli editori di qui altri mille rubli e ve li manderemo domani. Se questo editore si impicciasse di nuovo rivolgendovi domande, consigli, ponendovi condizioni, ecc., non rispondete affatto oppure rispondete nel modo che vi abbiamo già consigliato. Riguardo alla nostra rivista non abbiamo ricevuto nulla da nessuno. Dunque, .torniamo vivamente a pregarvi: vi abbiamo procu- rato quanto occorre, non tradite anche voi, non ammettete i liqui- datori (non c’è, nè ci può essere liquidatorismo senza liquidatori. E chi è stato a prendervi' così malignamente in giro, assicurandovi che esiste una differenza fra il liquidatorismo e i liquidatori?) e poi fate in modo di scriverci una volta alla settimana in modo sensato, chiaro, diretto, particolareggiato. Invero non si tratta di due cose difficili, grandi; sono cose però di cui non possiamo fare a meno. Vostro ... Scritta il 7 dicembre 1910. Spedita a Pietroburgo da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1933 . 1911 197 - A GORKI 3. 1. 1911 Caro A. M., da tempo avevo intenzione di rispondere alla vostra lettera, ma me lo hanno impedito gli intrighi* (che siano stramaledetti!), che qui si sono intensificati. Ho voglia di far quattro chiacchiere. Innanzi tutto, prima che me ne dimentichi: Tria è stato arre- stato, assieme a Giordania e Ramiscvili. Lo danno per sicuro. Pec- cato, è un bravo ragazzo. Un rivoluzionario. A proposito del Sovremienni Leggo oggi nella Riec l'indice del i ft fascicolo e mi arrabbio, mi arrabbio. Vodovozov su Mu- romtsev... Kolosov su Mikhailovski, Lopatin Non nostri , ecc. Co- me è possibile non arrabbiarsi? E anche voi venite a stuzzicarmi: « realismo, democrazia, operosità >. Pensate che siano buone parole ? Sono parole indegne , sfruttate da tutti i furbacchioni borghesi del mondo, dai cadetti e dai socia- listi-rivoluzionari da noi, a Briand o Millerand qui, a Lloyd George in Inghilterra, ecc. Le parole sono indegne, pompose e il contenuto promette di essere roba da socialisti-rivoluzionari e cadetti. Non va. Quanto a Tolstoi, condivido pienamente la vostra opinione, e cioè che gli ipocriti e i bricconi ne faranno un santo. Anche Ple- • Quel briccone di Trotski sta unendo golosistl e vperiodisti contro di noi. È la guerra! CARTEGGIO 191 ! 341 khanov è andato su tutte le furie per l’ipocrisia e l’untuosità che si mostra nei riguardi di Tolstoi, e su questo andiamo d’accordo. Egli se l’è presa per questo con la Nascia Zarià sull’organo centrale (prossimo numero), mentre io faccio lo stesso sulla Mysl >1B (oggi ho ricevuto il n. I. Congratulatevi, la nostra piccola rivista di Mo- sca è marxista. Ecco perchè oggi siamo allegri). Anche nel n. i della Zvtezdà (è uscito a Pietroburgo il 6 dicembre) c’è un buon articolo di Plekhanov con una nota banale , per la quale ce la siamo già presa con la redazione . L’ha probabilmente fatta quello stupido di Iordanski insieme a Bone! Ma con che diritto il Sovre- mienn't\ può lottare contro la « leggenda di Tolstoi e la sua reli- gione»? Si tratta di Vodovozov e Lopatin? Voi certo scherzate. Che abbiano cominciato a prendersela con gli studenti è, a mio parere, confortante, ma a Tolstoi non bisogna perdonare nè la « passività », nè l’anarchismo, nè il populismo, nè la religione. Quanto al donchisciottismo nella politica internazionale della socialdemocrazia, mi sembra che siate in errore. I revisionisti lo affermano da tempo: la politica coloniale, dicono, è progressiva, impianta il capitalismo, per cui « accusarlo di avidità e crudeltà » non serve a nulla, poiché * senza questi attributi » il capitale è come « senza mani ». I socialdemocratici farebbero del donchisciottismo e dei piagni- stei se dicessero agli operai che vi può essere salvezza altrove, fuori dello sviluppo del capitalismo, non attraverso questo sviluppo. Ma questo noi non lo diciamo. Noi diciamo : il capitale vi divora, divo- rerà i persiani, divorerà tutti e continuerà a farlo finché non lo ab- batterete. Ciò è vero. Ma non dimentichiamo di aggiungere che l’unica garanzia di vittoria sul capitalismo risiede nello sviluppo del capitalismo. I marxisti non difendono nessuna misura reazionaria quale il divieto dei trusts, la limitazione del commercio, ecc. Ma a ciascuno il suo: costruiscano pure i Komiakov e C. ferrovie in Persia, si mandino pure i Liakhov “ ma il compito dei marxisti è di denun- ciare tutto questo agli operai. Divora, sì, e divorerà, soffoca e sof- focherà, ma resistete. 342 LENIN La resistenza alla politica coloniale e alla rapina internazionale mediante l’organizzazione del proletariato, mediante la difesa della libertà per la lotta proletaria non frena lo sviluppo del capitalismo, ma lo affretta , costringendo il capitalismo a ricorrere a metodi più civili, più elevati dal punto di vista tecnico. C’è capitalismo e ca- pitalismo. C’è il capitalismo ottobrista-centonerista e il capitalismo populista (« realistico, democratico >, pieno di « operosità »). Quanto più smaschereremo agli occhi degli operai l’« avidità e crudeltà > del capitalismo, tanto più difficilmente il capitalismo del primo tipo potrà mantenersi e tanto più dovrà necessariamente trasfor- marsi in capitalismo del secondo tipo. E questo ci conviene, questo conviene al proletariato. Pensate che io sia incorso in una contraddizione? All’inizio della lettera ho trovato indegne le parole «realismo, democrazia, operosità» e ora le trovo buone? Non c’è contraddizione: sono indegne per il proletario, buone per il borghese. I tedeschi hanno una esemplare rivista degli opportunisti, il Mensile socialista ( Sozialistische Monatshejte). In questa rivista, già da tempo, certi signori del tipo di Schippel e Bernstein attac- cano la politica internazionale della socialdemocrazia rivoluzio- naria, gridando che questa politica si ridurrebbe a «lamentazioni di compagni di sventura». È un trucco da bricconi opportunisti, caro mio. Fatevi mandare questa rivista da Napoli e fattevi tradurre i suoi articoli, se vi interessate di politica internazionale. Certa- mente anche da voi, in Italia, vi saranno degli opportunisti del ge- nere; il brutto è che però in Italia mancano i marxisti. II proletariato internazionale preme sul capitale in due sensi: 10 trasforma da ottobrista in capitale democratico e, cacciando da sè 11 capitale ottobrista, lo trasferisce presso i selvaggi. E ciò estende la base del capitale e ne avvicina la morte. Nell’Europa occiden- tale non vi è quasi già più capitale ottobrista; è quasi tutto capi- tale democratico. Il capitale ottobrista è passato dalFInghilterra e dalla Francia alla Russia, all’Asia. Rivoluzione russa e rivoluzioni in Asia = lotta per cacciare il capitale ottobrista e per sostituirgli il capitale democratico. E capitale democratico =• ultimogenito. Più avanti non può andare. Più avanti è kaputt CARTEGGIO 19H 343 Come avete trovato la Zviezdà e la Myslì A mio parere, la prima è scialba. La seconda invece è tutta nostra, e ciò mi rallegra infinitamente. Solo che presto la sopprimeranno. Non potreste far pubblicare i miei libri sulla questione agraria da « Scienza »? Parlatene con Piatnitski. Non trovo un editore, punto e basta. Ce da disperarsi Leggo la vostra nota : « le mani mi tremano e gelano » e mi indigno. Che schifo le case a Capri! È proprio una vergogna! Noi abbiamo il termosifone e stiamo al caldo, e da voi le « mani ge- lano >. Bisogna ribellarsi. Una forte stretta di mano. Vostro Lenin Ho ricevuto da Bologna l’invito di andare alla scuola (20 ope- rai). Ho risposto con un rifiuto Non voglio aver a che fare con i vperiodisti. Faremo venire di nuovo gli operai qui. Spedita a Capri da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1924. 198. A RYKOV Sabato, 25. 11. 1911 Ho ricevuto ora la vostra lettera e mi affretto a rispondervi su- bito, senza attendere Grigori, il quale oggi vi ha mandato la let- tera di Samovarov. Nadia scriverà oggi a Liubic. È terribilmente spiacevole che ve ne siate rammentato tardi. Ora bisognerà scrivergli non dei preparativi della partenza, ma della immediata partenza. Scrive- tegli insistendo molto sulla partenza immediata, altrimenti il ne- mico ne avrà quattro (un bundista + tin lettone -f~ due mensce- vichi) e noi non di più (tre, di cui uno dubbio -f~ un polacco). La lettera in cui mi parlate della dichiarazione mi rattrista mol- to, perche vedo che non ci siamo ancora sufficientemente intesi, e vedo quanto « precario » sia per questo (e me ne dispiace immensa- mente) il nostro patto. 344 LENIN Fra i cambiamenti che proponete ve ne sono alcuni contro i quali non si può aver nulla da dire. Per esempio: mettere il pro- blema dell’estero in una risoluzione speciale; aggiungere alla di- chiarazione un § speciale sull’importanza della Duma, stabilendo che chi non aiuta ad eleggere alla IV Duma è un traditore; sepa- rare il problema della ricostituzione delle cellule (sebbene non capisca perchè separarlo e dove metterlo. Bisogna dirlo! Dove, dunque?). Molti di più, invece, sono inaccettabili e dannosi. («Riconoscere che la conferenza è improrogabile»?? Perchè fare il furbo? Voi stesso non ci credete! Oggi non c’è nulla di più dannoso che coltivare l’ipocrisia e le illusioni!). « Esprimere soddisfazione perchè rotzovismo-ultimatismo è in sostanza scomparso dall’orizzonte politico»... Non è vero . Li ho visto gli operai vperiodisti, e perfino Ievgheni smentisce questa fandonia con i suoi discorsi. «Congratularsi per la decisione del gruppo del Vperiod di par- tecipare alle elezioni»... Finora non c'è stata una decisione di questo genere. E se ci sarà domani, « congratularsi » con gli scissionisti per non aver fatto altro che il proprio dovere e tacere dei denari espropriati sarebbe uno scandalo. Voi scrivete: « Non conosco dichiarazioni otzoviste o ultimatiste del Vperiod dopo la sessione plenaria »... Fate male a non conoscerle. Vedere: i) Il foglio pubblicato dal gruppo Vperiod dopo la sessione plenaria: un cumulo di ingiurie contro i centri, nemmeno una parola sul ripudio della piattaforma otzovista-ultimatista. 2) Raccolta n. 1: idem. Nemmeno un articolo di orientamento sulla Duma o sul lavoro alla Duma. 3) Lunaciarski nel Peuple (viene citato nell’organo centrale. Lunaciarski era stato ufficialmente delegato dal gruppo del Vperiod al Congresso di Co- penaghen). 4) Il foglio del gruppo ginevrino dei vperiodisti (è parzialmente citato nel Golos Sozial-Demokrat ), che solidarizza con Lunaciarski. Il Vperiod aveva il dovere , dopo la sessione plenaria, di tirar fuori una nuova piattaforma, giacché la vecchia (uscita il 27 dicem- CARTEGGIO I 9 II 345 bre 1909, cioè alla vigilia della sessione plenaria) è una piattaforma otzovista-ultimatista . Il Vperiod non lo ha fatto! Il vostro errore fondamentale sta nel fatto che credete alle pa- role e chiudete gli occhi sui fatti. Certi tipi come Domov, o Ale- xinski, o non so chi altro ancora, vi hanno detto un mucchio di «buone parole», e voi ci credete e scrivete: «Il Vperiod è alla vigilia della disgregazione o è un nostro possibile alleato», esso «sta sbarazzandosi della piattaforma otzovista-ultimatista ». Non è vero. Sono bugie di bricconi pronti a promettere tutto quel che si vuole pur di nascondere quello che c’è, la loro propria scuola, i loro 85.000 rubli avuti dagli espropriatoti. Domov si allontana dal Vperiod: ma egli è un , professor ucolo, un filisteo, una femminuccia, e non un politico. Alexinski « ha liti- gato » con Bogdanov e C., ma ora, dopo esser tornato da Bologna, si è completamente rappacificato, e ieri ha tenuto una conferenza a nome del gruppo V periodi! Voi fate assegnamento sulle parole e restate impotente di fronte ai fatti : ciò significa ricadere nel fatale errore della sessione plena- ria, che ha reso il partito impotente per un anno almeno. Se ora, un anno dopo gli stupidi errori conciliatori della sessione, voi ricadete in questi stessi errori, rovinerete definitivamente tutta r« unificazione ». Ne sono pienamente convinto, perchè per espe- rienza la so lunga in queste cose. Lasciate che Samovarov gridi che io ho sabotato l’« unificazione » (sono parole di Trotski e Io- nov!!). Samovarov ha bisogno di gridare queste sciocchezze (che egli non osa dire sulla stampa, e che io ho pubblicamente demo- lito e smentito nel n. 2 del Disì{ussionny Listof(* lt> ), perchè ha ver- gogna di riconoscere l’errore dei conciliatori alla sessione plenaria. Il loro errore è stato di aver quasi rovinato la faccenda dell’uni- ficazione con i menscevichi partitisi, credendo alle parole dei go- losisti antipartito e permettendo di fatto a questi ultimi di raz- zarsi. State attento, non ricadete in questo errore! I vperiodisti sono molto forti. Hanno una scuola = conferen- za = agenzia. Noi (e il CC) non Vabbiamo . Hanno denaro, circa 23 * 346 LENIN 80.000 rubli. E credete che ve lo daranno?? Possibile che siate cosi ingenui ? ? E se non lo siete, come potete considerare « alleati » dei frazio- nisti che detengono contro di voi un fondo di frazione!? Non c’è nulla di più ingenuo che scrivere : « non voglio to- gliere ai rottami del Vperiod la possibilità di un avvicinamento». Essi si sono avvicinati ai liquidatori, hanno organizzato contro di voi una scuola, la danno a bere dicendo: no, noi non siamo otzovisti, e voi credete alle parole c non vi battete contro i fatti. Solo il diavolo sa perchè! « Non vorrei (scrivete) cacciare i vperiodisti dall’organizzazione estera di tutto il partito (non di frazione)». Delle due una: o voi favorite una particolare frazione e le la- sciate il suo denaro. In questo caso noi pubblichiamo la nostra dichiarazione al CC (esigendo una commissione di inchiesta) e diciamo: aiutino pure i vperiodisti un simile CC; noi non lo aiu- teremo. Oppure condannate la spirito di frazione dei vperiodisti; in questo caso, però, bisogna essere coerenti. Condannandolo soltanto a parole vi rendete ridicoli . Allora bisogna dire: finché i vperiodisti 1) non metteranno fuori una nuova piattaforma, 2) non faranno dichiarazioni parti- tiste, 3) non scioglieranno la loro scuola di frazione, 4) non verse- ranno il loro denaro di frazione al partito, fino allora essi = fra- zione antipartito. Se non direte questo , perderete la nostra collaborazione e non acquisterete quella del Vperiod. È politica questa? E quanto ai rottami (futuri!!) non preoccupatevene. Se sa- remo forti, tutti verranno con noi. Se saremo deboli, se crederemo alle parole, rideranno di noi e basta. Trovare la forma, poi, non è difficile: per esempio, dopo aver condannato la frazione Vperiod , dire che una parte degli operai vperiodisti sono per le elezioni, per le possibilità legali, per il partito, che voi chiamerete questi operai, questi vperiodisti dalla frazione al partito, ecc. ecc. Nella risoluzione sull’unità deiremigrazione occorre nominare CARTEGGIO I 9 II 347 con precisione e con chiarezza chi disorganizza; i golosisti e i vperiodisti debbono essere nominati, e si deve spiegare in che cosa consiste la loro «attività disorganizzatrice e antipartito»: non nelle idee (di questo discutetene e scrivetene nel Dis^ussionny Li- sto, ecc.), ma nella loro propria scuola, nel loro fondo per la scuola, nel loro organo di stampa (il Golos ), nelle loro collette per il Golos , nei loro gruppi di frazione (che sono in collegamento con la Russia contro il CC). Se non si nominano con precisione e con chiarezza i golosisti e i vperiodisti, tutta la risoluzione = zero. In questo caso ci costrin- gerete a intervenire contro questo giocare all’unificazione. Se li nominerete con precisione e spiegherete chiaramente in che cosa consiste la loro attività frazionistica, sicuramente conqui- sterete subito la maggioranza all’estero (bolscevichi -f- plekhahno- viani + operai partitisti + un mucchio di gruppi nella « provin- cia » e in America, dove non vi sono capi del golosismo). Se la « lotta » del CC contro le frazioni si ridurrà a corteggiare le frazioni antipartito del Golos e del Vperiod, frenando il nostro lavoro (nello spirito di partito) con formalità a molti piani (po- lacco, commissione, collegio di persone che non conoscono le cose, « invito » ai vperiodisti, intrighi con Alexinski, ecc. ecc.), in questo caso noi non vi parteciperemo . Abbiamo ricevuto ora una lettera da Pietroburgo. Samovarov ha proposto al gruppo parlamentare socialdemocratico di tirar fuori una piattaforma elettorale!!! Questo ad una maggioranza menscevica!! (e a noi nemmeno una parola). Se Samovarov vuole agire così , vi prometto che inco- mincerò a pubblicare una serie di fogli diretti proprio contro di lui. Se fra noi un accordo è possibile, i bolscevichi devono rag- grupparsi in una corrente e lavorare amichevolmente (sulla base deìl’accordo), e non complottare e passare ai menscevichi. Scrivete che ne pensate. Al più presto. Una stretta di mano. Vostro Lenin 348 LENIN P.S. Non avete visto Nikitic? Non ve Tha ancora data a bere riguardo all’amor di pace del V periodi} È un maestro nel far promesse e nel darla a bere. Scritta a Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1931. 199. A GORKI 27. v. 1911 Caro A. M., ho ricevuto in questi giorni una lettera da Poletaiev. Fra Tal- tro scrive: «Abbiamo ricevuto una lettera da Gorki. Egli propone a N. I. di venire all’estero per elaborare un piano di unificazione attorno a un qualsiasi organo di stampa; aggiunge che al riguardo ha parlato con voi e con il menscevicò M. » (Martov, suppongo). Poletaiev aggiunge che è poco probabile che N. I. possa essere utile per questo progetto e che, se si deve venire, bisogna che venga anche qualcun altro. Pokrovski, dice, è difficile che venga. Leggendo questo nella lettera di Poletaiev mi sono spaventato; vi assicuro, mi sono proprio spaventato. Non vi è assolutamente alcuna speranza di una nostra unifica- zione con menscevichi del tipo di Martov, come vi ho già detto qui. Se ci mettiamo a fare un « congresso » per un progetto così disperato, ne uscirà solo una vergogna (io, personalmente, non ac- cetterei nemmeno di partecipare a una riunione dove ci fosse an- che Martov). A giudicare dalla lettera di Poletaiev, si presuppone la parte- cipazione del gruppo parlamentare; è necessaria? Se si tratta di una rivista, il gruppo parlamentare non c’entra per nulla. Se si tratta di un giornale, occorre tener presente che fra noi e la Zviezdà ci sono stati e ci sono abbastanza dissapori: quelli non hanno una linea, hanno paura di venire con noi, hanno paura di andare coi liquidatori, esitano, si danno delle arie, oscillano. Inoltre se si progetta l’unione dei plekhanoviani + noi + il gruppo parlamentare, si rischia di dare il sopravvento a Plekhanov, CARTEGGIO I91I 349 giacché nel gruppo parlamentare predominano i menscevichi. È de- siderabile e sensato dare il sopravvento a Plekhanov? Ho una gran paura che Iordanski non sia adatto per simili pro- getti (giacche ha una rivista « propria », ed egli o frenerà o attirerà nella « sua » rivista, lasciandola ai suoi — semiliberali). Per evitare delusioni e intrighi senza speranza occorre, secondo me, essere molto cauti circa Vt unificazione ». Ve lo assicuro, oggi non bisogna unirsi, ma distinguersi! Se si troverà un editore per una rivista o un giornale, bisogna che voi facciate con lui un con- tratto personale (o prendiate da lui del denaro senza contratto, se possibile), mentre organizzando il «congresso» ne uscirebbe un pasticcio. Veramente, ne uscirebbe un pasticcio. Vi scrivo, perchè non vorrei soprattutto che perdeste del tempo, vi logoraste i nervi, ecc. per un pasticcio. Io stesso, per Pamara esperienza degli anni 1908-1911, so che ora è impossibile «unifi- care ». Per esempio, nella nostra Mysl Plekhanov ha fatto spesso i capricci : era scontento, per esempio, del mio articolo sugli scioperi e su Potresov*", diceva che me l’ero presa con «lui»! Le cose le abbiamo aggiustate, e per ora si può e si deve lavorare con Plekha- nov, ma le unificazioni formali e i congressi sono prematuri e pos- sono guastare tutto. Non abbiate fretta per il congresso! Qui da noi si dice con sicurezza che c’è una circolare di Stoly- pin sulla soppressione di tutti i giornali socialdemocratici. È vero- simile. Prima della IV Duma probabilmente stringeranno i freni ancora dieci volte di più. Le possibilità legali nel prossimo futuro evidentemente dimi- nuiranno. Bisogna puntare sul lavoro illegale. M. F. scrive che siete uscito del tutto da « Scienza ». Dunque, completa rottura con Piatnitski? E la mia lettera precedente è ar- rivata troppo tardi? Una stretta di mano. Vostro Lenin P. S. Hanno arrestato e soffocato anche la Sovremiennaia Gizn di Bakù! Spedita a Capri da Parigi. Pubblicata la prima volta nel 1924 . 35 ° LENIN 200. A NEMEC 321 Parigi, i° novembre 1911 Stimato compagno, vi sarei molto grato se poteste darmi un consiglio e aiutarmi concretamente nella seguente circostanza. Diverse organizzazioni del nostro partito hanno intenzione di convocare una conferenza (airestero naturalmente) “. I partecipanti sarebbero circa 20-25. Non sarebbe possibile organizzare tale conferenza a Praga (per la durata di una settimana circa)? La cosa più importante è per noi di organizzare tutto nella massima clandestinità. Nessuno, nessuna organizzazione deve sa- perlo. (La conferenza è socialdemocratica , cioè, in base alle leggi europee, legale, ma la maggior parte dei delegati non ha passaporto e non può dichiarare il suo vero nome). Vi prego vivamente, stimato compagno, di aiutarci, se possi- bile, e di comunicarmi al più presto Tindirizzo del compagno di Praga che (in caso di risposta affermativa) potrebbe occuparsene praticamente. Meglio se questo compagno capisse il russo, ma se ciò non è possibile ci intenderemo con lui anche in tedesco. Spero, stimato compagno, che perdonerete il disturbo che vi reco. Vi ringrazio anticipatamente. Fraterni saluti. N. Lenin Mio indirizzo: VI. Oulianoff 4. Rue Marie Rose. 4. Paris XIV. Spedita a Praga . Pubblicata la prima volta nel 1930. NOTE 1 Lenin allude alla chiave del cifrario usato per i nomi di città. - P. 3. 2 Si tratta del lavoro preliminare per la pubblicazione all’estero della rivista non periodica Robot ni ^ (Il lavoratore). Nel maggio del 1895, mentre si trovava all'estero, c precisamente in Svizzera, Lenin aveva preso accordi in merito con Plekhanov, Axelrod ed altri membri del gruppo « Emancipazione del lavoro ». Tornato in Russia nel settembre del 1895, Lenin svolse una grande attività per assicurare alla rivista articoli e corrispondenze dalla Russia, nonché un ap- poggio materiale. Passando da Wilno, Mosca, Orekhovo-Zuievo, prese anche accordi con i socialdemocratici locali. Cfr. Lenin, Opere complete , voi. 2, Roma, Edizioni Rinascita, 1954, nota 1, p. 535. - P. 3. 3 La parola « pai » non si è potuta decifrare. - P. 3. 4 Si tratta degli arresti operati fra i socialdemocratici di Mosca e del governa- torato di Mosca. - P. 3. 5 Si allude al resoconto del Congresso di Breslavia (1895) del Partito socialde- mocratico tedesco. La corrispondenza dall'estero di cui si parla in questa lettera era stata inviata nascosta nella rilegatura di un libro. - P. 5. 8 Si tratta del giornale Raboceie Dìelo (La causa operaia), che l’« Unione di lotta per l'emancipazione della classe operaia » di Pietroburgo stava prepa- rando. - P. 6. 7 Lenin allude al suo opuscolo Commento alla legge sulle multe infime agli operai nelle fabbriche e nelle officine , scritto nell’autunno del 1895 (cfr. Le- nin, Opere complete , voi. 2, ed. cit., pp. 19-62). - P. 7. 8 Dal luogo di deportazione Lenin il più delle volte inviava le sue lettere ad Axelrod nascoste nel dorso di un libro. Passando per due o tre mani le lettere pervenivano ad Anna Ilinicna Ielizarova, sorella di Lenin, che viveva allora a Berlino c che provvedeva poi a trasmetterle ad Axelrod. La presente lettera era stata ricopiata dalla Ielizarova e inserita a metà del testo di una sua lettera personale ad Axelrod. - P. 7. 9 Si allude, a quanto pare, alla Ielizarova. - P. 7. 10 Si tratta degli articoli per la rivista scientifico-letteraria e politica Novoie Slovo (Parola nuova) c dell'opera Lo sviluppo del capitalismo in Russia (voi. 3 della presente edizione). - P. 7. 354 NOTE 11 Si tratta della rivista tedesca Archiv jiir sozialc Gesctzgebung und Statistik (Archivio di legislazione sociale e di statistica), pubblicata dal 1888 al 1903, alla quale collaborarono i marxisti legali, tra cui Struve e Bulgakov. * P. 9. 12 Discepoli: i seguaci di Marx ed Engels. Negli anni novanta questa espressione veniva impiegata correntemente per designare nella stampa legale 1 marxisti russi. - P. 9. 13 L’autore del libro Beitràge zur Geschichte da Materialismus (Lineamenti di storia del materialismo) era Plekhanov. - P. io. 14 Si tratta del settimanale della socialdemocrazia tedesca Die Nette Zeit (Tempo nuovo), diretto da Kautsky e pubblicato a Stoccarda dal 1883 al 1923. - P. io. ** Si tratta della rivista letteraria e politica mensile Nudalo (L’inizio), organo dei marxisti legali, pubblicata dal gennaio al maggio 1899. Lenin pubblicò in questa rivista una serie di recensioni (cfr. nel voi. 4 della presente edizione: Recensione . Parvus, Il mercato mondiale e la crisi agricola ; Recensione . R. Gvoz * dev. Usurai, kulak e loro importanza cconomico-sociale; Recensione. La Russia industriale e commerciale ; Recensione. Karl Kautsky, Die Agrarjrage; Recen- sione, Hobson, L'evoluzione del capitalismo contemporaneo ) e i primi sei pa- ragrafi del III capitolo dell’opera Lo sviluppo del capitalismo in Russia (voi. 3 della presente edizione). - P. 12. 10 Cfr. l’articolo di Lenin Quale eredità respingiamo ?, in Lenin, Opere complete , voi. 2, ed. cit., pp. 487*532). - P. 12. 17 Soziale Praxis (La prassi sociale): settimanale tedesco, fondato nel 1895* * P. 15. 18 Vecchi credenti : scismatici, staccatisi dalla Chiesa ortodossa quando questa, nel sec. XVII, introdusse nella liturgia e nei riti modificazioni nel senso di un ritorno alle forme bizantine originarie. I « vecchi credenti » furono dura- mente perseguitati sia dalla Chiesa ortodossa ufficiale che dal governo dello zar. Lo scisma venne composto dopo la Rivoluzione d’Ottobrc. - P. 15. 18 Si tratta del Nacialo. Cfr. nota 15. - P. 16. 20 Cfr. nel voi. 4 della presente edizione: H capitalismo nell'agricoltura {A pro- posito di un libro di Kautsky e di un articolo del signor Bulgakov ); cfr. anche Lenin, Teoria della questione agraria , Roma, Edizioni Rinascita, 1951, pp. 11-61. - P. 18. 21 Cfr. nel voi. 4 della presente edizione: Nota sul problema della teoria dei mer- cati (A proposito della polemica fra i signori Tugan-Baranovski e Bulgakov). - P. 18. 22 Ivi, Ancora sul problema della teoria della realizzazione. - P. 19. 28 Anna Uinicna Ielizarova. Cfr. nota 8. - P. 19. 24 Si tratta degli Studi e articoli di economia , raccolta di scritti di Lenin uscita nell'ottobre del 1898 (sulla copertina c nel frontespizio è indicato il 1899). La raccolta comprendeva cinque scritti (cfr. Lenin, Opere complete , voi. 2, ed. NOTE 355 cit., pp. 119-246, 243-452, 453-485, 487-532, c voi. 4, A proposito della nostra statistica sulle fabbriche ed officine ( Nuove prodezze statìstiche del signor Ka- ryscev ). - P. 19. 20 Al I Congresso dell’« Unione dei socialdemocratici russi all’estero », tenutosi a Zurigo nel novembre del 1898, si verificò una scissione, giacché la maggioranza dei membri dell'Unione (i cosiddetti « giovani ») aveva aderito all'« economi- smo ». Il gruppo « Emancipazione del lavoro * si era rifiutato per questo mo- tivo di redigere le pubblicazioni dell’Unione. La rottura definitiva avvenne nel- Paprile del 1900, al II Congresso, allorché il gruppo «Emancipazione del la- voro » e i suoi fautori abbandonarono il congresso e crearono l’organizzazione indipendente « Il socialdemocratico ». P. 20. 20 Si tratta dello Sviluppo del capitalismo in Russia (voi. 3 della presente edi- zione). P. 20. 27 Lenin allude alla raccolta Materiali per tino studio del nostro sviluppo econo- mico , che comprendeva il suo articolo contro i « marxisti legali » (firmato con lo pseudonimo di K. Tulin), Il contenuto economico del populismo e la sua critica nel libro del signor Struve ( Riflessi del marxismo nella letteratura bor- ghese) (cfr. Lenin, Opere complete , voi. I, ed. cit., pp. 341-523). - P. 21. 28 Si tratta della rivista Die Nette Zeif. Cfr. nota 14. - P. 22. 29 Cfr. nota 26. - P. 22. 30 Cfr. nota 20. L’articolo venne pubblicato nel gennaio-febbraio 1900 nella rivi- vista Gizn (La vita), dove Lenin si firmava Vi. Ilin. - P. 23. 31 Cfr. nota 22. - P. 25. 32 Pubblicazioni del terzo tipo : pubblicazioni marxiste illegali. - P. 26. 33 Non si è potuto stabilire chi fosse il destinatario. - P. 28. 34 II 6 settembre Lenin partì da Norimberga per Monaco di Baviera, scelta come sede della redazione óeWls^ra. Cfr. voi. 4 della presente edizione, nota 98. - P. 28. 35 Si tratta dell’f Unione dei socialdemocratici russi all’estero ». - P. 28. 36 Si tratta del gruppo « Emancipazione del lavoro ». - P. 2B. 37 Allusione alle « voci » sulla pubblicazione dell’/r^ra, allora in preparazione. - P. 29. 38 Si tratta dallVr^ra. - P. 30. 39 Anti-Credo-. «Protesta dei socialdemocratici russi», scritta da Lenin nel 1899 durante la deportazione in Siberia, c diretta contro gli autori del Credo , ma- nifesto del gruppo degli « economisti », di cui facevano parte Prokopovic, la Kuskova ed altri (cfr. anche la lettera seguente e, per la Protesta , il voi. 4 della presente edizione). La Protesta venne inviata da Lenin all’estero al gruppo « Emancipazione del lavoro », All’inizio del 1900 fu ripubblicata nella rac- • colta Vademecum di Plckhanov per la redazione del Raboceie Dielo. - P. 30. 35 6 NOTE 40 Si tratta della risposta di Lenin a Plckhanov, che gli aveva chiesto consiglio in merito alla proposta fattagli dagli « economisti » di collaborare al loro gior- nale, la Rabociaia Mysl (Il pensiero operaio), - P. 35. 11 Allusione ad A. N. Potresov (che è « Lamico » di cui si parla in seguito). - P. 36. 42 Si tratta di C. Dobrogeanu-Gherea (1855-1920), capo dell’ala opportunistica della socialdemocrazia rumena, teorico del riformismo. - P. 41. 43 La Krupskaia era rimasta ad Ufa in attesa della fine del suo periodo di de- portazione. - P. 42. 44 Si tratta della tipografia Dietz , di Stoccarda, dove si stampava la rivista mar- xista di scienze politiche Zafìa. G,m.b.H.: Gesellschajt mit besckrdnkter Hajtung (Società a responsabilità limitata): l’impresa editoriale di Dietz. - P. 42. 45 Goldene Wanze (la «cimice d'oro»; il sacco d’oro): Giukovski. - P. 42. 46 Nel 1901 la Zarià pubblicava illegalmente, sotto il titolo Autocrazia e zemstvo e con una prefazione di P. B. Struve (sotto la pseudonimo di R. N. S.), un memoriale segreto del ministro zarista Witte. Lenin criticò aspramente memo- riale e prefazione nel suo scritto I persecutori dello zemstvo e gli Annibali del liberalismo (voi. 5 della presente edizione). - P. 52. 47 Si tratta di M. I. Ulianova e di M. T. Ielizarov. - P. 42. 48 Si tratta di Martov. - P. 42. 49 Si tratta della pubblicazione di un manifesto del partito per il primo maggio del 1901. - P. 43. 50 Parigini : gruppo letterario « La lotta », che risiedeva all’estero e si considerava parte del POSDR; venne sciolto in seguito a una decisione presa al II Con- gresso del partito. Zurighesi : studenti socialdemocratici lettoni che vivevano a Zurigo e si occupavano del trasporto delle pubblicazioni illegali in Russia. - P. 43- 51 Si tratta di Riazanov. - P. 43. 52 Si tratta del gruppo berlinese dei sostenitori dell'/r^ra. - P. 44. 63 II piano qui esposto da Lenin venne attuato nell’ottobre del 1901, quando fu fondata la «Lega estera della socialdemocrazia rivoluzionaria russa». - P. 45. C4 Non si è potuto appurare chi fosse « Leopold ». Probabilmente era così chia- mato un gruppo di persone incaricate del trasporto e facenti capo a Bau- man, - P. 49. 5B Si tratta del progetto di un’organizzazione di iskristi all’estero (cfr. lettera 13 del presente volume). - P. 49. 36 II 'progetto di Lenin era il seguente: comporre Visura all’estero, preparare i fiani ed inviarti in Russia per la fusione dello stereotipo e la stampa. - P. 52. 57 Non si h potuto stabilire di che località si tratti. - P. 53. NOTE 357 58 Cfr. lettera 1 6 del presente volume. - P. 54. 50 Lenin allude ad un colloquio con Lalaiants al Teatro d’Arte di Mosca; ne parla anche in una lettera alla madre (Lenin, Lettere ai familiari, edizione russa, 1934, p. 262). - P. 54. 00 S trave freundliche Partei (partito degli amici di Struve)-. A. N. Potresov e V. I. Zasulic. - P. 56. 81 Lenin allude ai due libri seguenti: N. Scìakhovskoi, Le occupazioni ausiliare agricole y Mosca, 1896, e N. I. Teziakov, Gli operai agricoli e l'organizzazione del loro controllo sanitario nel governatorato di Kherson (In base ai materiali dei centri per la distribuzione dei medicinali relativi agli anni 1893-1 895) Rapporto al XIII Congresso dei medici e dei rappresentanti delle ammini- strazioni degli zemstvo del governatorato di Kherson , Kherson, 1896. - P. 56. 62 Cfr. nel voi. 5 della presente edizione: I persectttori dello zemstvo e gli Anni- bali del liberalismo (vedi nota 46) - P. 56. 83 L'articolo di Lenin Da che cosa incominciare? venne pubblicato come articolo di fondo nel n. 4 dell'/r^ra (voi. 5 della presente edizione) - P. 57. 84 luzny Raboci (L’operaio del sud): giornale socialdemocratico pubblicato ille- galmente dal gruppo omonimo dal gennaio 1900 all’aprile 1903. Il gruppo venne sciolto in seguito a decisione del II Congresso del partito; la maggior parte dei suoi dirigenti divenne menscevica. - P. 58. 85 II socialista : gruppo politicamente eterogeneo, organizzato nell’està te del 1900 a Pietrogrado. - P. 60. €6 Cfr. La questione agraria eia critici di Marx », nel voi. 5 della presente edi- zione, e in Lenin, Teoria della questione agraria , Roma, Edizioni Rinascita, 1951, PP- 63-177. - P. 61. 67 Si tratta dell’articolo / persecutori dello zemstvo e gli Annibali del liberalismo (cfr. nota 46). - P. 62. 68 Cfr. Engels, L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza. Roma, Edi- zioni Rinascita, 1951. Per l’appendice Die Marf^ y cfr. Marx-Engels-LenimStalin, Zttr deutschen Geschichte, voi. I, Berlino, 1955, pp. 139- *55- - P- 63. 69 Cfr. lettera 11. - P. 64. 79 A. M. Kalmykova aveva a Pietroburgo una libreria che serviva da recapito ai socialdemocratici. - P. 65. 71 Si tratta dell’opera di V. Kulemann, Il movimento sindacale . Profilo dell'or- ganizzazione professionale degli operai e degli imprenditori in tutti i paesi , Pietroburgo, 1901. - P. 65. 72 Cfr. lettera 22. - P. 66. 73 Lenin stava allora lavorando all'articolo La questione agraria c 1 « critici di Marx » (cfr. nota 66). - P. 66. 35 » NOTE 74 Si tratta dell’articolo di Engels, Zur Kritil( da soztaldemokratischen Program - mentwurfes (Per la critica del progetto di programma dei socialdemocratici), scritto nel 1891 e pubblicato in Die netie Zeit t XX, fascicolo I, n. 1, 1901, pp. 5-13. - P. 66, 75 Si tratta del materiale per 1 ’articolo che Lenin scrisse per il n. 2-3 della Zarià col titolo di Rassegna interna (voi. 5 della presente edizione). - P. 67. 78 Si tratta del viaggio di Lenin a Zurigo per il congresso di « unificazione » delle organizzazioni del POSDR all’estero: gruppo lskja-Zarià t a II socialde- mocratico > (che comprendeva anche il gruppo « Emancipazione del lavoro *), « Unione dei socialdemocratici russi aU’estero », Bund e gruppo « La lotta ». Il congresso si tenne il 4-5 ottobre 1901. - P. 67. 77 Si tratta dell’opuscolo Che fare? (voi. 5 della presente edizione, e Lenin, Opere scelte , in due voli., Mosca, Edizioni in lingue estere, voi. I, 1949, pp. 142-258). - P. 67. 78 Si tratta della recensione del libro Aus dem literarischen Nachlass von Karl Marx, Friedrich Engels und Ferdinand Lassalle, Herausgegeben von Franz Mehring. /. Gesammelte Schriften von Karl Marx und Friedrich Engels, von Màrz 1841 bis Màrz 1844 . Stuttgart, Verlag von l. H. W. Dietz Nachfolger, igo2 (Dal legato letterario di K. Marx, F. Engels e F. Lassalle. Pubblicato a cura di Franz Meliring. Voi. I, Opere di Karl Marx e Friedrich Engels. Marzo 1841 -Marzo 1844, Stoccarda, Edizione Eredi di I. H. W. Dietz, 1902). - P. 68. 79 La libertà : piccolo gruppo socialista rivoluzionario pietroburghese, sorto nel maggio 1901 e diretto da N. Nadezdin. Il gruppo occupava una posi- zione tra la socialdemocrazia e l’anarchismo, poiché, pur riconoscendo la fun- zione preminente della classe operaia nella lotta per la libertà politica, soste- neva la funzione e stimolante » del terrorismo. Nella lotta tra economisti ed iskristi « La libertà » si schierò a fianco degli economisti. Cessò di esistere nel 1903. - P. 68. 80 Si tratta delle cinque località di destinazione della presente lettera. Al numero 4 si indica l’organizzazione socialdemocratica di Tver, che doveva ricevere la lettera tramite A. Bakunin. Al numero 5 si indica la lettera inviata dalla Russia da uno dei rappresentanti dell’/r^ra, e inserita integralmente da Lenin nel suo articolo Conversazione con i difensori dell'economismo (voi. 5 della presente edizione). Citandola Lenin intendeva indicare il rappresentante dellVr^ra chi l’aveva inviata. - P. 69. 81 Conflitto all’estero'. Lenin allude con queste parole all’abbandono del Con- gresso « di unificazione » delle organizzazioni del POSDR alTestero da parte dei rappresentanti dell’/r^ra e dell’organizzazione « Il socialdemocratico ». - P. 69. 82 Si tratta di Che fare?. Cfr. nota 77. - P. 69. 83 Vperiod (Avanti): giornale di tendenze « economìste » pubblicato a Kiev dal 1896 al 1900. - P. 70. 84 A Kisciniov era stata organizzata una tipografìa illegale óeWIs^ra. dove si stampavano i numeri del giornale per la diffusione in Russia. Nella lettera NOTE 359 Lenio si riferisce alla notizia dcll’avvenuta stampa in quella tipografia del n, io óeW'ls^ra, - P. 72. 85 Si tratta, a quanto pare, di I. B. Basovski. - P. 72. 80 Nel n. 13 del Visura, del 20 dicembre 1901, era stato pubblicato Particolo di fondo di Lenin, L’inizio delle dimostrazioni (voi. 5 della preseote edizione). - P. 72. 87 Cfr. Critica del programma di Gotha, in K. Marx-F. Engels, Il Partito e l’In - ternazionale , Roma, Edizioni Rinascita, 1948, p. 243. - P. 73. 88 Si tratta dell’articolo di Lenin, Il programma agrario della socialdemocrazia russa (voi. 6 della presente edizione) - P. 74. 89 Si tratta del manoscritto dell’articolo // programma agrario della socialdemo- crazia russa , e precisamente della parte finale del § VII. - P. 74. 00 La redazione dellVr^ra aveva nominato una commissione di coordinamento per redigere un unico progetto di programma del POSDR sulla base dei due progetti elaborati rispettivamente da Lenin e da Plekhanov. I membri della redazione dell'/r^ra dovevano presentare le loro osservazioni sul nuovo pro- getto. Il progetto della commissione fu approvato io una riunione dei membri della redazione òeXYlshra tenutasi a Zurigo il 14 aprile 1902, mentre Lenin era assente. - P. 76. 91 Non si è potuto appurare di chi si tratti. - P. 76. 92 Lenin si riferisce al trasferimento della redazione àcWlsfya da Monaco di Ba- viera a Londra. - P. 77. 93 Sascia: nome convenzionale per designare la conferenza dei comitati del POSDR, tenutasi dal 23 al 28 marzo (5-10 aprile) 1902 a Bialystok. La con- ferenza aveva creato un Comitato d’organizzazione per la convocazione del secondo congresso del partito. - P. 78. 94 Si tratta della preparazione della convocazione del secondo congresso del partito. - P. 79. 96 Si tratta delle osservazioni di Plekhanov all'articolo di Lenin, Il programma agrario della socialdemocrazia russa. Cfr. nota 87. - P. 79. 00 Lenin allude all’inizio dei dissensi sorti durante l’elaborazione del progetto di programma del partito, progetto che era stato discusso per la prima volta in una riunione della redazione àeXYlskra a Monaco di Baviera 1*8 gennaio 1902. In quella riunione Lenin aveva criticato il primo progetto di programma redatto da Plekhanov ed aveva presentato proposte ed emendamenti. - P. 80. 97 L'incontro fra Lenin, la madre, M. A. Ulianova, e la sorella, A. I. Ielizarova, ebbe luogo non in Germania, ma sulla costa settentrionale della Francia, a Loguivy. - P. 81. 98 Si tratta di Che fare? Cfr. nota 77. - P. 82. 99 Non si c potuto appurare chi fosse il destinatario della lettera. - P. 82. 24-675 360 NOTE 100 Cfr. Che farcì in Lenin, Opere scelte , voi. I, ed. cit., p. 233 - P. 83, 101 Cfr. nota 50. - P. 86. 102 Sì tratta dell’* Unione settentrionale del POSDR », che comprendeva le orga- nizzazioni socialdemocratiche dei governatorati di Vladimir, Iaroslavl e Ro- stro ma (in seguito anche di Tver) e che nel 1901 aveva preso contatto con Visura leninista. - P. 87. 103 Vysàbalo: Tokarev, dirigente degli « economisti » di Pietroburgo, membro del- l’« Unione di lotta » di Pietroburgo, aveva protestato contro la dichiarazione di luglio del Comitato di Pietroburgo, con la quale si riconoscevano Visura e la Zana come organi dirigenti della socialdemocrazia russa. Egli pretendeva anche che il rappresentante deH’organizzazione russa dellTr^ra fosse allonta- nato dal Comitato di Pietroburgo dell’* Unione di lotta ». Vysàbalo: forma antiquata di participio attivo del verbo vy sàbati scara- ventar fuori, che si presta a giuochi di parole intraducibili. Si vedano, per esempio, le lettere 44 e 47, e specialmente quest’ultima, dove, verso la fine, è detto: « i vyscibaliani... vi ” scaraventeranno fuori ” [in russo: vysàbut ] ». - P. 90. 104 Si tratta della dichiarazione del luglio con la quale il Comitato di Pietro- burgo del POSDR si dichiarava solidale con Visura e con la Zarià f riconosciute organi dirigenti della socialdemocrazia russa. Tale dichiarazione venne pub- blicata nel luglio del 1902 in forma di volantino e, in seguito, nel n. 26 dei- para del 15 ottobre 1902. - P. 90. 105 Si tratta della riunione della redazione deU’/r^ra con i rappresentanti del Co- mitato di Pietroburgo del POSDR, dell'organizzazione russa dell7r^ra e del- l’« Unione settentrionale del POSDR», che si tenne il 2 (15) agosto 1902. Alla riunione venne costituito il nucleo iskrista del Comitato d’organizzazione per la convocazione del secondo congresso del partito. - P. 91. 106 Si tratta di Krasnukha e Krasikov. - P. 91. 107 p cr iniziativa di Lenin nel novembre del 1902, alla riunione dei comitati so- cialdemocratici tenutasi a Pskov, fu creato un nuovo Comitato d’organizza- zione, in cui i partigiani deU’/r^ra erano la schiacciante maggioranza. Diretto da Lenin, il comitato svolse un grande lavoro per la preparazione del se- condo congresso del partito. - P. 91. 108 fckja' denominazione convenzionale della redazione dellTf^ra. - P. 93. 108 Allusione al Bund. - P. 93. 118 Si tratta del congresso della II Internazionale, che si voleva convocare ad Am- sterdam nel 1903, ma che poi si tenne in quella città dal 14 al 20 agosto 1904. - P. 93« 111 Si tratta della Lettera ad un compagno sui nostri compiti organizzativi (voi. 6 della presente edizione), uscita in opuscolo poligrafato, diretta a Terema (Schneersohn) che faceva parte del gruppo di propagandisti del comitato di Pietroburgo. - P. 94. NOTE 3 6 * 112 Si tratta delle critiche di Plekhanov a un articolo di K. Tarasov (pseu- donimo di N. S. Rusanov) pubblicato nella rivista socialista-rivoluzionaria Viestni^ Russinole Revoliutsii (Il messaggero della rivoluzione russa). - P. 95. 313 Gizn (La vita): rivista mensile dei marxisti legali, che si pubblicò a Pietroburgo dal 1897 al 1901 e all’estero nel 1902. - P. 96. 314 Non si è potuto appurare di chi si tratti. - P. 97. 316 Allusione al fatto che gli «economisti» del gruppo del Raboceie Dielo erano riusciti ad impadronirsi del Comitato di Kiev. - P. 98. 333 In una lettera Babusckin aveva chiesto a Lenin di indicare i punti sui quali si potessero «esaminare» i membri del gruppo propagandistico, ossia chiarire la loro posizione riguardo ai principi dell 'Isfra. - P. 100. * 317 Ex membro di Pietroburgo : Krasnukha, che era stato arrestato nel novembre * del 1902. - P. 102. 318 Si tratta dell’opuscolo // foglio delle casse operaie (fase. 2 0 , edito dagli operai di Kharkov organizzati in sindacato) e della rivista a ciclostile Kharfavski Proletari (Il proletario di Kharkov), che usci nell’ottobre del 1901. - P. 108. 330 Nel n. 16 del giornale Rabociaia Mysl (Il pensiero operaio) gli «economisti» avevano protestato contro la dichiarazione di luglio del Comitato di Pietro- burgo (cfr. nota 103). - P. 103. 320 Cani: denominazione convenzionale del gruppo óeW'Is^ra di Bakù. - P. 105. 323 N. K. Krupskaia. - P. 105. 322 Si tratta dell’ufficio del Comitato Hi organizzazione per la convocazione del secondo Congresso del partito. - P. 106. 123 Cfr. la lettera precedente. - P. 108. 124 /«ri: nome convenzionale del gruppo « L’operaio del sud », gruppo socialde- mocratico della Russia meridionale che si raccoglieva attorno al giornale ille- gale dello stesso nome (luzny Raboci ) (cfr. nota 64). - P. no. 125 II comitato di Nizni-Novgorod aveva deciso di non ricorrere in cassazione con- tro la sentenza emessa a carico degli operai della stessa Nizni-Novgorod e di Sormovo (cittadina di 5000 abitanti a breve distanza dalla prima, sede di una fabbrica di macchine), condannati per la dimostrazione del i° maggio 1902. - P. no. 323 Lenin allude alle lezioni da lui tenute alla scuola superiore russa di scienze sociali e alla relazione letta ad un’assemblea di emigrati politici nel febbraio del 1903 a Parigi. - P. 114. 327 Si tratta dell’opuscolo Ai contadini poveri , pubblicato nel maggio del 1903 nelle edizioni della Lega estera della socialdemocrazia russa (voi. 6 della pre- sente edizione; cfr. Lenin, Ai contadini poveri , Roma, Edizioni Rinascita, 1950). - P. 114. 24 * 3 fe NOTE 128 Si tratta dell’articolo di Lenin L'autocrazìa, vaalla... (voi. 6 della presente edi- zione). L’articolo venne pubblicato nel n. 35 dell 7 r^ra, dove però la redazione pubblicò come editoriale un articolo di Plekhanov. - P. 115. 129 dichiarazione di solidarietà della socialdemocrazia polacca con il POSDR non apparve suWlsfya. I rappresentanti della SDP parteciparono al II Con- gresso del partito con voto consultivo. - P. 115. 130 Lenin espone dettagliatamente l’« attacco » del Bund contro il comitato di Ie- katerinoslav del POSDR nell’articolo Occorre un « partito politico indipen- dente » al proletariato ebraico ? (voi. 6 della presente edizione). - P. 116. 131 Tana : stanza di soggiorno dell’appartamento della Zasulic, di Martov e di Blu- menfeld a Londra. Era così chiamata a causa del disordine che costantemente vi regnava. - P. 118. 132 Cfr. nota 124. - P. 1 1 8. 133 Allusione ai fondi per 17 skra. - P. 125. 134 Si tratta di Axelrod. - P. 127. 135 legorovisti : i martovisti, ossia i menscevichi che si trovavano a Ginevra («dalle parti di Iegor », cioè di Martov). - P. 128. 130 Cioè venga arrestato. - P. 129. 137 Si tratta del Consiglio del partito. - P. 129. 138 Cfr. la lettera 63 del presente volume. - P. 129. 138 II numero della risoluzione è dato in base al materiale manoscritto degli atti del II Congresso del POSDR. Per il testo della risoluzione sugli anziani delle fabbriche cfr. Il PC (b) dell’URSS nelle risoluzioni e decisioni dei congressi, delle conferenze e delle sessioni plenarie del CC t parte I, 1940, p. 30, ed. russa. - P. 132. 140 Manifesto della « Volontà operaia »: dichiarazione con la quale l’Unione social- democratica « Volontà operaia » di Odessa riconosceva che le idee e la tattica dell’/r^rfl erano giuste, aderiva al Comitato di Odessa del POSDR e annun- ciava il proprio scioglimento. Il manifesto fu pubblicato nel n. 50 dellVr^ra del 15 ottobre 1903. - P. 132. 141 Togliere la pelle: passare alla clandestinità, - P. 135. 142 I menscevichi. - P. 136. 143 Della situazione determinatasi nel Caucaso dopo il passaggio ai menscevichi del delegato di Tiflis, Topuridze (Isari), Lenin parla più particolareggiatamente nella lettera al Comitato dell’Unione del Caucaso (cfr. la lettera seguente). - P. 136. 144 Si tratta del comunicato del CC sull’avvenuto II Congresso del partito; il progetto di comunicato era stato inviato in Russia. - P. 136. NOTE 3^3 145 Si tratta della risoluzione sui risultati del II Congresso del partito approvata dal Comitato del Don. - P. 138. 148 Si tratta della risoluzione sui risultati del II Congresso del partito appro- vata dal comitato dell'Unione degli operai metallurgici di Gornozavodski. - P. 138. 147 Cfr. nel presente volume la lettera 67. - P. 139. 148 Si tratta del Comunicato sul II Congresso ordinario del Partito operaio social - democratico russo , pubblicato dal CC del POSDR. - P. 14 1. 149 Nel maggio 1904 uscì il libro di Lenin, Un passo avanti, due passi indietro {La crisi esistente in seno al nostro partito) (voi. 7 della presente edizione; cfr. Lenin, Un passo avanti, due passi indietro , Roma, Edizioni Rinascita, 1950). - P. 143- 150 Cfr. la lettera di Lenin a Krgigianovski del 4 novembre 1903 (lettera 74 del presente volume). - P. 143. 151 Si tratta della dichiarazione con cui Lenin rinunciava alla carica di membro del Consiglio del partito e della redazione del l’organo centrale (voi. 7 della presente edizione). - P. 144. 162 Si tratta del comunicato sul II Congresso del partito. - P. 145. 153 La lettera reca la seguente annotazione di Lenin: «Lettera non spedita». - P. 146. 134 Cfr. nel voi. 7 della presente edizione: // Il Congresso della Lega estera della socialdemocrazia russa y 2. Rapporto sul II Congresso del POSDR. - P. 147. 155 gì tratta del Racconto sul 11 Congresso dèi POSDR (voi. 7 della presente edi- zione). - P. 150. 158 Si tratta dell’articolo La borghesia populiste ggiante e il populismo smarrito (voi. 7 della presente edizione). Nella seconda parte, di cui si parla in seguito e che non fu mai pubblicata, Lenin si proponeva di analizzare l'articolo di Novobrantsev (Pescekhonov), Le questioni jondamentali del programma della rivoluzione russa {Revoliutsionnaia Rossia, nn. 32, 33, 1903), in cui si criti- cava il programma agrario della socialdemocrazia russa. - P. 151. 167 Cfr. nel voi. 7 della presente edizione: Alla redazione dell’organo centrale del POSDR. - P. 151. 158 Johann Baptist von Schweitzcr (1833-1875): avvocato di Francofone. Dap- prima nazional-liberale, fu poi, negli anni sessanta, dirigente dei lassalliani in seno al movimento operaio tedesco. Succeduto a Lassalle nella direzione del- l'Associazione generale dei lavoratori tedeschi, la diresse con metodi dittato- riali e lottò accanitamente contro gli eisenachiani, diretti da Bebel e Liebknecht. Nel 1865 fondò l'organo centrale dei lassalliani, il Social-Demo/(rat, per il quale ricevette sussidi da Bismarck. - P. 152. 350 Lenin scrisse questa lettera a nome di Lenghnik, rappresentante all’estero del CC. - P. 153. 364 NOTE 160 Si tratta delle trattative fra il CC e i menscevichi sulla situazione venutasi a creare in seno al partito dopo il II Congresso. - P. 153. 161 Si tratta dell’ultimatum che il Comitato centrale aveva inviato ai menscevichi il 12 (25) novembre 1903. I punti principali di questo ultimatum erano stati esposti da Lenin nella sua lettera al Comitato centrale del 22 ottobre (4 no- vembre) 1903 (cfr. nel presente volume la lettera 75) - P. 153. 162 La Commissione esecutiva del CC era stata creata nella seconda metà dell’ot- tobre 1903 e si componeva di tre membri del CC: G. M. Krgigianovski, L. B. Krasin e F. V. Gusarov. - P. 154. 108 Si tratta della pubblicazione dei materiali riguardanti le trattative fra il CC e l’ opposizione all'estero (ginevrina) menscevica. - P. 156. 164 Si tratta della lettera Perchè sono uscito dalla redazione dell '« Iskra »? (voi. 7 della presente edizione). - P. 156. 105 Lenin pubblicò (praticandovi brevi tagli) la lettera di Vilonov nel suo poscritto all'opuscolo Lettera ad un compagno sui nostri compiti organizzativi (cfr. no- ta in). - P. 157. 16 ® L opuscolo venne effettivamente scritto. Si tratta di Un passo avanti, due passi indietro (cfr. nota 149). - P. 158. 187 Lenin si riferisce a G. M. Krgigianovski, F. V. Lenghnik e V. A. Noskov. - P. 159. 16 ® Dopo il ritorno di Krgigianovski dall’estero, e in base alle sue informazioni sui risultati delle trattative con i menscevichi, il Comitato centrale aveva in- viato ai vari comitati una lettera nella quale si cercava di attenuare l’asprezza della lotta di partito e si consigliava di seguire una politica di conciliazione coi menscevichi. - P. 160. 189 Si tratta della lettera Perchè sono uscito dalla redazione dell'* Iskra »? (cfr. no- ta 164). - P. 161. 170 Lenin scrisse questa lettera a nome di Lenghnik, rappresentante all’estero del CC. - P. 162. 171 Si tratta della risoluzione approvata dalla redazione della nuova Iskra, ossia deWIskra divenuta menscevica, in merito alla pubblicazione in foglio della lettera di Lenin Perchè sono uscito dalla redazione dell’* Iskra »? (cfr. no- ta 164). - P. 162. 172 Cfr. la lettera 81. - P. 163. 178 Poscritto alla lettera precedente, con la quale venne spedito il 5 gennaio 1904. - P. 166. 174 Cfr. nota 163. - P. 169. 175 La presente lettera è un’aggiunta inserita nella minuta di una lettera di F. V, Lenghnik in risposta ad una lettera di Martov. - P. 170. NOTE 365 176 A questo punto l'aggiunta di Lenin s’interrompe. La frase venne completata da Lenghnik come segue: « delle opinioni una garanzia contro eventuali er- rori dei centri *. - P. 171. 177 Lenin scrisse questa lettera c la seguente a nome di Lenghnik» rappresentante estero del CC. - P. 172. 178 Non si è potuto appurare di chi si tratti, - P. 173, 170 La presente lettera è un’aggiunta ad una lettera della Krupskaia sullo stesso argomento. - P. 181. 180 Accordo con Nil : accordo fra Lenin c Noskov — giunto allora all’estero per assumere la carica di rappresentante estero del CC e per essere con Lenin uno dei due membri del Consiglio designati dal CC, in sostituzione di Lenghnik che era rientrato in Russia — sull’azione comune c solidale di Lenin e del CC all’estero. L’« accordo » era stato firmato il 13 (26) maggio alla presenza del terzo membro del CC allora all’estero, M. M. Esscn (cfr. nel voi. 7 della presente edizione: Dichiarazione di tre membri del CC). - P. 181. 181 Cfr. nel voi. 7 della presente edizione: Lettere ai membri del CC. - P. 182. 182 Molli', i membri conciliatori del CC: Noskov, Galperin c Krasin . - P. 184. 188 Si tratta della decisione del Consiglio del partito del 31 maggio (13 giugno) 1904 sulla rappresentanza da inviare al l’imm inente Congresso di Amsterdam della II Internazionale. - P. 185. 184 Si tratta della decisione approvata nel luglio 1904 a nome del CC dai suoi membri conciliatori Krasin, Noskov e Galperin. In quella decisione i conci- liatori riconoscevano come legìttima la redazione menscevica dell 'Iskfa coop- tata da Plekhanov; inoltre cooptavano nel CC altri tre conciliatori, prende- vano posizione contro la convocazione del terzo congresso del partito e deci- devano di sciogliere l’Uflicio del sud del CC, che svolgeva un’agitazione favo- revole alla convocazione del congresso. Essi privavano Lenin dei diritti di rappresentante estero del CC c cercavano di proibire la pubblicazione dei suoi scritti senza una decisione collegiale del CC. La « dichiarazione di luglio » segnava il completo tradimento delle de- cisioni del II Congresso del POSDR e l’aperto passaggio dei membri concilia- tori del CC dalla parte dei menscivichi. - P. 189. 185 Cfr. nel voi. 7 della presente edizione: Ai cinque membri del Comitato cen- trale , - P. 189. 186 Noskov aveva comunicato a Lenin la decisione del CC di cooptare nel CC stesso tre nuovi membri, L. Karpov, A. Liubimov, I. Dubrovinski, proponen dogli di esprimere il proprio voto, prò o contro i candidati indicati, entro il termine di una settimana. - P. 190, 187 Si tratta dì Un passo avanti, due passi indietro (cfr. nota 149)- - 1 9 I - 188 Lenin non andò al Congresso di Amsterdam e diede la sua delega a M. N. Liadov e a P. A. Krasikov, che perciò entrarono a far parte della delegazione del POSDR a quel congresso. - P. 194. 3 66 NOTE 189 Fra il settembre e il dicembre 1904 si tennero tre conferenze dei comitati bol- scevichi: 1) Conferenza del sud (comitati di Odessa, di Iekaterinoslav e di Nikolaicv); 2) Conferenza del Caucaso (comitati di Bakù, di Batum, di Tiflis, e deU’Imeretia-Mingrelia); 3) Conferenza del nord (comitati di Pietroburgo, di Mosca, di Tver, di Riga, di Nizni-Novgorod e del nord). Le conferenze eles- sero l’Ufficio dei comitati della maggioranza, die, diretto da Lenin, svolse il lavoro pratico per la preparazione del terzo congresso del partito. - P. 195. 190 Si tratta della Conferenza dei 22 bolsceviche tenutasi in Svizzera nell’ago- sto 1904 sotto la direzione di Lenin. Le risoluzioni della conferenza, a cui parteciparono 19 persone, vennero in seguito approvate da altri tre bolsce- vichi. La conferenza approvò inoltre l’appello Al partito , scritto da Lenin (voi. 7 della presente edizione), che divenne il programma di lotta dei bolsce- vichi per la convocazione del terzo congresso del POSDR. - P. 190. 191 Casa editrice Bonc-Bruievic e Lenin : creata dai bolscevichi dopo che la reda- zione menscevica dell’/r^ra aveva rifiutato di pubblicare le dichiarazioni delle organizzazioni e dei membri del partito che sostenevano le decisioni del II Congresso e richiedevano la convocazione del terzo congresso del partito. - P- 195 . 192 Le decisioni del Consiglio del POSDR furono pubblicate in un supplemento ai nn. 73 e 74 deWls^ra. Nella prima di queste decisioni, quella sulla que- stione della convocazione del terzo congresso, si parlava di una serie di mi- sure aventi lo scopo di ostacolare l’agitazione per il congresso e di non per- metterne la convocazione a breve scadenza. - P. 195. 193 Si tratta dell’opuscolo Al partito , nel quale era stato pubblicato l’appello di Lenin dallo stesso titolo (cfr. nota 190), e dell’opuscolo di N. Sciakhov, La lotta per il congresso , per il quale Lenin aveva scritto la prefazione (cfr. nel voi. 7 della presente edizione: Prefazione all'opuscolo di N. Sciakhov « La lotta per il congresso »). - P. 398. I® 4 L'Unione del Caucaso riuniva gli operai socialdemocratici delle organizzazioni del Caucaso (Tiflis, Bakù, Kutais, Guria, ecc.). Al I Congresso dell’Unione, tenutosi nel marzo 1903, venne creato un organismo dirigente di partito: il Comitato dell’Unione del Caucaso del POSDR. Stalin, pur essendo assente (era allora in carcere), fu eletto membro dì quel comitato di cui assunse le dire- zione al suo ritorno a Tiflis, dopo la fuga dalla deportazione all’inizio del 1904. Fra Lenin e il Comitato dell’Unione del Caucaso vi fu sempre uno stretto collegamento. Nel settembre del 1904 il Comitato approvò la risoluzione della conferenza dei « 22 » e svolse un’intensa agitazione per l’immediata convo- cazione del terzo congresso del partito. - P. 199. ,9B II manoscritto reca l’annotazione di Lenin «(riportare integralmente)* seguita da puntini e da segni speciali che indicano che a questo punto della lettera bisognava riportare il testo della corrispondente risoluzione della conferenza dei comitati del sud. Il testo di questa risoluzione nella lettera non è ripor- tato: manca anche la risposta dei «22» (cfr. lettera 112). - P. 202. 198 Lenin allude all’opuscolo La campagna degli zemstvo e il piano dell\ Iskra » (Voi. 7 della presente edizione). - P. 204. NOTE 367 187 Lenin insiste sulla necessità di far uscire il giornale bolscevico illegale Vperiod\ il primo numero comparve infatti il 4 gennaio 1905 (22 dicembre 1904). - P. 204. 108 Si tratta della dichiarazione del Comitato dell'Unione del Caucaso e del rap- presentante caucasiano del CC, che protestavano contro le decisioni del Con- siglio del partito pubblicate nel supplemento ai nn. 73 e 74 dell'/r^rfl. - P. 205. 199 N on è stato possibile decifrare questo pseudonimo. - P. 205. 200 Cfr. la lettera seguente. - P. 205. 201 Cfr. nel voi. 7 della presente edizione: La campagna degli zemstvo e il piano dell* ìskra ». - P. 21 1. 202 Lenin allude alla Lettera ai compagni ( Per l'uscita dell'organo di stampa della maggioranza del partito (voi. 7 della presente edizione). - P. 21 1. 203 A coronamento del tenace lavoro dei bolscevichi del Caucaso, che «otto la guida di Stalin avevano condotto un’energica lotta contro i menscevichi, nel novembre del 1904 si era tenuta una conferenza dei comitati del Caucaso. Partendo dalle decisioni prese precedentemente dai comitati del Caucaso cir- ca l’approvazione della risoluzione dei «22» e la convocazione d'urgenza del congresso del partito, la Conferenza aveva deciso di organizzare una vasta agitazione e di lottare per il terzo congresso, eleggendo a tale scopo un Ufficio speciale cui veniva dato rincarico di mettersi in collegamento con il gruppo bolscevico dei « 22 ». Nel poscritto alla presente lettera Lenin do- manda spiegazioni sulle forme organizzative dei rapporti esistenti fra l’Uf- ficio dei comitati della maggioranza e l'Ufficio costituito dalla Conferenza dei comitati del Caucaso e chiede l’invio di un delegato. Il Comitato dell’Unione del Caucaso partecipò molto attivamente alla lotta per il terzo congresso del partito. - P. 212. 204 Lotta del proletariato {Proletariatis Brdzola ): giornale illegale georgiano, or- gano dell'Unione del Caucaso del POSDR. Nel 1904 fu diretto da Stalin, dopo il suo ritorno dalla deportazione. Dopo il Proletari , organo centrale leninista del partito, la Proletariatis Brdzola fu il migliore e più importante giornale bolscevico. Quasi in ogni suo numero erano pubblicati articoli di Lenin tratti dal Proletari. La presente lettera di Lenin è la risposta all'invito del Comitato del- l’Unione del Caucaso a collaborare al Proletariatis Brdzola. - P. 213. 206 Cfr. nota 202. - P. 213. 208 Si tratta dell’opuscoletto Dichiarazione e documenti sulla rottura fra gli orga - nismi centrali e il partito (voi. 7 della presente edizione) - P. 214. 207 Si tratta dell'articolo È ora di finirla , pubblicato nel n. 1 del giornale Vperiod (voi. 8 della presente edizione). - P. 2 15. 208 Si tratta dei comitati alle cui conferenze era stato eletto l’Ufficio dei comitati della maggioranza. - P. 215. 209 cfr. nel voi. 7 della presente edizione: Comunicato sull' avvenuta costituzione 368 NOTE del Comitato d'organizzazione e sulla convocazione del terzo congresso ordi- nario del Partito operato socialdemocratico russo . - P. 217. 210 Allusione alla seconda Lettera alle organizzazioni di partito dei menscevichi, pubblicata come volantino nel dicembre 1904 e recante la firma della reda- zione de\YIs{ra. L’esame critico della prima lettera deWIsfra, cui Lenin ac- cenna sotto, fu fatto nell’opuscolo La 'campagna degli zemstvo e il piano del- /'« ls\ra » (cfr. nota 196). Su queste lettere Lenin si sofferma anche nelle prime pagine dell’articolo Due tattiche (voi. 8 della presente edizione). - P. 220. 211 Cfr. nel voi. 8 della presente edizione: Le buone dimostrazioni dei problemi e i cattivi ragionamenti di certi intellettuali. - P. 220. 212 Ivi, Democrazia operaia e democrazia borghese. - P. 221. 213 Cfr. nel voi. 5 della presente edizione: Rassegna della situazione interna - P. 221. 214 II n. 1 del Vperiod recava la data del 4 gennaio 1905 (22 dicembre 1904). - P. 223. 215 Cfr. la lettera 123 del presente volume. - P. 223. 216 Si tratta delle tre conferenze dei comitati locali bolsce vichi (Conferenza del sud, del Caucaso, del nord) tenute nel settembre-dicembre 1904 (cfr. nota 189). - P. 223. 217 Si tratta delle elezioni deirUfficio dei Comitati della maggioranza per la cqn- vocazione del terzo congresso del POSDR. - P. 224. 213 Cfr., nel voi. 8 della presente edizione, la lettera A Bogdanov del io gennaio 1905. - P. 225. 219 Ivi: Breve profilo della scissione in seno al POSDR. - P. 225. 220 Ivi: Sulla convocazione del terzo congresso del partito . - P. 227. 221 Commissione Scidlovskj : N. V. Scidlovski, senatore, grande proprietario fon- diario, nel 1905 si acquistò una certa notorietà come presidente della « Com- missione per la spiegazione dei motivi di malcontento degli operai e per la ricerca delle misure onde eliminarli >. - P. 227. 222 Fogli dell'Ufficio dei comitati della maggioranza : il primo, Problemi urgenti (sull’insurrezione), fu pubblicato nel n. 9 del Vperiod dell’8 marzo (23 feb- braio) 1905; il secondo, L'atteggiamento del Partito operaio socialdemocratico russo verso i liberali , nel n. io del 15 (2) marzo 1905. - P. 229. 223 Nn. io e in lettere di Gusiev a Lenin. - P. 229. 224 Sulla conferenza cfr. nel voi. 8 della presente edizione: Il III Congresso del POSDR: 24. Discorso a proposito dell'accordo coi socialisti-rivoluzionari. - P.231. 225 Icone all'estero : allusione ironica ai capi menscevichi. - P. 231. 228 Si tratta della conferenza dei rappresentanti del CC del POSDR, del Bund, del POSD lettone e del Partito ucraino rivoluzionario che si tenne aU’estero NOTE 369 nel gennaio 1905* La conferenza era stata convocata per iniziativa del Bund per discutere il problema delPunifìcazione. - P. 231. 227 Cfr. nel voi. 8 della presente edizione: Chi vogliono ingannare? - P. 232. 228 In risposta a questa lettera, Knipovic, membro del Comitato di Odessa del POSDR, rispose comunicando che il Comitato di Odessa aveva deciso di dele- gare Lenin al congresso al posto di Vorovski, che a sua volta era nominato delegato del comitato di Nikolaiev. - P. 234. 228 Si tratta dell'accordo concluso il 12 (25) marzo 1905 fra il CC del POSDR e l'Ufficio dei comitati della maggioranza, in base al quale fu costituito il Co- mitato d'organizzazione per la convocazione del terzo congresso del partito. - P. 235 23 ° Si tratta della conferenza menscevica tenutasi a Ginevra contemporaneamente al III Congresso del POSDR. - P. 237. 281 Cfr. nel voi. 8 della presente edizione: Comunicato sul JJl Congresso del Paf‘ Sito operaio socialdemocratico russo. - P. 239. 232 Si tratta della decisione della sessione plenaria del CC del POSDR del io mag- gio 1905 di convocare la sessione plenaria il i° settembre a Ginevra. Questa decisione non venne attuata. - P. 240. 233 Cfr. nel voi. 9 della presente edizione: Alla Segreteria dell' Ufficio socialista internazionale . Bruxelles. - P. 241. 234 // comunicato sul III Congresso del POSDR e le risoluzioni del congresso erano stati pubblicati nell’opuscolo Bericht ùber den III Parteitag der S.-D.-A.-P.-R..., Monaco. In risposta ad un articolo sulla Leipziger Volf^szeitung, in cui Kautsky aveva preso posizione contro la diffusione dell'opuscolo, Lenin scrisse la Lettera aperta alla redazione della « Leipziger Vol^szeitung » (voi. 8 della presente edizione). Il giornale non pubblicò la lettera di Lenin. - P. 241. 235 Si tratta della lettera del CC del POSDR alla Commissione di organizzazione. La lettera era stata scritta da Bogdanov. L'opuscolo di cui si parla più sotto è Due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica (voi. 9 della presente edizione; cfr. Lenin, La rivoluzione del /905, Roma, Edizioni Rinascita, voi. I, 1949, pp. 45-162). - P. 242. 236 Cfr. // PC(b ) dellVRSS nelle risoluzioni e decisioni ecc., ed. cit., parte I, p. 53. - P. 244. 237 Si tratta della pubblicazione degli atti del III Congresso del POSDR. - P. 250. 238 La risoluzione del Comitato del POSDR di Oriol-Brìansk era stata approvata in base ad una relazione sul III Congresso del partito. - P. 250. 239 Gli articoli di Giordania (Kostrov) pubblicati più tardi in opuscolo (« Mag- gioranza» o « minoranza »?) furono aspramente criticati da Stalin (cfr. Bre- vemente sulle divergenze nel partito , in Stalin, Opere, voi. I. Roma, Edizioni Rinascita, III ediz., 1955, pp. 113-158). - P. 250. 37 ° NOTE 240 Cfr. voi. 9 della presente edizione. - P. 251. 241 11 manifesto sulla Duma di Bulyghin fu pubblicato il 6 (19) agosto 1905. Alla metà d'agosto, nel Proletari apparve l’articolo di Lenin, « Unità dello zar con il popolo e del popolo con lo zar» (voi. 9 della presente edizione). - P. 251. 242 La presente lettera di Lenin {Decisione del rappresentante estero del CC) fu scritta in seguito al conflitto sorto fra singoli membri del gruppo bolscevico di Ginevra. - P. 252. 243 La conferenza delle organizzazioni socialdemocratiche in Russia, cui accenna Lenin e che si tenne ai primi del settembre 1905, approvò all’unanimità la tattica del boicottaggio attivo della Duma di Stato.. La Commissione di orga- nizzazione dei menscevichi si rifiutò di sottoscrivere la risoluzione della con- ferenza. Per il giudizio di Lenin sulle decisioni della conferenza cfr. gli articoli Primo bilancio del raggruppamento politico e L’isterismo degli sconfitti (voi. 9 della presente edizione). - P. 256. 244 Cfr. nel voi. 9 della presente edizione gli articoli: Il boicottaggio della Duma di Bulyghin e V insurrezione (cfr. anche Lenin, La rivoluzione del 19 05, voi. I, ed. ciL, pp. 193-200), « Unità dello zar con il popolo e del popolo con lo zar », A rimorchio della borghesia monarchica o alla testa del proletariato e dei contadini rivoluzionari ?, La teoria della generazione spontanea. - P. 257. 243 I Lietucie listai Tsentralnovo Komiteta RSDRP (Fogli volanti del Comitato cen- trale del POSDR) furono pubblicati oc! giugno-settembre 1905. Ne uscirono complessivamente 4 numeri. Il n. 1 venne stampato nella tipografia del Co- mitato di Pietroburgo e parzialmente ristampato nella tipografia del Comitato di Mosca. A cominciare dal n. 2 i Lietucie listki furono tirati al poligrafo. Raboci: giornale illegale popolare socialdemocratico, pubblicato a Mosca, per decisione del III Congresso del partito, dal Comitato centrale del POSDR dall’agosto all’ottobre 1905. - P. 258. 246 Su questa nota Ae\Yls\ra menscevica Lenin scrisse nell’articolo Informazione per la socialdemocrazia internazionale sulle nostre questioni di partito (voi. 9 della presente edizione). - P. 259. 247 II quinto numero della rivista marxista Zartà , cui si accenna nella lettera, era stato preparato, ma non uscì. - P. 261. 248 Una parte della lettera di Gusiev, preceduta da una nota redazionale scritta da Lenin, venne pubblicata nel n. 20 del Proletari del io ottobre (27 settem- bre) 1905 (cfr. nel voi. 9 della presente edizione: Dalle conversazioni coi lettori ). - P. 262. 248 Maria Alexandrovna \lah\h : editrice delle pubblicazioni legali socialdemocra- tiche nel 1905. - P. 264. 280 II IV Congresso del POSDR (Congresso di unificazione) si tenne a Stoccolma dal io al 25 aprile 1905. - P, 265. 281 L’8 settembre 1905 il piroscafo « John Grafton », che trasportava armi per i rivoluzionari, s'incagliò presso la costa finlandese. Dopo aver trasportato una parte del carico a terra, ['equipaggio fece saltare la nave. - P. 267. NOTE 371 252 Cfr. nel voi. 9 della presente edizione: La rappresentanza del POSDR nel l'Ufficio socialista internazionale. - P. 268. 253 Allusione allo sciopero generale degli operai di Mosca. - P. 270. 254 Cfr. Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 185 o, in K. Marx-F, Engels, // 1848 in Germania e in Francia, Roma, Edizioni Rinascita, 1950, pp. 119-248. - P. 271. 255 Cfr. nel voi. 5 della presente edizione: Che fare?, cap. I, § d: Engels e l'im- portanza della lotta teorica , seconda parte, e Lenin, Opere scelte , ed cit., voi. I, pp. 157-158- ' P- 273 - 256 Akimov (pseudonimo di V. P. Makhnovets, 1873-1921): uno dei più tipici rappresentanti dell’opportunismo in seno alla socialdemocrazia russa; dap- prima « economista », fu in seguito menscevico di estrema destra, fautore della collaborazione fra borghesia e proletariato sul terreno economico e dell’ap- poggio incondizionato della borghesia liberale su quello politico. - P. 275. 257 Si tratta di Bogdanov, Bazarov e Lunaciarski. - P. 280. 258 N on sj è potuto appurare chi fossero le persone designate con questi nomi. - P. 282. 2 59 Della necessità di convocare « due congressi », uno della maggioranza e l’altro della minoranza, « nello stesso tempo e nello stesso luogo », Lenin aveva scritto in una nota redazionale pubblicata nel n. 20 del Proletari il io ottobre (27 set- tembre) 1905. Cfr. nel voi. 9 della presente edizione: Sul problema dell’uni- ficazione del partito. - P, 283. 260 Con decisione del CC del POSDR del 16 (29) luglio 1907, Lenin era stato delegato al Congresso socialista internazionale di Stoccarda (agosto 1907), a] quale Gorki non partecipò. - P. 284. 261 Si tratta dell’opuscolo di Lunaciarski sull’atteggiamento del partito verso i sin- dacati. Per l’esame e la critica di questo opuscolo cfr. nel voi 13 della pre- sente edizione: Prefazione all'opuscolo di Voinov (A. V. Lunaciarski) sull'at- teggiamento del partito verso » sindacati. - P. 285. 282 Zarnitsy (Bagliori): raccolta legale bolscevica; ne uscì un solo fascicolo a Pie- troburgo nel 1907. - P. 286. 263 Si tratta del primo volume della raccolta delle opere di Lenin, In 12 anni , che uscì nel novembre 1907 (il frontespizio reca 1908) a Pietroburgo. Per la pre- fazione di Lenin al volume, cfr. nel voi. 13 della presente edizione: Prefazione alla raccolta e In 12 anni» - P. 288. 284 Al tempo del V Congresso (Congresso di Londra) del POSDR (30 aprile- 19 maggio 1907) il partito, trovandosi in una difficile situazione finanziaria, aveva contratto, tramite Gorki, un prestito con un inglese, con ('impegno di saldare il debito non oltre il i° gennaio 1908. Il prestito venne estinto dal partito bolscevico nel 1922. - P. 289. 285 N, A. Semascko era stato arrestato a Ginevra alla fine del gennaio 1908. La 372 NOTE dichiarazione di Lenin fu pubblicata sul n. 29 della Berner Tagwacht , il 5 feb* braio 1908. - P. 291. 28fl L’annuncio relativo all’uscita del giornale bolscevico Proletari venne pubblicato in un foglio a se, dove si dava notizia del trasferimento del giornale dalla Russia a Ginevra, della imminente uscita del giornale, delle persone che vi collaboravano c delle condizioni di abbonamento. - P. 291. 287 Le Note sulla piccola borghesia di Gorki erano state pubblicate ne! giornale bolscevico legale Nottata Gizn nell’ottobre-novembrc 1905. - P. 291. 208 Cfr. lettera precedente. - P. 292. Si tratta del lavoro preparatorio per la pubblicazione del giornale Proletari, trasferito alla fine del 1907 dalla Finlandia a Ginevra (cfr. nota 266). - P. 292. 270 Quaquala : denominazione scherzosa della cittadina finlandese di Kuokkala, dove Lenin risiedette dal maggio al novembre 1907. - P. 293. 271 Allusione al rifiuto di Enrico Ferri — capo della maggioranza centrista in seno al Partito socialista italiano — di partecipare alla redazione de\Y Avanti! - P. 296. 272 Si tratta dell’incontro, caldeggiato da Gorki, di Lenin con A. Bogdanov e i suoi fautori che si trovavano all'estero. L’incontro ebbe luogo nell’aprile del 1908, quando Lenin si recò a trovare Gorki a Capri. Lenin ne parla nella lettera del 30 agosto 1909 agli allievi della scuola di partito di Capri (cfr. nel voi. 15 della presente edizione: Lettera agli allievi della scuola di partito di Capri, compagni tuli, Vania, Ivan, Vladimir, Stanislav e Fomà). - P. 296. 273 Allusione al gruppo degli empiriocritici e degli empiriomonisti, fautori della filosofia idealistica e reazionaria di Mach e Avenarius, Bogdanov, Bazarov, Lu- naciarski. - P. 297. 274 Si tratta della lettera d’invito a Lenin per la seduta deH’Ufficio socialista inter* nazionale. - P. 298. 276 Si tratta di una rivista che Gorki si proponeva di pubblicare, ma che poi non uscì. - P. 300. 278 Si tratta dell’opera Materialismo ed empiriocriticismo. Note critiche su una filosofia reazionaria , che Lenin scrisse in questo periodo e che venne pubbli- cato a Mosca nel 1909 (voi. 14 della presente edizione; cfr. Lenin, Materia- lismo ed empiriocriticismo , Roma, Edizioni Rinascita, 1953). - P. 301. 277 Allusione alle Note filosofiche di un semplice marxista t scritte da Lenin nel 1906 a proposito del libro di A. Bogdanov, Empiriomonismo (parte HI). Di queste Note , che finora non sono state ritrovate, Lenin parla più particola- reggiatamente in una lettera a Gorki del 25 febbraio 1908 (voi. 13 della pre- sente edizione). - P. 303. 278 CB: Centro bolscevico, eletto dalla frazione bolscevica al V Congresso del POSDR, tenutosi a Londra nel 1907. - P. 304. NOTE 373 279 Allusione all'articolo Marxismo e revisionismo , pubblicato nella raccolta Karl Marx (1818-1883), in cui per la prima Lenin fece sulla stampa un'aspra cri- tica della filosofia di Bogdanov, Bazarov ed altri (voi. 15 della presente edi- zione; cfr. Lenin, Marx-Engels-Marxismo, Roma, Edizioni Rinascita, 1952, pp. 200-208). - E. 304. 280 Questa lettera non è stata ritrovata. - P. 305. 281 Si tratta dello sciopero scoppiato a Roma il 3 aprile 1908, dopo che le truppe avevano sparato contro una pacifica dimostrazione di edili il 2 aprile. L'arti- colo di Lunaciarski intitolato A Roma si spara sul popolo fu pubblicato nel n. 2 del Proletari il 29 aprile. - P. 305. 282 Cfr. nota 276. - P. 306. 283 Q ue sta lettera è la risposta al machista menscevico Iuskevic, che aveva pro- posto a Lenin di collaborare a raccolte filosofi co-letterarie. - P. 306. 284 Cfr. nota 276. La segnalazione sulla NeUe Zeit venne pubblicata sul n. 2. P. 308. 286 Si tratta deirarticolo di R. Luxemburg, / postumi della sbornia rivoluzionaria , pubblicato nel n. 44 del Proletari , dell’8 (21) aprile 1909. - P. 308. 286 Si tratta della posizione assunta da Kautsky alla seduta dell’Ufficio socialista internazionale dell’n ottobre 1908 sulla questione deiraccettazione nella II In- ternazionale del Partito laburista inglese. Cfr. nel voi. 15 della presente edi- zione: Una seduta dell’Ufficio socialista internazionale . - P. 308. 287 Cfr. nel voi. 15 della presente edizione: Lettera agli organizzatori della scuola di partito di Capri. - P. 308. 288 Si tratta della cosiddetta Pravda di Vienna, giornale menscevico liquidatore, organo frazionistico di Trotski. - P. 308. 289 Gcorgien (il Georgiano): non si è potuto appurare di chi si tratti. - P. 309. 200 Si tratta del contenuto del numero 47-48 del Proletari , in cui vennero pub- blicati i seguenti articoli di Lenin: 7 liquidatori smascherati, A proposito della lettera aperta della Commissione esecutiva del Comitato circondariale di Mosca, Verso le elezioni a Pietroburgo. Nel supplemento allo stesso numero fu pub- blicato l'articolo Sulla frazione dei partigiani dell'otzovismo e dell’ edificazione di dio (voi. 16 della presente edizione). - P. 309. 291 Si tratta della lettera di Lenin agli allievi della scuola di partito di Capri. Cfr. nota 272. - P. 310. 292 Si tratta deH’articolo Sulla frazione dei partigiani dell’otzovismo e dell’ edifica- zione di dio (cfr. nota 290). Alloggio di leroghin : ai tempi della 1 Duma un certo Ieroghin, ex fun- zionario in pensione, aveva organizzato a Pietroburgo una specie di convitto per i deputati contadini che giungevano nella capitale. « Giungendo nella ca- pitale, gli inesperti campagnuoli venivano avvicinati c circuiti da agenti di 374 NOTE I eroghili che li indirizzavano al convitto Ieroghin; qui, naturalmente, trova- vano una scuola nella quale venivano confutate le false dottrine della ’* sini- stra ”, venivano vituperati i trudovik), ecc., nella quale i novizi della Duma venivano iniziati ad una sapienza politica ” veramente russa " » (Lenin, voi. 16 della presente edizione: Sulla frazione dei partigiani delVotzovismo e dell’edi- ficazione di dio, § IV). - P. 310. 203 Si tratta del Proletari . - P. 313. 2M II presente documento è un progetto di lettera di Lenin a Kautsky, Franz Mehring e Clara Zetkin — i « depositari > — , ai quali, in base a una deci- sione della sessione plenaria del CC del POSDR del gennaio 1910, era stato affidato, a determinate condizioni, il denaro della frazione bolscevica. Cfr. nel voi. 17 della presente edizione: I risultati del giudizio arbitrale dei € deposi- tari ». - P. 320. 29 B Lenin allude al IV Congresso (Congresso di unificazione), tenutosi a Stoc- colma dal io al 25 aprile 1906, e al V Congresso del POSDR tenutosi a Londra dal 30 aprile al 19 maggio 1907. - P. 320. 296 Lenin allude alla risoluzione della V Conferenza (panrussa) del POSDR, che condannò il liquidatorismo (cfr. Il PC(b) dell'URSS nelle risoluzioni e deci- sioni ecc. t ed. cit., parte I, p. 125). - P, 320. 297 a Come il vento tira »: così Plekhanov chiamava il giornale dei menscevichi liquidatori Golos Sozial-Dcmokjrata, riprendendo un’espressione di Saltykov- Stcedrin riferentesi al giornale reazionario Novoie Vremia . - P. 320. 299 Lenin allude alla risoluzione La situazione nel partito , approvata dalla ses- sione plenaria del CC del POSDR del gennaio 1910 (cfr. Il PC(b) del - IVRSS nelle risoluzioni e decisioni ecc., ed cit., parte I, pp. 154-155). Per l’esame critico di questa risoluzione da parte di Lenin, cfr. l'articolo Note di un pubblicista , § § 2, 3, 4, 5 (voi. 16 della presente edizione). - P. 321. 269 Dell’articolo di Lenin La « Voce » dei liquidatori contro il partito (Risposta al « Golos S oziai -Demorsala ») [si noti il gioco di parole sul termine « voce », in russo «golos»], pubblicato nel n. 12 del Sozial-Demokrat il 23 marzo (5 aprile) 1910, si era fatta, ai fini di una maggiore diffusione, anche una tiratura a parte (cfr. voi. 16 della presente edizione). - P. 322. 300 Si tratta della risoluzione approvata dai menscevichi partitisti (presenti a Pa- rigi) il 4 aprile 1910 sulla necessità di sopprimere il giornale liquidatore Golos Soziai -Demorsala , in conformità con la decisione presa alla sessione plenaria del CC del POSDR nel gennaio 1910. - P. 324. 391 Cfr. nel voi. 16 della presente edizione: Note di un pubblicista , cap. I, e Lenin, Gli anni della reazione e della ripresa rivoluzionaria , Roma, Edizioni Rina- scita, 1950, pp. 41-42. - P. 325. 302 Qui e più avanti (cfr. lettere 193 e 194) si tratta dell’organizzazione della pubblicazione all’estero del giornale bolscevico Rabociaia Gazieta. - P. 319. 363 cfr. nel voi. 16 della presente edizione: Il significato storico della lotta all’ in - NOTE 375 terno del partito in Russia , e Lenin, La rivoluzione del 190 5, I, ed. cit., PP- 363-381- - P. 329- 804 Cfr. nel voi. 16 della presente edizione: Sulla statistica degli scioperi in Russia , Lenin, Sugli scioperi , Roma, Edizioni Rinascita, 1951, pp. 41-75. - P. 330. 305 L'articolo di I. I. Markhlcvski contro Martov e l'aggiunta di Lenin furono pubblicati nel n. 4 della Neue Zeit t il 28 ottobre 1910, col titolo Ein Missver- stàndnis (Un malinteso). - P. 330. 306 Allusione alla polemica sorta sulla stampa socialdemocratica tedesca fra Rosa Luxemburg e Kautsky sulla questione dello sciopero politico generale. Al con- gresso di Magdeburgo del Partito socialdemocratico tedesco, tenuto dal 18 al 24 settembre 1910, era stata approvata la prima parte della risoluzione proposta da Rosa Luxemburg sul riconoscimento dello sciopero politico generale quale stru- mento di lotta per la riforma elettorale in Prussia; la parte della risoluzione di cui parla Lenin concerneva la questione della propaganda dello sciopero generale. La lettera di Lenin alla Luxemburg non è stata ritrovata. - P. 330. 307 Cfr, nel voi. 15 della presente edizione: La liquidazione del liquidatorismo , verso la fine. - P. 331. 308 Ludwig QuesseU socialdemocratico tedesco, opportunista estremo, che aveva pubblicato un giudizio opportunistico della rivoluzione del 1905. - P. 331. 309 Cfr. nel voi. 15 della presente edizione: Il programma agrario della socialde- mocrazia nella prima rivoluzione russa degli anni 1905-1907, e Lenin, La rivoluzione del 1905, ed. cit., Il, 1949, pp. 33-242. - P. 33 1 - 310 In questa e nella lettera seguente Lenin parla del lavoro preparatorio per la pubblicazione della rivista legale bolscevica Mysl (Il pensiero). - P. 335, 311 Si tratta d clY Annuncio detta pubblicazione della « Rabociaìa Gazieta » (voi. 16 della presente edizione). - P. 336. 312 Durante il Congresso socialista internazionale di Copenaghen (28 agosto- 7 settembre 1910) Lenin, d’aCcordo Plekhanov, aveva inviato alla Direzione del Partito socialdemocratico tedesco una protesta contro la pubblicazione sul- l’organo centrale della socialdemocrazia tedesca, il Vorwàrts, di un calunnioso articolo anonimo, scritto da Trotski, sulla situazione esistente in seno alla so- cialdemocrazia russa. Contro le calunnie di Trotski Lenin pubblicò nel n. 17 del Sozial-De- mohjat del 25 settembre (8 ottobre) 1910, Partitolo Come certi socialdemo- cratici informano l'Internazionale della situazione esistente in seno al POSDR , c, nel n. 3 del Dis\ussionny Listo\ del 29 aprile (12 maggio) 1911» Parti- colo Il significato storico della lotta all'interno del partito in Russia (voi. 16 della presente edizione; cfr. anche nota 303). - P. 336. 313 Si tratta della pubblicazione del giornale legale bolscevico Zviezdà (La stella). - P- 336- 25—675 376 NOTE 814 Scienza : casa editrice fondata nei 1898 a Pietroburgo da un gruppo di pub- blicisti; in seguito anche Gorki partecipò da vicino alla sua attività. - P. 336. 818 Cfr. nel voi. 16 della presente edizione: Gli eroi delle « riserve». - P. 341. 818 V. Lìakhov. colonnello dell’esercito zarista; comandò le truppe russe che re- pressero il movimento rivoluzionario in Persia nel 1908. - P. 341. 317 A quanto pare, Lenin si riferisce al suo articolo La questione agraria in Russia alla fine del XIX secolo , scritto nel 1908 per il dizionario enciclopedico della casa editrice Fratelli Granat. A causa della censura l’articolo non venne pub- blicato e Lenin, come si vede dalla lettera, pensò di farlo pubblicare presso la casa editrice « Scienza ». Però nemmeno questo fu possibile, e l’articolo venne pubblicato per la prima volta solo nel 1918, presso la Casa editrice « Vita e Scienza » di Mosca (cfr. voi. 15 della presente edizióne). - P. 343. 318 Cfr. nel voi. 16 della presente edizione: Ai compagni allievi della scuola di Bo- logna. - P. 343. 31 ® Si tratta dell’articolo Note di un pubblicista (cfr. voi. 16 della presente edi- zione, e Lenin, Gli anni della reazione «re., ed. cit., pp. 32-74). - P. 345. 32 ® Cfr. nel voi. 16 della presente edizione: Sulla statistica degli scioperi (cfr. nota 304) e nel voi. 17: / nostri affossatori {Sui signori Potresov e Baza- rov ). - P. 349. 821 A, Nemec : rappresentante della socialdemocrazia ceca nell’Ufficio socialista internazionale. - P. 350. 322 Si tratta della preparazione della Conferenza di Praga. - P. 350. INDICI INDICE DEI NOMI A. A., Al. Al. (Bogdanov, A. A.) - 292, 297. 298, 302, 305. A. M., Al. M., Al. Max (Gorki, A. M.) - 295, 296, 299, 325. A. N. (Potresov, A. N.) - 81. A. P. (Potresov, A. N.) - 21. Absoliut (assoluto: Stasova I. D.) - 184, Afanasieva, S. N. - Vedi Serafìma. Akim (Goldman, L. I.) - 70, 71. Akim, fratello di (Goricv-Goldman, B. I.) - 106. Akimov, M. G. (Makhnovets, V. P.) - 275. Alex. Nicola ievic (Potresov, A. N.) - 125. Alcxandr (Kremer, A. I.) - 117. Alcxandrov (Postolovski, D. S.) - 4, 238, 240. Alcxandrova, I. M. (Jacques, Natalia Ivanovna) - 118, 168. Alexei (Martov, I. O.) - 43, 45, 47 , 51, 56, 62, 64, 68. Alexeiev - 217. Alexinski, G. A. - 306, 322, 327, 345, 347- Amfi teatro v, A. V. - 337, 338. An. (Ielizarova, A. I.) - 81, An. Al. (Lunaciarskaia, A. A.) - 271. An. Vas., Anat. Vas. (Lunaciarski, A. V.) - 295, 299, 302, 303, 305. Andreieva, M. F. (M. F., M. F-na, Ma- ria Fiodorovda) - 284, 288, 289, 299, 301, 302, 304, 313. 325. 335, '336, 338, 349- Andreievski (Ulianov, D. I.) - 136, 169. Andronov, S. N. - Vedi B. c Bruskov. Argunin - 206. Arscniev (Potresov, A. N.) - 44. Avenarius, R. - 299. Axelrod, I. I. c L. I. 148. Axelrod, P. B. (P. B.) - 3, 5, 7, 34, 39, 41, 43, .47, 49, 5^, 62, 64, 66, 74, 76, 148, 150, 166, 177, 198, 297. B. (Andronov, S. T.) - 60. B. N. (Noskov, V. A.) - 77/84. Babusckin, I. V. (Bogdan, Novitskaia) - 100-104. Bakunin, A. - 69. Balalaikin (Trotski, L. D.) - 199, 200. Baramzin, I. V. - Vedi Embrion. Baron (Essen, E. E.) - 195, 217. Barsov (Tskhakaia, M. G.) - 280. Basovski, I. B. - Vedi Dementiev. Bauman, N. E. (Grac, Poletaiev) - 48, 54, 150, 338, 348. Bazarov, V. A. - 203, 217, 279, 205, 299, 300. Bcbel, A. - 42, 225, 241, 244, 285. Beltov (Plekhanov, G. V.) - 24. Berdiaiev, N. A. - 55, 56, 66, 300. Berg (Martov, I. O.) - 73, 76, 141. Berlin, P. - 24. Bernstein, E. - 19, 20, 24, 26, 27, 342. Bibikov, I. I. - Vedi Klestc. Blondel, G. - 65. Bliimenfeld, I. S. (-feld, Raznotsvetov, Tsvetov) - 43, 49, 76, 171, 178. Bogdan (Babusckin, I. V.) - 102, 103. Bogdanov, A. A. (Ivanov, Maximov, 380 INDICE DEI NOMI Rakhmetov, Rcinert, Riadovoi, Sy- soika, Werner) - 4, 25, 203-206, 209, 210, 21 1, 215-218, 224-227, 230, 231, 237, 239, 240, 242, 243, 245, 266, 279, 291, 295, Ì99, 300, 305, 309-3H» 313» 3M» 3i6, 322» 324» 345- Bogdanova, N. B. - Vedi Rakhmetova, Boikov - 77. Boleslav - 268, 278. Bonc-Bruievic, V. D. (Bone) - 195, 200, 201, 205, 341. Boris, Boris Nikolaievic (Noskov, V. A.) - 77, 108, no, 141, 145, 163, 176, 182, 183, 185, 260. , Borodà (barba: Desnilski, V. A.) - 203. Botkin, M. S. - 325. Briand, A. - 340. Bringman - 295. Brodiaghin (Silvin, M. A.) - 78, 79. Bronstein, P. A. - Vedi Iuri. Bruskov (Andronov, S. V.) - 57, 59. Brut (Krgigianovski, G. M.) - 105, 106, 116, 136, 1 8 1 . Bulgakov, S. N. - io, 16-19. 22-25, 27, 6i. Bulyghin, A. G. - 251, 333. Bundista, il (Portnoi, K.) - n8> 119. Butkovski - 77. Byckov (Lepescinski, P. N.) - 17 1. Ccrevanin, N. (Lipkin, F. A.) - 330. Cerno v, V. M. - 56, 61, 63, 327. Cernyscev, I. V. - 89. Cernyscevski, N. G. - 13. . Cigiov - 219. Dan, F. I. (Derevo, Gurvic, Nadiogia) ' 78, 79» 154» 156» 168-170, 172, 297. Danevic (Gurievic, E. L.) - 44, 47, 49, 67. Daniclson, N. F. - Vedi N.-on. Danila (Novomirski, D. I.) - 233. David, E. - 114. Debagori-Mokrievic, V. K. - Vedi Mo- krievic. Delta (Stasova, I. D.) - 264, 266, 267. Dementiev (Basovski, I. B.) - 72. Dcmon (Zemliacka, S.) - 135, 195. Derevo (albero: Dan, F. I.) - 78, 79. Desnitski, V. A. (Borodà, Stroiev) - 203, 336. Destrée - 65. Deutsch, L. G. (L. Gr.) - 77, 78, 82, 95, 96, 109, no, 117, 206. Di ad in (Knipovic, L. M.) - 136. Dietz, I. - 42, 47, 62, 67, 68, 75. 76, 89. Dobrogeanu-Gherea, C. - 41. Domov (Pokrovski, M. N.) - 345. Dottore, il (Gusarov, F. V.) - 53, 145. Dragomanov, M. P. - 66. Druian - 17 1. Dubois (Postolovski, D. S.) - 245. Dubrovinski, I. F. (Inok, Innokenti, il pratico) - 291, 299, 308, 309. 2a 3b (Lepescinski, P. N.) - 90. Dufour, D. - 247, 250, 268. Dvinskaia (Ettinger-Davidsohn, I. 8.) - 44. 57. Embrion (Baramzin, I. V.) - 78. Engels, F. - 22, 25, 63, 66, 67, 273, 298. Ernst (Rollan, E. Kh.) - 49, 54. Essen, A. M. - Vedi Miamlin s Essen, E. E. - Vedi Baron. Essen, M. M. (Nina Lvovna, Sokol, Zcrnova, Zver, Zveruscka, Zverev) - 88, 135, 163, 175, 179, 184, 185, 189, 193, 213, 256, 276. Ettinger-Davidsohn, I. S. - Vedi Dvin- skaia. Fallinski - 219. -feld (Bliimenfeld, I. S.) - 43. Felix (Litvinov, M. M.) - 195, 217. Ferri, E. - 296. Feuerbach, L. - 246. Filippov, M. M. - 16. Frank, S. L. - 68. Fratello, il (Martov, I. O.) - 42. Fred (Vladimirov, M. K.) - 186. Fritsche, V. M. - 203. G. (Kopelsohn, C.) - 28, 29, 44. G. V. (Plekhanov, G. V.) - 7, 8, 44, 45» 47» 49. 52» 64, 76. Galiorka (Olminski, M. S.) - 199, 204, 206, 217, 246, 259. Galperin, L. I. (h/z, Koniaga» Konia- ghin, Ru, Valentin) - 54, 140, 144, INDICE DEI NOMI 38l 161, 175, 176, 178, 181, 182, 184, 185, 192, 193, 211. Gapon, G. A: - 224, 232. Genosse (Icrmanski, O. A.) - 78. Georges (Plekhanov, G. V.) - 168. Georgien - 309. Ginsburg, B. A. - Vedi Koltsov, D. Giordania, N. (Kostrov) - 250, 252, 340- Gitlovski, Kh. - Vedi N. G. Giukovski, D. N. - Vedi Goldene Wanze. Glebov (Noskov, V. A.) - 189-194, 21 1. Goldenbcrg, I. P. - Vedi Mesckovski. Goldene Wanzc (Giukovski, D. N.) - 42. GorieV'Goldman, B. I. - Vedi fratello di Akim, Igor. Gorki, A. M. (A. M., AL M., Al. Max.) - 284, 287, 288, 291, 292, 295, 296, 298, 299, 302-304, 308, 311, 313, 322, 325, 335, 337, 340, 348. Gorsckov - 219. Gurievic, E. L. - 50. Grac (gracchio: Bauman N. E.) - 54. Greulich, H. - 225. Grigori (Zinoviev, G. I.) - 343. Griscin (Kopelsohn, C.) - 44. Gu bario va - 77. Guckov, A. I. - 317, 318. Gurievic, E. L. (Danevic) - 44, 47, 49, 50, 51, 67. Gurvic (Dan, F. I.) - 172. Gusarov, F. V. (il dottore, Mitrofan, Mitrofanov) - 53, 145, 163, 176, 184, 189, 193. Gusiev, S. I. (Khariton, Lebedev, Na- tsia) - 136, 144, 163, 195, 217, 223, 224, 226, 227, 229, 231, 234, 261, 272. Gutovski, V. A. - Vedi Simonov. Gvozdev, R. (Zimmerman, R. E.) - 22. h/z (Galpcrin, L. I.) - 54. Halbcrstadt, R. S. - Vedi K. Hans (Krgigianovski, G. M.) - 156, 160, 162, 163, 168, 175, 176. Hegel, G. - io, 312. Helphandp A. L. - Vedi Parvus. Helvédus, C A. - 25. Hcrz, F. - 61. Hilferding, R. - 270. Holbach, P. - 25. I. O. (Martov, I. O.) - 115, 125, 127. Iablockov (Noghin, V. P.) - 57, 59. Iakov (Zcdcrbaum, S. O.) - 69, 71. Iakubova, A. A. - 34. Iefron, I. A. - 206. Iegor, (Martov, I. O.) - 128, 129. Ielenev, F. P. - Vedi Skaldin. Ielizarova, A. I. (An.) - 19, 35, 81. Ieramasov, A. I. - Vedi Monakh. Ierema (Schneersohn, A.. A.) - 94, 168. Iermanski, O. A. - Vedi Genosse. Iermolaiev, K. M. - Vedi Roman. Ieroghin - 310. Ievgheni (Vulpc, I. K.) - 344. Iezerski - 286. Ighnat (Krasikov, P. A.) - 92-94, 101, 118. Igor (Goriev-Goldman, B. I.) - 232. look, Innokenti (Dubrovinski, I. F.) - 297» 299, 308, 309. Ingerman - 48. Ioorodzew (Struve, P. B.) - 15. Insarov (Lalaiants, I. K.) - 264. Ionov - 345. Iordanski, N. I. (Iurdanov; N. I.) - 82, 341. 348. 349- Isari (Topuridze, D.) - 137, 148. Isuv, I. A. - Vedi Mikhail. Iuda (Giuda: Struve, P. B.) - 39-42, 168. Iuli, Iuli Osipovic (Martov, I. O.) * 81, 95. 127. Iurdanov (Iordanski, N. I.) - 82. Iuri (Bronstein, P. A.) - no, ji 8, 326. Iuriev (Veceslov, M. G.) - 82. Iusckevic, P. S. - 306. Ivaoov (Bogdanov, A. A.) - 4. Ivanscin, V. P. (V. I-n) - 34, 50. Jacques (Alexandrova, I. M.) • 118. Josephine (Vorovski, V. V.) - 233. K. - 76. K. (Halberstadt, R. S.) - 195. Kaciorovski, K. R. - 337. Kalmykova, A. M. (Zietta) - 65, 12 r, 126, 129. 382 INDICE DEI NOMI Kamenev, L. B. - 310. Kamcnski (Plekhanov, G. V.) - 25. Kant, I. - 25,-298. Kardascev, N. N. - 77. Karelin (Zasulic, V. I.) - 20, 22. Karpov, L. la. - 77. Kasian (Radcenko, I. I.) - 90. Kasterkin, V. D. - Vedi Korostienev. Kautsky, K. - 16-18, 20, 22, 23, 26, 47. 57. 67, 114, 197, 241, 308, 329, 332-334- Khariton (Gusiev, S. I.) - 226. Kiiofl (Zasulic, V. I.) - 76. Kler (Krgigianovski, G. M.) - 78, 79, 135. 178- Klestc (zecca: Bibikov, I. I.) - 238. Knipovic, L. M. (Diadin, X, Zietto) - 52, 54, 106, 136. Knuniants, B. M. - Vedi Ruben. Kol (palo: Lenghnik, F. V.) - 135-137, 156, 181, 185. Kolosov, I. I. - 340. Koltsov D. (Ginsburg, B. A.) - 46, 57, 63. 73. 269. Koniaga (cavallina), Koniaghin (Gal- perin, L. E.) - 144, 175, 176, 178, 182, 185, 211. Komiakov - 341. Kopelsohn, C. (Griscin, G.) - 28, 29, 44. Kopp, V. L. - Vedi Siurtuk. Korostienev (Kasterkin, D. V.) - 77. Kostia - 282. Kostrov (Giordania, N.) - 250, 252. Kotliarenko - 325. Kozlov, A. A. - 286. Krasavets (Krochmal, V. N.) - 71. Krasikov, P. A. (Ighnat, P. A., P. Andr., Pankrat, Pavlovic, Scpilka, Serghci Petrovic) - 90-94, 101, 105, 106, 108, no, 118, 186, 195, 206, 217, 258. Krasin, L. B. (Losciad, Nikitic, Win- ter) - 176, 182, 184, 211, 239-241, 348. Krasnukha, V. P. - Vedi Vania. Kremer, A. I. - Vedi Alexandr. Krgigianovskaia, Z. P. - Vedi Lanikha. Krgigianovski, G. M. (Brut, Hans, Kler, Lan, Smith, Trevinski) - 78, 79, 105, 106, n6, 128, 129, 135, 136, 141, 143. MS. 154. 156, 160, 162, 163, 167, 168, 175, 176, 178, 181, 184, 185, 192, 193. Kricevski, B. N. - 50, 51, 286. Krochmal, V. N. - Vedi Krasavets. Kroupsky (Krupskaia, N. K.) - 268. Krupskaia, N. K. (Kroupsky, Nadia) - 24, 27, 31, 42, 62, 105, 205, 268, 278, 287, 288, 343. Kulemann, V. - 65. Kuliabko, P. I. - Vedi Mysc. Kurz (Lenghnik, F. V.) - 78, 140-142, 174. 175. 179, 180. Kuzmin-Karavaiev, V. D. - 256. L. Gr. (Deutsch, L. G.) *- 77, 78, 82, 95, 96, 109, no. L. M. (Martov, I. O.) - 250, 251. Lalaiants, I. K. (Insarov, Nik. Iv., ZZ) - 54. M3, 226, 261, 264. Lan (daina: Krgigianovski, G. M.) - 163. Lanikha (Krgigianovskaia, Z. P.) - 163. Landolt - 17 1. Lange, F. A. - 25. Langovoi - 219. Lassalle, F. - 68. Lavrov, P. L. - 97. Lebedev (Gusiev, S. I.) - 136, 144, 163, 195. Lecreux - 318. ' Legkomyslenny (sventato: Lunaciarski, A. V.) - 204. Lehmann, C. - 65. Leiteisen, G. D. - 81, 134, 205, 206. Leman, M. N. - Vedi Liza. Lenghnik, F. V. (Kol. Kurz, Vasiliev, Wolf, Zarin) - 78, 98, 99, 106, 128, 129, I35-I37. Mo-i43> *56, 174» 175» 179-182, 185, 189, 192, 193, Lenin, V. I. (Meyer, V. U., il Vecchio) - 41, 65, 82, 83, 92, 100, 102, no, 118, 128, 129, 137, 146, 152, 160, 162, 169, 171, 175» 176, 178, 179. 182-185, 190, 191, 195, 96, 200, 201, 204, 206, 207, 209, 212-216, 218, 213, 229, 2 3I. 233-235, 237, 238, 24O, 248, 256, 26x, 272, 30O, 310, 318, 325. 331» 332. Lcopold - 49. Lcpescinski, P. N. (Byockov, 2a 3b, Olin) - 90, 171, 250, 252, 254. INDICE DEI NOMI 383 Levin, E. I. - 88, 92. Liadov, M. N. (Lidio, Martyn, Martyn Nikolaievic, Rusalka) - 146, 186, 195, 205, 207, 208, 209, 22 3> 22 7» 228, 232, 233, 243, 313. Liakhov, V. P. - 341. Lidio (Liadov, M. N.) - 146. Liova (Vladimirov, M. K.) - 308, 328. Lipkin, F. A. - Vedi Orevanin, N. Litvinov, M. M. (Felix, papà) - 195, 207, 209, 214-217. Liubic (Sammcr, I. A.) - 242, 250, 264, 343* Liubimov, A. I. (Mark, Sommer) - 77, 2 39> 308, 310, 328. Liza (Leman, M. N.) - 223. Lloyd George, D. - 340. Lokhov, N. N. - 117. Lopatin, G. A. - 337, 340, 341. Losciad (cavallo: Krasin, L. B.) - 176, 182. Lozovski, A. S. - 328. Lucinski - 4. Lunaciarski, A. V. (An. Vas., Anat. Vas., Lcgkomyslenny, Minonosets, Voinov) - 204, 205, 217, 246, 250, 255, 264, 269, 279, 285, 287, 295, 2 99» 300, 302, 303, 305, 313, 344. Luxemburg R. (Rosa) - 47, 81, 307, 330, 332, 333. M. (Vilonov, N. I.) - 348. M. F., M. F.-na (Maria Fiodorovna An- dreieva) - 288, 289, 301, 302, 304, 3 2 5» 335, 336, 338, 349* Mach, E. - 299, 307. Makhnovets (Akimov, M. G.) - 77, 275. 77, 2 75* Malinin, N. I. - Vedi Sciakhov, N. Malkii) - Vedi Sokolovski. Malykh, M. A. - 264. Manuilov, A. A. - 271. Maria Fiodorovna (Andreieva, M. F.) - 284, 299, 313. Mark (Liubimov, A. I.) - 308, 310, 328. Markhlevski, lu. Iu. - 329. Martov, I. O. (Alexei, Berg, fratello, I. O., Icgor, Iuli, Iuli Osipovic, L. M., Martuscia, Pakhomi) - 42, 43, 45, 47, 51, 56, 62, 64, 68, 73, 76, 81, 94» 95» 108, 115, 122-131, 133, 136, 137, 139, 141, 146-150, 153-156, 161, 163, 1 66, 168, 170, 171, 173, 185, 193, 194, 198, 250, 251, 256, 257, 269, 271, 291, 292, 297, 3 2 9-333, 348. Martuscia (Martov, I. O.) - 168. Martyn (Rozanov, V. N.) - 152, 154, 156, 168. Martyn, Martyn Nikolaievic (Liadov, M. N.) - 195, 205, 207, 208. Martynov, A. S. - 97, 199, 200, 297. Marx, K. - 18, 19, 23, 24, 68, 73, 81, 115, 197, 271, 285, 298. Maslov, P. P. - 21, 11 4. Matriona (Smidovic, P. G.) - 240. Maximov (Bogdanov, A. A.) - 309, 310, 313, 314, 316. Medvied (orso: Ulianova, M. I.) - 163. Mehring, F. - 22. Mesckovski (Goldenberg, I. P.) - 283. Meyer (Lenin, V. I.) - 41, 65. Mgheladze, V. D. - Vedi Tria. Miamlin (Essen, A. M.) - 259, 260, 261. Mikhail (Isuv, I. A.) - 326. Mikhail (Vilonov, N, I.) - 31 1-3 13, 315, 3 22 * Mikhailovski, N. K. - 21, 24, 62, 340. Miliukov, P. N. - 270. Millerand, A. - 340. Minonosets (torpediniera: Lunadarski, A. V.) - 205* Mitrofan, Mitrofanov (Gusarov, F. V.) - 163, 176, 184, 189, 193. Mogli - 4. Mokhnatkin - 219. Mokrievic (Debagori-Mokiievic, V. K.) -48. Monakh (Monaco: Ieramasov, A. I.) - 215. Monista, il (Plekhanov, G. V.) - 22, 24, 26. Moda - 282. Muromtsev, S. A. - 340. Mysc (topo: Kuliabko, P. I.) - 214. N. G. (Gitlovski, Kh.) - io. N* L (Iordanski, N. I.) - 348. N. N. - 173. N.-on (Danielson, N. F.) - 22 . Nadezdin, L. - 104* 3 8 4 INDICE DEI NOMI Nadia (Krupskaia, N. K.) - 24, 27, 343. Nadiogia (Dan, F. I.) - 78. Natalia Ivanovna (Alexandrova, I. M.) - 168. Natsia (Gusiev, S. I.) - 227, 229, 261, 272. Nemcc, A. - 350. Ncvzorov (Steklov, I. M.) - 47, 49, 51, 57- Nezdanov, P. - 25. Nik. Iv. (Lalaiants, I. K.) - 226. Nikiforov - 219. Nikitic (Krasin, L. B.) - 184, 21 1, 348. Nikolai (Rollan, E. K.) - 54, 55. Nil (Noskov, V. A.) - 143, 168, 169, )8i, 182, 184. Nina Lvovna (Essen, M. M.) - 213. Nistci (il povero: Vinogradova, O. I.) - 235. Noghin, V. P. (Iablockov, P., Samo- varov) - 57, 59, 60, 343. 345. 347- Noskov, V. A. (B. N., Boris, Boris Ni- kolaicvic, Glebov, Nil, Vadim) - 77, 84, 108, no, 129, 135, 141, 143, 145, 163, 168, 169, 176, 181-185, 189-I94, 21 1, 260. Novitskaia (Babusckin, I. V.) > 100, 104. Novobrantsev (Pescekhonov, A. V.) - 151. Novomirski, D. I. - Vedi Danila. din (Lepesrinski, P. N.) - 250, 252. Olmimki, M. S. (Galiorka, Vas. Vas., . Vas. V-c, Vasili Vasilievic) - 199, 204-206, 217, 246, 247, 250, 254, 259, 279. Orlovski (Vorovski, V. V.) - 264, 266, 269, 279. Orscia (Radcenko, L. N.) - 71. Ortodox (Axelrod, L. I.) - 55. Osipov (Zemliacka, . R. S.) - 192- 194. P. (Noghin, V. P.) - 60. P. A., P. Andr. (Krasikov, P. A,) - 108, no. P. B. (Axelrod, P. B.) - 39, 56, 62, 66, 74. P: B. (Struve, P. B.) - 18-20, 26. Pakhomi (Martov, I. O.) - 94, Pakhomi, fratello di (Zederbaum, S. O.) - 57. 59. 60. Pankrat (Krasikov, P. A.) - 105, 106. Papà (Litvinov, M. M.) - 207, 209, 214-216. Parvus (Helphand, A. L.) - 15, 47, 57, 68, 269, 271, 280. Pavlovic (Krasikov, P. A.) - 217. Pescekhonov, A. V. - Vedi Novo- brantsev. Petzholdt, J. - 324. Peus, H. - 20. Piatnitski, K. P. - 343, 349. Pierò (penna: Trotski, L. D.) - 106. Pikunov - 219. Plekhanov, G. V. (Beltov, G. V., Geor- ges, Kamenski, il monista, Volghin) - 7, 8, 20, 22, 24-26, 29, 30*, 32, 33, 35. 36, 39. 44. 45. 47. 49. 5*. 55. 61, 64-67, 73. 74. 76, 79. 80, 95. 108, no, 114, 127, 137, 138, 140, 142-152, 155, 157, 160, 161, 164, 168, 169, I7I-I75. 183, 184, 197, 198, 200, 206, 236, 237, 240-243, 246, 251, 254, 261, 264, 268, 269, 278, 286, 295, 297-300, 31 1, 316, 320, 322, 323, 326, 333-336, 340, 34i. 348, 349. Pokrovski, I. P. - 348. Pokrovski, M. N. - Vedi Domov. Poletaiev (Bauman, N. E.) - 150, 338, 348. Portnoi, K. - Vedi il bundista. Posto lovskì, D. S. (Alexandrov, Du- bois) - 4, 238, 240, 245. Potresov, A. N. (A. N., A. P., Alex. Nikolaievic, Puttman, Starover, Ven- ditore di libri) - 9, 12, 16, 21, 22, 3i. 36, 37. 44. 56. 57. 81, 125, 129, 130, I47'i49. 220-223, 250, 256, 316, 326, 328, 333, 349. Povar (cuoco: Stcekoldin, F. I.) - 84, 88 . Pratico, il (Dubrovinski, I. F.) - 291. Prokopovic, S. N. - 261. Puttman (Potresov, A. N.) - 57. Quelch, H. - 290. Quesset, L. - 331, 332, 334. R. N. S. (Struve, P. B.) - 64, 65. Radek, K. - 330. Radcenko, I. I. - Vedi Kasian. Radcenko, L. N. - Vedi Orscia. INDICE DEI NOMI 385 Raicin, S. G. - 8. Raisa - 205. Rakhmetov (Bogdanov, A. A.) - 203- 209, 215, 224, 225, 230, 231. Rakhmetova (Bogdanova, N. B.) - 204. Ramiscvili, N. V. - 340. Rascid-Bek (Zubarov, A. G.) - 137. Ratner, M. È. - io. Raznotsvetov (Blumenfeld, I. S.) - 49. Reinert (Bogdanov, A. A.) « 242, 266. Rcrich, A. E. - Vedi Vlas. Riadovoi (gregario: Bogdanov, A. A.) - 209, 211, 216-218. Riakhovski - 210.' Riazanov, D. B. - 43, 49, 50, 51, 62, 68, 309. Rittmeyer, G. - 41, 42, 47. Roegner, P. - 31, 38. Rollali, E. K. (Ernst, Nikolai) - 49, 54, 55* Roman (Iermolaiev, K. M.) - 326. Rosa (Luxemburg, R.) - 330. Rothstein, F. A. - 289, 308. Rozanov, V. N. - Vedi Martyn. Rozkov, N. A. - Vedi Viac. Ru (Galperin, L. I.) - 140, 154, 161. Ruben (Knuniants, B. M.) - 137, 144, 261. Rumiantsev, P. P. (Schmidt) - 229, 239, 245, 264, 279. Rusalka (Liadov, M. N.) - 209, 217, 228. Rusanov, N. S. - Vedi Tarasov, K. Rykov, A. I. - 343. Sammer, I. A. - Vedi Liubic. Samo varo v (Noghin, V. P.) - 343, 345, 347- Sanin, A. A. - 88. Sazonov - 77. Schmidt (Rumiantsev, P. P.) - 239, 245, 264. Schmidt, K. - lo, 24. Schneersohn, A. A. - Vedi I crema. Schwarz (Vorovski, V. V.) - 144, 176, 205, 217, 247, 250, 259- Schweitzer, J. B. - 152, 166, 168. Sciakhovskoi, V. N. - 56. Sciakhov, N. (Malinin, N. I.) - 138, 140. Scidlovski, N. V. * 227. Schippcl, M. - 342. Scklovski, G. L. - 334. Scpilka (Krasikov, P. A.) - 90. Semascko, N. A. - 291, 292, 328. Senkevic - 292. Seraiìma (Afanasieva, S. N.) - 226. Serghei Petrovic (Krasikov, P. A.) 186, 195, 206. Silvin, M. A. - Vedi Brodiaghin. Simonov (Gutovski, V. A.) - 196, 199. Singer, P. - 42. Siurtuk (palandrana: Kopp, V. L.) 249. Skaldin (Ielenev, F. P.) - 13, 21. Skvortsov-Stepanov, I. I. - 315. Smidovic, I. G. - 70. Smidovic, P. G. - Vedi Matriona. Smith (Krgigianovski, G. M.) - 129, 145- Sokol (falco: Essen, M. M.) - 135, 184, 185. Sokolov, A. V. - Vedi Stanislav. Sokolovski (Malkin) - 141. Soloviov, I. - 16. Sommer (Liubimov, A. I.) - 239. Sorella maggiore, la (Zasulic, V. I.) - 45» 47, 48. Stammler, R. - 24, 25. Stanislav (Sokolov, A. V.) - 322. Starogilov - 219. Staro ver (vecchio credente: Potresov, A. N.) - 56, 129, 130, 147-149, 220- 223, 250, 256. Stasova, I. D. (Ahsoliut, Delta, Tsaplia, Varvara Ivanovna) - 90, 97, 98, 101, 103, 184, 266, 267. Stcekoldin, F. I. - Vedi Povar. Steklov, I. M. - Vedi Nevzorov. Stolypin, P. A. - 317, 3*8, 349. Stopani, A. M. (Tu-ra) - 201. Stroiev (Desnitski, V. A.) - 336. Struve, P. B. (Inorodzew, Iuda, P. B., R. N. S., Telionok) - 9, 10, 15, 18- 20, 24-26, 39-42, 47, 64, 65, 168, 221, 317. Suvorov, S. A. - 203. Sysoika (Bogdanov, A. A.) - 209, 210, 226, 227. Tantalo - 123. Tarasov, K. (Rusanov, N. S.) - 95. 386 INDICE DEI NOMI Telionok (vitello: Struve, P. B.) - 42, 64. Teziakov, N. I. - 56, 65. Tolstoi, L. N. - 302, 340, 341. Topuridze, D. - Vedi Isari. Tokarev, A. S. - Vedi Vyscibalo Travinski (Krgigianovski, G. M.) 192, 193. Tria (Mgheladze, V. D.) - 336, 340. Trotski, L. D. (Balalaikin, Però) - 106, 168, 199, 200, 206, 260, 285, 297, 308-310, 321, 328, 329, 334-33^ 345 - Trubetskoi, S. N. - 27 r. Tsaplia (airone: Stasova, I. D.) - 98. Tskhakaia, M. G. - Vedi Barsov. Tsvetov (Bliimenfeld, I. S.) - 76, Tugan-Baranovski, M. I. - 18, 23, 24. Tu-ra (Stopani, A. M.) - 201. Tyszko, L. - 307. Ulianov, D. I. - Vedi Andreievski. Ulianova, M. A. - 81. Ulianova, M. I. (Medvied) - 42, 163. Usciakov - 219, V. I., V. Iv. (Zasulic, V. I.) - 7, 8, 57, 75, 80, 109, 115. V. I-n (Ivanscin, V. P.) - 34. V. U. (Lenin) - 237. Vadim (Noskov, V. A.) - 129, 135. Vakar, V. V. - 176. Valentin (Galperin, L. I.) - 181, 184, i$5, 192, 193. Vania (Krasnukha, V. P.) - 90, 91. Vanderveldc, E. - 65. Varvara Ivanovna (Stasova, I. D.) - 90. Vas. Vas, Vas. V-c (Olminski, M. S.) • 246, 247. Vasiliev (Leghnik, F. V.) • 189, 192, 193 - Vasili Vasilievic (Olminski, M. S.) - 205. Vecchio, il (Lenin, V. I.) - 105, li 6, 163, 167, 175, 176, 178, 182, 209, 232, 3i8, 332. Veceslov, M. G. (Iuricv) - 82, 134, 150. Vclika, Velika Dmitrievna (Zasulic, V. I.) - 61, 66, 68, 74^76. Venditore di libri, il (Potresov, A. N.) - 3 1 * Viac. (Rozkov, N. A.) - 315. Vilonov, N. le. (Mikhail, M.) - 157, 311-313, 315, 322, 324, 348. Vinogradova, O. I. (Nistci) - 235. Vladimirov, M. K. (Fred, Liova) - 186, 308, 328. Vlas (Rerich, A. E.) - 97. Vodovozov, V. V. - 309, 340, 341. Voinov (Lunaciarski, A. V.) - 264. Volghin (Plekhanov, G. V.) - 20. Vorovski, V. V. (Josephine, Orlovski, Schwarz) - 144, 176, 205, 217, 233, 247, 250, 259, 264, 266, 269, 279, 305 * Vulpe, I. K. - Vedi Ievgheni. Vyscibalo (Tokarev, A. S.) - 90, 91, 97, 98, 100, 101. Werner (Bogdanov, A. A.) - 239, 240» 243, 245. Wert, O. A. - 16. Winter (Krasin, L. B.) - 239-241. Witte, S. I. - 42, 47, 56, 64. Wolf (Lenghnik, F. V.) - 143. Wurm, E. - 329. X (Knipovic, L. M.) - 54. Zakladni, L. M. - 4. Zarin (Leghnik, F. V.) - 98, 99, 106» 128, 129. Zasulic, V. I, (Karelin, Kiroff, la sorella maggiore, V. I., V. Iv., Velika, Vcli- ka Dmitrievna, zia) - 7, 8, 20, 22, 41, 45, 47, 48, 56, 57* 61, 66, 68, 74-76, 80, 109, 115, 127, 130, 148, 150, 206. Zederbaum, S. O. (fratello di Pakhomi, Iakov) - 57, 69, 71. Zemliacka, R. S. (Demon, Osipov) - 135, 141, 176, 181, 192-195, 203, 207, 209, 214, 217, 223, 226, 227, 232. Zernova (Essen, M. M.) - 88. Zia (Zasulic, V. I.) - 41. Zimmerman, R. E. - Vedi Gvodzev, R. Zietta (Kalmykova, A. M.) - 126. Zietto (Knipovic, L. M.) - 106. Zinoviev, G. le. - Vedi Grigori. Zubarov, A. G. - Vedi Rascid-Bek. Zverev (Essen, M. M.) * 189, 193. Zver, Zveruscka (bestia, bestiolina: Es- sen, M. M.) - 163, 175, 179, 276. ZZ (Lalaiants, I. K.) - 54. INDICE DEI GIORNALI E DELLE RIVISTE Archiv jùr soziale Gesctzgebung und Statisti (Archivio di legislazione so- ciale e di statistica) - 9, 23. nota 11. Bemer Tagwacht (La sentinella di Ber- na) - 292. Conrad's fahrbiicher (Annali Conrad) ' 73- Dìskussionny Listok (Foglio di discus- sione) - 325» 327, 345» 347* Dnicvni\ (Il diario) - 31 1, 316, 323, 326. Foglio delle casse operaie , Il - Vedi li- sto\ Rabocikjh Kass. Frankfurter Zeitung (La gazzetta di Francoforte) - 19, 22. Gizn (La vita) - 19, 20, 23-26, 86, 93, . 96, 333» 335» 3336- Golos S oziai -Demo Idrata (La voce del socialdemocratico) - 316, 320, 322, 326, 344, 347. Iskra (La scintilla) - 39-48, 50-54, 56- 61, 67, 69, 70, 72, 77, 82, 84-90, 94» 95» 101-104, in, 117, 119, 122- 124, 127, 128, 131, 133, 139, 145, 147, 148, 151-153, 156-163, 166, 169-171, 174, 175, 177, 182, 183, 187, 188, 197, 199-201, 204, 211, 215, 216, 218, 220, 221, 226, 230- 233» 237, 244-246, 248, 250, 256, 257» 259, 271. luzny Raboci (L'operaio del sud) - 58, 60, 61, 88, 89, 122, 124, 152. Kharl^ovski Proletari (Il proletario di Kharkov) - 103. Kr amola (La fronda) - 158. Krasnoic Znamia (Bandiera rossa) - 97, 338. Leipziger Vol\szcitung (Gazzetta del popolo di Lipsia) - 269. Lietuci Listo k (Foglio volante) - 259. Listok Raboci^h Kass (Foglio delle cas- se operaie) - 103. Lotta del proletariato - Vedi Proletaria- tis Brdzola. Mir Bogi (Il mondo di Dio) - 17, 24, 56, 66. Moskovsfyic Viedomosti (Notizie da Mo- sca) - 153, 270. Mysl (Il pensiero) - 34^» 343» 349 Nacialo (L’inizio) - 12, 16, 17, 23, 25, 26, 27, nota 15. Nascia Zarià (La nostra aurora) - 326, 333» 336» 341* Naucnoie Obozrenie (Rassegna scienti- fica) - 17, 19» 21, 23-25. Neue Rhcìnìschc Zeitung (Nuova gaz- zetta renana) - 63. Neue Zeit , Die (Tempo nuovo) - io, 24, 26, 63, 66, 67, 73» 298, 307, 308, 329, 331, 336, nota 14. Novaia Gizn (Vita nuova) - 278, 291, 294. Novoie Slovo (Parola nuova) - 17, 25. 3 88 INDICE DEI GIORNALI E DELLE RIVISTE Obrazovanie (L'educazione) - 286. Osvobozdenie (L 'emancipazione) - 86, 224, 256. Ot^ìì^i (Gli echi) - 101. Peuplc, Le (Il popolo) - 336, 344. Poslednte Izvestia (Ultime notizie) - 231» 257. Pravda (La verità) - 308, 309. Pridnieprovskj Krai (La regione del Dniepr) - 78. Proletari (Il proletario) - 237, 239, 245, 250, 256-258, 260-263, 268, 276, 277# 283, 286-289, 291-297, 299, 302-305, 308-311, 314, 331. Proletariatis Brdzola (La lotta del pro- letariato) - 213. Raboceìe Dielo (La causa operaia) - 30, 31. 34. 43. 44. 51. 57. 69, 70, 73. 82, 91-94, 96, 97, 99, 122, 216. Raboceìe Znamia (La bandiera operaia) - 61. Raboci (L'operaio) - 258, 263, 277. Babociaia Gazicta (Gazzetta operaia) - 336, 337. Rabodaia Mysl (Pensiero operaio) - 35- 37, 103, 104. Revoliutsionnaia Rossia (La Russia rivo- luzionaria) - 96. Rìec (Il discorso) - 309, 337, 340. Russ^aia Mysl (Il pensiero russo) - 337. Russate Vicdomosti (Notizie russe) - 23. Russkjoie Bogatstvo (La ricchezza rus- sa) - io, 56, 63, 66, 337. Socialiste, Le (Il socialista) - 82. Sovremienruùa Gizn (Vita contempora- nea) - 349- Sovrcmiennik, (Il contemporanco) - 337, 340, 34i. Sovremienny Mir (Il mondo contempo- raneo) - 337- Sovremtennoie Obozrcnie (Rassegna contemporanea) - 39, 40, 42. Sozial-Dcmohrat (Il socialdemocratico) - 44-46, 49-51, 63, 251, 309, 322. S oziale Praxis (La prassi sociale) - 15, nota 17. S oziali stisc he Monatshefte (Mensile so- cialista) - 342. Tempo , Tempo Nuovo - Vedi Neue Zeit. Torgovo-promysclcnnaia Gazicta (Gaz- zetta dell'industria e del commercio) - 73. Tovaristc (Il compagno) - 286. Viestni\ levropy (Il messaggero d’Eu- ropa) - 337- Volnoie Slovo (La libera parola) - 63, Vorwàrts (Avanti) - 4, 74, 309, 336. Vossische Zeitung (La gazzetta di Voss) - 219. Vozrozdenie (Rinascita) - 333, 335. Vperiod (Avanti) - 70, 212-216, 220, 223-227, 229, 230, 232, 234, 344- 348. Wiener Arbeiterzeitung (Gazzetta ope- raia di Vienna) - 257. Wirtschaftliche Chroni\ (Cronaca eco- nomica) - 73. Zarià (L’aurora) - 40, 42-52, 56, 68, 73, 80, 81, 103, 104, 133, 200, 221, 261. Zarnitsy (Bagliori) - 286. Zviezdà (La stella) - 341, 343, 348. GLOSSARIO Btmd: Cadetti : Duhjhobory: Economisti: Golosisti : Liquidatori: Unione generale operaia ebraica (in Lituania, Polonia o Russia), organizzazione piccolo -borghese fondata nell’ottobre 1897, che svolgeva la sua attività soprattutto fra gli artigiani ebrei; soste- neva il nazionalismo e il separatismo nel movimento operaio in Russia. aderenti o fautori del Partito democratico costituzionale, ag- gruppamento politico liberale borghese della Russia prerivoluzio- naria. Il nome deriva dalle iniziali dell’espressione russa «Kon- stitutsionny demokrat » = democratico costituzionale. (o duf{hobortsy\ combattenti per lo Spirito [Santo]): setta russa sorta nella seconda metà del sec. XVIII che rifiutava il rituale e i dogmi della Chiesa Ortodossa, Vivevano in comunità di la- voro nelle quali vigeva la proprietà comune. Considerati una setta e particolarmente pericolosa », venivano duramente perse- guitati dalla Chiesa ufficiale e dal governo. fautori della corrente opportunistica dell’* economismo », i quali sostenevano che gli operai dovevano lottare solo sul terreno eco- nomico, mentre alla lotta politica doveva pensarci la borghesia liberale, alla quale gli operai dovevano dare il loro appoggio (cfr. anche note 25 e 40). fautori del giornale Golos S oziai -Demo forata (La voce del social- democratico), che si pubblicò dal febbraio 1908 al dicembre 1911 e dèi quale uscirono complessivamente 26 numeri (i primi 11 a Ginevra e i restanti a Parigi). Fino al luglio 1912 il Golos SoziaLDcmo forata fu continuato dal Listo \ Golosa Sozial-Dcnto- krata (Il foglio della voce del socialdemocratico), del quale usci- rono complessivamente 6 numeri. gruppo menscevico che, dopo la sconfìtta della rivoluzione del i9°5» sosteneva che i socialdemocratici dovevano rinunciare al- l'organizzazione politica illegale, e quindi alla lotta politica ri- voluzionaria, limitandosi a svolgere la propria attività nello 390 GLOSSARIO Marxisti legali : Ottobrini : Ottovisti ; Trudovikì: Ultimatisti: V periodici : Zemstvo : Zemtsy : Zubatovisti : organizzazioni legali (sindacati, casse d’assicurazione-malattic, cooperative, circoli, società di cultura, case del popolo, ecc.). ^ corrente di intellettuali borghesi che si valevano del marxismo negli interessi della borghesia e dello sviluppo del capitalismo e per sottomettere il movimento operaio a questi interessi. Erano così chiamati perchè stampavano i loro articoli sulle riviste le- gali, cioè permesse dal governo dello zar (cfr. anche la nota 27)- aderenti o fautori dell’* Unione del 17 ottobre», partito monar- chico borghese di destra, così chiamato dalla data del primo manifesto con cui Nicola II, durante la rivoluzione del 1905, promise la costituzione e la convocazione di una Duma con po- teri legislativi. gruppo bolscevico (Bogdanov, Pokrovski, Lunaciarski, Bubnov, ecc.) che chiedeva il « richiamo » (dal russo « otozvat » = ri- chiamare) dei deputati socialdemocratici dalla III Duma e la rinuncia a svolgere qualsiasi attività nelle organizzazioni legali. «Gruppo del lavoro», raggruppamento di tendenze democrati- che borghesi costituito nell’aprile 1906 dai deputati contadini alla I Duma. Gruppi di trudovik) esistettero in tutte e quattro le legislature della Duma. fautori deirultimatismo, corrente opportunistica della socialde- mocrazia russa sorta nel 1908. Gli ultimatisti si distinguevano dagli ùtzovisti solo per la forma. Essi proponevano di inviare al gruppo socialdemocratico alla Duma un « ultimatum »; qua- lora le condizioni in esso poste non fossero state adempiute, i deputati socialdemocratici avrebbero dovuto essere « richiamati » dalla Duma. fautori del giornale Vperiod (cfr. nota 83). sistema delle istituzioni di autoamministrazione locale, cui po- tevano accedere i soli elementi provenienti dalla borghesia e dalla nobiltà. 1) funzionari degli zemstvo \ 2) fautori del sistema degli zemstvo. aderenti allo zubatovismo, tentativo provocatorio (promosso dal funzionario della polizia zarista S. V. Zubatov) di allontanare gli operai dalla lotta rivoluzionaria mediante la creazione di organizzazioni operaie sotto la protezione della polizia. Giovan- dosi di tali pseudo organizzazioni, il governo si riprometteva di portare gli operai a non oltrepassare le piccole rivendicazioni di carattere economico. INDICE DEL VOLUME Prefazione dell’Istituto Marx-Engels-Lenin ... v Nota dell’editore rx 1895 1. Ad Axelrod, inizio di novembre . 3 2. Ad Axelrod, metà di novembre 5 1897 3. Ad Axelrod, 16 agosto 7 1898 4. A Potresov, 2 settembre 9 1899 5. A Potresov, 26 gennaio 12 6. A Potresov, 27 aprile ... 16 7. A Potresov, 27 giugno 22 1900 8. A ** # , 5 settembre 28 9. A Nadiezda Krupskaia, settembre 31 10. Ad A. A. Iakubova, 26 ottobre 35 1901 11. A Plekhanov, jo gennaio 39 12. Ad Axelrod, 20 marzo 41 13. Ad Axelrod, 25 aprile 43 26 * 394 INDICE 14. A Bauman, 24 maggio 48 15. Ad Axelrod, 25 maggio 49 16. A M. Knipovic, 2 8 maggio 52 17. Al gruppo di aiuto air« Iskra », 5 giugno . . 53 18. A Galperin, dopo il 18 giugno .54 19. A Bauman, 26 giugno .... *54 20. A Plekhanov, 7 luglio -55 21. A Zederbaum, seconda metà di luglio . . 57 22. A Plekhanov, 25 luglio . .61 23. Ad Axelrod, 26 luglio .64 24. A Plekhanov, 30 luglio -65 25. A Plekhanov, 21 ottobre .... . . . 66 26. A Plekhanov, 2 novembre 67 27. Alle organizzazioni dell* Iskra » in Russia, metà di di- cembre 69 28. A I. G. Smidovic, 18 dicembre 70 1902 29. A Goldman, 3 gennaio 72 30. A Plekhanov, 7 febbraio 73 31- A Plekhanov, 4 aprile 74 32. Ad Axelrod, 3 maggio 76 33. A Krgigianovski, 6 maggio 78 34. A Plekhanov, 14 maggio 79 35. A Plekhanov, 23 giugno .80 36. A Leiteisen, 24 . gì 37. A C., 2 g 2 38. A Noskov, 4 agosto 84 39. A Levin, 22 agoj/o 84 40. A Krasnukha e I. D. Stasova, 24 settembre 90 41. A Krasikov, novembre 42. A Levin, non prima delVu dicembre 92 43. A Plekhanov, 14 dicembre 95 44. A Lavrov e I. D. Stasova, 27 dicembre . 97 45. A Lenghnik, 27 dicembre ... . 9 8 1903 46. A Babuskin, 6 gennaio I00 47. Ad I. D. Stasova, 75 gennaio I0I INDICE 395 48. Al Comitato di Kharkov, 75 gennaio . . 102 49. Ad I. D. Stasova, 16 gennaio . . 103 50. A Babusckin, 16 gennaio ... 104 51. A Krgigianovski, 27 gennaio 105 52. AlPUnione dei socialdemocratici russi all’estero, 4 o 5 febbraio ... . . .... 107 53. A Martov, 5 febbraio 108 54. Al Comitato di Nizni-Novgorod, prima del 25 febbraio . no 55. Al Comitato d’organizzazione, 506 marzo .... 112 56. Al Comitato d’organizzazione, fra il 5 e il 9 marzo . . . 113 5 7. A Plekhanov, 75 marzo 114 58. Al Comitato d’organizzazione, 3/ marzo . . . 1 15 59. A Krgigianovski, 3 aprile 116 60. Al Comitato d’organizzazione, 6 aprile ... 117 61. Ad I. M. Alexandrova, dopo il 22 maggio . . 118 62. Ad A. M. Kalmykova, 7 settembre 121 63. A Potresov, 73 settembre 125 64. A Krgigianovski, fra il io e il 14 settembre . . ... 128 65. Ad A. M. Kalmykhova, 30 settembre ... 129 66. Al Comitato di Odessa, 2 ottobre , .... 131 67. A Martov, 6 ottobre 133 68. A Leiteisen, /o ottobre 134 69. A Krgigianovski, 20 ottobre . . 135 70. Al Comitato dell’Unione del Caucaso, 20 ottobre . . . 137 71. Al Comitato del Don, ottobre 138 72. All’Unione degli operai siderurgici, ottobre 139 73. A Plekhanov, i° novembre . . 140 74. A Krgigianovski, 4 novembre ... 14 1 75. Al Comitato centrale, 4 novembre ... . . 142 76. A Noskov e Krgigianovski, 5 novembre . ... 143 77. A Plekhanov, 6 novembre 144 78. A Krgigianovski, 5 novembre .... ... 145 79. A Liadov, 70 novembre . . 146 80. A Plekhanov, 18 novembre .... . . . . 151 81. Al Comitato centrale, io dicembre 152 82. Alla redazione dell’ « Iskra », 12 dicembre 153 83. A Krgigianovski, 18 dicembre 154 84. A Vilonov, non più tardi del 22 dicembre 157 85. Al Comitato centrale, 22 dicembre 160 396 INDICE 86. Alla redazione dell' « Iskra », 27 dicembre ■ * ■ • . 162 87. Al Comitato centrale, 30 dicembre .163 1904 88. Al Comitato centrale, 2 gennaio * . 166 89; A Krgigianovski, 4 gennaio .167 90. Alla redazione dell’ < Iskra », 8 gennaio 91. A Plekhanov, Presidente del Consiglio del partito, 23 g en _ naio * . 171 92. A Plekhanov, Presidente del Consiglio del partito, 27 g cn _ naio • . . 172 93. Al Comitato centrale, 3/ gennaio 173 94. A Krgigianovski, fra il 2 e il 7 febbraio 95. Al Comitato centrale, seconda metà di febbraio . . . ^6 96. Alla redazione dell’organo centrale del POSDR, 26 febbraio 178 97. Al Comitato centrale, 73 e 14 marzo 179 98. Al Comitato centrale del Partito socialista polacco, 7 aprile 180 99. A Lenghnik, 26 maggio . . 181 100. A Krigigianovski, non prima del 26 maggio 181 101. A Krasin, non prima del 26 maggio 182 102. A I. D. Stasova e Lenghnik, ig giugno 184 103. A Martov, segretario del Consiglio del partito, io agosto 185 104. A Vladimirov, / 5 agosto 186 105. Alla redazione dell’ € Iskra », 24 agosto 188 106. Ai membri dei Comitati della maggioranza e a tutti i partigiani attivi della maggioranza in Russia, 28 agosto . 190 107. A Noskov, 30 agosto 190 108. A Noskov, 30 o 3/ agosto 191 109. A Noskov, 2 settembre 19 2 no. A Martov, segretario del Consiglio del partito, 2 settembre 193 in. A Martov, segretario del Consiglio del partito, 7 settembre 194 11 2. Ai partecipanti alla Conferenza dei Comitati del sud e all’Ufficio del sud, dopo il 5 ottobre . T 95 11 3. Ai Comitati della maggioranza, dopo il 5 ottobre . . . ' . 195 114. Al Comitato della Siberia, 30 ottobre .196 115. A Stopani, io novembre 201 116. A Bogdanov, 21 novembre »... 203 117. A Nadiezda Krupskaia, 3 dicembre 205 11 8. A Bogdanov, R. S. Zemliacka e Litvinov, 3 dicembre . • 207 INDICE 397 119. A R. S. Zemliacka, io dicembre 209 120. Al Comitato deirUnione del Caucaso, dopo il 12 dicembre 212 121. Al Comitato deirUnione del Caucaso, 20 dicembre . . . 213 122. A M. M. Essen, 24 dicembre 213 123. A R. S. Zemliacka, 26 dicembre 214 124. A Ieramasov, fine di dicembre 215 125. A Litvinov, dicembre 216 126. AirOrganizzazione del POSDR di Pietroburgo, ottobre- dicembre . . 219 1905 127. Lettera a un compagno in Russia, 6 gennaio 220 128. A R. S. Zemliacka, inizio di gennaio 223 129. Al segretario dell’UfEcio dei Comitati della maggioranza, 29 gennaio . . t 224 130. A Bebel, 7 febbraio 225 131. A Gusiev, 15 febbraio . . . 226 132. A Gusiev, 25 febbraio 227 133. A Gusiev, inizio di marzo 227 134. A Gusiev, 11 marzo 229 135. A Gusiev, 16 marzo 231 136. Al Comitato del POSDR di Odessa, 25 marzo .... 233 137. A Gusiev, 4 aprile 234 138. A O. I. Vinogradova, 8 aprile 235 139. AirUfEcio socialista internazionale, 8 luglio 236 140. Al Comitato centrale del POSDR, 11 luglio 238 14-1. Al Comitato centrale del POSDR, 12 luglio 240 142. Al Comitato centrale del POSDR, 28 luglio 243 143. A Lunaciarski, 2 agosto 246 144. Al Comitato centrale del POSDR, 14 agosto 248 145. A Lunaciarski, fra il 15 e il 19 agosto 250 146. A Lepescinski, 2 9 agosto 252 147. A Lepescinski, 29 agosto 254 148. A Lunaciarski, fine di agosto 255 149. Al Comitato centrale del POSDR, 7 settembre 256 150. A Krasikov, 14 settembre 258 151. A Gusiev, 20 settembre 261 152. AI Comitato centrale del POSDR, 3 ottobre 263 153. Al Comitato centrale del POSDR, 3 ottobre 264 39 » INDICE 154. Al Comitato centrale del POSDR, 5 ottobre 266 155. Al Comitato centrale del POSDR, 8 ottobre 268 156. A Lunaciarski, 11 ottobre 269 157. A Gusiev, ottobre 272 158. A M. M. Essen, 26 ottobre 276 159. Al Comitato centrale del POSDR, 27 ottobre 278 160. A Plekhanov, fine di ottobre 278 161. «A Motia e Kostia, membri della ” maggioranza ” del- l’organizzazione di Odessa », fine ottobre-inizio novembre 282 1907 162. A Gorki, 14 agosto 284 163. A Lunaciarski, fra il 2 c l'u novembre 285 1908 164. A Gorki, p gennaio 287 165. Ai coniugi Gorki, / 5 gennaio 288 166. A Rothstein, 29 gennaio 289 167. A Gorki, 2 febbraio 291 168. A Gorki, 7 febbraio 292 169. A Lunaciarski, rj febbraio 295 170. A Gorki, 13 febbraio 296 171. A Gorki, 16 marzo 298 172. A Gorki, 24 marzo 299 173. A Gorki, prima metà di aprile 302 174. A Lunaciarski, 16 aprile 303 175. A Gorki, 16 aprile 303 176. A Gorki, 19 aprile 304 177. A Vorovski, i° luglio 305 178. A Iusckevic, io novembre 306 1909 179. A Rosa Luxemburg, 18 maggio 307 180. A Liubimov, 18 agosto 308 181. Alla redazione del « Sozial-Demokrat », 24 agosto . . . 309 182. A Liubimov, inzio di settembre 310 183. A Gorki, 16 novembre 31 1 INDICE 399 184. A Gorki, novembre-dicembre 313 185. A Skvortsov-Stepanov, 2 dicembre 315 1910 186. Abbozzo di lettera ai «depositari», febbraio-marzo 319 187. A Vilonov, 27 marzo . 322 188. A Plekhanov, 2HH H KHHXHOiì TOprOBJlH MocxBa r-21, 3y6oacKMK 6yjibsap, 21 fipocjiaBCKHH nonHrpaKOM6HHaT «CoK>3no;iHrpa