Karl Marx, Friedrich Engels, Vladimir Lenin, Joseph Stalin, Enver Hoxha 5 Classics of Marxism Comintern (Stalinist-Hoxhaists) http://ciml.250x.com Georgian Section www.joseph-stalin.net SHMG Press Karl Marx Press of thè Georgian section of Comintern (SH) - Stalinist-Hoxhaists Movement of Georgia OPERE V. I. LENIN Op ere complete III Lo sviluppo del capitalismo in Russia 1956 - Editori Riuniti - Roma II edizione luglio 1969 Proprietà letteraria riservata della S. p. A. Editori Riuniti Viale Regina Margherita, 290 - 00198 Roma NOTA DELL’EDITORE La presente opera fu scritta tra il 1896 e il 1898. Iniziata nel gennaio 1896 nel carcere di Pietroburgo , fu portata a termine in Siberia , nel villaggio di Sciuscens\oie , dove Lenin scontava una condanna di tre anni inflittagli per l'attività svolta come membro ed animatore della Unione di lotta per V emancipazione della classe operaia ». Nella prima lettera dal carcere, il 14 gennaio 1896, Lenin scrive : « Ho un progetto che dal momento del mio arresto mi inte- ressa fortemente, e col passar dei giorni Vinteresse diviene sempre più vivo. Già da un pezzo mi occupo di un problema di economia (la vendita delle merci dell industria manifatturiera all interno del paese), ho già raccolto un po' di materiale e preparo un piano per elaborarlo; ed ho già scritto qualcosa, con lintenzione di pub- blicare questo mio lavoro in volume a sè, qualora superasse le di- mensioni di un articolo di rivista ». Più avanti si legge: « L'elenco dei volumi [che Lenin chiede gli siano inviati in carcere] è diviso in due parti corrispondenti alla divisione dèlia mia opera. A) Parte teorica generale. Richiede un minor numero di libri, sicché penso di poterla scrivere comunque, ma esige un maggior lavoro di prepa- razione. B) Applicazione dei principi teorici ai dati russi. Questa parte richiede moltissimi libri . Le principali difficoltà le presen- tano: 1) le pubblicazioni degli zemstvo. D'altronde, ne ho già una parte; un'altra parte ( brevi monografie ) si potrà far venire, e il resto si potrà avere per mezzo di conoscenti studiosi di sta- tistica; 2) le pubblicazioni governative : lavori delle commissioni, VI NOTA DELL EDITORE resoconti e atti di congressi , ecc. Questo materiale è importante , ed è più difficile procurarselo. Una parte, forse la maggiore , si trova nella Biblioteca della Libera società di economia ». Copioso materiale Lenin attinge anche dalle altre biblioteche di Pietroburgo; durante il viaggio verso il luogo di deportazione ap- profitta di una sosta a Krasnoiarsì{ per consultare libri e riviste raccolti nella ricca biblioteca privata del commerciante G. V ludin . Verso la fine del maggio 1897 si fa inviare dalla sorella Maria numerosi estratti di volumi della Biblioteca Rumiantscv di Mosca; nella primavera del 1898 N. K Krupsf{aia gli porta altri libri , e , infine, nel giugno riceve — a un anno dalla data d'invio — la sua biblioteca, speditagli a Sciuscensl{oie dai familiari. Gran parte del materiale utilizzato per la preparazione della presente opera è stato pubblicato nel XXXlll volume del Leninski Sbornik. Lenin terminò di scrivere Lo sviluppo del capitalismo in Rus- sia nell agosto 1898, ma la revisione definitiva del manoscritto richiese molto tempo e lavoro. « In questi ultimi tempi — scrive N. K. Krups\aia il 26 ottobre i8<)8 — è sempre immerso nei suoi mercati e scrive dal mattino alla sera ». Poiché il libro era destinato non ad una ristretta cerchia di studiosi e di specialisti, ma agli in- tellettuali rivoluzionari , ogni capitolo del manoscritto fu letto e discusso dai compagni d'esilio di Lenin . « Io mi trasformo in M lettore sprovveduto ” — scrive la moglie il 14 ottobre 1898 — e devo giudicare della chiarezza d'esposizione dei “ mercati ” ; mi sforzo di essere " sprovveduta ” il più possibile, ma non mi riesce di trovare punti oscuri... ». I primi due capitoli furono terminati alla metà di novembre del 1898 , copiati su quaderni da N. K. Krups^aia e inviati ai familiari di Lenin, che li consegnarono alla casa editrice . Gli ultimi due capitoli furono terminati Vii febbraio 1899 insieme alle Ap- pendici. Lenin curò particolarmente la veste tipografica, e le sue lettere di quel periodo sono piene di indicazioni concernenti il formato, i caratteri, la disposizione delle tabelle , ecc . II volume uscì fra il 26 e il j/ marzo sotto lo pseudonimo di Vladimir Ilin. Le 2400 copie, largamente diffuse tra gli intellettuali socialdemocratici, tra gli studenti e nei circoli operai, si esaurirono NOTA DELL EDITORE VII rapidamente . Le prime recensioni sulla stampa borghese , netta- mente ostili, comparvero nell autunno 1899. Ad una di queste Lenin rispose nell articolo Una critica acritica, pubblicato nel nu- mero di maggio-giugno della rivista Naucnoie Obozrenie e ripro- dotto nel quarto volume della presente edizione . La seconda edizione dello Sviluppo del capitalismo in Russia, fu completamente riveduta dall'autore, che vi aggiunse una nuova prefazione, ventiquattro note — riprodotte nella presente edizione a pie ' di pagina con l'indicazione (Nota alla II edizione) — , due nuovi paragrafi e una nuova tabella, modificò numerosi capoversi, e sostituì le espressioni « discepoli », « fautori dei lavoratori », <( nuova teoria », ecc., usate nella prima edizione per ragioni di censura, con i termini espliciti di « marxisti », « socialisti », « mar- xismo », ecc . Inoltre la seconda edizione conteneva dati desunti dai censimenti militari dei cavalli per il 1896-1900 (cap. II, § XI) e altri dati che convalidavano le precedenti conclusioni sullo sviluppo del capitalismo in Russia. In particolare, i nuovi dati delle « stati- stiche di fabbrica e d'officina » e il censimento generale della popo- lazione del 1897 illustrano in modo più esauriente il quadro della struttura di classe della Russia ( cfr. cap. VII, jf V, pp. 507-5/ Aggiunta alla seconda edizione ). Lenin continuò a rielaborare la sua opera anche dopo il 1908, in vista di una nuova edizione in due volumi, di cui il primo sa- rebbe stato dedicato all* analisi dell' economia della Russia prerivo- luzionaria e il secondo ai risultati della rivoluzione del /905 La presente edizione si basa sulla seconda edizione del 1908 e tiene anche conto di tutte le indicazioni di Lenin contenute nella prima edizione . La traduzione italiana è stata condotta sulla quarta edizione delle Opere di Lenin , curata dall'Istituto Marx-Engels-Lenin di Mosca , volume j, 1946. Le note sono state adeguate alle esigenze del lettore italiano. Il volume è corredato di un ìndice bibliografico , oltre che di un glossario e di una tavola dei pesi e delle misure . Nell' indice bibliografico di ogni opera è data l'edizione usata da Lenin ; la traduzione italiana , ove esiste , è indicata nelle note. LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Processo di formazione del mercato interno PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE Nella presente opera 1 autore si è proposto di esaminare la se- guente questione: come si va formando il mercato interno per il capitalismo russo? E noto che tale questione è già stata posta molto tempo fa dai principali esponenti delle teorie populiste 1 (primi fra tutti i signori V. V. e N.-on), e il nostro compito consisterà nel fare la critica delle loro concezioni. Riteniamo che in questa cri- tica non sia possibile limitarsi airanalisi degli errori e delle inesat- tezze contenuti nelle concezioni dei nostri avversari; ci è sembrato che per rispondere alla domanda che ci siamo posta non fosse suf- ficiente citare i fatti comprovanti la formazione e lo sviluppo di un mercato interno, perchè ci si potrebbe obiettare che questi dati sono stati scelti arbitrariamente, e che ne sono stati omessi altri comprovanti il contrario. Ci è sembrato necessario esaminare e tentale di descrivere l’intiero processo di sviluppo del capitalismo in Russia nel suo insieme. Inutile dire che un compito così vasto sarebbe stato superiore alle forze di una sola persona, se non ci fossimo posti dei limiti. In primo luogo, come si vede già dal titolo, consideriamo la questione dello sviluppo del capitalismo in Russia esclusivamente dal punto di vista del mercato interno, lasciando da parte la questione del mercato estero e i dati sul commercio estero. In secondo luogo, ci limitiamo al periodo posteriore alla riforma. In terzo luogo, consideriamo principalmente e quasi esclusivamente i dati relativi ai governatorati puramente russi delTinterno In quarto luogo, ci limitiamo esclusivamente alla- spetto economico del processo. Tuttavia, anche con tutte queste 4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA limitazioni, il tema resta straordinariamente vasto. L’autore non si nasconde affatto la difficoltà e perfino il pericolo in cui incorre assumendosi un tema così vasto, ma gli è sembrato che per chiarire il problema del mercato interno per il capitalismo russo fosse asso- lutamente indispensabile mostrare il nesso e l’interdipendenza tra i vari aspetti del processo che si va svolgendo in tutte le sfere dell’economia sociale. Ci limiteremo perciò ad esaminare i lineamenti fondamentali del processo, rinviando ad indagini suc- cessive il compito di studiarlo in maniera più approfondita. Il piano del nostro lavoro è il seguente. Nel primo capitolo esamineremo, il più brevemente possibile, le tesi teoriche fonda- mentali dell’economia politica astratta sul problema del mercato interno per il capitalismo. Ciò fungerà da introduzione a quella parte del nostro lavoro che è consacrata all’esame dei dati di fatto, esimendoci dalla necessità di dover ripetutamente richiamarci alla teoria nell’esposizione che seguirà. Nei tre capitoli successivi ci proponiamo di descrivere l’evoluzione capitalistica dell’agricoltura in Russia dopo la riforma, e precisamente: nel secondo capitolo analizzeremo i dati delle statistiche degli zemstvo sulla disgrega- zione della popolazione contadina, nel terzo i dati concernenti lo stato di transizione dell’azienda signorile, la sostituzione cioè del sistema della barstcìna col sistema capitalistico, nel quarto capitolo daremo i dati sulle forme che l’agricoltura mercantile e capita- listica assume nel corso della sua formazione. I tre capitoli suc- cessivi saranno dedicati alle forme ed alle fasi dello sviluppo del capitalismo nella nostra industria : nel quinto capitolo esamineremo le prime fasi del capitalismo neU’industria, e precisamente nella piccola industria contadina ( cosiddetta artigiana), nel sesto capi- tolo i dati sulla manifattura capitalistica e sul lavoro a domicilio capitalistico, e nel settimo quelli sullo sviluppo della grande in- dustria meccanica. NeH’ultimo capitolo (l’ottavo) ci proponiamo di dimostrare il nesso esistente tra i diversi aspetti del processo sopra descritto e di tracciare un quadro generale di questo pro- cesso. P. S. 2 Siamo veramente spiacenti di non aver potuto utilizzare per la presente opera reccellente analisi dello « sviluppo dell’agri- PREEAZ10NE ALLA PRIMA EDIZIONE 5 coltura nella società capitalistica » fatta da K. Kautsky nel suo volume Die Agrarfrage (Stuttgart, Dietz, 1899; I Abschn. : Die Entwicklung der Landwirtschajt in der \apitalistischen Gesell- schatf) Questo libro (che abbiamo ricevuto quando la maggior parte della presente opera era già in bozze di stampa) rappresenta, dopo il terzo volume del Capitale , l’avvenimento più notevole della più recente letteratura economica. Kautsky indaga le « tendenze fondamentali » dell’evoluzione capitalistica deiragricoltura e ana- lizza i vari fenomeni deiragricoltura odierna come « manifestazioni particolari di un unico processo generale » ( Vorrede, p. VI). È inte- ressante rilevare fino a che punto siano identici i lineamenti fon- damentali di questo processo generale nell’Europa occidentale e in Russia, nonostante le notevolissime particolarità di quest ’ultima, sia dal punto di vista economico che da quello extraeconomico. Sono tipici in generale per l’agricoltura capitalistica odierna {moderne), per esempio, la progressiva divisione del lavoro e il sempre crescente impiego delle macchine (Kautsky, IV, b, c), che si osservano anche in Russia nel periodo posteriore alla riforma (cfr. più avanti, cap. Ili, § VII e Vili; cap. IV, particolarmente § IX). Il processo di « proletarizzazione dei contadini » (titolo del cap. VIII del libro di Kautsky) si manifesta dovunque nella diffu- sione delle forme più varie di lavoro salariato dei piccoli contadini (Kautsky, Vili, b); parallelamente osserviamo in Russia la for- mazione di una classe numerosissima di operai salariati dotati di nadiel (cfr. più avanti, cap. II). La presenza dei piccoli contadini in ogni società capitalistica si spiega non con la superiorità tecnica della piccola produzione nell’agricoltura, ma col fatto che i piccoli contadini riducono i loro bisogni al di sotto del livello dei bi- sogni degli operai salariati e si estenuano sul lavoro incomparabil- mente di più che questi ultimi (Kautsky, VI, b; a il salariato agricolo si trova in condizioni migliori del piccolo contadino », afferma più di una volta Kautsky: pp. no, 317, 320); un fe- nomeno analogo si osserva anche in Russia (cfr. più avanti, Di quest’opera esiste una traduzione russa. 6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA cap. II, § XI, C) \ È perciò naturale che i marxisti delFEuropa occidentale e i marxisti russi si trovino d’accordo nella valuta- zione di fenomeni quali, per esempio, le « industrie agricole fuori sede », per servirci dell’espressione russa, o il « lavoro sala- riato agricolo dei contadini migranti * », come dicono i tedeschi (Kautsky, p. 192; cfr. più avanti, cap. Ili, § X); oppure di un feno- meno quale Tesodo degli operai e dei contadini dalle campagne verso le città e le fabbriche (Kautsky, cap. IX, e; particolarmente p. 343 e in molti altri punti. Cfr. più avanti, cap. Vili, § II), e lo spostamento della grande industria capitalistica nella campagna (Kautsky, p. 187. Cfr. più avanti, cap. VII, § Vili). Non parliamo, poi, dell’identico apprezzamento del significato storico del capi- talismo nell’agricoltura (Kautsky, passim , particolarmente pp. 289, 292, 298. Cfr. più avanti, cap. IV, § IX) e dell’identico ricono- scimento del carattere progressivo dei rapporti capitalistici nell’agri- coltura rispetto ai rapporti precapitalistici (Kautsky, p. 382: «Il soppiantamento des Gesindes [salariati personalmente dipendenti, garzoni] e der lnstleute [« elemento intermedio fra il salariato agricolo e il fittavolo » : contadino che prende terra in affitto in cambio di otrabotki\ da parte di giornalieri, che fuori del lavoro sono persone libere, rappresenterebbe un grande progresso sociale ». Cfr. più avanti, cap. IV, § IX, 4). Kautsky riconosce in modo cate- gorico che « non si può neanche pensare » di poter passare dalla comunità di villaggio alla conduzione comunitaria della grande agricoltura odierna (p. 338); che quegli stessi agronomi i quali chie- dono che nell’Europa occidentale si consolidi e si sviluppi la comu- nità non sono affatto socialisti, ma sono i portavoce degli inte- ressi dei grandi proprietari terrieri, che vogliono tener legati gli operai concedendo loro dei minuscoli appezzamenti di terra (p. 334); che in tutti i paesi europei i portavoce degli interessi dei proprietari terrieri manifestano il desiderio di tener legati gli operai agricoli mediante rassegnazione di terra, e già si sforzano di introdurre nella legislazione misure corrispondenti (p. 162); che contro tutti i tentativi di aiutare i piccoli contadini mediante l’introduzione di industrie domestiche (H ausiti dus tri e) — che • Sachsenganger ( N . d. R PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE 7 sono la forma peggiore di sfruttamento capitalistico -- u bisogna lottare nella maniera più risoluta » (p. 181). Riteniamo necessario sottolineare la piena corrispondenza fra le concezioni dei marxisti dell’Europa occidentale e quelle dei marxisti russi di fronte ai recentissimi tentativi degli esponenti del populismo di stabilire una netta distinzione fra gli uni e gli altri (cfr. le dichiarazioni fatte il 17 febbraio 1899 dal signor V. Vorontsov alla Società per l’incre- mento dell’industria e del commercio russo, Novoie Vremia , 1899, n. 8255, 19 febbraio) \ PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE La presente opera è stata scritta alla vigilia della rivoluzione russa, nel periodo di relativa calma che seguì lo scoppio dei grandi scioperi degli anni 1895-1896. Il movimento operaio si raccoglieva allora per così dire in se stesso, si estendeva in ampiezza e profon- dità e preparava Fondata di dimostrazioni del 1901. L’analisi del regime economico-sociale e, quindi, della strut- tura di classe della Russia, esposta nella presente opera sulla base dell’indagine economica e dell’elaborazione critica dei dati statistici, viene oggi confermata dall’intervento politico aperto di tutte le classi nel corso della rivoluzione. La funzione dirigente del pro- letariato è venuta pienamente in luce. È anche apparso chiaro che nel movimento della storia la sua forza è incomparabilmente maggiore della sua entità numerica rispetto alla massa generale della popolazione. Nella presente opera si dimostra che l’uno e l’altro fenomeno hanno una base economica. Inoltre, oggi la rivoluzione pone in luce sempre più netta- mente la duplice posizione e la duplice funzione dei contadini. Da un lato, le numerosissime vestigia deireconomia fondata sulla bar steina e le sopravvivenze d’ogni genere della servitù della gleba, accanto all’inaudito impoverimento e alla rovina dei conta- dini poveri, spiegano pienamente le scaturigini profonde del movi- mento rivoluzionario dei contadini, le profonde radici dello spirito rivoluzionario dei contadini in quanto massa. Dall’altro lato, sia nel corso della rivoluzione che nel carattere dei vari partiti politici, nonché in molte correnti politico-ideologiche, si rivela la natura PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE 9 intrinsecamente contraddittoria della struttura di classe di questa massa, il suo carattere piccolo-borghese, Tantagonismo fra le ten- denze padronali e quelle proletarie nel suo seno. Le oscillazioni del piccolo proprietario impoverito fra la borghesia controrivolu- zionaria e il proletariato rivoluzionario sono altrettanto inevitabili quanto è inevitabile il fenomeno, caratteristico di ogni società capitalistica, per cui un’esigua minoranza di piccoli produttori si arricchisce, « si fa una posizione », si trasforma in borghesia, mentre la stragrande maggioranza o cade completamente in rovina e passa nelle file degli operai salariati o dei poveri, oppure vive perennemente ai margini della condizione di proletari. Nella pre- sente opera si dimostra che ambedue le tendenze in seno alla popo lazione contadina hanno una base economica. Si capisce che, partendo da questa base economica, la rivolu- zione in Russia deve inevitabilmente essere una rivoluzione bor- ghese. Questa tesi del marxismo è assolutamente irrefutabile. Non si deve mai dimenticarla. Si deve sempre applicarla a tutte le questioni economiche e politiche della rivoluzione russa. Ma occorre saperla applicare. L’analisi concreta delle condi- zioni e degli interessi delle diverse classi deve servire a determi- nare il significato preciso dì questa verità allorché la si applica a questa o quella questione. Il modo di ragionare opposto, che s'in- contra sovente fra i socialdemocratici dellala destra, e in prima linea in Plekhanov — la tendenza, cioè, a cercare le risposte a domande concrete nel semplice sviluppo logico di una verità generale sul caràttere fondamentale della nostra rivoluzione — altro non è che un avvilimento del marxismo e una derisione del materialismo dialettico. Di gente simile, che deduce, per esem- pio, la funzione dirigente della « borghesia » nella rivoluzione o la necessità che i socialisti appoggino i liberali da una verità gene- rale circa il carattere di questa rivoluzione, Marx direbbe proba- bilmente, ripetendo la frase di Heine da lui già citata una volta : « Ho seminato draghi e ho raccolto pulci » 5 . Data l’attuale base economica della rivoluzione russa sono og- gettivamente possibili due linee fondamentali del suo sviluppo e del suo punto d’arrivo: O la vecchia azienda signorile, legata da migliaia di fili alla IO LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA servitù della gleba, si conserva, trasformandosi lentamente in azienda puramente capitalistica, « junkeristica ». La base del pas- saggio definitivo dal sistema delle otrabotki al capitalismo è la trasformazione interna dell’azienda signorile fondata sulla servitù della gleba. Tutto il regime agrario dello Stato diviene capitali- stico, pur serbando a lungo determinati tratti propri del feudale- simo. Oppure la rivoluzione demolisce la vecchia azienda signorile, distruggendo tutte le sopravvivenze della servitù della gleba, e in primo luogo la grande proprietà fondiaria. La base del definitivo passaggio dal sistema delle otrabot\i al capitalismo è il libero svi- luppo della piccola azienda contadina, cui Tespropriazione delle terre dei signori a vantaggio dei contadini ha dato un enorme impulso. Tutto il regime agrario diviene capitalistico, giacché la disgregazione della popolazione contadina procede tanto più rapi- damente quanto più radicalmente sono state distrutte le tracce della servitù della gleba. In altre parole: o la conservazione del grosso della proprietà fondiaria signorile e dei principali pilastri della vecchia ((sovrastruttura»; di qui la funzione predominante del borghese liberal-monarchico e del proprietario nobile, il rapido passaggio dalla loro parte dei contadini agiati, la degradazione della massa contadina, non solo espropriata su vasta scala, ma anche asservita da queste o quelle forme di riscatto escogitate dai cadetti®, oppressa e abbrutita dal dominio della reazione; esecutori testamentari di questa rivoluzione borghese saranno dei politici di un tipo vicino agli ottobristi \ Oppure la distruzione della pro- prietà fondiaria signorile e di tutti i più importanti pilastri della vecchia «sovrastruttura» corrispondente, la funzione predomi- nante del proletariato e della massa contadina, con la neutralizza- zione della borghesia tentennante o controrivoluzionaria e il più rapido e libero sviluppo delle forze produttive sulla base del capi- talismo, nelle migliori condizioni che in regime di produzione mercantile si possano in generale immaginare per la massa degli operai e dei contadini; di qui la creazione delle condizioni più favorevoli alla classe operaia per il conseguimento del suo obiettivo vero e fondamentale, quello della riorganizzazione socialista. Certo, sono possibili combinazioni infinitamente varie degli elementi del- PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE 1 I Tuno o dell’altro tipo di evoluzione capitalistica, e solo dei pedanti incalliti potrebbero risolvere i molteplici e complessi problemi che ne scaturiscono per mezzo di pure e semplici citazioni tratte da questo o quel giudizio di Marx relativo ad un’altra epoca storica. L’opera che presentiamo al lettore è consacrata all’analisi del- l’economia della Russia prerivoluzionaria. In un’epoca rivoluzio- naria il paese vive una vita cosi intensa ed impetuosa che è impos- sibile definire i grandi risultati dell’evoluzione economica nel momento in cui la lotta politica tocca il suo acme. I signori Sto- lypin da una parte e i liberali dall’altra (e non già i soli cadetti à la Struve, ma tutti i cadetti in generale) lavorano sistematica- mente, con tenacia e coerenza, per far sì che la rivoluzione si concluda secondo il primo tipo. Il colpo di Stato del 3 giugno 1907, cui abbiamo testé assistito, segna la vittoria della controrivoluzione, che si sforza di assicurare la completa prevalenza dei grandi pro- prietari fondiari nella cosiddetta rappresentanza popolare russa \ Ma fino a che punto questa « vittoria » sia stabile, è un’altra que- stione, e la lotta per il secondo tipo di conclusione della rivolu- zione continua. Più 0 meno decisamente, più o meno coerente- mente, più o meno coscientemente, a questa conclusione tende non solo il proletariato, ma tendono anche le grandi masse contadine. La lotta immediata delle masse, per quanto la controrivoluzione si sforzi di soffocarla con la violenza aperta, per quanto si sforzino di soffocarla i cadetti con le loro vili ed ipocrite ideuzze contro- rivoluzionarie, prorompe ora qua ora là, nonostante tutto, e dà un’impronta alla politica dei partiti « del lavoro » e populisti, ben- ché i circoli dirigenti dei politici piccolo-borghesi siano indubbia- mente contaminati (specialmente i « socialisti popolari »' e i tru~ dovici 10 ) dallo spirito di tradimento dei cadetti, da un servilismo e da una vanità degni di filistei o di funzionari gretti e zelanti. Come questa lotta finirà, quale sarà il bilancio definitivo del primo assalto della rivoluzione russa, per ora non si può ancora dire. Perciò non è ancora giunto il momento (e inoltre i doveri immediati di partito di un militante del movimento operaio non lasciano tempo libero) per una completa rielaborazione della pre- 12 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA sente opera *. La seconda edizione non può dunque uscire dai limiti di una descrizione delleconomia della Russia pre rivoluzionaria. L’autore è stato costretto a limitarsi a rivedere e correggere il testo, nonché ad inserire le aggiunte indispensabili tratte dai ma- teriali statistici più recenti. Tali sono i dati degli ultimi censimenti dei cavalli, le statistiche dei raccolti, i risultati del censimento della popolazione di tutta la Russia del 1897, i nuovi dati della stati- stica delle fabbriche e officine, ecc. L'Autore Luglio 1907 • È possibile che una simile rielaborazione richieda che la presente opera venga continuata: sì dovrebbe allora limitare il primo volume airanalisi dell’eco- nomia prerivoluzionaria della Russia» e il secondo dovrebbe essere consacrato allo studia del bilancia e dei risultati della rivoluzione. CAPITOLO I GLI ERRORI DEGLI ECONOMISTI POPULISTI 11 Il mercato è una categoria dell’economia mercantile, che nel corso del suo sviluppo si trasforma in economia capitalistica e che solo quando esista quest’ultima acquista pieno dominio ed uni- versale diffusione. Per esaminare le tesi teoriche fondamentali rela- tive al mercato interno dobbiamo perciò prendere le mosse dal- l’economia mercantile semplice e seguirne la graduale trasforma- zione in economia capitalistica. I La divisione sociale del lavoro Base dell’economia mercantile è la divisione sociale del lavoro. L’industria di trasformazione si distacca dall’industria di estra- zione e ciascuna delle due si suddivide in piccole specie e sotto- specie che creano i loro prodotti specifici sotto forma di merci e li scambiano con tutti gli altri prodotti. Lo sviluppo dell’eco- nomia mercantile porta così ad aumentare il numero dei rami d’industria separati ed indipendenti; una tendenza di questo svi- luppo consiste nel trasformare in ramo d’industria a se non solo la produzione di ogni singolo articolo, ma perfino di ogni singola parte di un articolo; e non solo la produzione di un articolo, ma perfino le singole operazioni che lo preparano per il consumo. *4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA In regime di economia naturale la società era composta di un gran numero di unità economiche omogenee (famiglie contadine patriarcali, comunità rurali primitive, benefici feudali), ciascuna delle quali svolgeva attività economiche d’ogni sorta, dalla pro- duzione delle varie specie di materie prime alla loro preparazione definitiva per il consumo. Con Teconomia mercantile si costitui- scono unità economiche eterogenee, aumenta il numero dei rami economici separati, diminuisce quello delle aziende che hanno la stessa funzione economica. Questo aumento progressivo della divi- sione sociale del lavoro è appunto il momento decisivo nel pro- cesso di creazione del mercato interno per il capitalismo. « ... Nella produzione di merci e nella produzione capitalistica, che ne è la forma assoluta,... — dice Marx — i prodotti sono merci, valori d'uso, che possiedono un valore di scambio, e precisamente un va- lore di scambio realizzabile, convertibile in denaro, unicamente nella misura in cui altre merci costituiscono per essi un equiva- lente, altri prodotti si trovano di fronte ad essi in quanto merci ed in quanto valori; nella misura quindi in cui essi non vengono prodotti come mezzi diretti di sussistenza per i loro produttori stessi, ma come merci, come prodotti che diventano valori d'uso unicamente con la loro conversione in valore di scambio (denaro), con la loro alienazione. Il mercato di queste merci si sviluppa con la divisione sociale del lavoro ; la separazione dei lavori produttivi trasforma i loro prodotti rispettivi reciprocamente in merci, in equivalenti reciproci, fa sì che essi servano l'un l'altro da mer- cato » (Das Kapital, III, 2, pp. 1 77-178. Trad. russa, p. 526 12 . Qui come in tutte le altre citazioni, salvo avviso contrario, il cor- sivo è nostro). È ovvio che questo distacco dell’industria di trasformazione da quella d’estrazione, della manifattura dall’agricoltura, trasforma anche la stessa agricoltura in industria, cioè in una ramo deU’eco- nomia che produce merci . Il processo di specializzazione, che se- para l’una daH’altra le diverse specie di lavorazione dei prodotti, creando un numero sempre maggiore di rami d’industria, si ma- nifesta anche neiragricoltura, creando zone agricole (e sistemi GLI ERRORI DEGLI ECONOMISTI POPULISTI ■5 di conduzione agricola)* che si specializzano sempre più, susci- tando lo scambio non solo fra i prodotti dell’agricoltura e quelli dell’industria, ma anche fra i diversi prodotti dell’economia agri- cola. Questa specializzazione dell’agricoltura mercantile (e capita- listica) si manifesta in tutti i paesi capitalistici : si manifesta nella divisione internazionale del lavoro e si manifesta anche, come mo- streremo particolareggiatamente più avanti, nella Russia posteriore alla riforma. Sicché la divisione sociale del lavoro è la base di tutto il pro- cesso di sviluppo deireconomia mercantile e del capitalismo. È quindi più che naturale che i nostri teorici del populismo, dichia- rando quest’ultimo processo un risultato di misure artificiali, un risultato della « deviazione dalla retta via », ecc. ecc., si siano in- gegnati di occultare il fatto della divisione sociale del lavoro in Russia, o di diminuirne l’importanza. Nel suo articolo La divi- sione del lavoro agricolo e industriale in Russia (Viestni/( Icvropy, 1884, n. 7), il signor V. V. « negava » « il dominio in Russia del principio della divisione sociale del lavoro » (p. 347), e affermava che da noi questa divisione sociale del lavoro « non c germogliata dal profondo della vita del popolo, ma ha cercato di insinuarvisi dall’esterno » (p. 338). A proposito dell’aumento della quantità di cereali messi in vendita, il signor N.-on nel suo Profilo ragio- nava come segue: « Questo fenomeno potrebbe far credere che il grano prodotto si distribuisca nello Stato in maniera più uni- forme, che il pescatore di Arcangelo mangi oggi il pane di Sa- mara e che l’agricoltore di Samara renda più gradevole il suo pranzo con il pesce di Arcangelo. In realtà , però , non avviene nulla di simile » {Profilo della nostra economia sociale dopo la riforma , Pietroburgo, 1893, p. 37). Senza dati di sorta e a dispetto • Così, per esempio, I. A. Stebut, nelle sue Basi della coltura dei campi , distingue nell’agricohura diversi sistemi di conduzione, secondo il principale pro- dotto destinato al mercato. I principali sistemi di conduzione sono tre: i) agricolo (cerealicolo, secondo l’espressione del signor A. Skvortsov); 2) allevamento (il prin- cipale prodotto portato sul mercato è dato dai prodotti dell’allevamento), e 3) industriale (tecnico, secondo l’espressione del signor A. Skvortsov); principale pro- dotto portato sul mercato: i prodotti agricoli sottoposti a trattamento industriale. Cfr. A. Skvortsov, L'influenza dei trasporti a vapore sull’agricoltura, Varsavia, 1890, p. 68 c sgg. i6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA di fatti universalmente noti, qui si decreta addirittura l’inesistenza della divisione sociale del lavoro in Russia! La teoria populista del « carattere artificioso » del capitalismo in Russia non poteva essere costruita altrimenti che negando o dichiarando « artificiosa » la base stessa di ogni economia mercantile, la divisione sociale del lavoro. II Uaumento della popolazione industriale a spese di quella agricola Dato che nell’epoca che precede l’economia mercantile l’indu- stria di trasformazione è unita a quella d’estrazione e che alla base di quest’ultima sta l’agricoltura, lo sviluppo dell’economia mer- cantile si presenta come distacco dall’agricoltura di un ramo d’in- dustria dopo l’altro. La popolazione di un paese in cui l’econo- mia mercantile sia debolmente sviluppata (o non lo sia affatto) è quasi esclusivamente agricola; ciò non va inteso, tuttavia, nel senso che la popolazione si dedichi esclusivamente all’agricol- tura; significa semplicemente che la popolazione occupata nel- l’agricoltura lavora essa stessa i ' prodotti dell’agricoltura, che lo scambio e la divisione del lavoro sono pressoché inesistenti. Svi- luppo dell’economia mercantile significa, quindi, co ipso , distacco dall’agricoltura di una parte sempre maggiore della popolazione, cioè aumento della popolazione industriale a spese di quella agri- cola. « Fa parte della natura del modo di produzione capitalistico di diminuire continuamente la popolazione agricola in rapporto a quella non agricola , per il fatto che nell’industria (in senso più stretto) l’accrescersi del capitale costante rispetto al capitale varia- bile è collegato con l’accrescersi assoluto, nonostante la sua dimi- nuzione relativa, del capitale variabile; mentre neH’agricoltura il capitale variabile richiesto per lo sfruttamento di un determinato pezzo di terreno diminuisce assolutamente, quindi può accrescersi solo in quanto viene coltivato nuovo terreno, il che presuppone a sua volta un accrescimento ancora maggiore della popolazione non agricola » ( Das Kapital , III, 2, p. 177. Trad. russa, p. 526) 13 GLI ERRORI DEGLI ECONOMISTI POPULISTI *7 Non ci si può dunque rappresentare il capitalismo senza un incre- mento della popolazione industriale e commerciale a spese di quella agricola, e tutti sanno che questo fenomeno si manifesta in forma molto accentuata in tutti i paesi capitalistici. È senza dubbio superfluo dimostrare che nella questione del mercato interno questa circostanza è straordinariamente importante, giacché è inseparabile sia dalPevoluzione dell’industria che da quella dell’agricoltura; il sorgere di centri industriali, l’aumento del loro numero e l’attra- zione che essi esercitano sulla popolazione non possono non avere la più profonda influenza su tutto il regime esistente nelle cam- pagne, non possono non determinare lo sviluppo dell’agricoltura mercantile e capitalistica. È perciò tanto più significativo il fatto che gli esponenti dell’economia populista ignorino completamente questa legge sia nei loro ragionamenti puramente teorici che nei loro ragionamenti sul capitalismo in Russia (delle particolari ma- nifestazioni di questa legge in Russia ci occuperemo diffusamente più avanti, nell’ottavo capitolo). Nelle teorie dei signori V. V. e N. on sul mercato interno per il capitalismo si trascura un’inezia : lo spostarsi della popolazione dall’agricoltura verso l’industria e l’influenza di questo fatto sull’agricoltura*. Ili Rovina dei piccoli produttori Abbiamo finora trattato della produzione mercantile semplice. Passiamo adesso alla produzione capitalistica, cioè supponiamo di avere davanti a noi, invece di semplici produttori di merci, da una parte il possessore dei mezzi di produzione e dall’altra l’operaio salariato, colui che vende la sua forza-lavoro. Il piccolo produttore si trasforma in operaio salariato quando perde i mezzi di produ- * Che i romantici dell’Europa occidentale c i populisti russi assumano nei con- fronti del problema dell’aumento della popolazione industriale un atteggiamento identico è stato da noi rilevato nell’articolo Caraturistiche del romanticismo eco- nomico. Stsmondi e i nostri sismondisti russi (cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp. 119-256. • N. d. /?.). i8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA zionc — terra, strumenti di lavoro, officina, ecc. — ossia è « impo- verito », « rovinato ». Si obietta che questa rovina « contrae la capa- cità di acquisto della popolazione », a contrae il mercato interno » per il capitalismo (così il signor N.-on, 1 . c., p. 185. Cfr. anche pp. 203, 275, 287, 339-340 ed altre. Lo stesso punto di vista vien fatto proprio anche dal signor V. V. nella maggior parte delle sue opere). Non ci occupiamo per ora dei dati concernenti il ritmo di questo processo in Russia: esamineremo questi dati particolareggia- tamente nei capitoli seguenti. Per il momento la questione viene posta in modo puramente teorico: si tratta cioè della produzione mercantile in generale durante il suo processo di trasformazione in produzione capitalistica. Gli scrittori menzionati pongono anch’essi la questione in modo teorico, e cioè traggono la conclu- sione che il mercato interno si contrae dal solo fatto della rovina dei piccoli produttori. Questa concezione è completamente sba- gliata, e il fatto che essa sopravviva ostinatamente nella nostra letteratura economica si può spiegare soltanto coi pregiudizi ro- mantici del populismo (cfr. Tarticolo indicato in nota). Si dimen- tica che la « liberazione » di una parte dei produttori dai mezzi di produzione presuppone necessariamente il passaggio di questi ultimi in altre mani, la loro trasformazione in capitale; presup- pone, quindi, che i nuovi possessori di questi mezzi di produzione producano sotto forma di merci i prodotti che prima servivano al consumo del produttore stesso, che cioè estendano il mercato interno; che, allargando la loro produzione, questi nuovi posses- sori avanzino sul mercato la domanda di nuovi strumenti, di ma- terie prime, di mezzi di trasporto, ecc., nonché di beni di consumo (l’arricchimento di questi nuovi possessori presuppone natural- mente anche un aumento del loro consumo). Si dimentica che ciò che importa per il mercato non è affatto il benessere del produt- tore, ma che questi disponga di mezzi monetari; la diminuzione del benessere del contadino patriarcale, la cui economia era in pas- sato un’economia naturale, è pienamente conciliabile con l’aumento dei suoi mezzi monetari, giacché quanto più questo contadino si rovina, tanto più è costretto a ricorrere alla vendita della sua forza- lavoro e tanto maggiore è la parte dei mezzi di sostentamento (anche se più esigui) ch’egli deve acquistare sul mercato. « Dun- GLI ERRORI DEGLI ECONOMISTI POPULISTI *9 quc, mentre una parte della popolazione rurale è resa disponibile [liberata dalla terra], vengono resi disponibili anche i suoi antichi mezzi di sostentamento, i quali si trasformano ora in elemento materiale del capitale variabile » (del capitale speso per l’acquisto della forza-lavoro) ( Dus Kapital , I, p. 776). « L’espropriazione e la cacciata d’una parte della popolazione rurale non solo mette a libera disposizione del capitale industriale, assieme agli operai, i loro mezzi di sussistenza e la loro materia da lavoro, ma crea anche il mercato interno » (ivi, p. 778) 14 . Perciò, dal punto di vista teorico astratto, in una società in cui si sviluppino l’economia mercantile e il capitalismo, la rovina dei piccoli produttori indica esattamente l’opposto di quel che vogliono dedurne i signori N.-on e V. V., indica il costituirsi, non il contrarsi del mercato interno. Se poi lo stesso signor N.-on, che dichiara a priori che la rovina dei piccoli produttori russi indica che il mercato interno si contrae, cita nondimeno le affermazioni opposte di Marx ora riportate Profilo , pp. 71 e 114), ciò prova soltanto che questo scrittore pos- siede la notevole facoltà di darsi la zappa sui piedi con citazioni del Capitale. IV La teoria populista dell impossibilità di realizzare il plusvalore Un’altra questione relativa alla teoria del mercato interno è la seguente. È noto che nella produzione capitalistica il valore del pro- dotto si scompone in tre parti, delle quali 1) la prima sostituisce il capitale costante, cioè quel valore che esisteva anche prima sotto forma di materie prime e ausiliarie, macchine e strumenti di pro- duzione, ecc., e che si riproduce semplicemente in una certa parte del prodotto finito, 2) la seconda sostituisce il capitale variabile, cioè copre le spese per il sostentamento dell’operaio, e, infine, 3) la terza costituisce il plusvalore 15 che appartiene al capitalista. Si ammette generalmente (esponiamo la questione dal punto di 20 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA vista dei signori N.-on e V. V.) che la realizzazione (cioè la possi- bilità di trovare l’equivalente adeguato, la vendita sul mercato) delle due prime parti non presenta difficoltà, giacche la prima viene assorbita dalla produzione e la seconda dal consumo della classe operaia. Ma come si realizza la terza parte, il plusvalore? Essa non può mai venire consumata interamente dai capitalisti! E i nostri economisti giungono alla conclusione che la « via d’uscita dalla « difficoltà » inerente alla realizzazione del plusvalore sta nella conquista di un mercato estero » (N.-on, Profilo , sez. II, § 15 in generale, e p. 205 in particolare; V. V., L’eccedenza nell* ap- provvigionamento del mercato , in Oùecestvennye Zapis\i , 1883, e Lineamenti di economia teorica , Pietroburgo, 1895, p. 79 e sgg.). Questi autori spiegano la necessità del mercato estero per una nazione capitalistica con l’impossibilità in cui i capitalisti si tro- vano di realizzare in altro modo i loro* prodotti. In Russia il mer- cato interno si contrae perchè i contadini vanno in rovina, ed è impossibile realizzare il plusvalore senza un mercato estero, che d’altronde è inaccessibile ad un paese giovane che ha imboccato troppo tardi la via dello sviluppo capitalistico : ecco come con ragionamenti aprioristici (e per giunta teoricamente errati) si dà come dimostrato che il capitalismo russo è senza radici ed è nato morto! Dissertando sulla realizzazione, il signor N.-on aveva proba- bilmente la mente rivolta alla dottrina di Marx sull’argomento (sebbene in questa parte del suo Profilo non faccia parola di Marx); egli però non l’ha assolutamente compresa e, come ora vedremo, l’ha deformata al punto da renderla irriconoscibile. Perciò accade il fatto curioso che le sue opinioni coincidano, nella parte essen- ziale, con quelle del signor V. V., che non si può in nessun modo accusare di « non aver compreso » la teoria, poiché sarebbe som- mamente ingiusto sospettarlo di averne la benché minima cono- scenza. I due autori espongono le loro teorie come se fossero i primi ad affrontare quest’argomento e fossero giunti a certe solu- zioni « col loro proprio cervello »; entrambi ignorano con sublime disinvoltura i ragionamenti dei vecchi economisti sulla questione, ripetendo vecchi errori già confutati nel modo più circostanziato GLI ERRORI DEGLI ECONOMISTI POPULISTI 21 nel secondo volume del Capitale * I due autori riducono tutta la questione della realizzazione del prodotto alla realizzazione del plusvalore, immaginando evidentemente che la realizzazione del capitale costante non presenti difficoltà. Questa concezione ingenua contiene Terrore più profondo, dal quale sono scaturiti tutti gli altri errori della teoria populista della realizzazione. In realtà la difficoltà nella spiegazione della realizzazione sta tutta precisamente nella spiegazione della realizzazione del capitale costante. Per essere realizzato, il capitale costante deve essere nuovamente impiegato nella produzione, cosa che però è diretta- mente fattibile solo per il capitale il cui prodotto consista in mezzi di produzione. Se invece il prodotto che sostituisce la parte co- stante del capitale consiste in beni di consumo, il suo diretto im- piego nella produzione è impossibile ed è necessario uno scambio fra il ramo della produzione sociale che fabbrica i mezzi di pro- duzione e quello che fabbrica i beni di consumo. In questo sta precisamente tutta la difficoltà della questione, difficoltà che sfugge ai nostri economisti. In generale il signor V. V. ci presenta le cose come se lo scopo della produzione capitalistica non fosse Taccumulazione, ma il consumo, affermando gravemente che « una massa di beni materiali che supera le capacità di consumo dellorganismo » (sic!) « si viene a trovare, ad un determinato momento del loro sviluppo nelle mani di una minpranza » (1. c., p. 149), che « Il reddito lordo è la parte di valore, e la parte di prodotto lordo \Bruttoprodu\ts oder Rohprodukts\ da essa misurata, che rimane dopo la detrazione della parte di valore, e della parte di prodotto della produzione complessiva da essa misurata, che sosti- tuisce il capitale costante anticipato e consumato nella produzione. Il reddito lordo è dunque uguale al salario (ossia alla parte del prodotto che è destinata a trasformarsi di nuovo in reddito del- l’operaio) + il profitto + la rendita. Il reddito netto è, invece, il plusvalore, e quindi il plusprodotto, il quale rimane dopo la detra- zione del salario, e che rappresenta, dunque, in realtà il plusvalore realizzato dal capitale e che deve essere ripartito con il proprie- tario fondiario, e il plusprodotto misurato da questo plusvalore. « ... Considerando il reddito di tutta la società, il reddito nazio- nale si compone del salario più il profitto, più la rendita, quindi del reddito lordo. Ma anche ciò non è che un’astrazione, nel senso che tutta la società, sulla base della produzione capitalistica, ha una concezione capitalistica e considera in conseguenza come reddito netto unicamente il reddito che si risolve in profitto e ren- dita )> (III, 2, pp. 375-37 6. Trad. russa, pp. 695-696) a \ Cosi, la spiegazione del processo della realizzazione ha fatto luce anche sulla questione del reddito, risolvendo la difficoltà fon- damentale che impediva di vederci chiaro, e precisamente : in che modo «il reddito deH’uno diviene capitale per l’altro»? in che modo il prodotto consistente in beni di consumo individuale e scomponentesi totalmente in salario, profitto e rendita può ancora racchiudere la parte costante del capitale, che non può mai essere un reddito? L’analisi della realizzazione contenuta nella terza se- zione del secondo volume del Capitale ha perfettamente risolto questi problemi, e neirultima sezione del terzo volume del Capi - tale> consacrata alla questione dei « redditi », Marx non ha più dovuto far altro che dare un nome alle diverse parti del prodotto sociale, rimandando all’analisi contenuta nel secondo volume*. • Cfr. Das Kapital , III, 2, VII Abschniit: Die Revenuen , cap. 49: Zur Ana- lyse da Prodnfyionsprozesses [Il Capitale , III, 2, Settima sezione: / redditi , cap. 49: Per l’analisi del processo di produzione. - N. d. /?.]. Marx indica qui anche le circostanze che hanno impedito ai precedenti economisti di comprendere questo processo (pp. 379-382. Trad. russa, pp. 698-700) 33 . 4 - S74 4 2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Vili Perche una nazione capitalistica ha bisogno di un mercato estero? A proposito della suesposta teoria della realizzazione del pro- dotto nella società capitalistica può sorgere una domanda: non sarà per caso in contraddizione con la tesi che una nazione capita- listica non può fare a meno di mercati esteri? Bisogna tener presente che la suesposta analisi della realizza- zione del prodotto nella società capitalistica partiva dairipotesi dell’assenza di un commercio estero: si è già accennato a questa ipotesi, dimostrandone la necessità in un’analisi di questo genere. È evidente che l’importazione e l’esportazione dei prodotti avreb- bero solo complicato le cose, senza tuttavia contribuire in alcun modo a chiarire il problema. L’errore dei signori V. V. e N.-on consiste appunto nel chiamare in causa il mercato estero per spie- gare la realizzazione del plusvalore: senza spiegare assolutamente nulla, questo rinvio al mercato estero copre soltanto i loro errori teorici; questo da una parte. Dall’altra parte, esso permette loro di sottrarsi, per mezzo di queste « teorie » erronee, alla necessità di spiegare il fatto dello sviluppo del mercato interno per il capita- lismo russo *. Per loro il « mercato estero » non è che un pretesto per dissimulare lo sviluppo del capitalismo (e quindi anche del mercato) all’interno del paese, un pretesto tanto più comodo in quanto permette loro anche di fare a meno di esaminare i fatti che comprovano la conquista dei mercati esteri da parte del capi- talismo russo**. La necessità di un mercato estero per un paese capitalistico non è affatto determinata dalle leggi della realizzazione del prodotto sociale (e in particolare del plusvalore), ma, in primo luogo, dal • Nel libro già citato il signor Bulgakov osserva molto giustamente : « Finora l'industria cotoniera, che lavora per il mercato contadino, s’è sviluppata senza soste; per cui questa diminuzione assoluta del consumo popolare... » (di cui parla il signor N.-on) « ... è possibile soltanto in teoria » (pp. 2x4-215). •• Volchin, La giustificazione del populismo negli scritti del signor V orontsov % Pietroburgo, 1896, pp. 71-76. GLI £RRORl DEGLI ECONOMISTI POPULISTI 43 fatto che il capitalismo altro non è se non il risultato di una circo- lazione di merci largamente sviluppata, che si estende oltre le fron- tiere dello Stato. È quindi impossibile figurarsi una nazione capi- talistica senza commercio estero. Una simile nazione, del resto, non esiste nemmeno. Come il lettore vede, questa causa è di natura storica. E i populisti non potranno sbarazzarsene con un paio di frasi trite e ritrite suir« impossibilità per i capitalisti di consumare il plus- valore ». Se volessero realmente porre la questione del mercato estero, essi dovrebbero analizzare la storia dello sviluppo del com- mercio estero, la storia dello sviluppo della circolazione delle merci. E una volta analizzata questa storia, sarebbe impossibile natural- mente rappresentare il capitalismo come una deviazione acciden- tale dalla retta via. In secondo luogo, la corrispondenza tra le diverse parti della produzione sociale (secondo il valore e secondo la forma naturale) che la teoria della riproduzione del capitale sociale presupponeva necessariamente, e che nella realtà non si stabilisce se non come media di una serie di continue oscillazioni, è costantemente tur- bata, nella società capitalistica, a causa deirisolamento dei singoli produttori, che lavorano per un mercato sconosciuto. I vari rami d’industria, che servono da « mercato » gli uni per gli altri, non si sviluppano in modo uguale, ma Puno supera l’altro, e l’indu- stria più sviluppata si cerca un mercato estero. Questo non signi- fica affatto « impossibilità per una nazione capitalistica di realiz- zare il plusvalore », come è pronto a concludere con profondità di pensiero il populista. Questo indica soltanto una sproporzione nello sviluppo dei vari rami della produzione. Con una diversa distri- buzione del capitale nazionale la stessa quantità di prodotto avrebbe potuto essere realizzata nell’interno del paese. Ma perchè il capitale abbandoni un ramo d’industria e passi ad un altro, occorre che il primo subisca una crisi. E che cosa può trattenere i capitalisti minacciati da una crisi dal cercare un mercato estero, dal cercare sovvenzioni e premi tendenti a favorire l’esporta- zione, ecc.? In terzo luogo. Legge dei modi di produzione precapitali- stici è la ripetizione del processo di produzione nelle dimensioni 44 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA preesistenti, sulla base preesistente: così è per l’azienda signorile fondata sulla corvée , per l’economia naturale dei contadini, per la produzione dell’industria artigiana. Per contro, legge della produzione capitalistica è la trasformazione continua dei modi di produzione c lo sviluppo illimitato della produzione. Coi vecchi modi di produzione le unità economiche potevano esistere per secoli e secoli senza cambiare nè il loro carattere nè la loro esten- sione, senza uscire dai limiti del possesso allodiale signorile, del villaggio contadino o del piccolo mercato locale per i remeslen- nify rurali e i piccoli industriali (i cosiddetti artigiani). Per contro, l’impresa capitalistica supera inevitabilmente i limiti della comu- nità, del mercato locale, della regione e, più tardi, anche dello Stato. E poiché l’isolamento e il chiuso particolarismo degli Stati vengono già distrutti dalla circolazione delle merci, ogni ramo capitalistico dell’industria è sospinto dalla sua tendenza naturale a « cercarsi un mercato estero ». Perciò la necessità di cercare un mercato estero non prova af- fatto il fallimento del capitalismo, come amano immaginare gli economisti populisti, È vero esattamente l’opposto. Questa neces- sità mostra in modo evidente l’opera storicamente progressiva del capitalismo, che distrugge il vecchio isolamento e il chiuso par- ticolarismo dei sistemi economici (e pertanto anche la ristrettezza della vita intellettuale e politica) e riunisce tutti i paesi del mondo in un tutto economico unico. Vediamo così che le due ultime cause della necessità di un mercato estero sono anch’esse di carattere storico. Per veder chiaro nella questione bisogna analizzare separatamente ogni singolo ramo d’industria, il suo sviluppo nell’interno del paese, la sua trasformazione in un ramo capitalistico — in una parola, bisogna prendere i fatti relativi allo sviluppo del capitalismo in un paese — , e non ce da stupirsi che i populisti non si lascino sfuggire l’occa- sione di volgere le spalle ai fatti rifugiandosi dietro frasi senza valore (e senza significato) sull’« impossibilità » sia del mercato interno che di quello estero. GLI ERRORI DEGLI ECONOMISTI POPULISTI 45 IX Conclusioni del primo capitolo Riassumiamo ora le tesi teoriche esaminate sopra riguardanti direttamente la questione del mercato interno. 1. Il processo fondamentale della formazione di un mercato interno (cioè lo sviluppo della produzione mercantile e del capi- talismo) è la divisione sociale del lavoro. Essa consiste nel fatto che le varie forme di trattamento della materia prima (e le diffe- renti operazioni di questo trattamento) si staccano Funa dopo l’altra dall’agricoltura e diventano rami d’industria indipendenti che scambiano i loro prodotti (ora divenuti merci) con quelli del- l’agricoltura. In tal modo l’agricoltura stessa diventa un’industria (cioè produzione di merci), e vi si svolge lo stesso processo di spe- cializzazione. 2. Conseguenza immediata della tesi precedente è la legge di ogni economia mercantile in via di sviluppo, e a maggior ra- gione di ogni economia capitalistica, in forza della quale la popo- lazione industriale (cioè non agricola) cresce più rapidamente della popolazione agricola, e una parte sempre crescente della popola- zione viene distolta dalPagricoltura e immessa nell’industria di trasformazione. 3. La separazione del produttore diretto dai mezzi di pro- duzione, cioè la sua espropriazione, segnando il passaggio dalla semplice produzione mercantile alla produzione capitalistica (ed essendo la condizione necessaria di questo passaggio), crea il mer- cato interno. Questo processo di creazione del mercato interno si effettua in modo duplice: da una parte i mezzi di produzione ; dai quali il piccolo produttore viene « liberato », nelle mani del loro nuovo possessore si trasformano in capitale, servono alla pro- duzione di merci e, per conseguenza, si trasformano essi stessi in merce. In tal modo anche la semplice riproduzione di questi mezzi di produzione richiede ormai che essi vengano acquistati (in pas- sato, nella maggioranza dei casi, venivano riprodotti principal- mente nella loro forma naturale e in parte fabbricati in casa), cioè crea un mercato per i mezzi di produzione, mentre poi il prodotto 4 6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA fabbricato mediante questi mezzi di produzione si trasforma in merce. Dall’altra parte i mezzi di sussistenza di questo piccolo produttore divengono gli elementi materiali del capitale variabile, cioè della somma di denaro spesa dalPimprenditore (sia che si tratti di proprietario fondiario, di appaltatore, di mercante di le- gname, di fabbricante, ecc.) per assumere operai. Questi mezzi di sussistenza si trasformano perciò anch’essi in merci, cioè, in altre parole, creano un mercato interno per i beni di consumo. 4. La realizzazione del prodotto nella società capitalistica (e quindi anche la realizzazione del plusvalore) non può essere spie- gata senza aver chiarito 1) che il prodotto sociale, al pari di quello individuale, si scompone, per quel che concerne il valore, in tre parti, e non in due (in capitale costante -f capitale varia- bile + plusvalore, e non soltanto in capitale variabile + plusvalore, come insegnavano Adam Smith e, dopo di lui, tutta ì’economia politica fino a Marx), e 2) che, per quel che concerne la sua forma naturale, esso deve essere diviso in due grandi sezioni : mezzi di produzione (consumati produttivamente) e beni di consumo (con- sumati individualmente). Stabilite queste tesi teoriche fondamen- tali, Marx ha spiegato a fondo il processo della realizzazione del prodotto in generale e del plusvalore in particolare nella produ- zione capitalistica, mettendo a nudo l’assoluta erroneità delle con- cezioni che chiamano in causa il mercato estero nella questione della realizzazione. 5. La teoria della realizzazione di Marx ha fatto luce anche sulla questione del consumo e del reddito nazionale. Da quanto abbiamo esposto risulta automaticamente che una questione del mercato interno come questione a sè, indipendente da quella del grado di sviluppo del capitalismo, non esiste affatto. Ecco appunto perchè la teoria di Marx non la pone mai e in nessun luogo come questione a sè. Il mercato interno sorge quando sorge l’economia mercantile; esso è creato dallo sviluppo di questa economia mercantile, e il grado raggiunto dalla divisione sociale del lavoro determina il livello del suo sviluppo; esso si estende con l'estendersi delleconomia mercantile dai prodotti alla forza- lavoro, e solo nella misura in cui quest’ultima si trasforma in merce il capitalismo abbraccia tutta la produzione del paese, svi- GLI ERRORI DEGLI ECONOMISTI POPULISTI 47 luppandosi principalmente nel campo dei mezzi di produzione, che nella società capitalistica occupano un posto sempre più impor- tante. Il « mercato interno » per il capitalismo è creato dallo stesso capitalismo nel corso del suo sviluppo, che approfondisce la divisione sociale del lavoro e divide i produttori diretti in capi- talisti e operai. Il grado di sviluppo del mercato interno è anche il grado di sviluppo del capitalismo nel paese. Porre la questione dei limiti del mercato interno indipendentemente da quella del grado di sviluppo del capitalismo (come fanno gli economisti pò- pulisti) è un errore. Perciò la questione: come si forma il mercato interno per il capitalismo russo? si riduce a quest’altra: come e in qual direzione si sviluppano i diversi aspetti dell’economia nazionale russa? in che cosa consiste il nesso e l’interdipendenza di questi diversi aspetti ? I capitoli che seguono saranno appunto consacrati all’esame dei dati che contengono la risposta a queste domande. CAPITOLO II LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA Abbiamo visto che base della formazione del mercato interno nella produzione capitalistica è il processo attraverso cui i piccoli contadini proprietari si dividono in imprenditori e operai agricoli. Non c’è quasi opera che tratti delle condizioni economiche dei contadini russi nell’epoca posteriore alla riforma in cui non si rilevi la cosiddetta « differenziazione » dei contadini. Per conseguenza il nostro compito consiste nello studiare i tratti fondamentali di questo fenomeno e nel determinarne il significato. Nella seguente esposizione ci serviamo dei dati statistici dei censimenti per fuoco fatti dagli zemstvo a \ I I dati della statistica degli zemstvo sulla Nuova Russia 37 Nella sua opera L’azienda contadina nel mezzogiorno della Russia (Mosca, 1891) 38 il signor V. Postnikov ha raccolto ed ela- borato i dati della statistica degli zemstvo relativi ai governatorati della Tauride e in parte anche di Kherson e di Iekaterinoslav. Nella letteratura sulla disgregazione contadina quest’opera dev es- sere posta in primo piano, e noi riteniamo necessario riportare i dati raccolti dal signor Postnikov secondo il sistema da noi adottato, completandoli talvolta con i dati delle raccolte degli zemstvo. Gli LA DISC REGAZI ONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 49 statistici dello zemstvo della Tauride si sono attenuti al metodo di raggruppare le famiglie contadine secondo lestensione del semi- nativo, metodo molto felice, che permette di formarsi un giudizio preciso del V azienda di ciascun gruppo, dato che in quella zona prevale il sistema dell’azienda cerealicola a coltivazione estensiva. Ecco i dati complessivi sui gruppi di aziende contadine nella Tauride *. | Distretto del Dniep Nei tre distretti Per fuoco Num. compì. dei fuochi % Sup. media del ■emin. per fuoco (dea.) Superf. totale del semina- tivo (dea.) I % Gruppi di eeoUdini Nura. compì. dei fuochi O' ,0 per- ione m. f. lavo- ratori maschi Idem, in % del totale numero com- plessivo 1 dei fuochi I. che non 1011110800 9,0 4,6 1,0 7,5 - ) II. » sera, tino ■ 5 det. n.« 4,9 1.1 11,7 3,5 34.070 2,4 1 12,1 l 40,2 III. » » S>10 dei. 20,0 5,4 1,2 21,0 s.o 140.426 9,7 J IV. » » 10-25 » 41,8 6,3 1.4 39,2 16,4 540.093 37,6 37,6 39,2 V. * » 25-50 » 15,1 8,2 1,9 16,9 34,5 ! 494.095 34,3 1 50,3 20,6 VI. » » oltre 50 des. 3,1 10,1 2,3 3,7 75,0 1 230.583 16,0 \ In complesso 100 6,2 1,4 100 17,1 1.439.267 100 La mancanza di uniformità nella ripartizione del seminativo è assai considerevole; i due quinti del numero complessivo dei fuochi (che abbracciano circa i tre decimi della popolazione, dato che qui il numero dei componenti la famiglia è inferiore alla media) hanno circa un ottavo di tutto il seminativo, giacché ap- partengono al gruppo povero, il quale semina una superficie esigua e non può soddisfare i propri bisogni con il reddito della propria attività agricola. Vengono poi i contadini medi, che ab- bracciano a loro volta circa i due quinti del numero complessivo delle famiglie e coprono le proprie spese medie con il reddito della * I dati che seguono si riferiscono in gran parte ai tre distretti continentali settentrionali del governatorato della Tauride, e cioè ai distretti di Berdiansk, di Melìtopol e del Dniepr, oppure solo a quest’ultimo. 5 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA terra (il signor Postnikov ritiene che per coprire le spese medie della famiglia occorrano 16-18 desiatine di seminativo). Ci sono infine i contadini agiati (circa un quinto delle famiglie e i tre decimi della popolazione), che accentrano nelle proprie mani oltre la metà di tutto il seminativo; inoltre lestensione del seminativo per fuoco mostra chiaramente il carattere « commerciale », mercan- tile dell’agricoltura di questo gruppo* Per determinare esattamente l’ampiezza di questa produzione agricola mercantile nei diversi gruppi, il signor Postnikov si vale del seguente metodo. Da tutto il seminativo delFazienda egli stralcia le seguenti superfici: ali- mentare (che fornisce i prodotti per il mantenimento della famiglia e dei salariati fissi), foraggierà (per l’alimentazione del bestiame), aziendale (per il grano da semina, superficie occupata dai fabbri- cati, ecc.), e determina cosi l’estensione della superficie mercan- tile 0 commerciale , il cui prodotto è destinato alla vendita. Ri- sulta che nel gruppo con 5-10 desiatine di seminativo appena Pi 1,8% della superficie seminativa fornisce prodotti per il mer- cato, mentre con l’aumento del seminativo (secondo i gruppi) questa percentuale sale nel modo seguente : 36,5 % - 52 % - 61 %. Per conseguenza i contadini agiati (i due gruppi superiori) eser- citano già un’agricoltura di carattere mercantile, percependo an- nualmente un reddito monetario lordo di 574-1500 rubli. L’agri- coltura mercantile si trasforma ormai in agricoltura capitalistica, poiché l’estensione del seminativo dei contadini agiati supera la norma lavorativa della famiglia (cioè la quantità di terra che la famiglia può coltivare con il proprio lavoro), costringendo questi contadini a ricorrere all' assunzione di operai : nei tre di- stretti settentrionali del governatorato della Tauride i contadini agiati assumono, secondo i calcoli dell’autore, oltre 14.000 operai agricoli. Viceversa, i contadini poveri « forniscono operai » (ol- tre 5000), cioè ricorrono alla vendita della propria forza-lavoro, dato che il reddito della produzione agricola ascende, per esempio nel gruppo con 5-10 desiatine di seminativo, solo a circa 30 rubli in contanti per fuoco*. Quindi noi osserviamo qui precisamente • Il signor Postnikov osserva giustamente che in realtà le differenze nel red- dito monetario della terra fra i diversi gruppi sono assai più considerevoli, dal LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 51 quel processo di creazione del mercato interno di cui parla appunto la teoria della produzione capitalistica: il «mercato interno» si allarga in seguito alla trasformazione in merce, da una parte, del prodotto dell’agricoltura mercantile, imprenditrice, e, dall’altra, in seguito alla trasformazione in merce della forza-lavoro venduta dai contadini poveri. Per conoscere più da vicino questo fenomeno, esaminiamo la situazione di ogni singolo gruppo di contadini. Incominciamo dal gruppo superiore. Ecco i dati sulla terra che questo gruppo ha in possesso o in godimento: Distretto del Dniepr , governatorato della Tauride | Seminativo per fuoco in desiatine Gruppi di famìglie terra dei nadir/ terra acqui* stata terra presa in «fitto in complesso I. che non seminano 6,4 0,9 0,1 7,4 II. che aem. fino a S des. 5,5 0.04 0,6 6.1 III. a » 5-10 1» 8,7 0,1)5 1,6 10,3 IV. » * 10-25 » 12.5 0,6 5,8 18.9 V. a » 25-50 » 16,6 2,3 17,4 36,3 VI. » 1 » più di 50 » 17,4 30,0 44 0 91,4 In media 11,2 1,7 7.0 19,9 Vediamo, quindi, che i contadini agiati, sebbene dispongano della più alta aliquota di terra dei nadtel , concentrano nelle loro mani la maggior parte delle terre acquistate e prese in affitto e si trasformano in piccoli agricoltori e fittavoli *. Per l’affitto di 17-44 momento che nei calcoli si presuppongono 1) un identico rendimento e 2) un identico prezzo dei cercali venduti. In realtà i contadini agiati hanuo raccolti mi- gliori e vendono i cercali a condizioni più vantaggiose. * Notiamo che la quantità relativamente elevata della terra acquistata dai contadini che non seminano si spiega col fatto che in questo gruppo sono entrati bottegai, proprietari di imprese industriali, ecc. La confusione tra questi « conta- dini u c gli agricoltori costituisce il solito difetto della statistica degli zemstvo. Ri- torneremo ancora su questo difetto. 5 2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA desiatine si spendono annualmente, in base ai prezzi locali, circa 70-160 rubli. È evidente che qui si tratta già di un’operazione commerciale: la terra si trasforma in merce, in «macchina per ricavare denaro ». Consideriamo ora i dati sulle scorte vive e morte: della Tauride Nel distretto del Dniepr Gruppi di famiglie capi di bestiame per fuoco fuochi •enea bestiame da lavoro % inventario per fuoco* da lavoro altro in compì. per il trasporto per arare I. che non te minano 0,3 0,8 1.1 HO, 5 — — IL che Km. fino a 5 dea. 1.0 1,4 2,4 48,3 — - III. » » S-10 dea. 1,9 2.3 4,2 12,5 0,8 0,5 IV. » » IQ-2S » 3,2 4,1 7,3 1,4 1.0 1,0 V. a » 25.50 > 5,8 8,1 13,9 0,1 1,7 1,5 VI. a a oltre 50 dea.' 10,5 19,5 30,0 0,03 2,7 2.4 7n media 3,1 4,5 7,6 15,0 Come si vede, i contadini agiati sono meglio forniti di inven- tario dei contadini poveri e perfino di quelli medi. Basta dare un’occhiata a questa tabella per capire quanto siano fittizie le cifre «medie » con le quali da noi ci si compiace tanto di operare quando si parla dei « contadini ». Alle colture mercantili della borghesia contadina si aggiunge qui anche Tallevamento mercan- tile, e precisamente l’allevamento degli ovini dal vello ruvido. Quanto alle scorte morte, riporteremo anche i dati sugli at- trezzi perfezionati, desumendoli dalle raccolte statistiche degli zemstvo **. Del numero complessivo delle mietitrici e falciatrici • Inventario per il trasporto: biroccini, carri, furgoni, ccc.; inventario per arare: aratri, bu^er (erpici), ccc. •* Raccolta di dati statistici per il distretto di Me li to poi, Simferopol, 1885 (voi. I della Raccolta di dati statistici per il governatorato della Tauri de), Raccolta di dati statistici per il distretto del Dniepr , voi. II, Simferopol, 1886. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 53 (3061) 2841, ossia il 92,8 % si trovano nelle mani della borghesia contadina (un quinto del numero complessivo dei fuochi). È del tutto naturale che per i contadini agiati anche la tecnica agricola sia ad un livello notevolmente supcriore alla media (mag- giori dimensioni dell’azienda, maggiore abbondanza di scorte, di- sponibilità di denaro contante, ccc.), e precisamente : i contadini agiati « effettuano le semine in minor tempo, utilizzano meglio la stagione propizia, seminano su un terreno più umido », mietono tempestivamente; trebbiano e contemporaneamente trasportano il grano, ccc. È altresì naturale che le spese di produzione dei pro- dotti agricoli diminuiscano (per ciascuna unità del prodotto) con l’aumentare delle dimensioni dell’azienda. Il signor Postnikov di- mostra questa tesi con abbondanza di particolari ricorrendo al seguente calcolo : egli determina il numero dei lavoratori (salariati compresi), dei capi del bestiame da lavoro, degli attrezzi, ecc. per 100 desiatine di seminativo nei diversi gruppi di contadini. Risulta che questo numero diminuisce con l’aumentare delle dimensioni delPazienda. Ai contadini che seminano fino a 5 desiatine, per esempio, occorrono, per una superficie di 100 desiatine, 28 lavora- tori, 28 capi di bestiame da lavoro, 4,7 aratri e bu\\er y io biroccini, mentre a quelli che seminano più di 50 desiatine occorrono solo 7 lavoratori, 14 capi di bestiame da lavoro, 3,8 aratri e bu^er y 4,3 biroccini. (Omettiamo i dati più particolareggiati per tutti i gruppi, rinviando coloro che si interessano dei particolari al libro del signor Postnikov). La conclusione generale dell’autore è la seguente: «Aumentando le dimensioni delPazienda e della super- ficie a coltivazione, la spesa dei contadini per mantenere la forza- lavoro, uomini e bestiame, — spesa principale nell’agricoltura — diminuisce progressivamente, e nei gruppi che coltivano molta terra si riduce quasi alla metà per desiatina di seminativo rispetto ai gruppi che coltivano poca terra » (op. cit., p. 117). A questa legge della maggiore produttività, e quindi anche della maggiore stabilità, delle grandi aziende contadine il signor Postnikov an- nette, del tutto giustamente, una grande importanza, dimostran- dola con dati molto particolareggiati non solo per la Nuova Rus- 54 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA sia, ma anche per i governatorati centrali della Russia *. Quanto più profonda è la penetrazione della produzione mercantile nel- l’agricoltura, quanto più forti divengono quindi la concorrenza fra gli agricoltori, la lotta per la terra, la lotta per Tindipendenza economica, tanto più appare evidente la forza di questa legge, che conduce alla eliminazione dei contadini medi e poveri da parte della borghesia contadina. Occorre però notare che il pro- gresso della tecnica nelPagricoltura si manifesta in modo diverso a seconda del sistema di conduzione agricola, a seconda del sistema di coltivazione. Se col sistema dell’azienda cerealicola e con Pagri- coltura estensiva questo progresso può esprimersi in un semplice ampliamento del seminativo e in una diminuzione del numero degli operai, dei capi di bestiame ecc. per unità di seminativo, con il sistema dell’azienda per l’allevamento o a coltura industriale, con il passaggio all’agricoltura intensiva, questo stesso progresso può esprimersi, per esempio, nella semina delle radici commesti- bili, che richiedono un maggior numero di operai per unità di seminativo, o nell’allevamento del bestiame da latte, nella semina di erbe foraggiere, ecc. ecc. Per determinare le caratteristiche del gruppo superiore dei con- tadini si deve aggiungere, inoltre, il notevole impiego di lavoro * « La statistica degli zemstvo mostra con incontestabile chiarezza che quanto maggiori sono le dimensioni dell’azienda contadina unto minori sono l’inventario, il numero dei lavoratori e dei capi di bestiame da lavoro per una data superfìcie di arativo » (op. cit. , p. 162). È interessante osservare come questa legge si rifletta nei ragionamenti del signor V. V. Nell’articolo succitato (Viestni\ levropy, 1884, n. 7) egli fa il se- guente confronto: nella fascia centrale delle terre nere per ogni cavallo dei con- tadini si hanno 5-7-8 desiatine di arativo, mentre, « secondo le regole del sistema dei tre campi d, se ne dovrebbero avere 7-10 {Kalendar di Batalin). « Il fatto dunque che una parte della popolazione di questa regione delia Russia venga privaU dei cavalli deve considerarsi, fino ad un certo punto, come il ripristino del rapporto normale fra il numero degli animali da lavoro e la superfìcie che dev'essere lavorata # (articolo citato, p. 346). Sicché la rovina dei contadini porta dunque al progresso dell' agricoltura. Se il signor V. V. avesse rivolto la sua atten- zione non solo all'aspetto agronomico di questo processo, ma anche a quello economico-sociale, avrebbe potuto vedere che qui si ha un progresso dell' agri- coltura capitalistica, giacché il « ripristino del rapporto normale » fra il bestiame da lavoro e l'arativo viene ottenuto dai grandi proprietari fondiari, che si prov- vedono di scorte proprie, oppure dai contadini che seminano grandi superfìci, cioè dalla borghesia contadina. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 55 salariato. Ecco i dati per i tre distretti del governatorato della Tauride : Gruppi di famiglie Aziende con talariati % Quota del eeminativo di riavcuD gruppo % I. che non «min «no 3,8 — li. » «minano fino a S dei- 2,5 2 III. a a 5*10 a 2,6 10 IV. a a 10-25 a 8,7 38 V. a a 25-50 a 34,7 34 ) { 50 Vi. a a oltre 50 a 64,1 16 j In compiano 12,9 100 Nell’articolo citato il signor V. V. ha ragionato su questa que- stione nel modo seguente: egli ha assunto il rapporto percentuale fra il numero delle aziende con salariati e il numero complessivo delle aziende contadine ed ha concluso : « Il numero dei conta- dini che ricorrono all’aiuto del lavoro salariato per coltivare la terra è del tutto insignificante rispetto alla massa complessiva del po- polo : 2 o 3, al massimo 5 coltivatori su 100; eccovi al completo tutti i rappresentanti del capitalismo contadino;... questo » (l’azienda contadina russa con salariati) « non è un sistema saldamente radi- cato nelle condizioni della vita economica odierna, ma un caso fortuito quale si riscontrava anche 100 e 200 anni fa » (Vicstni\ lcvropy , 1884, n. 7, p. 332). Che .senso ha confrontare il numero delle aziende con salariati col numero complessivo delle aziende « contadine », quando in questo numero sono comprese anche le aziende dei salariati? Con un metodo simile ci si potrebbe sbaraz- zare anche del capitalismo nell’industria russa: basterebbe solo calcolare la percentuale delle famiglie dedite ad un’industria che impiegano operai salariati (cioè delle famiglie di fabbricanti e pic- coli fabbricanti) rispetto al numero complessivo delle famiglie oc- cupate in una qualche attività industriale in Russia; si otterrebbe un rapporto « del tutto insignificante » rispetto alla « massa del po- 56 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA polo ». Sarebbe incomparabilmente più giusto confrontare il nu- mero delle aziende che assumono salariati fissi con il numero delle sole aziende effettivamente indipendenti, che vivono cioè della sola agricoltura, senza ricorrere alla vendita della propria forza-lavoro. Inoltre il signor V. V. ha trascurato un’inezia, e precisamente che nel novero delle maggiori aziende contadine rientrano quelle che impiegano salariati fissi: la percentuale delle aziende che impie- gano salariati fissi, « insignificante » nell’« insieme e in media », si dimostra molto cospicua (34-64 %) tra quei contadini agiati che hanno nelle loro mani oltre la metà di tutta la produzione e producono grandi quantità di grano per la vendita. Si può vedere perciò quanto sia assurda l’opinione secondo cui l’azienda che impiega salariati sarebbe « un caso fortuito » che si riscontrava anche 100-200 anni fa! In terzo luogo, solo ignorando le partico- larità reali dell’agricoltura si possono considerare, per giudicare del « capitalismo contadino », i soli salariati, cioè gli operai fissi, trascurando i giornalieri. È noto che l’assunzione di giornalieri ha un’importanza particolarmente grande nell’agricoltura *. Passiamo al gruppo inferiore. Esso è composto di contadini proprietari che non seminano o seminano poca terra; essi « non presentano forti differenze nella loro condizione economica... sia gli uni che gli altri lavorano come salariati presso i compaesani, oppure si guadagnano il pane fuori del paese mediante occupazioni ausiliarie, per lo più agricole » (op. cit., p. 134), cioè vanno a far parte del proletariato rurale. Rileviamo che nel distretto del Dniepr, per esempio, del gruppo inferiore fa parte il 40 % delle famiglie, mentre quelle che non hanno attrezzi per arare ammontano al 39 % del numero complessivo delle famiglie. Oltre a vendere la propria forza-lavoro, il proletariato rurale ricava un reddito col dare in affitto la terra del proprio nudici : • L'Inghilterra è il paese classico del capitalismo agricolo. E in questo paese il 40,8 % dei farmers non impiegano operai salariati; il 68,1 % di essi impiegano non più di 2 operai; 1*82 % non ne impiegano più di 4 (Ianson, Statistica corri’ frarata , voi. II, pp. 22-23, ci 1310 Kablukov, La questione degli operai ftW/'flgn- c ottura, p. 16). Ma sarebbe davvero un bell’ economista chi trascurasse la massa dei proletari rurali assunti a giornata, sia migranti che sedentari, cioè che trovano « occupazioni ausiliarie » nei propri villaggi. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 57 Distretto del Dniepr Gruppi di famiglie Capifamiglia che danno in affitto la terra dei propri nadiel Terra dei nadir! data in affitto o _ I. che non teminano 80 97.1 II. a seminano fino a 5 dea. 30 38,4 III. » a SUO a 23 17.2 IV. a a 10-25 a 16 8,1 V. a a 25*50 a 7 2.9 VI. a a oltre 50 » 7 13.8 Per tutto il distretta 2S.7 14.9 Complessivamente nei tre distretti del governatorato della Tau- ride è stato dato in affitto (nel 1884-1886) il 25 % di tutto l’ara- tivo dei contadini; per di più in questa cifra non c compresa la terra affittata non ai contadini, ma ai raznocintsy. In questi tre distretti complessivamente circa un terzo della popolazione cede terra in affitto; inoltre i nadiel del proletariato rurale sono presi in affitto principalmente dalla borghesia contadina. Ecco i dati in proposito: In tre distretti del governatorato della Tauride Contadini proprietari che seminano: J Terra dei nadiel presa in affitto dai vicini | desiatine % fino a 10 dettatine per fuoco .... 16.594 6 da 10 a 25 a a a .... 89.526 35 25 • più » a a .... 150.596 59 Jn compitato 256.716 100 « La terra dei nadiel è attualmente oggetto di una vasta specu- lazione nella vita contadina del mezzogiorno della Russia. Con la 58 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA garanzia della terra si ottengono prestiti con emissione di cam- biali... la terra viene affittata o alienata per uno, due anni e per periodi più lunghi, fino a 8-9 e n anni » (op. cit., p. 139). In tal modo la borghesia contadina viene anche a rappresentare il capi- tale commerciale e usurario *. Vediamo qui una chiara smentita al pregiudizio populista secondo cui il « kulak » e 1\< usuraio » non avrebbero niente in comune con il « contadino intraprendente ». Al contrario, nelle mani della borghesia contadina si raccolgono le fila sia del capitale commerciale (prestiti in denaro garantiti dalla terra, incetta di vari prodotti, ecc.) che del capitale industriale (agricoltura mercantile mediante l’assunzione di operai, ecc.). Quale di queste forme di capitale si svilupperà a spese dell’altra? Ciò dipende dalle circostanze ambientali, dalla maggiore o minore eliminazione dei sistemi asiatici e dalla maggiore o minore diffu- sione della cultura nelle nostre campagne. Esaminiamo, infine, la situazione del gruppo intermedio (se- minativi di 10-25 desiatine per fuoco, in media 16,4 desiatine). Essa ha un carattere di transizione : il reddito monetario della col- tivazione della terra (191 rubli) è alquanto inferiore rispetto alla somma che spende annualmente l’abitante medio del governatorato della Tauride (200-250 rubli). Qui il bestiame da lavoro è di 3,2 capi per fuoco, mentre per un « tiaglò » completo ne occorrono 4. Perciò l’azienda del contadino medio si trova in una situazione instabile e per lavorare la sua terra egli deve ricorrere alPassocia- zione **. La lavorazione della terra in società è, naturalmente, meno pro- duttiva (dispendio di tempo per gli spostamenti, insufficienza di • In quanto si serve delle « numerosissime » casse rurali e società di depo- siti e prestiti, che danno un a aiuto sostanziale » ai contadini agiati. « I contadini economicamente deboli non trovano garanti e pertanto non usufruiscono di prestiti » (op. cit., p. 368). ## Nel distretto di Melitopol su 13.789 famiglie di questo gruppo solo 4218 coltivano la terra da sole, mentre 9201 la coltivano in società. Nel distretto del Dniepr su 8234 famiglie 4029 coltivano la terra da sole e 3835 in società. Cfr. le raccolte statistiche degli zemstvo per il distretto di Melitopol (p. B. 195) e per il distretto del Dniepr. (p. B. 123). Per rassociazione (contadini che si associano per i lavori agricoli) cfr., nella presente edizione, voi. I, pp. 38-39 ( N . d. R.). LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 59 cavalli, ecc.), per cui, per esempio, in un solo villaggio è stato riferito al signor Postnikov che « i contadini associati spesso lavo- rano con il bu\\er in una giornata non più di una desiatina, cioè la metà della norma » *. Se aggiungiamo a questo che nel gruppo intermedio circa un quinto delle famiglie non ha attrezzi per arare, che questo gruppo fornisce più operai di quanti non ne assuma (se- condo il calcolo del signor Postnikov), per noi sarà chiaro, il carat- tere instabile, di transizione, di questo gruppo, che sta fra la bor- ghesia contadina e il proletariato rurale. Riportiamo alcuni dati un po’ più particolareggiati sulla eliminazione del gruppo inter- medio : Distretto del Dniepr, governatorato della Tauride ** Gruppi di eapifamiglia a riep al t 4 etto otole Ter dei nt ra idiel Tei ■equi Tt stata Terra in ai presa Etto Tei ced in ai rra □ta fitto Terr in godile in comi a ento, desso Superile coltivaz de a ione fam. unità m. f. desiat. % desiat. % desiat. % desiat. % desiatine % desiatine % povero .... 39,9 32,6 56.445 25,5 2.003 6 7.839 6 21.551 65,5 44.736 12,4 38.439 11 medio .... 41,7 42,2 102.794 46,5 5.375 16 48.398 35 8.311 25,3 148.257 41,2 137.344 43 agiato .... 18,4 25,2 61.844 28 26.531 78 81.646 59 3.039 9,2 166.982 46,4 150.614 46 In compie uo nel die fretto 100 100 221.083 100 33.910 100 137.883 100 32.901 100 359.975 100 326.397 100 * Nell'articolo citato il signor V. V. si diffonde in lunghi ragionamenti sul lavoro associato quale « principio della cooperazione », ecc. Non v’ha dubbio che la cosa è molto semplice: si tace il fatto che i contadini si dividono in gruppi nettamente distinti, che il lavoro associato è una cooperazione tra aziende in declino, incalzate dalla borghesia contadina, e poi sì chiacchiera « in generale » del « principio della cooperazione », magari della cooperazione fra proletariato rurale e borghesia rurale I ** I dati sono desunti dalla raccolta statistica dello zemstvo e si riferiscono a tutto il distretto, inclusi i centri abitati non compresi nelle volosti. I dati della co- lonna « terra in godimento, in complesso » sono stati calcolati da me: ho sommato la terra dei nadiel , la terra presa in affitto e quella acquistata, e ho detratto la terra data in affitto. 5 1 6o LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA In questo modo, la ripartizione deila terra dei nadiel è quanto mai «egualitaria », sebbene vi si noti l’eliminazione del gruppo inferiore da parte di quelli superiori. Ma le cose cambiano radical- mente non appena passiamo da questo possesso fondiario vincolato a quello libero , cioè alla terra acquistata e presa in affìtto. La sua concentrazione è immensa, per cui la ripartizione della terra che i contadini hanno in godimento non assomiglia affatto alla riparti- zione della terra dei nadiel : il gruppo intermedio viene respinto al secondo posto (46% dei nadiel - 41 % di terra in godimento), il gruppo agiato estende molto notevolmente il suo possesso fon- diario (28 % dei nadiel - 46 % di terra in godimento), mentre il gruppo povero viene eliminato dal novero degli agricoltori (25 % dei nadiel - 12 % di terra in godimento). La tabella riportata ci mostra un fenomeno interessante che incontreremo ancora, e precisamente la diminuzione dell’impor- tanza della terra dei nadiel neireconomia contadina. Nel gruppo inferiore questo avviene in seguito alla cessione della terra in af- fitto, in quello superiore in seguito al fatto che nella superficie complessiva dell’azienda acquista un’enorme preponderanza la terra acquistata e presa in affitto. Le vestigia del regime anteriore alla riforma (contadini vincolati alla terra e possesso fondiario fiscale egualitario) vengono definitivamente distrutte dal capita- lismo, che penetra nell’agricoltura. Per quanto riguarda in particolare Paffuto, i dati riportati ci permettono di capire un errore molto diffuso nei ragionamenti degli economisti populisti su questo problema. Prendiamo i ragio- namenti del signor V. V. Nell’articolo citato egli ha posto in modo chiaro il* problema del rapporto fra affìtto e disgregazione della popolazione contadina. « Contribuisce l’affìtto al disgregarsi delle aziende contadine in grandi e piccole e alla eliminazione del gruppo intermedio tipico? » ( Vìestni\ levropy , 1. c., pp. 339-340). Il signor V. V. ha risolto questo problema negativamente. Ecco i suoi argomenti: 1) «Alta percentuale delle persone che ricorrono all’affitto ». Esempi: 38-68%; 40-70%; 30-66%; 50-60 % in diversi distretti di vari governatorati. 2) Non grande estensione degli appezzamenti presi in affìtto per fuoco: 3-5 de- siatine, secondo i dati della statistica di Tambov. 3) I contadini LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 6 1 dotati di un nudici piccolo prendono in affitto più terra di quelli che ne hanno uno grande. Perchè il lettore possa chiaramente valutare non tanto la consi- stenza, quanto semplicemente l’idoneità di simili argomenti, ripor- tiamo i dati corrispondenti per il distretto del Dniepr*. Gruppi di contadini Famiglie che prendono terra in affitto % Arativo per ciascuna famiglia affittuario (desiatine) Canone di affitto per una desiatina (rubli) che semi nano fino ■ 5 dea. 25 2,4 15,25 * » 5-10 » 42 3,9 12,00 » » 10-25 » 69 8,5 4,75 • » 25-50 » 88 20,0 3,75 » » più di 50 b 91 48,6 3,55 Per tulio il distretto 56,2 12,4 4,23 Si domanda: che valore possono avere qui le cifre « medie »? Il fatto che gli affittuari siano « molti » — il 56 % — elimina forse la concentrazione dell’affitto nelle mani dei ricchi? Non è ridicolo assumere l’estensione « media » della terra affittata (12 desiatine per ciascuna famiglia affittuaria. Spesso si assume la media non per ciascuna famiglia affittuaria, ma per ciascuna famiglia presente. Così fa, per esempio, il signor Karyscev nella sua opera Le affittanze contadine di terra fuori dei nadiel [Dorpat, 1892; II vo- lume dei Risultati della statistica degli zemstvo]), mettendo in- sieme contadini dei quali uno, premuto evidentemente dall’estremo bisogno, prende in affitto due desiatine pagando un canone paz- zesco (15 rubli), e a condizioni rovinose, mentre un altro, oltre alla quantità già sufficiente di terra propria, prende in affitto 48 desiatine, « comperando » la terra all* ingrosso, incomparabil- mente più a buon mercato (3,55 rubli per desiatina)? Non meno * I dati sono del tutto analoghi anche per i distretti di Melitopol e Berdiansk. 62 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA inconsistente è anche il terzo argomento: lo stesso signor V. V, si è preoccupato di confutarlo, riconoscendo che i dati relativi « a intiere obstcìne » (ripartizione dei contadini secondo Pestensione dei nadiel) « non danno un’idea esatta di quello che avviene in una stessa obsteina » (articolo citato, p. 342) *. Sarebbe un grave errore pensare che la concentrazione della terra affittata nelle mani della borghesia contadina si limiti all’af- fitto individuale e non si estenda a quello collettivo, all’affitto di terra da parte del mir . Niente di tutto questo. La terra presa in affitto viene ripartita sempre « secondo il denaro di cui si di- spone », e il rapporto fra i gruppi di contadini non varia affatto negli affitti di terra da parte del mir . Perciò i ragionamenti del signor Kary.scev, per esempio, secondo cui nel rapporto fra gli affitti di terra da parte del mir e quelli individuali si manifeste- rebbe la «lotta di due principi (!?), quello comunitario e quello individuale » (1. c., p. 159), secondo cui agli affitti di terra da parte de Wobstcina « sono propri il principio del lavoro e il prin- cipio della distribuzione uniforme dell’appezzamento preso in af- fitto fra i membri del Yobstcina (ivi, p. 230), questi ragionamenti rientrano interamente nell’ambito dei pregiudizi populisti. Nono- stante il compito propostosi di tirare « le somme della statistica de- * II signor Postnikov cita l’esempio interessante di un analogo errore com- messo dagli statistici degli zemstvo. Rilevando il carattere commerciale dell’azienda dei contadini agiati e la loro richiesta di terra, egli osserva che « gli statistici degli zemstvo, considerando evidentemente queste manifestazioni della vita conta- dina come qualcosa di illegittimo, cercano di sminuirle » e di dimostrare che l’affitto non dipende dalla concorrenza dei ricchi, ma dal bisogno di terra dei contadini. Per dimostrare questo il signor Werner, autore di una Piccola guida del governatorato della Tauride (1889), ha raggruppato secondo la superficie del nadìel i contadini di tutto il governatorato della Tauride, prendendo un gruppo di contadini con x-2 lavoratori e 2-3 capi di bestiame da lavoro. È risultato che all’interno di questo gruppo l’aumento delle dimensioni del nadiel è accompa- gnato dalla diminuzione del numero delle famiglie che prendono terra in affitto, e della quantità di terra presa in affitto. È evidente che un simile metodo non dimostra proprio nulla, giacché si sono presi solo i contadini con lo stesso numero di capi di bestiame da lavoro e si sono omessi precisamente i gruppi estremi. È del tutto naturale che, essendo eguale la quantità del bestiame da lavoro, dev’es- sere eguale anche l'estensione della terra coltivata e, quindi, quanto minore sarà il nadiel , tanto maggiore sarà la terra affittata. Il problema è proprio quello di sapere come viene distribuita la terra affittata fra le famiglie eon quantità ineguali di bestiame da lavoro, di inventario, ecc. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 6 3 gli zemstvo », il signor Karysccv ha accuratamente ignorato tutto l’abbondante materiale della statistica degli zemstvo sulla concen- trazione dell’affitto di terra nelle mani di gruppi esigui di conta- dini agiati. Facciamo un esempio. Nei tre distretti accennati del governatorato della Tauride la terra che le associazioni di conta- dini hanno preso in affitto dal demanio viene ripartita fra i gruppi nel modo seguente: Numero delle Desiatine per Gruppi di contadini famiglie affit- Deiiatine % del totale ciascuna fami- tu ari e glia affit tuaria che ■emiliano fino a 5 dea. 83 SII 1 ) 6,1 4 » » 5-10 > 444 1.427 3 I 3,2 i» » 10*25 » 1.732 8.711 20 5,0 » » 25-50 » 1.245 13.375 30 j 76 46 1 10,7 a » oltre 50 » 632 20.283 32.1 In completo 4.136 44.307 100 10,7 Una piccola illustrazione del « principio del lavoro » c del «principio della distribuzione uniforme»! Tali sono i dati della statistica degli zemstvo sull’azienda con- tadina nel mezzogiorno della Russia. La completa disgregazione della popolazione contadina e il pieno dominio della borghesia con- tadina nelle campagne appaiono incontestabili sulla base di questi dati È perciò quanto mai interessante l’atteggiamento che verso questi dati assumono i signori V. V. e N.-on, tanto più che en- trambi questi scrittori hanno riconosciuto in passato la necessità di porre la questione della disgregazione della popolazione contadina (il signor V. V. nel citato articolo del 1884, il signor N.-on nello Slovo del 1880, dove notava il curioso fenomeno che si verifica * Si dice abitualmente che i dati sulla Nuova Russia non consentono di trarre conclusioni generali, date le particolarità di questa zona. Noi non neghiamo che la disgregazione dei contadini coltivatori sia qui più profonda che nel resto della Russia, ma dal seguito di quest'opera si vedrà che la Nuova Russia non presenta affatto tratti caratteristici così notevoli come talvolta si pensa. 6 4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA appunto nell* obstcina, e cioè che i contadini « non intraprendenti » abbandonano la terra, mentre quelli « intraprendenti » si prendono la terra migliore; cfr, Profilo , p. 71). Va notato che l’opera del signor Postnikov riveste un duplice carattere: da una parte, Fau- tore ha raccolto con abilità ed elaborato con grande cura i dati stra- ordinariamente preziosi della statistica degli zemstvo , riuscendo inoltre ad evitare la « tendenza a considerare il mir contadino come un qualcosa di organico e di omogeneo, come se lo rappre- sentano tuttora i nostri intellettuali di città » (op. cit., p. 351). Dall’altra, Fautore, non avendo la guida di una teoria, non ha assolutamente saputo valutare i dati da lui elaborati e li ha consi- derati dal punto di vista estremamente angusto dei « provvedi- menti )>, mettendosi ad architettare progetti di « obstcine àndu- strial-artigiano-agricole », sulla necessità di « limitare », « obbli- gare », «osservare», ecc. ecc. E subito i nostri populisti si sono sforzati di non vedere la prima parte, la parte positiva, dell’opera del signor Postnikov e di rivolgere tutta la loro attenzione alla seconda parte. Sia il signor V. V. che il signor N.-on si sono accinti con la massima serietà a « confutare » i « progetti » vera- mente privi di serietà del signor Postnikov (il signor V. V. sulla Russkaia Mysl y 1894, n. 2; il signor N.-on in Profilo , p. 233, nota), accusandolo di nutrire il perverso desiderio di introdurre il capita- lismo in Russia e ignorando accuratamente i dati che hanno rive- lato il dominio dei rapporti capitalistici odierni nella campagna del mezzogiorno della Russia *. • « È curioso » — scrìveva il signor N.-on — che il signor Postnikov « progetti aziende contadine di 60 desiatine ». Ma « una volta che l’agricoltura sia caduta nelle mani dei capitalisti», la produttività del lavoro può «domani» aumentare ancora e « si dovrà [1] trasformare le aziende di 60 desiatine in aziende di 200-300 desiatine ». Vedete come è semplice: siccome l’odierna piccola borghesia delle nostre campagne sarà minacciata domani dalla grande borghesia, per questo il signor N.-on non ne vuol sapere nè della piccola borghesia di oggi, nè della grande di domani I LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 65 II Idati della statistica degli zemstvo per il governatorato di Samara Dalla zona periferica meridionale passiamo a quella orientale al governatorato di Samara. Prendiamo il distretto di Novouzensk, l’ul- timo in cui è stata svolta l'Inchiesta ; nella raccolta per questo distretto i contadini sono stati raggruppati nel modo più minuzioso secondo il criterio economico*. Ecco i dati complessivi sui gruppi di contadini (i dati ulteriori si riferiscono a 28,276 famiglie della popolazione do- tata di nadiel, con 164,146 componenti di ambo i sessi, cioè alla sola popolazione russa del distretto, senza i tedeschi e senza i capi famiglia « proprietari di \hutory », che conducono la propria azienda sia nel- Yobstcina che nei \hutory. L’aggiunta dei tedeschi e dei proprietari di \hutory accentuerebbe notevolmente il quadro della disgregazione). La concentrazione della produzione agricola c molto notevole: i capitalisti « membri dc\Y obsteina » (un quattordicesimo del nu- * Raccolta di dati statistici per il governatorato di Samara, voi. VII, Distrette di Novouzensf{ , Samara, 1890. Un raggruppamento omogeneo è stato effettuato anche per il distretto di Nikolaievsk (voi. VI, Samara, 1889), ma i dati sono qui molto meno particolareggiati. Nella Raccolta per tl governatorato di Samara (voi. Vili, fase, i, Samara, 1892) viene effettuato solo il raggruppamento per nadiel, che non è soddisfacente, come chiariremo in seguito. 66 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA mero complessivo delle famiglie, e precisamente le famiglie con 10 e più capi di bestiame da lavoro) posseggono il 36,5 % di tutto 11 seminativo, ossia quanto ne possiede il 75,3 % di tutti i conta- dini poveri e medi presi assieme! La cifra « media » (15,9 desiatine di seminativo per fuoco) è anche qui, come sempre, del tutto fit- tizia, poiché crea l’illusione di una prosperità generale. Esaminiamo altri dati sull’azienda dei diversi gruppi. Gruppi di capifamiglia Capifamiglia che lavorano tutto il nadiel con inventario proprio % Capifamiglia che posseggono attrezzi per- fezionati % Quantità com- plessiva del bestiame (rag- guagliato a bestiame gTOBSO) (capi per fuoco) % di tutto il bestiame senza bestiame da lavoro 2,1 0, 03 0,5 '•*1 6.4% con 1 capo di beat, da lav. 35.4 0,1 1,9 4,9 ( B 2-3 capi B B B » 60,5 4,5 4.0 16,8 | 28,6% B 4 » B » » » 74,7 19,0 6,6 11,8 ì » 5-10 » » B » » 82.4 40,3 10,9 29.2 90,3 41,6 22,7 20,4 65 0% b 20 e più B » » B 84,1 62,1 55,5 15.4 In complesso 52,0 13,9 6,4 100 Nel gruppo inferiore i capifamiglia indipendenti sono dunque molto pochi; contadini poveri non possiedono affatto attrezzi perfe- zionati, mentre i contadini medi ne possiedono in misura insignifi- cante. La concentrazione del bestiame è ancora più accentuata di quella dei seminativi; è evidente che i contadini agiati combinano con i grandi seminativi capitalistici Tallevamento capitalistico. Al polo opposto vediamo dei « contadini » che devono essere classificati fra i salariati e i giornalieri dotati di nadiel , poiché la fonte principale dei mezzi di sostentamento è per loro la vendita della forza-lavoro (come vedremo subito); talvolta sono gli stessi proprietari terrieri a dare ai propri salariati uno o due capi di bestiame allo scopo di le- garli alla propria azienda e provocare una diminuzione del salario. È ovvio che i gruppi di contadini non si distinguono solo per le dimensioni dell’azienda, ma anche per il metodo di con- LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 67 duzione; in primo luogo, nel gruppo superiore una parte molto notevole di coltivatori (40-60 %) è fornita di attrezzi perfezionati (principalmente aratri, poi trebbiatrici a cavalli e a vapore, venti- latori, mietitrici, ecc.). Nelle mani del 24,7 % delle famiglie del gruppo superiore è concentrato 1*82,9 % di tutt i gli attrezzi per- fezionati; il 38,2% delle famiglie del gruppo intermedio detiene il 17,0 % degli attrezzi perfezionati, mentre il 37,1 % dei conta- dini poveri ne detiene lo 0,1 % (7 attrezzi su 5.724)*. In secondo luogo, i contadini con pochi cavalli hanno, per forza di cose, rispetto a quelli che posseggono molti cavalli, « un diverso sistema di con- duzione aziendale, un diverso regime di tutta l’attività economica », come dice il compilatore della raccolta per il distretto di Novou- zensk (pp. 44-46). I contadini benestanti « lasciano riposare la terra... la trattano con gli aratri a partire dall’autunno... in prima- vera arano nuovamente e dopo l’erpicatura seminano... livellano la terra arata con rulli quando il suolo è arato... arano una se- conda volta un po’ prima di seminare la segala », mentre i con- tadini poveri « non lasciano riposare la terra, di anno in anno vi seminano frumento russo... arano una sola volta in primavera prima di seminare il frumento... non praticano il maggese nè arano prima della segala, ma seminano sulle stoppie... prima del frumento arano nella tarda primavera, per cui il grano spesso non germoglia... prima della segala arano una sola volta, o seminano addirittura sulle stoppie e fuori tempo... arano senza costrutto lo stesso terreno ogni anno, senza lasciarlo riposare ». « Ecc. ecc. all’in- finito », conclude questo elenco il compilatore. « Le differenze radi- cali constatate nei sistemi di conduzione aziendale dei contadini * È interessante osservare che da questi stessi dati il signor V. V. ( Tendenze progressive nell’economia contadina , Pietroburgo, 1892, p. 225) ha dedotto la tendenza della « massa contadina » a sostituire gli attrezzi arretrati con quelli perfezionati (p. 254). Il procedimento seguito per ricavare questa deduzione com- pletamente falsa è molto semplice: il signor V. V. ha preso dalla raccolta dello zemstvo i totali senza darsi la pena di guardare le tabelle che indicano la distri- buzione degli attrezzil II progresso dei fittavoli capitalisti (membri dc\Y obstcina) t i quali adoperano le macchine per diminuire il costo di produzione della merce- grano, è stato trasformato con un tratto di penna in progresso della « massa contadina ». E il signor V. V., senza il minimo imbarazzo, ha scritto: « Sebbene le macchine vengano acquistate da contadini proprietari agiati, esse sono utilizzate da tutti [j/W] i contadini » (p. 221). Ogni commento è superfluo. 68 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA benestanti e di quelli poveri hanno come conseguenza un grano di cattiva qualità e cattivi raccolti per gli uni, raccolti relativa- mente migliori per gli altri » (ivi). Ma come si è potuta creare questa grande borghesia in un’eco- nomia agricola fondata suWobstcinaì La risposta è data dalle cifre sulla terra che i vari gruppi hanno in possesso o in godi- mento. Complessivamente i contadini della circoscrizione terri- toriale da noi considerata hanno 57.128 desiatine di terra acqui- stata (da parte di 76 famiglie) e 304.514 desiatine di terra presa in affitto, di cui 177.789 desiatine sono di terra fuori dei nadìel presa in affitto da 5602 famiglie, 47.494 sono desiatine di terra dei nadiel presa in affito presso altre comunità da 3129 famiglie, e 79.231 sono desiatine di terra dei nadiel presa in affitto nella propria comu- nità da 7092 famiglie. La distribuzione di questa immensa super- ficie, che costituisce più dei due terzi di tutto il seminativo dei contadini, è la seguente: Gruppi di capifamiglia *1 1 BU V ■s e 0 1 fv V a •5 .2 2 Q f ! i J5 5 3 *3 S? Terra presa in affitto fuori dei nadiel Terra presa in affitto nei nadiel 0 tì a a « ± lì I] 9 X ~ BU r *3 presso altre comunità nella propria comunità *> Ve li « jj li s | i 1 m •g "O % delle famiglie desiatine per fuoco % delle famiglie desiatine per fuoco senza bestiame da lavoro 0,02 100 0.2 2,4 1,7 1,4 5.9 5 3 0,6 — 47,0 con I capo di beat. da lav. — — — 10,5 2.5 4,3 6,2 12 4 1.6 » 2-3 capi » » » 0,02 93 0,5 19,8 3.8 9.4 5,6 21 5 5.8 2,0 » 4 » » » » 0,07 29 0,1 27,9 6,6 15,8 6,9 34 6 5,4 0,8 » 5-10 » » » » 0,1 0,9 30,4 14,0 19,7 11,6 44 9 16,9 0,4 » 10-20 a » » » 1.4 151 6,0 45,8 54,0 29,6 29,4 5B 21 1 24,3 0.2 » 20 e più » > 9 8.2 1254 92,3 65,8 304,2 36,1 67,4 58 74 45,4 0,1 In complesso 0,3 751 100 19,8 31,7 11,0 15,1 25 11 100 12 LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 69 Vediamo qui un’enorme concentrazione della terra acquistata e di quella presa in affitto. Più dei nove decimi di tutta la terra acqui- stata sono nelle mani dell'1,8 % delle famiglie dei contadini più ricchi. Il 69,7 % di tutta la terra presa in affitto è concentrato nelle mani dei contadini capitalisti e l’86,6 % in quelle del gruppo supe- riore dei contadini. Il confronto dei dati sulla terra dei nudici presa e data in affitto mostra chiaramente il passaggio della terra nelle mani della borghesia contadina. La trasformazione della terra in merce ha anche qui Peffetto di rendere meno costosa la compera all’ingrosso della terra (e quindi conduce anche alla speculazione sulla terra). Se determiniamo il canone d’affitto di una desiatina di terra fuori dei nudici , otteniamo, procedendo dal gruppo infe- riore a quello superiore, le cifre seguenti: 3,94; 3,20; 2,90; 2,75; 2,57; 2,08; 1,78 rubli. Per mostrare a quali errori l’ignoranza di questa concentrazione dell’affitto porti i populisti, citiamo come esempio i ragionamenti svolti dal signor Karyscev nella celebre opera L’influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali su alcuni aspetti dell’ economia nazionale russa (Pietroburgo, 1897). Quando, in seguito al miglioramento del raccolto, i prezzi del grano cadono, e i canoni d’affitto aumentano, allora — conclude il signor Kary- scev — gli affittuari-imprenditori devono diminuire la domanda, e quindi coloro che dispongono di aziende di consumo aumentano i canoni d’affitto (I, p. 288). La conclusione è del tutto arbitra- ria: è pienamente possibile che, nonostante la diminuzione dei prezzi del grano, la borghesia contadina aumenti i canoni di affitto, poiché Pincremento del raccolto può compensare la diminu- zione del prezzo. È del tutto possibile che i contadini agiati, anche mancando questa compensazione, aumentino i canoni d’affitto, ab- bassando il costo di produzione del grano mediante l’introduzione delle macchine. Sappiamo che l’impiego delle macchine nell’agri- coltura aumenta e che queste macchine si concentrano nelle mani della borghesia contadina. Invece di studiare la disgregazione della popolazione contadina, il signor Karyscev sforna degli assiomi arbitrari e falsi sui contadini medi. Perciò tutte le sue conclusioni e deduzioni costruite in modo analogo nell’opera citata non pos- sono avere nessun valore. 7 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Chiarita la composizione eterogenea dei contadini, possiamo ormai orientarci agevolmente nella questione del mercato interno. Se i contadini agiati hanno nelle loro mani circa i due terzi di tutta la produzione agricola, è chiaro che essi devono altresì fornire la parte incomparabilmente maggiore del grano messo in vendita. Essi producono grano per venderlo, mentre i contadini non agiati devono comprare grano vendendo la propria forza-lavoro. Ecco i dati in proposito # : Gruppi dì capifamiglia % dei capifamiglia che assumono lavoratori salariati % dei lavoratori maschi occupati nelle industrie agrìcole senza bestiame da lavoro 0,7 71,4 con 1 capo dì best. da lav. 0,6 48,7 » 2-3 capi » » » » 1,3 20,4 » 4 » » » » » 4,8 8,5 » 5-10 » » a » » 20,3 5,0 » 10-20 » » » » » 62,0 3,9 » 20 e più » » » » 90,1 2.0 In compitato 9,0 25,0 Proponiamo ai lettori di confrontare con questi dati sul pro- cesso di creazione del mercato interno i ragionamenti dei nostri populisti.,. « Se il contadino è ricco, la fabbrica prospera, e vice- versa » (V. V., Le tendenze progressive , p. 9). Evidentemente al signor V. V. non interessa affatto la questione della forma sociale della ricchezza necessaria per la « fabbrica » e che non viene creata se non trasformando in merce il prodotto e i mezzi di produzione, da una parte, e la forza-lavoro, dall’altra. Il signor N.-on, parlando della vendita del grano, si consola affermando che questo grano è * Alla vendita della forzadavoro noi equipariamo quelle che gli statistici chiamano « industrie agricole » (sul luogo e fuori sede). Che per queste « industrie » s'intenda il lavoro del salariato fisso e del giornaliero risulta con chiarezza dalla tabella delle industrie artigiane ( Compendio per il governatorato di Samara , voi. Vili): su 14.063 uomini occupati nelle « industrie agricole » i salariati fissi e i giornalieri (comprendendovi i pastori e gli aratori) sono 13.297. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA P prodotto dal « contadino che ara la terra » {Profilo, p. 24), che, trasportando questo grano, le « ferrovie vivono sul contadino » (p. 16). In realtà, questi capitalisti « membri AtWobstcìna » non sono forse « contadini»? «Avremo ancora, una volta o l'altra, occasione di indicare — scriveva il signor N.-on nel 1880 e ripeteva nel 1893 — che nei luoghi in cui predomina il possesso fondiario fondato sul Yobstcìna manca quasi del tutto [sic!!] un'agricoltura su basi capitalistiche, e che essa è possibile solo là dove i legami àtWobstcina sono stati completamente spezzati o si stanno scio- gliendo » (p. 59). Mai il signor N.-on ha trovato, nè poteva tro- varla, una tale « occasione », giacché i fatti indicano precisamente 10 sviluppo dell’agricoltura capitalistica fra i « membri deìVobst - cma » # e il pieno adattamento dei famosi « legami àtWobstcina » all’azienda dei contadini che seminano vaste superfici impie- gando mano d'opera salariata. Del tutto analoghi risultano i rapporti fra i gruppi di con- tadini anche nel distretto di Nikolaievsk (raccolta cit., p. 826 e sgg. Escludiamo quelli che vivono altrove e i contadini senza terra). Così, per esempio, il 7,4 % delle famiglie dei contadini ricchi (con io e più capi di bestiame da lavoro), pari al 13,7 % della popolazione, accentrano il 27,6 % di tutto il bestiame e il 42,6 % della terra presa in affìtto, mentre il 29 % delle famiglie dei con- tadini poveri (senza cavalli e con un solo cavallo), pur costituendo 11 19,7 % della popolazione, possiedono solo il 7,2 % del bestiame e il 3 % della terra presa in affitto. Purtroppo le tabelle per il di- stretto di Nikolaievsk, lo ripetiamo, sono oltremodo succinte. Per terminare con il governatorato di Samara, riportiamo dal Com- pendio per il governatorato di Samara questo profilo altamente istruttivo della situazione dei contadini : « ...L’incremento naturale della popolazione, accentuato anche dall’immigrazione di contadini con poca terra dai governatorati * Il distretto di Novouzensk, da noi scelto come esempio illustrativo, mostra la particolare « vitalità deW'obstcina » (secondo la terminologia del signor V. V. e C.); dalla piccola tabella del Compendio (p. 26) vediamo che in questo distretto il 60 % delle obstcìne hanno ripartito la terra, mentre negli altri distretti questo è stato fatto solo dall 1 11-23 % (complessivamente in tutto il governatorato dal 13,8 % delle obstcìne). 72 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA occidentali, e, legata a questo, la comparsa nel campo della pro- duzione agricola di commercianti speculatori di terra a scopo di lucro hanno reso di anno in anno sempre più complesse le forme di locazione delle terre, di cui hanno aumentato il valore, hanno trasformato la terra in una merce che tanto rapidamente e forte- mente ha arricchito alcuni e rovinato molti altri. A mo’ di illu- strazione di quanto sopra, indicheremo le dimensioni degli arativi di alcune aziende mercantili e contadine del mezzogiorno, nelle quali non sono rari* gli arativi di 3-6.000 desiatine, mentre alcune, prendendo in affitto alcune decine di migliaia di desiatine di terra del demanio, seminano sino a 8-10-15.000 desiatine di terre dema- niali. « L'esistenza e il recente sviluppo del proletariato agricolo (rurale) nel governatorato di Samara sono dovuti in misura note- vole alla crescente produzione di grano destinato alla vendita, al- TaUmento dei canoni di affitto, al dissodamento delle terre incolte e dei pascoli, al disboscamento e ad altri analoghi fenomeni. In tutto il governatorato si calcola che ci siano complessivamente 21.624 famiglie senza terra, mentre le famiglie che possiedono un proprio nudici ma non hanno un’azienda sono 33.772, e quelle senza cavalli e con un solo cavallo sono in tutto 110.604, cioè complessi- vamente 600.000 unità, calcolando poco più di cinque membri per famiglia. Ci azzardiamo a considerare anche questi come proletari, sebbene giuridicamente posseggano questa o quella quota dellap- pezzamento di terra della obstcina; praticamente sono giornalieri, aratori, pastori, mietitori e lavoratori analoghi occupati nelle grandi aziende e che coltivano mezza desiatina o una desiatina della terra del loro nudici per poter sostentare la famiglia che rimane a casa » (pp- 57*58)- Gli studiosi considerano dunque come facenti parte del prole- tariato non solo i contadini senza cavalli, ma anche i contadini con un cavallo. Notiamo questa conclusione importante, che con- corda in pieno con la conclusione del signor Postnikov (e con i dati delle tabelle per gruppi) e indica la reale importanza econo- mico-sociale del gruppo inferiore dei contadini. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 73 III Idatt della statistica degli zemstvo per il governatorato di Sarato v Passiamo ora alla fascia centrale delle terre nere, al governa- torato di Saratov, Prendiamo il distretto di Kamyscin, Punico per il quale sia stato effettuato un raggruppamento abbastanza completo dei contadini in base al bestiame da lavoro *. Ecco i dati per tutto il distretto (40.157 famiglie, 263.135 unità, 435.945 desiatine di seminativo, ossia 10,8 desiatine per famiglia « media »): Gruppi di rapifaroiglia | Percentuale superficie media del seminativo (in des.) Percentuale fh |c* A u u il *1 fi 8 f ò?" dei fuochi della po- pola- zione m. e f. di tutto il seminativo dei fuochi senza semi- nativo senza bestiame da lavoro 26,4, 17,6 1.1 2,8 i 72,3 0,6 2,9 1 >46,7 ! 12,3 ) 11,8 con 1 capo dì best. da lav. 20,3) 15,9 5,0 9.5) 13,1 2,3 8,9J » 2 rapì » » » » 14,6V 13,8 8,8 11,8 1 4,9 4,1 n.ij » 3 a » » a » 9,3 >32,2 10,3 12,1 10,5^34,4 1,5 5,7 9,8 j 32,1 » 4 » » » a 1 » 8,3/ *0,4 15,8 12,l) 0,6 7,4 11,2) » 5 e più » » a 21,1 21,1 32,0 27,6 53,3 53,3 0,2 14,6 56,1 56,1 In tempietto 100 100 10,8 100 22,7 5,2 100 Così qui vediamo nuovamente la concentrazione dei semina- tivi nelle mani dei contadini che coltivano grandi superfici : i con- * Per altri quattro distretti del governatorato il raggruppamento in base al bestiame da lavoro unisce i contadini medi c agiati. Cfr. Compendio di dati statìstici per il governatorato di Saratov, parte I. Saratov, 1888. B. Prospetti com- parativi del governatorato di Saratov per categorie di contadini. Gli statistici di Saratov hanno impostato i prospetti comparativi nel modo seguente: tutti i capi- famiglia sono stati divisi in 6 categorie in base alla terra del nadìel\ ciascuna cate- goria c stata poi suddivisa in 6 gruppi in base al bestiame da lavoro, e ciascun gruppo in 4 sottogruppi in base al numero dei lavoratori maschi. I totali sono rica- vati solo per categorie , sicché per ì gruppi il calcolo deve essere fatto dal lettore. Parleremo in seguito del valore di questo prospetto. - 574 74 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA tadini agiati, che costituiscono solo un quinto delle famiglie (e circa un terzo della popolazione) *, detengono oltre la metà di tutto il seminativo (53,3 %); inoltre [‘estensione del seminativo indica chiaramente il carattere mercantile dell’azienda : 27,6 desia- tine, in media, per famiglia. I contadini agiati posseggono anche una notevole quantità di bestiame per famiglia : 14,6 capi (raggua- gliando il bestiame minuto a quello grosso, cioè calcolando io capi di bestiame minuto eguali a un capo di bestiame grosso) e quasi tre quinti (56 %) di tutto il bestiame dei contadini del distretto è con- centrato nelle mani della borghesia contadina. Al polo opposto della campagna vediamo il fenomeno opposto: la completa disereda- zione del gruppo inferiore, il proletariato rurale, che nel nostro esempio costituisce poco meno della metà delle famiglie (circa un terzo della popolazione), e riceve tuttavia solo un ottavo della quota globale del seminativo e ancora meno (Tn,8 %) del be- stiame complessivo. Si tratta ormai prevalentemente di salariati fissi, giornalieri e operai industriali dotati di nadieL Accanto alla concentrazione dei seminativi e all’intensificarsi del carattere mercantile deiragricoltura avviene la trasformazione di quest’ultima in agricoltura capitalistica. Vediamo il fenomeno già noto: vendita della forza-lavoro nei gruppi inferiori e acqui- sto di essa in quelli superiori. Cmppi di capifamiglia Aziende con operai •alariaii maschi % Aziende in cui ai esercita un'industria % HDza bestiame da lavoro lil 90,9 con 1 capo di bestiame da lav. 0,9 70,8 9 2 capi » » » » 2,9 61,5 » 3 » » » » » 7,1 55:0 » 4 a » » » » 10,0 58,6 » Se pià » » » » 26,3 46.7 In compiei** 8,0 1 67,2 * Osserviamo che, raggruppando le famiglie in base aU’agiateaza 0 alle di- mensioni deU’ azienda, otteniamo sempre un maggior numero di componenti, nelle LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 75 Qui è necessario un chiarimento importante. Già Skvortsov, in uno dei suoi articoli, aveva rilevato del tutto giustamente che la statistica degli zemstvo attribuisce un significato eccessivamente « ampio » al termine « industria » (oppure « occupazioni ausi- liarie »). Infatti tra le « industrie » si fa rientrare qualsiasi atti- vità dei contadini fuori del nadiel\ fabbricanti e operai, proprie- tari di mulini, di piantagioni di cocomeri e meloni, giornalieri, salariati fissi; skupstcikj, commercianti e manovali; commercianti di legname e tagliaboschi; appaltatori e operai edili; rappresen- tanti delle libere professioni, impiegati e mendicanti ecc,, tutti costoro sarebbero degli «industriali»! L’abuso di questo termine è una sopravvivenza della concezione tradizionale — siamo per- sino in diritto di dire ufficiale — secondo cui il « nadiel » è la « vera », « naturale » occupazione del contadino e tutte le altre occupazioni rientrano indifferentemente nelle industrie « col- laterali ». Con la servitù della gleba questo impiego del ter- mine aveva una ragion d’essere, ma oggi è uno stridente ana- cronismo. Una simile terminologia si conserva qui da noi in parte anche perchè è in perfetta armonia con la finzione dei contadini « medi » ed esclude direttamente la possibilità di studiare la disgre- gazione della popolazione contadina (particolarmente nelle località in cui le occupazioni « collaterali » dei contadini sono numerose e varie. Ricordiamo che il distretto di Kamyscin è un centro del- Pindustria delPindiana). L’elaborazione * dei dati per fuoco sul- l’azienda contadina sarà insoddisfacente finché le « industrie » dei contadini non verranno suddivise secondo il loro tipo eco- nomico, finché fra gli « industriali » non si distingueranno i famiglie degli strati agiati dei contadini. Questo fenomeno, che indica il nesso esi- stente tra borghesia contadina e famiglie numerose, che ricevono un maggior numero di nadiel , in parte testimonia anche, al contrario, una minore tendenza alle ripar- tizioni fra i contadini agiati. Non si deve tuttavia esagerare l’importanza delle famiglie numerose fra i contadini agiati, i quali, come risulta dai nostri dati, ricorrono per la massima parte all’assunzione di operai. La « cooperazionc fami- liare », della quale amano dissertare i nostri populisti, è, in questo modo, la base della cooperazionc capitalistica. • Diciamo « elaborazione » perchè nei censimenti per fuoco vengono raccolti dati molto circostanziati e particolareggiati sulle industrie dei contadini. 6 * 76 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA padroni dagli operai salariati. Se non si distinguono almeno que- sti due tipi economici, le statistiche economiche non possono consi- derarsi soddisfacenti. Naturalmente sarebbe desiderabile un rag- gruppamento più particolareggiato, per esempio: padroni con operai salariati — padroni senza operai salariati — commercianti, s\upstciì(i> negozianti nel senso di industriali, ecc. — retneslennify, che lavorano per il consumatore, ecc. Tornando alla nostra tabella, osserviamo che avevamo tuttavia in certo qual modo il diritto di includere le « industrie » nella rubrica della vendita di forza-lavoro, poiché sono gli operai sala- riati che predominano di solito fra gli u industriali » contadini. Se fosse possibile distinguere tra questi ultimi quelli che sono soltanto operai salariati, otterremmo certamente una percentuale incomparabilmente minore di « industriali » nei gruppi supe- riori. Quanto ai dati sugli operai salariati, qui dobbiamo rilevare la completa erroneità deiropinione del signor Kharizomenov, secondo cui «l’assunzione a breve termine [di operai] per la mietitura, la falciatura e il lavoro a giornata, costituendo un fenomeno troppo diffuso, non può servire come criterio per stabilire la forza o la debolezza di un’azienda » ( Introduzione al Compendio , p. 46). Sia le considerazioni teoriche e l’esempio dell’Europa occidentale che i dati sulla Russia (li vedremo in seguito) inducono viceversa a vedere nell’assunzione di operai a giornata un criterio che defi- nisce molto bene la borghesia rurale. A proposito dell’affitto, infine, i dati mostrano anche qui lo stesso fatto, e cioè il predominio della borghesia contadina. No- teremo che nei prospetti comparativi degli statistici di Saratov non è indicato il numero degli agricoltori che prendono e danno terra in affitto, ma solo la quantità di terra presa e data in affitto*; do- vremo perciò determinare l’entità della terra data e presa in affitto per famiglia presente e non per famiglia affittuaria. • Nel distretto vengono complessivamente date in affitto 61.639 desiatine di arativo, ossia circa un sesto di tutto l’arativo dei naàtcl (377.305 desiatine). LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 77 Desiatine per famiglia dotata di nadie 1 %, rispetto al totale della terra Terra in godimento (terra dei smhI tei ] t err a Gruppi di capifamiglia ara- tivo del nadiel terra preaa in affitto terra data in affitto del nadiel presa in affitto data in affitto preaa in af- fitto — terra data in affitto) % senza bestiame da lavoro 5,4 0,3 3,0 16 1.7 52,6 5,5 con 1 capo di best. da lav. 6,5 1.6 1,3 14 6,0 17,6 10,3 » 2 capi a a » » 6,5 3,5 0,9 13 ) M ) 4,4 ) 12,3 a 3 a a a » » 10,1 5,6 0,6 10 j 34 9,5 ì30,l 4,8 | 17,3 10,4 34,6 a 4 a a a a a 12.5 7,4 0,7 11 ) 11.1 1 4.1 ) 11.9 a 5 e più a a a » 16,1 16,6 0,9 36 62.2 12,3 49,6 in eompleeto 9,3 5,4 1.5 100 100 100 100 In questo modo vediamo anche qui che quanto più i contadini sono agiati tanto maggiore è la quantità di terra che prendono in affitto, nonostante che posseggano molta terra dei nadiel. Anche qui vediamo che i contadini agiati soppiantano quelli medi, che Timportanza della terra dei nadiel nell’azienda contadina tende a diminuire in entrambi i poli opposti della campagna. Soffermiamoci più particolareggiatamente su questi dati rela- tivi alla terra affittata. Ad essi sono collegate indagini e conside- razioni molto interessanti e importanti del signor Karyscev ( Risul- tati cìt .) e relative « rettifiche » del signor N.-on. Il signor Karyscev ha dedicato un apposito capitolo (il terzo) alla « dipendenza dell’affitto dall’agiatezza degli affittuari ». La conclusione generale alla quale egli è giunto è che, « posto che siano eguali le altre condizioni , la lotta per la terra affittabile volge a favore dei più agiati )> (p. 156). « Le famiglie relativamente più agiate... respingono in secondo piano il gruppo delle famiglie meno agiate » (p. 154). Vediamo quindi che la conclusione che si ricava daHesame generale dei dati della statistica degli zemstvo è la stessa alla quale conducono anche i dati da noi studiati. Inoltre lo studio della dipendenza delle dimensioni della terra affittata dalle dimensioni del nadiel ha condotto il signor Karyscev alla con- 7 » LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA clusionc che il raggruppamento in base al nudici 3 % > con 1 capo — 2 5ó % ; con 2 — 20 % ; con 3 — 10,8 %, e con 4 e più — 18,4 %, mentre nel distretto di Kamyscin, come abbiamo visto, il gruppo agiato è più numeroso, ma per contro quello non benestante è un po’ minore. Inoltre, se uniamo i conta •In russo « dopusteeme » } parola che, significando tanto «ammissione» che « supposizione », « ipotesi », consente a Lenin un giuoco di parole intraducibile (N. d. R.). LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 83 dini medi e quelli agiati, se cioè prendiamo le famiglie con 2 e più capi di bestiame da lavoro, otterremo per i diversi distretti i dati seguenti : Ad ogni famiglia che possiede 2 e più capi di bestiame da lavoro toccano Nel distretto di Kamyscin Nel distretto di Volsk Nel distretto di Kuznetsk Nel distretto di Balasdov Nel distretto di Serdobsk capi di bestiame da lavoro . . 3,8 2.6 2.6 3,9 2.6 » d » in complesso . 9,5 5,3 5,7 7.1 5.1 terra dei radisi (dea.) 12.4 7.9 8,0 9.0 8,0 » presa in affitto (dee.) , . 9.5 6,5 4,0 7,0 5,7 seminativo (des.) 17,0 11,7 9.0 13,0 11.0 Ossia nel distretto di Kamyscin i contadini benestanti sono più ricchi. Questo distretto appartiene a quelli che dispongono di mag- giori estensioni di terra: 7,1 desiatine di terra del nadiel per ogni contadino maschio iscritto nelle liste di revisione 39 rispetto alla media di 5,4 desiatine valevole per il governatorato. Per conse- guenza, l’abbondanza di terra della « popolazione contadina » si- gnifica solo una maggior consistenza numerica e una maggior ric- chezza della borghesia contadina. Nel terminare così la rassegna dei dati relativi al governatorato di Saratov, riteniamo necessario soffermarci sulla questione del raggruppamento delle famiglie contadine. Come il lettore probabil- mente avrà già osservato, noi respingiamo a limine il raggruppa- mento in base al nadiel e ci serviamo esclusivamente del raggrup- pamento in base alla condizione economica (in base al bestiame da lavoro, al seminativo). È necessario spiegare il perchè di questo metodo. Il raggruppamento in base al nadiel è incomparabilmente più diffuso nella nostra statistica degli zemstvo , e per difenderlo si portano di solito i due argomenti seguenti, a prima vista molto 8 4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA persuasivi*. Si dice, in primo luogo, che per studiare la vita dei contadini agricoltori sarebbe naturale e necessario il raggruppa- mento in base alla terra. Questo argomento ignora una particolarità sostanziale della vita russa, e precisamente il carattere non libero del possesso fondiario fondato sui nadiel , che, a norma di legge, ha carattere egualitario e la cui mobilizzazione viene ostacolata al- Testremo. Il processo di disgregazione della popolazione conta- dina coltivatrice consiste appunto interamente nel fatto che la vita elude questi limiti giuridici. Servendoci del raggruppa- mento in base al nadiel , sommiamo il contadino povero, che dà in affitto la terra, con il ricco, che la prende in affitto o lacquista; il povero, che abbandona la terra, e il ricco, che « accumula » terra; il povero, che conduce la peggiore azienda con una quan- tità infima di bestiame, e il ricco, che ha molto bestiame, concima la terra, introduce miglioramenti, ecc. ecc. Sommiamo, in altri termini, il proletariato rurale con i rappresentanti della borghesia rurale. Le « medie » ottenute con questa somma occultano la di- sgregazione e sono quindi puramente fittizie**. I prospetti com- parativi degli statistici di Sarato v da noi descritti sopra danno la possibilità di mostrare con chiarezza come non sia possibile servirci del raggruppamento in base al nadiel. Prendiamo, per esempio, la categoria dei contadini senza nadiel del distretto di Kamyscin (cfr. • Cfr., per esempio, le introduzioni al Compendio per il governatorato di Saratov, al Compendio per il governatorato di Samara, alla Raccolta dei dati di valutazione per quattro distretti del governatorato di Voroniez e altre pubblica- zioni statistiche degli zemstvo. •* Approfittiamo della rara occasione per rilevare la nostra solidarietà con l’opinione del signor V. V., che nei suoi articoli pubblicati in riviste nel 1885 e negli anni successivi salutava il « nuovo tipo di pubblicazioni statistiche degli zemstvo », e precisamente i prospetti comparativi, che permettono di raggruppare i dati per fuoco in base non solo al nadiel , ma anche alla condizione economica. « È necessario — scriveva allora il signor V. V. — riferire i dati numerici non a un conglomerato di gruppi economici di contadini estremamente eterogenei, come il villaggio o f'obstcina, ma a questi stessi gruppi ». (V. V., Vn nuovo tipo dì pubblicazione statistica locale , in Severny Viestnif^, 1885, n. 3, pp. 189 e 190, citato nell ’ Introduzione al Compendio per il governatorato di Saratov, p. 36). Di- sgraziatamente il signor V. V. non ha cercato in nessuno dei suoi lavori più recenti di esaminare i dati sui diversi gruppi di contadini e ha persino taciuto, come abbiamo visto, la documentazione contenuta nel libro del signor V. Postnikov, che forse è stato il primo a cercare di elaborare i dati sui diversi gruppi di conta- dini, e ciò non su « conglomerati di gruppi estremamente eterogenei ». Come mai? LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 85 Compendio, p. 450 e sgg., Raccolta per il distretto di Kamysein , voi, XI, p. 174 e sgg.). L’autore del Compendio , descrivendo questa categoria, definisce « molto insignificante » il suo seminativo {In- troduzione, p, 45), cioè la classifica fra i contadini poveri. Pren- diamo le tabelle. Il seminativo « medio » di questa categoria è di 2,9 desiatine per fuoco. Guardate però come si è giunti a questa « media » : sono stati sommati i contadini che seminano una super- ficie molto estesa (18 desiatine per fuoco nel gruppo con 5 e più capi di bestiame da lavoro; in tutta la categoria i fuochi di questo gruppo costituiscono circa un ottavo, ma hanno quasi la metà di tutto il seminativo della categoria) con i contadini poveri, senza cavalli, che hanno 0,2 desiatine di seminativo per fuoco! Prendete le famiglie che assumono salariati. Complessivamente nella cate- goria esse sono molto poche: sono 77, cioè il 2,5%. Ma 60 di queste 77 famiglie sono nel gruppo superiore, che semina 18 desia- tine per fuoco, e dove le famiglie che assumono salariati costitui- scono già il 24,5 %. È chiaro che occultiamo la disgregazione della popolazione contadina, e presentiamo i contadini non ab- bienti in una luce migliore rispetto a quello che essi non siano in realtà (aggiungendo loro i ricchi e calcolando le medie), mentre, viceversa, rappresentiamo i contadini agiati come meno forti, giac- ché nella categoria dei contadini che hanno molta terra dei nadiel insieme ad una maggioranza costituita di agiati entrano anche i non agiati (si sa che anche nelle obsteine con molta terra dei nadiel ci sono sempre dei non agiati). Per noi è chiara ora l’er- roneità anche del secondo argomento in sostegno del raggruppa- mento in base al nadiel . Si dice che seguendo questo raggrup- pamento otteniamo sempre un regolare incremento dei fattori che caratterizzano l’agiatezza (quantità del bestiame, del semi- nativo, tee.) con l’aumento delle dimensioni del nadiel . È un fatto incontestabile, poiché la terra dei nadiel è uno dei fattori più im- portanti dell’agiatezza. Perciò fra i contadini che hanno molta terra dei nadiel si trova sempre un maggior numero di rappre- sentanti della borghesia contadina, per cui anche le cifre « medie » per nadiel aumentano per trutta la categoria. Da tutto questo però non si può ancora dedurre in nessun modo la giustezza del me- todo che mette insieme la borghesia rurale e il proletariato rurale. 86 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Concludiamo ; quando si elaborano i dati per fuoco sulla popo- lazione contadina non ci si deve limitare al raggruppamento in base al nadiel. La statistica economica deve necessariamente pro- cedere al raggruppamento basandosi sulle dimensioni e sui tipi di azienda . Per distinguere questi tipi si deve seguire il criterio di tener conto delle condizioni locali e delle forme di agricoltura; se nell’azienda cerealicola estensiva ci si può limitare al raggruppa- mento in base al seminativo (o al bestiame da lavoro), in altre condi- zioni è necessario tener conto del seminativo a piante industriali, della lavorazione industriale dei prodotti agricoli, del seminativo a radici commestibili, o a colture foraggiere, della produzione del latte, deirorticoltura, ecc. Quando i contadini uniscono su vasta scala le occupazioni agricole e quelle industriali, occorre combinare i due sistemi indicati di raggruppamento, cioè il raggruppamento in base alle dimensioni e ai tipi di agricoltura e quello in base alla superficie e ai tipi delle « industrie ». La questione dei metodi di raggruppamento dei dati statistici per fuoco sull’azienda contadina non è affatto strettamente specifica e secondaria come si potrebbe pensare a prima vista. Al contrario, non sarà affatto esagerato dire che attualmente questo è il problema fondamentale della sta- tistica degli zemstvo . La completezza dei dati per fuoco e la tec- nica seguita nella loro raccolta * hanno raggiunto un alto grado di perfezione, ma siccome il raggruppamento non è soddisfacente, una gran quantità di dati preziosissimi va senz’altro perduta e lo studioso ha a sua disposizione solo le cifre « medie » (per obstcina , volost, categoria di contadini, in base allestensione del nadiel , ecc.). E queste « medie », come abbiamo già visto e vedremo più sotto, sono spesso del tutto fittizie. • Sulla tecnica dei censimenti degli zemstvo vedi, oltre alle pubblicazioni sopra indicate, l’articolo del signor Fortunatov nel primo volume dei Risultati della statistica degli zemstvo. Facsimili di schede per fuoco sono stati pubblicati nell’ Introduzione al Compendio per il governatorato di Samara e al Compendio per il governatorato di S arato v, nella Raccolta di dati statistici per il governatorato di Oriol (voi. II, distretto di Ielets), nei Materiali statistici per il distretto di Krasnoufims\, governatorato di Perm t fase. IV. La scheda di Perm si distingue per essere particolarmente completa. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 87 IV 1 dati della statistica degli zemstvo per il governatorato di Perm Passiamo ora ad esaminare i dati della statistica degli zemstvo di un governatorato che si trova in condizioni del tutto particolari, il governatorato di Perm. Prendiamo il distretto di Krasnoufimsk, per il quale abbiamo il raggruppamento dei fuochi in base alle dimensioni dell azienda agricola * Ecco i dati generali sulla parte agricola del distretto (23.574 fuochi: 129.439 unità). Gruppi di capifamigLia Percentuale Seminativo per fuoco Bestiame per fuoco dei fuochi della Po- pola- zione m. e f. in deiiat. % di tutto il seminativo da lavoro in com> plesso, rag- gua- gliato al be- stiame grosso in % rispetto a tutto il bestiame che non coli, terra . . 10,2 6.5 — ) 0,3 0,9 1.7 J 1 8,9 15,4 » coli, fino a 5 dea. . 30,3 24,8 1,7 8,9 1 1.2 2,3 13,7 ) » • 5-10 » . 27.0 , 26,7 4,7 22,4 2,1 4,7 24,5 » » 10-20 » . 22,4 27,3 9,0 35,1 3,5 7,8 33,8 » » 20-50 » . 9,4 13,5 17,8 28.9) 6,1 12,8 23,21 ►60,1 33,6 |68,7 26,3 » » oltre 50 » 0,7 1,2 37,3 4,7 J 11,2 12,4 3,l) In compirai» . 100 100 5,8 100 2,4 5,2 100 Anche qui, dunque, nonostante le dimensioni notevolmente minori del seminativo, vediamo gli stessi rapporti fra i gruppi, • Materiali statistici per il distretto di Krasnoufims\, governatorato di Perm , fase. III. Tabelle, Kazan, 1894. Perchè servano di confronto riporteremo anche i dati più importanti relativi al distretto di Iekaterinburg, per il quale è stato effettuato il medesimo raggruppamento. Raccolta di dati statistici per il distretto di Iekaterinburg, governatorato di Perm. Edizione dello zemstvo distrettuale di Iekaterinburg, Iekaterinburg, 1891. LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA la stessa concentrazione del seminativo e del bestiame nelle mani di un gruppo esiguo di contadini agiati. Il rapporto fra il possesso fondiario e la terra che l’azienda ha effettivamente in godimento economico appare anche qui identico a quello esistente nei gover- natorati che già conosciamo *. Gruppi di capifaimgiia Percentuale dei fuochi della po- polazione ni. e f. dei nadiel della terra presa in affitto della terra data in affitto della ten-a in godi- mento, in complesso che non coltivano terra 10,2 6,5 5,7 0,7 21,0 1,6 che colt. fino a 5 dea. 30,3 24,8 22,6 6,3 46,0 10,7 » » » 5-10 » 27,0 26,7 26,0 15,9 19,5 19,8 » » » 10-20 » 22,4 27,3 28,3 1 33,7 10,3 32,8 » » 1 » 20-50 » 9,4 13,5 15,5 36,4 2,9 29,8 » » oltre 50 » 0.7 1,2 L9 7,0 0,3 5,3 In complesso 100 100 100 100 100 100 Stesso accaparramento della terra affittata nelle mani dei con- tadini agiati più provvisti di terra; stesso passaggio della terra dei nadiel (mediante cessione in affitto) dai contadini non agiati a quelli agiati, stessa diminuzione dell importanza della terra dei nadiel , che si svolge in due diverse direzioni, in entrambi i poli opposti della campagna. Affinchè il lettore possa scorgere più con- cretamente questi processi riportiamo i dati subaffitto in forma più particolareggiata: * La terra dei nadiel posseduta complessivamente da questi contadini (di tutti i gruppi) abbraccia 410.428 desiatine, cioè, « in media », 17,5 desiatine per fuoco. Poi i contadini prendono in affitto 53.882 desiatine di arativo c 597.180 desiatine di prati, ossia, complessivamente, 651.062 desiatine (le famiglie che prendono in affitto arativo sono 8903 c quelle che prendono in affitto prati sono 9167) e danno in affitto terra dei nadiel nella misura di 50.548 desiatine di arativo (8553 contadini proprietari) c 7186 desiatine di prati (2180 contadini proprietari), com- plessivamente 57.734 desiatine. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 89 Gruppi di capifamiglia Per fuoco spettano % dei fuochi che prendo- Ino in affitto arativo Arativo per fuoco affittuario | (“ <*«■) % dei fuochi che pren- dono in affitto prati Prato per fuoco affittuario (in dea.) unità m. e f. terra dei nudici (ìn dea.) che non coltivano terra 3,51 9.8 0,0 0,7 7,0 27,8 che coll, fino a 5 de». 4,49 12,9 19,7 1,0 17,7 31,2 » » 5-10 » 5,44 17,4 34,2 1,8 40,2 39,0 » » 10-20 a 6,67 21,8 61,1 4.4 61,4 63.0 » » 20-50 » 7,86 28,8 87,3 14,2 79,8 118,2 » » oltre 50 » 9,25 44,6 93,2 40,2 86,6 ! 1 261,0 in complesso 5,49 17.4 37,7 6,0 38,9 65,0 Nei gruppi superiori di contadini (che accentrano, come sap- piamo, la maggior parte deiraffitto) raffitto ha dunque un evi- dente carattere industriale, imprenditore, nonostante Topinione uni- versalmente diffusa degli economisti populisti. Passiamo ai dati sul lavoro salariato, particolarmente preziosi per questo distretto, data la loro completezza (infatti vi sono ag- giunti i dati sull’assunzione di giornalieri): Gruppi di aziende Numero dei lavoratori maschi per fuoco Numero delle aziende che uiumono operai % delle aziende che assumono operai ì per la falciatura per la mietitura per la trebbiatura "m a .9 SD a 5 2 ’S .2 M CI a. a 3 O e L. s 3 ts la X 0 L, C. Cm che non coltrano 0,6 4 16 — — 0,15 0,6 - ■ che coltivano fino a 5 dee. 51 364 340 655 0,7 5,1 4,7 D » » 5-10 » 1,2 268 910 1.385 1.414 4.2 14,3 20,1 22,3 » » 10-20 » l.S 940 1.440 2.325 1.371 17,7 27,2 43,9 25,9 » » 20-50 » 1,7 1.107 1.043 1.542 746 50,0 47,9 69,6 1 33,7 » » oltre 50 » 2,0 143 111 150 77 83,1 64,5 87,2 44,7 In complesso 1,2 2.513 3.884 5.742 4.263 10,6 16,4 24,3 18,8 7 - 574 90 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Vediamo qui chiaramente smentita l’opinione degli statistici di Saratov secondo cui l’assunzione di giornalieri non sarebbe un tratto caratteristico della forza o della debolezza dell’azienda. Al contrario, questo è un tratto altamente caratteristico della borghesia contadina. Per tutti i tipi di assunzione a giornata osserviamo che la percentuale dei contadini proprietari che assumono mano d’opera cresce con l’accrescersi dell’agiatezza, nonostante che i contadini più agiati dispongano di un numero maggiore di lavoratori membri della famiglia. Anche qui la cooperazione familiare è la base della cooperazione capitalistica. Vediamo, inoltre, che il numero delle aziende che assumono giornalieri supera di due volte e mezzo (media del distretto) il numero delle aziende che assumono operai stagionali: consideriamo, per questo calcolo, l’assunzione di gior- nalieri per la mietitura; purtroppo gli statistici non ci hanno dato il numero globale delle aziende che assumono giornalieri, benché questi dati esistessero. Nei tre gruppi superiori 2190 famiglie su 7679 assumono salariati fissi, mentre 4017, cioè la maggioranza dei contadini del gruppo agiato, assumono giornalieri per la mie- titura. S’intende che l’assunzione di giornalieri non è affatto una particolarità del governatorato di Perm, e se, come abbiamo visto sopra, nei gruppi di contadini agiati assumono salariati dai due ai sei e ai nove decimi del numero complessivo dei coltivatori di que- sti gruppi, la conclusione immedita che ne scaturisce è la seguente. La maggior parte delle famiglie dei contadini agiati impiega in una forma o nell’altra lavoro salariato. Condizione necessaria per V esi- stenza dei contadini agiati è il costituirsi di un contingente di sala- riati fissi e di giornalieri . Infine, è straordinariamente interessante osservare che. il rapporto fra il numero delle aziende che assumono giornalieri e il numero delle aziende che assumono salariati fissi di' minuisce andando dai gruppi inferiori a quelli superiori. Nei gruppi inferiori il numero delle aziende che assumono giornalieri supera sempre, e in misura molto notevole, il numero delle aziende che assumono salariati fissi. Viceversa, nei gruppi superiori il numero delle aziende che assumono salariati fissi risulta talvolta persino superiore al numero delle aziende che assumono giornalieri. Que- sto fatto indica con chiarezza che nei gruppi superiori di contadini vanno costituendosi vere e proprie aziende con operai salariati, LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 9 1 basate suirimpiego permanente del lavoro salariato; il lavoro sala- riato viene distribuito in modo più uniforme nelle varie stagioni e si ha la possibilità di fare a meno deirassunzione di giornalieri, più costosa e più fastidiosa. Riportiamo in proposito i dati sul la- voro salariato per il distretto di Ielabuga, governatorato di Viatka (qui i contadini agiati sono stati uniti a quelli medi). Gruppi di capifamiglia Famiglie Unità m. e f. % Salariati Be- stia- me com- ples- sivo % Ara- tivo dei na- ti iel % % delle famiglie a termine giornalieri che pren- dono terra in af- fitto che dan- no terra in af- fitto numero % numero % numero % senza cavalli . - 4.250 12,7 0,3 56 3,2 16.031 10,6 1.4 5,5 7,9 42,3 con 1 cavallo . 12.051 38,2 33,3 218 12,4 28.015 10,6 24,5 27,6 23,7 21,8 oon molti cavalli 16.404 49,1 58,4 1.461 84,4 106.310 70,8 74,1 66,9 35,3 9,1 In complesso 33.593 100 100 1.755 100 150.364 100 100 100 27,4 18,1 Ammettendo che ogni giornaliero lavori un mese (28 giorni), ri- sulterà che il numero dei giornalieri ascende al triplo del numero dei lavoratori stagionali. Notiamo di sfuggita che anche nel governato- rato di Viatka troviamo fra i gruppi, sia per Tassunzione degli ope- rai sia per la terra presa e data in affitto, dei rapporti a noi già noti. Sono molto interessanti i dati per fuoco sulla concimazione della terra riportati dagli statistici di Perm. Ecco i risultati dcHelabo- razione di questi dati : Gruppi di capifamiglia Aziende che in generale concimano con letame % Carri di letame per azienda (che concima) che coltivano fino a 5 des. . . 33,9 BÓ » » 5-10 » . . 66,2 116 » » 10-20 » . . 70,3 197 » > 20-50 » . . 76,9 358 a » oltre 50 » 84,3 732 7n complesso V 51,7 176 92 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA In tal modo vediamo anche qui una profonda differenza nel sistema e nel modo di conduzione dell’azienda fra i contadini po- veri e i contadini agiati. E questa differenza deve riscontrarsi do- vunque, giacche è un fenomeno generale che i contadini agiati accentrino nelle proprie mani la maggior parte del bestiame dei con- tadini ed abbiano maggiori possibilità di impiegare il loro lavoro per migliorare l’azienda. Perciò, se sappiamo, per esempio, che dopo la riforma la « popolazione contadina » ha nello stesso tempo creato un contingente di famiglie senza cavalli e senza bestiame ed « elevato il livello agrotecnico », passando alla concimazione della terra (descritta particolareggiatamente dal signor V. V. nelle sue Tendenze progressive nell economia contadina , pp. 123-160 e sgg.), questo ci prova con assoluta chiarezza che le « tendenze pro- gressive » indicano molto semplicemente il progresso della bor- ghesia rurale. Ciò si manifesta ancora più chiaramente nella ripar- tizione degli attrezzi agricoli perfezionati, sulla quale esistono dati anche nella statistica di Perm. Tali dati, però, non sono stati raccolti per tutta la parte agricola del distretto, ma solo per il terzo, quarto e quinto mandamento, che comprendono 15.076 delle 23.574 famiglie del distretto. Di attrezzi perfezionati sono stati registrati i seguenti: 1049 ventilatori, 225 svecciatoi e 354 trebbia- trici, complessivamente 1628, La ripartizione fra i gruppi è la seguente : Gruppi di capitimi iglia j Attrezzi perfezionali per 100 aziende Attrezzi perfezionati in totale % degli attrezzi perfezionati che non coltivano terra . . 0.1 2 0.1 che coltivano fino a S desini. 0.2 10 0,6 » » 5-10 » 1,8 60 3,7 » » 10.20 a 9,2 299 18,4 » » 20-50 » SO, 4 948 58,3 j 77,2 » » oltre 50 » 180,2 309 18,9 1 In complesso Il >«.« 1.628 100 Ecco un altro esempio che illustra lo tesi « populista » del signor V. V., secondo cui « tutti » i contadini si servirebbero di attrezzi perfezionati ! M DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 93 I dati sulle « industrie » ci permettono questa volta di distin- guere due tipi fondamentali; che indicano i) la trasformazione dei contadini in borghesia rurale (possesso di un’impresa commer- ciale e industriale) e 2) trasformazione dei contadini in proleta- riato rurale (vendita di forza-lavoro, cosiddette « industrie agri- cole »). Ecco la distribuzione per gruppi di questi « industriali » di tipo diametralmente opposto*: Gruppi di capifamiglia Imprese commer- ciali e industriali per 100 contadini proprietari Distribuzione per gruppi delle im- prese commerciali e industriali in % del totale % delle aziende con industrie agricole che non coltivano terra . . 0,5 1,7 52,3 ' che coltivano fino e 5 des. 1,4 14,3 26,4 » » 5-10 » 2,4 22,1 5,0 » a 10-20 a 4,3 j 34,3 \ 1,4 » » 20-50 » 7,2 23,1 \ 61,9 l 0,3 a » olire 50 * 1 B,0 4,5 } - In complesso 2,9 100 16,2 Il confronto di questi dati con quelli sulla ripartizione del semi- nativo e sull’assunzione di operai ci mostra ancora una volta che la disgregazione della popolazione contadina crea il mercato in- terno per il capitalismo. Vediamo altresì come venga profondamente alterata la realtà quando i tipi più eterogenei di occupazione vengono messi nello stesso sacco sotto il nome di « industrie » o di « occupazioni ausi- liarie », quando l’« unione dell’agricoltura con le industrie » viene presentata (come fanno, per esempio, i signori V. V. e N.-on) come qualcosa di uniforme, di omogeneo e di estraneo al capi- talismo. • Anche le « industrie agricole » sono state distìnte solo per le tre ultime zone. In complesso le imprese commerciali e industriali sono 692, e precisamente: 152 mulini ad acqua, 16 oleifici, 97 stabilimenti per la distillazione della resina e per la produzione del catrame, 283 « fucine, ccc. » e 164 « botteghe, trattorìe, ecc. ». 94 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Indicheremo, per concludere, l’analogo carattere dei dati relativi al distretto di Iekaterinburg. Se togliamo dalle 59.709 famiglie del distretto quelle senza terra (14.601 famiglie), quelle che possie- dono solo prati (15.679 famiglie) e quelle che lasciano incolto tutto il nadiel (1612 famiglie), avremo per le restanti 27.817 famiglie i dati seguenti: le 20.000 famiglie che non seminano 0 seminano solo piccole estensioni (fino a 5 desiatine) posseggono appena 41.000 desiatine di seminativo' su 124.000, ossia meno di un terzo. Al contrario, le 2859 famiglie agiate (con seminativi superiori a io desiatine) posseggono 49.751 desiatine di seminativo e dispongono di 53.000 desiatine di terra presa in affìtto su un totale di 67.000 desiatine (di cui 47.000 delle 55.000 desiatine di terre contadine prese in affìtto). Li distribuzione dei due tipi opposti di « indu- strie )>, nonché delle famiglie che assumono salariati fissi, risulta, per il distretto di Iekaterinburg, del tutto analoga alla distribuzione di questi indici della disgregazione nel distretto di Krasnoufimsk. V I dati della statistica degli zemstvo per il governatorato di Oriol Per questo governatorato abbiamo a nostra disposizione le due raccolte per i distretti di Ielets e Trubcevsk, che effettuano il raggruppamento delle famiglie contadine in base al numero dei cavalli da lavoro *. * Raccolta dì dati statistici per il governatorato dì Oriol , voi. II, Mosca, 1887: Distretto di ielets , c voi. Ili, Oriol, 1887; Distretto di Trubcevs\ . Ver quest’ultimo distretto i dati non comprendono le obsteine suburbane. Sull 1 £* ffitto prendiamo ì dati generali, unendo l'affitto delle terre dei nadiel e di quelle fuori dei nadiel. Abbiamo calcolato approssimativamente la quantità di terra data in affitto in base al numero delle famiglie che danno in affitto l'intiero nadiel, In base alle cifre ricavate è stata anche determinata la quantità di terra che ciascun gruppo ha in godimento (nadiel + terra acquistata + terra presa in affitto — terra data in affitto). LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 95 Riportiamo i dati complessivi per gruppi unendo assieme que- sti due distretti. Gruppi di eapifamiglia 1 J Percentuale ÌJr* in go- to, in desso II ?s e > 5 V "a. 5 o o a» a a | ©' delle famiglie della popolazione m. e f. della terra dei nadiel * « 3 ? a t V s =3 o -0 delle famiglie che pren- dono terra in affitto d 2 2 A. al fc V ** o II della terra data in affitto ■ ““s o £ V a. tr Jf « * *» i ; A -O o _ _ u "5. “3 ^ U UI& senza cavalli 22,9 15,6 5,5 14,5 3,1 11.2 1.5 85,8 4,0 1,7 0.5 3.8 con 1 cavallo . 33,5 29,4 6,7 28,1 7,2 46,9 1M 10,0 25,8 7,5 2,3 23,7 » 2-3 cavalli 36,4 42,6 9,6 43,8 40,5 77,4 50,4 3,0 49,3 13,3 4,6 51,7 » 4 e più cav. 7,2 12,4 15,2 13,6 49,2 90,2 34,0 1,2 20,9 28,4 9,3 20,8 In compitato 100 100 8,6 ■100 100 52,8 100 100 100 9,8 3,2 100 Donde risulta che i rapporti generali fra i gruppi sono anche qui gli stessi che abbiamo visto prima (concentrazione della terra acquistata e presa in affitto nelle mani dei contadini agiati, pas- saggio nelle loro mani della terra dei contadini poveri, ecc.). Del tutto analoghi sono anche i rapporti fra i gruppi per quanto ri- guardia sia il lavoro salariato e le « industrie » che le « tendenze progressive » nell’azienda : Percentuale Imprese commerciali e industriali per 100 aziende Attrezzi perfezionati (distretto di lelets) Gruppi di eapifamiglia delle aziende con salariati delle famiglie con industrie per 100 aziende in complesso % senza cavalli .... 0,7 0,01 0,1 con 1 cavallo .... 1.1 0,2 3.8 » 2-3 cavalli . . . 2,6 3,5 42,7 9 4 e più cavalli . . 19,4 11,2 36,0 53,4 In compitato 3,5 39,9 2,3 2.2 100 96 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Anche nel governatorato di Oriol vediamo dunque che i con- tadini si dividono in due tipi diametralmente opposti : in pro- letariato rurale, da una parte (abbandono della terra e vendita di forza-lavoro), e borghesia contadina, dall’altra (acquisto di terra, affitto in dimensioni considerevoli, particolarmente affitto di na- diel, miglioramento dell’azienda, assunzione di salariati fissi e di giornalieri, omessi nella tabella, combinazione dell’agricoltura con imprese commerciali e industriali). Qui però la superficie del- l’azienda agricola^ dei contadini è in generale assai minore che nei casi surriferiti; i contadini che seminano superfici molto estese sono incomparabilmente meno numerosi e la disgregazione della popolazione contadina, a giudicare da questi due distretti, appare quindi più debole. Diciamo « appare » per i seguenti motivi : in primo luogo, anche se qui osserviamo che la « popolazione conta- dina » si trasforma in proletariato rurale assai più rapidamente, esprimendo gruppi quasi irrilevanti di borghesi rurali, tuttavia abbiamo già visto anche esempi opposti, quando quest’ultimo polo della campagna diviene particolarmente rilevante. In secondo luogo, qui la disgregazione della popolazione contadina dedita alVagri - coltura (in questo capitolo ci limitiamo appunto ai contadini agricoltori) è offuscata dalle « industrie », le quali raggiungono uno sviluppo particolare (40 % delle famiglie). E fra gli « indu- striali » anche qui rientra, accanto ad una maggioranza costituita di salariati, una minoranza formata di commercianti, sfapsteify, imprenditori, contadini proprietari, ecc. In terzo luogo, qui la di- sgregazione della popolazione contadina è offuscata in seguito alla mancanza di dati sugli aspetti dell’agricoltura locale che più stret- tamente degli altri sono legati al mercato. Lo sviluppo di un’agri- coltura commerciale, mercantile, è rivolto qui non all’espansione del seminativo per la vendita del grano, ma alla produzione della canapa. A questo prodotto è legato il maggior numero di opera- zioni commerciali, mentre i dati delle tabelle contenute nella rac- colta trascurano di porre in evidenza nei vari gruppi proprio questo aspetto dell’agricoltura. « Le canapaie procurano ai contadini il reddito principale » (si tratta di reddito monetario. Raccolta per il distretto di Trubcevs\, p. 5 delle descrizioni dei luoghi e molte LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 97 altre), 1 l CL .2 . ■u « ^0 terra dei nadiel per fuoco (in desiatine) % della terra Terra in go- dimento, in complesso Terra col- tivata in complesso Bestiame in complesso per fuoco dei nadiel acquietata presa in affitto ù 1 .9 S •u per fuoco 5? per fuoco senza cavalli 24.5 4.5 16.3 14,7 2,0 1.5 36,9 4,7 11,2 1,4 8,9 '« con 1 cavallo 40,5 6.1 36.3 7.7 36,1 14,3 19,5 41,9 8,2 32,8 3,4 35,1 j 2,5 » 2-3 cavalli 31,8 8.7 40,9 11,6 42,6 35,9 54,0 19.8 14,4 45,4 5,8 47,0 5,2 » 4 e più a 3.2 13,6 6,5 17,1 6,6 47,8 25,0 1.4 33,2 10,6 1U 9,0 IM In complotto 100 6.8 100 8,6 100 100 100 100 10,1 100 4,0 100 3,2 Anche qui i rapporti fra i gruppi sono analoghi a quelli dei governatorati e distretti precedenti (concentrazione della terra ac- quistata e presa in affitto, passaggio della terra dei nadicl dai con- tadini non agiati che la cedono in affitto a quelli agiati che la prendono in affitto, ecc.), ma Timportanza dei contadini agiati risulta qui incomparabilmente minore. Le dimensioni estrema- mente insignificanti dell’azienda agricola dei contadini pongono naturalmente persino la questione se i contadini del luogo siano da annoverarsi fra gli agricoltori o gli « industriali ». Ecco i dati sulle « industrie », e prima di tutto sulla loro ripartizione fra i gruppi. 100 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Gruppi di caplfamlglia Attrezzi perfezionati % delle aziende ! % delle aziende % del reddito monetaria proveniente: V ! e 1 X 1 • s li che collocano salariati **i t . 1*1 m Pi ,5 V O « 0 X « 9 .5 a 1 0 a •o e 0 > p 0 4 L ‘3 Z U 31 0 Jl 2 a u X 3» a *0 g t Jy H *0 *5 ■- TJ 0 |i 1 ■ * - “ •1 ^ £ -0 0 . itoli cavilli . . . — — 0,2 29.9 1,7 94.4 7,3 70,5 87,1 10,5 —n 1 cavalla . . . 0,06 2.1 1,1 15,8 2,5 89,6 31,2 55,1 70,2 23,5 » 2-3 cavalli . . 1,6 43,7 7,7 11,0 6,4 86,7 52,5 28,7 60,0 35,2 » 4 e più ... . 23,0 54,2 2 B,1 5,3 30,0 71,4 60,0 8,1 46,1 51,5 In compia fio 1,2 | 100 3,8 17,4 6,5 90,5 33,2 48,9 66,0 29,0 La ripartizione degli attrezzi perfezionati e dèi due tipi opposti di « industrie » (vendita della forza-lavoro e attività imprenditrice industriale e commerciale) anche qui è identica a quella che risulta dai dati sopra esaminati. L’altissima percentuale di aziende con « industrie », la prevalenza delle aziende che hanno acquistato grano rispetto a quelle che ne hanno venduto, la preponderanza del reddito monetario proveniente dalle « industrie » rispetto al reddito monetario proveniente dall’agricoltura*, tutto questo in- duce a considerare questo distretto piuttosto « industriale » che agricolo. Ma vediamo di quali industrie si tratta. Nella Raccolta di dati di valutazione sul possesso fondiario contadino nei distretti di Zemlians\, Zadons\, Korotoia\ e Niznedevìts\ (Voroniez, 1889) viene riportato un elenco di tutte le professioni (222 comples- sivamente) degli « industriali », tanto di quelli impiegati sul luogo che di quelli fuori sede, ripartite in gruppi in base al nadiel e con l’indicazione del guadagno in ognuna di esse. Da questo elenco ri- sulta che la stragrande maggioranza delle « industrie » contadine è costituita dal lavoro a salario. Su 24.134 « industriali » del distretto • Nell’esiguo gruppo superiore dei contadini vediamo l’opposto: prevalenza della vendita di grano rispetto all'acquisto, reddito monetario ricavato principalmente dalla terra, alta percentuale di coltivatori che assumono salariati, impiegano attrezzi perfe- zionati, gestiscono imprese industriali e commerciali. Tutti i tratti tipici della bor- ghesia contadina (nonostante la sua esiguità numerica) emergono con chiarezza anche qui, manifestandosi come sviluppo di un’agricoltura mercantile e capitalistica. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA IOI di Zadonsk 14.135 sono salariati agricoli, carrettieri, pastori, mano- vali, 1813 operai edili, 298 operai urbani, di fabbrica, ecc., 446 sono al servizio di privati, 301 sono mendicanti, ecc. In altri termini, la stragrande maggioranza degli « industriali » è formata di rappre- sentanti del proletariato rurale, di operai salariati dotati di nadiel che vendono la loro forza-lavoro ad imprenditori rurali ed indu- striali *. In questo modo, se consideriamo il rapporto fra i diversi gruppi di contadini in un determinato governatorato o in un deter- minato distretto, vediamo dovunque i tratti tipici della disgrega- zione, sia nei governatorati della steppa con molta terra, nei quali i seminativi dei contadini sono relativamente cospicui, sia nelle zone in cui la terra è più scarsa, dove le « aziende » contadine sono mi- croscopiche; nonostante la più profonda differenza di condizioni agronomiche e agricole, il rapporto fra il gruppo di contadini supe- riore e quello inferiore è dappertutto identico. Se poi confrontiamo le diverse zone, in alcune si manifesta con particolare risalto la for- mazione di imprenditori rurali di origine contadina, mentre in altre si riscontra il costituirsi di un proletariato rurale. È ovvio che in Russia, come in qualsiasi altro paese capitalistico, quest’ultimo aspetto del processo di disgregazione abbraccia, rispetto al primo, • In aggiunta a quanto si è detto sopra sul concetto di « industrie » nelle stati- stiche degli zemstvo , riporteremo dati più particolareggiati sulle industrie contadine di una determinata località. Gli statistici degli zemstvo le hanno suddivise in sei ca- tegorie: 1) industrie agricole (59.277 persone su un totale di 92.889 «industriali» nei quattro distretti). Fra una maggioranza schiacciante di operai salariati qui sono tuttavia compresi anche coltivatori (di cocomeri e meloni, orticultori, apicultori, e forse, in parte, postiglioni, ecc.). 2) Remeslennikj e artigiani (20.784 persone). Fra autentici remcslennikj ( = artigiani che lavorano su commissione dei consumatori) qui ci sono moltissimi operai salariati, specialmente edili, ecc. Abbiamo calcolato che essi sono oltre 8000 (vi rientrano, probabilmente,' anche dei padroni: fornai, ecc.). 3) domestici: 1737 persone. 4) Commercianti e padroni- artigiani : 7104. Come ab- biamo già detto è particolarmente necessario distinguere questa categoria dalla massa complessiva degli « industriali ». 5) Libere professioni: 2881 persone, ivi compresi 1090 mendicanti; inoltre vagabondi, gendarmi, prostitute, poliziotti, ecc. 6) operai urbani, di fabbrica, ecc *. 1106 persone. Gli industriali che lavorano sul luogo sono 71.112, quelli che lavorano fuori sede 21.777; s * hanno 85.225 uomini e 7634 donne. Il salario è estremamente vario: nel distretto di Zadonsk, per esempio, 8580 mano- vali guadagnano 234.677 rubli, mentre 647 commercianti e padroni artigiani ne guadagnano 71.799. Si può immaginare quale confusione si crea mettendo nello stesso sacco tutte le queste « industrie » dalle caratteristiche più diverse; eppure di solito i nostri statistici degli zemstvo c i nostri populisti agiscono proprio così. 102 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA un numero incomparabilmente maggiore di piccoli contadini (e, probabilmente, un numero ancor maggiore di località). VII I dati della statistica degli zemstvo per il governatorato di Nizni Novgorod Per tre distretti del governatorato di Nizni Novgorod — Knia- ghinino, Makariev e Vasilsursk — i dati del censimento statistico per fuoco degli zemstvo sono stati raggruppati in una tabella per gruppi che distingue le aziende contadine (solo quelle con terra dei nadtel , e inoltre solo i contadini che vivono nel loro villaggio) in cinque gruppi in base al bestiame da lavoro (Materiali per la valu- tazione delle terre del governatorato di Nizni Novgorod. Parte economica , fase. IV, IX e XII, Nizni Novgorod, 1888, 1889, 1890). Riunendo questi tre distretti, otteniamo i seguenti dati sui gruppi di aziende (nei tre distretti indicati questi dati si riferi- scono a 52.260 famiglie, con 294.798 unità. Terra dei nadiel : 433.593 desiatine; terra acquistata: 51.960 desiatine; terra presa in affitto: 86.007 desiatine, calcolando l’affitto di qualsiasi terra, sia dei nadiel che fuori dei nadiel y sia gli arativi che i prati; terra data in affitto: 19.274 desiatine): Gruppi di capifamiglia % dell* famiglie » a j m •I t H « Terra dei nadiel Terra acquistata (% rispetto al totale) % rispetto al totale della terra Terra che il gruppo ha in godim. , in complesso Bestiame complessivo il u % rispetto al totale presa in , affitto data in affitto per famiglia (in desiatine) % rispetto al totale ìì % rispetto al totale Milza cavalli 30,4 4.1 22,2 5.1 18,6 5,7 3,3 81,7 4,4 13,1 0,6 7,2 con 1 cavallo . 37.5 5,3 35,2 6,1 36,6 18,8 25,1 12,4 9,4 34,1 2,4 33,7 > 2 cavalli . 22,5 6.9 27,4 10,5 28,5 29,3 38,5 3.8 13,8 30,2 4.3 34,9 >3 ». 7,3 6,4 10,9 13,2 11,6 22,7 21,2 1.2 21,0 14,6 6,2 16,5 » 4 c più cav. 1 2.3 10,2 4,3 16.4 4,7 23,5 11,9 0,9 34,6 7,8 9,0 7,7 In complotto 100 5,6 100 B,3 , 100 100 100 1Q0 10,3 100 2,7 100 LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA IO3 Anche qui, dunque, vediamo che nelle mani dei contadini agiati, nonostante che essi abbiano una quantità maggiore di terra dei nadìel (nei gruppi superiori la quota percentuale della terra dei na- diel è maggiore della quota percentuale della loro popolazione), si accentra la terra acquistata (le famiglie agiate, ossia il 9,6 % di tutte le famiglie, posseggono il 46,2 % della terra acquistata, mentre le famiglie dei contadini non agiati, ossia i due terzi di tutte le famiglie, posseggono meno di un quarto di tutta la terra acquistata), nonché la terra affittata; essi «raccolgono)) inoltre la terra dei nadìel ceduta dai contadini poveri; per cui, grazie a tutto ciò, la ripartizione effettiva della terra goduta dalla « popolazione contadina » risulta completamente diversa dalla distribuzione della terra dei nadìel. I contadini senza cavalli in realtà hanno a propria disposizione una quantità di terra inferiore al nadìel garantito loro per legge. I contadini con un solo cavallo e con 2 cavalli aumentano il loro possesso fondiario solo del 10-30 °/ Q (da 8,1 desiatine a 9,4 desiatine, da 10,5 desiatine a 13,8 desiatine), mentre i contadini agiati aumentano il loro possesso fondiario di una volta e mezzo - due volte . Mentre le differenze fra i gruppi per quanto riguarda la quantità di terra dei nadìel erano insigni- ficanti, le differenze fra di essi per quanto riguarda le dimensioni effettive dell* azienda agricola sono immense, come risulta dai dati surriportati sul bestiame e dai dati seguenti sul seminativo: Gruppi di capifamiglia Seminativo per fuoco (in desiatine) % del ■emina ti va complessivo % delle famiglie che aiiumono ■al aliati % dei capi- famiglia con imprese indù* ■triali e com- merciati • % delle famiglie con occupazioni ausiliario tenza cavalli .... 11,4 1.4 54,4 con 1 cavallo .... 32,9 2.9 21,8 » 2 cavalli .... ■1 32,4 7,4 21,4 » 3 » .... 10.8 15,6 0.4 15.3 21.4 » 4 c più cavalli . 16,6 7,7 17,6 25,1 23,0 In complotto 5,0 100 2,6 4,6 ! 31,6 Per il solo distretto di Kniaghinino. 104 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN KUSSlA La differenza tra questi gruppi in base all’estensione del semi- nativo risulta ancora maggiore di quanto non appaia in base alla terra che hanno effettivamente in possesso e in godimento, per non parlare poi delle differenze in base all’astensione dei nadiel **. Que- sto ci indica per l’ennesima volta l’assoluta inadeguatezza del rag- gruppamento basato sul possesso fondiario di terra del nadiel \ dove l’« egualitarismo » si è trasformato ora in una finzione giuridica. Le altre colonne della tabella mostrano in che modo avvenga fra i contadini 1*« unione dell’agricoltura con l’industria » : i conta- dini agiati uniscono un’agricoltura mercantile e capitalistica (alta percentuale di famiglie che assumono salariati) ad imprese indu- striali e commerciali, mentre i contadini poveri uniscono la ven- dita della propria forza-lavoro (« occupazioni fuori sede ») con seminativi di dimensioni insignificanti, ossia si trasformano in sala- riati agricoli e in giornalieri dotati di nadiel . Osserviamo che la mancanza di una regolare diminuzione della percentuale delle famiglie con occupazioni ausiliarie si spiega con la straordinaria varietà delle « occupazioni » ed « industrie » dei contadini di questo governatorato: oltre agli operai agricoli, manovali, edili, dei cantieri navali, ecc., nel novero degli industriali qui rientra un numero relativamente molto alto di « artigiani », proprietari di laboratori industriali, commercianti, s\upstci\i> ecc. È evi- dente che la mescolanza di tipi così diversi di « industriali » altera la validità dei dati sulle « famiglie con occupazioni au- siliarie » ** In merito alla questione delle differenze esistenti nell’azienda agricola nei diversi gruppi di contadini osserviamo che nel gover- natorato di Nizni Novgorod « la concimazione... costituisce una • Se consideriamo eguale a ioo la quantità di terra del nadiel posseduta (per fuoco dai contadini senza cavalli), per i gruppi superiori la quantità di terra dei nadiel sarà espressa dalle seguenti cifre: 159, 206, 259, 321. La serie di cifre corrispondente aH’effettivo possesso fondiario di ciascun gruppo sarà la seguente: ioo, 214, 314, 477, 786; quanto poi alle dimensioni del seminativo nei vari gruppi avremo: 100, 231, 378, 568, 873. •• Sulle « industrie » dei contadini del governatorato di Nizni Novgorod cfr. in M. Plotnulov, Le industrie artigiane del governatorato di Nizni Novgorod (Nizni Novgorod, 1894), le tabelle riportate in fondo al volume, e le raccolte statistiche degli zemstvo , particolarmente per i distretti di Gorbatov e Semionov. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA I0 5 delle condizioni più importanti che determinano il grado di pro- duttività » degli arativi ( Raccolta per il distretto di Kniaghinino , p. 79). Il raccolto medio della segala cresce a misura che aumenta la concimazione: con 300-500 carri di letame per 100 desiatine di nadiel il raccolto della segala è pari a 47,1 misure per desiatina, mentre con 1500 e più carri si hanno 62,7 misure (ivi, p. 84). È chiaro perciò che la differenza fra i gruppi relativamente al volume della produzione agricola dev’essere ancora maggiore della dif- renza relativamente all’estensione del seminativo, e che gli stati- stici di Nizni Novgorod hanno commesso un grave errore stu- diando la questione del rendimento dei campi dei contadini in generale, e non studiando separatamente quella dei campi dei contadini agiati e dei contadini non agiati. VITI Rassegna dei dati della statistica degli zemstvo per altri governatorati Come il lettore avrà notato, noi studiamo la disgregazione della popolazione contadina servendoci esclusivamente — se abbracciano zone più o meno considerevoli, se contengono notizie abbastanza particolareggiate sui più importanti indici della disgregazione e se (ciò che ha una particolare importanza) sono elaborati in modo che sia possibile distinguere i diversi gruppi di contadini secondo la loro condizione economica — dei censimenti statistici per fuoco degli zemstvo. I dati sovraesposti, relativi a sette governatorati, esauriscono il materiale statistico degli zemstvo che soddisfa a queste condizioni e che quindi ci è stato possibile utilizzare. Per esssere completi indicheremo ora per sommi capi anche i dati ri- manenti — meno completi — di tipo analogo (basati cioè sui cen- simenti globali per fuoco). Per il distretto di Demiansk, governatorato di Novgorod, ab- biamo una tabella che raggruppa le aziende contadine in base al numero dei cavalli ( Materiali per la valutazione dei beni fon ~ X - S74 io6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA diari del governatorato di Novgorod . Distretto di Demians\. Novgorod, 1888). Non vi sono dati sulla terra data e presa in affitto (in desiatine), ma quelli che vi si trovano attestano la completa analogia dei rapporti fra i contadini agiati e quelli non abbienti di questo governatorato con quelli esistenti negli altri governatorati. Anche qui, per esempio, passando dal gruppo inferiore a quello su- periore (dai contadini senza cavalli a quelli che hanno 3 e più ca- valli) aumenta la percentuale delle aziende con terra acquistata e presa in affitto, nonostante che i contadini con molti cavalli dispon- gano di terra dei nadiel al disopra della media. Le famiglie con 3 e più cavalli, ossia il 10,7 % di tutte le famiglie, posseggono, con una popolazione equivalente al 16,1 % di tutta la popolazione, il 18,3 % di tutta la terra dei nadiel , il 43,4 % della terra acquistata, il 26,2 % della terra presa in affitto (se è possibile farsene un'idea in base alle dimensioni dei terreni seminati a segala e ad avena nella terra presa in affitto), il 29,4 % del numero complessivo delle « installazioni industriali », mentre invece le famiglie senza cavalli e con un solo cavallo, ossia il 51,3 % di tutte le famiglie, pur costi- tuendo il 40,1 % della popolazione, posseggono solo il 33,2 % della erra dei nadiel , il 13,8 % della terra acquistata, il 20,8 '% della terra presa in affitto (nel senso indicato), il 28,8 % delle « installazioni industriali ». In altri termini, anche qui i contadini agiati « raccol- gono » terra e uniscono all’agricoltura « industrie » di carattere industriale e commerciale, mentre i non abbienti abbandonano la terra e si trasformano in operai salariati (la percentuale delle « persone che esercitano industrie » diminuisce, passando dal gruppo inferiore a quello superiore, dal 26,6 % fra i contadini senza cavalli al 7,8 % fra i contadini che hanno 3 e più cavalli). L’incompletezza di questi dati ci costringe a non inserirli nella ricapitolazione del materiale sulla disgregazione dei contadini cui ci accingeremo tra poco. Per lo stesso motivo non riportiamo nemmeno i dati su una parte del distretto di Kozelets, governatorato di Cernigov (Mate- riali per la , valutazione dei beni fondiari raccolti dalla sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Cernigov voi. V, Cernigov, 1882; i dati su 8717 famiglie che vivono nella zona delle terre nere del distretto sono raggruppati secondo il LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA IO? numero degli animali da lavoro). I rapporti fra i gruppi sono anche qui gli stessi : le famiglie senza bestiame da lavoro, ossia il 36,8 % di tutte le famiglie, posseggono, pur costituendo il 28,8 0 / o della popolazione, il 21 % della terra propria e dei nadiel , il 7 % della terra presa in affitto, mentre è loro il 63 % di tutta la terra data in affitto da queste 8717 famiglie. Le famiglie con 4 e più capi di bestiame da lavoro, ossia il 14,3 % di tutte le famiglie, posseg- gono, pur costituendo il 17,3 % della popolazione, il 33,4 % della terra propria e dei nadiel , il 32,1 % della terra presa in affitto e solo il 7 % della terra data in affitto. Purtroppo, le altre famiglie (con 1-3 capi di bestiame da lavoro) non sono state suddivise in sottogruppi. Nei Materiali per lo studio della terra gestita e della vita eco- nomica della popolazione rurale dei governatorati di lr\uts\ e dello Ienisei si trova una tabella molto interessante sulla divi- sione in gruppi (secondo il numero dei cavalli da lavoro) delle aziende dei contadini e degli immigrati in 4 distretti del gover- natorato dello Ienisei (voi. Ili, Irkutsk, 1893, p. 730 e sgg.). È molto interessante osservare che i rapporti fra il siberiano agiato e il contadino immigrato (e in questi rapporti nemmeno il più ac- ceso populista oserebbe cercare il tanto celebrato spirito comunita- rio!) sono in sostanza del tutto identici e quelli esistenti fra i nostri membri agiati AtWobstcina e i loro « confratelli » senza cavalli e con un solo cavallo. Se riuniamo i contadini immigrati e quelli autoctoni (questa riunione è necessaria perchè i primi servono come mano d opera per i secondi), otteniamo i tratti noti dei gruppi superiori e inferiori. Le famiglie appartenenti ai gruppi inferiori (senza cavalli, con 1 e 2 cavalli), ossia il 39,4 % di tutte le famiglie, pur costituendo il 24 °/ 0 della popolazione, posseggono solo il 6,2 % di tutto l’arativo e il 7,1 % di tutto il bestiame, mentre le famiglie con 5 e più cavalli, ossia il 34,4 °/ Q di tutte le famiglie, equivalenti al 51,2 °/ Q della popolazione, posseggono il 73 % del- l’arativo e il 74,5 °/ Q di tutto il bestiame. Gli ultimi gruppi (5-9, io e più cavalli), con 15-36 desiatine di arativo per fuoco, ricor- rono su vasta scala al lavoro salariato (il 30-70 °/ Q delle aziende assumono operai salariati), mentre i tre gruppi inferiori, con io8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 00,2-3-5 desiatine di arativo per fuoco, inviano operai a lavorare altrove (il 20-35-59 °/ Q delle aziende). I dati sulla terra presa e data in affìtto costituiscono Tunica eccezione alla regola (della concentrazione della terra affittata nelle mani dei contadini agiati) da noi incontrata, e sono un’eccezione che conferma la regola. In Siberia mancano infatti precisamente le condizioni che hanno creato questa regola, non esiste nadiel obbligatorio ed « egua- litario », non esiste proprietà privata consolidata della terra. Il contadino agiato non compera e non prende terra in 'affitto, ma la occupa (almeno così è accaduto finora); la cessione e Taffitto della terra hanno piuttosto il carattere di scambi fra vicini, e perciò i dati per gruppi sulla terra presa e data in affitto non presentano tratti specifici in base ai quali si possa formulare una legge *. Per tre distretti del . governatorato di Poltava possiamo deter- minare approssimativamente la distribuzione del seminativo (cono- scendo il numero delle aziende con seminativi di varie dimensioni, determinate nelle raccolte « da - a » questo o quel numero di desia- tine, e moltiplicando il numero delle famiglie di ciascuna cate- goria per la grandezza media del seminativo entro i limiti indicati). Si otterranno, su 76.032 famiglie (tutti gli abitanti dei villaggi, senza i borghesi), con 362.298 desiatine di seminativo, i dati se- guenti: 31.001 famiglie (40,8%) non hanno seminativo o semi- nano solo fino a 3 desiatine per fuoco e posseggono appena 36.040 desiatine di seminativo (9,9 %); 19.017 famiglie (25 %) seminano oltre 6 desiatine per fuoco e posseggono 209.195 desiatine di semi- nativo (57,8%)* (Cfr. Raccolte per la statistica economica del * (p, 312) e alP« economia naturale ». Il signor Vikhliaiev si abbandona ai giudizi più azzardati e gratuiti sulla « differen- ziazione », non solo senza citare nessun dato esatto sui gruppi di contadini, ma persino senza chiarire a se stesso la verità elementare che la disgregazione si verifica all’interno del Yobstcina, che perciò è semplicemente ridicolo parlare di « differenziazione » e conside- rare esclusivamente i raggruppamenti per obsteine o per volosti *. • A titolo di curiosità riportiamo solo un piccolo esempio. La « conclusione generale « del signor Vikhliaiev suona; « L’acquisto di terre da parte dei conta- LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 1 1 1 IX Compendio dei dati della statistica degli zemstvo sopraesaminati sulla disgregazione della popolazione contadina Per confrontare fra loro e ridurre ad unità i dati surriportati sulla disgregazione della popolazione contadina, non possiamo, evidentemente, prendere le cifre assolute e sommare gruppo per gruppo : per far questo occorrerebbe che i dati per un intiero gruppo di zone fossero completi e che i metodi seguiti per il raggruppamento fossero identici. Possiamo paragonare e met- tere a confronto solo i rapporti fra i gruppi superiori e inferiori (in base al possesso fondiario, al bestiame, agli attrezzi, ecc.). Il rapporto espresso, per esempio, dal fatto che il io % delle famiglie possiede il 30 % dei seminativi fa astrazione dalla differenza delle cifre assolute, e perciò è sùscettibile di confronto con qualsiasi ana- logo rapporto di qualsiasi altra località. Per un simile confronto, però, è necessario prendere anche nelPaltra località il io % delle famiglie, non una di più nè una di meno. Ma i gruppi non hanno le stesse dimensioni nei vari distretti e governatorati. Perciò questi gruppi si devono frazionare , allo scopo di prendere in ogni località un'identica percentuale di famiglie. Converremo di prendere il 20 % delle famiglie per i contadini agiati e il 50 % per i non agiati, formeremo cioè coi gruppi superiori un gruppo costituito dal 20 % delle famiglie e coi gruppi inferiori un gruppo costituito dal 50 % delle famiglie. Spieghiamo questo procedimento con un esem- dini del governatorato di Tvcr ha la tendenza a livellare le dimensioni del pos- sesso fondiario » (p. u). Le prove? Se sì considerano i gruppi di obsteine costituiti in base all’estensione del nadiel, si vedrà che nelle obsteine nelle quali il nudici è piccolo la percentuale delle famiglie che hanno terra acquistata è più alta. Che nelle obsteine nelle quali il nadiel è piccolo la terra venga acquistata dai membri agiati il signor Vikhliaicv non lo sospetta nemmeno! È evidente che non c neces- sario esaminare simili « conclusioni » di un acceso populista, tanto più che l’au- dacia del signor Vikhliaiev ha sconcertato persino gli economisti del suo stesso campo. Sul Russinole Bogatstvo (1898, n. 8) il signor Karysccv, sebbene esprima il suo vivo consenso per il modo come il signor Vikhliaicv « si orienta perfet- tamente fra i problemi che si pongono aireconomia del paese nel momento attuale », c tuttavia costretto a riconoscere che il signor Vikhliaiev è eccessivamente a ottimi- sta », che le sue conclusioni sulla tendenza aH’uniformità sono « poco probanti » che ì suoi dati «non dicono nulla», mentre le sue conclusioni «non hanno fondamento », 112 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA pio. Supponiamo di avere 5 gruppi delle seguenti dimensioni, proce- dendo da quelli inferiori a quelli superiori: 30%, 25%, 20%, 15% e 10% delle famiglie ( S = ioo °/ Q ). Per formare il gruppo infe- riore prendiamo il primo gruppo e i quattro quinti del secondo 25-4 (30 + — — =50 %), e per formare il gruppo superiore prendiamo i5*2 Tultimo gruppo e i due terzi del penultimo (10+ — — =20 %); inoltre, naturalmente, anche le percentuali dei seminativi, del be- stiame, degli attrezzi ecc. vengono determinate nello stesso modo. Se, cioè, le percentuali del seminativo spettanti alle suindicate quote percentuali di famiglie saranno le seguenti: 15%, 20%, 20%, 21% e 24 % (S = 100 %), allora al nostro gruppo superiore, costituito 21-2 dal 20% delle famiglie, spetterà il (24 + = ) 38 % del semi- nativo, e al nostro gruppo inferiore, costituito dal 50 °/ Q delle fami- glie, spetterà il (15+^-^=) 31 °/ Q del seminativo. È evidente che, frazionando i gruppi in questo modo, non cambiano di uno iota i rapporti reali esistenti fra gli stati superiori e quelli inferiori dei contadini * E questo frazionamento è necessario, in primo luogo, perchè otteniamo, in questo modo, invece di 4'5-6-7 gruppi diversi, 3 grandi gruppi con caratteristiche chiaramente definite **; in secondo luogo, solo per questa via si ottiene la pos- sibilità di confrontare i dati sulla disgregazione della popolazione contadina nelle località più diverse e che si trovano nelle più di- verse condizioni. Per farsi un’idea dei rapporti reciproci esistenti fra i gruppi prendiamo i dati seguenti, che rivestono la massima importanza • Un sìmile procedimento comporta un piccolo errore, in conseguenza del quale la disgregazione sembra più debole di quanto non sia in realtà. E precisamente: al gruppo superiore vengono aggiunti i rappresentanti medi, c non quelli superiori, dei gruppo successivo; al gruppo inferiore vengono aggiunti i rappresentanti medi, e non quelli inferiori, del gruppo successivo. È evidente che questo errore è tanto più gravi quanto maggiori sono i gruppi e quanto minore c il numero dei gruppi. •• Nel paragrafo seguente vedremo che le dimensioni dei gruppi da noi assunte si avvicinano molto a quelle dei gruppi di tutti' i contadini russi ripartiti in base al numero dei cavalli per fuoco. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA ”3 nella questione della disgregazione: i) numero delle famiglie; 2) numero dei componenti di ambo i sessi della popolazione con- tadina; 3) quantità di terra dei nadiel ; 4) di terra acquistata; 5) quantità di terra presa in affìtto; 6) di terra data in affitto ; 7) terra che il gruppo ha’ complessivmente in possesso o in godi- mento (terra dei nadiel 4- terra acquistata 4- terra presa in af- fìtto — terra data in affitto); 8) estensione del seminativo; 9) be- stiame da lavoro; io) bestiame complessivo; n) numero delle fa- miglie che assumono salariati; 12) numero delle famiglie con occu- pazioni ausiliarie (distinguendo possibilmente i tipi di « occupa- zioni ausiliare » fra cui predomina il lavoro a salario, la vendita di forza-lavoro; 13) numero delle imprese industriali e commer- ciali e 14) numero degli attrezzi agricoli perfezionati. I dati sottoli- neati (« terra data in affitto » e « occupazioni ausiliarie ») hanno valore negativo , in quanto mostrano il declino dell’azienda, la ro- vina del contadino e la sua trasformazione in operaio. Tutti gli altri dati hanno valore positivo , in quanto mostrano Pespansione dell’a- zienda e la trasformazione del contadino in imprenditore agricolo. In base a tutti questi dati calcoliamo per ogni gruppo di aziende i rapporti percentuali rispetto al totale per distretto o per alcuni distretti di un governatorato, determinando poi (secondo il proce- dimento che abbiamo descritto) quale percentuale della terra, del seminativo, del bestiame ecc. spetti al 20 % delle famiglie dei gruppi superiori e al 50 % delle famiglie dei gruppi inferiori *. Riportiamo una tabella composta in questo modo, tabella che comprende i dati, relativi a 21 distretti di 7 governatorati, su 558.570 aziende contadine con una popolazione di 3.523.418 per- sone di ambo i sessi. • Preghiamo il lettore di non dimenticare che qui non abbiamo a che fare con le cifre assolute, ma solo coi rapporti fra lo strato superiore c quello infe- riore dei contadini. Perciò, per esempio, qui prendiamo i rapporti percentuali non fra il numero delle famiglie che assumono salariati (o compiono « occupa- zioni ausiliarie »») e il numero complessivo delle famìglie del gruppo considerato, ma fra il primo di questi due numeri e il numero complessivo delle famiglie che assumono salariati (o espletano « occupazioni ausiliarie ») nel distretto, ossia determiniamo non la misura in cui ogni gruppo si vale del lavoro salariato (o ricorre alla vendita di forza-lavoro), ma solo il rapporto fra il gruppo superiore e il gruppo inferiore per quanto riguarda l'impiego di lavoro salariato (o la parte- cipazione alle « occupazioni ausiliarie », alla vendita della forza -lavoro). H4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA TABELLA A* — Con i gruppi superiori è stato Governatorati Distretti TJ 'V 1 V ì s 'E I I| z’-v Tauride Dniepr Melilo poi e Berdianok 1 Samara Novouzenak Nikolaievek Media 2 Saratov Kamyacin 3 Perm Kramou£msk Iekaterìnburg Media 4 Oriol lei età e Trubcevek 5 Voroniea Zadonek Zadonsk Zemliansk Korotoiak e Niznedevitik 6 Nizni Novgorod Kniaghinino Vasilsurak e M altane v 7 12,6 20 27,0 4,1 20 13,8 20 6 11,9 11,6 20 28,1 12,5 12,6 20 28,] 3,8 13,7 20 27,8 Cfr. a p. 118 le note alla tabella. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA "5 formato un gruppo costituito dal 20% delle famiglie Attrezzi perfezio- nati Governatorati Nixni Novgorod LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA TABELLA B* — Con i gruppi infériori è stato Dniepr Melitopol e Berdiansk Novouzensk Nikolaievak KamyBcin Vohk Kuznietsk Balascìov e Serdobsk Krasnoufirnsk Iekaterioburg t Trubcevsk Voroniez Zadonak Zadonak Zemlianik Korotoiak e Niznedevitak Kmaghinino Vasilsursk e MakaHev Terra data in affitto Famiglie con a occupazione au- siliario Famiglie in com- plesso * Cfr . a p. 1 10 It note «Jls tabella. Attrezzi perfe2ii nati Il8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Note alle tabelle A e B 1. Per il governatorato della Tauride i dati sulla terra data in affitto si rife- riscono ai due soli distretti di Berdiansk e del Dniepr. 2. Per lo stesso governatorato fra gli attrezzi perfezionati sono state comprese le falciatrici e le mietitrici. 3. Per entrambi i distretti del governatorato di Samara invece della percentuale della terra data in affitto è stata presa la percentuale delle famiglie senza azienda che cedono in affitto il loro nadiel. 4. Per il governatorato di Oriol la quantità della terra data in affitto (e quindi anche di tutta la terra in godimento) è stata determinata approssimativamente. Lo stesso vale anche per i quattro distretti del governatorato di Voroniez. 5. Per il governatorato di Oriol i dati sugli attrezzi perfezionati si riferiscono solo al distretto di Ielets. 6. Per il governatorato di Voroniez invece del numero delle famiglie con occupazioni ausiliarie è stato preso (per i tre distretti di Zadonsk, Korotoiak e Niz- nedevitsk) il numero delle famiglie che forniscono mano d’opera salariata. 7. Per il governatorato di Voroniez i dati sugli attrezzi perfezionati si riferi- scono solo ai due distretti di Zemliansk e Zadonsk, 8. Per il governatorato di Nizni Novgorod invece delle famiglie con « in- dustrie d in generale sono state prese le famiglie con occupazioni fuori sede. 9. Per alcuni distretti invece del numero delle aziende industriali e commerciali si è dovuto considerare il numero delle famiglie che posseggono tali aziende. 10. Quando nelle Raccolte le colonne sulle « occupazioni ausiliarie » sono più d’una, abbiamo cercato di distinguere quelle che più esattamente esprimono il lavoro salariato, la vendita di forza-lavoro. 11. La terra presa in affitto è stata considerata, nella misura del possibile, tutta; terra dei nadiel e fuori dei nadiel , arativi e prati. 12. Ricordiamo al lettore che per il distretto di Novouzensk sono stati esclusi Ì contadini dei \hutory c i tedeschi; per il distretto di Krasnoufimsk è stata presa in considerazione solo la parte agricola del medesimo; per il distretto di Iekaterinburg sono stati esclusi : contadini senza terra e quelli che possiedono solo prati; per il distretto di Trubcevsk sono state escluse le obsteine suburbane; per il distretto di Kniaghinino è stato escluso il villaggio industriale di Bolscioie Murasckino, ecc. Queste esclusioni in parte sono state fatte da noi e in parte son dovute al carattere del materiale. È evidente perciò che in realtà la disgregazione della popolazione coptadina deve essere più forte di quanto non risulti dalla nostra tabella e dal diagramma. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 119 Per illustrare questa tabella riassuntiva e rendere evidente la completa omogeneità dei rapporti fra i gruppi superiori di conta- dini e quelli inferiori nelle località più diverse, abbiamo composto il diagramma che segue, sul quale sono stati riportati i dati per- centuali della tabella. A destra della colonna che definisce le quote percentuali del numero complessivo delle famiglie corre la linea che mostra le caratteristiche positive della condizione economica (espansione del possesso fondiario, aumento della quantità di be- stiame, ecc.), mentre a sinistra si ha la linea che indica le carat- teristiche negative della forza economica (terra data in affitto, ven- dita di forza-lavoro; queste colonne sono contrassegnate da uno speciale tratteggio scuro). La distanza fra la linea orizzontale superiore del diagramma e ogni curva continua indica la quota dei gruppi agiati nel complesso delleconomia contadina, mentre la distanza fra la linea orizzontale inferiore del diagramma e ogni curva tratteggiata indica la quota dei gruppi non agiati dei contadini nel complesso delleconomia contadina. Per rappresen- tare, infine, più chiaramente il carattere generale dei dati riassun- tivi abbiamo tracciato una linea « media » (ottenuta calcolando le medie aritmetiche dei dati percentuali riportati nel diagramma. Per distinguerla dalle altre, la linea « media » è stata tracciata in rosso). Questa linea « media » ci indica, per così dire, la disgre- gazione tipica della popolazione contadina russa come si presenta oggi- Ora, per trarre le somme dai dati surriportati (§§ I-VII) sulla disgregazione, esaminiamo questo diagramma colonna per colonna. La prima colonna a destra di quella che indica le percentuali delle famiglie indica la parte della popolazione appartenente al gruppo superiore e inferiore. Vediamo che le famiglie dei conta- dini agiati sono dovunque più numerose della media, mentre fra i contadini non agiati sono meno numerose. Deirimportanza di que- sto fatto abbiamo già parlato. Aggiungiamo che sarebbe sbagliato prendere come unità, per tutti i confronti, non il fuoco, la famiglia, ma il singolo abitante (come amano fare i populisti). Se è vero che quanto più numerosa è una famiglia agiata tanto più aumentano le spese, d’altra parte quando il nucleo familiare è più numeroso le spese complessive per fuoco si contraggono (per i fabbricati, per 120 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA l’arredamento e l’economia della casa, ecc. ecc. La convenienza delle grandi famiglie sotto l’aspetto economico è particolarmente sottolineata da Engelhardt, nelle sue Lettere dalla campagna , e da Trirogov, nel suo libro La comunità contadina e il testatico , Pie trob., 1882). Prendere quindi come unità di confronto il singolo abitante, senza tener conto di questa contrazione delle spese, signi- fica livellare artificialmente e falsamente la posizione del « sin- golo » nelle famiglie grandi e piccole. Del resto, il diagramma indica chiaramente che il gruppo dei contadini agiati accentra una quota assai maggiore della produzione agricola rispetto a ciò che dovrebbe risultare dal calcolo per singolo abitante. La colonna seguente riguarda la terra dei nadiel. Nella sua distribuzione si osserva un livellamento maggiore di quello che dovrebbe esistere in virtù delle caratteristiche giuridiche del nadiel. Anche qui, tuttavia, si sta avviando un processo di eliminazione dei contadini poveri da parte di quelli agiati: dappertutto vediamo che i gruppi superiori posseggono un’aliquota di terra del nadiel alquanto maggiore rispetto al loro peso specifico nella popolazione, mentre i gruppi inferiori posseggono un’aliquota alquanto minore. L’« obsteina » inclina dalla parte della borghesia contadina. Ri- spetto all 'effettivo possesso fondiario, però, l’ineguaglianza nella distribuzione della terra dei nadiel è ancora del tutto insignificante. La distribuzione del nadiel (come risulta chiaramente dal dia- gramma) non dà nessuna idea della ripartizione effettiva della terra e delle aziende*. Viene poi la colonna della terra acquistata. Dappertutto essa è concentrata nelle mani dei contadini agiati : la quinta parte delle famiglie detiene circa i 6 o 7 decimi di tutte le terre contadine acquistate, mentre la metà delle famiglie, ossia la totalità dei poveri, ne possiede al massimo il 15 % ! Si può giudicare, quindi, che valore abbiano le preoccupazioni dei « populisti » circa la possi- bilità per i « contadini » di acquistare quanta più terra è possibile il più a buon mercato possibile. La colonna successiva riguarda l’affitto. Anche qui vediamo • Basta dare un*occhiata al diagramma per vedere che il raggruppamento in base al nadiel non si presta ad uno studio della disgregazione contadina. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 121 dappertutto la concentrazione della terra nelle mani dei contadini agiati (la quinta parte delle famiglie detiene i 5-8 decimi di tutta la terra presa in affitto), che inoltre pagano per la terra un canone minore, come abbiamo visto sopra. Questo accaparramento dell’af- fitto da parte della borghesia contadina dimostra chiaramente che « l’affitto contadino)) riveste un carattere industriale (acquisto della terra per venderne il prodotto)*. Tuttavia, dicendo questo, non neghiamo affatto i casi di affitto per bisogno. Al contrario, il diagramma ci indica il carattere completamente diverso del- l’affitto tra i contadini poveri, che si aggrappano alla terra (la metà delle famiglie ha 1-2 decimi di tutto l'affitto). C'è contadino c contadino. Il significato contraddittorio dell’affitto ncH’« economia conta- dina » emerge particolarmente quando si confronta la colonna sulla terra presa in affitto con la colonna sulla terra data in affitto (la prima colonna da sinistra , cioè fra gli indici negativi). Qui vediamo esattamente l’opposto: i principali locatori di terra sono i gruppi inferiori (la metà delle famiglie cede in affitto i 7-8 decimi della terra), i quali cercano di sbarazzarsi del nadiel , che (nono- stante i divieti e le restrizioni della legge) passa nelle mani di agricoltori. Quando dunque, ci si dice che dei « contadini » pren- * Molto strana nel libro del signor Karyscev sulle affittanze c la Conclusione (capitolo VI). Dopo tutte le sue affermazioni gratuite e in contrasto coi dati della statistica degli zemstvo circa l’assenza di carattere industriale nell’affittanza con- tadina, il signor Karyscev espone qui una « teoria dell’affitto » (presa a prestito da W. Roscher ecc.), vale a dire ì desiderata dei fittavoli dell’Europa occidentale cucinati in salsa erudita: «lunga durata d eli’ affi tto » («è necessaria... l’attitudine “da padrone” dell ‘agricoltore verso... la terra», p. 371) e livello moderato del canone d’affitto, che lascia nelle mani del fittavolo salario, interesse e ammorta- mento per i capitali da lui investiti nonché il profitto dell’imprenditore (p. 373). E il signor Karyscev non è minimamente turbato dal fatto che una simile « teoria » figuri accanto alla solita ricetta populista: « scongiurare » (p. 398). Per « scongiu- rare » la formazione del sistema dei fittavoli il signor Karyscev mette in circola- zione la « teoria » di questo stesso sistemai Una siqnile « conclusione » c il naturale coronamento della contraddizione fondamentale del libro del signor Karyscev, che da una parte condivide tutti i pregiudizi populisti e simpatizza di tutto cuore coi teorici classici della piccola borghesia come Sismondi (cfr. Karyscev, L'affitto ereditario perpetuo delle terre sul continente europeo, Mosca, 1885) e, dall’altra, non può non riconoscere che l'affitto dà una « spinta » (p. 396) alla disgregazione della popolazione contadina, che gli « strati più agiati » soppiantano i meno agiati, che lo sviluppo dei rapporti agrari porta precisamente al lavoro salariato (p. 397). 9 574 122 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA dono terra in affìtto e che dei « contadini » danno terra in affìtto, sappiamo che i primi vanno principalmente annoverati fra la bor- ghesia contadina, i secondi fra il proletariato contadino. Il rapporto esistente fra il nadiel , da una parte, e l’acquisto, Paffìtto e la cessione di terre, dall'altra, determina anche l effettivo possesso fondiario dei gruppi (quinta colonna da destra). Dovunque vediamo che la ripartizione effettiva di tutta la terra a disposizione dei contadini non ha più niente in comune con P« egualitarismo » del nadiel. Il 20 % delle famiglie detiene dal 35 °/ 0 al 50 % di tutta la terra, mentre il 50 % delle famiglie ne detiene dal 20 °/ 0 al 30 %. Nella ripartizione del seminativo (colonna seguente) la sostituzione del gruppo inferiore da parte di quello superiore si manifesta in modo ancora più marcato: probabilmente perche i contadini non abbienti spesso non sono in .grado di sfruttare bene la loro terra e l’abbandonano. Ambedue le colonne (sul possesso fondiario globale e sul seminativo) indicano che Pacquisto e l’affitto di terra portano alla contrazione della quota dei gruppi inferiori nel sistema complessivo dell’economia, cioè alla loro eliminazione da parte di una minoranza agiata. Quest’ultima assolve fin d’ora una funzione predominante nelPeconomia contadina, concentrando nelle proprie mani un’aliquota di seminativo quasi eguale a quella di tutti gli altri contadini presi insieme. Le due colonne successive indicano la ripartizione del bestiame da lavoro e del bestiame complessivo fra i contadini. Le aliquote percentuali del bestiame differiscono assai poco dalle aliquote per- centuali del seminativo: nè poteva essere diversamente, giacché la quantità di bestiame da lavoro (nonché del bestiame complessivo) ■determina lestensione del seminativo e a sua volta ne è determinata. La colonna successiva indica- l’aliquota dei diversi gruppi di contadini nel complesso delle imprese industriali e commerciali. La sesta parte delle famiglie (gruppo agiato) accentra nelle proprie mani circa la metà di queste imprese, mentre la metà delle fami- glie, ossia la totalità dei contadini poveri, ne possiede solo circa un quinto*, il che significa che le « industrie » che sono l’espressione * Anche questa cifra (circa un quinto di tutte le imprese) certamente è esage- rata, poiché nella categoria dei contadini che non seminano e dei contadini LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA I23 della trasformazione dei contadini in borghesia, si concentrano prevalentemente nelle mani degli agricoltori più agiati. I contadini agiati, quindi, investono capitale sia nelPagricoltura (acquisto di terra, affitto, assunzione di operai, miglioramento degli attrezzi ecc.), che nelle imprese industriali, nel commercio, nell’usura: il capitale commerciale e il capitale imprenditore sono legati stretta- mente fra loro, e dipende dalle condizioni ambientali quale di queste forme di capitale divenga predominante. I dati sulle famiglie con « occupazioni ausiliarie » (seconda colonna da sinistra, fra gli indici negativi) caratterizzano anche le « industrie », che hanno tuttavia un significato opposto, in quanto indicano la trasformazione del contadino in proletario. Queste « industrie » sono concentrate nelle mani dei contadini poveri (nel 50 % delle famiglie si concentra il 60-90 % del numero complessivo delle famiglie con occupazioni ausiliarie), mentre i gruppi agiati vi hanno una parte insignificante (non si deve dimen- ticare che non abbiamo potuto distinguere con precisione i pa- droni dagli operai nemmeno in questa categoria di « industriali »). Basta confrontare i dati sulle « occupazioni ausiliarie » con quelli sulle « imprese industriali e commerciali » per vedere l’assoluto contrasto esistente fra i due tipi di « industrie », per capire quale inverosimile confusione nasca dall’abituale mescolanza di questi tipi. Le famiglie che assumono salariati risultano dappertutto concen- trate nel gruppo dei contadini agiati (nel 20 % delle famiglie si concentrano i 5-7 decimi del numero complessivo delle aziende che assumono salariati), che (nonostante i loro grossi nuclei fami- liari) non possono sussistere senza la classe degli operai agricoli che li « integrano ». Vediamo qui una chiara conferma della tesi esposta sopra : e cioè che è assurdo confrontare il numero delle aziende che assumono salariati con il numero complessivo delle <1 aziende » contadine (ivi comprese le « aziende » dei salariati agricoli). È molto più giusto confrontare il numero delle aziende che assumono salariati con un quinto delle famiglie contadine, giac- senza cavalli e con un solo cavallo sono stati compresi operai agricoli, manovali, ecc. e non coltivatori (negozianti, remcslcnntki , ecc.). » LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA I2 4 che la minoranza agiata accentra circa i tre quinti o addirittura i due terzi del numero complessivo delle aziende che assumono sala- riati. Fra i contadini l'assunzione di operai da parte di imprendi- tori supera di gran lunga l'assunzione di operai per necessità, per mancanza di lavoratori membri della famiglia : nel 50 °/ Q dei contadini non agiati e che seminano poca terra rientra solo circa un decimo del numero complessivo delle aziende che assumono salariati (anche qui, del resto, fra i nullatenenti sono andati a finire negozianti, « industriali », ecc. che assumono operai tut- t 'altro che per bisogno). L'ultima colonna, che indica come sono distribuiti gli attrezzi perfezionati, potremmo intitolarla, seguendo Pesempio del signor V. V., come segue: «tendenze progressive nelleconomia con- tadina ». La distribuzione più « equa » di questi attrezzi è quella del distretto di Novouzensk, governatorato di Samara, dove un quinto di famiglie agiate possiede solo 73 attrezzi su 100, mentre la metà delle famiglie, ossia le famiglie dei contadini poveri, possiede ben 3 attrezzi su 100. Passiamo al raffronto delle diverse località per quanto riguarda il grado della disgregazione contadina. Nel diagramma si distin- guono chiaramente, sotto questo aspetto, due tipi di località : nei governatorati della Tauride, di Samara, Saratov e Perm la disgre- gazione della popolazione contadina dedita alPagricoltura risulta sensibilmente più forte che nei governatorati di Oriol, Voroniez, Nizni Novgorod. Nel diagramma le linee dei primi quattro go- vernatorati sono al disotto della linea rossa che indica la media, mentre le linee degli ultimi tre governatorati passano al disopra della linea media, cioè indicano una minore concentrazione delle aziende nelle mani della minoranza agiata. Le località del primo tipo dispongono di una maggior quantità di terra, sono località rigorosamente agricole (nel governatorato di Perm sono state indi- cate le zone agricole dei distretti), con colture di carattere esten- sivo. Dato questo carattere delPagricolturà, la disgregazione della popolazione contadina viene calcolata facilmente, e perciò risulta con chiarezza. Viceversa, nelle località del secondo tipo vediamo, da una parte, uno sviluppo dell’agricoltura mercantile di cui i nostri dati non tengono conto, per esempio le superfici coltivate a LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 125 canapa nel governatorato di Oriol. Dall’altra parte, vi vediamo Timmensa importanza delle «industrie», sia come lavoro a sa- lario (distretto di Zadonsk nel governatorato di Voroniez) sia come occupazioni non agricole (governatorato di Nizni Novgorod). L’importanza di entrambe queste circostanze nella questione della disgregazione della popolazione contadina dedita all’agricoltura è immensa. Della prima (differenza delle forme dell’agricoltura mer- cantile e del progresso agricolo nelle diverse località) abbiamo già parlato. L’importanza della seconda (ruolo delle « industrie ») non c meno evidente. Se in una determinata località la massa della popolazione contadina si compone di salariati fissi, di giornalieri o salariati che esercitano un’industria e hanno un pezzo di terra, la disgregazione della popolazione contadina dedita allagricoltura vi si manifesterà, naturalmente, in maniera molto debole * Ma per dare un’idea esatta della situazione si devono confrontare questi tipici rappresentanti del proletariato rurale coi tipici rappresen- tanti della borghesia contadina. Il giornaliero di Voroniez, che ha un pezzo di terra e va nel mezzogiorno in cerca di un’« occupa- zione », dev’essere confrontato con il contadino della Tauride, che coltiva seminativi sterminati. Il carpentiere di Kaluga, Nizni Novgorod, Iaroslavl dev’essere confrontato con l’orticultore o il contadino di Iaroslavl e di Mosca, che tiene il bestiame per ven- dere il latte, ecc. Così, inoltre, se la massa dei contadini locali è occupata nell’industria di trasformazione, ricavando dai suoi nudici solo una piccola parte dei mezzi di sostentamento, i dati sulla disgregazione della popolazione contadina dedita all’agricoltura devono essere completati con quelli sulla disgregazione della popo- lazione contadina dedita alle industrie. Ci occuperemo di quest 'ul- tima questione nel quinto capitolo; per il momento, invece, ci interessa solo la disgregazione della popolazione contadina tipica- mente agricola. * È molto probabile che nei governatorati centrali delle terre nere, come quelli di Oriol, Voroniez ecc., la disgregazione della popolazione contadina sia effettiva- mente molto più debole, data la scarsità di terre, il peso delle imposte, nonché il forte sviluppo delle otrabothj\ queste sono .tutte condizioni che frenano la disgregazione. I2Ó LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA X Dati complessivi della statistica degli zemstvo e del censimento militare dei cavalli 41 Abbiamo dimostrato che i rapporti fra il gruppo superiore di contadini e quello inferiore presentano precisamente i tratti carat- teristici dei rapporti tra la borghesia rurale e il proletariato rurale, che questi rapporti sono notevolmente omogenei nelle località più diverse e s’incontrano nelle condizioni più diverse; che per- fino le espressioni numeriche di questi rapporti (cioè le percen- tuali dei gruppi sul seminativo, il bestiame, ecc.) oscillano entro limiti relativamente molto piccoli. Sorge spontanea la domanda: in che misura si possono utilizzare questi dati sui rapporti fra i gruppi nelle diverse località per avere un quadro dei gruppi in cui si divide tutta la popolazione contadina russa? In altri ter- mini: in base a quali dati ci si può fare un’idea della composi- zione e del rapporto reciproco esistente fra il gruppo superiore e quello inferiore relativamente a tutta la popolazione contadina russa ? Di questi dati ne abbiamo molto pochi, giacche in Russia non si effettuano censimenti agricoli che sottopongano ad indagine generale tutte le aziende agricole del paese. L’unico materiale per farsi un’idea dei gruppi di aziende in cui si dividono i nostri contadini è rappresentato dai dati complessivi delle statistiche degli zemstvo e del censimento militare dei cavalli sulla distri- buzione del bestiame da lavoro (o dei cavalli) fra le famiglie con- tadine. Per quanto questo materiale sia scarso, è nondimeno pos- sibile trarne conclusioni non prive di interesse (naturalmente molto generali, approssimative, generiche), grazie soprattutto al fatto che i rapporti fra i contadini con molti e quelli con pochi cavalli sono già stati analizzati e si sono dimostrati notevolmente omo- genei nelle località più diverse. A quanto risulta dal Compendio statistico di dati economici desunti dai censimenti per fuoco degli zemstvo del signor Blago- vesteenski (voi. I, L'azienda contadina , Mosca, 1893) 42 > i censi- LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA I2 7 menti degli zemstvo abbracciano 123 distretti di 22 governatorati, con 2.983733 famiglie contadine e 17.996.317 abitanti di ambo i sessi. Ma i dati sulla ripartizione delle famiglie in base al bestiame da lavoro non sono dappertutto omogenei. E precisamente: in tre governatorati dobbiamo scartare 11 distretti** per i quali la ripartizione è stata effettuata non in quattro, ma solo in tre gruppi. Per gli altri 112 distretti di 21 governatorati , invece, abbiamo ricavato i seguenti dati complessivi, riferentisi a quasi 2,5 milioni di famiglie con 15 milioni di unità: Gruppi di aziende Fuochi % dei fuochi Capi di bestiame da lavoro ** Bestiame da 1 avoro in complesso % Capi di bestiame da lavoro per fuoco senza bestiame da lav. 613.238 24,7 ) con 1 capo di beat, da lav. 712.256 53,3 28,6 \ 712.256 18,6 1.0 » 2 capi » » » » 645.900 26,0 1.291.800 33,7 2.0 » 3 e più capi di best. da lavoro 515.521 20,7 1.824.969 47,7 3.5 In complesso 2.4*6.915 100 3.829.025 100 1.5 Questi dati abbracciano poco meno di un quarto del numero complessivo delle famiglie contadine della Russia europea (il Compendio di materiali statistici relativi alla situazione economica della popolazione rurale nella Russia europea y — pubblicazione della cancelleria del Comitato dei ministri, Pietroburgo, 1894 — calcola che nei 50 governatorati della Russia europea vi siano nelle volosti 11*223.962 famiglie, di cui 10.589.967 contadine). Per tutta la Russia abbiamo i dati sulla ripartizione dei cavalli fra i contadini nella Statistica dell’ Impero russo , XX: Censimento militare dei * 5 distretti del governatorato di Saratov, 5 del governatorato di Samara e 1 del governatorato della Bessarabia. ** Coi cavalli vengono qui conteggiati anche i buoi, ponendo un paio di buoi uguale a 1. 128 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA cavalli del 1888 (Pietroburgo, 1891), nonché nella Statistica del- l'Impero Russo, XXXI: Censimento militare dei cavalli del i8yi (Pietroburgo, 1894). La prima di queste pubblicazioni contiene l’elaborazione dei dati raccolti nel 1888 in 41 governatorati (ivi compresi i io governatorati del Regno di Polonia), e la seconda in 18 governatorati della Russia europea più il Caucaso, la Steppa dei Calmucchi e la Regione dell’Esercito del Don. Considerando 49 governatorati della Russia europea (per la regione del Don i dati non sono completi) e riunendo i dati del 1888 e del 1891, otteniamo il quadro seguente della ripartizione del numero complessivo dei cavalli appartenenti ai contadini delle comunità di villaggio , In 49 governatorati della Russia europea Famiglie contadine Cavalli Gruppi di aziende in com- plesso O/ /O in com- plesso % per fuoco senza cavalli .... 2.777.405 27.3 , Ì55,9 - - - con 1 cavallo .... 2.909.042 28.6 J 2.909.042 17,2 1.0 * 2 cavalli .... 2.247.827 22,1 4.495.654 26,5 2.0 a 3 » 1.072.298 10,6} V 22.0 3.216.894 18.9 1 > 56,3 3,0 a 4 e piii cavalli 1,155.907 11,4) 6.339.198 37,4 1 5,4 in compitai o 10.162.559 100 16.960.788 IOU 1,6 Per tutta la Russia la ripartizione dei cavalli da lavoro fra i contadini risulta dunque molto vicina a quel grado di disgrega- zione « media » che abbiamo calcolato più sopra nel nostro dia- gramma. In realtà la disgregazione risulta persino un po’ più pro- fonda : il 22% delle famiglie (2,2 milioni di famiglie su 10,2 milioni) accentra nelle proprie mani 9,5 milioni di cavalli su 17 milioni, cioè il 56,3 % del loro numero complessivo. Una massa ingente di 2,8 milioni di famiglie è completamente priva di cavalli, LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA I2 9 mentre 2,9 milioni di famiglie con un solo cavallo posseggono solo il 17,2 % del numero complessivo dei cavalli *. Basandoci sul fatto che i rapporti fra i gruppi sono governati da leggi, possiamo ora determinare il vero significato di questi dati. Se un quinto delle famiglie accentra la metà del numero com- plessivo dei cavalli, se ne può concludere, senza tema di errore, che esse detengono non meno (e molto probabilmente più) della metà di tutta la produzione agricola dei contadini. Questa con- centrazione della produzione è possibile solo con l’accentramento nelle mani di questi contadini agiati della maggior parte delle terre acquistate e deH’affitto contadino sia di terre fuori dei nadìel che di terre dei nadìel. Ed è proprio questa minoranza agiata quella che soprattutto compra e prende terre in affitto, benché sia senza dubbio la meglio provveduta in fatto di terra dei nadìel ’. Se il contadino russo <( medio » nelle annate migliori riesce a mala- pena a sbarcare il lunario (e con certezza non si sa nemmeno se ci riesca), questa minoranza agiata, che possiede molto più terra dello strato intermedio, non solo paga tutte le spese con i proventi della propria azienda indipendente, ma ottiene anche delle ecce- denze. E questo significa che essa produce merci, che essa produce derrate per la vendita. Ma c'è di più : essa si trasforma in borghesia rurale, unendo ad un'azienda agricola relativamente grande im- prese industriali e commerciali : abbiamo visto che sono precisa- mente queste le « industrie » più tipiche del contadino russo « in- traprendente ». Nonostante che le famiglie siano più numerose e quindi sia maggiore il numero dei membri della famiglia che lavo- rano (sono questi i tratti caratteristici dei contadini agiati, e ad un quinto delle famiglie deve appartenere una parte maggiore della * Ci si può fare un’idea di come varii la ripartizione dei cavalli fra i con- tadini in questi ultimi tempi in base ai seguenti dati del censimento militare dei cavalli del 1893-1894 ( Statistica deli Impero Russo, XXXVII), In 38 governatorati della Russia europea nel 1893-1894 si avevano 8.288.987 famiglie contadine; di esse 2.641.754, ovvero il 31,9 %, erano senza cavalli, il 31,4 % con un solo cavallo, il 20,2 % con due cavalli, 1 1 8,7 % con tre cavalli, il 7,8 % con quattro e più cavalli. I contadini avevano 11.560.358 cavalli, dì cui il 22,5 % apparteneva ai contadini con un solo cavallo, il 28,9 % ai contadini con due cavalli, il 18,8 c / g ai contadini con tre cavalli e il 29,8 % ai contadini con molti cavalli. Così il 16,5 % dei contadini, ossia i contadini agiaLi, possedeva il 48,6% di tutti i cavalli. 130 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA popolazione, approssimativamente i tre decimi), questa minoranza agiata si avvale del lavoro di salariati fissi e di giornalieri più di chiunque altro. Di tutte le aziende contadine russe che ricorrono all’assunzione di salariati fissi e di giornalieri una considerevole maggioranza deve appartenere a questa minoranza agiata. Siamo autorizzati a trarre questa conclusione sia sulla base della prece- dente analisi che dal confronto dell’aliquota della popolazione che rientra in questo gruppo con l’aliquota del bestiame da lavoro e quindi con quella del seminativo e delle aziende in generale. Solo questa minoranza agiata, infine, può partecipare stabilmente alle « tendenze progressive nell’economia contadina » 4 \ Tale dev’es- sere il rapporto fra questa minoranza e la restante popolazione contadina, ma è ovvio che a seconda della differenza delle condi- zioni agrarie, dei sistemi di conduzione agricola e delle forme del- l’agricoltura mercantile questo rapporto assume un aspetto diverso e si manifesta diversamente*. Una cosa sono le tendenze fonda- mentali della disgregazione contadina, un’altra le sue forme a se- conda delle diverse condizioni locali. La situazione dei contadini senza cavalli e con un solo cavallo è esattamente l’opposto. Abbiamo visto più sopra che le statistiche degli zemstvo classificano anche questi ultimi (e a maggior ragione i primi) fra il proletariato rurale. Perciò non c’è alcuna esagera- zione nel nostro calcolo approssimativo, che classifica fra il prole- tariato rurale tutti i contadini senza cavalli e circa i tre quarti dei contadini con un solo cavallo (circa la metà del numero com- plessivo delle famiglie). Questi contadini sono i meno forniti di terra dei nadiel , che il più delle volte cedono perchè non hanno inventario, sementi, ecc. Di tutte le terre prese in affìtto e comprate dai contadini toccano loro le misere briciole. Con le loro aziende non riescono mai a sfamarsi, e la fonte principale dei mezzi di sostentamento sono le « industrie » o « occupazioni ausiliarie », * È molto probabile, per esempio, che nelle zone in cui si produce latte sia incomparabilmente più giusto il raggruppamento in base al numero delle vacche che non in base al numero di cavalli. Con Policoltura nè l’uno nè l'altro criterio possono essere soddisfacenti, e così via. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA ossia la vendita della propria forza-lavoro. Questa è la classe dei salariati dotati di un pezzo di terra: salariati fissi, giornalieri, manovali, operai edili, ecc. ecc. XI Raffronto dei censimenti militari dei cavalli perii 1888-1891 e il 1896-1900 I censimenti militari dei cavalli del 1896 e del 1899-1901 per- mettono ora di confrontare i dati più recenti con quelli citati sopra. Riunendo i 5 governatorati meridionali (1896) e altri 43 dei rimanenti (1899-1900), otteniamo, per 48 governatorati della Russia europea, i dati seguenti: 1896 — 1900 Famiglie contadine Cavali Cavalli per fuoco Gruppi di aziende in com- plesso % in com- plesso % lenza cavalli .... 3.242.462 29.2) } 59.5 - - - eon 1 cavallo .... 3.361.778 30,3 J 3.361.778 19,9 1,0 » 2 cavalli .... 2,446.731 22,0 4.893.462 28,9 2,0 » 3 » 1.047.900 9.4 > 18,5 3.143.700 18,7 j 51,2 3,0 » 4 e piò .... 1.013.416 9,1 ' 5.476.503 32,5 ’ 5,4 In compitato 11.112.287 100 16.875.443 100 1,5 Per il 1888-1891 abbiamo riportato i dati relativi a 49 gover- natorati. Di essi un solo governatorato, e precisamente quello di Arcangelo, manca di dati più recenti. Detraendo da quelli relativi a tali 49 governatorati i dati che si riferiscono a quest’ultimo, per gli stessi 48 governatorati otterremo, per gli anni 1888-1891, il quadro seguente: i 3 a LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA l 888 — l 8 ()l Famiglie eoo tedine Cavalli Cavalli per fuoco Gruppi di asùende in com- pitano % in coiti* pieno % stazi civili! .... 2.765.970 27,3. 55, B - - - eoa 1 cavillo .... 2.B85.192 28,5 2.885.192 17,1 1 » 2 civili! . , , , 2.240.574 22,2 4.481.148 26,5 2 » 3 a 1.070.250 10,6 i 22,0 3.210.750 18,9 t 56,4 3 m 4 « più .... 1.154.674 11,4 j 6.333.106 37,5 t 5,5 In compililo 10.116.660 100 16.910.196 100 1,6 Il confronto fra il 1888-1891 e il 1896-1900 indica la crescente espropriazione dei contadini. Il numero delle famiglie è aumentato di quasi un milione. Il numero dei cavalli è diminuito, sebbene in misura molto lieve. Il numero delle famiglie senza cavalli c aumentato con particolare rapidità e la loro percentuale è salita dal 27,3% al 29,2%. Invece di 5,6 milioni, i contadini poveri (senza cavalli e con un solo cavallo) sono ormai 6,6 milioni. L’in- tiero incremento del numero delle famiglie è andato ad aumentare il numero delle famiglie dei contadini poveri. La percentuale delle famiglie ricche per il numero dei cavalli è diminuita. I contadini con molti cavalli sono ormai soltanto 2,0 milioni anziché 2,2 mi- lioni. Il numero delle famiglie medie e agiate prese assieme (con 2 e piò cavalli) è rimasto quasi immutato (4.465.000 nel 1888-1891, 4.508 000 nel 1896-1900). Da questi dati si traggono quindi le seguenti conclusioni. L'aumento della miseria e deirespropriazione dei contadini è fuori dubbio. Quanto al rapporto fra il gruppo superiore e quello inferiore dei contadini, esso è rimasto quasi invariato. Se noi, in base ai procedimenti sopra descritti, formiamo dei gruppi inferiori costituiti dal 50 °/ 0 delle famiglie e dei gruppi superiori costituiti dal 20 % delle famiglie, otterremo quanto segue. Nel 1888-1891 il 50 % delle LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA *33 famiglie, ossia le famiglie dei contadini poveri, aveva il 13,7 % dei cavalli. Il 20 %, ossia i ricchi, ne aveva il 52,6 %. Nel 1896-1900 il 50 °/ c delle famiglie, ossia le famiglie dei contadini poveri, aveva ancora il 13,7 % del numero complessivo dei cavalli dei contadini, mentre il 20 %, ossia i ricchi, ne aveva il 53,2 %. Il rapporto fra i gruppi, quindi, è rimasto pressoché invariato. Infine, tutti i contadini nel loro insieme sono divenuti più poveri di cavalli. Dei contadini con molti cavalli sono diminuiti sia il numero complessivo che la percentuale. Da una parte, que- sto significa, evidentemente, che tutta l’economia contadina della Russia europea è in declino. Dall’altra parte, non si può dimenti- care che in Russia il numero dei cavalli impiegati nell’agricoltura è anormalmente alto rispetto alla superficie coltivata. Nè, in un paese di piccoli contadini, potrebbe essere diversamente. La dimi- nuzione del numero dei cavalli rappresenta, quindi, fino a un certo punto, un « ripristino del rapporto normale fra il bestiame da lavoro e la quantità dell arativo » della borghesia contadina (cfr. a questo proposito i ragionamenti del signor V. V. riportati più sopra, nel secondo capitolo, § I). Non sarà fuori luogo esaminare qui i ragionamenti su questa questione contenuti nei recenti scritti del signor Vikhliaiev ( Profilo della realtà agricola russa , Pietroburgo, edito dalla rivista Kho- ziain) e del signor Cernenkov ( Contributo ad una caratterizzazione deir azienda contadina , fase. I, Mosca, 1905). Essi si sono lasciati a tal punto trascinare dalla varietà delle cifre sulla ripartizione dei cavalli fra i contadini che hanno trasformato l’analisi economica in un esercizio statistico. Invece di studiare i vari tipi di azienda contadina (giornaliero, contadino medio, imprenditore), essi stu- diano da dilettanti le interminabili colonne di cifre, quasi si fossero proposti di far strabiliare il mondo col loro zelo aritmetico. Solo grazie a questo giocare alle cifre il signor Cernenkov ha potuto obiettare che io interpreterei, in modo « preconcetto », la « differenziazione » come un fenomeno nuovo (e non vecchio) e, chissà perchè, immancabilmente capitalistico. Liberissimo il signor Cernenkov di pensare che io tragga conclusioni dalla sta- tistica dimenticando l’economia! che io dimostri qualcosa basan- domi sul solo cambiamento del numero e della ripartizione dei *34 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA cavalli! Per capire la disgregazione della popolazione contadina si deve prendere il tutto nel suo complesso : e l’affitto, e l’acquisto di terre, e le macchine, e le occupazioni ausiliarie, e lo sviluppo dell’agricoltura mercantile, e il lavoro salariato. O che, forse, per il signor Cernenkov nemmeno questi sono fenomeni « nuovi » e « capitalistici » ? XII I dati della statistica degli zemstvo sui bilanci contadini Per concludere sulla questione della disgregazione della popo- lazione contadina esamineremo questo problema ancora da un altro lato, ossia in base ai dati più concreti possibili sui bilanci contadini. Vedremo così con chiarezza quanto siano profonda- mente diversi tra loro i tipi di contadini di cui stiamo parlando. In appendice alla Raccolta di dati di valutazione sul possesso fondiario contadino nei distretti di Zemlians\, Zadons\, Koro- toìa\ e Niznedevits\ (Voroniez, 1889) sono riportati dei «dati statistici sulla composizione e sui bilanci di aziende tipiche » che si distinguono per la loro straordinaria completezza *. Di 67 bilanci ne scartiamo uno perchè assolutamente incompleto (il bilancio n. 14 concernente il distretto di Korotoiak) e dividiamo i restanti in 6 gruppi in base al bestiame da lavoro: a - senza cavalli; b - con 1 cavallo; c - con 2 cavalli; d - con 3 cavalli; e - con 4 cavalli e / - con 5 e più cavalli (d’ora in poi per indicare i gruppi ci serviamo solo di queste lettere : a-f). Il raggruppamento in base a questo cri- terio, veramente, non è del tutto adatto per questa zona (data l’immensa importanza delle « industrie » per le aziende tanto dei gruppi inferiori quanto di quelli superiori), ma ci conviene ser- • Grave difetto di questi dati è, in primo luogo, la mancanza di raggruppa- menti secondo le diverse caratteristiche; in secondo luogo, la mancanza di un testo che fornisca sulle aziende prescelte i dati che non si sono potuti inserire nelle tabelle (un testo del genere accompagna, per esempio, i dati sui bilanci per il distretto di Ostrogozsk). In terzo luogo, l’assoluta mancanza di elaborazione dei dati su tutte le occupazioni non agricole e sulle « occupazioni ausiliarie » di ogni genere (per tutte le « industrie » sono riservate solo quattro colonne , mentre la sola descrizione del vestiario e delle calzature abbraccia 152 colonne!). LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 135 vircene in quanto i dati dei bilanci sono confrontabili con quelli dei censimenti per fuoco sopra ‘esaminati. Questa confrontabilità si può ottenere unicamente dividendo la « popolazione contadina » in gruppi, mentre le «medie» generali e globali hanno un valore del tutto fittizio, come abbiamo già visto e come vedremo ancora *. In proposito osserviamo qui il fenomeno interessante che i dati « medi » dei bilanci quasi sempre caratterizzano l’azienda che si trova a un livello superiore al tipo medio, ossia presentano la realtà in una luce migliore di quella reale **. Questo deriva probabilmente dal fatto che il concetto stesso di « bilancio » presuppone un’azienda che abbia almeno un minimo di stabilità, il che non è facile a trovarsi fra i contadini poveri. A titolo di illustrazione confron- tiamo la ripartizione delle famiglie secondo il bestiame da lavoro in base ai dati dei bilanci e agli altri dati : Numero dei bilanci Gruppi di aziende In ge- nerale % In 4 di- stretti del gov. Voroniez In 9 di- stretti del gov. Voroniez In 112 di- stretti di 21 gover- natorati In 49 go- vernatorati della Russia europea senza bestiame da lav. 12 , 17,9 21,7 24,7 27,3 con 1 capo di best. da lav 18 34,7 31,9 28,6 28,6 a 2 capi a a » » 17 28,6 23,8 26,0 22,1 » 3 t* » a » a 9 13,64 \ ) ) \ \ • 4 a » a a a 5 7,575 >28,79 y 18,8 ) 22,6 ) 20,7 > 22,0 » 5 e più a a 5 7,575' ) ' ’ In compitato 66 100 100 100 100 100 * li signor Stccrbina, per esempio, si serve esclusivamente di queste « medie » sia nelle pubblicazioni dello zemstvo di Voroniez, sia nel suo articolo sui bilanci contadini nel volume L’influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali ecc. ** Questo vale, ad esempio, per i dati dei bilanci concernenti il governatorato di Mosca (Raccolta , voli. VI e VII), il governatorato di Vladimir (Le industrie del governatorato di Vladimir) , il distretto di Ostrogozsk, governatorato di Voro- nìcz ( Raccolta , voi. Il, fase. II) e particolarmente per i bilanci riportati nei Lavori della commissione per lo studio dell'industria artigiana ** (per i governatorati dì Viatka, Kherson, Nizni Novgorod, Perm ed altri). I bilanci dei signori Karpov e i3 6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Da questa tabella risulta chiaramente che i dati dei bilanci si possono utilizzare solo calcolando le medie per ogni singolo gruppo di contadini. Ed è appunto ad una elaborazione di questo genere che abbiamo sottoposto i dati indicati. Li suddividiamo in tre ru- briche: A) risultati generali dei bilanci; B) caratterizzazione del- Tagricoltura contadina e C) caratterizzazione del tenore di vita. A) I dati generali sulFammontare delle spese e delle entrate sono i seguenti : Compo- nenti per famìglia m. • f. Calcolo per azienda (in rubli) in complesso reddito netto in denaro saldo debiti (in rubli) arre- trati entrata uscita entrata uscita ■) 4,08 118,10 109,08 9,02 64,57 62,29 + 2,28 5,83 16,58 b) 4,94 178,12 174,26 3,86 73,75 80,99 — 7,24 11,16 8,97 «) 8,23 429,72 379,17 50,55 196,72 165,22 + 31,50 13,73 5,93 d) 13,00 753,19 632,36 120,83 318,85 262,23 + 56,62 13,67 2,22 14,20 978,66 937,30 41,36 398,48 439,86 -41,38 42,00 - n 16,00 1.766,79 1.593,77 173,02 1.047,26 959,20 +88,06 210,00 6 8,27 491,44 443,00 48,44 235,53 217,70 + 17,83 28,60 7.74 La differenza tra i bilanci dei vari gruppi è quindi enorme; an- che tralasciando i gruppi estremi, il bilancio di e supera sempre di oltre cinque volte quello di b , mentre in e il numero dei compo- nenti la famiglia non supera nemmeno di tre volte quello di b. Esaminiamo la ripartizione delle spese * : Manokhin nei citati Lavori e anche quelli del signor P. Semionov (nella Raccolta dì materiali per lo studio della comunità di villaggio , Pietroburgo, IMO) e del signor Osadcì (La volost di Stcerbakpv t distretto di Jelisavetgrad , governatorato dì Kher - sor») si distinguono vantaggiosamente per il fatto che definiscono i vari gruppi di contadini. • La Raccolta distingue tutte « le spese per i bisogni personali e aziendali tranne il cibo » dalle spese per il mantenimento del bestiame; inoltre nella prima rubrica vengono date le une accanto alle altre, per esempio, le spese per l’illumi- nazione e quelle per TafHtto. È evidente che questo è sbagliato. Noi abbiamo distinto il consumo individuale da quello aziendale (produttivo) classificando in LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA *37 Spese medie per azienda Per Palimeli, tazionc Per il restante consumo individuale QJBI Tributi ed obblighi In complesso 1 rubli D mg D ^^9 IH H rubli ID 0 55,89 17,51 16,05 15,12 13,87 15,47 14,19 109,08 100 WM 46,47 17,19 9,87 50,32 33,46 17,77 174,26 100 Bfl 47,77 44,62 11,77 121,42 32,02 32,02 8,44 379,17 100 <*) 283,65 44,86 76,77 12,14 222,39 35,17 49,55 7,83 632,36 100 373,81 39,88 147,83 15,77 347,76 37,12 67,90 7.23 937,30 100 n 447,83 28,10 82,76 5,19 976,84 61,29 86,34 5.42 1.S93.77 100 180,75 40,80 47,30 10,68 180,60 40,77 34,35 7,75 443.00 100 È sufficiente paragonare le spese per l’azienda con la spesa com- plessiva di ogni gruppo per vedere che qui figurano dinanzi a noi tanto dei proletari che dei padroni : in a la spesa per l’azienda costituisce solo il 14 °/ Q della spesa complessiva, mentre in / costi- tuisce il 61 %. Superfluo parlare delle differenze esistenti nell’am- montare assoluto delle spese per l’azienda . Questa spesa è irrisoria non solo per il contadino senza cavalli, ma anche per quello con un solo cavallo, e il « padrone » con un solo cavallo è assai più vicino al tipo solito (nei paesi capitalistici) del salariato e del gior- naliero con un pezzo di terra. Riceviamo inoltre le differenze molto notevoli nella percentuale delle spese per l’alimentazione (in a quasi il doppio che in /): come è noto, questa percentuale così elevata attesta un basso tenore di vita e costituisce la differenza più marcata fra il bilancio del « padrone » e quello del Voperaio. quest'ultimo le spese per il catrame, le funi, la ferratura dei cavalli, la ripara- zione dei fabbricati, l'inventario, i linimenti, quelle per i lavoratori c i lavori a cottimo, per il mandriano, per l'affìtto della terra e per il mantenimento del bestiame e del pollame. IO -- 574 138 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Prendiamo ora la ripartizione delle entrate * : Entrata media per azienda Proventi delle « industrie » dell’ agri coltura 41 delle « indu- strie > residui degli anni pre- cedenti in com- plesso « delle in- dustrie indivi- duali» ) 127,69 49,22 1,21 178,12 35,08 6 2,08 6,06 «) 287,40 108,21 34,11 429,72 64,59 17,65 14,41 11,56 d) 496,52 146,67 110,00 753,19 48,77 22,22 48,86 26,80 e) 698,06 247,60 33,00 978,66 112,00 100,00 35,00 0,60 0 698,39 975,20 93,20 1.766,79 146,00 34,00 754,40 40,80 292,74 164,67 34,03 491,44 59,09 19,36 70,75 15,47 L’entrata delle « industrie » supera quella complessiva dovuta all’agricoltura nei due gruppi estremi: proletari senza cavalli e imprenditori agricoli. Naturalmente, le « industrie individuali » dei gruppi contadini inferiori sono costituite principalmente dal lavoro salariato, e fra le « entrate varie » la voce principale è costituita dall ' entrata che proviene dalla terra data in affitto. Nel numero complessivo dei « padroni » rientrano addirittura alcuni contadini la cui entrata proveniente dalla terra data in affìtto è appena inferiore, e talvolta anche superiore, all’entrata complessiva pro- veniente dall’esercizio dell’agricoltura: per un contadino senza cavalli, per esempio, l’entrata complessiva dell’agricoltura è di 61,9 rubli, mentre dalla terra in affìtto ricava 40 rubli; un altro # « I residui degli anni precedenti » sono costituiti da grano (residui in natura) e da denaro; qui viene data la somma complessiva, poiché abbiamo a che fare con spese ed entrate complessive sia in natura che in denaro. Le quattro rubriche delle « industrie » sono prese dai titoli della Raccolta , che sulle « industrie » non dà nicnt'altro. Osserviamo che nel gruppo e evidentemente si deve classificare tra le imprese industriali anche il lavoro dei carrettieri, che procura a due padroni di questo gruppo 250 rubli di entrate a testa; uno di questi padroni impiega un salariato. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA f 39 dall’agricoltura ricava 31,9 rubli e 40 dalla terra data in affitto. Non si deve dimenticare, inoltre, che l’entrata della terra data in affitto o dell’attività di salariato agricolo va interamente a soddi- sfare i bisogni personali del « contadino », e che dall’entrata com- plessiva dell’agricoltura bisogna detrarre le spese per l’azienda agricola. Fatta questa detrazione, otterremo per il contadino senza cavalli un’entrata netta dell’agricoltura di 41,99 rubli e un’entrata delle « industrie » di 59,04 rubli; per il contadino con un solo cavallo otteniamo rispettivamente 69,37 e 49,32 rubli. Già il sem- plice confronto tra queste cifre indica che ci troviamo dinanzi a tipi di operai agricoli con un pezzo di terra che copre una parte delle spese di sostentamento (il che fa ridurre il salario). Confondere questi tipi coi coltivatori (agricoltori ed industriali) significa vio- lare clamorosamente tutte le esigenze dell’indagine scientifica. All’altro polo della campagna vediamo precisamente dei col- tivatori che all’azienda agricola indipendente uniscono opera- zioni industriali e commerciali che procurano un reddito con- siderevole (relativamente all’attuale tenore di vita), che arriva persino ad alcune centinaia di rubli. L’assoluta indeterminatezza della rubrica « industrie individuali » ci nasconde le differenze esi- stenti a questo riguardo fra - i gruppi inferiori e quelli superiori, ma le stesse entrate provenienti da queste « industrie individuali » indicano già di per se quanto questa differenza sia profonda (ri- cordiamo che nella categoria delle « industrie individuali » della statistica di Voroniez possono rientrare e l’accattonaggio, e il lavoro salariato agricolo, e l’impiego di un fattore, di un amministra- tore, ecc. ecc.). In base alle entrate nette si distinguono ancora una volta molto chiaramente i contadini senza cavalli e con un solo cavallo, che hanno i « residui » più miseri (102 rubli) e perfino dei deficit nel bilancio in denaro. Le risorse di questi contadini non sono superiori, se non sono inferiori, a quelle degli operai salariati. Solo a partire dai contadini con due cavalli vediamo una qualche entrata netta c dei residui di alcune decine di rubli (senza di cui non si può nemmeno parlare di un minimo di conduzione razionale dell’azienda). Le entrate nette dei contadini agiati ammontano a 10 140 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA una somma tale (120-170 rubli) che li distingue decisamente dal livello generale della classe operaia russa *. Si capisce che se si mettono insieme operai e coltivatori e si fa un bilancio « medio » si ha il quadro di un « benessere mo- derato » e di un reddito netto « moderato » : 491 rubli d’en- trata, 443 di uscita, 48 rubli di eccedenza, di cui 18 in denaro. Una simile media, però, è del tutto fittizia. Essa si limita a na- scondere la completa miseria della massa dei contadini del gruppo inferiore (a e b t ossia 30 bilanci su 66), che, dato il reddito insigni- ficante (120-180 rubli di entrata complessiva per famiglia), non sono in grado di sbarcare il lunario e tirano avanti soprattutto lavorando come salariati fissi e giornalieri. Il calcolo esatto delle entrate e delle uscite in denaro e in na- tura ci dà la possibilità di determinare il rapporto esistente fra la disgregazione della popolazione contadina e il mercato , per il quale importano solo Ventrata e l’uscita in denaro. La quota della parte monetaria nel bilancio generale è per i vari gruppi la seguente : Percentuale della parte monetaria delTuscita dell’entrata rispetto alla spesa complessiva all'entrata complessiva a) 57,10 54,6 b) 46,47 41,4 c) 43,57 45,7 d) 41,47 42,3 e) 46,93 40,9 f) 60,18 59,2 49.14 47,9 * Un’eccezione apparente è costituita dalla categoria e col suo fortissimo deficit (41 rubli), coperto tuttavia dai prestiti. La cosa si spiega con il fatto che in tre famiglie (delle cinque di questa categoria) ci sono stati sei sposalizi, che sono costati 200 rubli. (Deficit complessivo delle cinque famiglie = 206 rubli c 90 cope- chi). Perciò le spese di questo gruppo per il consumo individuale, tranne il cibo, sono aumentate fino a raggiungere la cifra molto alta di io rubli c 41 copechi per ciascun membro della famiglia, mentre in qualsiasi altro gruppo, compresi i ricchi (/), questa spesa non raggiunge mai neanche i 6 rubli. Per conseguenza questo deficit riveste un carattere del tutto opposto a quello dei contadini poveri. Si tratta di un deficit che deriva non dall 'impossibilità di soddisfare i bisogni minimi, ma da un aumento dei bisogni sproporzionato al reddito dcU’anno in esame. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA M 1 Vediamo quindi che la percentuale dell’entrata e della spesa in denaro (e questo vale soprattutto per la spesa) aumenta passando dai gruppi medi a quelli estremi. Il carattere commerciale espresso più nettamente lo presentano le aziende del coltivatore senza cavalli e di quello con molti cavalli, il che significa che entrambi vivono principalmente vendendo merce, solo che per l’uno questa merce è la sua forza-lavoro, mentre per l’altro è un prodotto creato per la vendita con un impiego rilevante (come vedremo) di lavoro salariato, cioè un prodotto che assume la forma di capitale. In altri termini, anche questi bilanci ci mostrano che la disgregazione della popolazione contadina crea il mercato interno per il capita- lismo, trasformando il contadino da una parte in salariato agricolo e dall’altra in piccolo produttore di merci, in piccolo borghese. Un’altra conclusione non meno importante desumibile da que- sti dati è che in tutti i gruppi della popolazione contadina V azienda si è già trasformata in misura molto notevole in azienda mer- cantile ed è venuta a dipendere dal mercato: in nessun luogo la parte monetaria delle entrate e delle uscite scende al di sotto del 40%. E questa percentuale deve considerarsi alta, poiché si tratta delle entrate complessive di piccoli agricoltori, in cui è stato calcolato persino il mantenimento del bestiame, cioè la paglia, la pula, ecc. * ** . È evidentp che perfino i contadini della zona cen- trale della fascia delle terre nere (dove l’economia monetaria in generale è sviluppata più debolmente che nella zona industriale o nelle regioni steppose periferiche) non possono assolutamente più esistere senza la compra-vendita, si trovano già in condizioni di totale dipendenza dal mercato, dal potere del denaro . Superfluo dire quale immensa importanza rivesta questo fatto, e in che pro- fondo errore incorrano i nostri populisti, quando, trascinati dalle loro simpatie per leconomia naturale, ormai scomparsa irrime- diabilmente, cercano di tacerlo # *. Nella società odierna non si • La spesa per il mantenimento del bestiame è quasi tutta in natura: su 6.316,21 rubli destinati a tale scopo da tutte le 66 aziende sono stati spesi solo 1535,2 rubli in denaro, di cui 1102,5 rubli da un coltivatore imprenditore che tiene 20 cavalli, evidentemente a scopi industriali. ** Questo errore è stato commesso con particolare frequenza nel dibattito (del 1897) sull’ importanza del basso prezzo dei cereali 48 . 142 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA può vivere senza vendere, e tutto ciò che intralcia lo sviluppo dell’economia mercantile porta solo ad un peggioramento della situazione dei produttori. «Gli svantaggi del modo di produzione capitalistico — dice Marx a proposito del contadino — coinci- dono qui dunque con gli svantaggi derivanti dall’imperfetto svi- luppo del modo di produzione capitalistico. Il contadino diviene commerciante e industriale senza le condizioni in base alle quali può produrre il suo prodotto come merce » ( Das Kapital , III, 2, p. 346. Trad. russa, p. 671 ) 47 . Notiamo che i dati dei bilanci smentiscono in pieno la conce- zione, ancora abbastanza diffusa, che attribuisce una funzione importante, per quel che concerne lo sviluppo deireconomia mer- cantile, ai tributi. Senza dubbio gli obroki e i tributi in denaro furono a loro tempo un importante fattore di sviluppo dello scam- bio, ma oggi l’economia mercantile si è già pienamente affermata e la suindicata importanza dei tributi viene relegata di gran lunga in secondo piano. Se confrontiamo la spesa per tributi ed obblighi con la spesa monetaria complessiva dei contadini, otteniamo il rapporto 15,8% (e gruppo per gruppo: a - 24,8 %; b - .21,9%; c - 19,3 %\d - 18,8 %; e - 15,4 % e / - 9,0 %). Quindi la spesa massima per i tributi è tre volte minore della restante spesa in denaro obbligatoria per il contadino nelle odierne condizioni dei- reconomia sociale. Se invece parleremo non della funzione dei tributi nello sviluppo dello scambio, ma del loro rapporto con Pen- nata, vedremo che si tratta di un rapporto eccessivamente alto. Con quanta forza gravino sul contadino odierno le tradizioni del- Pepoca anteriore alla riforma si scorge con la massima evidenza nelPesistenza di tributi che assorbono un settimo della spesa com- plessiva del piccolo agricoltore, o persino del salariato fisso dotato di nadiel. Inoltre la ripartizione dei tributi all’interno AtWobstcina rivela una sorprendente ineguaglianza : quanto più il contadino è agiato tanto meno i tributi incidono sulla sua spesa complessiva. Il contadino senza cavalli paga rispetto alle sue entrate quasi tre volte di più del contadino con molti cavalli (cfr. sopra la tabella sulla ripartizione delle spese). Parliamo della ripartizione dei tributi all’in terno dcWobstcina perchè, quando si calcoli Pammontare dei tributi e degli obblighi per una desiatina del nadiel , si vede che LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA M3 risulta quasi eguale per tutti i membri AtWobstcina. Dopo tutto ciò che è stato esposto in precedenza, non ci deve meravigliare questa incongruenza; essa è inevitabile nella nostra obsteina , finché que- st 'obsteina conserva il suo carattere di associazione obbligatoria, di tiaglò. Come è noto, i contadini dividono tutti i tributi in base alla terra: l’aliquota dei tributi e l’aliquota della terra si fondono per loro nel concetto unico di « anima » *. Frattanto la disgregazione della popolazione contadina porta oggi, come abbiamo visto, ad una riduzione della funzione della terra dei nadìel in entrambi i poli della campagna. È naturale che in queste condizioni la riparti- zione dei tributi (inscindibilmente legata al carattere obbligatorio AtWobstcina) in base alla terra del nadìel porti a far pesare i tributi stessi sui contadini poveri anziché su quelli ricchi. L "obsteina (cioè la responsabilità collettiva e la mancanza del diritto di rinunciare alla terra) diviene sempre più dannosa per i contadini poveri **. B) Passando alla caratterizzazione dell’agricoltura contadina, riportiamo innanzitutto i dati complessivi sulle aziende: 1 Numero dei com- ponenti di una famiglia m. e f. Lavoratori per famiglia b Numero dei coltivatori baditi Semin.p. fuoco (in desiatine) ili 4 fi Iti Hi *2 t 1 m‘C -5 !jr * ■ a ^.s 1 cu ’E ■B I I 2 i g£‘i 5-v£ « | II « .Sa 11 1} SI E* S la. ìli g Is A 0 a 0 "O .5 cu^.9 HI a 6 • il! 5.» :s2 IH m « B 8 a W •) 12 4,08 ~ — 1 — 5 — 5.9 1,48 — 1,48 0,36 l>) 18 4,94 1 0,17 1,17 3 3 5 7,4 2,84 0,58 3,42 0,69 20.5 c) 17 8,23 2,17 0,12 2,29 2 — 9 12,7 5,62 1,31 6,93 0,64 23,4 a) 9 13,00 2,66 0,22 2,88 2 - 6 18,5 8,73 2,65 11,38 0,87 30,4 e ) 5 14,20 3,2 0,2 3,4 1 - 5 22,9 11,18 6,92 18,10 1,27 61,9 0 In 5 16,00 3,2 1,2 4,4 2 — 5 23 10,50 10,58 21,08 1,32 100,7 com- pa- io 66 8,27 1,86 0,21 2,07 10 8 30 12.4 5,32 2,18 7,5 0,91 41,0 # Cfr. V. Orlov, L’azienda contadina , in Raccolta di dati statistici per il gover- natorato di Mosca , voi. IV, fase. I; Trirogov, La comunità contadina e il testatico ; Keussler, Zur Geschichte und Kriti\ des bàuerlichen Gemeindebesitzes in Russland\ V. La comunità contadina (in Risultati della statistica degli zemstvo , voi. I). # * È ovvio che un danno ancora maggiore verrà arrecato ai contadini poveri dalla distruzione òt\Y obsteina effettuata da Stolypin (novembre 1906) 4ft . È l’« enri- 144 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Da questa tabella risulta che i rapporti fra i gruppi — per quanto riguarda la terra data e presa in affitto, il numero dei com- ponenti la famiglia, la superficie del seminativo, l’assunzione di salariati, ecc. — sono assolutamente dello stesso tipo, sia in base ai dati dei bilanci che in base ai dati generali sopra esaminati. Ma c’è di più: anche i dati assoluti sull’azienda di ciascun gruppo risultano molto vicini ai dati per intieri distretti. Ecco il raffronto fra i dati dei bilanci e quelli sopra esaminati : Media per fuoco * Contadini lenza cavalli | Contadini con un solo cavallo | terra presa in affitto (desiatine) II il j' s 1 * li ili unità per famiglia m. e f. ili ni •5-3 J « 2, ■2.2 ! lìì ;s 3 Bilanci 4,1 — 1,5 0,8 4,9 0,6 3,4 2,6 4 distr. del gov. di Voroniez .... 4,4 0,1 1,4 0,6 5,9 0,7 3,4 2,7 Distr. di Novou- zensk, gov. di Samara , . . . 3,9 0.3 2,1 0,5 4,7 1,4 5,0 1,9 4 distr. del govcr. di Saratov . . . 3,9 0,4 1,2 0,5 5,1 1,6 4,5 2,3 Diatr. di Kamyacin, gov. di Saratov 3 distr. del gov. di Ntzni Novgorod 4,2 0.3 M 0,6 5,1 1.6 5,0 2,3 4,1 0.2 1.8 0,7 5.2 1,1 4,4 2,4 2 diatr. del gov. di Orio! 4,4 0.1 ? 0,5 r -.7 1.0 ? 2,3 La situazione del contadino senza cavalli e con un solo cavallo in tutte le località indicate risulta quindi quasi identica; quindi i dati dei bilanci possono considerarsi abbastanza tipici. Riportiamo i dati sul patrimonio e l’in ventarlo dell’azienda contadina dei diversi gruppi. chissez-vous » russo; cento neri e contadini ricchi saccheggiate a tutto spiano, purché appoggiate il traballante assolutismo! ( Nota alla li edizione ). * Nel governatorato di Voroniez l’estensione del. seminativo non si riferisce ai quattro distretti, ma al solo distretto di Zadonsk. Val LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA nnnotzaj-cad izza.ii -1» i]9ap aJo[BA 50 50 170,3 pBaoizajjad ; zzali -l» aoa icojpBj III ojoabj «p izzaJUB eo 1 1 1 1 1 ip lAud jnojpHj 00 1 1 1 1 1 OJOAB[ »p 0[[SA.B3 | r- r- « M On nn ìp aJop^A I ra rt m o (oRHidiaoa ni) vpaaiza Jdd OBflo.i5 3urBi)»q [e '«nS9u amaiftag vpnaizv lad iiaouqqaj lap OJ>uin(j 270,3 146 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Questa tabella illustra con chiarezza la differenza esistente fra i diversi gruppi per quanto riguarda l’inventario e il bestiame, diffe- renza di cui abbiamo parlato sopra in base ai dati generali. Vediamo qui una condizione patrimoniale dei diversi gruppi del tutto di- versa; inoltre questa diversità arriva al punto che persino i cavalli del contadino non abbiente e quelli del contadino agiato sono com- pletamente diversi *. 11 contadino con un solo cavallo non possiede un cavallo ma una cc frazione vivente »; è vero però che non è un « quarto di cavallo », no, ma la bellezza di « ventisette cinquanta- duesimi » di cavallo! ** 51 . Prendiamo inoltre i dati sulla ripartizione delle spese per azienda *** : Ripartizione delle spese per azienda (in rubli per fuoco) Per ampliamenti e riparazioni Gruppi Pastore e piccole spese fabbricati Inven- tario e bestiame In com- plesso Affitto Lavora- tori e lavori a cottimo Totale tazione del Lesti uni e In com- plesso *) 0,52 2,63 0.08 2,71 0,25 3,52 7,00 8,12 15,12 b) 2,94 4,59 5,36 9,95 6,25 2,48 21,62 36,70 58,32 «) 5,73 1 14, 38 8.78 23,16 17,41 3,91 50,21 71,21 121,42 d) 12,01 18,22 9,70 27,92 49,32 6,11 95,36 127,03 222,39 «) 19,32 13,60 30,80 44,40 1 102,60 8,20 174,52 173,24 347,76 0 51,42 56,00 75,60 131,80 194,35 09,20 466,77 510,07 976,84 In fom- | ples$o 9.37 13,19 13,14 26,33 35,45 10,54 81,69 98,91 180,60 * Nella letteratura agricola tedesca ci sono delle monografie di Drechslcr che contengono dati sul peso del bestiame dei proprietari terrieri nei diversi gruppi ottenuti in base alla quantità della terra 50 . Questi dati indicano, con risalto ancora maggiore delle cifre da noi citate della statistica russa degli zemstvo , la qualità incomparabilmente peggiore del bestiame dei piccoli contadini rispetto a quello dei grossi e soprattutto dei grandi proprietari fondiari. Spero di elaborare questi dati per la stampa in un avvenire non lontano ( Nota alla 11 edizione ). •* Se si applicassero queste norme di bilancio sul valore dei fabbricati, dell 'in- ventario e del bestiame per i diversi gruppi di contadini ai dati complessivi per 49 governatorati della Russia europea riportati sopra, risulterebbe che un quinto delle famiglie contadine possiede una quantità di mezzi di produzione notevolmente maggiore di tutti gli altri contadini messi assieme. La spesa per il mantenimento del bestiame viene effettuata prevalentemente in natura, mentre le altre spese per l’azienda sono in gran parte effettuate in denaro. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA J 47 Questi dati sono molto eloquenti. Essi ci mostrano all’evidenza la totale miseria dell’ « azienda » non solo del contadino senza cavalli, ma anche di quello con un solo cavallo e la completa erro- neità del metodo usuale di considerare questi contadini assieme ai contadini, poco numerosi ma forti, che per l’azienda spendono centinaia di rubli ed hanno la possibilità ^ di migliorare l’inventario, di assumere qualche « lavoratomelo » e di effettuare un largo « acquisto » di terre, prendendo in affitto terra per 50-100200 rubli all’anno*. Notiamo a questo proposito che la spesa relativamente alta del contadino senza cavalli per « lavoratori e lavori a cottimo » si spiega, con ogni probabilità, col fatto che gli statistici hanno confuso in questa rubrica due cose completamente diverse: l’assun- zione dell’operaio che deve lavorare con l’inventario di chi l’as- sume, ossia l’assunzione del salariato fisso o del giornaliero, e l’as- sunzione del padrone vicino, che deve lavorare con il proprio inventario la terra di chi l’assume. Questi due aspetti di « assun- zione », diametralmente opposti per significato, devono essere ri- gorosamente distinti, come ha fatto, per esempio, V. Orlov (cfr. Raccolta, di dati statistici per il governatorato di Mosca y voi. VI, fase. I). Esaminiamo ora i dati sulle entrate provenienti dall’esercizio dell 'agricoltura, dati che purtroppo nella Raccolta sono stati ela- borati in modo di gran lunga insufficiente (in parte, forse, a causa del loro scarso numero). Così, non è stato elaborato il problema del rendimento; non ci sono dati sulla vendita di ogni tipo di prodotti e sulle condizioni di questa vendita. Limitiamoci perciò alla breve tabella seguente. * Come deve sembrare gradita a un simile « contadino intraprendente » la « teoria dell 'affittanza » del signor Karyscev, che propone affitti a lungo termine, riduzione del canone d'affitto, remunerazione per le migliorie, ecc.l Proprio quello che gli occorre. 148 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Entrata proveniente dall esercizio dell'agricoltura (in rubli) In complesso Entrata in denaro Entrata per azienda dovuta alle industrie Gruppi per azienda a testa per azienda % rispetto all'entrata agricola complessiva •) 57,11 13,98 5,53 9,68 59,04 b) 127,69 25,82 23,69 18,55 49,22 *0 287,40 34,88 54,40 18,93 108,21 d) 496,52 38,19 91,63 18,45 146,67 •) 696,06 49,16 133,88 19,17 247,60 0 698,39 43,65 42,06 6,02 975,20 292,74 35,38 47,31 16,16 164,67 In questa tabella balza subito agli occhi una stridente eccezione : Tenorine diminuzione della percentuale delle entrate in denaro provenienti dalFesercizio dell’agricoltura nel gruppo superiore, no- nostante la maggiore estensione del seminativo. L’azienda agricola più vasta sarebbe dunque, a quanto pare, la più legata all’economia naturale. È estremamente interessante osservare un po’ da vicino quest’apparente eccezione, che lumeggia la questione molto im- portante del legame esistente fra l’agricoltura e le « industrie » a carattere d’impresa. Come abbiamo già visto, l’importanza delle industrie di questo tipo è particolarmente grande nei bilanci dei coltivatori con molti cavalli. A giudicare dai dati esaminati, per la borghesia contadina di questa zona è particolarmente tipica la tendenza ad unire l’agricoltura ad imprese industriali e commer- ciali *. Non è difficile vedere, in primo luogo, che non è giusto • Su 12 padroni senza cavalli nemmeno uno ottiene un reddito da stabilimenti ed imprese industriali; su 18 con un solo cavallo ce n’è uno che lo ottiene; su 17 con due cavalli, due; su 19 con tre cavalli, tre; su 5 con quattro cavalli, due; su 5 padroni con più di quattro cavalli ce ne sono quattro. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 149 paragonare i contadini proprietari di questo tipo a dei puri e sem- plici agricoltori; e che, in secondo luogo, in simili condizioni l’agricoltura ha spesso solo Y apparenza di un’agricoltura naturale. Quando all’esercizio deH’agricoltura si unisce il trattamento indu- striale dei prodotti agricoli (industria molitoria, casearia, dell’amido di patata, della distillazione dell’acquavite ed altre), le entrate in denaro di una simile azienda possono essere considerate non già come reddito agricolo, ma come reddito di uno stabilimento industriale. Effettivamente l’agricoltura, in questo caso, sarà non già un’agricoltura naturale, ma mercantile. Lo stesso si deve dire di un’azienda nella quale la massa dei prodotti agricoli viene diret- tamente consumata per il mantenimento dei salariati e dei cavalli che servono per una qualsiasi attività « industriale » (per esempio il servizio di posta). Effettivamente abbiamo appunto un’azienda di questo tipo fra quelle del gruppo superiore (bilancio n. 1 per il distretto di Korotoiak. Famiglia composta di 18 persone; 4 lavo- ratori membri della famiglia, 5 salariati, 20 cavalli; reddito agri- colo 1294 rubli, quasi tutto in natura, e reddito delle imprese indu- striali 2675 rubli. E una simile « azienda contadina naturale » la si unisce a quelle senza cavalli e con un solo cavallo per dedurne una « media » generale). Da questo esempio si può ancora una volta vedere quanto sia importante unire il raggruppamento in base alle dimensioni e al tipo dell’azienda agricola al raggrup- pamento in base alle dimensioni e al tipo dell’azienda « indu- striale ». C) Esaminiamo ora i dati sul tenore di vita dei contadini. La Raccolta non indica tutte le spese in natura per l’alimentazione. Poniamo in evidenza gli alimenti principali: prodotti agricoli e carne *. * Comprendiamo sotto questo termine le seguenti colonne della Raccolta : carne bovina, carne ovina, carne suina, lardo. Il ragguaglio dei vari cereali alla segala viene effettuato secondo i criteri della Statìstica comparativa di Ianson, adottati dagli statistici di Nizni Novgorod (cfr. i Materiali relativi al distretto di Gorbatov. Base di questo ragguaglio è la percentuale di proteine assimilabili). i5° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Consumo per persona Prodotti cerealicoli Gli stessi ragguagliati alla segala (in pud) Gruppi ■ K li J.S farina di orzo e miglio (in pud) I si il jf ri 0 0 8 J-9- " & t T3 JQ |ii= «2 « c- 'ir 1 1 a 3 « cu 0 8 J t> ! 1 1 P a .9 ti § w •) 13,12 0,12 1.92 3,49 13,14 13,2 4.2 17,4 0,59 b) 13,21 0,32 2,13 3,39 6,31 13,4 3,0 16,4 0,49 *> 19,56 0,27 2,17 5.41 8,30 19,7 3,5 23.2 1,18 à) 16,85 1,02 2,93 1.32 6,43 18,6 4.2 22.8 1,29 «) 20,84 — 2.65 4,57 10,42 20,9 4,2 25,1 1,79 0 21.90 - 4,91 6,25 3.90 22.0 4,2 26.2 1,79 18,27 0.35 2,77 4,05 7,64 18.4 3,8 22.2 1.21 Da questa tabella risulta che avevamo ragione di mettere in- sieme i contadini senza cavalli e con un solo cavallo e di con- trapporli ai rimanenti. Caratteristica di questi due gruppi di conta- dini è ralimentazione insufficiente e il suo peggioramento qualitativo (patate). Il contadino con un solo cavallo sotto certi aspetti si nutre persino peggio di quello senza cavalli. La « media » generale risulta, persino in questo campo, del tutto fittizia, na- scondendo ralimentazione insufficiente della massa dei contadini dietro ralimentazione soddisfacente dei contadini agiati, che con- sumano una volta e mezzo più prodotti agricoli e il triplo di carne * dei contadini poveri. Per confrontare i dati rimanenti sull’alimentazione dei conta- dini, tutti i prodotti devono essere considerati nel loro valore, ossia in rubli: • Quanto nelle campagne ì contadini consumino meno carne in confronto agli abitanti delle città risulta anche dai seguenti dati, che pure sono fram- mentari. Durante il 1900 sono stati macellati nei mattatoi di Mosca capi di bestiame per circa 4 milioni di pud e per un valore complessivo di 18.986.714 rubli e 59 copechi (Mos^ovs^ie Vtedomosti , 1901, n. 55). Ciò che dà circa 4 pud per abitante, ovvero circa 18 rubli all’anno {Nota alla 11 edizione). LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA > 5 * Consumo per persona (in rubli) Gruppi l ■5 1 Q 3 « Jl Ortaggi, olio e frutta Patate i ‘6,8 • jS 1 1 1 fc.9 . Prodotti deU'alleva- mentoin complesso* Prodotti acquistati in complesso** Totale dei prodotti I Uscita in denaro per i prodotti agricoli per i prodotti deU’allevam. ■) 6,62 1,55 1,62 9,79 3,71 1,43 14,93 5,72 3,58 0,71 b) 7,10 1,49 0,71 9,30 5,28 1,79 16,37 4,76 2,55 0,42 ■) 9,67 1,70 12,52 7,04 2,43 21,99 4,44 1,42 0,59 à) 10,45 1,34 12,64 6,85 2,32 21,81 3,27 0,92 0,03 *) 10,75 3,05 1,03 14,83 8,79 2,70 26,32 4,76 2,06 - 0 12,70 1,93 0,57 15,20 6,37 6,41 27,98 8,63 1,47 0,75 9,73 1,80 0,94 12,47 6,54 2,83 21,84 5,01 1,78 0,40 | I dati generali suralimentazione dei contadini confermano quindi quanto si è detto sopra. Si distinguono chiaramente tre gruppi : uno inferiore (contadini senza cavalli e con un solo ca- vallo), uno medio (contadini con due e con tre cavalli) e uno superiore, che si nutre quasi due volte meglio rispetto a quello inferiore. La « media » generale fa scomparire entrambi i gruppi estremi. La spesa in denaro per lalimentazione risulta maggiore, tanto in senso assoluto quanto in senso relativo, nei due gruppi estremi, proletari rurali e borghesia rurale. I primi comperano di più del contadino medio, benché consumino di meno , comperano cioè i prodotti agricoli indispensabili di cui hanno bisogno. I secondi comperano di più perchè consumano di più, aumentando particolarmente il consumo dei prodotti non agricoli. Il raffronto fra questi due gruppi estremi ci mostra alPevidenza come si crei in un paese capitalistico un mercato interno per gli articoli di consumo individuale ***. Le altre spese per il consumo individuale sono le seguenti: # Carne bovina, carne suina, lardo, carne ovina, burro, latticini, pollame e uova. *• Sale, pesce salato e fresco, aringhe, vodka, birra, tè e zucchero. *** Tra le spese in denaro per i prodotti agricoli occupa il primo posto l’acqui- sto della segala, principalmente da parte dei contadini poveri; viene poi l’ac- * 5 * LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Consumo per persona {in rubli) Speit p e t Cmppi e s • 3 « 6> > V 2 u 1 2 CU combustibile (paglia) 5 ! 0 } A •5 -a in complesso per il consu- mo individuale tranne ('alimentazione 0 u s u •n a '3 u ; 5 totale per l'alimentazione e gli altri consumi indi- viduali 0 V. C "G a *5 ■>) 9,73 0,95 1,46 0,23 1,64 4,28 3,87 19,21 9,59 b) 12,38 0,52 1,33 0,25 1,39 3,49 19,86 7,84 c) 23,73 0,54 2,47 0,22 2,19 5,42 4,87 27,41 9,31 d> 22,21 0,58 1,71 0,17 3,44 5,90 5,24 27,71 8,51 «0 31,39 1,73 4,64 0,26 3,78 10,41 8,93 36,73 13,69 0 30,50 1,75 1,75 0,21 1,46 5,17 3,10 33,15 11,73 22,31 0,91 2,20 0,22 2,38 5,71 4,86 27,55 9,87 Non sempre è giusto calcolare queste spese per persona, giac- ché, per esempio, il valore del combustibile, deirilluminazione, deirarredamento domestico ecc. non è proporzionale al numero dei componenti la famiglia. Anche questi dati mostrano la divisione dei contadini (in base al tenore di vita) in tre gruppi diversi. Inoltre viene alla luce la seguente particolarità interessante: la parte in denaro della spesa per lmtiero consumo individuale risulta maggiore nei gruppi infe- riori (in a circa la metà della spesa è in denaro), mentre nei gruppi quisto dì ortaggi. La spesa per gli ortaggi ammonta a 85 copechi per persona (variando secondo i gruppi da un minimo di 56 copechi io b ad un minimo di I rublo e 31 copechi in d), di cui 47 copechi in denaro. Questo fatto interessante ci mostra che persino fra la popolazione rurale, per non parlare poi di quella urbana, si crea un mercato per i prodotti di una delle forme dell’ agrieoi tura mer- cantile, e precisamente l’orticultura. La spesa per l’olio è per i due terzi in natura; ciò vuol dire che in questo campo predominano ancora la produzione domestica e l’ artigianato primitivo. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA I53 superiori la spesa in denaro non aumenta, costituendo appena circa un terzo della spesa totale. Come conciliare questo con il fatto, rilevato sopra, che la percentuale della spesa in denaro in generale aumenta in entrambi i gruppi estremi? Evidentemente nei gruppi superiori la spesa in denaro è destinata principalmente al consumo produttivo (spese per l’azienda), mentre nei gruppi inferiori è destinata al consumo individuale. Ecco i dati precisi in proposito: Spesa In denaro per azienda (in rubli) Idem in % 1 % della parte delle «pese in denaro per Gruppi consumo indi- viduale | tributi e obblighi vari in complesso i h n azienda tributi e obblighi vari 8 2 S a 0 a n 0 ■ •) 39,16 7,66 15,47 62,29 62,9 12,3 24,8 100 49,8 50,6 b) 38,89 24,32 17,77 80,98 48,0 30,0 22,0 100 39,6 41,7 c) 76,79 56,35 32,02 165,16 46,5 34,1 19,4 100 34,0 46,4 <*) 110,60 102,07 49,55 262,22 42,2 39,0 18,8 100 30,7 45,8 190,84 181,12 67,90 439,86 43,4 41,2 15,4 100 38,0 52,0 0 187,83 687,03 84,34 959,20 19,6 71,6 8.8 100 35,4 70,3 81,27 102,23 34,20 217,70 37,3 46,9 15,8 100 35,6 56,6 La trasformazione dei contadini in proletariato rurale crea, quindi, un mercato principalmente per i beni di consumo, mentre la trasformazione dei contadini in borghesia rurale crea un mer- cato principalmente per i mezzi di produzione. In altri termini, nei gruppi inferiori della « popolazione contadina » osserviamo la trasformazione della forza-lavoro in merce, in quelli superiori la trasformazione dei mezzi di produzione in capitale. Entrambe queste trasformazioni determinano per l’appunto quel processo di creazione del mercato interno che è stato costatato teoricamente per i paesi capitalistici in generale. Ecco dunque perchè F. Engels scriveva che la carestia del 1891 significava la creazione del mercato interno per il capitalismo 52 , tesi che non è stata compresa dai 11-574 i54 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA populisti, i quali nella rovina dei contadini vedono solo il declino della « produzione popolare », e non la trasformazione dell’eco- nomia patriarcale in economia capitalistica. Il signor N.-on ha scritto un libro intiero sul mercato interno senza notare il processo di creazione di questo mercato attraverso la disgregazione della popolazione contadina. Nel suo articolo Come spiegare Yaumento delle nostre entrate statali? (Novoie Slovo , 1896, n. 5, febbraio) egli tratta la questione nel modo se- guente: le tabelle delle entrate dell’operaio americano indicano che quanto più bassa è l’entrata tanto maggiore è, relativamente, la spesa per ralimentazione. Quindi, se il consumo dei generi alimen- tari diminuisce, diminuisce ancora di più quello degli altri pro- dotti. In Russia diminuisce il consumo del pane e della vodka, dunque diminuisce anche il consumo degli altri prodotti; da questo deriva che il maggior consumo dello « strato » agiato (p. 70) dei contadini viene più che compensato dalla diminuzione del con- sumo della massa. In questo ragionamento ci sono tre errori: in primo luogo, sostituendo al contadino l’operaio, il signor N.-on salta a piè pari la questione; si tratta precisamente del processo di creazione degli operai e dei padroni. In secondo luogo, sostituito al contadino l’operaio, il signor N.-on riduce tutto il consumo a quello individuale, dimenticando il consumo produttivo, il mercato per i mezzi di produzione. In terzo luogo, il signor N.-on dimen- tica che il processo di disgregazione della popolazione contadina è nel contempo processo di sostituzione deH’economia naturale con quella mercantile, e che, quindi, il mercato può essere creato non dall’aumento del consumo, ma dalla trasformazione del con- sumo naturale (anche se più abbondante) in consumo di denaro, ossia a pagamento (anche se meno abbondante). Abbiamo visto or ora, riguardo ai beni di consumo individuale, che i contadini senza cavalli consumano di meno, ma comprano di più dei contadini medi. Essi divengono più poveri, pur percependo e spendendo nel contempo più denaro; e per il capitalismo sono appunto indispen- sabili ambedue questi lati del processo*. • Questo fatto, che a prima vista sembra paradossale, in realtà è in perfetta armonia con le contraddizioni fondamentali del capitalismo che ad ogni passo LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA l 55 Per concludere utilizziamo i dati dei bilanci e confrontiamo il tenore di vita dei contadini e quello degli operai rurali. Se calco- liamo il consumo individuale non per abitante, ma per lavoratore adulto (secondo le norme seguite dagli statistici di Nizni Novgorod nella Raccolta suindicata), otteniamo la seguente tabella : Per lavoratore adulto P rad otti consumati Spesa in rubli Gruppi m ■a r T -3 | 9 a a H il farina di orzo e di miglio (in libbre) 0 a ! 1 b£ « 3 .5 ' — ” Jp c 6 t »? il If il •g* J s a 'JT 1 a V ■ « c* !^ Mi Ili ih carne (in pud) ■J | a 1 i per gli altri consumi individuali 1 « *5. i 0 -) . 17.3 0,1 23,08 0,8 19,7 25,3 b) 18,5 0,2 1 1 22,89 0,7 22,7 4,8 27,5 «) 26,5 0,3 3,0 SI M 31,26 1,5 29,6 7,3 36,9 à) 26,2 1.4 mm 2,0 9,0 32,21 1.8 30,7 8,3 39.0 ■) 27,4 - 6,0 13,6 32,88 2,3 32,4 13,9 46,3 f) 30,8 - 6,9 0.5 5,5 36,88 2,5 39,3 7,2 46,5 24,9 0,5 3,7 5.5 10,4 33,78 1,4 29,1 7.8 36,9 Per fare il confronto con i dati sul tenore di vita degli operai rurali possiamo prendere, in primo luogo, i prezzi medi del lavoro. Nel corso di dieci anni (1881-1891) la paga media di un salariato annuale del governatorato di Voroniez è stata di 57 rubli, e, se si s’incontrano nella vita reale. Perciò gli osservatori attenti della vita rurale hanno saputo cogliere questo fatto del tutto indipendentemente dalla teoria. « Per lo sviluppo della sua attività — dice Engelhardt a proposito del kulak, del mercante, ccc. — è importante che i contadini siano poveri... che i contadini percepiscano molto denaro (Lettere dalla campagna , p. 493 ). La simpatia per la « solida [sic!!} vita agricola » (ivi) non ha impedito talvolta a Engelhardt di scoprire le più pro- fonde contraddizioni all’ interno della tanto celebrata obstcìna. M 156 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA calcola anche il mantenimento, di 99 rubli # , cosicché il manteni- mento è costato 42 rubli. Il consumo individuale dei salariati e dei giornalieri dotati di nadiel (contadini senza cavalli e con un solo cavallo) è al di sotto di questo livello. Il costo complessivo del man- tenimento di una famiglia ammonta soltanto a 78 rubli per il a contadino » senza cavalli (con una famiglia di 4 persone) e a 98 rubli per il contadino con un cavallo (con una famiglia di 5 per- sone), ossia a meno di quanto costa il mantenimento di un salariato fisso . (Abbiamo escluso dai bilanci del contadino senza cavalli e del contadino con un solo cavallo le spese per l’azienda e per i tributi c gli obblighi, poiché in questa zona il nadiel viene ceduto per una cifra non inferiore airammontare dei tributi). Come c’era da aspet- tarsi, la situazione dell’operaio vincolato al nadiel risulta peggiore della situazione dell’operaio libero da questo vincolo (prescindiamo poi dal fatto che.il vincolo del nadiel sviluppa in misura enorme i rapporti di semiservitù e di dipendenza personale). La spesa in de- naro del salariato fisso supera incomparabilmente la spesa in denaro per il consumo individuale del contadino con un solo cavallo e di quello senza cavalli. Il vincolo del nadiel ostacola, dunque, l’espansione del mercato interno. In secondo luogo, possiamo utilizzare i dati della statistica degli zemstvo sul consumo dei salariati agricoli. Prendiamo dai dati della Raccolta di dati statistici per il governatorato di Oriol la parte dedicata al distretto di Karacev (voi. V, fase. II, 1892), basati su notizie relative a 158 casi di lavoro salariato agricolo• **. Convertendo la quota mensile in quota annua, otteniamo: • Dati agricoli e statistici forniti dagli agricoltori , Ediz. del dipartimento del- l'agricoltura, fase. V, Pietroburgo, 1892; S. A. Korolenko, Il lavoro salariato libero nelle aziende ecc. * “La differenza di condizioni fra il governatorato di Oriol e quello di Voroniez non è grande e, come vedremo, i dati riportati sono quelli consueti. Non pren- diamo i dati dall'opera succitata di S. A. Korolenxo (ved. il raffronto di questi dati nell’articolo del signor Maress, L’influenza dei raccolti ecc. t I, p. il), giacché persino l’autore riconosce che i signori proprietari terrieri, che hanno fornito questi dati, talvolta si « son lasciati prendere la mano »... LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 157 Mantenimento di un salariato nel governatorato di Oriol Mantenimento di un « contadino a nel gover- natorato di Vorouiez massimo media contadino con un solo cavallo contadino senza cavalli Farina di segala (in pud) . . . 15,0 24,0 21,6 Ì8,S 17,3 Semola (in pud) 4,5 9,0 5,25 2,9 2,5 Miglio (in pud) U 1,5 1,5 +4,8 4,9 Patate (in misure) 18,0 48,0 26,9 8,7 17.4 In complesso, ragguagliando alia ■egala* 22,9 41,1 31,8 22,8 23,0 Lardo (in libbre) ....... 24.0 48,0 33,0 28,0 32,0 Valore deH’aliraentaz. complete, annua (in rubli) - - 40,5 27,5 25,3 Per il loro tenore di vita, dunque, i contadini con un solo ca- vallo e i contadini senza cavalli non sono al di sopra dei salariati , ma si avvicinano addirittura al minimo del tenore di vita del salariato. La conclusione generale che si ricava dalla rassegna dei dati sul gruppo inferiore di contadini è dunque la seguente: sia per quanto riguarda il rapporto in cui questo gruppo si trova rispetto agli altri, che eliminano dalPagricoltura i contadini del gruppo inferiore, sia per le dimensioni dell’azienda, che copre solo una parte delle spese per il mantenimento della famiglia, sia per la fonte dei mezzi di sostentamento (vendita della forza-lavoro), sia, infine, per il tenore di vita, questo gruppo dev’essere classi- ficato fra i salariati fissi e i giornalieri dotati di nadiel **. • Il calcolo si basa sul procedimento suindicato. ** Probabilmente i populisti dedurranno dal nostro confronto fra il tenore di vita dei salariati c quello dei contadini del gruppo inferiore che noi « siamo per n lo spossessamelo dei contadini, ecc. Ma non c così. Da quanto si è detto risulta solo che noi « siamo per » l’abolizione di tutto ciò che limita il diritto dei con- tadini di disporre liberamente della terra, di rinunciare al nadiel , di uscire dall’o^- steina. Solo il contadino può giudicare se sia più vantaggioso essere un salariato dotato di nadiel o un salariato senza nadiel. Perciò simili limitazioni non possono essere giustificate in nessun caso e in nessun modo. E la difesa di queste limita- zioni da parte dei populisti trasforma questi ultimi in servitori degli interessi dei nostri agrari. i 5 8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Concludendo con ciò Pesposizione dei dati delle statistiche degli zemstvo sui bilanci contadini, non possiamo non soffermarci ad esaminare i procedimenti seguiti per l’elaborazione dei dati dei bilanci dal signor Stcerbina, compilatore della Raccolta di dati di valutazione ed autore di un articolo sui bilanci contadini nel noto libro L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali ecc. (voi. II) 5 \ Il signor Stcerbina dichiara a un certo punto della Raccolta che egli si avvale della teoria del « noto economista poli- tico K. Marx» (p. in); in realtà, invece, egli altera apertamente questa teoria, confondendo la differenza fra capitale costante e variabile con la differenza fra capitale fisso e circolante (ivi), tra- sferendo senza alcun senso questi termini e queste categorie del capitalismo sviluppato all’agricoltura contadina {passim ), ecc. Nel signor Stcerbina Pelaborazione dei dati dei bilanci si riduce unica- mente a un continuo e inverosimile abuso delle « grandezze me- die ». Tutti i dati di valutazione vengono riferiti al contadino « medio », Il reddito della terra, calcolato per quattro distretti, viene diviso per il numero delle aziende (ricordate che per il con- tadino senza cavalli questo reddito ammonta a circa 60 rubli per famiglia e per il contadino ricco a circa 700 rubli). Viene deter- minata la «grandezza del capitale costante» (sic!!?) «per azien- da» (p. 114), cioè il valore di tutto il patrimonio, viene determi- nato il valore « medio » delPin ventano, il valore medio delle imprese industriali e commerciali {sic!) : 15 rubli per azienda. Il signor Stcerbina ignora il piccolo particolare che queste imprese sono proprietà privata di una minoranza agiata e le divide fra tutti «egualitariamente»! Viene determinata la spesa «media» per Taffitto (p. 1 18), che ammonta, come abbiamo visto, a 6 rubli per il contadino con un solo cavallo e a 100-200 rubli per il contadino ricco. Tutto questo viene sommato e poi diviso per il numero delle aziende. Viene determinata persino la spesa « media » per la « rimonta dei capitali » (ivi). Che cosa significhi lo sa Allah, Se significa l’integrazione e la riparazione dell’inventario e la rimonta del bestiame, ecco le cifre da noi già riportate: per il contadino senza cavalli questa spesa ammonta a 8 {otto) copechi per azienda e per quello ricco a 75 rubli. Non è forse evidente che, se som- LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA *59 meremo simili « aziende contadine » e le divideremo per il numero degli addendi, otterremo la « legge dei bisogni medi », scoperta dal signor Stcerbina già nella raccolta per il distretto di Ostrogozsk (voi. II, fase. II, 1887) e tanto brillantemente applicata in seguito? E, partendo da questa medesima « legge », non è poi difficile trarre la conclusione che « il contadino soddisfa non i bisogni minimi, ma il loro livello medio » (p. 123 e molte altre), che l’azienda contadina presenta un « tipo di sviluppo » particolare (p. 100), ecc. ecc. Che « livellare » il proletariato rurale e la borghesia con- tadina sia un sistema semplicistico viene confermato dal raggrup- pamento in base al nadiel che già conosciamo. Se noi l’avessimo applicato, per esempio, ai dati sui bilanci, avremmo unito nello stesso gruppo, per esempio, dei contadini di questo genere (nella categoria dei contadini con molta terra dei nadiel , con un nadiel di 15-25 desiatine per famiglia): uno cede la metà del nadiel (di 23,5 desiatine), semina 1,3 desiatine, vive principalmente delle « industrie individuali » (come suona meravigliosamente bene!), ha un’entrata di 190 rubli per dieci persone (bilancio n. io per il di- stretto di Korotoiak). Un altro prende in affitto 14,7 desiatine, ne semina 23,7, ha alle proprie dipendenze dei salariati, ha 1400 rubli di reddito per dieci persone (bilancio n. 2 per il distretto di Za- donsk). Non è forse chiaro che se sommeremo le aziende dei sala- riati e dei giornalieri con quelle dei contadini che assumono operai e divideremo la somma per il numero degli addendi otterremo un particolare « tipo di sviluppo » ? Basta solo servirsi sempre ed esclusivamente dei dati « medi » sull’azienda contadina e tutte le « idee sbagliate » sulla disgregazione della popolazione contadina verranno eliminate una volta per sempre. E il signor Stcerbina pro- cede precisamente così, applicando questo metodo en grand nel suo articolo contenuto nel volume L'influenza dei raccolti ecc ., dove vien fatto il grandioso tentativo di calcolare i bilanci di tutti i con- tadini russi, e ciò sempre attraverso le stesse « medie » già speri- mentate. Il futuro storico della letteratura economica russa noterà con stupore il fatto che i pregiudizi del populismo hanno condotto all’oblio delle più elementari norme della statistica economica, le quali esigono che si faccia una distinzione rigorosa fra padroni i6o LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA e operai salariati, qualunque sia la forma di possesso fondiario che li unisce e per quanto numerosi e vari possano essere i tipi di transizione fra di essi. XIII Conclusioni del secondo capitolo Riassumiamo le principali tesi che risultano dai dati sopra esa- minati. 1. La situazione economico-sociale in cui si trovano oggi i contadini russi è l’economia mercantile. Anche nella fascia agricola centrale (che sotto questo riguardo è la più arretrata rispetto alle regioni periferiche sud-orientali o ai governatorati industriali) il contadino è completamente subordinato al mercato, dal quale dipende in quanto consumatore e in quanto produttore, oltre al fatto di esserlo come contribuente. 2. Il sistema dei rapporti economico-sociali esistenti in seno alla popolazione contadina (agricoltori e membri àt\Y obsteina) ci rivela l’esistenza di tutte le contraddizioni proprie di ogni economia mercantile e di ogni capitalismo: esiste concorrenza, lotta per l’indipendenza economica, accaparramento della terra (comperata e presa in affitto), concentrazione della produ- zione nelle mani di una minoranza, il fatto che la maggioranza viene spinta nelle file del proletariato e sfruttata dalla minoranza mediante il capitale commerciale e l’assunzione di salariati agri- coli. Non si riscontra in seno alla popolazione contadina un solo fenomeno economico che non rivesta questa forma contraddittoria specificamente propria del regime capitalistico, che non rispecchi cioè la lotta e il contrasto d’interessi e non si traduca in un van- taggio per gli uni e in uno svantaggio per gli altri. Così è sia per l’affitto, sia per l’acquisto di terra, sia per le « industrie » nei loro- tipi diametralmente opposti; così è anche per il progresso tecnico dell’azienda. Questa conclusione ha per noi un’importanza capitale non LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 161 soltanto nella questione del capitalismo in Russia, ma anche in quella del significato della dottrina populista in generale. Queste contraddizioni ci mostrano appunto all’evidenza e in modo incon- testabile che il regime dei rapporti economici vigenti nel villaggio- « obsteina » non rappresenta affatto un sistema originale (« produ- zione popolare », ecc,), ma un comune sistema piccoloborghese. Ad onta delle teorie invalse da noi neirultimo mezzo secolo, i con- tadini russi membri AtW obsteina non sono gli antagonisti del capi- talismo, ma, al contrario, la sua base più profonda e più salda. La più profonda, perchè precisamente qui, lontano da qualsiasi in- fluenza « artificiale » e nonostante le istituzioni che intralciano 10 sviluppo del capitalismo, noi scorgiamo l’ininterrotto costituirsi degli elementi del capitalismo nel seno stesso deir« obsteina ». La più salda, perchè sull’agricoltura in generale e sui contadini in particolare gravano con la massima forza le tradizioni del buon tempo antico, le tradizioni della vita patriarcale e, per conseguenza, lazione trasformatrice del capitalismo (sviluppo delle forze pro- duttive, cambiamento di tutti i rapporti sociali, ecc.) vi si mani- festa con la massima lentezza e nel modo più graduale * 3. L’insieme di tutte le contraddizioni economiche esistenti in seno alla popolazione contadina costituisce appunto ciò che noi chiamiamo disgregazione della popolazione contadina. I contadini stessi caratterizzano questo procedo con un termine molto appror priato ed efficace : « scontadinizzazione » ** Questo processo equi- vale alla distruzione radicale del vecchio contadino patriarcale e alla creazione di nuovi tipi di popolazione rurale. Prima di passare a descrivere questi tipi notiamo quanto segue. Nella nostra letteratura questo processo è stato segnalato già da molto tempo e molto spesso. Il signor Vasilcikov, per esempio, che si è servito dei lavori della commissione Valuiev as , ha costatato 11 costituirsi di un « proletariato rurale » in Russia e la « deca- denza del ceto contadino » ( Possesso fondiario e agricoltura , I ediz., voi. I, cap. IX). Anche V. Orlov (Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. IV, fase. I, p. 14) e molti altri hanno Cfr. Das Kapital , I 2 , p. 527 54 . * Rassegna agricola del governatorato di Nizni Novgorod per il 1892. IÓ2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA richiamato l’attenzione su questo fatto. Ma tutte queste indicazioni sono rimaste del tutto frammentarie. Non si è mai tentato di stu- diare questo fenomeno in modo sistematico, per cui, nonostante i ricchissimi dati dei censimenti per fuoco della statistica degli zemstvo , ci mancano a tutt’oggi dati esaurienti in proposito. A ciò si aggiunge la circostanza che la maggior parte degli autori che hanno toccato questo problema considera la disgregazione della popolazione contadina semplicemente come il sorgere di disuguaglianze patrimoniali, come una « differenziazione », se- condo la terminologia cara ai populisti in generale e al signor Ka- ryscev in particolare (cfr. il suo libro sulle Affittanze e gli articoli sul Russ\oic Bogatstvo). Non v’ha dubbio che il sorgere di una disuguaglianza patrimoniale è il punto di partenza di tutto il processo, ma questa « differenziazione » è ben lontana dall’esaurire Tintiero processo. La vecchia popolazione contadina non soltanto « si differenzia », ma va completamente a pezzi, cessa di esistere, viene soppiantata da tipi completamente nuovi di popolazione rurale, da tipi che costituiscono la base di una società in cui domi- nano l’economia mercantile e la produzione capitalistica. Questi tipi sono la borghesia rurale (prevalentemente piccola borghesia) e il proletariato rurale, la classe dei produttori di merci nell’agricol- tura e la classe degli operai salariati agricoli. È estremamente significativo il fatto che l’analisi meramente teorica del processo di formazione del capitalismo agrario indichi la disgregazione dei piccoli produttori come un fattore importante di questo processo. Alludiamo a uno dei capitoli più interessanti del terzo volume del Capitale , e precisamente al capitolo 47: Ge- nesi della rendita fondiaria capitalistica. Come punto di partenza di questa genesi Marx assume la rendita in otrabot\i ( Arbeits - rente) *, « nella quale il produttore diretto coltiva durante una parte della settimana, con strumenti di lavoro (aratro, bestiame, ecc.) che gli appartengono di fatto o di diritto, il terreno che possiede di * Nella traduzione russa (p. 651 e sgg.) questo termine viene reso con T espres- sione « rendita in lavoro ». Riteniamo che !a nostra traduzione sia più giusta, giacche in russo esiste il termine speciale a otrabotJ(i », che indica precisamente il lavoro del coltivatore dipendente per il proprietario terriero 5 *. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 163 fatto, e lavora durante i restanti giorni sul fondo del proprietario, per il proprietario, senza compenso alcuno » ( Das Kapìtal , III, 2, p. 323. Trad. russa, p. 651). La forma successiva di rendita è la rendita in prodotti (. Produ\tenrente\ o rendita in natura, con la quale il produttore diretto produce l’intiero prodotto sulla terra sfruttata da lui stesso, cedendo al proprietario terriero tutto il plus- prodotto in natura. Qui il produttore diviene più indipendente e raggiunge la possibilità di ottenere con il suo lavoro una certa ecce- denza rispetto alla quantità di prodotti che soddisfa i suoi bisogni indispensabili. « Con questa forma » di rendita « sorgono maggiori differenze nella situazione economica dei singoli produttori diretti. Per lo meno vi è la possibilità che ciò avvenga e la possibilità che questo produttore diretto abbia acquistato i mezzi per sfruttare a sua volta egli stesso direttamente lavoro altrui » (p. 329. Trad. russa, p. 657) 57 . Dunque, fin da quando ancora domina l’economia naturale, fin dal primo estendersi dell’autonomia dei contadini di- pendenti, si manifestano i primi germi della loro disgregazione. Ma questi germi possono svilupparsi solo con la forma successiva della rendita, con la rendita in denaro , che è una semplice meta- morfosi della rendita in natura. Il produttore diretto cede al pro- prietario terriero non i prodotti, ma il prezzo di questi prodotti *. La base di questa forma di rendita resta la stessa: il produttore diretto continua ad essere il possessore tradizionale della terra, ma « questa base si approssima qui al suo dissolvimento » (p. 330). La rendita in denaro « presuppone già un considerevole sviluppo del commercio, dell’industria urbana, della produzione di merci in generale e con ciò della circolazione monetaria » (p. 331) M . • Bisogna distinguere rigorosamente la rendita in denaro dalla rendita fon- diaria capitalistica: qucst’ultuna presuppone che nell’ agrieoi tura vi siano capitalisti e operai salariati; la prima invece presuppone dei contadini dipendenti. La rendita capitalistica è la parte del plusvalore che resta dopo aver detratto il profitto del- l’imprenditore, mentre la rendita in denaro è il prezzo di tutto il plusprodotto versato dal contadino al proprietario terriero. Un esempio di rendita in denaro è in Russia l’o^ro^ che il contadino versa al proprietario nobile. Non v’ha dubbio che anche gli attuali tributi dei nostri contadini sono per una certa parte rendita in denaro. Talvolta anche Pafiitto di terra da parte del contadino si avvicina alla rendita in denaro, quando l'alto canone pagato per la terra non lascia al contadino più di un magro salario. 164 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Il tradizionale rapporto fondato sul diritto consuetudinario esi- stente fra il contadino dipendente e il proprietario terriero si trasforma qui in un rapporto puramente monetario, basato su un contratto. Ciò porta alPespropriazione della vecchia popo- lazione contadina, da una parte, e, dalPaltra, al riscatto, da parte del contadino, della sua terra e della sua libertà. « Inoltre, la tra- sformazione della rendita in natura in rendita in denaro non è sol- tanto necessariamente accompagnata, ma perfino preceduta dalla formazione di una classe di giornalieri nullatenenti che prestano la loro opera per denaro. Durante il periodo in cui questa classe si viene formando, quando essa appare ancora soltanto sporadica- mente, si sviluppa necessariamente presso i più agiati tra i conta- dini tributari di rendita * la consuetudine di sfruttare gli operai agricoli per proprio conto... Essi acquistano in tal modo gradual- mente la possibilità di accumulare un certo patrimonio e di trasfor- mare se stessi in futuri capitalisti. Fra i vecchi possessori del terreno lavoranti in proprio sorge così un vivaio di affittuari capitalisti, il cui sviluppo è condizionato dallo sviluppo generale della produ- zione capitalistica al di fuori della campagna vera e propria ». ( Das Kapital , III, 2, p. 332. Trad. russa, pp. 659-660 ) 59 . 4. La disgregazione della popolazione contadina, svilup- pando i gruppi estremi a spese dei « contadini » medi, crea due nuovi tipi di popolazione rurale. Tratto comune di entrambi questi tipi è il carattere mercantile, monetario della loro economia. Primo tipo nuovo: borghesia rurale o contadini agiati. Vi sono compresi i padroni indipendenti dediti alPagricoltura mercantile in tutte le sue varie forme (descriveremo le principali di queste forme nel quarto capitolo), nonché coloro che posseggono aziende industriali e commerciali, i padroni di imprese commerciali, ecc. La combina- zione dell’agricoltura mercantile con le imprese industriali e com- merciali è il tipo di « combinazione dell’agricoltura con le indu- strie » specificatamente proprio di questi contadini. Da questo strato di contadini agiati emerge a poco a poco la classe dei fitta- voli, giacché il prender terra in affitto per poter vendere grano ha • L’espressione a contadini tributari di rendita » viene tradotta da Lenin « contadini gravati di obro\ [1 rentepflichtigen ] » ( N . d. R .). LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 165 (nella fascia agricola) un’enorme importanza per la loro azienda, un’importanza spesso maggiore di quella del nadiel. Nella maggior parte dei casi le dimensioni dell’azienda superano la forza-lavoro della famiglia, per cui la formazione di un contingente di salariati rurali e ancor più di giornalieri è la condizione necessaria dell’esi- stenza di contadini agiati *. Il denaro contante che questi contadini ottengono sotto forma di reddito netto viene impiegato o in ope- razioni commerciali e usurarie — tanto sviluppate nelle nostre campagne — oppure — quando esistano le condizioni favorevoli — viene investito nell’acquisto di terre, nei miglioramenti aziendali, ecc. In una parola, si tratta di piccoli agrari. Numericamente la borghesia contadina costituisce una piccola minoranza nell’insieme della popolazione contadina, forse non più di un quinto delle fa- miglie (il che corrisponde approssimativamente ai tre decimi della popolazione), tenendo presente, beninteso, che questo rapporto oscilla fortemente nelle diverse località. Ma per la sua importanza nel complesso deH’economia contadina — nell’insieme dei mezzi di produzione appartenenti ai contadini, nella massa complessiva delle derrate agricole prodotte dai contadini — la borghesia con- tadina predomina incontestabilmente. Oggi essa è la padrona della campagna. 5. L’altro tipo nuovo è il proletariato rurale, la classe degli operai salariati dotati di nadiel. Vi rientra la popolazione conta- dina non abbiente, compresa quella del tutto priva di terra, ma i rappresentanti più tipici del proletariato rurale russo sono il sala- riato agricolo, il giornaliero, il manovale, l’operaio edile o d’altro tipo dotati di nadiel. Le dimensioni insignificanti di un’azienda condotta su un palmo di terra, un’azienda che si trova in completo declino (come attesta con particolare chiarezza la cessione della terra in affitto), l’impossibilità di vivere senza vendere la forza- lavoro ( = « industrie » dei contadini non abbienti), il tenore di vita estremamente basso — probabilmente addirittura inferiore * Notiamo che l’impiego del lavoro salariato non è un elemento obbliga- torio del concetto di piccola borghesia. In questo concetto rientra ogni produzione autonoma per il mercato, purché esistano nel sistema sociale dell’economia le contraddizioni che abbiamo descritto sopra (par. 2), in particolare quando la massa dei produttori si trasformi in operai salariati. i66 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA al tenore di vita dell’operaio senza nadiel — : ecco i tratti distintivi di questo tipo *. Fra gli appartenenti al proletariato rurale dev’essere compresa non meno della metà del numero complessivo delle famiglie contadine (il che corrisponde approssimativamente ai quattro decimi della popolazione), ossia tutti i contadini senza cavalli e la maggior parte di quelli con un solo cavallo (è ovvio che si tratta solo di un calcolo globale approssimativo, suscettibile di modifiche più o meno considerevoli nelle varie regioni, in con- formità con le condizioni locali). Le ragioni che ci inducono a credere che una parte così cospicua della popolazione contadina appartenga già in questo momento al proletariato rurale sono state esposte sopra **. Bisogna aggiungere che nella nostra letteratura spesso si interpreta in maniera troppo meccanica la tesi teo- rica secondo cui il capitalismo esige che l’operaio sia libero, senza terra. Come tendenza fondamentale, questo è del tutto giusto, ma nellagricoltura il capitalismo penetra con particolare lentezza e attraverso forme straordinariamente varie. Molto spesso l’asse- gnazione di un pezzo di terra all’operaio rurale viene praticata nell’interesse degli stessi imprenditori agricoli; per cui il tipo del- l’operaio rurale dotato di nadiel è proprio di tutti i paesi capitali- • Per dimostrare che è giusto includere i contadini non abbienti nella classe degli operai salariati dotati di nadiel bisogna mostrare non solo quali contadini vendono la propria forza-lavoro e come la vendono, ma anche quali imprenditori comperano forza-lavoro e come la comperano. Questo verrà mostrato nei capitoli seguenti. •• Il professor Conrad ritiene che in Germania la norma per il contadino propriamente detto sia di un paio di animali da lavoro ( [Gespannbauerngùtcr ); cfr. ìl possesso fondiario e l'agricoltura (Mosca, 1896), pp. 84-65. Per la Russia questa norma dovrebbe piuttosto essere aumentata. Per definire il concetto di « conta- dino » , Conrad prende precisamente in considerazione la percentuale delle persone o delle famiglie occupate nel « lavoro salariato » o nelle « industrie ausiliarie » in generale (ivi). Il professor Stebut, la cui competenza nelle questioni inerenti ai dati di fatto è innegabile, nel 1882 scriveva: « Con la fine della servitù della gleba il contadino, con la sua minuscola unità economica dedita esclusivamente alla col- tura dei cereali, si è quindi già trasformato, nella maggior parte dei casi, soprat- tutto nella fascia centrale delle terre nere della Russia, in artigiano, salariato o giornaliero dedito all’ agricoltura solo in via accessoria » ( Articoli sull’agricol- tura russa, sui suoi difetti e sui mezzi onde perfezionarla , Mosca 1883, p. n). È evidente che qui fra gli artigiani rientrano anche gli operai salariati dell’industria (edili, ecc.). Per quanto una simile terminologia sia sbagliata, essa è, tuttavia, molto diffusa nella nostra letteratura, persino in quella economica specializzata. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 167 stici. Nei vari Stati esso assume forme diverse: il cotter inglese ( cottager ) è diverso dal contadino parcellario della Francia o delle province renane, e quest’ultimo, a sua volta, diverso dal Hdusler o Knccht della Prussia. Ciascuno di questi reca le tracce di particolari ordinamenti agrari, di una storia particolare dei rapporti agrari, ma ciò non impedisce all’economista di generalizzarli sotto un unico tipo di proletario agricolo. La base giuridica del suo di- ritto ad un piccolo appezzamento di terra è del tutto indifferente per questa qualificazione. Che la terra gli appartenga in base a un diritto di proprietà assoluta (come nel caso del contadino par- cellario) o che gli venga soltanto data in godimento dal landlord o dal Rittergutsbesitzer *, o che, infine, la possieda come membro di una comunità contadina della Grande Russia, la cosa non cam- bia minimamente **. Classificando i contadini non abbienti fra il proletariato rurale non diciamo niente di nuovo. Questa espressione è stata già usata ripetutamente da molti scrittori, e solo gli econo- misti del populismo si ostinano a parlare dei contadini in generale come di qualcosa di anticapitalistico, chiudendo gli occhi sul fatto che la massa della « popolazione contadina » ha già occupato un posto ben preciso nel sistema generale della produzione capitali- stica, e precisamente il posto di operai salariati agricoli e industriali. • Proprietario nobile di beni allodiali ( N . d. R.). •• Riportiamo alcuni esempi delle varie forme europee di lavoro salariato nell’ agricoltura dallo Handwórterbuch der Staatswissenschaft (Il possesso fondiario e l'agricoltura , Mosca, 1896). « Bisogna distinguere — dice Conrad — il fondo contadino dalla parcella , dall’ appezzamento del contadino povero o dell'** or- tolano **, il cui possessore è costretto a cercare un altro lavoro accessorio e un'oc- cupazione ausiliaria » (pp. 83-84). « In Francia, secondo il censimento del 1881, 18 milioni di persone, cioè un po’ meno della metà della popolazione, vivevano dell’agricoltura : circa 9 milioni di proprietari, 5 milioni di fittavoli e mezzadri, 4 milioni di giornalieri e piccoli proprietari o fittavoli, che vivevano prevalente- mente di lavoro salariato... Si pensa che in Francia almeno il 75 % degli operai rurali possegga terra propria » (p, 233, Goltz), In Germania fra gli operai rurali si annoverano le seguenti categorie di possessori di terra-, 1) Kdtner, Hdusler , lnst- leutc [qualcosa come i nostri contadini della donazione]; 2) giornalieri a con- tratto: essi posseggono la terra, ma si ingaggiano come salariati per una deter- minata parte dell’anno [cfr. i nostri « trioJ(hdnevniJ(i »] « 1 giornalieri a contratto costituiscono il grosso degli operai agricoli nelle località della Germania in cui predomina la grande proprietà terriera » (p_ 236); 3) operai agricoli che conducono un’azienda su terra presa in affitto (p. 237). i68 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Da noi si ama molto, per esempio, portare alle stelle il nostro regime agrario, che conserva Yobstcina e la popolazione contadina, ecc., e contrapporlo al regime del Baltico con la sua organizzazione capi- talistica deiragricoltura. Non è perciò privo di interesse vedere quali tipi di popolazione rurale vengono classificati talvolta nella classe dei salariati agricoli e dei giornalieri nel Territorio del Baltico 61 . Nei governatorati del Baltico i contadini vengono ripartiti in con- tadini con molta terra (25-50 desiatine in un appezzamento a sè), contadini poveri (3-10 desiatine; appezzamenti da contadini po- veri) e contadini senza terra. Il contadino povero, come osserva giustamente il signor S. Korolenko, « si avvicina moltissimo al tipo comune del contadino russo dei governatorati centrali » (Il lavoro salariato libero , p. 495); esso è perennemente costretto a dividere il suo tempo fra la ricerca di un’occupazione ausiliaria e la pro- pria azienda. Ma per noi è particolarmente interessante la situa- zione economica dei salariati. Sta di fatto che gli stessi grandi proprietari fondiari trovano vantaggioso assegnare loro un pezzo di terra in conto pagamento. Ecco alcuni esempi relativi al possesso di terra dei salariati agricoli del Baltico: 1) due desiatine di terra (convertiamo in desiatine le Lojstellen\ una Lof stelle = un terzo di desiatina); il marito lavora 275 giorni e la moglie 50 giorni all’anno, con Una retribuzione di 25 copechi al giorno; 2) due desiatine e due terzi; «il salariato possiede un cavallo, tre vacche, tre pecore e due maiali » (pp. 508, 518), lavora una settimana ogni due e la moglie 50 giorni; 3) 6 desiatine di terra (distretto di Bau- ska, governatorato della Curlandia); « questo salariato ha un ca- vallo, tre vacche, tre pecore e alcuni maiali » (p. 518), lavora tre giorni la settimana e la moglie 35 giorni all’anno; 4) nel distretto di Hasenpoth, governatorato della Curlandia: 8 desiatine di terra; « in tutti i casi i salariati hanno il diritto di macinare gratuitamente, l’assistenza sanitaria e medica, e i loro figli vanno a scuola » (p. 519), ecc. Richiamiamo l’attenzione del lettore Sulle dimensioni del possesso fondiario e dell’azienda di questi salariati agricoli, cioè proprio su quelle condizioni che, secondo l’opinione dei populisti, distinguono i nostri contadini dal sistema agrario generale vigente in Europa, regime che corrisponde alla produzione capitalistica. Riuniamo tutti gli esempi contenuti nella pubblicazione citata : LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA l6q dieci salariati possiedono 31,5 desiatine di terra, ossia, in media, 3,15 desiatine a testa. Qui fra i salariati sono compresi anche i contadini che lavorano una parte delVanno per il grande proprie- tario fondiario (sei mesi il marito e 35-50 giorni la moglie), nonché i contadini con un solo cavallo, che possiedono due e persino tre vacche. Si domanda: dov’è dunque la famosa differenza fra il nostro « contadino membro del Vobstcina » e il salariato agricolo del Baltico? Nel Territorio del Baltico si chiamano le cose col loro vero nome, mentre da noi si mettono insieme i salariati con un cavallo e i contadini ricchi, si fanno le « medie », e poi si fanno chiacchiere sentimentali sullo « spirito comunitario », sul « prin- cipio del lavoro », sulla « produzione popolare », sulP« agricol- tura combinata con le industrie »... 6. Anello di congiunzione fra questi tipi di « popolazione contadina » posteriori alla riforma sono i contadini medi. Essi si distinguono per il fatto che tra loro l’economia mercantile è meno sviluppata che altrove. Forse solo nelle annate migliori e in condi- zioni particolarmente favorevoli il lavoro agricolo indipendente può bastare per il sostentamento di questi contadini, per cui essi si trovano in una situazione estremamente precaria. Nella maggior parte dei casi il contadino medio non può sbarcare il lunario senza ricorrere a prestiti in cambio di otrabot\i, ecc., senza cercarsi altrove occupazioni « ausiliarie » collaterali, consistenti anch’esse parzial- mente nella vendita di forza-lavoro, ecc. Ogni cattivo raccolto respinge masse di contadini medi nelle file del proletariato. Per i suoi rapporti sociali questo gruppo oscilla fra quello superiore, verso cui gravita e nel quale riesce ad entrare solo una piccola minoranza di fortunati, e quello inferiore, verso cui lo spinge l’intiero corso dell’evoluzione sociale. Abbiamo visto che la bor- ghesia contadina soppianta non solo il gruppo inferiore di con- tadini, ma anche quello medio. In tal modo si produce l’erosione, erosione propria dell’economia capitalistica, dei componenti medi e il rafforzamento degli estremi: la « scontadinizzazione ». 7. La disgregazione della popolazione contadina crea il mer- cato interno per il capitalismo. Nel gruppo inferiore questa forma- zione del mercato si produce per i beni di consumo (mercato del consumo individuale). Rispetto ai contadini medi, il proletariato 12-574 170 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA rurale consuma di meno e, oltre a ciò, consuma prodotti di qualità peggiore (patate invece di pane, ecc.), ma acquista di più, La formazione e lo sviluppo di una borghesia contadina creano il mercato in due modi: in primo luogo, e principalmente, creano un mercato per i mezzi di produzione (mercato del consumo pro- duttivo), giacche i contadini agiati tendono a trasformare in capi- tale i mezzi di produzione che essi « accumulano » sia a spese dei proprietari fondiari « impoveriti », che a spese dei contadini che vanno in rovina. In secondo luogo, si costituisce qui un mer- cato anche per il consumo individuale, in seguito aH’aumento dei bisogni dei contadini più agiati* •• . 8. Per appurare se la disgregazione della popolazione conta- dina progredisce, e con quale rapidità progredisce, non abbiamo dati statistici precisi che si possano mettere accanto ai dati dei pro- spetti comparativi (§§ I-Vl). E questo non sorprende, poiché finora (come abbiamo già notato) non è stato fatto nemmeno il tentativo di studiare sistematicamente anche colo le statistiche della disgre- gazione della popolazione contadina e di indicare le forme che questo processo riveste Ma tutti i dati generali sulleconomia delle nostre campagne attestano il rapido e ininterrotto sviluppo della disgregazione: da una parte i « contadini » abbandonano e cedono la loro terra, aumenta il numero dei contadini senza cavalli, i « contadini » fuggono nelle città, ecc., dall’altra seguono il loro corso anche le « tendenze progressive nell’economia contadina », i « contadini » comperano terra, migliorano l’azienda, introducono gli aratri di ferro, sviluppano la coltura delle erbe foraggiere, la • Solo questo fatto della formazione del mercato interno mediante la disgre- gazione della popolazione contadina può appunto spiegare, per esempio, l’im- menso sviluppo del mercato interno per gli articoli di cotone, la cui produzione è aumentata tanto rapidamente nel periodo posteriore alla riforma, in stretta connessione con la generale rovina dei contadini. Il signor N.-on, che illustra le sue teorie sul mercato interno sull’esempio, appunto, della nostra industria tessile, nnn ha saputo in nessun modo spiegare come si sia potuto verificare questo fenomeno contraddittorio. •• Unica eccezione è il magnifico libro di I. Hourwich, The economia of thè Russtan village , New York, 1892. Trad. russa: L'economia del villaggio russo , Mosca, 1896. Si deve ammirare l’abilità con cui il signor Hourwich ha elaborato le raccolte statistiche degli zemstvo, le quali non contengono prospetti comparati sui gruppi di contadini in base alla condizione economica. LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA I 7 I produzione lattiero-casearia, ecc. Sappiamo ora quali « contadini » prendono parte a questi due aspetti diametralmente opposti del processo. Lo sviluppo del movimento migratorio, poi, dà un enorme im- pulso alla disgregazione della popolazione contadina e in special modo di quella dedita all’agricoltura. È noto che emigrano prin- cipalmente i contadini dei governatorati agricoli (l’emigrazione dai governatorati industriali è del tutto insignificante) e più precisa- mente dai governatorati densamente popolati del centro, dove le otrabotkj (che frenano la disgregazione della popolazione con- tadina) sono sviluppate più che altrove. Questo in primo luogo. In secondo luogo, poi, dalle zone di migrazione partono princi- palmente i contadini di media agiatezza , mentre nella terra natia rimangono principalmente i gruppi estremi di contadini. In tal modo le migrazioni intensificano la disgregazione della popola- zione contadina nei luoghi d’origine e trasferiscono elementi di disgregazione nelle zone di immigrazione (lavoro salariato agri- colo dei nuovi arrivati in Siberia nel primo periodo della loro nuova vita * ** ). Questo nesso fra le migrazioni e la disgregazione della popolazione contadina è stato pienamente dimostrato da L Hourwich nella sua eccellente indagine Le migrazioni dei conta- dini in Siberia (Mosca, 1888). Raccomandiamo vivamente al lettore questo libro, che la nostra stampa populista ha cercato zelante- mente di passare sotto silenzio 9. Nelle nostre campagne ha, come noto, una funzione im- mensa il capitale commerciale e usurario. Riteniamo superfluo riportare i numerosi fatti e indicazioni delle fonti inerenti a questo fenomeno: questi fatti sono universalmente noti e non concer- nono direttamente il nostro argomento. Ci interessa solo una que- stione: che relazione esiste fra la disgregazione della popola- zione contadina e il capitale commerciale e usurario nelle nostre * Gli ostacoli frapposti alle migrazioni intralciano perciò immensamente la disgregazione della popolazione contadina. ** Cfr. anche il libro del signor Prijmak, Dati numerici per lo studio delle migrazioni in Siberia ( Nota alla U edizione). 172 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA campagne? esiste un nesso fra i rapporti sopradescritti fra i gruppi di contadini e i rapporti intercorrenti fra contadini creditori e con- tadini debitori? l’usura è un fattore e un propulsore della disgre- gazione oppure frena questa disgregazione? Mostreremo dapprima come la teoria imposti la questione. Nel- l’analisi della produzione capitalistica condotta dall’autore del Ca- pitale , al capitale commerciale e usurario si attribuisce, com’è noto, una grandissima importanza. Le tesi fondamentali delle concezioni di Marx su questo argomento sono le seguenti : 1) il capitale com- merciale e usurario, da una parte, e il capitale industriale [ossia il capitale investito nella produzione, non importa se agricola 0 ■ industriale], dall’altra, rappresentano un fenomeno economico dello stesso tipo, compreso nella formula generale: acquisto della merce per venderla ricavandone un guadagno ( Das Kapital y I, 2. Abschnitty capitolo 4, specialmente pp. 148-149 della seconda edi- zione tedesca) 62 . 2) Storicamente il capitale commerciale e usu- rario precede sempre il costituirsi del capitale industriale e ne è logicamente una condizione necessaria (Das Kapital, III, 1, pp. 312- 316; III, 2, 132-137, 149; trad. russa, pp. 488-492, 502), ma, per se stessi nè il capitale commerciale nè quello usurario costitui- scono ancora una condizione sufficiente per la nascita del capi- tale industriale (ossia della produzione capitalistica); non sempre essi disgregano il vecchio modo di produzione e pongono al suo posto il modo di produzione capitalistico; il costituirsi di quest’ul- timo « dipende interamente dal grado dello sviluppo storico e dalle circostanze concomitanti » (ivi, 2, p. 133; trad. russa, p. 489) 8 \ « Quale efficacia abbia questa azione disgregatrice » (da parte del commercio e del capitale commerciale) « sull’antico modo di produzione dipende soprattutto dalla solidità e dall’intima strut- tura di quest’ultimo. E dove sfoci questo processo di disgregazione, ossia quale nuovo modo di produzione si sostituisca all’antico, non dipende dal commercio, ma dal carattere stesso del vecchio modo di produzione)) (ivi, III, 1, p. 316; trad. russa, p. 265) 3) Lo sviluppo autonomo del capitale commerciale è inversamente prò porzionale al grado di sviluppo della produzione capitalistica (ivi, p. 312; trad. russa, p. 263) * s ; quanto più fortemente è svilup- LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA J 73 pato il capitale commerciale e usurario, tanto più debole è lo sviluppo del capitale industriale (= produzione capitalistica), e viceversa. Per quanto riguarda la Russia, quindi, occorre risolvere la se- guente questione : c’è un legame qui da noi fra il capitale commer- ciale e usurario e il capitale industriale? il commercio e l’usura, disgregando il vecchio modo di produzione, portano alla sua sosti- tuzione col modo di produzione capitalistico o con qualche altro modo di produzione? *. Si tratta di questioni concrete, di questioni che devono essere risolte in rapporto a tutti gli aspetti dell’econo- mia nazionale russa. Per quanto concerne l’agricoltura contadina, i dati esaminati sopra contengono la risposta a questa questione, risposta che è precisamente affermativa. L’idea populista corrente, secondo cui il « kulak » e il « contadino intraprendente » rappre- sentano non già due forme di uno stesso fenomeno economico, ma tipi di fenomeni del tutto slegati e opposti fra loro, è decisamente destituita di qualsiasi fondamento. È uno di quei pregiudizi del populismo che nessuno ha mai nemmeno tentato di dimostrare con l’analisi di dati economici precisi. I dati ci dicono il contrario. Sia che il contadino assuma operai per allargare la produzione, sia che faccia traffico in terra (ricordate i dati surriportati sulle grandi quantità di terra presa in affitto dai ricchi) o in articoli coloniali, sia che traffichi in canapa, fieno, bestiame, ecc., oppure in denaro (usuraio), rappresenta un unico tipo economico, le cui operazioni si riducono, fondamentalmente, a un medesimo rapporto econo- mico. Inoltre, che nel villaggio -obstcina russo la funzione del capi- * Il signor V. V. ha toccato questa questione sin dalla prima pagina delle sue Sorti del capitalismo , ma nè in questa nè in nessun altra delle sue opere egli ha tentato di esaminare i dati sul rapporto intercorrente fra capitale commerciale e capi- tale industriale in Russia. Il signor N.-on, benché pretenda precisamente di seguire fedelmente la teoria di Marx, ha però preferito sostituire alla categoria chiara e precisa del « capitale commerciale » un termine oscuro e vago di sua invenzione : « capitalizzazione », ovvero a capitalizzazione dei redditi »; e al coperto di questo termine nebuloso ha eluso con estrema disinvoltura la questione, l'ha puramente e semplicemente elusa. Per lui, il precursore della produzione capitalistica in Russia non è il capitale commerciale, ma... la « produzione popolare »! ® 6 . 174 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA tale non si esaurisca nella semiservitù e nell’usura, che il capitale venga impiegato anche nella produzione, risulta dal fatto che i contadini agiati investono denaro non solo in piccole imprese indu- striali e commerciali (cfr. sopra), ma anche neH’incremcnto dell’azienda, nelPacquisto e nell’affitto di terre, nel migliora- mento dell’inventario, nell’assunzione di operai, ecc. Se il capi- tale nelle nostre campagne fosse incapace di creare qualcosa oltre la semiservitù e l’usura, allora non potremmo, basandoci sui dati relativi alla produzione, costatare la disgregazione della popo- lazione contadina, il sorgere di una borghesia rurale e di un prole- tariato rurale, allora tutta la popolazione contadina rappresente- rebbe un tipo abbastanza uniforme di contadini proprietari oppressi dal bisogno, fra i quali emergerebbero solo gli usurai: emerge- rebbero esclusivamente per la quantità del denaro che posseggono e non già per l’estensione e il carattere della produzione agricola. Infine, dai dati esaminati sopra si deduce l’importante tesi che lo sviluppo autonomo del capitale commerciale e usurario nelle nostre campagne frena la disgregazione della popolazione contadina. Quanto più il commercio si svilupperà, avvicinando la campagna alla città, soppiantando i primitivi mercati rurali e scalzando la posizione di monopolio del bottegaio di villaggio, quanto più si svilupperanno le forme propriamente europee del credito, soppian- tando l’usuraio di villaggio, tanto più estesa e profonda dovrà essere la disgregazione della popolazione contadina. Il capitale dei contadini agiati, sloggiato dal piccolo commercio e dall’usura, af- fluirà su più vasta scala nella produzione, verso la quale inco- mincia già ad affluire. io. Un altro fenomeno importante dell’economia delle nostre campagne che frena la disgregazione della popolazione contadina è dato dalle sopravvivenze deH’economia fondata sulla barstcina y cioè dalle otrabot\i . Le otrabot\i sono basate sulla retribuzione del lavoro in natura, dunque sul debole sviluppo deH’economia mercantile. Le otr abolii pressuppongono ed esigono precisamente un contadino medio che non sia del tutto agiato (altrimenti non accetterebbe il fardello semiservile delle otrabotk } ), ma nemmeno un proletario (per accollarsi le otrabotkj occorre avere un proprio LA DISGREGAZIONE DELLA POPOLAZIONE CONTADINA 175 inventario, occorre essere un padrone « attrezzato », sia pure in misura esigua). Quando dicevamo sopra che la borghesia contadina è attual- mente la padrona delle nostre campagne, facevamo astrazione da questi fattori che frenano la disgregazione: semiservitù, usura, otrabot\i y ecc. In realtà oggi i veri signori delle nostre campagne sono il più delle volte non gli esponenti della borghesia contadina, ma gli usurai rurali e i proprietari terrieri delle vicinanze. Una simile astrazione è tuttavia un procedimento del tutto legittimo, giacche altrimenti sarebbe impossibile studiare l’intrinseca struttura dei rapporti economici esistenti in seno alla popolazione conta- dina. È interessante notare che anche il populista si serve di un simile procedimento, con la differenza, però, che si arresta a mezza strada, non spinge il suo ragionamento fino alla sua logica con- clusione. Parlando deiroppressione fiscale ecc., il signor V. V. rileva, nelle sue Sorti del capitalismo , che, per questi precisi mo- tivi, per Yobstcina y per il « mir » «le condizioni di vita naturali [sic!] non esistono più » (p. 287). Benissimo. Ma si tratta appunto di stabilire quali siano queste « condizioni naturali » che non esi- stono più nelle nostre campagne. Per rispondere a questa domanda bisogna studiare il regime dei rapporti economici esistenti in seno all t obstcina y sollevando, se così ci si può esprimere, il velo che nasconde le sopravvivenze dei vecchi tempi anteriori alla riforma che offuscano le « condizioni naturali » di vita delle nostre campagne. Se il signor V. V. avesse fatto questo, avrebbe visto che questo regime dei rapporti esistenti nelle campagne indica la completa disgregazione della popolazione contadina, che, quanto più integralmente saranno eliminate la semiservitù, l’usura, le otrabotbj y ecc., tanto più profonda sarà la disgregazione della po- polazione contadina * Abbiamo mostrato sopra, in base ai dati • Tra parentesi. Parlando delle Sorti del capitalismo del signor V. V., e pre- cisamente del sesto capitolo, dal quale è tratta la citazione, non si può non osser- vare che esso contiene pagine eccellenti e del tutto giuste. Si tratta precisamente delle pagine in cui l’autore non parla delle oc sorti del capitalismo » e nemmeno del capitalismo, ma dei metodi di esazione dei tributi. È caratteristico che il 176 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA delle statistiche degli zemstvo , che questa disgregazione è ormai un fatto compiuto, che la popolazione contadina si è completa- mente scissa in gruppi opposti. signor V. V. non noti a questo proposito il nesso indissolubile esistente fra questi metodi e le sopravvivenze deH’economia fondata sulla barsteina, che egli (come vedremo, in seguito) è incline ad idealizzare I CAPITOLO III 67 PASSAGGIO DEI PROPRIETARI TERRIERI DALL’ECONOMIA FONDATA SULLA « BARSTCINA » ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA Dobbiamo ora passare dall’azienda contadina a quella signo- rile. Nostro compito è quello di esaminare nelle sue grandi linee Fattuale struttura economico-sociale dell’azienda dei grandi pro- prietari e di descriverne brevemente l’evoluzione nel periodo po- steriore alla riforma. I Le caratteristiche fondamentali dell economia fondata sulla barstcina Come punto di partenza per studiare la forma di conduzione attuale dell’azienda dei grandi proprietari fondiari bisogna pren- dere il sistema dominante in seno ad essa nell’epoca della servitù della gleba. Allora il sistema economico consisteva sostanzialmente nel fatto che tutta la terra di una data unità deH’economia agricola, ossia di un dato feudo, si divideva in terra dominicale e terra con- tadina; quest’ultima, divisa in nadiel , veniva affidata ai contadini, i quali (ricevendo, oltre la terra, anche altri mezzi di produzione, per esempio legname, talvolta bestiame, ecc.), col loro lavoro e ser- vendosi del loro inventario, la coltivavano, traendone di che sostentarsi. Il prodotto di questo lavoro rappresentava, secondo la 178 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA terminologia deireconomia politica teorica, il prodotto necessario: necessario per i contadini in quanto procurava loro i mezzi per vivere, e necessario per il signore in quanto gli assicurava la mano d'opera, esattamente allo stesso modo in cui il prodotto che sosti- tuisce la parte variabile del capitale è un prodotto necessario nella società capitalistica. Quanto al pluslavoro dei contadini, esso con- sisteva nel lavoro che essi eseguivano coltivando, con il proprio inventario, la terra del signore; il prodotto di questo lavoro andava a beneficio del signore. Il pluslavoro era dunque distinto territo- rialmente dal lavoro necessario: per il signore i contadini colti- vavano la terra dominicale, per se stessi i loro nudici; per il signore lavoravano alcuni giorni della settimana, per se stessi gli altri giorni. In tal modo il « nudici » del contadino era, in quel sistema economico, una specie di salario in natura (per esprimerci con un termine corrente), o un mezzo per assicurare al signore la mano d'opera. Che i contadini avessero una « propria » azienda sul loro nudici era la condizione che rendeva possibile l'azienda signorile ed aveva lo scopo di assicurare non già i mezzi per vivere al con- tadino, ma la mano d'opera al signore*. Questo è il sistema economico che noi chiamiamo economia fondata sulla burstcinu . È evidente che affinché predominasse erano necessarie le seguenti condizioni: in primo luogo, il dominio del- l'economia naturale. Il feudo doveva formare un tutto chiuso, autosufficiente, legato molto debolmente al resto del mondo. La produzione dei cereali per la vendita da parte dei signori, svilup- patasi specialmente nell'ultimo periodo della servitù della gleba, preannunciava già la disgregazione del vecchio regime. In secondo luogo, questo sistema economico esigeva che il produttore imme- diato fosse provvisto di mezzi di produzione in generale e di terra in particolare; esigeva, inoltre, che esso fosse vincolato alla terra, poiché, diversamente, al signore non sarebbe stata garantita la mano d'opera. I modi per ottenere il plusprodotto sono dunque * Questa struttura economica viene tratteggiata con straordinaria perspicuità da A. Engelhardt nelle sue Lettere dalla campagna (Pietroburgo, 1885, pp. 556-557). Del tutto giustamente l’autore rileva che l’azienda fondata sulla servitù costituiva un sistema ben congegnato e in se compiuto di cui era dirigente il signore, che di- stribuiva la terra ai contadini e assegnava loro i diversi compiti. DALLA « BARSTCINA )) ALL'ECONOMIA CAPITALISTICA 179 diametralmente opposti neireconomia fondata sulla barstcina e in quella capitalistica : la prima si basa sulla condizione che il pro- duttore sia provvisto di terra, la seconda sulla condizione che il produttore sia liberato dalla terra*. In terzo luogo, condizione di questo sistema economico è la dipendenza personale del conta- dino dal signore. Se il signore non esercitasse un’autorità diretta sulla persona del contadino, non potrebbe obbligare a lavorare per sè un uomo che possiede della terra e conduce una propria azienda. Occorre dunque una « coercizione extraeconomica », come dice Marx caratterizzando questo regime economico (che egli riduce, come si è visto sopra, alla categoria della rendita in lavoro , Das Kapital , III, 2, p. 324) 89 . Le forme ed i gradi di questa coercizione possono essere i più diversi, dallo stato di servitù all’appartenenza del contadino ad un ceto privo di determinati diritti. Infine, in quarto luogo, condizione e conseguenza del sistema economico descritto era il livello estremamente basso e statico della tecnica, poiché la conduzione dell’azienda era nelle mani di piccoli conta- dini schiacciati dal bisogno e abbrutiti dalla dipendenza personale e dall’ignoranza. II Combinazione del sistema economico fondato sulla barstcina col sistema economico capitalistico Il sistema economico fondato sulla barstcina venne scalzato dal- l’abolizione della servitù della gleba. Tutte le basi principali di questo sistema furono scalzate : economia naturale, carattere chiuso e autosufficienza del feudo, stretto legame fra i suoi diversi elc- * Polemizzando con Henry George, il quale affermava che l’espropriazione della massa della popolazione c la grande e universale causa della miseria e dell’oppres- sione, Engels nel 1887 scriveva: «Storicamente ciò non c del tutto esatto... Nel Medioevo fonte dell’oppressione feudale non era il fatto che il popolo fosse espro- priato [expropriation] della terra, ma, al contrario, che la terra s’appropriava [ appropration ] di lui. Il contadino conservava il suo fondo, ma era a questo incatenato come servo della gleba, ed era tenuto a rendere al signore feudale pre- stazioni d’opera o a pagare tributi » ( The condition oj thè working class in England in 1844, New York, 1887. Preface , p. Ili) 68 . i8o LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA menti, potere del signore sui contadini. L’azienda del contadino si separò da quella del signore; il contadino dovette riscattare la sua terra per divenirne il proprietario completo, il signore dovette passare al sistema economico capitalistico, che poggia, come ab- biamo visto or ora, su basi diametralmente opposte. Ma un tale passaggio ad un sistema completamente diverso non poteva, benin- teso, effettuarsi d’un tratto, e ciò per due ragioni. In primo luogo, non esistevano ancora le condizioni necessarie per la produzione capitalistica. Occorreva una classe di uomini abituati a lavorare a salario, occorreva che l’inventario del contadino fosse sostituito da quello del signore; occorreva che Pagrieoi tura fosse organizzata come una qualunque altra impresa industriale e commerciale, e non come un affare privato del signore. Tutte queste condizioni potevano prodursi solo gradualmente, e i tentativi di alcuni si- gnori, nei primi tempi dopo la riforma, di procurarsi macchine e perfino operai all’estero, non potevano non finire con un fiasco completo. L’altra causa per cui era impossibile passare di colpo ad una organizzazione capitalistica in questo campo era il fatto che il vecchio sistema economico fondato sulla barsteina era stato soltanto minato, non già annientato definitivamente. L’azienda contadina non era stata ancora totalmente distaccata da quella dei signori; dato che nelle mani di questi ultimi erano rimaste parti molto importanti dei nadiel contadini : « terre stralciate », boschi, prati, abbeveratoi naturali, pascoli, ecc. Senza queste terre (o ser- vitù) i contadini erano nell’assoluta impossibilità di condurre un’azienda autonoma, ed i signori avevano così la possibilità di perpetuare il vecchio sistema di conduzione sotto forma di otra - botici. Restava anche possibile la « coercizione extraeconomica » : soggezione a vincolo temporaneo, responsabilità collettiva 70 , pene corporali inflitte al contadino, suo arruolamento per l’esecuzione di lavori pubblici, ecc. L’economia capitalistica non poteva, dunque, sorgere d’un tratto, la barsteina non poteva sparire di colpo. Il solo sistema eco- nomico possibile era un sistema transitorio, un sistema che riu- nisse in sè caratteri del sistema della barsteina e di quello capitali- stico. Ed effettivamente il regime aziendale seguito dai signori dopo la riforma è precisamente contrassegnato da queste caratteristiche. DALLA <( BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 181 Nonostante l’infinita varietà di forme proprie di un’epoca di tran- sizione, l’organizzazione economica dell’odierna azienda signorile si riduce a due sistemi fondamentali, combinati tra loro nei modi più diversi, e precisamente al sistema delle otrabotkj * e a quello capitalistico. Il primo consiste nella coltivazione della terra effet- tuata dai contadini con il loro inventario, dove la forma del paga- mento non altera affatto la natura del sistema (sia che il paga- mento si effettui in denaro, come neH’ingaggio a cottimo, o in prodotti, come nella mezzadria, o attraverso la concessione dell’uso di terre, oppure di pascoli, boschi, stagni, ecc., come nelle otrabot\i in senso stretto). Questa è una sopravvivenza diretta dell’economia fondata sulla barstcina **, e la definizione economica di quest’ul- tima da noi data più sopra è applicabile quasi per intiero alle otrabot\i (la sola eccezione è che in una delle forme del sistema delle otrabotl{i f e cioè nell’ingaggio a cottimo, viene a cadere una delle condizioni dell’economia fondata sulla barstcina t e precisa- mente il lavoro viene remunerato in denaro anziché in natura). Il sistema capitalistico consiste nell’assunzione di operai (fissi, a termine, giornalieri, ecc.), che lavorano con l’inventario del pro- prietario. Questi sistemi si combinano nella vita reale nelle forme più svariate e più originali : in numerosissimi fondi signorili essi coesistono, e ora l’uno ora l’altro vengono applicati ad operazioni * Sostituiamo ora il termine di « barstcina » con quello di « otrabotkj », dato che quest’ultimo corrisponde meglio ai rapporti sorti dopo la riforma ed ha già acquistato diritto di cittadinanza nella nostra letteratura. •* Ecco un esempio particolarmente significativo: « Nella parte meridionale del distretto di Ielets [governatorato di OriolJ, — scrive un corrispondente del Dipartimento dell'agricoltura — nelle grandi aziende signorili accanto alla col- tivazione a mezzo di operai fissi una parte considerevole della terra viene lavorata da contadini in pagamento della terra data loro in affitto. Gli ex servi della gleba continuano a prendere terra in affitto dai loro ex signori e, in cambio, lavorano la terra di questi ultimi. I villaggi di questo genere continuano a portare il nome di “ barstcina " [in corsivo nel testo - N. d. /?.] di questo o quel proprietario no- bile» (S. A. Korolenko, Il lavoro salariato libero ccc. t p. n8). Oppure: «Nella mia azienda — scrive un altro proprietario nobile — i lavori vengono eseguiti dai miei ex contadini (otto villaggi con circa 600 anime); in cambio essi ottengono un pascolo per le loro bestie (da 2000 a 2500 desiatine); solo la prima aratura e la semina a macchina vengono eseguite da operai a termine » (ivi, p. 325. Dal distretto di Kaluga) 182 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA diverse*. È perfettamente naturale che la combinazione di si- stemi economici così eterogenei e perfino opposti porti in con- creto a tutta una serie di conflitti e di contraddizioni estrema- mente profondi e complessi, e che sotto la pressione di queste contraddizioni numerosi agricoltori falliscano, ecc: Sono tutti fe- nomeni tipici di tutte le epoche di transizione. Se ci chiediamo quanto siano diffusi l’uno in rapporto all’altro i due sistemi, prima di tutto dobbiamo dire che mancano in proposito — e sarebbe d’altronde pressoché impossibile procu- rarseli — dati statistici precisi; a questo scopo occorrerebbe fare un censimento non solo di tutti i fondi, ma altresì di tutte le opera- zioni economiche che si compiono in questi fondi. Si hanno a di- sposizione solo dati approssimativi, sotto forma di descrizione generale di questa o quella località circa il prevalere delPuno o del- l’altro sistema. Dati complessivi di questo genere relativi a tutta la Russia vengono riportati nella pubblicazione già citata del Di- partimento dell’agricoltura: II lavoro salariato libero ecc. Basandosi su questi dati, il signor Annenski ha tracciato un diagramma molto chiaro, indicante la diffusione dei due sistemi (L* influenza dei rac- colti ecc. TI , I, p. 170). Mettiamo a confronto questi dati in una ta- bella che completiamo coi dati sull’estensione dei seminativi nelle terre di proprietà privata per gli anni 1883-1887 (secondo la Stati- stica deirimpero Russo , IV : Il raccolto medio nella Russia europea nel quinquennio 1883-1887, Pietroburgo, 1888) **. • Il maggior numero delle aziende viene gestito in modo che una parte della terra, sia pure minima, viene coltivata dai proprietari con inventario proprio e giovandosi di operai annuali » e di altri tipi, a mentre tutta la terra restante viene ceduta ai contadini perchè la coltivino o a mezzadria, o in cambio di terra, o per denaro» (Il lavoro salariato libero , ivi, p. 96)... «Nella maggior parte dei fondi esistono simultaneamente quasi tutti o almeno parecchi tipi di assun- zione » [ossia tipi di a reclutamento della mano d’opera »]. L'agricoltura e V eco- nomia forestale della Russia, ed. del Dip. dell’agricoltura per l'Esposizione di Chicago, Pietroburgo, 1893, p. 79. •* Dai 50 governatorati della Russia europea sono stati esclusi quelli di Arcan- gelo, Vologda, Olonets, Viatka, Perm, Orenburg e Astrakhan, dove negli anni 1883-1887 c’erano soltanto 562.000 desiatine dì seminativo, rispetto al numero complessivo di 16.472.000 desiatine di terre private di tutta la Russia europea. Nel primo gruppo sono compresi i seguenti governatorati: i tre governatorati del Baltico, quattro occidentali (Kovno, Wilno, Grodno e Minsk), tre sud-occidentali (Kiev, Volynia, Podolia), cinque meridionali (Kherson, Tauride, Bessarabia, DALLA c< BARSTCINA )> ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 185 Numero dei governatorati Aree seminate a cereali e patate nelle terre di proprietà privala (in migliaia di desiatine) Gruppi di governatorati secondo il sistema di conduzione predominante terre nere altre zone totale I. Governatorati nei quali predomina il sistema capitolili ico 9 10 19 7.407 II. Governatorati nei quali predomina il sistema misto 3 4 7 2.222 III. Governatorati nei quali predomina il sistema delle o4ra6o 1882, n. 8-9). Tanto più sorprende che i popu- listi rifuggano con tutte le forze dal riconoscere il fatto semplice ed evidente che l’odierna struttura dell’azienda fondata sulla pro- prietà privata sia costituita dall’unione del sistema delle otra - botici con quello capitalistico e che, quindi, quanto più svilup- Dalla « BARSTCINA » ALL economia capitalistica 199 pato è il primo, tanto più debole è il secondo e viceversa; tanto più sorprende che essi rifuggano dall’analizzare in quale rapporto si trovino l'uno e l'altro sistema con la produttività del lavoro, con la retribuzione del lavoro dell’operaio, con i tratti fondamen- tali dell'economia della Russia nel periodo posteriore alla riforma, ecc. Porre la questione su questo terreno, costatare cioè il « cam- biamento » realmente in atto , significherebbe riconoscere l’inelut- tabilità della eliminazione delle otrabot\i ad opera del capitalismo e il carattere progressivo di questa eliminazione. Per rifuggire da questa conclusione i populisti non si sono arrestati nemmeno di fronte a \Y idealizzazione del sistema delle otrabotf{i. Questa sin- golare idealizzazione è il tratto fondamentale delle concezioni populiste circa l'evoluzione dell'azienda signorile. Il signor V. V. è arrivato a scrivere che « il popolo... resta vincitore nella lotta per la forma dell 'agricoltura, benché la vittoria ottenuta abbia ulteriormente accentuato la sua rovina » (Le sorti del capitalismo , p. 288). Il riconoscimento di una simile « vittoria » è più eloquente della costatazione di una sconfitta! Il signor N.-on ha visto nel- Passegnazione di lotti ai contadini nel regime economico fondato sulla barsteina e sulle otrabotbi il « principio » dell’<( unione del produttore con i mezzi di produzione », dimenticando l’insigni- ficante circostanza che questa assegnazione di terra costituiva un mezzo per assicurare la mano d'opera al signore. Come abbiamo già rilevato, Marx, descrivendo i sistemi dell'agricoltura precapi- talistica, ha analizzato tutte le forme di rapporti economici esi- stenti in Russia, sottolineando con forza la necessità della piccola produzione e del legame fra il contadino e la terra sia con la ren- dita in otrabotkj , sia con quella in natura, sia con quella in denaro. Ma poteva forse venirgli in mente di trasformare questa assegna- zione di terra al contadino dipendente nel « principio » di un vin- colo secolare fra il produttore e i mezzi di produzione? Dimentica egli forse, sia pure per un istante, che questo vincolo fra il produt- tore e i mezzi di produzione era la fonte e la condizione dello sfruttamento medioevale, condizionava il ristagno tecnico e sociale ed esigeva necessariamente ogni sorta di forme di « coercizione extraeconomica »? Un'idealizzazione del tutto analoga delle otrabot\i e della semi- 200 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA servitù viene fatta dai signori Orlov e Kablukov nelle Raccolte della statistica dello zemstvo di Mosca, presentando come esem- plare l’azienda di una certa signora Kostinskaia del distretto di Podolsk (cfr. voi. V, fase. I, pp. 175-176, e voi. II, pp. 59-62, sez. II). Secondo il signor Kablukov, quest’azienda dimostra la « possibi- lità di una impostazione che esclude [sic!!] questo contrasto » (cioè il contrasto di interessi fra l’azienda del grande proprietario e quella del contadino) « e contribuisce alla fiorente [sic!] situazione sia dell’azienda del contadino che di quella privata » (voi. V, fase. I, pp. 175-176). Risulta che la fiorente situazione dei contadini consi- ste... nelle otrabotfy e nella semiservitù. Essi non hanno nè pascoli nè passaggi per il bestiame (voi. II, pp. 60-61) — il che non impe- disce ai signori populisti di considerarli padroni « in piena regola » — e prendono questi terreni in affitto dalla proprietaria pagando in lavoro , eseguendo « tutti i lavori del suo fondo... accuratamente, tempestivamente e rapidamente » *. Non si potrebbe andare oltre nell’idealizzazione di un sistema aziendale che è una diretta sopravvivenza della bar steina ! Il metodo seguito in tutti questi ragionamenti populisti è molto semplice; basta dimenticare che l’assegnazione di terra al conta- dino è una delle condizioni dell’economia fondata sulla barsteina o sulle otrabot\i y basta fare astrazione dalla circostanza che questo preteso contadino « indipendente » è tenuto a pagare dna rendita in otrabotl(i, in natura o in denaro, e avremo l’idea « pura » del « vincolo fra il produttore e i mezzi di produzione ». Ma il rap- porto reale esistente fra il capitalismo e le forme di sfruttamento precapitalistiche non muta per nulla grazie al semplice fatto che si fa astrazione da queste forme **. * Cfr. Voi ghiri, op. cit., pp. 2B0-281. •• « Si dice che la diffusione delle affittanze in cambio di otrabotfy al posto di quelle con canoni in denaro... sia un fatto regressivo. Diciamo forse che questo fenomeno sia desiderabile, vantaggilo? Noi ... non abbiamo mai affermato che si tratti di un fenomeno progressivo », asseriva il signor Ciuprov a nome di tutti gli autori del libro L'influenza dei raccolti ecc . (cfr. Resoconto stenografico del dibat- tito alla Libera società imperiale di economia, i° e 2 marzo 1897 7a , p. 38). Quest’as- serzione è falsa anche formalmente, giacche il signor Karyscev (cfr. sopra) ha rappresentato le otrabotfyi come un « aiuto » alla popolazione rurale. Considerando la sostanza della cosa, poi, quest’asserzione c in assoluto contrasto con il reale contenuto di tutte le teorie populiste e con la loro idealizzazione delle otrabotki . Il DALLA « BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CÀPITALISTICA 201 Soffermiamoci un po' su un altro ragionamento, molto curioso, del signor Kablukov. Abbiamo visto che egli idealizza le otrabot{i ; è degno di nota, però, che quando egli, come statistico, caratte- rizza i tipi reali di aziende puramente capitalistiche del governa- torato di Mosca nella sua esposizione — contro la sua volontà e in forma alterata — si rispecchiano precisamente i fatti che dimo- strano il carattere progressivo del capitalismo neH’agricoltura russa. Chiediamo al lettore un po’ di attenzione e ci scusiamo in anti- cipo per qualche lunga citazione. Oltre ai vecchi tipi di azienda a lavoro salariato libero, nel go- vernatorato di Mosca esiste « un nuovo tipo, recente, di azienda che ha del tutto abbandonato ogni tradizione e considera l’agricoltiira semplicemente come un qualsiasi ramo di produzione, che come tutti gli altri deve costituire una fonte di reddito. Qui Tagricol- tura non è più considerata come... un nobile svago, come una occupazione alla quale ciascuno può dedicarsi... No, qui si rico- nosce la necessità di avere... cognizioni specifiche... Le basi del calcolo » (per quanto riguarda Porganizzazione della produzione) «non si distinguono in alcun. modo da quelle esistenti negli altri rami della produzione » ( Raccolta di dati statistici per il governa- torato di Mosca , voi. V, fase. I, pp. 185-186), Il signor Kablukov nemmeno s accorge che questa caratterizza- zione del nuovo tipo di azienda, <( sorto » solo « di recente », negli anni settanta, dimostra appunto il carattere progressivo del capita- lismo nelPagricoltura. È stato appunto il capitalismo a trasformare per la prima volta Pagricoltura da « passatempo signorile » in in- dustria ordinaria, è stato appunto il capitalismo a costringere per la prima volta a « considerare l’agricoltura semplicemente », a co- grande merito dei signori T.-Baranovski e Struve sta neiraver posto in maniera giusta la questione (1897) dell’importanza dei bassi prezzi dei cercali: il criterio per valutare la loro importanza dev’essere quello di stabilire se tali prezzi agevolino o no l’eliminazione delle otrabotki ad opera del capitalismo. Si tratta evidentemente di una questione di fatto, e nel rispondere ad essa noi divergiamo alquanto dagli scrittori menzionati. In base ai dati esposti nel testo (cfr. in particolare il § VII del presente capitolo c il quarto capitolo) noi riteniamo possibile e perfino proba- bile che il periodo dei bassi prezzi dei cereali sarà contrassegnato da una elimina- zione delle otrabotki da parte del capitalismo non meno, se non più, rapida del precedente periodo storico degli alti prezzi dei cereali. 1-4 - SIA 202 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA stringere a « rompere con la tradizione » e ad armarsi di « cogni- zioni specifiche ». Prima del capitalismo ciò era tanto superfluo quanto impossibile, giacche le aziende dei singoli feudi, comunità, famiglie contadine « bastavano a se stesse », non dipendendo da altre aziende, e nessuna forza era in grado di strapparle dalla sta- gnazione secolare. Il capitalismo c stato appunto questa forza, che ha creato (attraverso il mercato) il controllo sociale della produ- zione dei singoli produttori, ed ha costretto questi ultimi a tener conto delle esigenze dello sviluppo sociale. In questo consiste, appunto, la funzione progressiva del capitalismo nelPagricoltura di tutti i paesi europei. Sentiamo poi come il signor Kablukov caratterizza le nostre aziende puramente capitalistiche: « Inoltre si comincia già a considerare la forza-lavoro come un fattore necessario che esercita un’azione sulla natura, senza il quale nessuna orga- nizzazione del fondo può condurre a qualche risultato. In tal modo, pur avendo coscienza di tutta l’importanza di questo elemento, al tempo stesso non lo si considera come fonte autonoma di reddito, come accadeva con la servitù della gleba, o come si fa anche oggi nei casi in cui a base del rendimento di un fondo si pone non il prodotto del lavoro il cui consegui- mento c lo scopo diretto del suo impiego, non il desiderio di impiegare questo lavoro per produrre i suoi prodotti più pregiati, e con questo mezzo ' servirsi dei suoi risultati, ma la tendenza a diminuire la quota del prodotto che l’operaio riceve per sè, il desiderio di ridurre possibilmente a zero per il padrone il valore del lavoro » (p. 186). Si accenna poi alla conduzione dell’azienda in cambio di terre stralciate. « In tali condizioni, per ottenere un reddito non si richiedono al padrone nè cognizioni nè qualità particolari. Tutto ciò che si otterrà grazie a questo lavoro costituirà un reddito netto del proprietario o per lo meno un reddito tale da venir conseguito quasi senza alcun dispendio di capitale circolante. Ma una simile azienda, natu- ralmente, non può andar bene e non può essere chiamata azienda nel signi- ficato rigoroso del termine, così come non può essere chiamata tale la ces- sione in affitto di tutti i terreni; qui non esiste organizzazione aziendale » (p. 186). E, dopo aver citato esempi di cessione di terre stralciate in cambio di otrabotì(i ì l’autore conclude ; « Il centro di gravità dell’azienda, il me- todo per ricavare un reddito dalla terra ha la sua radice nell’azione eserci- tata sull’operaio, non già sulla materia e sulle sue forze » (p. 189). Questo ragionamento è un esempio estremamente interessante di come fatti osservati nella realtà vengano deformati quando siano DALLA « BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 203 presentati dall’angolo visuale di una teoria erronea. Il signor Ka- blukov confonde la produzione con il regime sociale della produ- zione. In ogni regime sociale la produzione consiste nell’« azione » dell’operaio sulla materia e sulle sue forze. In ogni regime sociale fonte del « reddito » per il proprietario terriero può essere solo il plusprodotto. Sotto entrambi i rapporti il sistema di conduzione fondato sulle otrabot\i è completamente analogo a quello capitali- stico, nonostante l’opinione del signor Kablukov. La loro diffe- renza reale consiste nel fatto che le otrabotki presuppongono neces- sariamente una produttività del lavoro assai bassa; per cui per aumentare il reddito non è possibile aumentare la quantità del plusprodotto; per raggiungere questo scopo non rimane che un mezzo: ricorrere alle varie forme di lavoro semiservile. Con una azienda puramente capitalistica, invece, le forme d’ingaggio semi- servili devono venir meno, giacché il proletario non vinco- lato alla terra è un oggetto inadatto per la semiservitù; l’incre- mento della produttività del lavoro diviene non solo possibile, ma anche necessario, come unico mezzo per accrescere il reddito e reggere ad una concorrenza accanita. In tal modo la caratteriz- zazione delle nostre aziende puramente capitalistiche — dataci da quello stesso signor Kablukov che con tanto zelo ha cercato di idealizzare le otrabotbj — conferma in pieno il fatto che il capi- talismo russo crea le condizioni sociali che esigono necessariamente la razionalizzazione dell’agricoltura e la scomparsa della semi- servitù, mentre le otrabotfy, viceversa, escludono la possibilità di una razionalizzazione dell’agricoltura, perpetuano il ristagno tec- nico e la semiservitù del produttore. Nulla è più sconsiderato dei soliti tripudi populisti circa la debolezza del capitalismo nella no- stra agricoltura. Se il capitalismo è debole, tanto peggio, in quanto questo altro non indica se non la forza delle forme precapitalistiche di sfruttamento, incomparabilmente più gravose per il produttore. M* 204 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA VI Storia dellazienda Engelhardt Un posto del tutto particolare tra i populisti è quello occupato da Engelhardt. Criticare la sua valutazione delle otrabotì(i e del capitalismo vorrebbe dire ripetere quanto si è detto nel paragrafo precedente. Riteniamo molto più opportuno opporre alle conce- zioni populiste di Engelhardt la storia dell’azienda di cui egli stesso è proprietario. Una simile critica avrà anche un significato positivo, poiché l’evoluzione di questa azienda sembra rispecchiare in mi- niatura i tratti fondamentali dell’evoluzione di tutta l’economia fondata sulla proprietà privata della Russia posteriore alla riforma. Quando Engelhardt s’insediò in quell’azienda, essa era basata sulle otrabotfy e la semiservitù tradizionali, che escludevano una « conduzione razionale » ( Lettere dalla campagna , p. 559). Le otrabotbj determinavano un cattivo allevamento del bestiame, una cattiva coltivazione della terra, sistemi agricoli uniformi ed anti- quati (p. 1 18). « Vidi che non era possibile... continuare a condurre l’azienda come una volta » (p. 118). La concorrenza dei cereali della steppa faceva diminuire i prezzi e quindi l’azienda non era redditizia (p. 83)*. Osserviamo che, accanto al sistema delle otra - botici, nell’azienda aveva sin dall’inizio una certa importanza an- che il sistema capitalistico: c’erano degli operai salariati, sia pure in numero molto ridotto, anche nella vecchia azienda (il bovaro ecc.), ed Engelhardt attesta che la paga del suo salariato (un con- tadino cui era stata assegnata la terra) era « favolosamente bassa » (p. 11), bassa perchè « di più non si può proprio dare » quando l’allevamento del bestiame si frova in cattive condizioni. La bassa produttività del lavoro escludeva la possibilità di aumentare il sa- lario. Nell’azienda Engelhardt il punto di partenza è costituito, • Questo fatto, c cioè che la concorrenza dei cereali a buon mercato costi- tuisce uno stimolo alla trasformazione della tecnica e, quindi , alla sostituzione delle otrabotfy col libero ingaggio, merita un’attenzione particolare. La concorrenza dei cereali della steppa si faceva sentire anche negli anni in cui i prezzi dei cereali erano alti; il periodo dei bassi prezzi, però, conferisce a questa concorrenza una forza particolare. DALLA « BARSTCINA )) ALl/ECONOMIA CAPITALISTICA 2° 5 dunque, dalle caratteristiche, a noi già note, di tutte le aziende russe: otrabotkj , semiservitù, minima produttività del lavoro, re- tribuzione del lavoro « incredibilmente a buon mercato », carattere abitudinario dell’agricoltura. In che cosa consistono i cambiamenti introdotti in questo si- stema da Engelhardt? Egli passa alla coltura del lino, pianta indu- striale e commerciale che richiede un’enorme quantità di mano d’opera. Si accentua, quindi, il carattere mercantile e capitalistico dell’agricoltura. Ma come procurarsi la mano d’opera? Engelhardt tentò da principio di applicare al nuovo tipo (mercantile) di agri- coltura il vecchio sistema: le otrabotk}. La cosa non riuscì; si lavo- rava male; V«otrabot\a a desiatina » risultò superiore alle forze dei contadini, che si opponevano con tutte le loro forze al lavoro « a forfait » e semiservile. « Fu necessario cambiar sistema. Frat- tanto mi ero attrezzato, avevo acquistato cavalli, finimenti, carri, aratri, erpici e potevo già condurre un’azienda fondata sul lavoro a salario. Incominciai a lavorare il lino in parte con i miei salariati, in parte a cottimo, assumendo mano d’opera per determinati la- vori » (p. 218). Il passaggio al nuovo sistema di conduzione e all’agricoltura mercantile richiedeva dunque che si sostituissero le otrabotkj col sistema capitalistico. Per aumentare la produttività del lavoro Engelhardt impiegò un mezzo sperimentato della pro- duzione capitalistica: il lavoro a cottimo. Le donne vennero as sunte a lavorare a covone, a pud, ed Engelhardt (non senza una certa ingenua esultanza) descrive il successo di questo sistema; era aumentato il costo della coltivazione (da 25 rubli per desiatina a 35 rubli), ma in compenso anche il reddito era aumentato di 10-20 rubli; col passaggio dal lavoro semiservile al lavoro salariato libero era cresciuta la produttività delle lavoratrici (da 20 libbre a 1 pud per notte) e il salario di queste ultime era aumentato fino a 30-50 copechi al giorno (« caso senza precedenti dalle nostre parti »). Il mereiaio locale lodò entusiasticamente Engelhardt : « con il lino avete dato un grande impulso al commercio » (p. 219). Impiegato dapprima nella coltivazione di una pianta com- merciale, il lavoro salariato libero incominciò ad estendersi gra- dualmente alle altre operazioni agricole. Una delle prime opera- zioni che il capitale sottrasse alle otrabotkj fu la trebbiatura. È noto 200 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA che in tutte le aziende condotte in economia in generale questo tipo di lavoro il più delle volte viene eseguito in base al sistema capi- talistico. « Una parte della terra — scriveva Engelhardt — la faccio lavorare dai contadini col sistema degli avvicendamenti *, perchè altrimenti mi riuscirebbe difficile cavarmela con la mietitura della segala » (p. 21 1). Le otrabotkj quindi costituiscono una transizione diretta al capitalismo, perchè assicurano al padrone il lavoro dei giornalieri nel periodo in cui i lavori sono più intensi. Inizial- mente la coltivazione avvicendata veniva assegnata assieme alla trebbiatura, ma anche qui la cattiva qualità del lavoro indusse a passare al lavoro salariato libero. La coltivazione avvicendata fu assegnata senza trebbiatura, mentre questa veniva in parte effet- tuata col lavoro dei salariati fissi e in parte affidata a cot- timo a un ingaggiatore con un 'artel di operai salariati. Anche qui come risultato della sostituzione delle otrabot\i con il sistema capitalistico si ebbe : 1) aumento della produttività del lavoro : men- tre prima 16 uomini trebbiavano 900 covoni al giorno, oggi 8 uo- mini ne trebbiano 1100; 2) aumento della resa del grano; 3) dimi- nuzione del tempo occorrente per la trebbiatura; 4) aumento del salario dell’operaio; 5) aumento del profitto del padrone (p. 212). Inoltre il sistema capitalistico si estende anche alle operazioni inerenti la coltivazione del suolo. Vengono introdotti gli aratri di ferro al posto dei vecchi aratri a chiodo e il lavoro passa dal con- tadino semiservo al salariato. Engelhardt comunica, esultando, il successo delle innovazioni e la maggior diligenza degli operai, di- mostrando del tutto giustamente che le solite accuse di pigrizia e incuria rivolte all’operaio sono un risultato del « marchio feudale » e del lavoro semiservile « per il signore », che la nuova organiz- zazione dell’azienda esige anche dal padrone iniziativa, cono- scenza degli uomini e capacità di trattarli, conoscenza del lavoro e dei limiti di chi lo eseguisce, conoscenza del lato tecnico c com- merciale deiragricoltura, ossia qualità che non allignavano e non potevano allignare negli Oblomov 7 * delle campagne feudali o semi- asservite. I vari mutamenti nel campo della tecnica agricola sono inscindibilmente legati fra loro e portano inevitabilmente anche • Cfr. p. 185 (N. d. /?.). DALLA « BARSTC1NA » ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA *7 alla trasformazione dell’economia. « Supponiamo, per esempio, che abbiate introdotto la coltivazione del lino e del trifoglio; occorrerà introdurre immediatamente un gran numero di altri mutamenti, e se questo non sarà fatto, l’impresa non si metterà in carreg- giata. Si dovranno modificare gli attrezzi da lavoro e al posto del- laratro a chiodo impiegare quello di ferro, al posto dell’erpice di legno quello di ferro, ciò che a sua volta richiederà altri cavalli, altri operai , un altro sistema di conduzione dell azienda per quanto riguarda V assunzione degli operai, ecc. » (pp. 154-155). Il mutamento della tecnica agricola è risultato, così, inscindi- bilmente legato all’eliminazione delle otrabot\i ad opera del capi- talismo. È particolarmente interessante, inoltre, la gradualità con cui avviene questa eliminazione : il sistema di conduzione combina come prima le otrabot\i col capitalismo, ma il centro di gravità si sposta a poco a poco dalle prime sul secondo. Ecco qual era l’organizzazione dell’azienda di Engelhardt dopo la sua trasfor- mazione : « Adesso ho molto lavoro, perchè ho cambiato tutto il sistema di con- duzione. Una parte notevole dei lavori viene eseguita da salariati fissi e da giornaliera I lavori sono i più vari: brucio i terreni cespugliosi per colti- varvi il frumento, taglio i boschi di betulle per coltivarvi il lino, ho preso dei prati sul Dniepr e vi ho seminato il trifoglio, e la segala e il lino hanno reso molto. Ho bisogno di moltissima mano d’opera. Per avere lavo- ratori occorre darsi da fare in anticipo, perche quando arriverà il tempo dei lavori tutti saranno occupati a casa loro o in altre aziende. Questo reclutamento della mano d'opera viene effettuato anticipando denaro e grano in conto lavori » (pp. 116-117). Le otrabothj e la semiservitù sono rimaste, quindi, anche nel- l’azienda condotta « razionalmente », ma, in primo luogo, sono or- mai in una posizione subordinata rispetto al lavoro salariato libero; in secondo luogo, poi, le stesse otrabot\i si sono trasformate; sono rimaste prevalentemente le otrabotbt del secondo tipo, che non pre- suppongono contadini padroni, ma salariati agricoli e giornalieri. L’azienda personale di Engelhardt smentisce, dunque, le teorie populiste di Engelhardt meglio di qualsiasi ragionamento. Propo- stosi di organizzare un’azienda razionale, egli ha potuto farlo, nelle condizioni economico-sociali esistenti, soltanto organizzando 208 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA un’azienda fondata sul lavoro a salario. In quest’azienda l’eleva- mento della tecnica agricola e Telimi nazione delle otrabotffi ad opera del capitalismo sono proceduti a braccetto, così come pro- cedono a braccetto in generale in tutte le aziende fondate sulla proprietà privata della Russia. Col massimo risalto questo processo si manifesta nell’impiego delle macchine nelTagricoltura russa. VII L’impiego delle macchine nell’agricoltura Dal punto di vista dello sviluppo dell’industria meccanica agri- cola e delTimpiego delle macchine nelTagricoltura, l’epoca poste- riore alla riforma si può dividere in quattro periodi*. 11 primo periodo abbraccia gli ultimi anni che precedono la riforma e i primi anni che la seguono. I proprietari nobili si erano affrettati ad acquistare macchine alTestero per poter fare a meno del lavoro « gratuito » dei servi della gleba ed evitare le difficoltà inerenti all’assunzione di mano d’opera salariata. Naturalmente il tentativo fallì; la febbre si calmò ben presto e, a cominciare dal 1863-1864, la domanda di macchine estere cessò. Verso la fine degli anni set- tanta ebbe inizio il secondo periodo, che durò fino al 1885, Questo periodo è caratterizzato dall’aumento straordinariamente regolare e rapido dell’importazione di macchine dall’estero; anche la pro- duzione interna aumenta regolarmente, ma più lentamente dell’im- portazione. Dal 1881 al 1884 l’importazione di macchine agri- cole crebbe con particolare rapidità, ciò che in parte si spiega con * Cfr. Rassegna storico- statistica deli’ industria in Russia , voi. Il, Pietroburgo, 1883 (pubbl. in occasione dell'Esposizione del 1882), articolo di V. Cerniaiev: L'in- dustria delle macchine agricole ; idem, voi. II, Pietroburgo, 1886, gruppo IX; L'agri- coltura e l’economia forestale della Russia (Pietroburgo, 1893; pubbl. per 1 * Espo- sizione di Chicago), articolo del signor V. Cerniaiev; Attrezzi e macchine agri- cole; Le forze produttive della Russia (Pietroburgo, 1896; pubbl. per l’Espo- sizione del 1896), articolo del signor Lenin: Attrezzi e macchine agricole (sez. I), in Viestni^ Finansov, 1896, n. 51, 1, 1897, n. 21 ; V. Raspopin , articolo cit. Solo quest’ultimo articolo imposta il problema dal punto di vista deireconomia politica; tutti gli altri, invece, sono dovuti a specialisti in agronomia. DALLA « BARSTCINA )) ALL ECONOMIA CAPITALISTICA 209 la soppressione, avvenuta nel 1881, dell’importazione esente da dazi doganali della ghisa e del ferro occorrenti alle officine produttrici di macchine agricole. Il terzo periodo va dal 1885 all’inizio degli anni novanta. Le macchine agricole, importate prima d’allora in franchigia, vengono sottoposte da quell’anno a dazio doganale (50 copechi oro per pud). Questo dazio elevato riduce in forte misura le importazioni, mentre, sotto l’influsso della crisi agra- ria, il cui inizio coincide appunto con questo periodo, anche la produzione interna si sviluppa lentamente. Infine, a cominciare dal principio degli anni novanta ha inizio, come evidente, il quarto periodo, nel quale l’importazione delle macchine agricole aumenta nuovamente e la produzione interna si sviluppa con particolare rapidità. Citiamo i dati statistici che illustrano quanto se detto. L'am- montare medio annuo delle importazioni di macchine agricole nei rispettivi periodi è stato il seguente: Periodi Migliaia di pud Migliaia di rubli 18É9-1B72 259.4 787,9 1873-1876 566,3 2.283,9 1877-1880 629,5 3.593,7 1881-1884 961,8 6.318,0 1885-1888 399,5 2.032,0 1889-1892 509,2 2.596,0 1893-1896 864,8 4.368,0 Sulla produzione delle macchine e degli attrezzi agricoli in Russia ci mancano, purtroppo, dati altrettanto completi e precisi. L’insufficienza della nostra statistica delle fabbriche e delle officine, l’assenza di una distinzione tra produzione di macchine in gene- rale e produzione di macchine propriamente agricole, la mancanza di una regola ben precisa per distinguere tra produzione di mac- chine agricole « di fabbrica e d’officina » e produzione « artigiana », tutto questo ci impedisce di tracciare un quadro completo dello sviluppo dell’industria meccanica agricola in Russia. Se riuniamo tutti i dati contenuti nelle fonti sopra indicate, otteniamo il se- guente quadro dello sviluppo delFindustria meccanica agricola in Russia : 210 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Produzione , importazione e consumo di macchine e attrezzi agricoli Anni Regno di Polonia *4» ■O £ ii « fi 4 governatorati meri- dionali della steppa: Don, Iekaterinotlav, Tauride e Khenon II lj ■5 2 f- £ì Hi il :i Ih? hi: rii 3 Ss; ps Importazione di macchine agricole dall'estero Consumo di macchine agricole (in migliaia di rubli) 1876 646 41S 280 988 2.329 1.628 3.9S7 1879 1.0B8 433 SS7 1.752 3.830 4.000 7.830 1890 498 217 2.360 1.971 5.046 2.519 7.565 1894 381 314 S.183 2.S67 9.445 5.194 14.639 Da questi dati si vede con quanta intensità si manifesti il pro- cesso di eliminazione degli attrezzi agricoli primitivi ad opera di quelli perfezionati (e quindi il processo di eliminazione delle forme primitive di conduzione ad opera del capitalismo). In di- ciotto anni il consumo di macchine agricole è aumentato più di tre volte e mezzo, e ciò è avvenuto soprattutto grazie alla produ- zione interna, la quale è aumentata più di quattro volte. È anche notevole il fatto che il principale centro di questa produzione si è spostato dai governatorati del bacino della Vistola e del Baltico verso i governatorati della steppa della Russia meridionale. Se negli anni settanta il centro più importante del capitalismo agra- rio era rappresentato dai governatorati periferici occidentali, negli anni novanta sono sorte zone ancora più notevoli, dal punto di vista del capitalismo agrario, nei governatorati puramente russi *. A proposito dei dati or ora citati, bisogna aggiungere che, seb- bene basati sui dati ufficiali in materia (gli unici esistenti, per • Per avere un’idea dei mutamenti sopravvenuti in questi ultimi tempi cite- remo i dati forniti da \Y Annuario russo (ediz. dell’Istituto centrale di statistica, Pietroburgo, 1906) per gli anni 1900-1903. La produzione di macchine agricole nel- l’Impero vi viene valutata a 12.058.000 rubli, e l’ importazione dall’estero a 15.240.000 rubli nel 1902 e a 20.615.000 rubli nel 1903 ( Nota alla II edizione). DALLA (( BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 21 1 quel che ci risulta), essi sono nondimeno ben lungi dall’essere com- pleti e quelli di un dato anno non sono completamente confron- tabili con quelli di un altro anno. Per gli anni 1876-1879 ci sono i dati raccolti espressamente per l’esposizione del 1882; essi sono, fra tutti, i più completi, poiché abbracciano la produzione di at- trezzi agricoli non soltanto « di fabbrica », ma anche « artigiana »; in media nel 1876-1879 si contavano, nella Russia europea e nel Regno di Polonia, 340 stabilimenti, mentre in base ai dati della statistica « di fabbrica e d’officina » nel 1879 ne ^ a ^ uss * a europea non c’erano più di 66 officine che producessero macchine e attrezzi agricoli (calcolando in base all’ Indicatore delle fabbriche e delle officine di Orlov per il 1879). L’enorme divario fra queste cifre si spiega col fatto che, di questi 340 stabilimenti, quelli con una mac- china a vapore erano meno di un terzo (p. 100), mentre quelli dove il lavoro era fatto a mano erano più della metà (p. 196); 236 dei 340 stabilimenti, non disponendo di fonderie proprie, fondevano la ghisa altrove {Rassegna storico-statistica, 1 . c.). Per gli anni 1890 e 1894, però, i dati sono tratti dai Compendi di dati sull industria di fabbrica e d'officina in Russia (ed. del Dip. del commercio e delle manifatture) * Questi dati non abbracciano nemmeno tutta la pro- duzione di macchine e attrezzi agricoli « di fabbrica » ; nel 1890, per esempio, secondo il Compendio nella Russia europea c’erano 149 officine impegnate in questa produzione, mentre Vlndicatore di Orlov elenca 163 officine impegnate nella produzione di mac- chine e attrezzi agricoli; secondo i dati menzionati prima, nella Russia europea nel 1894 si contavano 164 officine di questo genere {Viestni{ Finansov , 1897, n. 21, p. 544), mentre, secondo YElenco delle fabbriche e delle officine , nel 1894/95 oltre 173 officine pro- ducevano macchine e attrezzi agricoli. In questi dati non è af- fatto compresa la produzione « artigiana » di macchine e attrezzi agricoli **. Non può, quindi, esservi dubbio che i dati relativi agli * Questi dati per il 1888-1894 sono riportati nel n. 21 del Viestnì\ Finansov del 1897, dove però non viene indicata con esattezza la fonte da cui vengono tratti. ** Si calcola che nel 1864 ci fossero complessivamente 64 officine artigiane per la produzione e la riparazione degli attrezzi agricoli; nel 1871 — 112; nel 1874 — 203; nel 1879 — 340; nel 1885 — 435; nel 1892 — 400 e nel 1895 — circa 400 ( L'agricoltura e V economia forestale della Russia , p. 358, e Viestnil( Finansov , 1896, 212 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA anni 1890 e 1894 sono sensibilmente inferiori alla realtà; ciò è confermato anche dalle opinioni degli specialisti, che calcolano che airinizio degli anni novanta si fabbricassero in Russia mac- chine ed attrezzi agricoli per un valore di circa io milioni di rubli. {L'agricoltura e l'economia forestale , p. 359) e nel 1895 per un valore di circa 20 milioni (Viestnif^ Finansov y 1896, n. 51). Citiamo qualche dato un po’ più particolareggiato sulle varietà e la quantità di macchine e attrezzi agricoli fabbricati in Russia. Si calcola che nel 1876 venissero prodotti 25.835 attrezzi; nel 1877 — 29.590; nel 1878 — 35.226; nel 1879 — 47.892 macchine e attrezzi agricoli. Quanto queste cifre siano state al presente di gran lunga superate lo si vedrà dalle indicazioni seguenti: nel 1879 sono stati prodotti circa 14.500 aratri e nel 1894 75.500 ( Viestni f{ Finansov , 1897, n. 21). « Se cinque anni fa il problema dì prendere mi- sure per persuadere i contadini a servirsi di aratri di ferro per colti- vare le loro terre era ancora insoluto, oggi questo problema si è ri- solto da sè. L’acquisto di un aratro di ferro da parte di questo o di quel contadino non rappresenta più una rarità, ma è dive- nuto un fenomeno abituale, ed oggi si possono contare a migliaia gli aratri di ferro acquistati ogni anno dai contadini » *. La massa enorme di attrezzi agricoli primitivi impiegati in Russia lascia an- cora un vasto campo alla produzione e allo smercio degli aratri di ferro **. Il progresso compiutò coH’impiego dell’aratro di ferro ha portato in primo piano la questione dell’impiego dell’elettricità. A quanto comunica la Torgovopromysclennaia Gazieta (1902, n. 6), n. 51). Secondo il Compendio , invece, nel 1888*1894 c’crano solo 157-217 (media per 7 anni: 183) officine di questo tipo. Ecco un esempio che illustra il rapporto esistente fra la produzione di macchine agricole « di fabbrica » e quella « artigiana » : nel 1894 nel governatorato di Perm si contavano solo 4 « officine », con un valore della produzione di 28.000 rubli, mentre secondo il censimento del 1894/95 gli « stabilimenti artigiani » rientranti in questo ramo erano 94, con un valore della produzione di 50.000 rubli; nè va dimenticato che fra gli stabilimenti « artigiani » erano annoverati quelli che avevano, per esempio, 6 operai salariati c un valore della produzione ammontante a più di 8000 rubli ( Profilo della situazione dell' industria artigiana nel governatorato di Perm, Perm, 1896). * Resoconti e indagini sull'industria artigiana m Russia , cd. del Ministero dei beni di proprietà dello Stato, voi. I, Pietroburgo, 1892, p. 202. In quel periodo, decade la produzione contadina degli aratri, soppiantata da quella d’officina. *• L’agricoltura e l’economia forestale della Russia , p. 360. DALLA « BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 2I 3 al secondo congresso dell ‘elettricità « ha suscitato un grande inte- resse la relazione di V. A. Rgevski : L’elettricità nell’ agricoltura ». Il relatore ha illustrato, con disegni assai bene eseguiti, l’aratura di un campo con l’ausilio dell’energia elettrica in Germania ed ha fornito dati sui vantaggi economici che offre l’aratura dei campi con questo procedimento, tratti da un progetto e da un preven- tivo da lui fatti su richiesta di un grande proprietario che ha un fondo in un governatorato meridionale. Il progetto prevedeva l’aratura annuale di 540 desiatine, parte delle quali due volte all’anno. Profondità del solco: 4,5-5 versckì; il suolo era pura terra nera. Oltre gli aratri di ferro, nel progetto si prevede l’installazione di macchine per gli altri lavori campestri, nonché di una trebbia- trice e di un mulino: quest’ultimo di una potenza di 25 cavalli per duemila ore all’anno di attività* Il costo per attrezzare compieta- mente il fondo, incluse sei verste di cavo aereo di 5 mm., è stato calcolato dal relatore a 41.000 rubli. L’aratura di una desiatina viene a costare, se si è installato anche il mulino, 7 rubli e 40 copechi, senza mulino 8 rubli e 70 copechi. Dati i prezzi locali della mano d’opera, del bestiame ecc., è risultato che con l’impiego dell’elettri- cità si realizzerebbe, nel primo caso, un risparmio di 1013 rubli, mentre nel secondo, considerando il minor consumo di energia elettrica dovuto alla mancanza del mulino, il risparmio ammon- terebbe a 966 rubli. Nella produzione delle trebbiatrici e dei ventilatori non si registra un cambiamento così brusco, perchè la produzione di que- ste macchine già da tempo si è stabilizzata su basi relativamente solide * È infatti sorto un centro speciale per la produzione « arti- giana » di queste macchine nella città di Sapogiok, governatorato di Riazan, e nei villaggi circonvicini, e i rappresentanti locali della borghesia contadina hanno accumulato discreti gruzzoletti grazie a questa ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 219 Per chiarire la seconda tesi dobbiamo esaminare l’azienda del grande proprietario e quella del contadino separatamente. Quando un grande proprietario compra una macchina o un attrezzo per- fezionato egli sostituisce l’inventario del contadino (che lavora per lui) col suo inventario; passa dunque dal sistema di conduzione fondato sulle otrabot\i al sistema capitalistico* Diffusione delle mac- chine agricole significa eliminazione delle otrabotfy ad opera del capitalismo. Certo, è possibile che come condizione, per esempio, per la cessione di terra in affìtto si richieda che chi affìtta si ad- dossi otrabot\i sotto forma di lavoro a giornata alla mietitrice, alla trebbiatrice, tee., ma queste saranno già otrabotkj del secondo tipo, otrabotì(i che trasformano il contadino in giornaliero. Simili « ecce- zioni » costituiscono dunque solo una conferma della regola gene- rale secondo cui dotare di inventario perfezionato le aziende fon- date sulla proprietà privata significa trasformare il contadino semiservo (« indipendente », secondo la terminologia populista) in operaio salariato, esattamente come l’acquisto di mezzi di produ- zione da parte di uno s\upstci\ che distribuisce lavoro a domicilio significa trasformare l’« artigiano » semiservo in operaio salariato. Il fatto che l’azienda del grande proprietario venga dotata di in- ventario proprio assesta necessariamente un colpo ai contadini medi, che traggono i loro mezzi di esistenza dalle otrabotbj . Ab- biamo già visto che le otrabot\Ì costituiscono appunto l’« industria » specifica del contadino medio, il cui inventario è, perciò, parte integrante non solo dell’azienda del contadino, ma anche di quella del grande proprietario *. Perciò la diffusione delle macchine e de- mercato, l’uso delle mietitrici... ha cominciato a diffondersi con tale rapidità che i magazzini non sono in grado di soddisfare tempestivamente tutte le richieste » (Teziakov, I. c., p, 71 ). L’attuale crisi agraria è una crisi capitalistica. Come tutte le crisi capitalistiche, essa rovina ì fittavoli e i proprietari di una zona, di un paese, di un ramo dell’agricoltura, dando nel contempo un impulso gigan- tesco allo sviluppo del capitalismo in un’altra zona, in un altro paese, in altri rami deiragricoltura. Il principale errore dei ragionamenti che su questo argo- mento fanno i signori N.-on, Kablukov, ecc. ecc. sta appunto nel non aver com- preso questa caratteristica fondamentale della crisi s attuale, nè la sua natura eco- nomica. # 11 signor V. V. esprime questa verità (che resistenza dei contadini medi è, fino ad un certo punto, condizionata dall'esistenza del sistema di conduzione fondato sulle otrabotkj presso i grandi proprietari fondiari) nel seguente modo origi- 15 * 220 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA gli attrezzi agricoli perfezionati e l’espropriazione dei contadini sono fenomeni inseparabili l’uno dall’altro. Che la diffusione degli attrezzi perfezionati fra i contadini abbia precisamente questa fun- zione è un fatto che non richiede eccessive spiegazioni, dopo quanto si è esposto nel capitolo precedente. L’impiego sistematico delle macchine nell’agricoltura elimina il contadino « medio » pa- triarcale con la stessa implacabilità con cui il telaio a vapore eli- mina l’artigiano tessitore che lavora a mano. I risultati dell’applicazione delle macchine all’agricoltura con- fermano quanto si è detto e rivelano i tratti tipici del progresso capitalistico con tutte le contraddizioni che gli sono proprie. Le macchine elevano in misura enorme la produttività del lavoro nel- l’agricoltura, rimasta prima d’oggi quasi completamente estranea allo sviluppo sociale. Il solo fatto che l’impiego delle macchine nelPagricoltura russa vada crescendo è sufficiente a far vedere quanto sia inconsistente l’asserzione del signor N.-on relativa alla « stagnazione assoluta » (Profilo, p. 32) della produzione dei cereali in Russia e perfino alla « diminuzione della produttività » del la- vóro agricolo. Ritorneremo ancora su questa asserzione, che con- traddice fatti universalmente riconosciuti, e di cui il signor N.-on aveva bisogno per idealizzare gli ordinamenti precapitalistici. Inoltre le macchine portano alla concentrazione della produ- zione ed all’applicazione della cooperazione capitalistica nell’agri- coltura. L’introduzione delle macchine richiede, da una parte, dei capitali considerevoli, per cui essa è accessibile solo ai grossi agricoltori; dall’altra parte, la macchina compensa la spesa affron- tata solo quando si produca un’immensa quantità di prodotti la- vorati; l’allargamento della produzione diviene una necessità con l’introduzione delle macchine. La diffusione delle mietitrici, delle trebbiatrici a vapore, ecc. indica perciò la concentrazione della pro- naie: « il proprietario partecipa, per così dire, alle spese per la manutenzione del suo [del contadino] inventario ». « Ne consegue — osserva giustamente a questo proposito il signor Sanin — che non è l’operaio a lavorare per il proprietario ter- riero, ma il proprietario terriero a lavorare per l'operaio ». A. Sanin, Alcune osservazioni a proposito della teoria della produzione popolare , in appendice alla traduzione russa del libro di Hourwich, L'economìa del villaggio russo , Mosca, 1896, p. 47. DALLA (( BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 221 duzione agricola, e vedremo effettivamente più sotto che la regione agricola russa in cui l’impiego delle macchine è particolarmente diffuso (la Nuova Russia) si distingue anche per le dimensioni molto considerevoli delle sue aziende. Noteremo soltanto che sa- rebbe un errore immaginare che la concentrazione neiragricoltura si presenti solo sotto la forma di un’accresciuta estensione dei seminativi (come fa il signor N.-on); in realtà, la concentrazione della produzione agricola si manifesta nelle forme più varie, c orri- spondenti alle forme deiragricoltura mercantile (cfr. a questo pro- posito il capitolo seguente). La concentrazione della produzione è indissolubilmente legata ad una vasta cooperazione tra gli operai che lavorano neirazienda agricola. Abbiamo visto sopra l’esempio di una grande tenuta che per il raccolto dei cereali impiega simul- taneamente centinaia di mietitrici. « Le trebbiatrici a cavalli richie- dono da 4 a 8 cavalli, da 14 a 23 e più operai, di cui la metà sono donne e ragazzi adolescenti, cioè mezzi operai... Le trebbiatrici a vapore da 8 a io HP, che esistono in tutte le grandi aziende » (del governatorato di Kherson), « richiedono simultaneamente da 50 a 70 operai, di cui una buona metà sono mezzi operai, cioè ragazze e ragazzi dai 12 ai 17 anni » (Teziakov, 1 . c., p. 93). « Le grandi aziende in cui lavorano contemporaneamente da 500 a 1000 operai possono benissimo essere paragonate a stabiliménti indu- striali )), osserva giustamente lo stesso autore (p. 151)*. Così, mentre i nostri populisti si perdevano in chiacchiere sull’« obsteina » che « potrebbe facilmente » introdurre la cooperazione neiragricoltura, la vita seguiva il suo corso e il capitalismo, disgregando Yobstcina in gruppi economici con interessi opposti, creava delle grandi aziende basate su una larga cooperazione tra gli operai salariati. Da ciò che precede risulta chiaro che le macchine creano il mer- cato interno per il capitalismo: in primo luogo, un mercato per i mezzi di produzione (per i prodotti dell’industria metal-mecca- nica, dell’industria metallurgico-mineraria, ecc. ecc.), e, in secondo luogo, un mercato per la forza-lavoro. L’introduzione delle mac- # Cfr. anche il capitolo seguente, § 2, dove vengono riportati dati più parti- colareggiati sulle dimensioni delle aziende agricole capitalistiche in questa zona della Russia. 222 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA chine porta, come abbiamo già visto, alla sostituzione delle otra - botici col lavoro salariato libero ed alla creazione di aziende conta- dine fondate sul lavoro salariato. L’impiego su vasta scala delle macchine agricole presuppone l’esistenza di una massa di operai salariati agricoli. Nelle località dove il capitalismo agrario è più sviluppato questo processo di introduzione del lavoro salariato si- multaneamente alle macchine s’intreccia con un altro processo, e precisamente con reliminazione degli operai salariati ad opera della macchina. Da una parte la formazione di una borghesia contadina ed il passaggio dei proprietari terrieri dalle otrabotkj al capitalismo creano la domanda di operai salariati; dall’altra là dove l’azienda era già da tempo fondata sul lavoro salariato le macchine soppian - tano gli operai salariati. Qual è il risultato, generale di entrambi questi processi per tutta la Russia? aumenta, cioè, o diminuisce il numero dei salariati agricoli? Non abbiamo in proposito dati stati- stici completi e precisi. È indubbio che finora questo numero è aumentato (cfr. il paragrafo seguente). Riteniamo che continui tuttora ad aumentare * : in primo luogo disponiamo di dati rela- tivi all’eliminazione di operai nell’agricoltura ad opera delle mac- chine solo per la Nuova Russia, mentre per le altre zone dell’agri- coltura capitalistica (Territori del Baltico e dell’Ovest, regioni pe- riferiche orientali, alcuni governatorati industriali) questo processo non è stato ancora costatato in proporzioni notevoli. Rimane inoltre l’immensa zona in cui predominano le otrabot\i y e anche qui l’in- troduzione delle macchine crea la domanda di operai salariati. In secondo luogo, l’aumento dell’agricoltura a carattere intensivo (l’introduzione delle radici commestibili, per esempio) aumenta in proporzioni enormi la domanda di lavoro salariato (cfr. cap. IV). La diminuzione del numero assoluto dei salariati agricoli (contra- riamente a quanto avviene per gli operai industriali) deve soprag- giungere, naturalmente, ad un certo stadio dello sviluppo del capi- talismo, e precisamente quando l’agricoltura di tutto il paese si sarà completamente organizzata in modo capitalistico, e quando * è superfluo spiegare che in un paese con una massa enorme di contadini l'aumento assoluto del numero degli operai salariati agricoli è perfettamente com- patibile con una diminuzione non solo relativa, ma anche assoluta della popolazione rurale. DALLA « BARSTCINA » ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 22 3 Pimpiego delle macchine per le più svariate operazioni dell’agri- coltura si sarà generalizzato. Quanto alla Nuova Russia, gli studiosi locali hanno costatato le normali conseguenze di un capitalismo altamente sviluppato. Le macchine soppiantano gli operai salariati e creano nell’agri- coltura un esercito capitalistico di riserva. « Il tempo dei prezzi favolosi per la mano d’opera è passato anche nel governatorato di Kherson. Grazie... alla intensificata diffusione degli attrezzi agricoli » (e ad altre cause) « i prezzi della mano d'opera diminuì - scono sistematicamente » (il corsivo è dell’autore)... «La diffu- sione degli attrezzi agricoli, liberando le grandi aziende dalla di- pendenza dagli operai *, e diminuendo al tempo stesso la domanda di mano d’opera, pone gli operai in una situazione imbarazzante » (Teziakov, 1 . c., pp. 66-71). La stessa cosa è costatata aQche da un altro ufficiale sanitario dello zemstvo , il signor Kudriavtsev, nella sua opera Gli operai agricoli forestieri alla fiera di San Nicola nel borgo di Ka\hov\a, governatorato della Tauride, e la loro sorve- glianza sanitaria nel 1895 (Kherson, 1896). «I prezzi della mano d’opera continuano a cadere, e una parte considerevole degli operai forestieri non trova lavoro e non guadagna un soldo, si crea cioè quel che nella scienza economica si chiama un esercito operaio di riserva, un’eccedenza artificiale della popolazione » (p. 61). La ca- duta dei prezzi del lavoro provocata da questo esercito di riserva si spinge talvolta a tal punto che « numerosi padroni, pur pos- sedendo macchine proprie, hanno preferito » (nel 1895) « mietere a mano piuttosto che a macchina » (ivi, p. 66, dalla Raccolta dello zemstvo di Kherson , 1895, agosto)! Questo fatto mostra in modo lampante e più convincente di qualsiasi ragionamento tutta la profondità delle contraddizioni insite nell’impiego capitalistico delle macchine! * Il signor Ponomariov si esprime a questo riguardo come segue: « Le mac- chine, regolando il prezzo del raccolto, con ogni probabilità disciplinano gli operai » (articolo pubblicato nella rivista Sels\oie \hoziautvo i lesovodstvo , cit. dal Viestnik^ Finansov , 1896, n. 14). Ricordate come il « Pindaro della fab- brica capitalistica », il dott. Ure {Andrew Idre) 77 salutava le macchine, che creavano l'« ordine » e la « disciplina » fra gli operai. In Russia il capitalismo agrario è già riuscito a creare non solo le « fabbriche agricole », ma anche i « Pindari » di queste fabbriche. 224 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Un’altra conseguenza dell’impiego delle macchine è l’aumen- tato ricorso al lavoro delle donne e dei fanciulli. Il sorgere dell’agri- coltura capitalistica ha creato in generale, fra gli operai, una certa gerarchia, che ricorda molto da vicino la gerarchia degli operai di fabbrica. Così nelle grandi tenute della Russia meridionale si distinguono : a) gli operai completi : uomini adulti atti a tutti i lavori; b) i semioperai: donne e uomini sotto i vent’anni; i semi- operai si dividono, a loro volta, in due categorie: aa) dai 12-13 ai 15-16 anni: semioperai in senso stretto e bb) semioperai di grande forza ; «in linguaggio economico “tre quarti '* di operaio )>*: gli operai dai 16 ai 20 anni, atti a tutti i lavori dell’operaio completo, salvo la falciatura. Infine, c) i semioperai di poco aiuto ; i fanciulli dagli 8 ai 14 anni; vengono impiegati come mandriani di porci e vitelli, come sarchiatori e pungulatori all’aratro. Spesso in cam- bio del loro lavoro ricevono soltanto il vitto e il vestiario. L’intro- duzione delle macchine « deprezza il lavoro dell’operaio completo » e consente di sostituirgli il lavoro meno costoso delle donne e degli adolescenti. I dati statistici relativi agli operai forestieri confermano l’eliminazione del lavoro maschile ad opera di quello femminile: nel 1890 nel borgo di Kakhovka ed a Kherson nel novero degli operai si è registrato il 12,7 % di donne; nel 1894 in tutto il governatorato si è registrato il 18,2% (10.239 su 56.464); nel 1895 il 25,6% (13.474 su 48.753). Nel 1893 i fanciulli erano lo 0,7 % (dai io ai 14 anni); nel 1895 1*1,69 % (dai 7 ai 14 anni). Fra gli operai locali impiegati nelle grandi tenute del distretto di Ielisa- vetgrad, governatorato di Kherson, i fanciulli sono il 10,6 % (ivi). Le macchine aumentano l’intensità del lavoro degli operai. Per esempio il tipo più diffuso di mietitrice (che richiede che il grano sia raccolto a mano) ha ricevuto il nome caratteristico di « scalda- frontc » o « scaldaciuffo », perchè esige dall’operaio uno sforzo straordinario: l’operaio sostituisce l’apparecchio che raccoglie il grano (cfr. Le forze produttive , I, p. 52). Anche le trebbiatrici esigono un lavoro più intenso. L’impiego capitalistico della mac- china crea qui (come dovunque) un formidabile impulso a prolun- gare la giornata lavorativa. Anche nell’agricoltura compare il * Teziakov, 1. C., p. 72. DALLA « BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 225 lavoro notturno, sconosciuto in passato. « Negli anni in cui il rac- colto è buono... ia alcune grandi tenute e in molte aziende conta- dine i lavori vengono eseguiti anche di notte » (Teziakov, 1 . c., p. 126), alla luce artificiale delle torce (p. 92). Infine, l’impiego sistematico delle macchine provoca infortuni fra gli operai agricoli; l’impiego delle ragazze e dei fanciulli alle macchine comporta naturalmente il moltiplicarsi delle lesioni. Durante la stagione dei lavori agricoli gli ospedali e le cliniche dello zemstvo del go- vernatorato di Kherson, per esempio, si riempiono, « quasi esclusi- vamente di vittime di infortuni », divenendo « una specie di ospe- dali da campo per l 'immenso esercito degli operai agricoli che vengono messi fuori combattimento, vittime dell’implacabile e di- struttiva attività delle macchine e degli attrezzi agricoli » (ivi, p. 126). Sta già sorgendo una speciale letteratura medica sulle le- sioni causate dalle macchine agricole. Sono già state avanzate pro- poste di introdurre disposizioni obbligatorie che regolino l’impiego delle macchine agricole (ivi). La grande produzione a macchina pone come ferrea necessità, nell’agricoltura come nell’industria, l’esigenza del controllo sociale e della regolamentazione della pro- duzione. Dei tentativi fatti in questo senso diremo ancora più avanti. Per concludere noteremo l’estrema incoerenza dei populisti nella questione dell’impiego delle macchine nell’agricoltura. Ricono- scere i vantaggi ed il carattere progressivo dell’impiego delle mac- chine, sostenere tutte le misure volte a svilupparlo e ad agevolarlo e, nello stesso tempo, ignorare il carattere capitalistico dell’impiego delle macchine nell’agricoltura russa significa abbassarsi sino alle concezioni degli agrari, piccoli e grandi. E i nostri populisti igno- rano appunto il carattere capitalistico dell’impiego delle macchine e degli attrezzi agricoli perfezionati, trascurando perfino di ana- lizzare a quale tipo appartengano le aziende contadine e dei grandi proprietari che adottano le macchine. Il signor V. V. chiama stiz- zosamente il signor V. Cerniaiev « esponente della tecnica capita- listica » ( Tendenze progressive , p. 11). Senza dubbio proprio il signor V. Cerniaiev o qualche altro funzionario del dicastero del- l’agricoltura sono colpevoli del fatto che in Russia le macchine ven- gano impiegate capitalisticamente! Il signor N.-on, malgrado la sua 226 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA magniloquente promessa di « attenersi ai fatti » ( Profilo , p. XIV), ha preferito eludere il fatto che proprio il capitalismo ha sviluppato Impiego delle macchine nella nostra agricoltura, escogitando per- fino la divertente teoria secondo cui lo scambio diminuirebbe la produttività del lavoro neiragricoltura (p. 74)! Non è nè possibile nè utile criticare questa teoria, decretata senza la benché minima analisi dei dati di fatto. Ci limiteremo a citare un piccolo esempio dei ragionamenti del signor N.-on. « Se da noi la produttività del lavoro fosse raddoppiata, pagheremmo per un cetvert di grano non più dodici rubli, ma sei : ecco tutto » (p. 234). No, è tutt’altro che tutto, egregio signor economista. « Da noi » (come in ogni società ad economia mercantile) soltanto singoli proprietari adot- tano una tecnica più perfezionata, e solo pian piano essa vien fatta propria dagli altri. « Da noi » solo gli imprenditori rurali sono in grado di migliorare la tecnica. « Da noi » questo progresso degli imprenditori rurali, piccoli e grandi, è indissolubilmente legato alla rovina dei contadini e alla formazione di un proletariato rurale. Per conseguenza, se la tecnica migliorata nelle aziende degli im- prenditori rurali divenisse socialmente necessaria (solo a queste condizioni il prezzo verrebbe dimezzato), vorrebbe dire che quasi tutta l’agricoltura è passata nelle mani dei capitalisti, vorrebbe dire che milioni e milioni di contadini si sarebbero completamente pro- letarizzati, vorrebbe dire che la popolazione non agricola avrebbe subito un incremento gigantesco e che sarebbero aumentate le fab- briche (perchè la produttività del lavoro nella nostra agricoltura venga raddoppiata è necessario uno sviluppo gigantesco dell’indu- stria metal meccanica, di quella metallurgico-mineraria e dei tra- sporti a vapore, occorre costruire in gran quantità fabbricati rurali di tipo nuovo, granai, magazzini, canali, ecc. ecc.). Il signor N.-on ripete qui il piccolo errore che di solito commette in tutti i suoi ragionamenti: salta le tappe consecutive necessarie allo sviluppo del capitalismo, salta l’intricato complesso delle trasformazioni eco- nomico-sociali che accompagnano inevitabilmente lo sviluppo del capitalismo, e poi geme e sparge lacrime sul pericolo del « rivolgi- mento » capitalistico. DALLA « BARSTC1NA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 22 7 IX Il lavoro salariato nell' agricoltura Passiamo ora alla principale manifestazione del capitalismo agra- rio, all’impiego del lavoro salariato libero. Questo tratto dell’eco nomia posteriore alla riforma si è manifestato con maggior forza nelle regioni periferiche meridionali e orientali della Russia euro- pea, assumendo l’aspetto di quello spostamento in massa di operai salariati agricoli noto col nome di « esodo agricolo ». Per questa ragione citeremo prima i dati relativi a questa zona fondamentale del capitalismo agrario in Russia, dopodiché esamineremo quelli relativi alla Russia nel suo complesso. Gli spostamenti giganteschi dei nostri contadini in cerca di lavoro salariato sono stati segnalati già molto tempo fa nella nostra let- teratura. Vi accennava già Flerovski {La situazione della classe operaia in Russia , Pietroburgo, 1869), che ha fatto un tentativo di determinarne la diffusione relativa nei vari governatorati. Nel 1875 il signor Ciaslavski forniva un quadro d’insieme delle «industrie agricole fuori sede » ( Miscellanea di scienze politiche , voi. II) e co- glieva il loro vero significato («si è formata... una specie di popo- lazione seminomade... una specie di futuri operai agricoli »). Nel 1887 il signor Raspopin collazionava una serie di dati della stati- stica degli zemstvo relativi a questo fenomeno, scorgendovi non delle « occupazioni ausiliarie » dei contadini in generale, ma il processo di formazione di una classe di operai salariati nell’agri- coltura. Negli anni novanta hanno visto la luce le opere dei signori S. Korolenko, Rudnev, Teziakov, Kudriavtscv, Sciakhovskoi, gra- zie alle quali il fenomeno in questione è stato studiato in maniera incomparabilmente più completa. La principale meta degli operai agricoli è la zona costituita dai governatorati della Bessarabia, di Kherson, della Tauride, di Ieka- terinoslav, del Don, di Samara, di Saratov (parte meridionale) e di Orenburg. Ci limitiamo alla Russia europea, ma è necessario rile- vare che il movimento si estende sempre più (specialmente in questi 228 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA ultimi tempi), abbracciando il Caucaso settentrionale, la regione degli Urali, ecc. I dati relativi airagricoltura capitalistica in questa zona (zona della produzione mercantile dei cereali) verranno ri- portati nel capitolo seguente, dove indicheremo anche le altre località di affluenza degli operai agricoli. Gli operai agricoli pro- vengono soprattutto dai governatorati centrali delle terre nere: Kazan, Simbirsk, Penza, Tambov, Riazan, Tuia, Oriol, Kursk, Voroniez, Kharkov, Poltava, Cernigov, Kiev, Podolia e Volynia *, Lo spostamento degli operai è diretto quindi dalle località più popolate verso quelle meno popolate, verso i territori di coloniz- zazione; dalle località in cui la servitù della gleba era più svi- luppata verso quelle in cui era più debole che altrove **; dalle località in cui le otrabotkj sono più sviluppate che altrove verso quelle dove le otrabot\i sono debolmente sviluppate ed è alta- mente sviluppato il capitalismo. Gli operai fuggono dunque dal lavoro « semilibero » verso il lavoro libero. Sarebbe un errore pen- sare che questa fuga si riduca esclusivamente ad uno spostamento dai luoghi densamente popolati a quelli poco popolati. Lo studio dello spostamento degli operai (così nel signor S. Korolenko, 1. c.) ha rivelato un fenomeno originale ed importante, e cioè che da molti luoghi gli operai emigrano in così gran numero che ne risulta una mancanza di mano d opera cui pone rimedio Taf- flusso di operai da altri luoghi. L’esodo degli operai esprime dunque non solo la tendenza della popolazione a ripartirsi in modo più uniforme su un dato territorio, ma anche la tendenza degli operai ad andare dove si sta meglio. Comprenderemo appieno que- sta tendenza quando ricorderemo che nella zona di partenza — zona delle otrabot\i — i salari degli operai agricoli sono particolar- mente bassi , mentre nella zona d’arrivo — zona del capitalismo — sono incomparabilmente più elevati ### . • Nell’ottavo capitolo, quando esamineremo il processo di spostamento degli operai salariati in Russia nel suo insieme, descrìveremo più particolareggiatamente il carattere dell’esodo e verso quali località sia diretto. •• Già Ciaslavski aveva rilevato che nelle località di arrivo la percentuale dei contadini servi della gleba era del 4-15 %, mentre in quelle di partenza ascendeva al 40-60 %. Cfr. la tabella dei dati per dieci anni nell’ottavo capitolo, § IV : il costi- tuirsi del mercato interno della forza-lavoro. DALLA « BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 229 Quanto all’estensione dell’« esodo agricolo », esistono dati com- plessivi solo nell’opera già menzionata del signor S. Korolenko, il quale ritiene che l’eccedenza di operai (relativamente alla do- manda locale) ascenda a 6.360.000 unità in tutta la Russia europea, di cui 2.137.000 nei 15 governatorati già menzionati, nei quali si verifica l’emigrazione, mentre negli 8 governatorati d’arrivo la de- ficienza di operai viene stabilita a 2.173.000 unità. Sebbene i pro- cedimenti cui si è attenuto il signor Korolenko nei suoi calcoli non siano sempre gran che soddisfacenti, le sue conclusioni gene- rali (come vedremo più sotto) debbono essere considerate appros- simativamente giuste, mentre il numero degli operai migranti, lungi dalFessere esagerato, è da ritenersi piuttosto inferiore alla realtà. È indubbio che dei due milioni di operai che afflui- scono nel mezzogiorno una parte è costituita da operai non agricoli. Ma il signor Sciakhovskoi ( 1 . c.) giudica in maniera del tutto arbi- traria, ad occhio, quando dice che gli operai industriali sarebbero la metà. In primo luogo tutte le fonti confermano che gli operai che affluiscono in questa zona sono prevalentemente operai agricoli; in secondo luogo, poi, gli operai agricoli non vengono soltanto dai governatorati suddetti. Lo stesso signor Sciakhovskoi dà una cifra che conferma i calcoli del signor Korolenko. È proprio lui a farci sapere che nel 1891 sono stati rilasciati, in 11 governatorati delle terre nere (rientranti nella zona di cui sopra, dove si verifica l’esodo degli operai agricoli), 2.000.703 passaporti e permessi (1. c., p. 24), mentre secondo il calcolo del signor S. Korolenko il numero degli operai forniti da questi governatorati non sarebbe che di 1.745.913. Le cifre del signor S. Korolenko non sono dunque affatto esage- rate, e in Russia il numero totale degli operai rurali migranti deve evidentemente superare i due milioni *. Una massa simile • Esìste anche un altro mezzo per controllare la cifra del signor S. Korolenko. Dalle opere succitate dei signori Teziakov e Kudriavtsev sappiamo che il numero degli operai agricoli che nei loro spostamenti in cerca di « occupazioni ausiliarie » si servono, sia pure soltanto per una parte del viaggio, della ferrovia ascende a circa un decimo del numero complessivo di questi operai (riunendo i dati di entrambi gli autori, troviamo che su 72.635 operai interpellati solo 7827 hanno viaggiato, sia pur soltanto per una parte del tragitto, in ferrovia). Ora, 2 3 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA di « contadini » che abbandonano la loro casa ed il loro nadiel (quelli che hanno casa e nadiel) attesta alPevidenza l’ampiezza del processo che trasforma i piccoli agricoltori in proletari rurali, l’enorme domanda di lavoro salariato da parte del capitalismo agrario in ascesa. Ora ci si chiede : a quanto ammonta il numero complessivo degli operai agricoli, sia migranti che sedentari, della Russia europea? L’unico tentativo a noi noto di rispondere a questa domanda è stato compiuto dal signor Rudnev nell’opera: Le industrie dei contadini della Russia europea ( Raccolta dello zemstvo di Saratov , 1894, nn. 6 e 11). Questo scritto di valore eccezionale riporta un compendio dei dati della statistica degli zemstvo per 148 distretti compresi in 19 governatorati della Russia europea. 11 numero complessivo degli «industriali» vi si fa ascendere a 2.798.122 unità su 5.129.863 lavoratori maschi (dai 18 ai 60 anni), ossia al 55 % del numero complessivo dei lavoratori contadini *. L’au- tore ha annoverato tra le « industrie agricole » solo i lavori agri- coli a salario (salariati fissi, giornalieri, pastori, mozzi di stalla). Il calcolo della percentuale degli operai agricoli rispetto al nu- — come apprendiamo dal signor Sciakhovskoi ( 1 . c., p. 71, in base ai dati delle ferrovie) — gli operai trasportati nel 1891 dalle tre principali ferrovie nella dire- zione in questione sono stati circa 200.000 (170-189.000). Per conseguenza il numero complessivo degli operai che si spostano verso il sud deve aggirarsi sui due milioni. A proposito: il numero insignificante degli operai rurali che si servono della ferrovia prova l’erroneità delle opinioni del signor N.-on, il quale ha asserito che il grosso del movimento passeggeri sulle nostre ferrovie è dato dagli operai agricoli. Il signor N.-on ha trascurato il fatto che gli operai non agricoli, ricevendo una paga più alta, si servono per la massima parte delle ferrovie, e che per di più anche questi operai (per esempio gli edili, gli sterratori, gli sca- ricatori, ecc.) si spostano in primavera e in estate. * Nel novero delle « industrie » sono comprese, come rileva anche il signor Rudnev, tutte le occupazioni, quali che siano la loro forma e il loro genere, dei contadini, eccetto l’attività agricola sulle loro terre, sulle terre acquistate e su quelle prese in affitto. £ indubbio che la maggior parte di questi « industriali » sono operai salariati occupati nell’agricoltura e nell’industria. Richiamiamo perciò l*at- tenzione del lettore sul fatto che questi dati si avvicinano al numero dei proletari rurali calcolato da noi: nel secondo capitolo presumevamo che essi costituissero circa il 40 % dei contadini. Qui vediamo un 55 % di « industriali », dei quali, verosimilmente, più del 40% sono occupati in un qualche lavoro salariato, qua* lunque esso sia. DALLA « BARSTCINA » ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 2 3 T mero complessivo degli uomini in età da lavoro per i vari gover- natorati e zone della Russia induce Fautore alla conclusione che nella fascia delle terre nere circa il 25 % dei lavoratori maschi sono occupati in lavori agricoli a salario, mentre nelle altre zone ve ne sono occupati circa il 10%. Questo ci dà per gli operai agricoli della Russia europea la cifra di 3.395.000 o, in cifra tonda, di tre milioni e mezzo di unità (Rudnev, 1 . c., p. 448. Questa cifra rap- presenta circa il 20% degli uomini in età da lavoro). Va inoltre notato che, a quanto asserisce il signor Rudnev, « nelle industrie il lavoro a giornata e i lavori agricoli a cottimo sono stati presi in considerazione dagli statistici solo nei casi in cui risultassero costi- tuire l’occupazione principale di una data persona o di una data famiglia » (1. c., p. 446) *. Questa cifra del signor Rudnev dev’essere considerata come la cifra minima, dato che, in primo luogo, i dati dei censimenti degli zemstvo , risalendo agli anni ottanta, e talvolta perfino agli anni settanta, sono più o meno invecchiati, e, in secondo luogo, nella determinazione della percentuale degli operai agricoli si sono com- pletamente trascurate delle zone in cui il capitalismo agricolo è altamente sviluppato: i governatorati del Baltico e quelli occi- dentali. Ma in mancanza di altri dati occorre assumere questa cifra di tre milioni e mezzo di unità. . Risulta, dunque, che circa un quinto dei contadini si trova già nella situazione in cui F« occupazione principale » è il lavoro sala- riato presso i contadini agiati e i grandi proprietari fondiari. Ve- diamo qui un primo gruppo di imprenditori che creano la domanda di forza-lavoro del proletariato rurale. Sono gli imprenditori rurali, che impiegano circa la metà del gruppo inferiore dei contadini. In tal modo fra il sorgere di una classe di imprenditori rurali e l’esten- dersi del gruppo inferiore dei « contadini », cioè l’aumento del numero dei proletari rurali, si osserva una completa interdipen- denza. Fra questi imprenditori rurali un posto importante spetta * In questa cifra non è compresa, quindi, una massa di contadini per 1 quali i lavori agricoli a salario costituiscono non l’occupazione principale, ma un'occu- pazione altrettanto importante quanto la loro propria azienda. 2 3 2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA alla borghesia contadina: in 9 distretti del governatorato di Voro- niez, per esempio, il 43 % dei salariati agricoli vengono assunti da contadini (Rudnev, p. 434). Se assumessimo questa percentuale come norma per tutti gli operai rurali e per tutta la Russia, risul- terebbe che il numero degli operai agricoli richiesti dalla borghesia contadina ascende a circa un milione e mezzo. Quegli stessi « con- tadini » che gettano sul mercato milioni di operai in cerca di qual- cuno che li assuma richiedono al tempo stesso un numero impo- nente di operai salariati. X L’importanza del lavoro salariato libero nell’ agricoltura Cercheremo ora di delineare i tratti fondamentali dei nuovi rapporti sociali che si vanno costituendo nell’agricoltura, grazie al- l’impiego del lavoro salariato libero, e di determinarne l’impor- tanza. Gli operai agricoli che emigrano in così gran numero nel sud appartengono agli strati più poveri della popolazione contadina. Degli operai che arrivano nel governatorato di Kherson i sette decimi fanno il viaggio a piedi, non essendo in grado di pagarsi il biglietto ferroviario, e « si trascinano per centinaia e migliaia di verste lungo le strade ferrate e i fiumi navigabili, ammirando il bel quadro dei treni che sfrecciano loro davanti e dei battelli che in- cedono elegantemente » (Teziakov, p. 35). In media questi operai hanno in tasca circa due rubli *; spesso non hanno abbastanza de- naro nemmeno per il passaporto c prendono per un grivennik un permesso valevole per un mese. Il viaggio dura da dieci a dodici giorni, e i loro piedi, data la lunghezza delle tappe percorse (tal- * Il denaro per il viaggio se lo procurano vendendo i loro beni, perfino le masserizie, ipotecando la terra del loro nadicl , impegnando le loro cose, il ve- stiario, ecc. e anche prendendo denaro a prestito « dai preti, dai grandi proprietari e dai kulak del luogo t> dietro garanzia di prestazioni in otrabot\i (Sciakhovskoì , P- 55)- DALLA « BARSTCINA )) ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 2 33 volta a piedi nudi nel gelido fango primaverile) si gonfiano, si coprono di calli e di escoriazioni. Circa un decimo degli operai viaggia su duby (zatteroni di assi di legno, sui quali possono pren- dere posto 50-80 persone, e che sono ordinariamente stipati al mas- simo ». I resoconti di una commissione ufficiale (Commissione Zveghintsev) 78 segnalano il gravissimo pericolo di questo modo di spostarsi : « non passa anno senza che uno, due, e a volte anche di più, duby sovraccarichi non affondino coi loro passeggeri » (ivi, p. 34). La stragrande maggioranza degli operai dispone di terra dei nadìeU ma di dimensioni del tutto insignificanti. « In sostanza — osserva giustamente il signor Teziakov — tutte queste migliaia di operai agricoli sono dei proletari rurali senza terra, la cui esistenza dipende ora interamente dalle industrie fuori sede... L’espropriazione della terra procede rapidamente e assieme ad essa aumenta numericamente il proletariato rurale » (p. 77). Una conferma lampante della celerità di quest’aumento è data da! nu- mero degli operai novizi, che vanno cioè ad ingaggiarsi per la prima volta, e che costituiscono circa il 30 %. Da questa cifra è possibile fra l’altro farsi un’idea della rapidità del processo di for- mazione dei quadri degli operai agricoli permanenti . Le migrazioni in massa degli operai hanno creato forme parti- colari di ingaggio che sono proprie del capitalismo altamente svi- luppato. Nel sud e nel sud-est si sono formati numerosi mercati di mano d’opera, dove affluiscono migliaia di operai e dove si recano gli imprenditori che li assumono. Questi mercati si formano fre- quentemente nelle città, nei centri industriali, nelle località com- merciali, nelle fiere. II carattere industriale dei centri attrae partico- larmente gli operai, che s’ingaggiano volentieri anche per lavori non agricoli. Nel governatorato di Kiev, per esempio, fungono da mercati della mano d opera i borghi di Scpola e di Smela (grossi centri deirindustria della barbabietola da zucchero) e la città di Be- lala Tserkov. Nel governatorato di Kherson fungono da mercati della mano d’opera i villaggi commerciali (Novoukrainka, Birzula, Mostovoie, dove la domenica affluiscono più di 9000 operai, e molti altri), le stazioni ferroviarie (Znamenka, Dolinskaia, ecc.), le città (Ielisavetgrad, Bobrinets, Voznesensk, Odessa, ecc.). Anche il 16 - S74 2 34 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA medio ceto, i manovali ed i « cadetti » (nome locale dei vaga- bondi) di Odessa devono ingaggiarsi per i lavori agricoli estivi. A Odessa gli operai rurali si ingaggiano sulla cosiddetta Piazza Seredinskaia (o « Kosarka »). « Evitando altri mercati, gli ope- rai si dirigono ad Odessa, dove sperano di trovare salari mi- gliori » (Teziakov, p. 58). Il borgo di Krivoi Rog è un grande mercato d’ingaggio per i lavori nelle campagne e nelle miniere. Nel governatorato della Tauride s’incontra un mercato operaio nel borgo di Kakhovka, dove un tempo si raccoglievano fino a 40.000 operai, discesi negli anni novanta a 20-30.000, mentre oggi, a giudicare da certi dati, sono ancora meno. Nel governatorato della Bessarabia va segnalata la città di Akkerman, in quello di Iekaterinoslav la città omonima e la stazione di Lozovaia; nel governatorato del Don, Rostov sul Don, che accoglie fino a 150.000 operai alPanno. Nel Caucaso settentrionale vanno ricordate le città di Iekaterinodar e Novorossisk, la stazione di Tikhoret- skaia, ecc. Nel governatorato di Samara, la slobodà di Pokrovskaia, di fronte a Saratov, il villaggio di Balakovo, ecc. Nel governatorato di Saratov, le città di Khvalynsk e Volsk. Nel governatorato di Simbirsk, la città di Syzran. In tal modo il capitalismo ha creato nelle regioni periferiche una nuova forma di « unione dell’agri- coltura con le industrie », e precisamente l’unione del lavoro sala- riato agricolo e non agricolo. Una simile unione è possibile su vasta scala soltanto nell’epoca dell’ultima e più alta fase del capitalismo, quella della grande industria meccanica, che diminuisce l’impor- tanza dell’arte, del « lavoro a mano », facilita il passaggio da un’oc- cupazione all’altra e livella le forme di ingaggio Ed effettivamente in queste zone le forme d’ingaggio sono ori- ginalissime e quanto mai tipiche dell’agricoltura capitalistica. Tutte * Il signor Sciakhovskoi menziona anche un'altra forma di unione del lavoro agricolo e non agricolo. Lungo il Dniepr scendono verso le città del corso inferiore migliaia di convogli di legname flottante. Per ogni convoglio vi sono 15-20 operai (flottatori), per lo più bielorussi e grandi-russi del governatorato di Oriol. « Per tutto il tempo della flottazione essi ricevono letteralmente qualche soldo », essendo essi preoccupati soprattutto di riuscire ad ingaggiarsi per la mie- titura e la trebbiatura. Questi calcoli si realizzano solo nelle annate « buone ». DALLA <( BARSTC 1 NA )> ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 235 le forme, a metà patriarcali a metà scmiservili del lavoro salariato, così frequenti nella fascia centrale delle terre nere, qui spariscono. Restano soltanto i rapporti fra ingaggiatori e ingaggiati, la sola transazione commerciale per. la compravendita della forza-lavoro. Come sempre avviene dove esistono rapporti capitalistici sviluppati, gli operai preferiscono l’ingaggio a giornata o a settimana, che per- mette loro di regolare con maggior precisione la paga in base alla domanda di lavoro, a I prezzi per il circondario di ogni mercato (entro un raggio di una quarantina di chilometri) vengono fissati con precisione matematica, e agfi imprenditori riesce molto dif- ficile modificarli, poiché il contadino giunto di fresco preferisce aspettare o andare altrove piuttosto che accettare un prezzo infe- riore » (Sciakhovskoi, p. 104). S’intende che le forti oscillazioni dei prezzi della mano d’opera provocano innumerevoli rotture di contratto, e questo non da una sola parte, come asseriscono abitual- mente gli imprenditori, ma dalle due parti : « ci sono scioperi da entrambe le parti » : gli operai si mettono d’accordo per chiedere di più e gli ingaggiatori per dare di meno (ivi, p. 107)* Fino a che punto regni qui apertamente, nei rapporti fra le classi, lo « spietato pagamento in contanti » lo si può vedere, per esempio, dal fatto seguente: «gli ingaggiatori sperimentati sanno benissimo » che gli operai « cederanno » soltanto quando si saranno mangiato fin Fultimo pezzo di pane. « Un padrone raccontava che essendosi recato al mercato per assumere operai... s’era messo a passeggiare fra di loro e a tastare le loro bisacce col bastone [sic!] : a quelli che avevano del pane non rivolgeva nemmeno la parola, abbandonava * « All’epoca della mietitura, se il raccolto è buono, l’operaio trionfa e non è impresa facile persuaderlo. Gli si propone un prezzo, ma egli non ne vuol sapere; non fa che ripetere: dammi quello che chiedo, altrimenti non verrò. E questo non perchè ci sia mancanza di operai, ma perchè, come dicono gli stessi operai, “questa volta tocca a noi ** »: (Comunicazione di uno scrivano di tolost: Sciakhovskoi, p. 125). « Se il raccolto dei cereali si preannuncia cattivo e i prezzi della mano d’opera sono caduti, il kulak ingaggiatore ne approfitta e licenzia l’operaio prima dello spirare del contratto, e l'operaio perde la stagione dei grandi lavori o nella ricerca di un lavoro nella stessa zona 0 viaggiando altrove », riconosce un corri- spondente grande proprietario (ivi, p. 132). 236 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO iti RUSSIA il mercato » ed attendeva il momento in cui « si sarebbero tro- vate sul mercato delle bisacce vuote » (dal Seismi Viestnil 1890, n, 15; ivi, pp. 107-108). Anche qui, come sempre in epoca di capitalismo sviluppato, si osserva che il piccolo capitale opprime l’operaio con forza parti- colare. È il puro calcolo commerciale* che induce il grande im- prenditore a desistere dal ricorrere alle piccole vessazioni, che danno poco beneficio e minacciano di causare grosse perdite in caso di conflitto. Ecco perchè, per esempio, i grandi imprenditori (che assumono da 300 a 800 operai) cercano di impedire ai loro operai di andarsene alla fine della settimana e fissano essi stessi i prezzi in base alla domanda di lavoro: certuni adottano perfino il sistema di aumentare la paga quando nei dintorni aumentano i prezzi della mano d’opera, e tutto sta a testimoniare che gli aumenti sono ab- bondantemente compensati dal miglior lavoro e dall’assenza di con- flitti (ivi, pp. 130-132; p. 104). Il piccolo padrone, al contrario, non ha scrupoli. « I contadini dei \hutory e i coloni tedeschi 90 si " scel- gono " gli operai e li pagano dal 15 al 20 per cento più degli altri, ma in compenso la somma di lavoro che questi padroni '‘spre- mono" dai loro operai è più alta del 50 per cento » (ivi, p. 11 6). Le « ragazze » assunte da un padrone del genere, come esse stesse dicono, non distinguono « il giorno dalla notte ». Quando assu- mono mietitori, i coloni sottopongono ad un lavoro intensissimo (ossia a spronare gli operai!) i propri figli a turno , di modo che questi si danno il cambio un tre volte al giorno, e freschi e riposati non concedono tregua agli operai: « per questo è facile riconoscere dal loro aspetto spossato coloro che hanno lavorato presso i coloni tedeschi. In generale i contadini dei \hutory e i tedeschi rifuggono dall’assumere operai che hanno servito in precedenza nelle grandi tenute signorili. *' Da noi non ce la farete ", essi dicono franca- mente » (ivi) **. # Cfr. Fr. Engels, Zur W ohnungsfrage y Vorwort 79 . •* Allo stesso modo vengono caratterizzati i « cosacchi » del Kuban : « Il cosacco ricorre a tutti i trucchi per diminuire il prezzo della mano d'opera, agendo individualmente e come comunità al completo » (sic! che peccato non disporre di dati più particolareggiati su questa nuovissima funzione della « comu- DALLA « BARSTCINA )) ALLECONOMIA CAPITALISTICA 2 37 La grande industria meccanica, concentrando grandi masse di operai, trasformando i modi di produzione, distruggendo tutti gli schermi e gli orpelli tradizionali e patriarcali che celavano i rap- porti tra le classi, porta sempre l’opinione pubblica a concentrare l’attenzione su questi rapporti, a suscitare tentativi di controllo e di regolamentazione sociale. Questo fenomeno — che ha trovato un’espressione particolarmente evidente neirispezione di fabbrica — comincia a manifestarsi anche nelPagricoltura capitalistica russa, e precisamente là dove essa è più sviluppata. La questione delle condizioni sanitarie degli operai fu sollevata nel governatorato di Kherson già nel 1875, al secondo Congresso di governatorato dei medici degli zemstvo di Kherson, e fu riproposta poi nel 1888; nel 1889 venne elaborato un programma per lo studio della situazione degli operai. L’inchiesta sanitaria condotta (d’altronde in maniera molto incompleta) nel 1889-1890 sollevò un lembo del velo che co- priva le condizioni del lavoro negli angoli più remoti della cam- pagna. È risultato, per esempio, che nella maggior parte dei casi non ci sono abitazioni per gli operai; i dormitori, quando esistono, sono costruiti nel più antigienico dei modi; « assai spesso » s’incon- trano anche capanne di terra , dove vivono, per esempio, i pecorai, soffrendo molto per l’umidità, la mancanza di spazio, il freddo, l’oscurità c l’atmosfera soffocante. Il vitto degli operai è molto spesso insoddisfacente. La giornata lavorativa dura in generale dalle dodici ore e mezzo alle quindici ore, cioè è molto più lunga della giornata lavorativa abituale nella grande industria (11-12 ore). Solo « eccezionalmente » si interrompe il lavoro nelle ore di gran calura, e i casi di affezioni cerebrali non sono rari. Il lavoro alle macchine genera la divisione professionale del lavoro e le malattie professionali. Alle trebbiatrici, per esempio, lavorano « tamburini » (che gettano i covoni nel battitore *; è un lavoro molto pericoloso ed estremamente difficile: dal battitore li colpisce in pieno viso nità »!): « lesinando sul vitto, aggravando il lavoro, frodando nei conteggi, trattenendo i passaporti degli operai, giovandosi di decisioni delle comunità che impegnano i singoli padroni, sotto pena di una multa, a non assumere operai per una paga che superi un certo limite, eec. » (Gli operai forestieri nella regione del Kuban di A. Beloborodov, in Severny Viestni^ 1896, febbraio, p. 5). * In russo baraban t « tamburo » (N. d. 2 3 8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA una pesante polvere vegetale) e « porgitori » (porgono i covoni; è un lavoro così pesante che gli operai che vi sono addetti si danno il cambio ogni una o due ore). Le donne spazzano la pula, che dei ragazzi portano in disparte, mentre da tre a cinque operai la ammucchiano. In tutto il governatorato ci devono essere più di 200.000 persone impiegate nella trebbiatura (Teziakov, p. 94)*. La conclusione del signor Teziakov sulle condizioni igieniche dei la- vori agricoli è la seguente : « In generale Topinione degli antichi, secondo cui il lavoro agricolo è “ la più gradevole e utile delle occu- pazioni " è scarsamente accettabile oggi, quando nell’agricoltura regna lo spirito del capitalismo. Con l’introduzione del lavoro a macchina neiragricoltura le condizioni igieniche del lavoro agri- colo sono non già migliorate, ma mutate in peggio. La macchina ha introdotto neiragricoltura una specializzazione del lavoro finora poco nota in questo campo, il che ha portato al sorgere fra la popo- lazione rurale di malattie professionali e di un gran numero di gravi lesioni traumatiche » (p. 94). Le inchieste sanitarie hanno avuto come risultato (dopo Tan- nata di carestia e il colera) un tentativo di organizzare dei centri di distribuzione medicinali, dove gli operai vengono registrati, sot- toposti a controllo sanitario e provvisti di pasti a buon mercato. Per quanto modeste siano le proporzioni ed i risultati di questa or- ganizzazione, per quanto precaria sia la sua esistenza **, essa resta un grande fatto storico, che lumeggia le tendenze del capitalismo nelTagricoltura. In base ai dati raccolti dai medici, al Congresso medico del governatorato di Kherson è stato proposto di ricono- scere l’importanza dei centri di distribuzione di medicinali, la ne- cessità di perfezionarne Torganizzazione sanitaria, di estenderne Tattività sino a conferir loro il carattere di borse del lavoro che • Noteremo a questo proposito che questa operazione — la trebbiatura — viene per lo più eseguita da operai salariati liberi. Ci si può dunque fare un’idea di quanto debba essere alto il numero dei trebbiatori in tutta la Russial ** Delle sci assemblee distrettuali degli zemstvo del governatorato di Kherson, dove, come ci informa il signor Teziakov, si è discussa l’organizzazione del con- trollo sanitario degli operai, quattro si sono pronunciate contro questo sistema. 1 proprietari terrieri locali rimproverarono al Consiglio dello zemstvo del governa- torato di « incoraggiare gli operai all’ozio », ecc. DALLA ALL’ECONOMIA CAPITALISTICA 241 proprietà alla quale tiene molto » ( 1 . c., p. 84). Non ce che dire, il proverbio dice molto efficacemente che cosa capita a un indi- viduo incatenato al suo luogo d’origine. Il signor Korolenko è soprattutto scontento del fatto, da noi segnalato più sopra, che da certi governatorati se ne vanno « troppi » operai e che la loro ca- renza è compensata dallarrivo di operai da altri governatorati. Costatando questo fatto per quei che riguarda, per esempio, il governatorato di Voroniez, il signor Korolenko indica anche una delle cause di tale fenomeno, e precisamente il gran numero di contadini dotati di nadicl della donazione. « È evidente che que- sti contadini, trovandosi in una situazione materiale relativamente cattiva e non avendo timore di perdere la loro troppo esigua pro- prietà, vengono meno ai loro obblighi più spesso e se ne vanno in altri governatorati più alla leggera, anche quando potrebbero tro- vare occupazioni ausiliarie sufficienti a casa propria ». « Questi contadini poco attaccati [sic!] al loro insufficiente nadiel e a volte perfino sprovvisti di attrezzi, abbandonano più facilmente la pro- pria casa e vanno in cerca di fortuna lontano dai villaggio natio, senza preoccuparsi di trovar lavoro sul posto e talvolta neppure di adempiere gli obblighi che si sono assunti, dato che non hanno nulla da perdere » (ivi). « Poco attaccati ». Ecco la parola! Dovrebbero rifletterci su coloro che dissertano sugli svantaggi delle « migrazioni » e sulla superiorità delle « occupazioni a por- tata di mano» locali! • **. • Cfr. nota 60 (N. d. R ,). ** Ecco ancora un esempio deirinfluenza deleteria dei pregiudizi populisti. Il signor Teziakov, di cui abbiamo spesso citato reccellente libro, nota il fatto che molti operai del governatorato di Kherson se ne vanno in quello della Taurìdc, sebbene nel primo si faccia fortemente sentire La carenza di mano d'opera. Egli ne parla come di « un fenomeno più che strano » : « ne soffrono e i padroni e gli operai, che lasciano il lavoro a casa propria e rischiano di non trovarne nella Tauridc » (p. 33). A noi sembra, al contrario, più che strana una simile asserzione da parte del signor Teziakov. Egli pensa forse che gli operai non capiscano il proprio tornaconto e non abbiano il diritto di cercarsi condizioni di lavoro più vantaggiose? (Nel governatorato della Tauride il salario degli operai agricoli è più alto che in quello di Kherson). O dobbiamo davvero credere che per il conta- dino c obbligatorio vivere c lavorare là dove è registrato e « dotato di nadicl u? 242 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 3. Le « migrazioni » indicano che la popolazione diventa mobile. Le migrazioni sono uno dei principali fattori che impe- discono ai contadini di « coprirsi di muschio »; la storia ne ha già ammucchiato loro addosso troppo. Se la popolazione non diventa mobile non può nemmeno svilupparsi, e sarebbe ingenuo credere che una qualsiasi scuola di villaggio possa dare al popolo quel che gli dà la conoscenza diretta dei vari rapporti e ordinamenti esistenti nel sud e nel nord, nell’agricoltura e nelPindustria, nella capitale e nella lontana provincia. CAPITOLO IV LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA MERCANTILE Dopo avere esaminato la struttura economica interna dell’a- zienda dei contadini e di quella dei grandi proprietari fondiari, dobbiamo passare ora alla questione dei cambiamenti sopravvenuti nella produzione agricola : denotano questi cambiamenti uno svi- luppo del capitalismo e del mercato interno? I Dati complessivi sulla produzione agricola nella Russia posteriore alla riforma e sulle forme di agricoltura mercantile Esaminiamo prima di tutto i dati statistici complessivi sulla pro- duzione dei cereali nella Russia europea. Le considerevoli fluttua- zioni dei raccolti fanno sì che i dati per singoli periodi o per sin- goli anni non servano assolutamente a nulla *. È necessario pren- dere vari periodi e dati per un’intiera serie di anni. Abbiamo a no- stra disposizione i dati seguenti: per gli anni sessanta, i dati rela- tivi agli anni 1864-1866 ( Raccolta statistica militare , IV, Pietro- burgo, 1871, dati dei resoconti dei governatori). Per gli anni set- tanta, i dati del Dipartimento dell ‘agricoltura per tutto il decennio # Già per questo solo motivo è completamente sbagliato il procedimento del signor N.-on, che trae le più ardite conclusioni dai dati per otto anni di un solo decennio (1871-1878)! LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 244 (Rassegna stori co- statistica dell’industria in Russia , voi. I, Pietro- burgo, 1883). Infine, per gli anni ottanta, i dati per cinque anni, il quinquennio 1883-1887 (Statistica dell’ Impero Russo , IV); questo quinquennio può rappresentare tutti gli anni ottanta, giacche il raccolto medio dei dieci anni — 1880-1889 — risulta persino un po’ più elevato che nel quinquennio 1883-1887 (cfr. U agricoltura e l’economia forestale della Russia , edizione per l’Esposizione di Chi- cago, pp. 132 e 142). Inoltre, per giudicare in tale direzione si sia compiuta l’evoluzione negli anni novanta, prenderemo i dati per il decennio 1885-1894 (Le forze produttive , I, p. 4). Infine, i dati per il 1905 (Annuario russo , 1906) servono in pieno per formarsi un giudizio sul periodo attuale. Il raccolto del 1905 è stato solo di poco inferiore alla media per il quinquennio 1900-1904. Confrontiamo tutti questi dati*: Per i 50 governatorati della Russia europea 81 (in milioni di ce tverti) Periodi Popola- zione m. e f. (in milioni) Semi- nativo Rac- colto netto Semi- nativo Rac- colto netto Raccolto netto per (in cetverti) abitante cereali e patate patate cereali patate in com- plesso 1864-1866 61,4 72,2 152,8 6,9 17,0 2,21 0,27 2,48 1870-1879 69,8 75,6 211,3 8,7 30,4 2,59 0,43 3,02 1883-1887 81,7 80,3 255,2 10,8 36,2 2,68 0,44 3,12 1883-1894 86,3 92,6 265,2 16,5 44,3 2,57 0,50 3,07 (1900-1904)- 1905 107,6 103,5 396,5 24,9 93,9 2,81 0,87 3,68 Vediamo qui che il periodo posteriore alla riforma fino agli anni novanta è caratterizzato da un indubbio incremento sia della produzione dei cereali che delle patate. La produttività del lavoro • Per il periodo 1883-1887 è stata considerata la popolazione del 1885; l’incre- mento è stato considerato = la %. La differenza fra i dati dei resoconti dei gover- natori e i dati del Dipartimento dell’agricoltura è, come è noto, insignificante. Le cifre per il 1905 sono state calcolate convertendo i pud in cctvcrti. LO SVILUPPO DELL AGRICOLTURA MERCANTILE 245 agricolo aumenta : in primo luogo, il raccolto netto aumenta più ra- pidamente della superficie seminata (con alcune eccezioni parziali); in secondo luogo, si deve tener presente che la popolazione occu- pata nella produzione agricola durante il periodo indicato è dimi- nuita costantemente sia perchè una parte è stata distolta dall’agri- coltura ed è passata al commercio e all’industria, sia perchè i contadini si sono trasferiti oltre i confini della Russia europea*. Particolarmente significativo è il fatto che si sviluppi precisamente l’agricoltura mercantile : aumenta la quantità dei cereali raccolti (detratte le sementi) per abitante, mentre in seno alla popolazione si accentua sempre più la divisione sociale del lavoro; aumenta la popolazione industriale e commerciale; la popolazione agricola si scinde in imprenditori rurali e proletariato rurale; cresce la specia- lizzazione della stessa agricoltura, talché la quantità di cereali pro- dotti per la vendita aumenta con una rapidità incomparabilmente maggiore di quanto non aumenti la quantità di cereali prodotti complessivamente nel paese. Il carattere capitalistico del processo è illustrato all’evidenza dall’aumento della parte rappresentata dalle patate nel volume complessivo della produzione agricola **. L'au- mento del seminativo coltivato a patate indica, da una parte, un elevamento del livello tecnico dell’agricoltura (introduzione della coltivazione delle radici commestibili) e lo sviluppo della lavora- zione industriale dei prodotti agricoli (distillazione 'dell’alcool e produzione dell’amido di patata). Dall’altra parte, esso rappre- • È completamente sbagliata Popinione del signor N.-on, il quale afferma che « non esiste alcun motivo per supporre un diminuzione del loro numero » (del numero delle persone occupate nella produzione agricola); « è vero proprio Pop posto » (Profilo t p. 33, nota). Cfr. cap. Vili, § II. ** Dal 1864-1866 al 1870-1879 il raccolto netto delle patate per abitante è aumentato senza eccezione in tutte le zone della Russia europea. Dal 1870-1879 al 1883-1887 Patimento si è verificato in 7 zone su 11 (e precisamente nelle zone del Baltico, occidentale, industriale, nord occidentale, settentrionale, meridionale, della steppa, del Basso Volga e del POI tre volga). Cfr. Dati statistici agricoli ricavati dai materiali forviti dai proprietari , fase. VII, Pietroburgo, 1897 (edizione del Dicastero dell' agricoltura) 82 . Nel 1871 nei 50 governatorati della Russia europea erano coltivate a patate 790.000 desiatine, nel 1881 -1.375 .000, ne l 1895-2. 154.000, ossia in quindici anni si è registrato un aumento del 55%. Considerando uguale a 100 il raccolto delle patate del 1841, otteniamo per i periodi successivi le cifre seguenti: 1861-120; 1871-162; 1881-297; 1895-530. 246 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA senta, dal punto di vista della classe degli imprenditori rurali, pro- duzione di plusvalore relativo (diminuzione del costo di mante- nimento della forza-lavoro, peggioramento deiralimentazione po- polare). I dati per il decennio 1885-1894 indicano inoltre che la crisi del 1891-1892 — che ha provocato un gigantesco incremento deirespropriazione dei contadini — ha portato ad una notevole con- trazione della produzione cerealicola e alla diminuzione del ren- dimento dei cereali e delle patate; ma il processo di sostituzione della patata ai cereali è proseguito con tale intensità che la pro- duzione delle patate per abitante, nonostante la diminuzione del raccolto unitario, è aumentata. Infine, l'ultimo quinquennio (1900- 1904) ci mostra egualmente un incremento della produzione agri- cola, un aumento della produttività del lavoro agricolo e un peg- gioramento della situazione della classe operaia (aumento del consumo delle patate). Come abbiamo già notato sopra, lo sviluppo deH’agricoltura mercantile si manifesta nella specializzazione dell'agricoltura. I dati generali e complessivi sulla produzione di ogni sorta di cereali possono dare (e neanche sempre) solo le indicazioni più gene- rali su questo processo, giacché le particolarità specifiche delle di- verse zone vi scompaiono. Invece, proprio la separazione delle diverse zone agricole costituisce uno dei tratti più caratteristici deiragricoltura posteriore alla riforma in Russia. Così la Rassegna storico-statistica deir industria in Russia (voi. I, Pietroburgo, 1883), da noi già citata, indica le seguenti zone : zona della linicoltura, « regione in cui prevale l’allevamento » — zona dove, in parti- colare, « è considerevolmente sviluppata la produzione lattiero- casearia » —, regione in cui predominano le colture cerealicole — in particolare la zona del sistema dei tre campi e quella del sistema migliorato dei maggesi o dell 'avvicendamento di più coltivazioni erbacee (la parte della fascia stepposa che « è caratterizzata dalla produzione dei cereali più pregiati, cosiddetti nobili, destinati pre- valentemente alla vendita all’estero ») — , zona della barbabietola e zona della coltivazione della patata per la distillazione dell ’al- cool. « Le suddette zone economiche sono sorte nel territorio della Russia europea in tempi relativamente recenti, e ogni anno che passa continuano a svilupparsi sempre più e a distinguersi dalle LO sviLurro dell'agricoltura mercantile 247 altre » ( 1 . c., p. 15) * Ora il nostro compito deve perciò consistere nello studiare questo processo di specializzazione deiragricoltura; dobbiamo cioè esaminare se si scorga uno sviluppo deiragricoltura mercantile nelle sue diverse forme e se, in caso affermativo, si formi o no un’agricoltura capitalistica e il capitalismo agricolo sia o no contrassegnato dai tratti specifici che abbiamo indicato sopra quando abbiamo analizzato i dati complessivi sull’azienda del contadino e del grande proprietario fondiario. È ovvio che per il nostro scopo è sufficiente limitarsi alla caratterizzazione delle prin- cipali zone dell’agricoltura mercantile. Ma, prima di passare ai dati per le singole zone, noteremo quanto segue: gli economisti populisti, come abbiamo visto, cer- cano con ogni mezzo di eludere il fatto che il periodo posteriore alla riforma è caratterizzato precisamente dallo sviluppo dell’agri- coltura mercantile. È naturale che essi ignorino quindi anche la cir- costanza che la caduta dei prezzi dei cereali deve dare un impulso alla specializzazione dell agricoltura e contribuire a trascinare nella sfera degli scambi i prodotti dell’agricoltura. Ecco un esempio. Gli autori del noto libro L’influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali muovono tutti dalla premessa che per l’economia naturale il prezzo del grano non ha importanza e ripetono questa « verità » all’in- finito. Uno di loro, il signor Kablukov, ha osservato, però, che qualora le condizioni generali siano quelle dell’ economia mercantile questa premessa in sostanza è falsa. « È possibile, naturalmente, - egli scrive — che il grano che viene offerto sul mercato abbia richiesto, per essere prodotto, delle spese di produzione minori di quelle sostenute per coltivarlo nella propria azienda, nel qual caso anche un’azienda che produca solo in vista dei propri consumi è interessata a passare dalla coltivazione dei cereali ad altre colture » (o ad altre occupazioni, aggiungiamo noi), « per cui anche per essa * Cfr. anche L’agricoltura c l’economia forestale della Russia , pp. 84-88, dove viene aggiunta anche la zona della tabacchicoltura. Nelle carte compilate dai signori D. Semionov e A. Fortunatov vengono indicate le zone risultanti dalla diversità delle piante predominanti nella coltivazione dei campi; come zona della segala, dell'avena e del lino, per esempio, vengono indicati i governatorati di Pskov e di Iaroslavl; come zona della segala, dell’avena e della patata, i governatorati di Grodno e di Mosca, e così via. 248 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA acquista importanza il prezzo di mercato del grano, non appena questo prezzo non coincide più con le sue spese di produzione » (I, p. 98, nota; il corsivo è delittore). «Ma noi non possiamo tener conto di questo », egli decreta. Ma perchè? Perchè, a quanto sembra, 1) il passaggio ad altre colture è possibile « solo se esistono determinate condizioni ». Con questo banale truismo (a questo mondo qualsiasi cosa è possibile solo a determinate condizioni!) il signor Kablukov elude con la massima disinvoltura il fatto che il periodo posteriore alla riforma ha creato e crea tuttora in Russia precisamente le condizioni che determinano la specializzazione deiragricoltura e l’allontanamento della popolazione dall’agricol- tura... 2) Perchè « nel nostro clima non è possibile trovare un pro- dotto che per la sua importanza alimentare eguagli i cereali ». Argomento molto originale, che rappresenta semplicemente una scappatoia. Ma che cosa c’entra qui l’importanza alimentare degli altri prodotti, quando si tratta della vendita di questi altri prodotti e dell’acquisto di grano a buon mercato?... 3) Perchè « le aziende cerealicole che producono in vista del consumo hanno sempre un fondamento razionale che ne giustifica l’esistenza ». In altri ter- mini: perchè il signor Kablukov « e soci » ritengono « razionale » l’economia naturale. Come vedete, l’argomento è irrefutabile... II Zona delV azienda cerealicola mercantile Questa zona abbraccia la regione periferica meridionale ed orientale della Russia europea, i governatorati delle steppe della Nuova Russia e dell’Oltrevolga. L’agricoltura si distingue qui per il suo carattere estensivo e per l’enorme produzione di cereali de- stinati alla vendita. Se consideriamo gli 8 governatorati di Kherson, Bessarabia, Tauride, Don, Ickaterinoslav, Saratov, Samara e Oren- burg, risulterà che negli anni 1883-1887 vi si è avuto, per una popo- lazione di 13.877.000 persone, un raccolto cerealicolo netto (esclusa l’avena) di 41,3 milioni di cetverti, ossia di oltre un quarto del- l’intiero raccolto netto dei 50 governatorati della Russia europea. LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA MERCANTILE 249 Qui si semina principalmente frumento, il principale cereale di esportazione*. Qui l’agricoltura si sviluppa (rispetto alle altre zone della Russia) con la massima rapidità, e questi governatorati respingono in secondo piano i governatorati centrali delle terre nere, che in passato primeggiavano: Zone dei governatorati 1 Raccolto cerealicolo netto per abitante nei periodi** 1864-1866 1870-1879 1883-1887 meridionali delle steppe 2,09 2,14 3,42 del Basso Volga e dell'Oltrevolga . 2,12 2,96 3,35 centrali delle terre nere 3,32 3,88 3,28 Avviene così uno spostamento del centro principale della pro- duzione cerealicola: fra il 1860 e il 1880 i governatorati centrali delle terre nere erano in testa, ma negli anni ottanta essi hanno ceduto il primato ai governatorati della steppa e del Basso Volga; in questi ultimi la produzione cerealicola ha incominciato a con- trarsi . Questo fatto interessante — l’enorme sviluppo della produzione agricola nella zona in questione — si spiega con la circostanza che le regioni steppose periferiche sono divenute, nel periodo poste- riore alla riforma, una colonia della Russia europea centrale, già da tempo colonizzata. L’abbondanza di terre libere vi ha attirato numerosi colonizzatori, che hanno ampliato rapidamente i semi- nativi ***. Il largo sviluppo dei seminativi mercantili è stato possi- • Eccetto il governatorato di Saratov, dove le superfici coltivate a frumento ammontano al 14,3 %, negli altri governatorati indicati troviamo il 37,6 %*57,8 % di seminativi coltivati a frumento. ** Le fonti sono state citate sopra. Le zone di governatorati sono considerate in base alla Rassegna storico- statistica. La zona « del Basso Volga e dell' Oltre- volga » è stata determinata in modo infelice, giacche ai governatorati delle steppe, con un'enorme produzione cerealicola sono stati uniti quelli di Astrakhan (dove manca il grano per l’alimentazione) e dì Kazan e Simbirsk, che andrebbero piut- tosto attribuiti alla fascia centrale delle terre nere. *** Cfr. nel signor V. Mikhailovski (Novoie Slovo , 1897, giugno) la descrizione del renorme aumento della popolazione nelle regioni periferiche e del trasferimento in queste zone, dal 1185 al r&97, di centinaia di migliaia di contadini provenienti 17 — S74 2go LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA bile solo grazie allo stretto legame economico di queste colonie con la Russia centrale, da una parte, e con i paesi europei importatori di grano dairaltra. Lo sviluppo dell’industria nella Russia centrale e lo sviluppo deiragricoltura mercantile nelle regioni periferiche sono inscindibilmente connessi e si creano reciprocamente un mercato. Dal mezzogiorno i governatorati industriali ricevevano cereali, smerciandovi prodotti delle loro fabbriche, e fornendo alle colonie mano d’opera, artigiani (cfr. quinto capitolo, § ITT : trasferimento dei piccoli industriali nelle regioni periferiche), mezzi di produ- zione (legname, materiali da costruzione, attrezzi, ecc.). Solo grazie a questa divisione sociale del lavoro i colonizzatori delle zone della steppa hanno potuto dedicarsi esclusivamente all’agricoltura smer- ciando ingenti quantità di cereali sui mercati interni, e particolar- mente su quelli esteri. Solo grazie allo stretto vincolo col mercato interno ed estero lo sviluppo economico di queste zone si è potuto svolgere così rapidamente; e questo è stato precisamente uno svi- luppo capitalistico, giacché, accanto allo sviluppo deiragricoltura mercantile, c’è stato, altrettanto rapido, un processo di spostamento della popolazione verso l’industria, un processo di sviluppo delle città e di formazione di nuovi centri di grande industria (cfr., più sotto, il settimo e lottavo capitolo) *. Quanto alla questione se in questa zona lo sviluppo dell’agri- dai governatorati dell’interno. Sull’ ampliamento dei seminativi c£r. l’opera suc- citata di V, Postnikov, le raccolte statistiche degli zemstvo per il governatorato di Samara, nonché V. Grigoriev, Le migrazioni di contadini nel governatorato di Riazan. Sul governatorato di Ufà cfr. Remezov, bozzetti sulla vita della selvaggia Basckjria , vivace descrizione di come i « colonizzatori » hanno tagliato il legname per le costruzioni navali e hanno trasformato i campi, « ripuliti » dai « selvaggi » basckiri, in «fabbriche di grano». È un piccolo brano di politica coloniale che regge il confronto con qualsivoglia impresa dei tedeschi in certe zone dell’Africa, • Cfr. Marx, Dos Kapital, III, 2, p. 289: una delle principali caratteristiche della colonizzazione capitalistica è l’abbondanza di terre libere facilmente acces- sibili ai colonizzatori (la traduzione russa di questo passo, p. 623, è completamente sbagliata) 93 . Cfr. anche HI, 2, p. 210, trad. russa, p. 553: l’enorme eccedenza di cereali nelle colonie agricole si spiega col fatto che tutta la loro popolazione è occupata inizialmente a quasi esclusivamente nell’ agrieoi tura, e specialmente nei suoi prodotti di massa », che vengono scambiati con i prodotti dell’industria, « Esse [le colonie moderne] ricevono finiti, attraverso il mercato mondiale, quei prodotti... che in altre condizioni avrebbero dovuto fabbricare esse stesse » lo sviluppo dell’agricoltura mercantile * 5 ' coltura mercantile sia connesso con il progresso tecnico dell’azienda agricola e col sorgere dei rapporti capitalistici, se ne è già parlato sopra. Nel secondo capitolo abbiamo visto come in queste zone i contadini posseggano grandi seminativi, come vi si manifestino nettamente rapporti capitalistici persino albinterno dell 'obsteina. Nel capitolo precedente abbiamo visto che in questa zona si c svi- luppato con particolare rapidità l’impiego delle macchine, che le tenute capitalistiche delle regioni periferiche attirano centinaia di migliaia e milioni di salariati, sviluppando aziende agricole di una grandezza senza precedenti, con una larga cooperazione degli operai salariati, ecc. Ora non ci resta da aggiungere molto per completare questo quadro. Nelle regioni periferiche della steppa i fondi privati non solo si distinguono talvolta per la loro immensa superficie, ma condu- cono anche aziende molto grandi. Abbiamo citato sopra i dati rela- tivi ai seminativi di 8-10-15.000 desiatine nel governatorato di Sa- mara. Nel governatorato della Tauride, Falz-Fein possiede 200.000 desiatine, Mordvinov 80.000, due altre persone 60.000 ciascuna, « e moltissimi proprietari possiedono da io a 25.000 desiatine » (Scia- khovskoi, p. 42). Può dare un’idea delle dimensioni dell’azienda il fatto che, per esempio, da Falz-Fein nel 1893 hanno lavorato 1100 macchine per la falciatura del fieno (di cui 1000 dei conta- dini). Nel governatorato di Kherson nel 1893 si avevano 3,3 mi- lioni di desiatine di seminativo, di cui 1,3 milioni appartenenti a proprietari privati; in cinque distretti del governatorato (escluso quello di Odessa) si contavano 1237 aziende medie (250-1000 desia- tine di terra), 405 grandi (1000-2500 desiatine) c 226 aziende con oltre 2500 desiatine ciascuna. In base ai dati raccolti nel 1890, in 526 aziende lavoravano 35.514 operai, ossia in media 67 operai per azien- da di cui da 16 a 30 annuali. Nel 1893 in 100 aziende più o meno grandi del distretto di Ielisavetgrad c’erano 11.197 operai (in media 112 per azienda!), di cui il 17,4 % annuali, il 39,5 °/ Q a termine e il 43,1 % giornalieri Ecco i dati sulla ripartizione del seminativo ) 7* • TtZlAKOV, 1. C. 252 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA fra tutte le aziende agricole, sia dei proprietari privati che dei con- tadini, del distretto*: Superficie approssimativa del seminativo (in migliaia di desiatine) Aziende che non hanno «rato 15.228 - » che hanno Sem. sino a 5 des. 26.963 74,6 » » » 1 » 5-10 » 19.194 144 » » » » 10-25 » 10.234 157 » » » » 25-100 » 2.005 \ 91 \ » » » » 100-1000 » 372 J 2387 110 \ 215 » » oltre 1000 » 10 ] 14 ) In compUuo nei ditlretto 74.006 590,6 Così, nelle mani di poco più del 3 per cento dei padroni (e se si considerano solo quelli che seminano, nelle mani del 4 per cento) è accentrato più di un terzo di tutto il seminativo, che richiede per la coltivazione e per il raccolto un numero enorme di operai a termine e giornalieri. Ecco infine i dati relativi al distretto di Novouzensk, governa- torato di Samara. Nel secondo capitolo abbiamo considerato solo i contadini russi che conducono un’azienda nell’ambito dell’ obsteina; aggiungiamo ora anche i tedeschi e i « contadini dei \hutory » (che conducono l’azienda su appezzamenti a sè). Purtroppo non abbiamo a nostra disposizione dati sulle aziende dei proprietari privati **. • Materiali per la valutazione delle terre del governatorato di Kherson , voi. II, Khcrson, 1886. Il numero di desiatine di seminativo di ciascun gruppo è stato deter- minato moltiplicando le dimensioni medie del seminativo per il numero delle aziende. 11 numero dei gruppi è stato ridotto. ** Raccolta per il distretto di Novouzensk. Viene considerata tutta la terra presa in affitto*, tanto quella del demanio, quanto quella dei proprietari privati e dei nadiel. Ecco l’elenco degli attrezzi perfezionati dei contadini dei kjiutory russi: 609 aratri di ferro, 16 trebbiatrici a vapore, 89 trebbiatrici a cavalli, 110 fal- ciatrici, 64 rastrelli a cavalli, 61 ventilatori e 64 mietitrici. Nel numero degli operai assunti non sono compresi i giornalieri. LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA MERCANTILE 2 53 Terra 1 s|^ Media per fuoco Distretto di Novouzensk, governatorato di Samara 1 '“bDO a. a !" a u> I *£> OXr Tfc 4, Jt 6 S $.2 •o * 5! .. tj u S « terra WM M > a _c E c/) 0 ai.'" a a s 'k 0 si eroi assunti 1 | 1 1 3 Cu in desiatine u CL O in desiatine Ira complesto 51.348 816.133 343.260 13.778 E9 — 14.6 15,9 D Aziende con IO e più capi di bestia* me da lavoro 3958 1 1 7.62 1 580.158 327.527 151.744 10.598 6.055 29 146 02 38 di cui khutory di contadini russi con 20 e più capi di be- stiame da lavoro 210 57.083 253.669 59.137 39.520 1.013 1.3 79 261 1.163 2T1 181 Evidentemente non è necessario commentare questi dati. Più sopra abbiamo già avuto occasione di osservare che la zona de- scritta è la più tipica per il capitalismo agrario in Russia, tipica, naturalmente, non dal punto di vista agricolo, ma economico- sociale. Queste colonie, che sono quelle che si sono sviluppate più liberamente di qualsiasi altra, ci mostrano quali rapporti si potrebbero e dovrebbero sviluppare anche *nel resto della Russia, se le numerose sopravvivenze del regime anteriore alla riforma non frenassero il capitalismo. Le forme del capitalismo agrario, infatti, sono, come si vedrà in seguito, estremamente eterogenee. Ili Zona deW allevamento mercantile . Dati complessivi sullo sviluppo della produzione lattiero-casearia Passiamo ora ad un’altra zona importantissima del capitalismo agrario in Russia, e precisamente alla regione in cui hanno impor- tanza prevalente non i prodotti cerealicoli, ma quelli dell’alleva- mento. Questa regione abbraccia, oltre ai governatorati del Baltico e occidentali, i governatorati settentrionali, quelli industriali e 2 54 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA parti di alcuni governatorati centrali (Riazan, Oriol, Tuia, Nizni Novgorod). Qui la produttività del bestiame si orienta verso la produzione lattiero-casearia e il carattere dell’agricoltura si adegua interamente airobìettivo di avere la maggior quantità possibile di prodotti mercantili, pregiati più che sia possibile, di questo ge- nere * « Sotto i nostri occhi si compie palesemente il passaggio dairallevamento per la produzione del letame airallevamentó per la produzione lattiero-casearia; esso è stato particolarmente sensi- bile nell’ultimo decennio » (op. cit. nella nota precedente, ivi). È molto difficile caratterizzare con dati statistici le diverse regioni della Russia sotto questo aspetto, perchè qui è importante non il numero assoluto dei capi di bestiame bovino, ma precisamente la quantità del bestiame da latte e la sua qualità. Se si considera la quantità del bestiame complessivo per ioo abitanti, risulta che in Russia esso raggiunge il massimo livello nelle regioni periferiche della steppa, mentre il livello minimo lo si ha nella fascia delle terre non nere (L* agricoltura e V economia forestale , p. 274); risulta che col tempo questa quantità diminuisce (Le forze produttive , III, p. 6. Cfr. Rassegna storico-statistica , I). Qui si osserva, dunque, lo stesso fenomeno già rilevato da Roscher, e precisamente che la quantità di bestiame per abitante risulta essere la più elevata nelle zone « ad allevamento estensivo » (W. Roscher, N ationaló\onomi\ des Ackerbaues. 7-te Aufl. Stuttg., 1873, pp. 563-564). Ma quel che ci interessa è Tallevamento intensivo e, in particolare, precisa- mente quello per la produzione lattiero-casearia. Ci dobbiamo per- ciò limitare al calcolo approssimativo effettuato dagli autori del * Nelle altre regioni della Russia rallevamento ha uno scopo diverso. Nel- l’estremo mezzogiorno e nel sud-est, per esempio, sì è affermata la forma più estensiva di allevamento e precisamente l’allevamento volto ad ingrassare il bestiame per la produzione della carne. Più a nord il bestiame bovino ha importanza come forza da lavoro; infine, nella fascia centrale delle terre nere esso diviene « una macchina che produce letame per la concimazione ». V. Kovalevski - I. Levitski, Profilo statistico della produzione lattiero-casearia nelle zone settentrionale e centrale della Russia europea (Pietroburgo, 1879). Gli autori di quest’opera, come la mag- gior parte degli specialisti di agricoltura, manifestano un interesse molto scarso per l’aspetto economico-sociale della questione e non si curano di comprenderlo. È completamente sbagliato, per esempio, concludere senz’altro, dalPaumento del rendimento delle aziende, che sono assicurati « il benessere popolare e l’approv- vigionamento alimentare » (p. 2). LO SVILUPPO DELL AGRICOLTURA MERCANTILE 2 55 succitato Profilo , rinunciando alla pretesa di avere una descrizione esatta del fenomeno; un tale calcolo mostra con chiarezza il rap- porto esistente fra le diverse regioni della Russia per quanto con- cerne il grado di sviluppo della produzione lattiero-casearia. Ripor- tiamo questo calcolo in extenso , completandolo con alcune cifre medie da noi calcolate e con i dati sulla produzione casearia nel 1890 della statistica « di fabbrica e di officina ». Gruppi di governatorati Popolazione m. e f. in migliaia (1873) Lattifere (in migliaia) Latte (migliaia di vedri) Burro (migliaia di pud) Produzione media per vacca (vedri) Per 100 abitanti Produzione del formaggio, della ricotta e del burrtt nel 1879. secondo calcoli appross. Produzione casearia nel 1890 lattifere latte (vrdri) M burro (pud) migliaia di rubli| I. del Baltico e occi- dentali (9) .... 8.127 1.101 34.070 297 31 420 3,6 7 469 II. settentrionali (10) 12.227 1.407 50.000 461 35 11,4 409 3.7 3.370,7 563 III. industriali (terre non nere) (7) . . . 8.822 18.810 154 0 1 B IV. centrali (terre nere) <») 12.387 785 16.140 133 20 6,3 130 1,0 242,7 23 V. meridionali delle tene nere, rad-occi- dentali, meridionali e orientali della step- P» ( 16 ) To (ivi). Vengono migliorati gli strumenti di produzione (caldaie fisse, presse a vite, cantine perfezionate), in aiuto della produzione viene chiamata la batteriologia, che fornisce colture pure della specie di bacilli dell’acido lattico che è necessaria per la fermentazione della panna. Così in entrambe le zone deiragricoltura mercantile da noi descritte il perfezionamento tecnico determinato dalle esigenze del mercato si è indirizzato prima di tutto verso quelle opera- zioni che con maggiore facilità si prestano ad essere trasformate e che sono particolarmente importanti per il mercato: raccolto, trebbiatura e cernita dei cereali, nell’azienda cerealicola mercan- tile; lavorazione industriale dei prodotti deH’allevamento nella zona deirallevamento mercantile. Quanto al mantenimento del bestiame, invece, il capitale per il momento trova più vantaggioso che ri- manga affidato alle cure del piccolo produttore: curi pure lui con « diligenza » e « zelo » il « suo » bestiame (commuovendo con la sua diligenza il signor V. V. : cfr. Tendenze progressive , p. 73), prenda pure lui su di sè la massa principale del lavoro più pesante e più umile per la manutenzione della macchina che produce il latte. Il capitale dispone di perfezionamenti e di metodi sempre più mo- derni non solo per togliere la panna al latte, ma anche per togliere la « panna » a quella « diligenza », per togliere il latte ai figli dei contadini poveri. * Prima del 1882 quasi non esistevano separatori in Russia. A cominciare dal 1886 si sono diffusi con una tale rapidità da soppiantare definitivamente il vecchio sistema. Negli anni 1890 comparvero persino delle zangole impastatrici. 2Ó0 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA IV Continuazione . La struttura economica dell azienda dei grandi proprietari fondiari nella zona descritta Sono già state riportate sopra le testimonianze di agronomi e agricoltori secondo cui la produzione lattiero-casearia nei fondi dei grandi proprietari conduce alla razionalizzazione dell’agricol- tura. Aggiungeremo qui che Panalisi dei dati della statistica degli zemstvo su questa questione effettuata dal signor Raspopin * convalida pienamente tale conclusione. Rinviando il lettore all’ar- ticolo del signor Raspopin per i dati particolareggiati, riporteremo qui solo la sua conclusione principale. « Che vi sia interdipendenza tra lo stato deirallevamento del bestiame e la produzione lattiero- casearia, da una parte, e il numero dei fondi trascurati e il grado di intensità delle aziende dall’altra, è un fatto incontestabile. I distretti [del governatorato di Mosca] nei quali sono maggior- mente sviluppati rallevamento del bestiame da latte e l’industria lattiero-casearia ci danno la più bassa percentuale di aziende tra- scurate e la più alta percentuale di fondi a coltivazione altamente sviluppata. Nel governatorato di Mosca l’arativo viene ridotto e trasformato dovunque in prati e pascoli, l’avvicendamento delle colture cerealicole vi cede il posto all’avvicendamento multiplo delle colture foraggiere. Le erbe foraggiere e il bestiame da latte, c non già il grano, assolvono ormai la funzione predominante... non solo nelle grandi tenute del governatorato di Mosca, ma in tutta la zona industriale di Mosca » (1. c.). L’ampiezza raggiunta dalla produzione del burro e del for- maggio riveste un’importanza particolare appunto perchè attesta quale svolta completa si sia effettuata nell’agricoltura, che acquista * E questa questione è stata fotta dal signor Raspopin (forse per la prima volta nella nostra letteratura) su un terreno giusto, teoricamente inoppugnabile. Fin dall’inizio egli osserva che « l’aumento della produttività deirallevamento del bestiame » — e in particolare lo sviluppo della produzione lattiero-casearia — segue da noi la via capitalistica e costituisce uno degli indici più importanti della penetrazione del capitale neU'agricoltura. LO SVILUPPO DELL AGRICOLTURA MERCANTILE 2ÓI il carattere deirimpresa capitalistica e rompe con la routine . Il capitalismo subordina a sè uno dei prodotti dell’agricoltura, e a questo prodotto principale si adeguano tutti gli altri aspetti del- l’azienda. Il mantenimento del bestiame da latte rende necessaria la semina delle erbe, il passaggio dal sistema dei tre campi all’av- vicendamento di più colture, ecc. I sottoprodotti della produzione del formaggio sono destinati airalimentazione del bestiame desti- nato alla vendita. Impresa diviene non solo la lavorazione del latte, ma tutta l’agricoltura *. L’influenza dei caseifici e dei burrifici non si limita alle aziende in cui essi sono stati organizzati, giacché non di rado il latte viene acquistato presso i contadini e i grandi proprietari delle zone vicine. Mediante l’acquisto del latte il capi- tale subordina a sè anche i piccoli agricoltori, specialmente con l’or- ganizzazione dei cosiddetti « centri di raccolta del latte », la cui diffusione era stata già costatata negli anni settanta (cfr. il Profilo dei signori Kovaleski e Levitski). Si tratta di stabilimenti organiz- zati nelle grandi città o nelle loro vicinanze, che lavorano gran- dissimi quantitativi di latte trasportato per ferrovia. Dal latte si separa immediatamente la panna, che viene venduta fresca, men- tre il latte scremato viene venduto a basso prezzo a compratori non ricchi. Per assicurarsi il prodotto di una data qualità tali stabilimenti concludono talvolta contratti che impegnano i forni- tori a rispettare certe norme circa l’alimentazione delle vacche. È facile vedere quale importanza rivestano simili grandi stabili- menti: da una parte essi conquistano un largo mercato (vendita del latte scremato alla popolazione povera delle città), dall’altra allargano in misura enorme il mercato per gli imprenditori rurali. * Nella sua Inchiesta sanitaria sulle fabbriche e sulle officine del governatorato di Smolens\ (Smolensk, 1894, fase. I, p. 7) il dottor Zbankov dice che « il numero degli operai realmente occupati nei caseifici... è quasi insignificante... Sono molto più numerosi gli operai ausiliari, contemporaneamente necessari per il caseificio e per la conduzione dell’azienda agricola; si tratta di pastori, mungitrici ecc.; in tutti gli stabilimenti [caseari] questi operai sono il doppio, il triplo, e persino il quadruplo, di quelli addetti ai caseifìci come tali ». Osserviamo in proposito che qui, secondo la descrizione del dottor Zbankov, le condizioni di lavoro sono quanto mai antigieniche, la giornata di lavoro straordinariamente lunga (16-17 ore), ecc. Pertanto la rappresentazione tradizionale del lavoro idillico dell’agricoltore risulta falsa anche per questa zona dell’agricoltura mercantile. 2Ó2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Questi ultimi ricevono un fortissimo impulso a estendere e mi- gliorare Tagricoltura mercantile. La grande industria preme, per così dire, su di loro, esigendo un prodotto di una determinata qualità, escludendo dal mercato (o abbandonando nelle mani degli usurai) il piccolo produttore che è al di sotto del livello « nor- male ». Nella stessa direzione deve agire anche la valutazione del latte in base alla qualità (secondo la percentuale di grassi che con- tiene, p. es.), intorno a cui lavora con tanto impegno la tecnica, inventando vari lattodensimetri, ecc., e che viene così ardentemente propugnata dagli specialisti (cfr. Le forze produtt Ili, pp, 9 e 38). Sotto questo rapporto la funzione dei centri di raccolta del latte nello sviluppo del capitalismo è pienamente analoga a quella dei silos nell’azienda cerealicola mercantile. I silos, selezionando il grano secondo la qualità, ne fanno un prodotto non indi- viduale, ma specifico (res fungibili * 5 , come dicono i civilisti), cioè lo adattano pienamente per la prima volta allo scambio (cfr. l'articolo di M. Sering sul commercio dei cereali negli Stati Uniti dell'America del Nord nella raccolta Possesso fondiario e agricoltura , p. 281 e sgg.). In tal modo i silos danno un pos- sente impulso alla produzione mercantile del grano e ne pro- muovono lo sviluppo tecnico con Pintroduzione di un'analoga valutazione qualitativa. Una simile istituzione assesta al piccolo produttore due colpi ad un tempo. In primo luogo, essa innalza a norma, sanziona giuridicamente la più elevata qualità del grano dei grossi produttori, deprezzando con ciò definitivamente il grano scadente dei contadini poveri. In secondo luogo, organizzando sul tipo della grande industria capitalistica la selezione e la conserva- zione del grano, essa diminuisce per i grossi produttori le spese relative a queste operazioni, agevola e semplifica loro la vendita del grano, consegnando definitivamente nelle mani dei kulak e legli usurai il piccolo produttore con la sua vendita patriarcale c primitiva sul mercato direttamente dal carro. In questi ultimi tempi il rapido sviluppo della costruzione dei silos significa, perciò, che, non diversamente da quanto è accaduto quando sono apparsi e si sono sviluppati i « centri di raccolta del latte », il capi- tale ha riportato per il grano una grande vittoria, e che le condi- zioni del piccolo produttore sono peggiorate. LO SVILUPPO DELL AGRICOLTURA MERCANTILE 263 Già dai dati surriportati risulta chiaramente che lo sviluppo del- l'allevamento mercantile crea il mercato interno * in primo luogo per i mezzi di produzione — apparecchi per la lavorazione del latte, edifici, fabbricati per il bestiame, attrezzi agricoli perfezio- nati e passaggio dal tradizionale sistema dei tre campi all’avvicen- damento di più coltivazioni, ecc. — e, in secondo luogo, per la forza-lavoro. L’allevamento organizzato su basi industriali richiede un numero incomparabilmente maggiore di operai rispetto al vec- chio allevamento « per il letame ». La zona della produzione lat- tiero-casearia — governatorati industriali e nord-occidentali — at- tira appunto una massa di operai agricoli. Moltissima è la gente che si reca nei governatorati di Mosca, Pietroburgo, Iaroslavl, Vla- dimir per i lavori agricoli; meno, ma pur sempre in numero consi- derevole, nei governatorati di Novgorod, Nizni Novgorod e in altri non compresi nella fascia delle terre nere. Secondo le ri- sposte dei corrispondenti del Dipartimento deiragricoltura, nel governatorato di Mosca e in altri governatorati nelle aziende dei proprietari privati vengono occupati prevalentemente operai fore- stieri. Questo paradosso — l’afflusso di operai agricoli dai governa- torati agricoli (principalmente dai governatorati centrali delle terre nere e in parte da quelli settentrionali) in quelli industriali, per sostituire nei lavori agricoli gli operai industriali, che se ne vanno in massa, — è un fenomeno altamente caratteristico (cfr. in propo- sito S. A. Korolenko, 1. c.). Esso dimostra, in modo più convin- cente di qualsiasi calcolo e ragionamento, che il tenore di vita e la situazione dei lavoratori nei governatorati centrali delle terre nere, che sono i meno capitalistici, è incomparabilmente inferiore e • Il mercato per l'allevamento mercantile viene creato principalmente dal- rincrcmento della popolazione industriale, di cui parleremo particolareggiatamente più sotto (cap. Vili, § II). Sulla questione del commercio estero ci limiteremo alla seguente osservazione: nei primi tempi dopo la riforma l’esportazione del for- maggio era notevolmente inferiore all’ importazione, mentre negli anni novanta la prima ha raggiunto quasi il livello della seconda (in quattro anni, 1891-1894, l’importazione c stata di 41,800 pud e l’esportazione di 40.600 pud in media per anno; nel quinquennio 1886-1890 l’esportazione ha persino superato l'importazione). L'esportaziqne del burro di latte di vacca e di pecora ha sempre superato notevol- mente l’importazione; il volume di questa esportazione cresce rapidamente: nel 1886-1870 furono «portati in media 190,000 pud all'anno, mentre nel 1891-1894 se ne sono esportati 370.000 (Le forze produtt Ili, p. 37), 264 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA peggiore che nei governatorati industriali, più capitalistici; che an- che in Russia è divenuto ormai un fatto generale il fenomeno ca- ratteristico di tutti i paesi capitalistici per cui la situazione degli operai industriali è migliore della situazione di quelli agricoli (poi- ché neiragricoltura alla pressione del capitalismo si aggiunge quella delle forme di sfruttamento precapitalistiche). Ecco perchè dal- l’agricoltura si fugge verso l’industria, mentre dai governatorati industriali non solo non c’è deflusso verso l’agricoltura (da questi governatorati, per esempio, non ci sono affatto emigrazioni), ma si nota persino che si guardano dall’alto in basso i « rozzi » operai agricoli, denominati « pastori » (governatorato di Iaroslavl), « co- sacchi » (governatorato di Vladimir), « sterratori » (governatorato di Mosca). È poi importante rilevare che la cura del bestiame richiede un maggior numero di operai d’inverno che non d’estate. Per questo motivo, nonché in seguito allo sviluppo delle produzioni tecniche agricole, nella zona suddetta la domanda di operai non solo si accentua ma si distribuisce anche in modo più uniforme nel corso deiranno e nei diversi anni. Per dare un giudizio su questo fatto interessante il materiale più sicuro è costituito dai dati sul salario, quando vengano considerati per tutta una serie di anni. Citeremo questi dati limitandoci ai gruppi dei governatorati della Grande Russia e della Piccola Russia. Tralasciamo i governatorati occi- dentali in considerazione delle loro particolarità ambientali e della concentrazione artificiale della popolazione ivi esistente (zona ob- bligatoria di residenza per gli ebrei); i governatorati del Baltico, poi, li citiamo soltanto per illustrare i rapporti che si formano quando nell’agricoltura il capitalismo raggiunge il massimo svi- luppo *. * Nel primo gruppo (zona dell’azienda cerealicola capitalistica) sono stati conv presi 8 governatorati: Bessarabia, Khcrson, Tauride, Iekaterinoslav, Don, Samara, Saratov e Orenburg. Nel secondo gruppo (zona del minimo sviluppo del capitalismo), 12 governatorati: Kazan, Simbirsk, Penza, Tambov, Riazan, Tuia, Oriol, Kursk, Voroniez, Kharkov, Poltava e Cernigov, Nel terzo gruppo (zona della produzione lattiero-casearia capitalistica e del capitalismo industriale), io governatorati: Mosca, Tver, Kaluga, Vladimir, Iaroslavl, Kostromà, Nizni Novgorod, Pietroburgo, Nov- LO sviluppo dell’agricoltura mercantile 265 Medie per 10 anni Medie per A anni (1883-1891) j Salario del giornaliero per il raccolto (in copechi) Salario del giornaliero (in copechi) Gruppi di governatorati Salario dell’operaio (in rubli) 0 2 % 5 t 3 ■ a !x 0 c in me- g BJ media mass. £ è Q per la icmtna dia per il rac* colto £ 5 I. Regioni periferiche me- ridionali e orientali . . 78 50 64 % 64 181 117 B 97 52 II. Governatorati centrali delle terre nere .... 54 38 71% 47 76 29 35 58 23 III. Governatorati non com- presi nella fascia delle terre nere 70 48 66% 54 68 14 49 60 11 Governatorati del Bollico 82 53 65 % 61 70 9 60 « 7 Esaminiamo questa tabella, nella quale i dati delle tre colonne principali sono in corsivo. La prima colonna indica il rapporto esistente fra il salario estivo e quello annuo. Quanto più basso è questo rapporto, quanto più il salario estivo si avvicina al salario semestrale, tanto più la domanda di operai nel corso dell’anno è uniforme c minore è la disoccupazione invernale. Sotto questo rapporto i meno favoriti sono i governatorati centrali delle terre nere, zona ove dominano le otrabotkj c lo sviluppo del capita- lismo è debole *. Nei governatorati industriali e nella zona della produzione lattiero-casearia la domanda di lavoro è superiore e la disoccupazione invernale più debole. Per i singoli anni qui la paga c più stabile, come si vede dalla seconda colonna, che indica gorod e Pskov. Le cifre che determinano ' l’entità del salario sono le medie dei dati per governatorato. La fonte è la pubblicazione del Dipartimento dell ’ a- gricoltura: // lavoro salariato libero ecc. * Ad analoga conclusione giunge il signor Rudnev : « Nelle località in cui il lavoro del lavoratore annuale viene valutato ad un livello relativamente alto il salario del lavoratore estivo si avvicina maggiormente alla metà del salario annuo. Viceversa, dunque, nei governatorati occidentali e in quasi tutti i governatorati centrali delle terre nere, densamente popolati, il lavoro dell'operaio nella stagione estiva viene valutato ad un livello molto basso » (1, c . , p 455). IX - 574 266 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA la differenza fra la paga minima e quella massima durante il raccolto. Infine, ugualmente minima è la differenza fra la paga per la semina e la paga per il raccolto nella fascia delle terre non nere, cioè la domanda di mano d opera è distribuita in modo più uniforme fra la primavera e l’estate. Sotto ogni rapporto i gover- natorati del Baltico si trovano a un livello ancora più elevato ri- spetto a quelli non compresi nelle terre nere, mentre i gover- natorati della steppa, che impiegano operai forestieri e hanno le maggiori fluttuazioni nei raccolti unitari, si distinguono anche per la minore stabilità dei salari. I dati sul salario attestano dun- que che nella zona descritta il capitalismo agricolo non solo crea la domanda di lavoro salariato, ma distribuisce anche questa domanda in modo più uniforme nel corso deH’anno. Infine è necessario rilevare un altro aspetto ancora della di- pendenza, nella zona descritta, del piccolo dal grande agricoltore. Si tratta della rimonta degli armenti dei grandi proprietari fon- diari, attraverso l’acquisto di bestiame dai contadini. I grandi pro- prietari trovano più vantaggioso comprare il bestiame dai conta- dini, che per bisogno lo vendono « in perdita », piuttosto che allevarlo essi stessi, così come nella cosiddetta industria artigiana i nostri s\upstciì{i preferiscono spesso comperare dagli artigiani il prodotto finito a un prezzo rovinosamente basso piuttosto che produrlo nei loro propri laboratori. Questo fatto, che at- testa lo stato di avvilimento estremo in cui viene a trovarsi il piccolo produttore, nonché il fatto che questo, nella società odierna, può reggersi solo mediante un’illimitata contrazione dei bisogni, è stato trasformato dal signor V. V. in un argomento a favore della piccola produzione « popolare »L. «Noi siamo in diritto di trarre la conclusione che i nostri grandi agricoltori... non mostrano un grado sufficiente d’indipendenza... Il contadino invece... rivela una maggiore attitudine a migliorare realmente l’azienda » ( Tendenze progressive, p. 77). Questa insufficiente indipendenza si manife- sta nel fatto che « i nostri agricoltori produttori di latte... com- prano quelle [le vacche] dei contadini ad un prezzo che rara- mente raggiunge la metà deH’ammontarc delle spese per il loro allevamento, e che di solito non supera un terzo e spesso nemmeno un quarto di queste spese » (ivi, p. 71). Il capitale commerciale LO SVILUPPO dell’agricoltura mercantile 267 degli agricoltori allevatori ha completamente subordinato a sè i piccoli contadini, li ha trasformati in propri bovari, che gli alle- vano il bestiame per due soldi, ha trasformato le loro mogli in mungitrici al proprio servizio*. Se ne dovrebbe concludere, par- rebbe, che non ha senso frenare la trasformazione del capitale commerciale in industriale, non ha senso appoggiare la piccola produzione, che conduce all’abbassamento del tenore di vita del produttore al di sotto di quello del salariato. Ma il signor V. V. ragiona diversamente. Egli ammira lo « zelo » ( 1 . c., p. 73) del contadino nella cura del bestiame, ammira la « bontà dei risultati delPallevamento » della contadina, « che passa tutta la vita con la sua vacca e le sue pecore» (p. 80). Ma pensa che felicità! «Tutta la vita con la sua vacca » (il cui latte va al separatore perfezio- nato); e, come compenso per questa vita, il pagamento di « un quarto dell’ammontare » delle spese necessarie per governare que- sta vacca! Come si può, effettivamente, non essere per « la piccola produzione popolare »? • Ecco due giudizi sul tenore di vita e sulle condizioni del contadino russo in generale. Nelle sue Piccolezze della vita M. I. Saltykov scrive, a proposito del «contadino intraprendente»: ... «Questo contadino ha bisogno di tutto; ma so- prattutto gli occorre... la capacità di estenuarsi, di non lesinare il proprio lavoro... Il contadino intraprendente vi muore semplicemente » (sul lavoro). « E la moglie e i figli adulti, tutti soffrono peggio che in una galera ». Nel suo articolo Lizar {Severny Kurier , 1899, n. 1) V. Vere saie v parla del contadino Lizar, del governatorato di Pskov, che sostiene la necessità di adope- rare delle gocce ecc. per « limitare gli uomini ». « In seguito — osserva l’autore — ho sentito ripetutamente dire da molti medici degli zemstvo e particolarmente dalle levatrici che essi hanno abbastanza spesso a che fare con simili richieste da parte di uomini e donne di campagna ». « La vita, che procede in una determinata direzione, ha provato tutte le strade c alla fine si è trovata rinchiusa in un vicolo cicco. Non c’è via d’uscita da questo vicolo cicco. Ed ecco che si fa strada di per sè e matura sempre più una nuova soluzione del problema ». La situazione del contadino nella società capitalistica non ha effettivamente via d’uscita e conduce « di per sè », nella Russia dell 'obsteina come nella Francia parcellaria, non a un'innaturale... « soluzione del problema », ma ad un mezzo innaturale di dilazionare Ir rovina della piccola azienda {Nota alla II edizione). 268 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA V Continuazione. La disgregazione della popolazione contadina nella zona della produzione lattiero-casearia Nei giudizi riportati nella letteratura relativamente all’in- fluenza della produzione lattiero-casearia sulla situazione dei contadini c’imbattiamo in continue contraddizioni: da una parte si indica il progresso dell’azienda, l’aumento dei redditi, l’eleva- mento del livello tecnico dell’agricoltura, l’introduzione di attrezzi migliori; dall’altra il peggioramento dell’alimentazione, il sorgere di nuovi tipi di semiservitù e la rovina dei contadini. Dopo quanto si è esposto nel secondo capitolo queste contraddizioni non ci de- vono stupire: sappiamo che i giudizi opposti si riferiscono a gruppi opposti di contadini. Per esprimere un giudizio più preciso su questo argomento consideriamo i dati sulla ripartizione dei fuochi contadini secondo il numero delle vacche per fuoco *. Gruppi di fuochi 10 distretti dei governatorati di Pietroburgo, Mosca.Tvere Sniolensk 6 distretti del govemaLorato di Pietroburgo numero dei fuochi 1 numero delle vacche % VBC* che per fuoco numero dei fuochi % numero delle vacche % vacche per fuoco •enza vacche 20,5 B B 15.196 21.2 nn B B con 1 vacca . . 91.737 31,7 91.737 19,8 1 17.579 24,6 17.579 13,5 1,0 j » 2 vacche . 81.937 26,4 163.874 35,3 B 20.050 28,0 40.100 31,0 » 3 e più . . 56.069 19,4 208.735 44,9 3,7 18.676 26,2 71.474 55,5 3.8 In compitato 289.079 100 464.346 100 1,6 71.501 100 129.153 100 1,8 • Dati della statistica degli zemstvo tratti dal Compendio del signor Blago- vesteenski. Circa 14.000 fuochi di questi 18 distretti non sono ripartiti secondo il numero delle vacche: in complesso i fuochi non sono 289.079, ma 303.262. Il signor Blagovestcenski riporta gli stessi dati ànche per 2 distretti di governatorati delle terre nere, ma evidentemente questi distretti non sono tipici. Per 11 distretti lo sviluppo dell'agricoltura mercantile 269 Risulta così che la ripartizione delle vacche fra i contadini della fascia delle terre non nere è molto simile a quella del be- stiame da lavoro fra i contadini dei governatorati delle terre nere (cfr. secondo capitolo). Risulta inoltre che nella zona desc itta la concentrazione del bestiame da latte è più forte di quella del bestiame da lavoro. Questo indica chiaramente che la disgrega- zione della popolazione contadina è appunto in stretta connes- sione con la forma di agricoltura mercantile del luogo. Questa stessa connessione è indicata, evidentemente, anche dai dati se- guenti (purtroppo non abbastanza completi). Se si considerano i dati complessivi della statistica degli zemstvo (quali ci sono riferiti dal signor Blagovestcenski; essi concernono 122 distretti di 21 go- vernatorati), otteniamo una media di 1,2 vacche per fuoco. Nella fascia delle terre non nere, dunque, i contadini sono evi- dentemente più ricchi di vacche che in quella delle terre nere, mentre i contadini del governatorato di Pietroburgo lo sono an- cora di più di quelli della fascia delle terre non nere in gene- rale. La percentuale dei fuochi senza bestiame in 123 distretti di 22 governatorati, d'altronde, ascende al 13 %, nei 18 distretti da noi considerati al 17 % e in 6 distretti del governatorato di Pie- troburgo al 18,8 %. La disgregazione della popolazione conta- dina (sotto l'aspetto considerato) è, dunque, più che altrove accen- tuata nel governatorato di Pietroburgo, seguito immediatamente dalla fascia delle terre non nere in generale. Ciò attesta che è pre- cisamente lagricoltura mercantile il fattore principale della disgre- gazione della popolazione contadina. Dai dati citati si vede che circa la metà dei fuochi contadini (fuochi senza vacche e con una sola vacca) possono partecipare solo negativamente ai benefici della produzione lattiero-casearia. 11 con- dcl governatorato dì Tver ( Raccolta di dati statistici, XIII, p. 2) la percentuale dei fuochi senza vacche fra quelli dotati di terra dei nadiel non è elevata (9,8), ma nelle mani del 21,9 % dei fuochi, ossia del totale dei fuochi con 3 e più vacche, è accentrato il 48,4 °/ 0 del numero complessivo delle vacche. I fuochi senza cavalli sono il 12,2 %; i fuochi con 3 e più cavalli sono soltanto il 5,1 % e possiedono solo il 13,9 % del numero complessivo dei cavalli. Noteremo a questo proposito che una minore concentrazione dei cavalli (rispetto alla concentrazione delle vacche) si osserva anche negli altri governatorati non compresi nella zona delle terre nere. 2 7 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA tadino che possiede una sola vacca venderà il latte soltanto per bisogno e peggiorando ralimentazione dei propri figli. Un quinto circa dei fuochi (fuochi con 3 c più vacche), viceversa, concentra verosimilmente oltre la metà di tutta la produzione lattiero-casea- ria, giacché in questi fuochi la qualità del bestiame e la redditività delFazienda devono essere superiori a quelle dell’azienda del con- tadino « medio » *. Un’interessante illustrazione di questa conclu- sione ci è fornita dai dati relativi ad una località ad alto sviluppo della produzione lattiero-casearia e del capitalismo in generale. Ci riferiamo al distretto di Pietroburgo **. La produzione lattiero- casearia si è sviluppata con particolare ampiezza nella zona di vil- leggiatura del distretto, abitata prevalentemente da russi; qui hanno il massimo sviluppo la coltivazione delle erbe foraggiere (23,5 % dell’arativo dei nadiel contro il 13,7 °/ Q per tutto il distretto), i seminativi ad avena (52,3 % dell’arativo) e a patate (10,1 °/ 0 ). L’agricoltura è direttamente influenzata dal mercato di Pietro- burgo, cui occorrono avena, patate, fieno, latte, forza-lavoro equina ( 1 . c., p. 168). L’(( industria lattiero-casearia » tiene occupato il 46,3 % delle famiglie della popolazione registrata. Viene venduto il latte del 91 % di tutte le vacche. Le entrate di questa attività ascendono a 713.470 rubli (203 rubli per famiglia, 77 rubli per vacca). Quanto più una località è vicina a Pietroburgo, tanto mi- gliori sono la qualità del bestiame e le cure che gli vengono pre- state. La vendita del latte viene effettuata in due modi: 1) agli s\up striai sul posto e 2) alle « latterie » ecc. di Pietroburgo. • È necessario tener presenti questi dati sui gruppi opposti dì contadini quando s’incontrano, per esempio, asserzioni gratuite come questa: « Il reddito dell'allevamento del bestiame da latte, reddito che va da 20 a 200 rubli annui per casa, non solo costituisce, nell'immenso territorio dei governatorati del Nord, la leva più importante che spinge ad aumentare c a migliorare d'allevamento, ma ha anche dato incremento alle colture e persino ha fatto diminuire il numero di coloro che vanno in cerca di occupazioni ausiliarìe, perchè danno alla popolazione nuove possibilità di lavorare a casa, sia per curare il bestiame che per mettere a col- tura terre sinora trascurate» {Le forze produttive , 18). In generale l’esodo non diminuisce, ma aumenta. In varie località, poi, la diminuzione può dipendere o dall’aumento della percentuale dei contadini agiati o dallo sviluppo del « lavoro a casa », cioè del lavoro salariato per gli imprenditori agricoli del luogo. •• Materiali per la statistica dell’economia nazionale nel governatorato di Pie- troburgo, fase. V, parte II, Pietroburgo, 1887. lo sviluppo dell'agricoltura mercantile 271 Quest'ultimo tipo di vendita è incomparabilmente più vantaggioso, ma « la maggior parte delle aziende che hanno una o due vacche, e talvolta anche di più, è priva... della possibilità di portare il proprio prodotto direttamente a Pietroburgo » : mancanza di ca- valli, trasporto svantaggioso quando il carico è troppo piccolo, ecc. Fra gli s\upstci\i si annoverano non solo commercianti di me- stiere, ma anche persone che hanno una propria azienda lattiero- casearia. Ecco i dati relativi a due volosti del distretto: Due volo iti del distretto di Pietroburgo Numero delle famiglie Numero delle loro vacche Vacche Pf r . famiglia « Guada- gno » rii queste famiglie (in rubli) Guadagno per famiglia per varca Famìglie che vendono il latte agli akupaiciki 441 1.129 2.5 14.684 33,7 13,2 Famiglie che vendono il latte « Pietroburgo ToiaU 119 649 5,4 29.187 245.2 44,9 560 1.778 3,2 44.071 78,8 24,7 Di qui ci si può fare un’idea di come siano ripartiti i benefici della produzione lattiero-casearia tra tutti i contadini della fascia delle terre non nere, dove, come abbiamo visto, la concen- trazione del bestiame da latte è ancora maggiore che tra queste 560 famiglie. Rimane da aggiungere che il 23,1 % delle famiglie contadine del distretto di Pietroburgo ricorre all’assunzione di ope- rai (fra i quali anche qui, come dovunque nell’agricoltura, pre- dominano i giornalieri). « Considerando che assumono operai agri- coli quasi esclusivamente le famiglie che hanno un’azienda agri- cola completa » (e nel distretto queste famiglie costituiscono solo il 40,4 % del numero complessivo), « si deve concludere che più della metà di queste aziende non può far a meno di lavoro sala- riato » (p. 158). Così da un capo all’altro della Russia, nelle località più dispa- rate, nel governatorato di Pietroburgo e in un qualunque gover- natorato della Tauride, i rapporti economico-sociali aH’interno del- 2 7 2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 1\< ob steina » sono assolutamente identici. I «contadini aratori)) (espressione del signor N.-on), sia qui che là, esprimono dal pro- prio seno una minoranza di imprenditori rurali e una massa di proletari rurali. La particolarità dell’agricoltura consiste nel fatto che il capitalismo subordina a sè in una zona una parte e nell’altra un’altra parte dell’agricoltura, e perciò nei più diversi sistemi agro- nomici e nei più diversi modi di vita si manifestano rapporti economici omogenei. Dopo aver stabilito il fatto che anche nella zona descritta la popolazione contadina si scinde in classi opposte, ci possiamo ormai orientare agevolmente tra i giudizi contraddittori che abitual- mente vengono espressi sull’importanza della produzione lattiero- casearia. È del tutto naturale che i contadini agiati ricevano un impulso a sviluppare e migliorare le colture, e che il risultato di ciò sia la diffusione delle colture foraggiere, che divengono parte integrante dell allevamento mercantile. Nel governatorato di Tver, per esempio, si costata lo sviluppo delle colture foraggiere e nel distretto di Kascin, che è il più progredito, già un sesto delle fami- glie semina il trifoglio ( Raccolta , XIII, 2, p. 171). È interessante notare, poi, che nelle terre acquistate la coltura delle erbe occupa una parte delParativo maggiore che nella terra del nadiel: la bor- ghesia contadina preferisce naturalmente la proprietà privata della terra al possesso fondato su W'obstcina*. Anche nella Rassegna del governatorato di laroslavl (fase. II, 1896) troviamo una massa di indicazioni sull’espansione delle colture foraggiere, e ancora una volta principalmente nelle terre acquistate e prese in affìtto **. Nella stessa pubblicazione troviamo indicazioni sulla diffusione degli attrezzi perfezionati: aratri di ferro, trebbiatrici, rulli, ecc. Si • Un miglioramento sostanziale neiralimentazione del bestiame bovino si nota solo là dove si è sviluppata la produzione del latte per la vendita (pp. 219-224). *• Pp* 39* 65, 136, 150, 154, 167, 170, 177 e altre. Il nostro sistema tributario, che è ancora quello anteriore alla ritorma, intralcia anche qui il progresso del- l’agricoltura. « Le colture foraggiere — scrive un corrispondente — , grazie alla '"notevole densità dei poderi, sono state introdotte dappertutto nella volost; il trifo- glio, tuttavia, viene venduto per pagare gli arretrati » (p. 91). In questo gover- natorato i tributi sono talvolta così elevati che l’agricoltore che cede la terra in affitto deve pagare di propria tasca una certa somma al nuovo possessore del suo nudici. lo sviluppo dell’agricoltura mercantile 273 sviluppa fortemente la produzione del burro e del formaggio, ecc. Nel governatorato di Novgorod ancora allmizio degli anni ot- tanta era stato osservato, accanto al generale peggioramento e alla diminuzione deirallevamento contadino, un suo miglioramento in alcune singole località, nelle quali la vendita del latte è vantag- giosa o già da tempo è stata organizzata l’industria dellallatta- mento artificiale dei vitelli (Byckov, Un esperimento di indagine per fuoco sulla situazione economica e sull azienda dei contadini in tre volosti del distretto di Novgorod , Novgorod, 1882). L’alle- vamento artificiale dei vitelli, che è anch’esso un tipo di alleva- mento mercantile, costituisce in generale un’industria abbastanza diffusa nei governatorati di Novgorod, di Tver, e in generale nelle località non lontane dalle capitali (cfr. Il lavoro salariato libero ecc., ediz. del Dipartimento dell’agricoltura). «Quest’industria — dice il signor Byckov — costituisce di per sè un reddito per i conta- dini, già abbastanza ricchi anche senza di ciò, che dispongono di un numero considerevole di vacche, giacché con una sola vacca, e talvolta anche con due vacche con poco latte, l’allevamento arti- ficiale dei vitelli è inconcepibile » (1. c., p. 101)*. Ma il tratto caratteristico più significativo dei progressi econo- mici della borghesia contadina nella zona descritta è l’assunzione di operai da parte dei contadini. I proprietari terrieri locali sen- tono che sorgono dei concorrenti, e nelle loro comunicazioni al Dipartimento dell’agricoltura talvolta spiegano persino la carenza di operai con il fatto che questi vengono sottratti loro dai contadini agiati (Il lavoro salariato libero , p. 490). L’assunzione di operai da parte dei contadini si osserva nei governatorati di Iaroslavl, Vla- dimir, Pietroburgo, Novgorod ( 1 . c., passim). Osservazioni analoghe si trovano disseminate in gran numero anche nella Rassegna del governatorato di Iaroslavl. • Noteremo in proposito che l’eterogeneità delle « industrie » dei contadini del luogo ha indotto il signor Byckov a distinguere due tipi di industriali, in base all’ammontare del guadagno. £ risultato che 3251 persone (il 27,4 % della popo- lazione) ricevono meno di 100 rubli, che il loro guadagno = 102.000 rubli, ossia 31 rubli a testa. 454 persone (3,8 % della popolazione) ricevono oltre 100 rubli: loro guadagno = 107.000 rubli, ossia 236 rubli a testa. Nel primo gruppo sono stati classificati prevalentemente gli operai salariati di ogni tipo, nel secondo i commercianti, i falciatori, i taglialegna, ecc. 274 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Tutti questi progressi della minoranza agiata pesano però gra- vemente sulla massa dei contadini poveri. Ecco, per esempio, la volost di Koprino — distretto di Rybinsk, governatorato di laro- slavi — , dove si osserva la diffusione dei caseifici per iniziativa di « V. I. Blandov, noto fondatore di caseifici-arre/ » *. « 1 conta- dini più poveri, quelli con una vacca a testa, portando... il latte [al caseificio], lo fanno, naturalmente, a danno della loro alimen- tazione»; mentre invece i contadini agiati migliorano il loro bestiame (pp. 32-33). Fra le forme di lavoro salariato si osserva Pafflusso di mano d’opera nei caseifici; fra i giovani contadini si forma un contingente di operai caseari specializzati. Nel distretto di Poscekhonie « il numero... dei caseifici e burrifici aumenta sem- pre più ogni anno che passa », ma « il vantaggio che procurano all’azienda contadina i caseifici e i burrifici riesce a malapena a compensare gli svantaggi che i nostri caseifici e burrifici determi- nano nella vita contadina ». Gli stessi contadini ammettono di essere spesso costretti a soffrire la fame, giacche, quando in una certa località viene aperto un caseificio, i latticini vengono assor- biti da questi caesifici e burrifici, e i contadini si nutrono abitual- mente di latte annacquato. Si sviluppa il pagamento in merci (pp. 43, 54, 59 e altre), per cui si deve deplorare che alla nostra pic- cola produzione « popolare » non venga estesa la legge che vieta il pagamento in merci nelle fabbriche « capitalistiche » **. • I « caseifìci -artel » della volost di Koprino figurano nell ’ Indicatore delle fabbriche e delle officine , e la ditta dei Blandov è la più grande nel settore della produzione casearia: nel 1890 essa possedeva 25 stabilimenti in sei governatorati. ••Ecco un giudizio caratteristico del signor Stary Maslodel: «Chi ha visto c conosce Todierno villaggio e ricorda quello di 40-50 anni fa rimane colpito dalla loro differenza. Nei vecchi villaggi le case di tutti i contadini erano uguali sia per l’aspetto esteriore che per l’arredamento alFinterno; oggi invece accanto alle casupole sorgono palazzine decorate, accanto ai poveri vivono i ricchi, accanto agli umiliati ed offesi coloro che gozzovigliano c fan baldoria. In passato c’im- battevamo spesso in villaggi in cui non c’era nessun contadino senza tetto e senza terra; oggi invece in ogni villaggio ce ne sono almeno cinque se non addirittura dieci. E, diciamolo francamente, la produzione del burro è ampiamente respon- sabile di questa trasformazione del villaggio. In trentanni la produzione del burro ha arricchito molti ed ha permesso loro di abbellire le loro case; numerosi conta- dini che nel periodo di sviluppo della industria casearia fornivano il latte sono divenuti più agiati, si sono provveduti di una maggiore quantità di bestiame, hanno comperato delle terre da soli o addirittura formando delle società; ancora lo sviluppo dell’agricoltura mercantile 275 Così i giudizi delle persone direttamente al corrente della cosa convalidano la nostra conclusione secondo cui la partecipa- zione della maggioranza dei contadini ai progressi dell’agricol- tura locale è puramente negativa. Il progresso dell’agricoltura mer- cantile peggiora la situazione dei gruppi di contadini inferiori e li espelle definitivamente dalle file degli agricoltori. Noteremo che nella letteratura populista era stata indicata questa contraddi- zione fra il progresso della produzione lattiero-casearia c il peg- gioramento dell’alimentazione dei contadini (per la prima volta, mi sembra, da Engelhardt). Ma è appunto da questo esempio che si può vedere il carattere angusto della valutazione populista dei fenomeni che si verificano tra i contadini e nell’agricoltura. Notano la contraddizione sotto una forma, in una località, c non capiscono che essa, manifestandosi dappertutto sotto forme diverse, è propria di tutto il regime economico-sociale. Notano la funzione contrad- dittoria di un’« industria vantaggiosa », c consigliano insistente- mente di « impiantare » fra i contadini ogni sorta di altre « indu- strie locali ». Notano la funzione contraddittoria di un progresso dell’agricoltura, e non capiscono che le macchine, per esempio, hanno anche neiragricoltura assolutamente la stessa funzione eco- nomica che nell’industria. VI Zona della linìcoltura Ci siamo soffermati piuttosto particolareggiatamente sulla de- scrizione delle due prime zone dell’agricoltura capitalistica in con- siderazione della loro vastità e del carattere tipico dei rapporti ivi osservati. Neiresposizione che seguirà ci limiteremo ad indica- zioni più succinte relativamente ad alcune zone più importanti. Il lino è la principale delle cosiddette « piante industriali ». maggiore però è il numero dei contadini che si sono impoveriti; nei villaggi sono apparsi contadini senza terra e mendicanti » (Gizn, 1899, n. 8, citato da) Scverny Krai, 1899, n. 223) (Nota alla lì edizione). 276 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Questo termine indica già di per se che qui abbiamo a che fare precisamente con un'agricoltura mercantile. Nel governatorato « linicolo » di Pskov, per esempio, il lino già da molto tempo rap- presenta per il contadino i « primi soldi », secondo l'espressione lo- cale ( Raccolta statìstica militare , p. 260). La produzione del lino è semplicemente uno dei mezzi per procurarsi denaro. L'epoca po- steriore alla riforma è contrassegnata, in generale, da un’indubbia espansione della linicoltura mercantile. Così, alla fine degli anni sessanta si calcolava che la produzione del lino in Russia ammon- tasse approssimativamente a 12 milioni di pud di fibra (ivi, p. 260); alFinizio degli anni ottanta si faceva ascendere a 20 milioni di pud (Rassegna storico-statistica delVindustria in Russia , voi. I, Pietro- burgo, 1883, p. 74); attualmente nei 50 governatorati della Russia europea si raccolgono oltre 26 milioni di pud di fibra di lino *. Nella zona linicola propriamente detta (19 governatorati della fascia delle terre non nere) la superficie dei seminativi a lino ha subito negli ultimi tempi le seguenti variazioni : 1893 - 756.600 desiatine; 1894 - 816.500 desiatine; 1895 - 901.800 desiatine; 1896 - 952.100 desiatine, e 1897 - 967.500 desiatine. In tutta la Russia europea, poi (50 governatorati), si sono coltivate a lino 1.617.000 desiatine nel 1896 e 1.669.000 desiatine nel 1897 ( Viestni\ Finansov , ivi, e 1898, n. 7) contro 1.399.000 desiatine dell'inizio degli anni novanta (Le forze produttivc y I, p. 36). Del tutto analogamente i giudizi generali sull'argomento contenuti nelle pubblicazioni con- * La media per il 1893-1897 dà 26.291.000 pud, secondo i dati dellTstituto centrale di statistica. Cfr. Viestniì^ Finansov , 1897, n. 9, e 1898, n. 6. In passato i dati statistici sulla produzione del lino si distinguevano per la loro grande ine- sattezza, per cui abbiamo preferito considerare le cifre approssimative basate sulle fonti più diverse messe a confronto dagli specialisti. Nei singoli anni il volume della produzione del lino oscilla fortemente. Ragion per cui, per esempio, il signor N.-on, il quale, in base ai dati di circa rei anni, si è lasciato andare alle più ardite conclusioni circa la « diminuzione » della produzione del lino e la « ridu- zione dei seminativi a lino >» ( Profilo , p. 236 e sgg.), ha appunto commesso gli errori più strani (cfr. ranalisi che ne fa Struve nelle Osservazioni critiche , p. 233 e sgg.). Aggiungiamo a quanto è detto nel testo che, in base ai dati riportati dal signor N.-on, negli anni ottanta rcstensione massima dei seminativi a lino è stata di 1.372.C00 desiatine e il raccolto massimo della fibra di 19.245.000 pud, mentre nel 1896-1897 i seminativi hanno raggiunto 1.617.000-1.669.000 desiatine c il raccolto della fibra 31.713.000-30. 139.000 pud. lo sviluppo dell’agricoltura mercantile 2 77 fermano lo sviluppo della linicoltura mercantile. Per i primi due decenni dopo la riforma, per esempio, la Rassegna storico- statistica costata che « la superficie coltivata a lino a scopo indu- striale è stata aumentata in alcuni governatorati » (1. c., p. 71), cosa su cui ha particolarmente influito l’estendersi della rete ferroviaria. A proposito del distretto di Iuriev-Polski, governatorato di Vladi- mir, il signor V. Prugavin scriveva, all’inizio degli anni ottanta: « I seminativi a lino... hanno raggiunto qui un’estensione straor- dinariamente ampia negli ultimi 10-15 anni». «Alcuni agricoltori con famiglie numerose vendono lino per un ammontare di 300-500 e più rubli all’anno. .. Li comperano » (i semi di lino) « nella città di Rostov... I contadini di qui selezionano le sementi con un’atten- zione straordinaria » {La comunità di villaggio , le industrie arti- giane e V economia agricola nel distretto di Iuriev-Polski, governa- torato di Vladimir , Mosca, 1884, pp. 86-89). Nella raccolta stati- stica degli zemstvo per il governatorato di Tver (voi, XIII, fase. II) si rileva che « i più importanti cereali delle colture primaverili, l’orzo e l’avena, cedono il posto alle patate e al lino » (p. 1 51) ; in alcuni distretti il lino occupa da un terzo a tre quarti dei campi primaverili: per esempio nei distretti di Zubtsov, Kascin ed altri, « dove la linicultura ha acquistato il netto carattere speculativo di un’industria » (p. 145), sviluppandosi con particolare intensità sulle terre vergini e sui maggesi presi in affitto. Inoltre si osserva che in alcuni governatorati nei quali ci sono ancora terre libere (terre vergini, terre incolte, appezzamenti che possono essere disboscati), la linicoltura si espande in maniera particolare, mentre in alcuni governatorati da molto tempo linicoli « la coltivazione del lino o non subisce variazioni o cede persino il passo a colture introdotte di recente, per esempio alle radici commestibili, agli ortaggi, ecc, » {Viestni^ Finansov y 1898, n. 6, p. 376, e 1897, n. 29), ossia cede il passo ad altre forme di agricoltura mercantile. Quanto all’esportazione del lino, nei primi due decenni dopo la riforma è aumentata con notevole rapidità : da una media di 4,6 milioni di pud per il 1857-1861 a 8,5 milioni nel 1867-1871 e a 12,4 milioni nel 1877-1881; in seguito però l’esportazione sembra arrestarsi al precedente livello, aggirandosi per il 1894-1897 su una 278 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA media di 13,3 milioni di pud *. Lo sviluppo della linicoltura mer- cantile ha condotto, naturalmente, allo scambio non solo fra agri- coltura e industria (vendita di lino e acquisto di manufatti), ma anche allo scambio fra le varie forme di agricoltura mercantile (ven- dita di lino e acquisto di grano). Ecco i dati su questo interessante fenomeno, che mostra all’evidenza come il mercato interno per il capitalismo venga creato non solo dal fatto che la popolazione dalFagricoltura passa all’industria, ma anche dalla specializzazione dell ‘agricoltura mercantile : Movimento delle merci per ferrovia da e per il governatorato (« linicolo ») di Pskpv {medie, in migliaia di pud) Perìodi Lino e «portato Grano e farina importati 1860*1061 255,9 43,4 1863-1864 551,1 464,7 1865-1866 793,0 842,6 1867-1868 10S3,2 1157.9 1869-1870 1406,9 1809,3 Come si ripercuote questo sviluppo della linicoltura mercantile sui contadini, che, come è noto, sono i principali produttori di lino? ***. « Quando si percorre il governatorato di Pskov e si os- serva la sua vita economica non si può non rilevare che, accanto ad alcuni rari agglomerati — villaggi e borgate — grandi e ricchi, si trovano agglomerati estremamente poveri; questi estremi costituì - • Dati sull' esportazione del lino, del capecchio e del cascame di lino. Cfr. Rassegna storico- statistica, P. Struve, Osservazioni critiche , e Vicstni\ Finansov, 1897, n. 26, e 1898, n. 36. Cfr. N. Strokin, La linicoltura nel governatorato di Ps\ov, Pietroburgo, 1882. L'autore ha preso questi dati dai Lavori della Commissione tributaria. Delle 1.399.000 desiatine di superfìcie coltivata 745.400 sono comprese nella fascia delle terre non nere, dove solo il 13 % appartiene a proprietari. Nella fascia delle terre nere, di 609.600 desiatine di seminativo il 44,4 % appartiene a prò prietari {Le forze produttive, I, p. 36). LO SVILUPPO DELL AGRICOLTURA MERCANTILE 2 79 scono il tratto caratteristico della vita economica della zona lini - cola ». « La linicoltura assume un carattere di speculazione » e « la maggior parte » del reddito del lino « rimane agli s\upstci\i e a coloro che danno la terra in affitto perchè venga coltivata a lino » (Strokin, pp. 22-23). I canoni d’affitto rovinosi rappresentano una vera « rendita in denaro » (cfr. sopra), e la massa dei conta- dini si trova a « dipendere totalmente e senza speranza » (Strokin, ivi) dagli s\upstciki. Il dominio del capitale mercantile si è instau- rato in questa zona da molto tempo* e ciò che distingue l’epoca posteriore alla riforma è che questo capitale si è enormemente con- centrato, il monopolio dei precedenti piccoli s\upstci\i è stato scalzato e si sono formati degli « uffici del lino » che hanno ac- centrato nelle loro mani tutto il commercio linicolo. Il significato della linicoltura — dice il signor Strokin a proposito del governa- torato di Pskov — « si esprime... nella concentrazione dei capitali in poche mani » (p. 31). Il capitale, trasformando la linicoltura in un giuoco d’azzardo, ha rovinato le masse dei piccoli agricoltori, che hanno peggiorato la qualità del lino, hanno esaurito la terra, si sono ridotti a vendere i loro nadiel e alla fin fine sono andati ad accrescere il numero degli operai « fuori sede ». Una minoranza insignificante di contadini agiati e di commercianti ha avuto invece la possibilità — e la concorrenza l’ha posta nella necessità — di introdurre perfezionamenti tecnici. Hanno incominciato a diffon- dersi le gramole da lino Couté> sia a mano (costano 25 rubli) come anche a cavalli (tre volte più care). Nel 1869 si contavano nel governatorato di Pskov solo 557 di queste macchine, ma nel 1881 il loro numero era salito a 5710 (4521 a mano e 1189 a cavalli)**. « Attualmente — leggiamo nella Rassegna storico-statistica — ogni famiglia contadina diligente che si dedica alla linicoltura possiede una Couté a mano, macchina che è stata persino chiamata “ gra- mola di Pskov ° » ( 1 . c., pp. 82-83). Nel secondo capitolo abbiamo • Gii la Raccolta statistica militare aveva osservato che « il lino seminato dai contadini in realti è molto spesso proprieti dei bulyni » (denominazione locale dei piccoli s{upstd{i) t « mentre sul proprio campo il contadino è soltanto un lavo- ratore » (595). Cfr. Rassegna storico-statistica t p. 88. *• Strokin, p. 12. 28 o LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA già visto qual è il rapporto tra questa minoranza di agricol- tori « diligenti », che si procurano le macchine, e i restanti con- tadini. Al posto delle primitive raganelle, che pulivano il seme estremamente male, lo zemstvo di Pskov ha incominciato a intro- durre cernitori ( trieurs ), e « i contadini industriali più agiati » tro- vano più vantaggioso comperare essi stessi queste macchine e affittarle ai linicultori (Viestni{ Finansov , 1897, n. 29, p. 85). I maggiori sfyipstcikj del lino introducono essiccatori e presse, assu- mono operai per selezionare e gramolare il lino (cfr. Tesempio citato dal signor V. Prugavin, 1 . c., p. 115). È infine necessario aggiungere che la lavorazione della fibra di lino richiede una mano doperà particolarmente numerosa: si calcola che la coltivazione di una desiatina di lino richieda 26 giornate di lavoro agricolo vero e proprio e 77 giornate per ricavare la fibra dallo stelo ( Rassegna storico-statistica , p. 72). Perciò lo sviluppo della linicoltura porta, da una parte, ad una maggiore occupazione deiragricoltore nel periodo invernale e dairaltra al sorgere di una domanda di lavoro salariato da parte dei grandi proprietari e dei contadini agiati che coltivano il lino (cfr. in proposito lesempio citato nel terzo capi- tolo, § VI). Anche nella zona della linicoltura, dunque, lo sviluppo del- l’agricoltura mercantile porta al dominio del capitale e alla disgre- gazione della popolazione contadina. Un fortissimo intralcio a que- st’ultimo processo è rappresentato indubbiamente dai canoni d’af- fitto per la terra *, rovinosamente alti, dalla pressione del capitale mercantile, dal fatto che i contadini sono incatenati al loro nadiel e dalle alte quote del riscatto del nadiel. Perciò, quanto più si svilupperanno gli acquisti di terra da parte dei contadini ** • Attualmente i canoni d’affitto per la terra coltivata a lino diminuiscono, dato che diminuiscono i prezzi del lino, ma la superficie dei seminativi a lino, per esempio nella zona linicola di Pskov, nel 1896 non è diminuita (ViestniJ( Finansov , 1897, n. 29). ** Il governatorato di Pskov è uno dei primi in Russia per lo sviluppo che vi ha preso l’acquisto di terra da parte dei contadini. Secondo i dati del Compendio di materiali statistici relativi alla situazione economica della popolazione rurale (edi- zione della cancelleria del Comitato dei ministri), qui le terre contadine acquistate costituiscono il 23 °/ c della terra dei nadiel vicina all’abitato; questo è il massimo per tutti i 50 governatorati. Al i° gennaio 1892 si hanno 0,7 desiatine di terra LO sviluppo dell'agricoltura mercantile 281 c lesodo in cerca di industrie fuori sede* la diffusione degli at- trezzi e dei metodi di coltivazione perfezionati, tanto più rapida- mente il capitale commerciale verrà soppiantato dal capitale indu- striale, tanto più rapido sarà il costituirsi di una borghesia rurale d’origine contadina e la sostituzione del sistema capitali- stico al sistema delle otrabotki nell’azienda del grande proprietario fondiario. VII Lavorazione tecnica dei prodotti agricoli Abbiamo già avuto occasione di osservare più sopra (cap. I, § I) che coloro che hanno scritto di agricoltura classificano, dividendo i sistemi di coltura in base al principale prodotto destinato al mercato, in un tipo particolare il sistema aziendale industriale o tecnico. In sostanza, questo sistema consiste nel fatto che il pro- dotto agricolo, prima di essere avviato al consumo (individuale o produttivo), viene sottoposto a una lavorazione tecnica. Gli stabi- limenti che effettuano questa lavorazione o fanno parte delle stesse aziende in cui si raccoglie il prodotto grezzo, o appartengono ad industriali di tipo particolare che acquistano il prodotto dagli agricoltori. Sotto il rapporto economico la differenza fra questi due tipi non è sostanziale. La diffusione delle produzioni tecniche agricole ha un’importanza molto grande per la questione dello sviluppo del capitalismo. In primo luogo, essa rappresenta una delle forme di sviluppo dell’agricoltura mercantile, e per di più una forma che mostra con particolare risalto precisamente la tra- sformazione dell’agricoltura in uno dei rami d’industria della società capitalistica. In secondo luogo, lo sviluppo della lavorazione acquistata per ogni abitante maschio della popolazione contadina presente sul luogo; sotto questo rapporto solo i governatorati di Novgorod e della Tauride superano quello di Pskov. * Il numero degli uomini che si recano fuori sede nel governatorato di Pskov è aumentato, secondo i dati della statistica, quasi di quattro volte dal 1865-1875 al 1896 (Le industrie della popolazione contadina del governatorato di PsJ(ov t Pskov, 1898, p. 3). 19 - 574 282 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA tecnica dei prodotti agricoli è di solito inscindibilmente legata al progresso tecnico dell’agricoltura: da una parte, la produzione della materia prima che dovrà essere lavorata spesso richiede di per sè un miglioramento deiragrìcoltura (la semina di radici com- mestibili, per esempio); dall’altra, i sottoprodotti della lavorazione sono spesso utilizzati per l’agricoltura, elevandone la produttività, ristabilendo, sia pure solo parzialmente, queirequilibrio, quell’in- terdipendenza fra agricoltura e industria la cui alterazione costi- tuisce una delle contraddizioni più profonde del capitalismo. Dobbiamo quindi descrivere lo sviluppo delle produzioni agri- cole tecniche nella Russia posteriore alla riforma. /. Distillazione dell acquavite Consideriamo qui la distillazione dell’acquavite solo per quanto riguarda l’agricoltura. Non abbiamo perciò bisogno di descrivere come la concentrazione della distillazione dell’acquavite in grandi stabilimenti (in parte come conseguenza delle esigenze del sistema deirimposta di fabbricazione) abbia proceduto rapidamente, come abbia progredito rapidamente la tecnica di fabbrica, rendendo meno costosa la produzione, come l’aumento deirimposta di fab- bricazione sia stato superiore a questa diminuzione e col suo am- montare esorbitante abbia frenato lo sviluppo del consumo e della produzione. Riportiamo i dati sulla distillazione « agricola » dell’acquavite in tutto l’Impero Russo * : Distillerie nel 1896/9? Numero delle distillerie Acquavite distillata (in migliaia di vedri) agricole ........ 1.474 1 13.521 1 j 1.878 24.331 miste 404 \ 10.810 1 indù striali 159 5.4S7 In complesso . . . 2.037 29.788 • La legge del 4 giugno 1890 ha stabilito le seguenti norme per la distilla- zione agricola del P acquavi tc : i) epoca della distillazione, c precisamente dal LO sviluppo dell’agricoltura mercantile 283 Così, più dei nove decimi del numero complessivo delle distil- lerie (che forniscono più dei quattro quinti di tutta la produzione) sono direttamente legate all’agricoltura. Essendo grandi aziende capitalistiche, queste distillerie conferiscono lo stesso carattere anche a tutte le aziende dei grandi proprietari fondiari in cui sono im- piantate (le distillerie d’acquavite appartengono quasi esclusiva- mente ai grandi proprietari e soprattutto ai nobili). Il tipo di agri- coltura mercantile che stiamo esaminando è particolarmente svi- luppato nei governatorati centrali delle terre nere, dove è concen- trato più di un decimo del numero complessivo delle distillerie d’acquavite dell’Impero Russo (239 nel 1896/97, di cui 225 agricole e miste), che producono oltre un quarto della quantità complessiva di acquavite (7.785.000 vedri nel 1896/97, di cui 6.828.000 negli sta- bilimenti agricoli e misti). Nella zona in cui predominano le otra - botici il carattere mercantile dell’agricoltura s* manifesta quindi soprattutto (rispetto alle altre zone) nella distillazione della vodka dai cereali e dalle patate. La distillazione dell’alcool dalla patata si è sviluppata con particolare rapidità dopo la riforma, come risulta dai dati seguenti, relativi a tutto l’Impero Russo *: Materie prime impiegate per la distillazione (in migliaia di pud) Cereali e patate in complesso Di cui patate % delie patate 1B67 76.925 6.950 9.1 1 1073/74-1882/83 . . medie per 10 anni l 123.066 65.508 53,0 I 1882/83*1891/92 . . 128.706 79.803 62,0 „ 1893/94 150.857 115.850 76,0 1896/97 144.038 101.993 70,8 1° settembre al i° giugno, quando non ci sono lavori campestri; 2) la quantità di spìrito distillato deve essere in relazione col numero di desiatine di arativo del fondo. Gli stabilimenti che effettuano in parte la distillazione agricola e in parte quella industriale si chiamano misti (cfr. Viestnì^ Finansov , 1896, n. 25, e 1808, n. io). * Fonti: Raccolta statìstica militare , 427; Le forze produttive , IX, p. 49, c Viestni Finansov , 1898, n. 14. 19 * 284 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Vediamo qui che, mentre la quantità delle materie prime cerea- licole distillate si è raddoppiata, la quantità delle patate distillate è aumentata di 15 volte. Questo fatto convalida in modo evidente la tesi sopraesposta (§ I del presente capitolo), e cioè che Timmenso sviluppo dei seminativi e del raccolto delle patate indica precisa- mente lo sviluppo dell’agricoltura mercantile e capitalistica, nonché Televamento del livello tecnico delPagricoltura, la sostituzione del sistema dei tre campi con l’avvicendamento di più coltivazioni, ecc. *. La zona in cui la distillazione dell’alcool è maggiormente sviluppata è altresì contrassegnata da un maggior volume (nei go- vernatorati russi, cioè trascurando i governatorati del Baltico e occi- dentali) del raccolto netto delle patate per abitante. Così, nei gover- natorati settentrionali delle terre nere questo volume nei periodi 1864-1866, 1870-1879 e 1883-1887 fu rispettivamente di 0,44-0,62-0,60 cetverti, mentre per tutta la Russia europea (50 governatorati) le cifre corrispondenti erano 0,27-0,43-0,44 cetverti. Già agli inizi degli anni ottanta la Rassegna stori co- stati Stic a rilevava che « la regione in cui si osserva la maggiore espansione della coltura della patata abbraccia tutti i governatorati della parte centrale e set- tentrionale della fascia delle terre nere, i governatorati del bacino del Volga e dell’Oltrevolga, e quelli centrali non compresi nella fascia delle terre nere » (1. c., p. 44) **. Ampliamento della coltura della patata da parte dei grandi proprietari e dei contadini agiati significa aumento della domanda • Cfr, Raspopin, L c., Rassegna storico-statistica, 1 . c., p. 14. I residui della distillazione (vinacce) sono utilizzati non di rado (persino dagli stabilimenti commerciali, e non solo da quelli agricoli) per l’allevamento mercantile del bestiame da macello. Cfr, Dati statistici agricoli , fase, VII, p, 122 e passim. •* L’enorme rapidità con cui si c sviluppato il consumo delle patate per la distillazione precisamente nei governatorati agricoli centrali risulta dai dati seguenti: nei 6 governatorati di Kursk, Oriol, Tuia, Riazan, Tambov c Voroniez sono stati distillati in media 407.000 pud di patate all’anno durante il periodo 1864/65- 1 873/74 ; 7.482.000 pud nel 1874/75-1883/84; 20.077.000 pud nel 1884/85-1893/94. Per tutta la Russia europea le cifre corrispondenti saranno: 10.633.000 pud, 30.599.000 pud e 69.620.000 pud. Gli stabilimenti che hanno consumato patate per la distillazione deH’alcool nei governatorati indicati erano in media 29 nel 1867/68 - 1875/76; 130 nel 1876/77 - 1884/85; 163 nel 1885/86 - 1893/94. Per tutta la Russia europea le cifre corrispondenti sono: 739 - 979 - 1195 ( c ^ r * D at * statistici agricoli, fase. VII). LO SVILUPPO DELL 'AGRICOLTURA MERCANTILE 285 di lavoro salariato; la coltivazione di una desiatina di patate as- sorbe una quantità di lavoro sensibilmente maggiore* della col- tivazione di una desiatina di cereali, mentre l’impiego delle macchine, per esempio, nella zona centrale delle terre nere è ancora assai poco sviluppato. Così, se il numero degli operai propriamente occupati nella distillazione dell’acquavite è diminuito**, tuttavia la sostituzione delle otrabot\i con il sistema aziendale capitalistico, accompagnato dalla coltivazione di radici commestibili, ha aumen- tato la domanda di giornalieri agricoli. 2. Produzione della barbabietola da zucchero La lavorazione della barbabietola da zucchero è concentrata, ancora più fortemente della distillazione dell’acquavite, in grandi imprese capitalistiche, ed è, come quest’ultima, un complemento dei fondi dei grandi proprietari fondiari (e particolarmente dei nobili). La zona principale di questa produzione è costi- tuita dai governatorati sud-occidentali, poi da quelli meridio- nali e centrali delle terre nere. La superficie dei seminativi a barbabietola ammontava a circa 100.000 desiatine negli anni ses- santa ***, a circa 160.000 negli anni settanta ****, a 239.000 nel 1886- * Nella raccolta statistica degli zemitvo per il distretto di Balakhna, gover- natorato di Nizni Novgorod, per esempio, si calcola che la coltivazione di una desiatina di patate richieda 77,2 giornate lavorative, di cui 59,2 di un'operaia per la piantagione, il rincalzo, la sarchiatura c la raccolta. Per conseguenza au- menta al massimo la domanda del lavoro a giornata delle contadine del luogo. * # Nel 1867 nella Russia europea si contavano 52.660 operai impiegati nelle distillerie d’acquavite {Raccolta statistica militare. Nel settimo capitolo dimostreremo che in generale questa fonte esagera enormemente il numero degli operai di fabbrica e d’officina), mentre nel 1890 se nc contavano 26.102 (secondo ['Indicatore di Orlov). Gli operai propriamente occupati nella distillazione dell’alcool sono poco numerosi; inoltre 0 difficile distinguerli dagli operai agricoli. 0 Gli operai degli stabilimenti di villaggio — dice, per esempio, il dottor Zbankov — , stabilimenti che per di più, non hanno una produzione continua, giacche d’estate i loro operai si cercano un’occupazione nei lavori campestri, si distinguono tutti nettamente dagli operai fissi di fabbrica: essi vestono come i contadini, conservano le abitudini campagnole e non acquistano quell’aspetto che è proprio degli operai di fabbrica » (I. c , II, p. 121). ** # Annuario del Ministero delle finanze , fase. I; Raccolta statistica militare; Rassegna storico-statistica, voi. II, **** Rassegna storico- statistica t I. 286 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 1895* a 369.000 nel 1896-1898 **, a 478.778 desiatine nel 1900, a 528.076 desiatine nel 1901 (Torgovopromysclennaia Gazieta , 1901, n. 123), a 483.272 nel 1905/06 ( Viestni\ Finansov , 1906, n. 12). Nel periodo posteriore alla riforma l’estensione dei semi- nativi è stata dunque quasi quintuplicata. Con rapidità incompa- rabilmente maggiore ancora è aumentata la quantità delle barba- bietole raccolte e lavorate: nel 1860-1864 sono state lavorate, in tutto Tlmpero, 4,1 milioni di berkovtsy di barbabietole; nel 1870 1874 - 9,3 milioni; nel 1875-1879 - 12,8 milioni; nel 1890-1894 - 29,3 milioni; nel 1895/96-1897/98 - 35 milioni di berkovtsy***. La quantità di barbabietole lavorate è aumentata, a partire dagli anni sessanta, di oltre otto volte. Il rendimento della barbabietola, dun- que, cioè la produttività del lavoro nelle grandi tenute organizzate su basi capitalistiche, è aumentato in misura enorme ****. L’intro- duzione nell’avvicendamento della coltura di una radice commesti- bile come la barbabietola è inscindibilmente legata al passaggio a un sistema più perfezionato di coltivazione, al miglioramento della lavorazione della terra e delPalimentazione del bestiame, ecc. « La coltivazione delle piantagioni di barbabietole — leggiamo nella- Rassegna storico-statistica (voi. I) — , in generale abbastanza com- plessa e difficile, è stata portata, in molte nostre aziende dedite a questa coltura, a un alto livello di perfezione, specialmente nei go- vernatorati sud-occidentali e del bacino della Vistola. Per la colti- vazione vengono impiegati nelle varie località attrezzi ed aratri diversi, più o meno perfezionati; in vari casi, infatti, è entrata nell’uso persino l’aratura a vapore » (p. 109). Questo progresso della grande agricoltura capitalistica è legato ad un aumento molto considerevole della domanda di salariati agricoli, fissi e specialmente giornalieri; inoltre il lavoro delle donne * Le forze produttive , I, p. 41. •* Viestni\ Finansov , 1897, n. 27, e 1898, n. 36. Nella Russia europea, escluso il Regno di Polonia, nel 1896-1898 si ebbero 327.000 desiatine di seminativi a barbabietola da zucchero. ••• Oltre alle fonti succitate, cfr. Viestni ^ Finansov, 1898, n. 32. Per il 1890-1894 delle 285.000 desiatine di seminativi a barbabietola da zuc- chero di tutto l’Impero gli stabilimenti ne possedevano in media 1 18.000, i pian- tatori 167.000 {Le forze produttive , IX, p. 44). LO sviluppo dell’agricoltura mercantile 287 e dei fanciulli viene impiegato con particolare ampiezza (cfr. Rassegna storico-statistica , II, p. 32). Per i contadini dei governa- torati circonvicini è sorto un tipo particolare di esodo in cerca di lavoro, l’esodo « per lo zucchero » (ivi, p. 42). Si calcola che la colti- vazione completa di un morg ( = due terzi di desiatina) di barba- bietole richieda 40 giornate lavorative (// lavoro salariato libero , p. 72). Il Compendio di materiali relativi alla situazione della popo- lazione rurale (edizione del Comitato dei ministri) calcola che la col- tivazione di una desiatina a barbabietole richieda 12 giornate lavo- rative di mano d’opera maschile con l’impiego di mezzi meccanici e 25 di lavoro a mano, senza contare le donne e gli adolescenti (pp. X-XI). In tal modo la coltivazione di tutti i seminativi a bar- babietola della Russia deve occupare, verosimilmente, non meno di 300.000 giornalieri agricoli, uomini e donne. Dato però l’aumento del numero delle desiatine coltivate a barbabietola, non si può an- cora avere un quadro completo della domanda di lavoro salariato, giacche alcuni lavori sono retribuiti in base ai berkovtsy di barba- bietole. Ecco che cosa leggiamo, per esempio, nei Resoconti ed in- dagini sull industria artigiana in Russia (edizione del Ministero dei beni di proprietà dello Stato, voi. II, Pietroburgo, 1894, p. 82). « La popolazione femminile sia della città che del distretto » (si tratta della città di Krolevets, governatorato di Cernigov) « ac- cetta volentieri di lavorare nei campi di barbabietole; in autunno, per la pulitura delle barbabietole, si pagano io copechi a berkovets; due donne puliscono da sei a dieci berkovtsy al giorno; alcune inol- tre vengono assunte per lavori di sarchiatura e rincalzo nelle pian- tagioni durante la loro crescita; allora per tutti i lavori, compresa la raccolta e la pulitura, percepiscono 25 copechi a berkovets di bar- babietole pulite ». La situazione degli operai nelle piantagioni di barbabietole è estremamente penosa. Nella Vracebnaia Khroni\a Khar\ovs\oi gubernii (1899, settembre, citata dalle Russie Vie - domosti , 1899, n. 254), per esempio, viene riportata « una serie di fatti più che dolorosi sulla situazione di coloro che lavorano nelle piantagioni di barbabietole rosse. Così Podolski, medico dello zemstvo della sloboda di Kotelva, distretto di Akhtyrka, scrive: " In autunno fra i giovani che lavorano nelle piantagioni di bar - 288 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA babietole rosse dei contadini agiati si nota di solito un inizio di epidemia di tifo. Questi piantatori tengono le baracche destinate al riposo e al pernottamento degli operai in uno stato di estrema sporcizia; verso la fine dei lavori la paglia su cui dormono gli operai è letteralmente trasformata in letame, giacché non viene mai cam- biata : è qui che si sviluppa il focolaio dell’epidemia. È capitato che si accertassero contemporaneamente quattro o cinque casi di tifo tra gente che lavora nella medesima piantagione". Secondo l’opinione di questo medico, “ il più grosso contingente di sifilitici viene dalle piantagioni di barbabietole rosse Il signor Feinberg osserva del tutto giustamente che, " non cedendola, per le sue nefaste influenze sia sugli operai che sulla popolazione delle vici- nanze, al lavoro nelle fabbriche, il lavoro nelle piantagioni è par- ticolarmente pernicioso perchè vi sono occupate masse di donne e di adolescenti, e perchè qui gli operai sono privi della più ele- mentare protezione da parte della società e dello Stato in consi- derazione di ciò l’autore condivide in pieno l’opinione espressa dal dottor Romanenko al settimo Congresso dei medici del gover- natorato di Kharkov, secondo cui “ quando vengono promulgate di- sposizioni obbligatorie è necessario preoccuparsi anche della situa- zione degli operai delle piantagioni di barbabietole . Questi operai sono privi dell’indispensabile, vivono per mesi e mesi all’aperto, mangiano nella pentola comune " ». Così, lo sviluppo della produzione della barbabietola ha incre- mentato enormemente la domanda di operai agricoli, trasformando i contadini delle zone circonvicine in proletariato rurale. La pic- cola diminuzione degli operai occupati nell’industria bieticola pro- priamente detta* ha ridotto solo in misura insignificante l’aumento degli operai agricoli. * Nella Russia europea nel 1867 erano occupati negli stabilimenti per la lavorazione della barbabietola da zucchero e nelle raffinerie 80.919 operai ( Annuario del Ministero della finanze , I. Anche qui la Raccolta statistica militare ha esage- rato, portando questo numero a 92.000, avendo probabilmente calcolato due volte gli stessi operai). Nel 1890 il numero corrispondente era di 77-875 opera; ( Indicatore di Orlov). LO sviluppo dell’agricoltura mercantile 289 3. Produzione dell’amido di patata Dalle produzioni tecniche che sono monopolio esclusivo delle aziende dei grandi proprietari fondiari passiamo a quelle che sono più o meno accessibili ai contadini. Vi rientra prima di tutto la lavorazione della patata (e in parte anche del frumento e di altri cercali) per ricavarne amido e melassa. La produzione deiramido si è sviluppata con particolare rapidità dopo la riforma, in seguito aircnorme sviluppo dell’industria tessile, che richiede amido. Que- sta produzione è diffusa principalmente nei governatorati non com- presi nella fascia delle terre nere, in quelli industriali e in parte in quelli settentrionali delle terre nere. La Rassegna storico- statistica (voi. II) calcola che esistessero verso il 1865 circa 60 stabilimenti, con un valore della produzione di circa 270.000 rubli, e 224 nel 1880, con un valore della produzione di 1.317.000 rubli. Nel 1890, secondo V Indicatore delle fabbriche e delle officine , si contavano 192 stabilimenti, con 3418 operai e un valore della produzione di 1,760.000 rubli*. La produzione dell’amido «negli ultimi 25 anni è aumentata di quattro volte e mezzo per quanto riguarda il numero degli stabilimenti — si dice nella Rassegna storico-statistica — e di dieci volte e tre quarti per quanto riguarda il prodotto lavo- rato complessivo; cionondimeno questa produzione è lontana dal coprire la domanda di amido » (p. 116), come attesta l’aumento del- l’importazione di questo prodotto dall’estero. Analizzando i dati • Prendiamo i dati della Rassegna storico- statistica, giacché sono i più omo- genei e suscettibili di confronto. La Raccolta di dati c materiali a cura del Mini- stero delle finanze (1866, n. 4, aprile) calcolava, secondo i dati ufficiali del Dipar- timento del commercio e delle manifatture, che nel 1864 esistessero in Russia 55 fabbriche di amido, con un valore della produzione di 231.000 rubli. Secondo la Raccolta statistica militare nel 1866 gii stabilimenti erano 198, con un valore della produzione di 563.000 rubli, ma indubbiamente in questa cifra erano compresi dei piccoli stabilimenti che oggi non vengono più classificati tra le fabbriche. In gene- rale la statistica di questa produzione è molto insoddisfacente: i piccoli stabilimenti ora vengono calcolati, ora (molto più spesso) omessi. Nel governatorato di Iaroslavl, per esempio, V Indicatore di Orlov contava nel 1890 25 stabilimenti (l'Elenco del 1R94/95 ne contava 20), mentre secondo la Rassegna del governatorato di Iaroslavl (fase. II, 1896) nel solo distretto di Rostov esistevano 810 stabilimenti per la produ- zione della melassa di patata. Perciò le cifre citate nel testo possono definire solo la dinamica del fenomeno, non giù lo sviluppo effettivo della produzione. 290 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA per governatorato, la Rassegna storico-statistica giunge alla conclu- sione che la produzione deiramido di patata (all’opposto di quella dell’amido di frumento) ha da noi carattere agricolo, essendo ac- centrata nelle mani dei contadini e dei grandi proprietari. « Pro- mettendo un largo sviluppo » nell’avvenire, « essa procura già oggi buoni guadagni alla nostra popolazione rurale » (p. 126). Vedremo subito a chi vanno questi guadagni. Rileveremo però innanzi tutto che nello sviluppo della produzione dell’amido è necessario distinguere due processi: da una parte la comparsa di nuovi piccoli proprietari di stabilimenti e lo sviluppo della produ- zione contadina, dall’altra la concentrazione della produzione nelle grandi fabbriche a vapore. Nel 1890, per esempio, c’erano 77 stabi- limenti a vapore, che concentravano il 52 % del numero globale degli operai e il 60 % del valore della produzione. Di questi stabi- limenti solo 11 erano stati fondati prima del 1870, 17 erano stati fondati negli anni settanta, 45 negli anni ottanta e 2 nel 1890 ( Indi- catore del signor Orlov). Per farci un’idea della situazione economica della produzione dell’amido da parte dei contadini ricorreremo alle indagini locali. Nel governatorato di Mosca l’industria dell’amido abbracciava nel 1880/81 43 località di 4 distretti *. I laboratori erano 130 e 780 gli operai, con una produzione ammontante a non meno di 137.000 rubli. Questa industria si è diffusa principalmente dopo la riforma; la sua tecnica ha gradualmente progredito e sono sorti stabili- menti più grandi che richiedono un grande capitale fisso e si distin- guono per una più elevata produttività del lavoro. Le raspe a mano sono state sostituite da raspe perfezionate; sono inoltre comparsi meccanismi azionati da cavalli; infine, è stato introdotto il tamburo , apparecchio che ha migliorato notevolmente la produ- zione e ne ha diminuito il costo. Ecco i dati da noi elaborati, del censimento per fuoco degli « artigiani » in base alle dimensioni dei laboratori: • Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. VII, fase, I, Mosca, 18B2. LO sviluppo dell’agricoltura mercantile 291 Categorie di stabilimenti * Ita li il z « Numero degli operai Operai per stabilimento Settimane di lavoro (ii. inedia) membri delle famiglie u li il 0J5 in complesso 0 3 ’o. a 0 0 a a 9 2 c. o fi 9 w 3 s CL.* 1S 30 45 75 2,0 3,0 5,0 Q 12.636 642 126 medi .... 42 96 16S 26) ■ Q 55-690 1.331 156 grondi . . . 11 26 67 93 2,4 6 8,4 6,4 61.262 5.571 416 /n complesso 66 152 277 429 2,2 4,1 6,3 5,5 129.806 1.908 341 Abbiamo qui, dunque, dei piccoli stabilimenti capitalistici in cui, con l’espandersi della produzione, aumenta l’impiego di lavoro salariato e si eleva la produttività del lavoro. Alla borghesia con- tadina questi stabilimenti procurano un profitto considerevole, per- fezionando anche la tecnica agricola. Ma la situazione degli operai, in questi piccoli stabilimenti, date le condizioni di lavoro estrema- mente antigieniche e la lunga giornata lavorativa **, è molto insod- disfacente. L’azienda agricola dei contadini che hanno stabilimenti « con raspe » si trova in condizioni molto favorevoli. I seminativi a patata (nella terra del nadiel e principalmente in quella presa in affìtto) procurano un reddito sensibilmente maggiore dei semi- nativi a segala e ad avena. Per ampliare la propria azienda, i pro- prietari degli stabilimenti prendono in affitto in gran numero i nadiel dei contadini poveri. Nel villaggio di Tsybino (distretto di Bronnitsy), per esempio, 18 proprietari di laboratori per la produ- zione dell’amido (su 105 padroni che vivono in quella località) pren- dono in affitto i nadiel dei contadini che vanno in cerca di occu- • Cfr, appendice al V capitolo, industria n 24. ** L, c,, p. 32. Nei piccoli stabilimenti contadini la giornata lavorativa dura 13-14 ore, mentre nelle grandi fabbriche dello stesso ramo industriale (secondo Dementiev) predomina la giornata lavorativa di 12 ore 8ft . 292 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA pazioni ausiliario c di quelli senza cavalli, aggiungendo così ai propri 61 nadiel altri 133 nadiel presi in affitto; nelle loro mani sono concentrati complessivamente 194 nadiel , ossia il 44,5 % del numero complessivo dei nadiel di questa località. « Fenomeni del tutto identici — leggiamo nella raccolta — si incontrano anche in altre località nelle quali è più o meno sviluppata l’industria del- l’amido e della melassa » (1. c., p. 42) *. I proprietari di stabi- limenti per la produzione dell’amido hanno due volte più bestiame degli altri contadini : in media 3,5 cavalli e 3,4 vacche per fuoco contro 1,5 cavalli e 1,7 vacche dei contadini del luogo in generale, io proprietari di stabilimenti su 68 (presi in considerazione dal cen- simento per fuoco) hanno terra acquistata, 22 prendono in affitto terra fuori dei nadiel e 23 terra dei nadiel. In breve, sono dei tipici rappresentanti della borghesia contadina. Rapporti del tutto analoghi presenta l’industria dell’amido nel distretto di Iuriev-Polski, governatorato di Vladimir (V. Pru- gavin, 1 . c., p. 104 e sgg.). Anche qui i proprietari di stabilimenti per la produzione si valgono principalmente di lavoro salariato (su 128 operai occupati in 30 stabilimenti 86 sono salariati); anche qui i proprietari di stabilimenti sono di gran lunga al di sopra della massa per l’allevamento e per l’agricoltura; inoltre utilizzano i residui delle patate per l’alimentazione del bestiame. Fra i contadini com- paiono persino dei veri e propri fittavoli. Il signor Prugavin descrive l’azienda di un contadino che possiede uno stabilimento per la produzione dell’amido (del valore di circa 1500 rubli) con 12 operai salariati. Le patate egli le produce nella propria azienda, che è stata estesa prendendo in affitto altra terra. L’avvicendamento delle colture è settennale, con seminativo a trifoglio. Per i lavori agricoli s’impiegano 7-8 lavoratori occupati dalla primavera all’au- tunno (« a termine »). 1 residui delle patate vengono destinati al- l’alimentazione del bestiame, mentre le acque del lavaggio sono destinate ad irrigare i campi. * Confrontate con questo il giudizio generale di V. Orlov su tutto il gover- natorato di Mosca (voi. IV della Raccolta , fase. I, p, 14): i contadini agiati spesso prendono in affitto i nadiel dei contadini poveri, concentrando talvolta nelle loro mani 5-10 nadiel presi in affitto. lo sviluppo dell’agricoltura mercantile 293 Il signor V. Prugavin afferma che questo stabilimento si trova « in condizioni del tutto eccezionali ». Certo, in ogni società capi- talistica la borghesia rurale costituirà sempre un’insignificante mi- noranza della popolazione rurale, e in questo senso sarà, se volete, un’« eccezione ». Ma questa denominazione non elimina il fatto che nella zona della produzione dell amido, come in tutte le altre zone dell’agricoltura mercantile in Russia, si va costituendo una classe di imprenditori agricoli che organizzano l’agricoltura capi- talistica *. 4. Produzione olearia Anche Pestrazione dellolio dai semi di lino, di canapa, e di girasole ecc. è non di rado una produzione tecnica agricola. Dello sviluppo della produzione olearia nel periodo posteriore alla ri- forma ci si può fare un’idea dal fatto che il valore della produzione olearia, che nel 1864 ammontava a 1.619.000 rubli, nel 1879 era pas- sato a 6486.000 rubli e nel 1890 a 12.232.000 rubli**. Anche in questa produzione si osserva un duplice processo di sviluppo: da una parte sorgono nei villaggi piccoli oleifici contadini (talvolta anche di grandi proprietari fondiari) che producono olio per la ven- dita. Dall’altra si sviluppano grandi fabbriche a vapore che concen- trano la produzione e soppiantano i piccoli stabilimenti ***. Qui • Come curiosità rileveremo che tanto il signor Prugavin ( 1 . c., p. 107) quanto l'autore della descrizione deH’industria di Mosca ( 1 . c., p. 45) e il signor V. V. (Lineamenti dell' industria artigiana , p. 127) hanno scorto l’« idea del- Yartel » (o « principio ») nel fatto che alcuni stabilimenti che impiegano raspe appartengano a un certo numero di padroni. I nostri acuti populisti sono riusciti a rilevare un’« idea » particolare nell’associazione degli imprenditori agricoli e non hanno scorto nessuna nuova « idea » economico-sociale proprio nell’esistenza e nello sviluppo di una classe di imprenditori agricoli. •• Raccolta di dati e materiali a cura del Ministero delle finanze, 1866. n. 4; Indicatore di Orlov, I e III edizione. Non riportiamo i dati sul numero degli stabilimenri perchè la nostra statistica di fabbrica e d’officina confonde i piccoli oleifici agricoli coi grandi stabilimenti industriali, ora calcolando ora non calcolando i primi per i vari governatorati e in epoche diverse. Negli anni sessanta, per esempio, è stata classificata fra le « officine » una massa di piccoli oleifici, **• Nel 1890, per esempio, 11 fabbriche su 383 avevano una produzione complessiva di 7.170.000 rubli su 12.232.000. Questa vittoria degli imprenditori industriali sugli imprenditori rurali suscita il profondo malcontento dei nostri esperti agrari (del signor S. Korolenko, per esempio; 1 . c.) e dei nostri populisti 294 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA c’interessa solo la lavorazione agricola delle piante oleose, « I pro- prietari degli oleifici per la lavorazione dei semi di canapa — leggia- mo nella Rassegna storico-statistica (voi. II) — appartengono alla categoria dei contadini agiati » ed hanno particolarmente a cuore la produzione olearia in considerazione della possibilità di ottenere un eccellente foraggio per il bestiame (panelli oleosi). Il signor Pru- gavin (1. c.), notando « il largo sviluppo della produzione dell’olio di semi di lino » nel distretto di Iuriev-Polski, governatorato di Vladimir, costata che i contadini ne ricavano « non pochi van- taggi » (pp, 65-66), che l’agricoltura e l’allevamento dei contadini che dispongono di oleifici sono ad un livello notevolmente supe- riore rispetto alla massa dei contadini, mentre alcuni proprietari di oleifici ricorrono anche all’assunzione di operai rurali (1. c., ta- belle, pp. 26-27, 146-147). Il censimento degli artigiani di Perm del 1894/95 ha mostrato, esattamente nello stesso modo, che l’agricol- tura degli artigiani produttori di olio è ad un livello notevolmente superiore rispetto alla massa (seminativi più estesi, quantità note- volmente superiore di bestiame, raccolti migliori, ecc.) e che questo miglioramento dell’agricoltura si accompagna all’assunzione di operai rurali*. Nel governatorato di Voroniez hanno avuto una particolare diffusione, dopo la riforma, i seminativi commerciali a girasole, che viene lavorato per ricavarne olio negli oleifici locali. Negli anni settanta si contavano in Russia circa 80.000 desiatine coltivate a girasole ( Rassegna storico-statistica , I), negli anni ottanta circa 136.000, appartenenti per due terzi a contadini. « Da allora, tuttavia, a giudicare da alcuni dati, la superficie dei seminativi di questa pianta è sensibilmente aumentata, in certe zone del cento per cento e anche di più » {Le forze produttive, I, p. 37). « Nella sola slobodà di Alexeievka » (distretto di Biriuc, governatorato di Voroniez) — leggiamo nella Rassegna storico-statistica , parte II, — (del signor N.-on, per esempio: Profilo , pp. 241-242). Noi non condividiamo le loro opinioni. Le grandi fabbriche eleveranno la produttività del lavoro e socia- lizzeranno la produzione. Questo da una parte. Dall’altra parte, poi, la situazione degli operai nelle grandi fabbriche sarà certamente migliore — c non solo sotto l’aspetto materiale — che nei piccoli oleifici agricoli. * V. Iun, Studi e articoli di economia , Pietroburgo, 1899, pp. 139-140 (cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp. 378-379. - N. d. R.). lo sviluppo dell’agricoltura mercantile 295 « si contano oltre 40 oleifici, e solo grazie al girasole la stessa Alexeievka si è arricchita e trasformata da misera borgata in un ricco villaggio con case e botteghe dai tetti ricoperti di lamiera » (p. 41). Quanto questa ricchezza della borghesia contadina abbia influito sulla massa dei contadini si vede dal fatto che nel 1890 ad Alexeievka su 2273 famiglie registrate (13.386 unità) 1761 non avevano bestiame da lavoro, 1699 non avevano scorte, 1480 non coltivavano la terra e solo 33 famiglie non erano dedite ad una qualche industria *. In generale va rilevato che gli oleifici contadini figurano abi- tualmente, nei censimenti per fuoco degli zemstvo , nel novero di quelle « imprese industriali e commerciali » della cui distri- buzione e importanza abbiamo già parlato nel secondo capitolo. 5. Tabacchicoltura Per concludere riporteremo alcune brevi indicazioni sullo svi- luppo della tabacchicoltura. Negli anni 1863-1867 in Russia si sono raccolti in media 1.923.000 pud di tabacco da una superficie di 32.171 desiatine; nel 1872-1878 2.783.000 pud da 46.425 desia- tine; negli anni ottanta 4 milioni di pud da 50.000 desiatine**. Le piantagioni durante gli stessi periodi sono state rispettivamente 75-95-650.000, ciò che indica, evidentemente, un aumento molto considerevole del numero dei piccoli agricoltori attirati all’agri- coltura mercantile di questo tipo. La coltivazione del tabacco ri- chiede un numero considerevole di operai. Fra i vari tipi di esodo dei contadini viene incluso perciò anche l’esodo verso le • Raccolta di dati statistici per il distretto di Biriuc, governatorato di Voroniez. Nella slobodà si contano 153 stabilimenti industriali. Secondo 1 * Indicatore del signor Orlov, nel 1890 in questa slobodà esistevano 6 oleifici, con 34 operai e un valore della produzione di 17.000 rubli, mentre secondo V Elenco delle fabbriche ed officine per il 1894/95 Cerano 8 fabbriche, con 60 operai e un valore della produzione di 151.000 rubli. ** Annuario del Ministero delle finanze , I; Rassegna storico- stati stica > voi. I; Le forze produttive , IX, p. 62. La superficie dei seminativi a tabacco oscilla forte- mente secondo gli anni: la media per il 1889-1894, per esempio, è stata di 47.813 desiatine (4.180.000 pud dì raccolto) c per il 1892-1894 di 52.516 desiatine con un raccolto di 4.878.000 pud. Cfr. Raccolta di dati relativi alla Russia , 1896, pp. 208-209. 296 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA piantagioni di tabacco (specialmente nei governatorati delle re- gioni periferiche meridionali, dove la coltura del tabacco si è estesa in questi ultimi tempi con particolare rapidità). Nella letteratura è stato già indicato che la situazione degli operai delle piantagioni di tabacco è quanto mai penosa *. Sulla questione della tabacchicoltura come ramo deiragricoltura mercantile troviamo dati particolarmente dettagliati e interessanti nella Rassegna della tabacchicoltura in Russia (fasce. II e III, Pie- troburgo, 1894, pubblicata per disposizione del Dipartimento dei- ragricoltura). Descrivendo la tabacchicoltura nella Piccola Russia, il signor V. S. Stcerbacev cita dati notevolmente precisi per 3 distretti del governatorato di Poltava (Priluki, Lokhvitsa e Romny). Questi dati, raccolti dall’autore ed elaborati dall’ufficio statistico del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Poltava, si rife- riscono alle 25.089 aziende contadine che seminano tabacco in tutti e tre questi distretti, con una superficie di 6844 desiatine coltivate a tabacco e di 146.774 desiatine coltivate a cereali. La ripartizione di queste aziende è la seguente: Tre distretti del governatorato di Poltava ( 1888) Gruppi di aziende in base alla superficie dei semi nati vi a cercali Numero delle aziende Seminativo (in desiatine) coltivato a tabacco coltivato a cereali torno di 1 dea 2.231 374 448 dr 1 a 3 7.668 895 13.974 * 3 » 6 » 8.856 1.482 34.967 » 6 » 9 » 3.319 854 22.620 più di 9 » 3.01 S 3.239 74.565 In compleao 25.089 6.844 146.774 * BeloborodoVy articolo succitato sul Severny V iest ni 1896, n. 2; Russile Viedomostiy 1897 (io maggio): il dibattimento di un processo intentato da venti operaie al padrone di una piantagione di tabacco della Crimea ha fatto si che « al processo venissero in luce una quantità di fatti che tratteggiano la situazione intollerabilmente penosa degli operai occupati nella piantagione ». LO sviluppo dell’agricoltura mercantile 297 Vediamo un’immensa concentrazione sia dei seminativi a ta- bacco che dei seminativi a cereali nelle mani delle aziende capita- listiche. Meno di un ottavo delle aziende (3000 su 25.000 accen- tra più della metà di tutti i seminativi a cereali (74.000 desiatine su 147.000), possedendo in media quasi 25 desiatine per azienda. Queste aziende abbracciano quasi la metà dei seminativi a tabacco (3200 desiatine su 6800), e in media spetta a ciascuna di loro più di una desiatina di seminativo a tabacco, mentre in tutti gli altri gruppi l’estensione dei seminativi a tabacco non supera gli unodue decimi di desiatina per fuoco. Il signor Stcerbacev riporta inoltre i dati sul raggruppamento delle stesse aziende secondo le dimensioni dei seminativi a tabacco: Gruppi di piantagioni di tabacco Numero delle piantagioni Seminativi a tabacco (io desiatine) 0,01 desiatine e meno . . . 2.919 30 da 0,01 a 0,10 9.078 492 » 0,10 a 0,25 a .... S.989 931 a 0,2S a 0,50 a .... 4.330 1.246 » 0,50 a 1,00 a .... 1.834 \ 1.065 a 1,00 a 2,00 a .... 615 U.773 720 j ,4.145 a 2,00 e piò a .... 324 J 2.360 . 1 In complttao 25.089 6.844 Di qui si vede che la concentrazione dei seminativi a tabacco è notevolmente più forte della concentrazione dei seminativi a cercali. Il ramo dell’agricoltura mercantile specializzata di questa zona è più concentrato nelle mani dei capitalisti che non l’agricol- tura in generale. In 2773 aziende su 25.000 sono concentrate 4145 desiatine di seminativi a tabacco su 6844, cioè più dei tre quinti del totale. I 324 maggiori tabacchicultori (un po’ più di un decimo del numero complessivo dei tabacchicultori) possiedono 2360 de- siatine di seminativo a tabacco, cioè oltre un terzo del totale. In media questo dà oltre 7 desiatine di seminativo a tabacco per azienda. Per farsi un’idea di che tipo deve essere questa azienda 2(1 ì74 298 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA ricorderemo che la coltura del tabacco richiede moltissima mano d’opera. L’autore calcola che per desiatina occorrano almeno due operai per un periodo che, secondo la varietà del tabacco, va da quattro a otto mesi estivi. Il proprietario di 7 desiatine di seminativo a tabacco deve avere, quindi, almeno 14 operai, cioè deve indubbiamente basare la sua azienda sul lavoro salariato. Alcune varietà di tabacco richiedono non due, ma tre lavoratori a termine per desiatina e, inoltre, il lavoro di giornalieri. In una parola, noi vediamo con assoluta chiarezza che quanto più l’agricoltura diventa mercantile, tanto più sviluppata è la sua organizzazione capitalistica. La preponderanza fra i tabacchicultori delle piccole e picco- lissime aziende (1 1-997 aziende su 25.089 hanno un seminativo inferiore a un decimo di desiatina) non smentisce affatto l’or- ganizzazione capitalistica di questo ramo dell’agricoltura mercan- tile, poiché nelle mani di questa massa di piccolissime aziende si trova una parte insignificante della produzione (11.997 aziende, ossia quasi la metà delle aziende, hanno appena 522 desiatine su 6844, cioè meno di un decimo del totale). Analogamente, nem- meno le cifre « medie », alle quali ci si limita tanto spesso, ci danno un’idea della situazione (in media si ha poco più di un quarto di desiatina per azienda coltivato a tabacco. In certi distretti lo sviluppo dell’agricoltura capitalistica e la concentrazione della produzione sono ancora più forti. Nel di- stretto di Lokhvitsa, per esempio, 229 aziende su 5957 hanno 20 e più desiatine di seminativi a cereali. Questi agricoltori pos- seggono più della metà delle desiatine coltivate a cereali, cioè 22.799 su 4475 1 * Ciascuno di essi ha quasi 100 desiatine di semi- nativo. Su 2003 desiatine coltivate a tabacco ne hanno 1126. E se si considera il raggruppamento secondo le dimensioni dei semi- nativi a tabacco, in questo distretto su 5997 agricoltori ce ne sono 132 con due e più desiatine coltivate a tabacco. Essi hanno 1441 desiatine coltivate a tabacco su 2003, cioè il 72 %, più di dieci desiatine a testa. Nello stesso distretto di Lokhvitsa abbiamo, al polo opposto, 4360 aziende (su 5957) con una superficie coltivata a tabacco che non supera un decimo di desiatina, complessivamente 133 desiatine su 2003, cioè il 6 %. lo sviluppo dell’agricoltura mercantile 299 Va da sè che all’organizzazione capitalistica della produzione si accompagna qui un più forte sviluppo del capitale commerciale e di ogni sorta di sfruttamento possibile al di fuori della sfera della produzione. I piccoli tabacchicultori non hanno locali per essic- care il tabacco, non hanno la possibilità di far fermentare il pro- dotto (di farlo fermentare completamente) e di venderlo (dopo 3-6 settimane) finito. Essi lo vendono non finito e a metà prezzo agli s\upstciki y che non di rado piantano essi stessi tabacco su terre prese in affitto. Gli s\upstcì\i « angariano con ogni mezzo i piccoli piantatori » (p. 31 della pubblicazione citata). L’agricoltura mercantile è produzione mercantile capitalistica; questo rapporto si può scorgere chiaramente (purché si sappiano scegliere i metodi adeguati) anche in questo ramo dell’agricoltura. Vili L orticoltura e la frutticoltura industriali ; V azienda suburbana Con la fine della servitù della gleba la « frutticoltura dei si- gnori », sviluppata in misura abbastanza considerevole, « decadde in modo subitaneo e rapido in quasi tutta la Russia » *. La costru- zione delle ferrovie cambiò la situazione, dando un « enorme im- pulso » allo sviluppo di una frutticoltura nuova, commerciale, e operò una « completa trasformazione in meglio » in questa branca dell’agricoltura mercantile **. Da una parte l’afflusso di frutta a buon mercato dal sud pregiudicava la frutticoltura dei centri dove era precedentemente diffusa ***; dall’altra la frutticoltura indu- striale si sviluppava, per esempio, nei governatorati di Kovno, Wilno, Minsk, Grodno, Moghiliov, Nizni Novgorod, assieme al- l’espansione dei mercati di sbocco ****. Il signor V. Pasckevic rileva * Rassegna storico- statistica, I, p. 2. ** Ivi. *** Per esempio nel governatorato di Mosca. Cfr. S. Korolenko, Il lavoro sala - 3 00 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA che lo studio delle condizioni della frutticoltura nel 1893/94 ha dimostrato che questa ha avuto un considerevole sviluppo come ramo industriale nelFultimo decennio, che è aumentata la domanda di giardinieri e operai frutticultori, ecc. I dati statistici convali- dano queste asserzioni : il trasporto della frutta sulle ferrovie russe aumenta * **; l’importazione della frutta dall’estero, aumentata nel primo decennio dopo la riforma, sta diminuendo *** •••* . È ovvio che l’orticoltura mercantile, che fornisce i generi di consumo a masse della popolazione incomparabilmente più larghe che non la frutticoltura, si è sviluppata ancora più rapidamente e ancora più ampiamente. Gli orti a carattere industriale raggiun- gono una notevole diffusione: in primo luogo, nei dintorni delle città *** # ; in secondo luogo, presso i centri con fabbriche e in- dustriali e commerciali *** ## , nonché lungo le linee ferroviarie; in terzo luogo, in singole località sparse per tutta la Russia e dive- nute celebri per la produzione degli ortaggi ******, Va rilevato che la domanda dei prodotti di questo genere proviene non solo dalla popolazione industriale, ma anche da quella agricola: ricor- deremo che in base ai bilanci dei contadini di Voroniez la spesa per gli ortaggi ammonta a 47 copechi per abitante, e che, inoltre, la metà di questa spesa si riferisce a prodotti acquistati. Per avere un’idea dei rapporti economico-sociali che si formano nelFagricoltura mercantile di questo tipo bisogna ricorrere ai dati delle indagini locali sulle zone in cui l’orticoltura è particolarmente * Le forze produttive , IV, p. 13. •* Ivi, p. 31, e Rassegna storico-statistica , p. 31 e sgg. Negli anni sessanta ne vennero importati circa un milione di pud; nel 1878-1880 — 3,8 milioni di pud; nel 1886-1890 — 2,6 milioni di pud; nel 1889* *893 — 2 milioni di pud. •••* Anticipando noteremo qui che nel 1863 c’erano nella Russia europea 13 città con 50.000 e più abitanti, mentre nel 1897 il loro numero era salito a 44 (cfr. cap. Vili, $ II). Cfr. esempi di agglomerati di questo tipo nel sesto e settimo capitolo. •*•*** c£ r \ c indicazioni relative a queste località per i governatorati di Viatka, Kostromà, Vladimir, Tver, Mosca, Kaluga, Penza, Nizni Novgorod c molti altri, senza dire poi di quello di la rosi avi, nella Rassegna storico -statistica, I, p. 13 e sgg., e n c Le forze produttive , IV, p. 38 e sgg. Cfr. anche le raccolte statistiche degli zemstvo per i distretti di Semionov, Nizni Novgorod e Balakhna, governatoratq di Nizni Novgorod. LO sviluppo dell’agricoltura mercantile 301 sviluppata. Nei pressi di Pietroburgo, per esempio, è largamente sviluppata la coltura di ortaggi in letti caldi e serre, organizzata da orticultori oriundi della zona di Rostov. I letti caldi dei grandi orticultori si contano a migliaia, quelli degli orticultori medi a centinaia. « Alcuni grandi orticultori preparano cavoli fermen- tati per fornirli all’esercito a decine di migliaia di pud » *. Secondo i dati della statistica degli zemstvo , nel distretto di Pie- troburgo 474 famiglie della popolazione locale sono dedite allor- ticoltura (circa 400 rubli di reddito per fuoco) e 230 alla frut- ticoltura. I rapporti capitalistici sono sviluppati molto ampiamente, sia nella forma del capitale commerciale (questa attività viene sotto- posta al « più feroce sfruttamento da parte delle rivenditrici »), sia nella forma dell’assunzione di oj *rai. Fra la popolazione immi- grata, per esempio, si sono contati 115 orticultori proprietari (red- dito di oltre 3000 rubli per ciascuno) e 71 1 orticultori operai (reddito di 116 rubli a testa) **. A questa categoria di tipici rappresentanti della borghesia ru- rale appartengono anche i contadini orticultori dei pressi di Mosca. « Secondo un calcolo approssimativo, sui mercati di Mosca afflui- scono annualmente oltre 4 milioni di pud di ortaggi e di verdura. Alcuni villaggi esercitano un vasto commercio di ortaggi fermen- tati : la volost di Nogatino vende circa un milione di vedri di cavoli fermentati alle fabbriche e alle caserme, spedendoli persino a Kronstadt... Gli orti mercantili sono diffusi in tutti i distretti del governatorato di Mosca, prevalentemente nei pressi delle città e delle fabbriche » ***. « Il taglio dei cavoli viene effettuato da operai salariati provenienti dal distretto di Volokolamsk » (Rassegna sto- rico-statistica, I, p. 19). Del tutto analoghi sono i rapporti esistenti nella nota zona • Le forze produttive , IV, p. 42. ** Materiali per la statistica dell' economia nazionale nel governatorato di Pietroburgo , fase. V. In realtà gli orticultori sono molto più numerosi di quanto sia indicato net testo, poiché la maggior parte di loro vengono annoverati fra i pro- prietari d’azienda privati, mentre i dati riportati si riferiscono solo aU’economia contadina. *** Le forze produttive , IV, p. 49 e sgg. È interessante osservare che i diversi villaggi si specializzano nella produzione di singoli tipi di ortaggi. 3 02 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA orticola del distretto di Rostov — governatorato di Iaroslavl — , che abbraccia 55 villaggi orticoli: Porecie, Ugodici, ecc. Tranne i pascoli e i prati, qui tutta la terra è da tempo trasformata in orti. Fortemente sviluppata è la lavorazione tecnica degli ortaggi: pro- duzione delle conserve *. Col prodotto della terra vengono con- vertite in merce e la terra stessa e la forza-lavoro. Nonostante la « comunità », l’ineguaglianza della terra gestita, per esempio nel villaggio di Porecie, è molto grande : una famiglia di quattro per- sone ha 7 « orti », 'un’altra di tre ne ha 17; ciò si spiega col fatto che non vi si effettuano ripartizioni radicali; ci sono soltanto divisioni fra privati, per cui i contadini « scambiano liberamente » i loro « orti » e i loro « lotti » ( Rassegna del governatorato di Iaroslavl , pp. 97-98) **. «Gran parte dei lavori campestri... viene eseguita da giornalieri, uomini e donne, che nell’epoca dei lavori affluiscono numerosi a Porecie, sia dalle località che dai governa- torati vicini » (ivi, p. 99). In tutto il governatorato di Iaroslavl le persone occupate fuori sede « nell’agricoltura e nell’orticoltura », ossia, nella maggior parte dei casi, gli operai salariati dediti a que- sto mestiere, si fanno ascendere a 10.322 (di cui 7689 di Rostov) ***. I dati surriportati sull’afflusso di operai rurali nei governatorati delle capitali, in quello di Iaroslavl ecc. devono essere messi in relazione con lo sviluppo non solo della produzione lattiero-casea- ria, ma anche dell’orticoltura mercantile. Nell’orticoltura rientra anche la coltivazione degli ortaggi nelle serre, industria che si sviluppa rapidamente fra i contadini agiati • Rassegna storico- statistica, I; Indicatore delle fabbriche del signor Orlov; Lavori della Commissione per lo studio sull industria artigiana , fase. XIV, articolo del signor Stolpianski; Le forze produttive , IV, p. 46 e sgg. ; Rassegna del gover- natorato di Iaroslavl , fase. II, Iaroslavl, 1896. Il confronto fra i dati del signor Stolpianski (1885) e quelli de\V Indicatore (1890) indica il forte sviluppo della pro- duzione industriale delle conserve in questa zona. ** La pubblicazione menzionata ha perciò pienamente avvalorato il « dubbio », avanzato dal signor Volghìn che « spesso venisse redistribuita la terra su cui sorgono gli orti » (op. cit., p. 172, nota). * M Anche qui sì osserva la caratteristica specializzazione della agricoltura: « È degno di nota il fatto che nei luoghi in cui l’industria orticola è divenuta una speciale occupazione di una parte della popolazione, l’altra parte dei contadini quasi non coltiva ortaggi e li compera nei mercati e nelle fiere » (S. Kouolenko, 1. c.. p 285). LO sviluppo dell'agricoltura mercantile 3°3 dei governatorati di Mosca e di Tver *. Il censimento del 1880/81, il primo del governatorato, contava 88 aziende, con 3011 letti caldi; gli operai erano 213, di cui 47 salariati (22,6 %); valore della produzione: 54.400 rubli. Un proprietario medio di serre doveva investire neir« affare » non meno di 300 rubli. Dei 74 proprietari dei quali vengono forniti i dati per fuoco 41 posseggono terra ac- quistata e altrettanta ne prendono in affitto; si hanno 2,2 cavalli per ciascun proprietario. Ne consegue chiaramente che la coltiva- zione in serra è accessibile solo ai rappresentanti della borghesia contadina **. Nel mezzogiorno della Russia in questo tipo di agricoltura mercantile rientra anche la coltura industriale dei cocomeri e me- loni. Riporteremo brevi indicazioni sul suo sviluppo in una zona descrittaci in un interessante articolo del Viestnì\ Finansov (1897, n. 16) sulla « produzione industriale dei cocomeri ». Questa produ- zione è sorta nel villaggio di Bykovo (distretto di Tsarev, governa- torato di Astrakhan) tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta. Il prodotto, che dapprima veniva smerciato solo nella regione del Volga, con la costruzione delle ferrovie venne inviato nelle capitali. Negli anni ottanta la produzione « aumentò di al- meno dieci volte », grazie agli immensi profitti (150-200 rubli per desiatina) ricavati dagli iniziatori di questa produzione. Come au- tentici piccoli borghesi essi cercarono in tutti i modi di ostacolare l’aumento del numero dei produttori, nascondendo con la mas- sima cura ai vicini il « segreto » della nuova redditizia occupazione. Naturalmente tutti questi eroici sforzi del « contadino aratore » *** per impedire la « fatale concorrenza » **** risultarono impotenti, e * Le forze produttive , IV, pp. 50-51; S. Korolenko, 1 . c., p. 273; Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. VII, fase. I; Raccolta di dati statistici per il governatorato di Tver , voi. Vili, fase. I, distretto di Tver: il cen- simento del 1886-1890 ha calcolato che in questa zona 174 contadini e 7 proprietari privati posseggono 4426 letti caldi, ossia, in media, circa 25 letti caldi a testa. « Nell’azienda contadina essa [questa industria] rappresenta una risorsa conside- revole, ma solo per i contadini agiati... Se le serre hanno più di 20 letti caldi, si assumono operai » (p. 167). ** Cfr. i dati su questa industria neU’appendicc ^1 quinto capitolo, industria n. 9, *** Espressione del signor N.-on per indicare il contadino russo. **** Espressione del signor V. Prugavin, LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 3°4 la produzione si diffuse largamente sia nel governatorato di Saratov che nella regione del Don. La caduta dei prezzi dei cereali negli anni novanta diede un impulso particolare a questa produzione, avendo costretto « gli agricoltori locali a cercare una via d uscita dalla difficile situazione creatasi con i sistemi di avvicenda- mento » *. L'estendersi della produzione ha fortemente aumentato la domanda di lavoro salariato (la coltivazione dei cocomeri e me- loni richiede una quantità molto notevole di lavoro, per cui la lavorazione di una desiatina viene a costare da 30 a 50 rubli) e ancor più fortemente ha aumentato il profitto degli imprenditori e la rendita fondiaria. Nei pressi della stazione chiamata « Log » (ferrovia Griazi-Tsaritsyn) erano coltivate a cocomeri 20 desiatine nel 1884, 500-600 nel 1890, 1400-1500 nel 1896, e il canone d'affitto per una desiatina di terra negli stessi anni aumentava da 30 cope- chi a 1,50-2 rubli e a 4-14 rubli. Il febbrile estendersi dei seminativi ha portato infine, nel 1896, alla sovrapproduzione e alla crisi, che hanno sanzionato definitivamente il carattere capitalistico di questo ramo dell’agricoltura mercantile. I prezzi dei cocomeri sono tal- mente ribassati da non coprire le spese del loro trasporto per fer- rovia. I cocomeri sono stati abbandonati nelle piantagioni, non sono stati raccolti. Gli imprenditori, dopo aver assaporato enormi profitti, hanno ora conosciuto anche le perdite. La cosa più interes- sante, però, è il mezzo che essi hanno scelto per combattere la crisi: questo mezzo consiste nella conquista di nuovi mercati, in una diminuzione del prezzo del prodotto e della tariffa ferroviaria tale da consentire che il prodotto si trasformasse da genere di lusso in genere di consumo per la popolazione (e nei luoghi di produ- zione anche in mangime per il bestiame). ( Das Kapital, I», p. 692) « Generalmente imprese su vasta scala come le ferrovie sottraggono al mercato del lavoro una determinata quantità di forze che può provenire sol- tanto da determinati rami, come Pagricoltura... » (ivi, II voi., p. 303) 90 . La statistica sanitaria di Mosca, per esempio, ha calcolato in questo gover- natorato 114.381 operai di fabbrica e d'officina; questo il numero medio degli operai occupati; il loro numero massimo è di 146.338, quello minimo di 94.214 (Com- pendio generale ecc., voi. IV, parte 1 , p. 98). In percentuale: 128 % - 100 % - 82 %. Aumentando in generale le fluttuazioni del numero degli operai, il capi- talismo attenua anche sotto questo aspetto le differenze fra l’industria e l’agricoltura. LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 3 l8 di tutti i paesi capitalistici. Uno dei principali errori dei populisti è di ignorare il sorgere di un’identica figura tipica in Russia. In quinto luogo. È completamente sbagliato porre la questione della liberazione della stagione invernale dell’agricoltore indipenden- temente dalla questione generale della sovrappopolazione capitali- stica. Il costituirsi di un esercito di riserva di disoccupati è proprio del capitalismo in generale, e le particolarità dell’agricoltura deter- minano solo forme particolari di questo fenomeno. Ecco perchè, per esempio, l’autore del Capitale affronta la questione della distri- buzione dei lavori nell’agricoltura in connessione con la questione della « sovrappopolazione relativa » *, nonché nello speciale capi- tolo in cui tratta della differenza fra « periodo di lavoro » e « tempo di produzione » (Das Kapìtal , II B., 13 0 capitolo). Si chiama pe- riodo di lavoro il tempo durante il quale il prodotto è sottoposto allazione del lavoro; si chiama tempo di produzione il tempo du- rante il quale il prodotto si trova nella produzione, ivi compreso il periodo in cui non è sottoposto all’azione del lavoro. Il periodo di lavoro non coincide con il tempo di produzione in moltissimi rami d’industria, tra cui l’agricoltura è soltanto il più tipico, ma niente affatto l’unico**. Rispetto agli altri paesi europei in Russia la differenza fra il periodo di lavoro nell’agricoltura e il tempo di produzione è particolarmente grande. « Allorché la produzione * Per esempio, a proposito dei rapporti agricoli in Inghilterra Marx dice: « Gli operai agricoli sono costantemente troppi per il fabbisogno medio e sempre troppo pochi per il fabbisogno eccezionale o temporaneo dell’agricoltura » (I 2 , p. 725), per cui, nonostante la costante « sovrappopolazione relativa », la campa- gna risulta insufficientemente popolata. A misura che la produzione capitalistica s’im- padronisce deiragricoltura — dice Marx in un altro punto — sorge una popo- lazione rurale eccedente. « Una parte della popolazione rurale si trova quindi costantemente sul punto di passare fra il proletariato urbano o il proletariato della manifattura» (ivi, p. 668) * 1 ; questa parte della popolazione soffre di disoc- cupazione cronica ; le sue occupazioni sono sommamente irregolari e sono le peggio retribuite (il lavoro a domicilio per i negozi, per esempio, ecc.). •* È particolarmente degna di nota, a questo proposito, l’osservazione di Marx secondo cui anche nell’agricoltura esistono metodi per « ripartire più rego- larmente lungo l’intiero anno » la domanda di lavoro, ossia produzione dei pro- dotti più svariati, passaggio dal sistema dei tre campi a quello dell’avvicendamento delle colture, semina delle radici commestibili, coltura delle erbe foraggiere, ecc. Ma tutti questi metodi « richiedono un ingrandimento del capitale circolante anti- cipato nella produzione, sborsato in salario, concime, sementi, ecc. » (ivi, p. 225-226). LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA MERCANTILE 319 capitalistica produce la separazione tra manifattura e agricoltura il lavoratore agricolo diviene sempre più dipendente da occupa- zioni accessorie puramente casuali, e in tal modo la sua situazione viene peggiorata. Per il capitale... tutte le differenze si compensano nella rotazione, per il lavoratore no » (ivi, pp. 223-224) 02 . L’unica conclusione, quindi, che scaturisce dalle particolarità dell’agricol- tura sotto l’aspetto considerato è che la situazione dell’operaio agricolo dev’essere ancora peggiore di quella dell’operaio indu- striale. Per cui siamo ancora molto lontani dalla « teoria » del signor N.-on, secondo cui la liberazione della stagione invernale è il « motivo fondamentale » del peggioramento della situazione delle «classi agricole» (?!). Se il periodo di lavoro nella nostra agricoltura fosse di dodici mesi, il processo di sviluppo del capi- talismo seguirebbe esattamente il corso attuale; la differenza consi- sterebbe interamente nel fatto che la situazior dell’operaio agri- colo si avvicinerebbe' alquanto a quella dell’operaio industriale *. Vediamo quindi che la « teoria » dei signori V. V. e N.-on non chiarisce nulla nemmeno per quanto riguarda la questione gene- rale dello sviluppo del capitalismo agrario in generale. Le parti- colarità della Russia essa non solo non le spiega, ma, al contrario, le occulta. La disoccupazione invernale della nostra popolazione contadina dipende non tanto dal capitalismo quanto dall’insuf- ficiente sviluppo del capitalismo. Abbiamo già mostrato sopra (§ IV del presente capitolo), in base ai dati sul salario, che fra i gover- natorati grandi-russi quelli che si distinguono per una più accen- tuata disoccupazione invernale sono i governatorati dove il capi- talismo è meno sviluppato, dove predominano le otrabot\i. E ciò è pienamente comprensibile. Le otrabot\ì frenano lo sviluppo della produttività del lavoro, frenano lo sviluppo deirindustria e dell’agricoltura e, quindi, anche della domanda di forza-lavoro, c nel contempo, incatenando il contadino al nudici , non gli garan- tiscono nè il lavoro nella stagione invernale, nè la possibilità di tirare avanti con il suo misero campicello. * Diciamo « alquanto », perchè non è affatto vero che la situazione deH’operajo agricolo peggiori solo a motivo dell’irregolarità del lavoro. 3 2 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA XI Continuazione. Z/« obstcina ». Le concezioni di Marx sulla piccola agricoltura . L’opinione di Engels sull'odierna crisi agraria « Il principio comunitario ostacola la conquista della produ- zione agricola da parte del capitale » : così il signor N.-on formula (p. 72) un’altra diffusa teoria populista, basata anch’essa, come la precedente, su astrazioni. Nel secondo capitolo abbiamo citato tutta una serie di fatti che indicano Perroneità di questa premessa abi- tuale. Ma ora aggiungeremo quanto segue. In generale è un errore pensare che per il sorgere del capitalismo agricolo sia necessaria una determinata forma particolare di possesso fondiario. r< La forma sotto cui il modo di produzione capitalistico ai suoi inizi trova la proprietà fondiaria, non gli corrisponde. Esso stesso crea la forma adeguata, subordinando l’agricoltura al capitale; ed in tal caso anche la proprietà fondiaria feudale, la proprietà del clan, la piccola proprietà dei contadini unita alla comunità rurale* \Mar\gemeinschaft\ nonostante la disparità delle loro forme giu- ridiche, vengono trasformate nella forma economica corrispon- dente a questo modo di produzione » (Das Kapital y III, 2, p. 156) M . Quindi nessun tratto particolare del possesso fondiario può, sostanzialmente, costituire un ostacolo insormontabile al sorgere del capitalismo, che assume forme diverse a seconda delle di- verse condizioni agricole, giuridiche e di vita. Di qui si può vedere quanto fosse errata la stessa impostazione della questione da parte dei nostri populisti, che hanno creato tutta una letteratura sul tema: a obstcina o capitalismo? ». Se, poniamo, un qualche munifico anglomane fisserà un premio per la migliore monografia sull’introduzione in Russia del sistema delle farms , se una qualche società scientifica presenterà un progetto per installare i conta- dini nei bhutory , se un qualche funzionario ozioso escogiterà un • Altrove Marx rileva che « la proprietà comune rappresenta dappertutto il complemento della [piccola] economia parcellare » ( Das K a pi tal, ITI, 2, p. 341). lo sviluppo dell’agricoltura mercantile 321 progetto per creare appezzamenti di 60 desiatine, il populista si affretterà a gettare il guanto della sfida e a partire lancia in resta contro questi « progetti borghesi » di « introdurre il capitalismo » e di distruggere Yobstcina, palladio della « produzione popolare ». Al buon populista non passa nemmeno per la mente lutea che, per quanto siano stati escogitati e respinti progetti d'ogni genere, il capitalismo ha seguito la sua via, e il vilhggioobstcina ha attra- versato e portato a compimento un processo di trasformazione * in villaggio di piccoli agrari* Ecco perchè noi consideriamo con molta indifferenza la que- stione vera e propria della forma del possesso fondiario contadino. Quale che sia questa forma, l’atteggiamento della borghesia con- tadina verso il proletariato rurale non muterà sostanzialmente in alcun modo. La questione veramente importante non concerne affatto la forma del possesso fondiario, ma quei residui dei vecchi tempi puramente medioevali che continuano a gravare sulla popo- lazione contadina : carattere chiuso, di ceto a sè, delle comunità con- tadine, responsabilità collettiva, esorbitante carico fiscale sulla terra contadina — che non ammette assolutamente confronti col carico fiscale che grava sulle terre di proprietà privata —, assenza della piena libertà di mobilizzazione delle terre contadine, di sposta- mento e di migrazione dei contadini **. Tutti questi istituti anti- quati, senza minimamente garantire la popolazione contadina dalla disgregazione, portano solo a moltiplicare le varie forme di otra- bot\i e semiservitù, a frenare enormemente tutto lo sviluppo sociale. • Se ci diranno che con questa affermazione precorriamo i tempi, rispon- deremo quanto segue. Chi vuol rappresentare un qualsiasi fenomeno vivo nel suo sviluppo deve inevitabilmente e necessariamente affrontare il dilemma: o precorrere i tempi, o rimanere indietro. Non c’è via di mezzo. E se tutti i dati indicano che il carattere deirevoluzione sociale è precisamente questo, che tale evoluzione è già molto inoltrata (cfr. secondo capitolo); se inoltre sono state chiaramente indicate le circostanze e gli istituti che intralciano questa evoluzione (tassazione esorbitante, isolamento di ceto dei contadini, mancanza della completa libertà di mobilizzazione della terra, di spostamento e migrazione), allora non è affatto sbagliato precorrere i tempi. ** Nella difesa di alcuni di questi istituti da parte dei populisti si manifesta con particolare perspicuità il carattere reazionario delle loro concezioni, che gra- dualmente li avvicinano sempre più agli agrari. LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 3^ Per concludere dobbiamo soffermarci ancora sull’originale ten- tativo dei populisti di interpretare alcune asserzioni di Marx e di Engels nel terzo volume del Capitale a sostegno delle loro opi- nioni circa la superiorità della piccola agricoltura sulla grande, circa il fatto che il capitalismo agrario non avrebbe una funzione storica progressiva. Con questo intento essi citano con particolare frequenza il seguente passo del terzo volume del Capitale : « La morale della favola, morale che si può anche trarre da altre osservazioni nel campo agricolo, è che il sistema capitalistico ostacola una agricoltura razionale, ovvero che quest’ultima è incom- patibile col sistema capitalistico (benché esso ne favorisca lo svi- luppo tecnico), e che ad essa è necessaria l’opera del piccolo pro- prietario che lavora in proprio [selbst arbeitenden~\, ovvero il con- trollo dei produttori associati» (III, 1, p. 98. Trad. russa, p. 83) 94 . Ma che cosa scaturisce da questa affermazione (che, noteremo di passaggio, costituisce un frammento del tutto isolato, inserito nel capitolo che tratta del modo in cui la variazione dei prezzi delle materie prime influisce sul profitto, e non già nella sesta sezione, appositamente dedicata all’agricoltura)? Che il capita- lismo sia incompatibile con un’organizzazione razionale deH’agri- coltura (nonché dell’industria) è cosa nota da molto tempo e non è su ciò che verte la discussione con i populisti. Qui Marx ha par- ticolarmente sottolineato proprio la funzione storica progressiva del capitalismo nell’agricoltura. Resta poi l’accenno di Marx al « piccolo proprietario che lavora in proprio ». Nessuno dei popu- listi che l’hanno citato si è dato la pena di spiegare in che senso egli lo intenda, si è dato la pena di mettere questo accenno in rela- zione, da una parte, col contesto e, dall’altra, con la dottrina gene- rale di Marx sulla piccola agricoltura. Nel passo citato del Capitale si considerava come oscillino fortemente i prezzi delle materie prime, come queste oscillazioni turbino la proporzionalità e la sistematicità della produzione, alterino la correlazione fra agricol- tura e industria. È solo sotto questo rapporto — sotto il rapporto della proporzionalità, della sistematicità, della pianificazione della produzione — che Marx confronta la piccola azienda contadina con l’azienda dei a produttori associati ». Sotto questo rapporto anche la piccola industria medioevale (artigianato) assomiglia al- LO sviluppo dell’agricoltura mercantile 3 2 3 l’azienda dei « produttori associati » (cfr. Misere de la philosophie ; ed. cit., p. 90) ® 5 , ma il capitalismo si distingue da entrambi questi sistemi di economia sociale per l’anarchia della produzione. In base a quale logica si può dunque trarre di qui la conclusione che Marx riconoscesse la vitalità della piccola agricoltura* che non ricono- scesse la funzione storica progressiva del capitalismo neiragricol- tura? Ecco come si è espresso Marx su questa questione nella se- zione speciale dedicata all’agricoltura, nell’ apposito paragrafo sulla piccola azienda contadina (cap. XLVII, § V) : «La proprietà parcellare esclude per la sua stessa natura: lo sviluppo delle forze sociali di produzione del lavoro, le forme so- ciali del lavoro, la concentrazione sociale dei capitali, l’allevamento del bestiame su larga scala ed una applicazione progressiva della scienza. « L’usura e il sistema fiscale devono portare dovunque al suo impoverimento. L’esborso del capitale per l’acquisto della terra sottrae questo capitale alla coltivazione. Un’illimitata dispersione dei mezzi di produzione e l’isolamento dei produttori stessi. Enorme sperpero di energia umana. Progressivo peggioramento delle condizioni di produzione e rincaro dei prezzi dei mezzi di produzione sono una legge necessaria della proprietà parcellare. Annate fertili sono una disgrazia per questo modo di produzione » (III, 2, pp. 341-342. Trad. russa, p. 667) 97 . « La piccola proprietà fondiaria presuppone che la grandissima maggioranza della popolazione sia agricola e che predomini non il lavoro sociale, ma quello isolato; perciò la ricchezza e lo sviluppo della riproduzione delle sue condizioni sia materiali che spirituali è in tali casi escluso, e sono quindi escluse anche le condizioni di una coltura razionale » (III, 2, p. 347. Trad. russa, p. 672) L’autore di queste righe non solo non chiudeva gli occhi sulle contraddizioni proprie della grande agricoltura capitalistica, ma, al contrario, le denunciava implacabilmente. Ciò non gli impediva, però, di apprezzare la funzione storica del capitalismo. * Rammentiamo che Engels, poco prima di morire, quando la crisi agraria si era pienamente manifestata in seguito al crollo dei prezzi, ritenne necessario insorgere decisamente contro i « discepoli » francesi, che avevano fatto alcune concessioni alla dottrina della vitalità della piccola agricoltura 9 ®. 3*4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA « ... Costituisce uno dei più grandi risultati del modo di: pro- duzione capitalistico il trasformare da un lato Tagricoltura, da un metodo puramente empirico, che si trasmetteva meccanicamente di padre in figlio, della parte meno sviluppata della società, in una cosciente applicazione scientifica deiragronomia, nella misura in cui ciò è possibile nel quadro dei rapporti dati con la proprietà privata; il liberare radicalmente la proprietà fondiaria da un lato dai rapporti di servitù e di schiavismo, il separare d'altro lato net- tamente la terra, come condizione di lavoro, dalla proprietà ter- riera e dal proprietario terriero... Da un lato la razionalizzazione del Tagricol tura, che per la prima volta ne permette la gestione sociale, la riduzione ad absurdum della proprietà fondiaria dal- laltro, costituiscono i grandi meriti del modo di produzione capi- talistico. Al pari di tutti gli altri suoi progressi storici, esso ha realizzato anche questo a prezzo del più completo impoverimento dei produttori diretti » (III, 2, pp. 156-157. Trad. russa, pp. 509- 5 10 ) "• Queste affermazioni così categoriche non dovrebbero dare adito a due opinioni circa il modo in cui Marx considerava la questione della funzione storica progressiva del capitalismo agrario. Tut- tavia il signor N.-on ha trovato un altro pretesto: ha citato l'opi- nione di Engels suirodierna crisi agraria, opinione che, secondo lui, dovrebbe confutare la tesi della funzione progressiva del capi- talismo neir agricoltura *. Esaminiamo che cosa in realtà dice Engels. Raggruppando le * • Cfr. Novoie Slavo , 1896, n. 5, febbraio, lettera alla redazione del signor N.-on, pp. 256-261. Vi si trova anche la « citazione » relativa alla « morale della favola ». £ significativo il fatto che nè il signor N.-on, nè alcun altro dei nume- rosi economisti populisti che hanno cercato di chiamare in causa l'odierna crisi agraria per confutare la teoria della funzione storica progressiva del capitalismo nell’agricoltura, nemmeno una volta abbiano posto la questione francamente, sul terreno di una precisa teoria economica; nemmeno una volta abbiano esposto le ragioni che hanno indotto Marx a riconoscere il carattere progressivo della funzione storica del capitalismo agrario ed indicato con esattezza quali precisa- mente di queste ragioni essi neghino, e perchè precisamente le neghino. Anche in questo, come negli altri casi, gli economisti populisti preferiscono non attaccare direttamente la teoria di Marx, limitandosi a vaghi accenni all’indirizzo dei « disce- poli russi ». Pur limitandoci nella presente opera aH'economia della Russia, abbiamo riferito sopra i motivi del nostro giudizio su questa questione. Lo sviluppo dell’agricoltura mercantile 3 2 5 tesi fondamentali della teoria di Marx sulla rendita differenziale, Engels stabilisce la legge che « quanto più capitale è investito in un terreno e quanto più elevato è lo sviluppo dell’agricoltura e della civiltà in generale in un dato paese, tanto più le rendite aumen- tano per acro al pari della somma totale delle rendite, e tanto più ingente diviene il tributo pagato dalla società ai grandi pro- prietari fondiari nella forma di plusprofitti » (. Das Kapital y III, 2, p. 258. Trad. russa, p. 597) 10 °. Questa legge — lice Engels — spiega la « meravigliosa vitalità della classe dei grandi proprietari terrieri », che accumulano masse di debiti e nondimeno ad ogni crisi «cadono in piedi »; in Inghilterra, per esempio, Tabolizione delle leggi sul grano, che diminuì i prezzi del grano, non solo non rovinò i landlordsy ma, al contrario, li arricchì straordinariamente. Potrebbe, dunque sembrare che il capitalismo non sia in grado di intaccare la forza del monopolio rappresentato dalla proprietà fondiaria. « Ma tutto passa » — continua Engels — . Le navi a vapore che attraversano gli oceani e le ferrovie del Nord e del Sud America e deirindia provocarono il sorgere di nuovi concorrenti. Le pra- terie nordamericane, le steppe argentine ecc. inondarono il mer- cato mondiale di grano a buon mercato. « Ed a questa concorrenza — del terreno vergine della steppa come pure del terreno dei con- tadini russi ed indiani schiacciati dalla pressione fiscale — l’affit- tuario e il contadino europeo non potevano resistere con le vec* chie rendite. Una parte della terra europea venne definitivamente eliminata dalla concorrenza per la coltura del grano, le rendite diminuirono dovunque; il nostro secondo caso, variante II (prezzo in diminuzione e produttività decrescente degli investimenti addi- zionali di capitale) divenne la regola per l’Europa. E ciò spiega le lagnanze degli agrari dalla Scozia all’Italia e dalla Francia del Sud fino alla Prussia Orientale. Fortunatamente non tutte le steppe sono state messe a coltura; ne esistono ancora in numero sufficiente per rovinare tutta la grande proprietà terriera dell’Europa ed in aggiunta anche la piccola (ivi, p. 260. Trad. russa, p. 598, con l’omissione della parola « fortunatamente ») 10 \ Se il lettore ha letto attentamente questo passo, dev essergli chiaro che Engels dice esattamente l’opposto di ciò che vuol fargli 326 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA dire il signor N.-on. Secondo l’opinione di Engels, l’odierna crisi agricola diminuisce la rendita e tende persino a distruggerla com- pletamente, ossia il capitalismo agrario attua la sua peculiare ten- denza ad eliminare il monopolio della proprietà terriera. No, il nostro signor N.-on non ha fortuna con le sue « citazioni ». Il capitalismo agrario compie ancora un nuovo, immenso passo in avanti; estende all’infinito la produzione mercantile dei prodotti agricoli, attirando neirarena mondiale tutta una serie di nuovi paesi; scaccia l'agricoltura patriarcale dai suoi ultimi rifugi, quali l'India o la Russia; crea una produzione, mai vista prima d’ora nell'agricoltura, puramente industriale del grano, fondata sulla cooperazione di masse di operai dotati delle macchine più perfe- zionate; aggrava all’estremo la situazione dei vecchi paesi europei, diminuisce la rendita, minando, così, quelli che sembravano i mo- nopoli più solidi e riducendo la proprietà terriera « ad absurdum » non solo nella teoria, ma anche nella pratica; pone con tale risalto la questione della necessità di socializzare la produzione agricola che in Occidente persino i rappresentanti delle classi abbienti co- minciano ad avvertirla *. Ed Engels, con la serena ironia che lo caratterizza, saluta gli ultimi passi del capitalismo mondiale : for- tunatamente — egli dice — sono rimaste ancora abbastanza steppe incolte per far procedere ulteriormente le cose nello stesso modo. E il buon signor N.-on, à propos des bottes , rimpiange il vecchio « contadino aratore », il ristagno della nostra agricoltura e le varie forme di semiservitù agricola... « consacrata dai secoli », che non hanno potuto scuotere « nè la confusione dell’epoca degli appannaggi, ne il giogo tataro », e che adesso — orrore! — questo mostruoso capitalismo ha cominciato a scuotere nel modo più risoluto! O, sancta simplicitas! • Non sono forse caratteristici, infatti, certi « segni dei tempi » come il celebre Antrag Kanitz [proposta Kanitz, - N. d . /?.] al Reichstag tedesco 103 , 0 il progetto dei jarmtrs americani di trasformare tutti i silos in proprietà statale? CAPITOLO V I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA Passiamo ora dallagricoltura all’industria. Anche qui il nostro compito si formula nello stesso modo come per l’agricoltura: dobbiamo analizzare le forme dell’industria russa dopo la riforma, studiare cioè il sistema dei rapporti economico-sociali nell’indu- stria di trasformazione e l’evoluzione di questo sistema. Incomin- ceremo dalle forme più semplici e primitive e ne seguiremo lo sviluppo. I L’industria domestica e l’industria dei remeslennikj Chiamiamo industria domestica la lavorazione delle materie prime nella stessa azienda (famiglia contadina) che le produce. Le industrie domestiche costituiscono un complemento necessario delPeconomia naturale, le cui vestigia sopravvivono quasi sempre dovunque ci siano dei piccoli contadini. È naturale perciò che nella letteratura economica russa s’incontrino ripetuti accenni a questo tipo di industria (produzione domestica di articoli di lino, canapa, legno ecc. per il consumo familiare). Una diffusione più o meno vasta dell’industria domestica si può tuttavia costatare attualmente solo in poche località, tra le più remote, come, per esempio, sino a poco tempo fa, la Siberia. L’industria come occupazione unica non esiste ancora in questa forma: qui essa è inscindibilmente legata all’agricoltura, con la quale costituisce un tutto unico. 328 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA La prima forma di industria staccata dall’agricoltura patriar- cale è quella dei remc$lenni\i , cioè la produzione di articoli dietro ordinazione del consumatore*. La materia prima può apparte- nere al consumatore committente 0 al remeslennì\ e la retribu- zione del lavoro del rcmcslennib^ viene effettuata in denaro 0 in natura (locali e mantenimento del remeslenni\ remunerazione con una parte del prodotto, per esempio farina, ecc.). L’in- dustria dei rcmcslenniì(i , che è parte integrante della vita urbana, è diffusa in misura notevole anche nei villaggi, dove serve di com- plemento all’azienda contadina. Una percentuale della popola- zione rurale è costituita da remcslcnnU{ì specialisti, che si occupano (talvolta esclusivamente, talora insieme con l’agricoltura) della lavorazione delle pelli, delle calzature, del vestiario, lavorano come fabbri, tingono tessuti di produzione domestica, rifiniscono il panno dei contadini, macinano il grano, ecc. Dato il modo estrema- mente inadeguato in cui viene compilata la nostra statistica eco- nomica, non si ha nessun dato preciso sul grado di diffusione dei remeslcnnikj in Russia: accenni isolati a questa forma di attività produttiva si trovano qua e là in tutte le descrizioni dell’azienda contadina, nelle indagini sulla cosiddetta industria « artigiana » **, e capita di trovarne perfino nella statistica ufficiale delle fabbriche e delle officine ***. Le raccolte statistiche degli zemstvo, registrando • Kundenproduf{tion. Cfr. Karl Bucher, Die Entstehung der V ol\swirtschaft , Tùbingen, 1893 103 . ** Sarebbe impossibile riportare qui le citazioni che convalidano quanto si è detto: una massa di accenni ai remcslenni\i è dispersa in tutte le indagini sull’in- dustria artigiana, sebbene — secondo l’opinione più accreditata — essi non rien- trino nel novero degli artigiani. Vedremo ancora più volte quanto sia impreciso il termine « artigianato ». * # * Lo stato caotico di questa statistica è illustrato con particolare chiarezza dal fatta che sinora non sono stati elaborati i metodi per distinguere i laboratori dei remeslennikj dalle fabbriche e dalle officine. Negli anni sessanta, per esempio, fra queste ultime erano incluse le tintorie rurali di tipo puramente artigiano ( An- nuario del Ministero delle finanze , voi. I, pp. 172-176); nel 1890 le gualchiere dei contadini sono state confuse con le fabbriche di panno (Indicatore delle fabbriche e delle officine di Orlov, III ediz., p. 21), ecc. Da questa confusione non si è libe- rato nemmeno il recentissimo Elenco delle fabbriche e delle officine (Pietroburgo, 1897). Cfr. esempi nei nostri Studi, pp. 270-271. (Cfr., nella presente edizione, voi. 4 [di prossima pubblicazione], l’articolo A proposito della nostra statistica delle fabbriche ed officine. - N. d . R.). I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL'INDUSTRIA 329 le industrie* contadine, distinguono talvolta in un gruppo a sè i remeslennihi (cfr. Rudnev, 1 . c.), ma includono in questo gruppo (secondo la terminologia corrente) tutti gli operai edili. Dal punto di vista politico ed economico, ciò è completamente sbagliato, perchè la massa degli operai edili non rientra nella cate- goria degli industriali indipendenti che lavorano dietro ordinazione dei consumatori, ma in quella degli operai salariati, assunti dagli appaltatori. Certamente non è sempre facile distinguere il reme - slenni\ rurale dal piccolo produttore di merci o dall’operaio sala- riato; per fare questo è necessario Tesarne economico dèi dati su ogni piccolo industriale. L’elaborazione dei dati del ensimento de- gli artigiani di Perm del 1894/95 ** rappresenta un tentativo note- vole di rigorosa distinzione tra Tindustria dei remeslenni\ì e le altre forme di piccola industria. È stato calcolato che nei villaggi i re - meslenniì(i locali costituiscono approssimativamente Tun per cento della popolazione contadina, e (come era prevedibile) è risultato che la percentuale dei remeslennify è più alta nei distretti dove Tin- dustria è meno sviluppata. Rispetto ai piccoli produttori di merci i rcmcdennil(i si distinguono per un più stretto legame con la terra: su 100 remeslennì\ì 80,6 coltivano la terra (per gli altri « artigiani » questa percentuale è inferiore). L’impiego di lavoro salariato s’in- contra anche fra i remeslennify, ma fra gli industriali di questo tipo è più debolmente sviluppato che fra gli altri. Le dimensioni dei laboratori (in base al numero degli operai) dei remeslennikt sono egualmente più piccole. È stato calcolato che il guadagno me- dio del remeslenni\ agricoltore è di 43,9 rubli all’anno e quello del non agricoltore di 102,9 rubli. Ci limitiamo a queste brevi indicazioni perchè un esame particolareggiato delTindustria dei remeslennìkj non rientra nel nostro compito. In questa forma d’industria non esiste ancora produzione mercantile, la circolazione delle merci qui appare solo • Per il significato particolare che talora hanno i termini « industria » e « industriali » cfr, sopra, pp. 75-76 ( N . d. R .). * # Abbiamo dedicato esclusivamente a questo censimento un articolo nei nostri Studi, pp. 1 13-199 (cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp. 343-452. - N . d . R.). Tutti i dati concernenti gli « artigiani » di Perm citati nel testo sono presi da quell'articolo. 22 - 574 33 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA nel caso in cui il remeslennì\ riceva il pagamento in denaro o venda la quota di prodotto ricevuta per il suo lavoro per com- prarsi le materie prime e gli strumenti di produzione. Il prodotto del lavoro del remeslenni\ non compare sul mercato, in quanto quasi non esce dal campo dell’economia naturale del contadino*. È naturale perciò che l’industria dei remeslennikj sia caratterizzata dalla stessa routine , dallo stesso frazionamento e dalla stessa limi- tatezza della piccola agricoltura patriarcale. L’unico elemento di sviluppo inerente a questa forma di attività produttiva è l’esodo dei remeslennify verso altre località in cerca di guadagno. Questo esodo si è sviluppato nei nostri villaggi in modo abbastanza vasto, particolarmente in passato; di solito ha avuto come risultato l’or- ganizzazione di stabilimenti artigiani indipendenti nei luoghi in cui sono affluiti i remeslenrìtkj. II I piccoli produttori dì merci nell’ industria. Lo spirito corporativo nelle piccole industrie Abbiamo già osservato che il remeslenni\ compare sul mercato, sia pure non con il prodotto che egli produce. È naturale che, una volta venuto a contatto con il mercato, col tempo egli passi anche alla produzione per il mercato, vale a dire divenga produt- tore di merci . Questo passaggio si compie gradualmente, da prin- cipio in via di esperimento: si vendono i prodotti casualmente rimasti in mano propria o fabbricati nelle ore libere. La gradualità del passaggio è accentuata maggiormentè dal fatto che all’inizio il mercato per lo smercio di questi articoli è estremamente ri- • L’affinità tra l’industria dei remeslenni\i e l’economia naturale dei contadini suscita talvolta fra i contadini il tentativo di organizzare il lavoro di un rcme- slennif^ per tutta una località: i contadini assicurano al remeslenni ^ il manteni- mento, impegnandolo a lavorare per tutti gli abitanti di quella località. Attualmente un simile sistema di produzione industriale si può trovare solo come caso eccezionale o nelle zone periferiche più sperdute (per esempio in alcuni villaggi della Trans- caucasia è stato organizzato in questo modo il lavoro del fabbro. Cfr. Resoconti e indagini sull’industria artigiana in Rrsssia, voi. II, p. 321). I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 331 stretto, sicché la distanza fra il produttore e i consumatori aumenta in modo impercettibile: come prima, il prodotto passa direttamente dalle mani del produttore nelle mani del consu- matore, e inoltre in un primo tempo il prodotto invece di es- sere venduto viene scambiato con prodotti agricoli *; L’ulte- riore sviluppo dell’economia mercantile si manifesta nell’espan- sione del commercio, nella comparsa di s\upstàì{i commercianti specializzati; mercato di sbocco degli articoli non è più il piccolo mercato del villaggio o la fiera **, ma tutta una regione, poi tutto il paese e talvolta persino anche altri paesi. La produzione dei pro- dotti dell’industria sotto forma di merce pone la prima base della separazione dell’industria dall’agricoltura e del loro scambio reci- proco. Il signor N.-on, con lo schematismo e l’astrattezza d’interpre- tazione che lo caratterizzano, si limita a dichiarare che la « separa- zione dell’industria dall’agricoltura » è una particolarità « del capitalismo )> in generale, senza darsi la pena di esaminare nè le differenti forme di questa separazione, nè le differenti fasi del capitalismo. È importante rilevare perciò che già la stessa piccola produzione mercantile delle industrie contadine incomincia a sepa- rare l’industria dall’agricoltura, sebbene in questa fase di sviluppo, nella maggior parte dei casi, l’industriale non sia ancora distinto dall’agricoltore. Vedremo più avanti come nelle fasi più sviluppate il capitalismo conduca alla separazione delle, aziende industriali da quelle agricole, alla separazione degli operai industriali dagli agricoltori. Nelle forme embrionali della produzione mercantile la concor- renza fra gli « artigiani » è ancora molto debole, ma a misura che * Per esempio lo scambio di terraglie con grano, ecc. Quando il prezzo del grano era basso, una pentola era scambiata talvolta con la quantità di grano che poteva contenere. Cfr. Resoconti e indagini , I T p. 340; Le industrie del governa- torato di Vladimir , V, p. 140; Lavori della Commissione artigiana , I, p. 61. •• L’indagine su una di queste fiere di villaggio ha mostrato che il 31 % di tutta la cifra d’affari della fiera (circa 15.000 rubli su 50.000) spettava precisamente ai prodotti « artigiani ». Cfr. Lavori della Commissione artigiana , I, p. 38. Quanto sia ristretto di solito all’inizio il mercato di sbocco per i piccoli produttori di merci risulta per esempio dal fatto che i calzolai di Pollava vendano i loro arti- coli solo entro un raggio di 60 verste dal loro villaggio. Resoconti e indagini, I, P . 287. LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 33 2 il mercato si espande e abbraccia vaste zone, questa concorrenza diviene sempre più forte, turbando la prosperità patriarcale del piccolo industriale, creata dal suo effettivo monopolio. Il piccolo produttore di merci sente che i suoi interessi, in opposizione agli interessi della restante società, esigono la conservazione di questo monopolio, e perciò teme la concorrenza. Egli compie ogni sforzo, sia individualmente che collettivamente, per frenare la concorrenza, per « non lasciar entrare » rivali nella sua zona, per rafforzare la sua posizione agiata di piccolo padrone che ha una determinata cerchia di clienti. Questo timore della concorrenza chiarisce con tanta evidenza la vera natura sociale del piccolo produttore di merci che riteniamo necessario soffermarci un po’ più partico- lareggiatamente sui fatti che rientrano in questo campo. Per prima cosa citeremo un esempio che riguarda Fattività dei remeslennìk}. I conciatori di pelli di montone di Kaluga si recano negli altri governatorati per conciare le pelli; quest’industria è in declino dopo l’abolizione della servitù della gleba; i proprietari nobili, permettendo loro 1 di andare « a conciar pelli » dietro pagamento di un forte obro \ , sorvegliavano attentamente i conciatori perchè non uscissero dal « posto loro assegnato » e non permettevano ad altri conciatori di invadere la zona altrui. Organizzata in questo modo, quest’industria era talmente vantaggiosa che le « circo- scrizioni » sì cedevano per 500 e 1000 rubli, e l’arrivo di un reme - slenni \ in una zona altrui conduceva talvolta a scontri sangui- nosi. L’abolizione della servitù della gleba ha scalzato questa pro- sperità medioevale; «anche in questo caso la comodità degli spo- stamenti per ferrovia agevola la concorrenza » *. Fra i fenomeni dello stesso genere rientra la tendenza dei piccoli industriali a na- scondere le invenzioni e i miglioramenti tecnici, a celare agli altri un’occupazione vantaggiosa, per impedire la « nefasta concor- renza », tendenza costatata in tutta una serie di industrie e che assume realmente il carattere di regola generale. Coloro che hanno fondato una nuova industria o che ne hanno in qualche modo per- fezionato una vecchia nascondono con tutte le forze ai compae- sani i metodi di lavoro vantaggiosi, ricorrendo a tale scopo a di- Lavori della Commissione artigiana t I, pp. 35-36. I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL'INDUSTRIA 333 verse astuzie (ad esempio, per stornare l’attenzione, conservano i vecchi impianti), non lasciano entrare nessuno nei loro laboratori, lavorano in soffitta, non parlano dei loro metodi di produzione nemmeno ai propri figli*. Il lento sviluppo della produzione dei pennelli nel governatorato di Mosca « si spiega di solito con il fatto che i produttori che esistono oggi non vogliono avere nuovi concorrenti. Si dice che, nei limiti del possibile, essi cerchino di non mostrare ad estranei i loro lavori, sicché soltanto un produttore impiega apprendisti che non appartengono alla sua famiglia » **. Leggiamo a proposito del villaggio di Besvodnoie, nel governato- rato di Nizni Novgorod, noto per la sua produzione di articoli di metallo : « È notevole il fatto che tuttora » (e precisamente sino al- l’inizio degli anni cinquanta) gli abitanti di Besvodnoie « nascon- dono accuratamente la loro arte ai contadini delle vicinanze. Più di una volta hanno tentato di far imporre dall’amministrazione della volost una norma che punisca chi trasmette i segreti del me- stiere in un’altra località. Siccome non sono riusciti a ottenere questo provvedimento formale, l’osservanza del divieto in un certo senso grava moralmente su ciascuno di loro, per cui essi non con- cedono le loro figlie in moglie ai pretendenti dei villaggi vicini e, per quanto possibile, non sposano le ragazze di quei vil- laggi » ***. Gli economisti populisti non solo hanno cercato di lasciare nel- lk)mbra il fatto che la massa dei piccoli industriali contadini appar- tiene ai produttori di merci, ma hanno creato persino una leg- genda sul presunto profondo antagonismo che esisterebbe fra l’or- • Cfr. Lavori della Commissione artigiana, I, p. 81; V, p. 460; IX, p. 2526; Le industrie del governatorato di Mosca, voi. VI, fase. I, pp. 6- 7, 253; voi. VI, fase. II, p. 142; voi. VII, fase. I, parte II, su un fondatore dell’« industria della stampa»; Le industrie del governatorato di Vladimir , I, pp. 145-149; Resoconti ed indagini , I, p. 89; Grigokiev, L'industria artigiana delle serrature e dei coltelli nella zona di Pavlovo (supplemento alla pubblicazione 11 Volga , Mosca, 1881), p. 39. Il signor V. V. cita alcuni di questi fatti nei suoi Lineamenti dell' industria artigiana (Pietroburgo, 1886), p. 192 e sg g., e ne deduce solo che gli artigiani non respin- gono i nuovi ritrovati; non gli passa nemmeno per il capo che questi fatti carat- terizzino la posizione di classe del piccoli produttori di merci nella società odierna e i loro interessi di classe. •• Le industrie del governatorato di Mosca, VI, 2, p. 193. **• Lavori della Commissione artigiana, IX, p. 2404. 334 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA ganizzazione economica delle piccole industrie contadine e la grande industria. L'inconsistenza di questa opinione risulta anche, fra laltro, dai dati surriportati. Se il grande industriale non bada ai mezzi pur di assicurarsi il monopolio, il contadino « artigiano )> sotto questo aspetto è suo fratello; il piccolo borghese si sforza con i suoi piccoli mezzi di difendere in sostanza gli stessi inte- ressi di classe a difesa dei quali il grande fabbricante anela al pro- tezionismo, a premi, a privilegi, ecc. * IH Lo sviluppo delle piccole industrie dopo la riforma. Le due forme e il significato di questo processo Da quanto sopra scaturiscono anche i seguenti tratti caratte- ristici, degni di nota, della piccola produzione. La comparsa di una nuova industria denota, come abbiamo già osservato, il pro- cesso di sviluppo della divisione sociale del lavoro. Perciò questo processo deve aver luogo necessariamente in ogni società capita- listica, in quanto essa conserva ancora in questa o quella misura dei contadini ed un'agricoltura seminaturale, in quanto i diversi istituti e tradizioni dei vecchi tempi (dovuti alle cattive vie di comu- nicazione, ecc.) impediscono alla grande industria meccanica di so- stituire immediatamente Pindustria domestica. Ad ogni passo avanti compiuto daireconomia mercantile emergono inevitabilmente dalla popolazione contadina sempre nuovi « industriali »; questo processo prepara, per così dire, un nuovo terreno, spiana nuovi campi nelle zone più arretrate del paese o nei rami più arretrati deirindustria per la successiva conquista da parte del capitalismo. Questo stesso sviluppo del capitalismo si manifesta in altre parti del paese o in altri rami d'industria in modo completamente di- verso: non con Paumento, ma con la diminuzione del numero # Il piccolo borghese, sentendo che la concorrenza lo rovina, cerca di ostaco- larla, esattamente come il populista, suo ideologo, sente che il capitalismo abhatte i « pilastri » cari al suo cuore e perciò si sforza di « scongiurare », impedire, frenare, ecc. ecc. I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 335 dei piccoli laboratori e degli operai a domicilio assorbiti dalla fab- brica. È evidente che per studiare lo sviluppo del capitalismo nel- l’industria di un determinato paese è necessario distinguere nel modo più rigoroso questi processi; se si confondono l’uno con l’altro non si può che giungere ad una completa confusione delle idee *. In Russia, dopo la riforma, lo sviluppo delle piccole industrie, che denota i primi passi dell ascesa del capitalismo, si è manife- stato e continua a manifestarsi in duplice modo: in primo luogo nelle migrazioni dei piccoli industriali e dei remeslenni\i dai gover- natorati centrali, popolati da molto tempo e più sviluppati eco- nomicamente, verso le regioni periferiche; in secondo luogo nella formazione di nuove piccole industrie e nell’espansione di quelle già esistenti fra la popolazione locale. Il primo di questi processi è uno dei fenomeni che accompa- gnano la colonizzazione delle regioni periferiche che abbiamo già indicato sopra (quarto capitolo, § II). Il contadino industriale dei governatorati di Nizni Novgorod, Vladimir, Tver, Ka- luga, ecc., quando si accorge che con l’incremento della popola- zione aumenta la concorrenza e che lo sviluppo della manifattura capitalistica e della fabbrica minaccia la piccola produzione, emi- gra nel mezzogiorno, dove la gente « che ha un mestiere » è poca, i guadagni buoni e la vita a buon mercato. Nella nuova zona, con l’impianto di un piccolo stabilimento si dà inizio a una nuova • Ecco un esempio interessante del modo come in uno stesso governatorato, nello stesso tempo e nella stessa industria si combinano questi due diversi processi. Nel governatorato di Viatka la produzione dei filatoi è un complemento della pro- duzione domestica dei tessuti. Lo sviluppo di questa industria segna la nascita della produzione mercantile, che abbraccia la fabbricazione di uno degli strumenti di produzione dei tessuti. Vediamo poi che nei luoghi più remoti del governatorato, nella parte settentrionale, il filatoio è quasi sconosciuto {Materiali per la descrizione delle industrie del governatorato di Viat\a , II, p. 27), e che là « l’industria po- trebbe nuovamente sorgere », vale a dire potrebbe aprire il primo varco nella pa- triarcale economia naturale dei contadini. Invece in altre parti del governatorato questa industria è già in declino, e gli esperti ritengono che la causa probabile del declino sia « la sempre maggiore diffusione nell’ambiente contadino dell'uso dei cotonami prodotti dalle fabbriche » (p. 26). Qui, per conseguenza, l’espansione della produzione mercantile e del capitalismo si manifesta già nella sostituzione della fabbrica alla piccola industria. 33 6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA industria contadina, che si diffonde poi nella località in questione c nei dintorni. Le zone centrali del paese, che posseggono una secolare cultura industriale, hanno contribuito in questo modo allo sviluppo di questa medesima cultura nelle nuove parti del paese che incominciano a popolarsi. I rapporti capitalistici (che carat- terizzano, come vedremo in seguito, anche le piccole industrie contadine) si sono estesi in questo modo a tutto il paese # . Passiamo ai fatti che illustrano il secondo dei processi suindicati. Osserviamo innanzitutto che, quando costatiamo il moltiplicarsi dei piccoli stabilimenti e delle piccole industrie dei contadini, per il momento non trattiamo la questione della loro organizzazione economica : da quanto segue si vedrà che queste industrie condu- cono alla formazione della cooperazione capitalistica semplice e del capitale commerciale oppure costituiscono una parte integrante della manifattura capitalistica. Nel distretto di Arzamas, governatorato di Nizni Novgorod, l’industria delle pellicce, sorta dapprima nella città di Arzamas, si è estesa gradualmente alle località suburbane, abbracciando un ter- ritorio sempre più vasto. Da principio nei villaggi c’erano pochi pellicciai che avevano molti operai salariati; la mano d’opera co- stava poco, giacche essi erano assunti come apprendisti. Non ap- pena avevano imparato il mestiere, se ne andavano e aprivano dei piccoli stabilimenti, preparando in questo modo un più vasto ter- reno al dominio del capitale, che attualmente subordina a s è la maggior parte di questi industriali * ••# . Osserviamo in generale che questa sovrabbondanza di operai salariati nei primi stabili- * Cfr. ( per esempio, S. A. Korolenko, 1 . c., sullo spostamento degli operai indu- striali verso le regioni periferiche, dove una parte prende stabile dimora; Lavori della Commissione artigiana , fase. I (5 alla preponderanza nel governatorato di Stavropol di industriali provenienti dai governatorati centrali); fase. Ili, pp. 33-^4 (emigrazione dei calzolai provenienti dal governatorato di Nizni Novgorod nelle città del basso Volga); fase. IX (i conciatori del villaggio di Bogorodskoie di que- sto stesso governatorato hanno fondato concerie in tutta la Russia); Le industrie del governatorato di Vladimir, IV, p. 136 (i vasai di Vladimir hanno trasferito la loro industria nel governatorato di AstrakHan). Cfr. Resoconti e indagini , voi. I, pp. 125-210; voi. II, pp. 160-165, 168, 222: costatazione generale che « in tutto il mezzogiorno » sono preponderanti gli industriali provenienti dai governatorati della Grande Russia. •• Lavori della Commissione artigiana , III. I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 337 menti di un’industria al suo nascere e la successiva trasformazione di questi operai salariati in piccoli padroni è un fenomeno assai diffuso, che assume il carattere di norma generale*. Sarebbe evi- dentemente un grosso errore trarre di qui la conclusione che «nonostante le diverse considerazioni storiche... non sono i grandi laboratori ad assorbire i piccoli, ma sono i piccoli che sorgono dai grandi » **. Le grandi dimensioni dei primi stabili- menti non denotano affatto la concentrazione di un’industria; si spiegano con il loro numero esiguo e con il fatto che i contadini delle zone vicine desiderano apprendervi un mestiere lucrativo. In quanto alla espansione delle industrie contadine dai vecchi centri nelle località circostanti, si tratta di un processo che si os- serva molto frequentemente. Così, per esempio, dopo la riforma si sono moltiplicate molte industrie importanti (sia rispetto al nu- mero delle località in cui si son diffuse che al numero degli indu- striali e al valore della produzione), fra le quali ricordiamo le seguenti: le fucine di Pavlovo, i cuoifici e i calzaturifici del vil- laggio di Kimry, l’aggiuntatura delle calzature della città di Arzamas e dintorni, la lavorazione degli articoli di metallo nel villaggio di Burmakino, i berrettifici del villaggio e dei dintorni di Molvitino, le vetrerie, le industrie dei cappelli e dei merletti del governatorato di Mosca, l’oreficeria della zona di Kra- snoie Selò, ecc. * # *. L’autore dell’articolo sulle industrie artigiane • Lo stesso fenomeno, per esempio, viene costatato nell’ industria dei candeg- giatori del governatorato di Mosca (Le industrie del governatorato di Mosca , VI, fase. I, pp. 73-99), in quella dei cappelli (ivi, VI, fase. I) in quella delle pellicce (ivi, VII, fase. I, parte II), c nelle fucine di Pavlovo (Gricoriev, 1 . c., pp. 37-38) ecc. *• Il signor V. V. si è affrettato a trarre tale conclusione, a proposito di uno dei fatti del carattere indicato, in Le sorti del capitalismo , pp. 78-79. A Smirnov, Pavlovo e Vorsma , Mosca, 1864; N. Labzin, Studio sull'in- dustria dei coltelli ecc. t Pietroburgo, 1870; Gricoriev, 1, c.; N. Annenski, Rapporto ecc. t sul n. 1 del Nigegorodsfy Viestmf^ Paro\hodstva i Torgovli per il 1891; Materiali della statistica degli zemstvo per il distretto di Gorbatov, Nizni Novgo- rod„ 1892; A. N. Potresov, relazione alla sezione di Pietroburgo del Comi- tato della società di credito e risparmio, 1895; Bollettino periodico di statistica dell' Impero Russo , II, fase. Ili, Pietroburgo, 1872; Lavori della Commissione arti- giana , Vili; Resoconti ed indagini, I, III; Lavori della Commissione artigiana , VI, XIII; Le industrie del governatorato di Mosca , VI, fase. I, pp. in, ivi, p. 177; VII, fase. II, p. 8; Rassegna storico-statistica dell'industria in Russia , II, colonna VI, ramo d’industria 1; Viestnil( Finansov , 1898, n. 42. Cfr. anche Le industrie del governatorato di Vladimir , III, pp. 1819, ecc. 338 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA in sette volosti del distretto di Tuia costata, come fenomeno gene- rale, « l’aumento del numero dei remeslenni\i dopo la riforma contadina », « la comparsa degli artigiani e dei remeslènnikj in località dove non esistevano prima della riforma » *. Gli statistici di Mosca fanno un’analoga costatazione **. Possiamo convalidare questa costatazione con i dati statistici sul periodo in cui sono sorti 523 laboratori artigiani in io industrie del governatorato di Mosca *** Anno dì nasata dei laboratori e loro numero Numero complessivo dei laboratori •conosciuto prima del 1800 1810- 1819 1820- 1829 1830- 1839 1810- 1849 1850- 1859 1860- 1869 1870- 1879 523 13 46 3 6 11 11 37 121 275 Nello stesso modo il censimento degli artigiani di Perm ha messo in luce (secondo i dati sull’epoca in cui sono sorti gli 8884 piccoli stabilimenti di remeslenni\i e di artigiani) che l’epoca poste- riore alla riforma è caratterizzata da uno sviluppo particolarmente rapido delle piccole industrie. È interessante esaminare un po’ più da vicino la genesi delle nuove industrie. La produzione dei tes- suti di lana e di seta mista nel governatorato di Vladimir è sorta recentemente, nel 1861. Dapprima si trattava di un’industria fuori sede, ma poi sono comparsi anche nei villaggi dei « masterh} » che si occupano della diffusione dei filati. Uno dei primi a fabbri- canti » un tempo commerciava in granaglie, di cui faceva incetta nelle « steppe » di Tambov e Saratov. Con la costruzione delle ferrovie i prezzi del grano si livellarono, il commercio del grano si concentrò nelle mani di milionari e il nostro commerciante de- • Lavori della Commissione artigiana, IX, pp. 2303-2304. •* Le industrie del governatorato di Mosca, VII, fase. I, parte II, p. 196. m I dati sulle industrie che riguardano la produzione delle spazzole, degli spilli, degli uncinetti, dei cappelli, deU’amido, delle calzature, degli occhiali, degli articoli di rame e di selleria, delle frange e dei mobili sono stati scelti dai censi- menti per fuoco degli artigiani riportati nelle Industrie del governatorato di Mosca e nel volume dello stesso titolo del signor Isaiev. I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 339 cise di investire il suo capitale nell’industria tessile; andò in una fabbrica, s’impratichì del mestiere e si trasformò in « mastero\ » *. Il sorgere di una nuova « industria » in questa località è stato quindi determinato dallo sviluppo economico generale del paese, che ha scacciato il capitale dal commercio e l’ha indirizzato verso rindustria **. Lo studioso dell’industria da noi citata come esem- pio osserva che il caso da lui descritto non è affatto isolato: i con- tadini che vivevano di industrie fuori sede « sono stati i pionieri di ogni genere di industrie, hanno portato le loro cognizioni tecniche nel villaggio natio, hanno indotto a migrare con loro nuove forze lavorative e hanno stimolato i contadini ricchi con le loro descrizioni dei guadagni favolosi che l'industria procurava al tessitore e al master oì^. Il contadino ricco, che aveva messo da parte un gruzzoletto o si era occupato del commercio del grano, ha prestato orecchio a queste descrizioni e si è dedicato ad attività industriali » (ivi). I calzaturifici e i feltrifici del distretto di Ale- xandrov, governatorato di Vladimir, sono sorti in alcuni luoghi nel modo seguente : i padroni di piccoli laboratori che producevano cotonami o di piccoli uffici di distribuzione, vedendo che la tessi- tura a mano era in declino, hanno impiantato laboratori per un’altra produzione, assumendo talvolta elementi specializzati per imparare il mestiere e insegnarlo ai figli ***. A misura che la grande industria scaccia il piccolo capitale da un ramo della produ- zione, questo capitale si rivolge ad altri rami, dando loro un im- pulso a svilupparsi nella stessa direzione. Le condizioni generali dell’epoca posteriore alla riforma che hanno determinato lo sviluppo delle piccole industrie nelle cam- pagne sono state descritte con straordinario rilievo dagli autori che hanno fatto oggetto delle loro ricerche le industrie del go- vernatorato di Mosca. « Durante questo periodo da una parte le condizioni di esistenza dei contadini sono notevolmente peggio- • Le industrie del governatorato di Vladimir , III, pp. 242-243. *• Nella sua indagine sui destini storici della fabbrica russa, M. I. T.-Bara* novski ha dimostrato che il capitale commerciale è stato una condizione storica necessaria per il sorgere della grande industria. Cfr. il suo libro La fabbrica ecc. t Pietroburgo, 1898. *** Le industrie del governatorato di Vladimir , II, pp. 25, 270. 34 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA rate — leggiamo nella descrizione dell’industria dei merletti — e, dall’altra, i bisogni della popolazione, di quella parte di essa che si trova in condizioni più favorevoli, sono notevolmente au- mentati » *. E l’autore costata, in base ai dati relativi alla regione da lui presa in esame, l’aumento del numero dei contadini privi di cavalli e dei contadini che non coltivano cereali accanto aH’aumento del numero dei contadini proprietari di molti cavalli e della quan- tità complessiva del bestiame posseduto dai contadini. Da una parte è quindi aumentato il numero delle persone che devono ricorrere a un’« occupazione collaterale » e che cercano lavoro nelle industrie; dall’altra una minoranza di famiglie agiate si è arric- chita, ha accumulato « risparmi », ha avuto la « possibilità di as- sumere un operaio o due, oppure di distribuire lavoro a domicilio ai contadini poveri ». « Qui naturalmente — chiarisce l’autore — non ci occupiamo dei casi in cui in queste famiglie sorgono quegli individui noti sotto il nome di kulak, parassiti, ma consideriamo solo i fenomeni più comuni in seno alla popolazione contadina ». Gli. studiosi locali indicano dunque il nesso esistente fra la disgregazione dei contadini e lo sviluppo delle piccole industrie contadine. E questo è pienamente comprensibile. Dai dati esposti nel secondo capitolo risulta che la disgregazione della popolazione contadina dedita all’agricoltura si accompagna necessariamente allo sviluppo delle piccole industrie contadine. Con il declino del- l’economia naturale, i modi di lavorazione delle materie prime si trasformano l’uno dopo l’altro in rami d’industria particolari; il sorgere di una borghesia contadina e di un proletariato rurale ha aumentato la domanda dei prodotti delle piccole industrie con- tadine, fornendo nel medesimo tempo anche la mano d’opera disponibile per queste industrie e i mezzi monetari liquidi **. • Le industrie del governatorato di Mosca , voi. VI, fase. II, p. 8 e sgg, •• L’errore teorico fondamentale commesso dal signor N.-on nei suoi ragio- namenti sulla a trasformazione capitalistica dell’ industria » consiste nel fatto che egli ignora i primi passi della produzione mercantile e del capitalismo nelle sue fasi successive. Il signor N.-on salta direttamente dalla « produzione popolare » al « capitalismo » e poi, con spassosa ingenuità, si stupisce che il suo sia un capitalismo inconsistente, artificiale, ece. I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 341 IV Le disgregazione dei piccoli produttori di merci . I dati dei censimenti per fuoco degli artigiani nel governatorato di Mosca Esaminiamo ora quali rapporti economico-sociali si stabiliscono fra i piccoli produttori di merci nelFindustria. Il compito di deter- minare il carattere di questi rapporti è analogo a quello che ci siamo posti sopra, nel secondo capitolo, a proposito dei piccoli agricoltori. Invece delle dimensioni dell’azienda agricola dobbiamo ora pren- dere come base le dimensioni delle aziende industriali, raggruppare i piccoli industriali secondo il volume della loro produzione, esa- minare la funzione del lavoro salariato in ogni gruppo, lo stato della tecnica, tee. * Per il governatorato di Mosca abbiamo i cen- simenti per fuoco degli artigiani necessari per compiere questa ana- lisi ** Per tutta una serie di industrie gli studiosi riportano dati statistici precisi sulla produzione, talvolta anche sull’azienda agri- • Il signor Varzer, descrivendo l'industria « artigiana » del governatorato dì Cernigov, costata « la eterogeneità delle unità economiche » (da una parte fami- glie con un reddito di 500-800 rubli, dall’altra parte dei « quasi mendicanti ») e fa questa osservazione: « In queste condizioni la rilevazione per fuoco delle aziende e il loro raggruppamento in un certo numero di aziende medie, tipiche, con tutta la loro situazione economica, è l’unico mezzo per tracciare, in tutta la sua pienezza, il quadro della vita economica degli artigiani. Tutto il resto sarà o fantasia di impressioni fortuite 0 lavoro da tavolino per eseguire calcoli aritmetici basati su cifre medie eterogenee... » {Lavori della Commissione artigiana , fase. V, p. 354). •* Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voli, VI e VII: Le in- dustrie del governatorato di Mosca , e A. Isaiev, Le industrie del governatorato di Mosca , Mosca, 1876-1877, due voli. Per un piccolo numero di industrie gli stessi dati sono stati pubblicati anche nelle Industrie del governatorato di Vladimir. È ovvio che nel presente capitolo ci limiteremo, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, a esaminare solo quelle industrie in cui i piccoli produttori di merci lavo- rano per il mercato, e non per gli sfapsteify. Il lavoro per gli sf{upstcil{i è un feno- meno più complesso, che esamineremo particolarmente in seguito. I censimenti per fuoco degli artigiani che lavorano per gli skupstci^i non servono a nulla per farsi un’idea dei rapporti esistenti fra i piccoli produttori di merci. 342 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA cola di ogni singolo artigiano (data di fondazione dello stabilimento, numero degli operai appartenenti alla famiglia e salariati, valore della produzione annua, numero dei cavalli di proprietà delibarti- giano, modo di coltivare la terra, ecc.). Al riguardo gli esperti non forniscono alcuna tabella per gruppo, e noi abbiamo dovuto com- pilare queste tabelle da soli, ripartendo gli artigiani di ogni indu- stria in categorie (I inferiore, II media, e III superiore) in base al numero degli operai (tanto appartenenti alla famiglia quanto sa- lariati) per laboratorio, talvolta in base al volume della produ- zione, alla situazione tecnica, ecc. In generale i criteri per ri- partire in categorie gli artigiani sono stati determinati in con- formità con tutti i dati riportati nella descrizione dell’industria; inoltre è stato necessario adottare criteri differenti per dividere in categorie gli artigiani delle diverse industrie; per esempio nelle industrie artigiane molto piccole si sono dovuti classificare nella categoria inferiore gli stabilimenti con i operaio, nella categoria media quelli con 2 operai, nella categoria superiore quelli con 3 e più operai, e nelle industrie più grandi nèlla categoria infe- riore gli stabilimenti con 1-5 operai, in quella media quelli con 6-10 operai, ecc. Senza ricorrere a metodi di raggruppamento di- versi, non avremmo potuto fornire per ogni industria i dati sugli stabilimenti di diversa grandezza. La tabella compilata in questo modo è data in appendice (ved. appendice I); in essa sono indicati i criteri in base ai quali gli artigiani di ogni industria sono stati divisi in categorie, sono riportate per ciascuna categoria di ciascuna industria le cifre assolute dei laboratori, degli operai (ap- partenenti alla famiglia e salariati assieme), il valore della pro- duzione, il numero degli stabilimenti con operai salariati, il nu- mero degli operai salariati; per caratterizzare l’azienda agricola degli artigiani è stata calcolata la media dei cavalli di proprietà di ogni padrone di ciascuna categoria e la percentuale degli arti- giani che lavorano la terra « a mezzo di un lavoratore » (vale a dire ricorrendo all’assunzione di operai rurali). La tabella abbrac- cia complessivamente 37 industrie con 2278 stabilimenti, 11.833 lavoratori e una produzione del valore di oltre 5 milioni di rubli, ma detraendo le 4 industrie escluse dal compendio generale I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 343 per l’incompletezza dei dati o per il loro carattere eccezionale *, rimangono complessivamente 33 industrie, con 2085 stabilimenti, 9427 lavoratori e una produzione del valore di 3.466.000 rubli, cifra che, rettificata (per quel che riguarda 2 industrie), passa a circa 3.750.000 rubli. Siccome non è affatto necessario, e sarebbe d’altronde troppo faticoso, esaminare i dati di tutte le 33 industrie, abbiamo diviso queste industrie in 4 gruppi: 1) 9 industrie con una media di 1,6-2, 5 operai per stabilimento (appartenenti alla famiglia e sala- riati assieme); 2) 9 industrie con una media di 2,7-4^ operai; 3) io industrie con una media di 5, 1-8,4 °p era i> e 4) 5 industrie con una media di 11,5-17,8 operai. In ogni gruppo sono state dun- que messe insieme le industrie che si avvicinano notevolmente, fra loro per il numero degli operai in ogni stabilimento, cosicché procedendo nella nostra esposizione ci limiteremo ai dati di questi 4 gruppi di industrie, che riportiamo in extenso [v. tabella a p. 344]. Questa tabella riassume i dati più importanti relativi ai rap- porti esistenti fra le categorie di artigiani superiori e inferiori, dati che ci serviranno per le conclusioni. Possiamo illustrare i dati com- plessivi di tutti e quattro i gruppi con un diagramma impostato esat- tamente come il diagramma con il quale nel secondo capitolo ab- biamo illustrato la disgregazione della popolazione contadina de- dita all’agricoltura. Determiniamo per ogni categoria la percen- tuale riguardante il numero complessivo degli stabilimenti, il nu- mero complessivo degli operai appartenenti alla famiglia, il numero complessivo degli stabilimenti con operai salariati, il numero com- plessivo degli operai (appartenenti alla famiglia e salariati assieme), il valore complessivo della produzione e il numero complessivo degli operai salariati, e riportiamo queste percentuali (con il me- todo descritto nel secondo capitolo) sul diagramma (cfr. diagram- ma a p. 345). • Con questo criterio c stata esclusa dal compendio l’« industria » della por- ccllana, dove si hanno 1817 operai salariati ripartiti in 20 stabilimenti. £ caratteri- stico il latto, dovuto alla confusione delle idee imperante da noi, che gli statistici moscoviti abbiano incluso anche questa industria nel novero delle industrie « arti- giane » (cfr. i prospetti riassuntivi nel III fase, del VII volume, 1 . c.\. 344 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Numero medio degli operai 1 \ ÌA i l 5 J» ì I I | II IH co cn in r-;©^ ^ *"1 co* « i" « co co n « N Mrt » e> » N » « ^ n < » « r-^ os so « oo NO N NO « Mrt'O N • O 'O N 00 N N « ® O CO o. « n © OD CD n^ IO iA © « « o" ca ei ©’ n cl co* io CO^ « N « 0“ N m • -9 ~ T A ~ )8«3(duio3 D I »•©« ■ io^ o io_ -<• « h cT ei" n i-T co* n" co’ -o n « «* N CO N N «* Valore medio della produzione ili Hi T a a l V 3 JU o ■o g O « 1 - 0 . eo OD « « Sii SS O 3 PS pH CO 00 N SS IO s r'M r-o> r- « no n S r-o. eo « io sD ioei « eo r- ^ ©co « n ed \£> N £8 - CON — O ^ « «> « «OD 0.10 CON «CO n« r-co o. co O.CO « N IO » vO N 0883|dU203 “I ON « lO CO « \0« 3 n 33 S 3 ìoS « N io SS Ibi Js]Ì| s? 0 a "a" a? o| !f s! 3 3S SS SS SS « io r- r- » ». co « io »> r-« — « N O. io ». 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I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 345 DIAGRAMMA DI DATI COMPLESSIVI DELLA TABELLA PRECEDENTE La linea continua (partendo dall’alto) indica per le 33 industrie la percentuale della categoria superiore di artigiani (la terza) rispetto al numero complessivo degli stabilimenti, degli operai, ccc. La linea tratteggiata (partendo dal basso) indica per le 33 industrie la percentuale della categoria inferiore di artigiani (la prima) rispetto al numero complessivo degli stabilimenti, degli operai, ecc. 2.1 - 574 346 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Esaminiamo ora le conclusioni che scaturiscono da questi dati. Incominciamo dalla funzione del lavoro salariato. Nelle 33 industrie il lavoro salariato predomina su quello familiare: il 51 % del numero complessivo degli operai è costituito da salariati; per gli « artigiani » del governatorato di Mosca questa percentuale è per- fino più elevata. Abbiamo calcolato i dati relativi a 54 industrie del governatorato di Mosca per le quali è stato dato il numero esatto degli operai salariati, e abbiamo ottenuto 17.566 salariati su 29.446 operai, cioè il 59,65 %. Per il governatorato di Perm la percentuale degli operai salariati rispetto a tutti gli artigiani e i remeslennikj presi assieme è del 24,5 %, e del 29,4-31,2 % rispetto ai soli produttori di merci. Ma queste cifre complessive abbracciano, come vedremo poi, non solo i piccoli produttori di merci, ma an- che là manifattura capitalistica. Tanto più interessante è quindi la conclusione che la funzione del lavoro salariato aumenta a misura che aumentano le dimensioni degli stabilimenti : ciò si osserva anche quando si confrontano fra loro i diversi gruppi e si paragonano le diverse categorie dello stesso gruppo. Quanto più rilevanti sono le dimensioni degli stabilimenti, tanto più elevata è la per- centuale degli stabilimenti con operai salariati, tanto più alta è la percentuale degli operai salariati. Gli economisti populisti si limi- tano di solito ad affermare che fra gli « artigiani » predominano i piccoli stabilimenti con operai appartenenti esclusivamente alla famiglia e non di rado citano a conferma le cifre « medie ». Come risulta dai dati riportati, queste « medie » sono inidonee a caratte- rizzare questo aspetto del fenomeno, e la preponderanza numerica dei piccoli stabilimenti con operai appartenenti alla famiglia non annulla minimamente il fatto fondamentale che la piccola proda- zione mercantile è tendenzialmente orientata verso un sempre mag- giore impiego del lavoro salariato t verso la formazione di aziende capitalistiche . Inoltre, i dati riportati smentiscono anche un'altra non meno diffusa affermazione dei populisti, e precisamente che il lavoro salariato nella produzione « artigiana » servirebbe pro- priamente a « completare » il lavoro familiare, che ad esso non si I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 347 ricorrerebbe a scopo di lucro, ecc. *. In realtà risulta che anche fra i piccoli industriali — esattamente come fra i piccoli agri- coltori — r impiego del lavoro salariato cresce parallelamente alVaumento del numero degli operai appartenenti alla famiglia. Vediamo che nella maggior parte delle industrie, andando dalla categoria inferiore verso quella superiore, aumenta l’impiego del lavoro salariato, nonostante che aumenti anche il numero degli operai appartenenti alla famiglia per ciascun stabilimento. L’im- piego del lavoro salariato non cancella, anzi accentua le diffe- renze esistenti nella composizione della famiglia degli « arti- giani ». Il diagramma indica con chiarezza questo tratto gene- rale delle piccole industrie : la categoria superiore concentra una massa enorme di operai salariati, nonostante abbia il mag-' gior numero di operai appartenenti alla famiglia. La « coope- razione familiare » è in questo modo la base della cooperazione capitalistica **. È ovvio, naturalmente, che questa « legge » vafe solo per i produttori di merci più piccoli, solo per il capitalismo allo stato embrionale; questa legge dimostra che i contadini hanno la tendenza a trasformarsi in piccoli borghesi. Non appena sor- gono laboratori con un numero abbastanza rilevante di operai salariati, Timportanza della « cooperazione familiare» deve ine- vitabilmente diminuire. E noi vediamo effettivamente dai nostri dati che la suddetta legge non è valida per le categorie più grandi dei gruppi superiori. Quando 1 \< artigiano » si trasforma in vero capitalista che impiega da 15 a 30 operai salariati, la funzione del lavoro familiare nel suo laboratorio declina, riducendosi alle di- mensioni più insignificanti (nella categoria superiore del gruppo superiore, per esempio, gli appartenenti alla famiglia costituiscono solo il 7 % del numero complessivo degli operai). In altri termini : in quanto le industrie « artigiane » hanno dimensioni così piccole che in esse la funzione preponderante è assolta dalla « cooperazióne familiare », in tanto questa cooperazione familiare è la garanzia più sicura dello sviluppo della cooperazione capitalistica. Qui si mani- * Ctr. , per esempio, la Raccolta dt dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. VI, fase. I, p. 21. •* La stessa conclusione scaturisce dai dati sugli « artigiani » di Perm; cfr. i no- stri Studi, pp, 126-128 [cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp, 361-363. - N. d. 22. ], 23* 348 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA festa quindi con tutta evidenza la dialettica della produzione mer- cantile, che trasforma la « vita basata sul lavoro delle proprie brac- cia » in vita fondata sullo sfruttamento del lavoro altrui. Passiamo ai dati relativi alla produttività del lavoro. I dati sul valore della produzione per operaio in ciascuna categoria indi- cano che aumentando le dimensioni degli stabilimenti aumenta la produttività del lavoro. Ciò si osserva nella stragrande mag- gioranza delle industrie e in tutti i gruppi di industrie senza eccezione; il diagramma illustra con chiarezza questa legge, indi- cando che la percentuale rispetto a tutto il valore della produzione della categoria superiore è maggiore della sua percentuale rispetto al numero complessivo degli operai; nella categoria inferiore questo rapporto è inverso. Il valore della produzione di un operaio negli stabilimenti delle categorie superiori risulta del 20-40 % supe- riore a quello di un operaio degli stabilimenu della categoria in- feriore. È vero che i grandi stabilimenti hanno di solito un periodo di lavoro più lungo e talvolta le materie prime che vi si lavorano sono più pregiate di quelle lavorate nei piccoli stabili- menti, ma entrambe queste circostanze non possono eliminare il fatto che nei grandi laboratori la produttività del lavoro è notevol- mente maggiore che nei piccoli*. E non potrebbe essere diversa- mente. I grandi stabilimenti hanno un numero di operai (appar- tenenti alla famiglia e salariati assieme) che supera di 3-5 volte il numero degli operai dei piccoli stabilimenti, e il fatto che si ap- plichi la cooperazione su più vasta scala non può non influire suiraumento della produttività del lavoro. I grandi laboratori sono sempre meglio attrezzati dal punto di vista tecnico, sono dotati di strumenti, attrezzi, dispositivi, macchine, ecc. migliori. Per esem- pio, un « laboratorio razionalmente organizzato » deve avere sino a 15 operai neirindustria delle spazzole e 9 o io nell’industria degli uncinetti. Nell’industria dei giocattoli la maggior parte degli artigiani si serve, per asciugare la merce, di comuni stufe, mentre # Per l’industria dell’amido, considerata nelle nostre tabelle, si hanno i dati sulla durata del periodo di lavoro relativi alle aziende di differenti dimensioni. Come abbiamo visto sopra, risulta che nello stesso periodo di tempo in un grande stabilimento un operaio produce di più che in un piccolo .stabilimento. 1 PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL'INDUSTRIA 349 i padroni più grandi posseggono speciali forni essiccatori, e i più grandi ancora fabbricati appositi, gli essiccatoi. Nella produzione dei giocattoli di metallo hanno appositi laboratori 8 padroni su 1 6, e, secondo le categorie: I) 0 padroni su 6; II) 3 su 5, e III) 5 su 5. Di 142 artigiani che fabbricano specchi e cornici quelli che hanno laboratori appositi sono 18, e, secondo le categorie: I) 3 su 99; II) 4 su 27, e III) 11 su 16. Neirindustria degli stacci, gli stacci vengono intrecciati a mano (I categoria), oppure tessuti a mac- china (II e III categoria). Neirindustria dell’abbigliamento si ha il seguente numero di macchine da cucire per padrone, secondo le categorie: I) 1,3; II) 2,1, e III) 3,4; ecc. ecc. Nella sua indagine sul- l’industria dei mobili il signor Isaiev costata che Fattività degli arti- giani individuali è accompagnata dai seguenti svantaggi : 1) gli artigiani individuali non hanno un’attrezzatura completa; 2) le merci a disposizione sono limitate, perchè nell’isbà non ce posto per una produzione ingombrante; 3) il materiale acquistato al mi- nuto è molto più costoso (si paga il 30-35 % in più); 4) l’artigiano deve vendere la merce a un prezzo più basso, in parte perchè non si ha fiducia del piccolo « artigianuccio », in parte perchè quest’ul- timo ha bisogno di denaro*. È noto che fenomeni assoluta- mente analoghi si osservano, oltre che nelPindustria dei mobili, nella maggior parte delle piccole industrie contadine. Infine è necessario aggiungere che si osserva un aumento del valore degli articoli prodotti da un operaio non solo procedendo dalla cate- goria inferiore verso quella superiore nella maggior parte delle in- dustrie, ma anche procedendo dalle piccole industrie alle grandi. Nel i° gruppo di industrie un operaio produce in media per un va- lore di 202 rubli, nel 2 0 e nel 3 0 gruppo per circa 400 rubli, nel 4 0 per più di 500 rubli (la cifra di 381, per il motivo suindicato, dev’essere aumentata di circa una volta e mezzo). Questa circostanza rivela che esiste un nesso fra il rincaro della materia prima e il pro- cesso di eliminazione dei piccoli stabilimenti da parte dei grandi. • Il piccolo produttore lotta contro queste condizioni sfavorevoli prolungando la giornata lavorativa e intensificando il ritmo del lavoro ( 1 , c., p, 38), Neìreco- nomìa mercantile jl piccolo produttore, tanto nell* agrieoi tur a quanto nell'industria, si regge solo riducendo i suoi bisogni. 350 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Ogni passo nello sviluppo della società capitalistica è inevitabil- mente accompagnato dal rincaro di prodotti come il legname, ecc. ; s’accelera così la rovina dei piccoli stabilimenti. Da quanto precede risulta che anche nelle piccole industrie contadine gli stabilimenti capitalistici relativamente grandi assol- vono una funzione importantissima. Pur costituendo un’esigua mi- noranza rispetto al numero complessivo degli stabilimenti, essi as- sorbono la grandissima maggioranza del numero complessivo degli operai e una. percentuale anche maggiore del valore complessivo della produzione. Così, in 33 industrie del governatorato di Mosca il 45 % del valore complessivo della produzione è assorbito dagli stabilimenti della categoria superiore, pari al 15 % di tutti gli stabi- limenti; agli stabilimenti della categoria inferiore, che sono il 53 %, spetta complessivamente solo il 21 % del valore complessivo della produzione. È ovvio che la distribuzione del reddito netto delle industrie dev’essere incomparabilmente meno uniforme ancora, ciò che è chiaramente illustrato dai dati del censimento degli artigiani di Perm del 1894/95. Se P cr 7 industrie distinguiamo dagli altri gli stabilimenti più grandi, otteniamo il seguente quadro dei rap- porti reciproci tra grandi e piccoli stabilimenti * : Stabilimenti [ Nnm. degli operai Reddito lordo Salario Reddito netto J appartenenti alla famiglia ! ■a • 2 s a 8 .9 0 1 a 8 .a per operaio S s ì .a per operaio ■alariato in complesso per operaio appartenente alla famiglia in rubli in rubli in rubli tutti gli •tabilimenti 735 1.587 837 2.424 239.837 98,9 28.985 34,5 69.027 43,0 grandi stabilimenti 53 65 336 401 1 17.870 293,0 16.215 46,2 22.529 346,0 altri 662 1.522 501 2.023 121.967 60,2 12.770 25,4 46.498 30,5 Una parte insignificante di grandi stabilimenti (meno di un decimo del numero complessivo), la quale impiega circa un quinto • Cfr. i nostri Studi , p. 153 e sgg. [cfr., nella presente edizione, voi, 2, p. 396 e sgg. - N. d, J?.], dove sono riportati i dati per ogni industria separata- mente. Noteremo che tutti questi dati si riferiscono agli agricoltori artigiani che lavorano per il mercato. I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA SS! del numero globale degli operai, accentra quasi la metà della pro- duzione e circa i due quinti del reddito lordo (calcolando insieme il salario degli operai e il reddito dei padroni). I piccoli padroni percepiscono un reddito netto notevolmente inferiore al salario degli operai salariati dei grandi stabilimenti; in un altro punto abbiamo indicato particolareggiatamente che per le piccole indu- strie contadine # questo fenomeno non costituisce un’eccezione, ma la regola generale. Riassumendo le conclusioni che scaturiscono dai dati che ab- biamo esaminato dobbiamo dire che la struttura economica delle piccole industrie contadine è tipicamente piccolo-borghese, identica a quella che abbiamo costatato prima tra i piccoli agricoltori. In questo ambiente economico-sociale l’espansione, lo sviluppo e il miglioramento delle piccole industrie contadine possono verificarsi soltanto quando si formi da una parte una minoranza di piccoli capitalisti, e, dall’altra, una maggioranza di operai salariati 0 di « artigiani indipendenti », la cui esistenza è ancora più dura e peggiore di quella degli operai salariati. Nelle più piccole indu- strie contadine scorgiamo dunque gli embrioni più palesi del capi- talismo, di quello stesso capitalismo che i vari economisti alla Manilov 104 rappresentano come qualcosa di staccato dalla « pro- duzione popolare ». Alla luce della teoria del mercato interno Timportanza dei fatti esaminati appare considerevole. Lo sviluppo delle piccole industrie contadine ha come risultato che gli indu- striali più agiati aumentano la domanda dei mezzi di produzione e della forza-lavoro, che essi attingono dalle file del proletariato rurale. Il numero degli operai salariati assunti dai remeslennì\i * Dai dati riportati nel testo risulta che nelle piccole industrie contadine una funzione importante, e persino preponderante, è assolta dagli stabilimenti che hanno una produzione del valore di oltre mille rubli. Rammentiamo che questi stabilimenti sono sempre stati classificati e continuano a essere classificati dalla nostra statistica ufficiale fra le « fabbriche e officine » (cfr. Studi, pp. 267, 270 [cfr. nella presente edizione, voi. 4, art. cit. - N. d. R.] e il settimo capitolo, § II). In questo modo, se ritenessimo ammissibile che un economista facesse uso della tradizionale terminologia corrente, oltre la quale Ì nostri populisti non si sono spinti, potremmo a buon diritto stabilire la seguente «legge»: fra gli stabiliment’; « artigiani » e contadini assolvono una funzione preponderante « le fabbriche e le officine », non classificate dalle statistiche ufficiali perchè sono statistiche incom- plete, 35 * LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA e dai piccoli industriali rurali dev’essere abbastanza cospicuo in tutta la Russia se, per esempio, nel solo governatorato di Perm si calcola che esso raggiunga all’incirca le 6500 unità *. V La cooperazione capitalistica semplice Il sorgere di laboratori relativamente grandi ad opera dei piccoli produttori di merci rappresenta il passaggio a una forma più elevata di attività industriale. Dalla piccola produzione fra- zionata si sviluppa la cooperazione capitalistica semplice. « La produzione capitalistica... comincia realmente solo quando il me- desimo capitale individuale impiega allo stesso tempo un numero piuttosto considerevole di operai, e quindi il processo lavorativo s’estende e s’ingrandisce e fornisce prodotti su scala quantitativa piuttosto considerevole. L’operare di un numero piuttosto consi- derevole di operai, allo stesso tempo, nello stesso luogo (0, se si vuole, nello stesso campo di lavoro), per la produzione dello stesso genere di merci, sotto il comando dello stesso capitalista, costi- tuisce storicamente e concettualmente il punto di partenza della produzione capitalistica. Per esempio, in riferimento al modo della produzione in sè, la manifattura non si distingue ai suoi inizi dalla industria artigiana delle corporazioni quasi per altro che per il maggior numero degli operai occupati contemporaneamente dallo • Aggiungiamo che anche in altri governatorati, oltre quelli di Mosca e di Perm, le fonti rilevano rapporti del tutto analoghi fra i piccoli produttori di merci. Cfr., per esempio: Le industrie del governatorato di Vladimir , fase. Il: censimenti per fuoco dei calzolai e dei feltrameli; Lavori della Commissione arti- giana , fase. II: sui carradori del distretto di Mcdyn; fase. II: sui conciatori delle pelli di montone dello stesso distretto; fase. Ili: sui pellicciai del distretto di Arza- mas; fase. IV : sul fcltraiuoli del distretto di Scmionov c sui conciatori del distretto di Vasilsursk, ecc. Cfr. Raccolta dì Nizni Novgorod, voi. IV, p. 137, dove A. S. Gatsisski, nel suo giudizio generale sulle piccole industrie, costata la formazione dei grandi laboratori. Cfr. il rapporto di Annenski sugli artigiani di Pavlovo (cit. sopra) sui gruppi dì famiglie secondo 1* ammontare del guadagno settimanale, ecc. ecc. ecc. Tutte queste indicazioni si distinguono solo per. la loro incompletezza c povertà dai dati dei censimenti per fuoco da noi esaminati. La sostanza della questione è dappertutto identica. I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 353 stesso capitale. Si ha soltanto un ingrandimento dell’officina del mastro artigiano)) {Das Kapital , I 2 , p. 329) 105 . Precisamente questo punto di partenza del capitalismo si os- serva dunque nelle nostre piccole industrie (« artigiane ») conta- dine. La diversità della situazione storica (assenza o debole svi- luppo dell’artigianato corporativo) modifica solo le forme in cui si manifestano i medesimi rapporti capitalistici. La differenza tra l’officina capitalistica e l’officina del piccolo industriale è costituita inizialmente solo dal numero degli operai occupati nello stesso tempo. Perciò i primi stabilimenti capitalistici, es- sendo numericamente in minoranza, quasi scompaiono nella massa complessiva dei piccoli stabilimenti. Tuttavia, l’impiego di un maggior numero di operai conduce inevitabilmente a conse- cutive modificazioni della stessa produzione e alla sua graduale trasformazione. Con la primitiva tecnica manuale le differenze fra i singoli lavoratori (riguardo alla forza, alla destrezza, all’abi- lità, ecc.) sono sempre molto grandi; già per questo solo mo- tivo la situazione del piccolo industriale diviene estremamente precaria; la sua dipendenza dalle fluttuazioni del mercato assume le forme più gravi. Quando si ha un certo numero di operai in uno stabilimento, le differenze individuali fra loro si cancellano già nell’officina stessa; «la giornata lavorativa complessiva dun numero piuttosto considerevole di operai occupati nello stesso tempo... è in sè e per s è una giornata di lavoro sociale medio » 106 , e in seguito a ciò la produzione e la vendita dei prodotti dell’offi- cina capitalistica acquistano una regolarità e una stabilità incom- parabilmente maggiori. Si ha la possibilità di utilizzare in pieno i fabbricati, i magazzini, gli strumenti e gli attrezzi di lavoro, ecc.; e questo conduce alla diminuzione del costo di produzione nelle officine più grandi # . Per avere una produzione su scala più vasta * Leggiamo, per esempio, sui battiloro del governatorato di Vladimir: «Con un maggior numero di operai si possono effettuare notevoli riduzioni nelle spese; vi rientrano le spese per la luce, la battitura, la pietra e l’attrezzatura » (Le industrie del governatorato di Vladimir , III, p. 188). Nell’industria del rame del governato- rato di Perm ad un artigiano individuale occorre una serie completa di strumenti (16 varietà); per 2 operai occorre « il supplemento più insignificante ». « Per un’of- ficina con 6-8 uomini la serie degli strumenti dev’essere aumentata del triplo o 354 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA e occupare nello stesso tempo molti operai, è necessario accumulare una quantità abbastanza cospicua di capitale, che spesso si forma non nella sfera della produzione, ma nella sfera del commercio, ecc. La grandezza di questo capitale determina la forma della partecipazione personale del padrone alPimpresa: può essere egli stesso operaio, se il suo capitale è ancora molto piccolo, oppure può abbandonare personalmente il lavoro e specializzarsi come com- merciante e imprenditore. «Si può dedurre la condizione del pa- drone di un’officina dal numero dei suoi operai », leggiamo, per esempio, in una descrizione dell’industria dei mobili. «203 la- voratori danno al padrone un di più così piccolo che egli lavora accanto a loro... 5 lavoratori danno già al padrone tanto da permet- tergli in una certa misura di liberarsi dal lavoro manuale, di pol- trire alquanto e adempiere principalmente le due estreme funzioni del padrone » (cioè la compera dei materiali e la vendita delle merci). « Non appena gli operai salariati raggiungono il numero di io o superano questa cifra, il padrone non solo abbandona il lavoro manuale, ma cessa persino quasi completamente la sua sor- veglianza sugli operai : egli assume un capomastro per sorvegliare i lavoratori... A questo punto egli diviene già un piccolo capitalista, un vero *’ autentico padrone " » (Isaiev, Le industrie del governa- torato di Mosca , I, pp. 52-53). I dati statistici da noi riportati confermano all’evidenza questa caratterizzazione, mostrando che il numero degli operai appartenenti alla famiglia diminuisce quando si ha un numero considerevole di operai salariati. L’autore del Capitale caratterizza la funzione generale della cooperazione capitalistica semplice nello sviluppo delle forme ca- pitalistiche deirindustria nel modo seguente: « Storicamente la forma capitalistica della cooperazione si svi- luppa in antagonismo all’economia contadina e all’esercizio arti- dei quadruplo... Di solito il tornio rimane sempre uno solo, anche per un’officina con 8 uomini » {Lavori della Commissione artigiana t X, p. 2939). Si cal- cola che in una gTande officina il capitale fisso ammonti a 466 rubli, in un’offi- cina media a 294 rubli e in una piccola a 80 rubli, mentre il valore della produ- zione è rispettivamente di 6200 rubli - 3655 rubli - 871 rubli. Quindi, nei piccoli stabilimenti il volume della produzione supera di 11 volte l’ammontare del capitale fìsso, in quelli medi di 12 volte e nei gTandi di 14 volte. I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 355 giano indipendente, abbia questo forma corporativa o meno... Come la forza produttiva sociale del lavoro sviluppata mediante la coopcrazione si presenta quale forza produttiva del capitale, così la cooperazione stessa si presenta quale forma specifica del processo produttivo capitalistico, in opposizione al processo pro- duttivo dei singoli operai indipendenti o anche dei singoli mastri artigiani. È il primo cambiamento al quale soggiace il reale pro- cesso di lavoro per il fatto della sua sussunzione sotto il capitale... Il suo presupposto c che l’impiego simultaneo di un numero con- siderevole di salariati nello stesso processo lavorativo, costituisce' il punto di partenza della produzione capitalistica... Se quindi il modo capitalistico di produzione da una parte si presenta come necessità storica affinchè il processo lavorativo si trasformi in un processo sociale, d’altra parte questa forma sociale del processo pro- duttivo si presenta come metodo applicato dal capitale per sfrut- tare il processo stesso più profittevolmente mediante l’accrescimento della sua forza produttiva. « Nella sua forma semplice che abbiamo finora considerato, la cooperazione coincide con la produzione su scala di una certa grandezza, ma non costituisce affatto una forma fissa, caratteri- stica di un’epoca particolare dello sviluppo del modo capitalistico di produzione. Tutt’al più si presenta approssimativamente come tale agli inizi della manifattura, ancora artigianali... » {Das Ka- pital, l 2 , 344-345) 107 . Vedremo in seguito come in Russia i piccoli stabilimenti « arti- giani )) che hanno operai salariati siano strettamente legati a forme di capitalismo incomparabilmente più sviluppate e più largamente diffuse. Quanto alla funzione di questi stabilimenti fra le piccole industrie contadine, abbiamo già dimostrato statisticamente come essi creino una cooperazione capitalistica abbastanza vasta, che sostituisce il precedente frazionamento della produzione e accresce in misura considerevole la produttività del lavoro. Le nostre conclusioni suirimportantissima funzione della coo- perazione capitalistica fra le piccole industrie contadine e sul suo significato progressivo contrastano nel modo più radicale con la dottrina populista largamente diffusa secondo cui nelle piccole industrie contadine predominano le più svariate manifestazioni 356 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA del « principio deWartd ». In realtà, e proprio al contrario, la pic- cola industria (e quella dei remeslennily) si distingue per una mag- gior dispersione dei produttori. A conferma delPopinione opposta la letteratura populista ha potuto soltanto enumerare esempi isolati, che nella stragrande maggioranza non si riferiscono affatto alla cooperazione, ma a temporanee, minuscole associazioni di padroni e piccoli padroni che si uniscono per acquistare insieme le ma- terie prime, per costruire insieme un’officina, ecc. Artel di questo tipo non intaccano nemmeno in piccola parte la funzione predo- minante della cooperazione capitalistica *. Per rendersi conto con precisione del modo come viene largamente applicato nella realtà il « principio dcWartcl » non basta citare esempi presi qua e là; per farlo è necessario considerare i dati relativi a qualche regione studiata a fondo, esaminare la diffusione relativa e il significato di queste o quelle forme di cooperazione. Tali sono, per esempio, i dati del censimento degli « artigiani » di Perm del 1894/95, e noi abbiamo già indicato in un altro luogo {Studi, pp. 182-187**) quale sorprendente dispersione dei piccoli industriali abbia rivelato questo censimento e quanto grande sia l’importanza dei pochissimi grandi stabilimenti. La conclusione tratta sopra circa la funzione della cooperazione capitalistica è basata non su esempi isolati, ma sui dati precisi dei censimenti per fuoco, che abbracciano decine delle più svariate industrie nelle varie località. • Riteniamo superfluo corroborare quanto è detto nel testo con esempi, dei quali se ne potrebbero citare a dovizia dal volume del signor V. V. : V artel nel ~ V industria artigiana (Pietroburgo, 1895). Il signor Volghi n ha capito il vero signi- ficato degli esempi riportati dal signor V. V. (op. cit., p. 182 e sgg.) e ha mostrato quanto sia meschino il « principio de \Y artel » nella nostra industria « artigiana u. Rileviamo solo la seguente affermazione del signor V. V. : «...l’associazione di alcuni artigiani indipendenti per formare una sola unità produttiva... non è dovuta necessariamente alla concorrenza, cosa dimostrata dall’assenza di officine più 0 meno grandi con operai salariati nella maggior parte delle industrie » {p. 95). Enunciare arbitrariamente una tesi così categorica è certamente molto più facile che analizzare sino in fondo i dati dei censimenti per fuoco relativi al problema. •* Cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp. 431-537 (N. d. /?.). I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 357 VI // capitale commerciale nelle piccole industrie Come è noto, in numerosi casi le piccole industrie contadine danno origine a speciali sì{upstcil{i che si occupano particolarmente delle operazioni commerciali per la vendita dei prodotti e la com- pera delle materie prime e che di solito subordinano a sè, in una forma o nell’altra, i piccoli industriali. Esaminiamo quale rapporto esista tra questo fenomeno e il sistema generale delle piccole indu- strie contadine e quale sia il suo significato. L’operazione economica fondamentale dello s\upstci\ consi- ste nella compera di una merce (prodotto o materia prima) allo scopo di rivenderla. In altri termini, lo s\upstcif{ è un rappresen- tante del capitale commerciale. Punto di partenza di ogni capitale — tanto industriale quanto commerciale — è la formazione di mezzi monetari liberi nelle mani di singoli (intendendo per liberi quei mezzi monetari che non devono necessariamente essere usati per il consumo individuale, ecc.). Nei dati sulla disgregazione della popolazione contadina agricola e industriale è stato già indicato so- pra particolareggiatamente in che modo avviene questa differenzia- zione patrimoniale nelle nostre campagne. Questi dati hanno messo in luce una delle condizioni che determinano la comparsa dello s\upstciì { , e precisamente la dispersione, l’isolamento dei piccoli produttori, il contrasto economico e la lotta fra di loro. L’altra con- dizione riguarda la natura delle funzioni che adempie il capitale commerciale, vale a dire la vendita delle merci e la compera delle materie prime. Quando lo sviluppo della produzione mer- cantile è insignificante, il piccolo produttore si limita a vendere le merci sul piccolo mercato locale, talvolta persino direttamente al consumatore. Questo è lo stadio di sviluppo più basso della pro- duzione mercantile, stadio che si distìngue appena dall’industria dei rem e sten ni I(i. Con l’espansione del mercato, questa piccola vendita frazionata (che corrispondeva pienamente alla piccola produzione frazionata) diviene impossibile. Su un grande mercato la vendita dev’essere cospicua, su vasta scala. Ed ecco che il carattere ristretto 358 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA della produzione si viene a trovare in irriducibile contraddizione con le esigenze della grande vendita airingrosso. Nelle condizioni cconomico-sociali esistenti, dato l’isolamento dei piccoli produttori e la loro disgregazione, questa contraddizione non poteva risolversi diversamente che attraverso l’accentramento delle vendite nelle ma- ni dei rappresentanti di una minoranza agiata. Gli sfypstcìfo, com- prando le merci (o le materie prime) all’ingrosso, hanno diminuito le spese di vendita e trasformato la piccola vendita occasionale e irregolare in una grande vendita regolare, e questa superiorità meramente economica della grande vendita ha avuto come inevi- tabile conseguenza che il piccolo produttore si è trovato tagliato fuori dal mercato e indifeso di fronte al potere del capitale com- merciale. Quindi, in regime di economia mercantile il piccolo produttore, a causa della superiorità meramente economica che la grande vendita su vasta scala ha sulla piccola vendita frazionata, cade inevitabilmente sotto il dominio del capitale commerciale *. È ovvio che in realtà il profitto degli s{upsta{i il più delle volte non si limita affatto alla differenza fra il valore della vendita su vasta scala e il valore della piccola vendita: esattamente come il profitto del capitalista industriale, è costituito il più delle volte da detrazioni fatte sul salario normale. Ciò nondimeno per spiegare il profitto del capitalista industriale dobbiamo presupporre che la forza-lavoro sia venduta al suo valore effettivo. Così, anche per spiegare la funzione dello s\upstci\ dobbiamo presupporre che la compra-vendita dei prodotti sia da lui effettuata secondo le leggi generali dello scambio commerciale. Solo queste cause eco- nomiche del dominio del capitatale commerciale possono dare la chiave per capire le molteplici forme che il capitale assume nella • Sulla questione della funzione del capitale commerciale, mercantile, nello sviluppo del capitalismo in generale rinviamo il lettore al terzo volume del Capitale. Cfr. specialmente III, I, pp. 253-254 (trad. russa, p. 212), sulla natura del capitale commerciale-mercantile; p. 359 (trad. russa, p. 217), sul fatto che il capitale com- merciale rende lo smercio meno costoso ; pp. 278-279 (trad. russa, pp. 233-234), sulla necessiti economica del fenomeno per cui « la concentrazione si presenta prima nel- Pimpresa commerciale che in quella industriale»; p. 308 (trad. russa, ‘p. 259) e PP' B 10 ^ 11 (trad- russa, pp. 260-261), sulla funzione storica del capitale commer- ciale quale « premessa » necessaria « per lo sviluppo del modo capitalistico di pro- duzione » ,0> . I PRIMORDI DEL CAPITALISMO NELL’INDUSTRIA 359 realtà, fra le quali s’incontra costantemente (questo è del tutto indubbio) anche la truffa più dozzinale. Procedere inversamente — come fanno di solito i populisti — , limitarsi cioè a indicare i diversi imbrogli dei « kulak )>, e su questa base scartare compieta- mente la questione della natura economica del fenomeno, signi- fica porsi sul terreno dell’economia volgare *. Per corroborare la nostra affermazione relativa al necessario rapporto causale fra la piccola produzione per il mercato e il do* minio del capitale commerciale ci soffermeremo più particolareg- giatamente su una delle migliori descrizioni del modo come com- paiono gli s\upstcì\i e della funzione che essi assolvono. Allu- diamo all’indagine sull’industria dei merletti nel governatorato di Mosca {Le industrie del governatorato dì Mosca , voi. VI, fase. II). Il processo di formazione delle « commercianti » è il seguente. Negli anni intorno al 1820, cioè all’epoca delia nascita di quest’in- dustria, e più tardi, quando le merlettaie erano ancora poco nu- merose, i principali acquirenti erano i proprietari nobili, i « si- gnori ». Il consumatore era vicino al produttore. Con il diffon- dersi dell’industria i contadini cominciarono a inviare i merletti a Mosca « quando si presentava qualche occasione », per esempio per mezzo dei pettinai. Si vide tosto che questa vendita primitiva era scomoda: «dove trova il tempo di girare per le case il con- tadino che non si occupa di questo? ». S’incominciò ad affidare la vendita ad una delle merlettaie, remunerandola per il tempo perduto. jel 1889 su 1812 famiglie (5241 abitanti) 1469 non avevano seminativi (nel gli abitanti erano 12.342), I villaggi di Pavlovo e di Bogorodskoie si distin- guono dalle altre località del distretto di Gorbatov soprattutto per il debole de- flusso della popolazione; di tutti i contadini del distretto di Gorbatov che hanno abbandonato il luogo natio, al contrario, il 14,9 % vivono a Pavlovo c *1 4-9 % a Bogorodskoie. L’aumento della popolazione dal 1858 al 1889 per tutto il di- LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 4°4 laggio » « la completa assenza di spirito rustico negli abitanti » : « non si direbbe di trovarsi in un villaggio, e non invece in una città ». Questo villaggio supera di gran lunga sia Gorbatov che tutte le altre città capoluogo di distretto del governatorato di Nizni Novgorod, ad eccezione forse di Arzamas. È « uno dei più conside- revoli centri commerciali e industriali del governatorato, che pro- duce e commercia per cifre di milioni e milioni ». « La zona che risente l’influenza dell’industria e del commercio di Bogorodskoie è molto estesa; ma all’industria di Bogorodskoie è legata nel modo più stretto l'industria dei suoi dintorni, entro un raggio che raggiunge approssimativamente le 10-12 verste. Questi din- torni industriali sono una specie di prolungamento dello stesso Bogorodskoie ». « Gli abitanti di Bogorodskoie non assomigliano affatto ai soliti rozzi contadini : sono dei bravi borghesi remeslen- ni\i, gente sveglia, pratica, che disprezza il contadino. Le condi- zioni di vita c la tempra morale dell’abitante di Bogorodskoie sono in tutto e per tutto quelle del borghese ». Resta da aggiungere che i villaggi industriali del distretto di Gorbatov si distinguono per il grado d’istruzione relativamente elevato della popolazione: così, la percentuale della popolazione maschile e femminile che sa leg- gere c scrivere e che frequenta la scuola ascende al 37,8 % e 20,0 % per i villaggi di Pavlovo, Bogorodskoie e Vorsma, c al 21,5 % e 4*4 % P er k restante parte del distretto (cfr. Materiali della sta- tistica degli zemstvo). Del tutto analoghi (ma su scala minore) sono i rapporti esistenti in seno alle industrie per la lavorazione del cuoio nei villaggi di Katunki e Gorodets nel distretto di Balakhnà, di Bolscioie Mura- sckino nel distretto di Kniaghinino, di Iurino nel distretto di Vasil- sursk, e di Tubanaievka, Spasskoie, Vatras e Latyscikha nello stesso distretto. Medesimi centri non agricoli con un « circondario » for- mato di località agricole, medesime industrie eterogenee e nu- merosi piccoli stabilimenti (nonché operai a domicilio) subordinati a grandi imprenditori, i cui laboratori capitalistici sono annoverati stretto è = al 22,1 %, mentre per il villaggio di Bogorodskoie è = al 42 %. (Cfr. Materiali della statistica degli zemstvo). MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 405 talvolta fra le « fabbriche ed officine » *. Senza entrare in parti- colari statistici che non contengono niente di nuovo rispetto a quanto è stato esposto più sopra, riporteremo solo la seguente ca- ratterizzazione, estremamente interessante, del villaggio di Ka- tunki ** *** <( Un certo spirito patriarcale e la semplicità dei rapporti esistenti fra padroni e operai, semplicità che del resto non balza agli occhi a prima vista e che, purtroppo [?], scompare di anno in anno, attestano il carattere ar- tigiano delle industrie [?]. Il carattere di fabbrica tanto delle industrie quanto della popolazione comincia a manifestarsi solo in questi ultimi tempi, specie sotto l’influenza della città, con la quale i contatti sono stati agevolati dall’introduzione della navigazione a vapore. Attualmente il villaggio appare già un centro completamente industriale : la totale assenza di ogni caratteristica agricola, il modo di costruire le case, che vengono ad- dossate le une alle altre/ come nelle città, i palazzi dei ricchi in muratura e, accanto ad essi, le misere catapecchie dei poveri, i lunghi edifìci in legno c in muratura delle officine, ammassati nella parte centrale dell’abitato, tutto ciò distingue visibilmente Katunki dai centri vicini e mostra chiaramente il carattere industriale della popolazione del posto. Gli stessi abitanti, per taluni tratti del loro carattere, ricordano analogamente il tipo, già formatosi in Russia, della gente « di fabbrica » : una certa ricercatezza nell’arreda- mento della casa, nel vestire, nelle maniere, un modo di vita per lo più sre- golato e una scarsa preoccupazione del domani, il parlare audace, talvolta fiorito, un certo orgoglio nei confronti della gente di campagna, tutti questi tratti essi li hanno in comune con tutta la gente di fabbrica russa » •**. La statistica delle « fabbriche ed officine » ha calcolato che nel 1890 nella città di Arzamas, governatorato di Nizni Novgorod, vi erano complessivamente 6 concerie con 64 operai ( Indicatore ); e • Cfr. Materiali della statistica degli zemstvo per i distretti indicati; Lavori della Commissione artigiana , IX c VI; Indicatore ed Elenco ; Resoconti e indagini , II. •• Nel 1889 vi esistevano 380 famiglie (tutte senza seminativo) e 1305 abitanti. In tutta la volost di Katunki il 90,6 % delle famìglie esercita un’industria, il 70,1 % dei lavoratori si dpdica esclusivamente ad una qualche industria (cioè non si occupa di agricoltura). Per quanto riguarda il grado d’istruzione, questa volost supera sensibilmente la media del distretto, cedendo il passo, sotto questo aspetto, solo alla volost di Cernoretsk, anch’essa non agricola e con industrie navali molto sviluppate. Nel villaggio di Bolscioic Murasckino nel 1887 c’erano 856 famiglie (di cui 853 senza seminativo) con 3473 unità. Secondo il censimento del 1897 Coro- dets ha 6330 abitanti, Bolscioie Murasckino 5341, Iurino 2189, Spasskoie 4494, Vutras 3012. *** Lavori della Commissione artigiana , IX, p. 2567. Dati del 1880. 406 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA questa è solo una frazione minima della manifattura capitalistica, la quale abbraccia le industrie delle pellicce, delle calzature, ecc. I medesimi padroni pellicciai assumono operai a domicilio sia nella città di Arzamas (nel 1878 se ne contavano sino a 400) che in 5 località suburbane, dove su 360 case di pellicciai 330 lavorano per i mercanti di Arzamas e con materiale da essi fornito, sgobbando 14 ore al giorno per 6-9 rubli al mese*; è appunto per questo motivo che i pellicciai sono gente pallida, debole, sempre più ma- landata. Nella vicina Vyezdnaia Slobodà su 600 case di calzolai 500 lavorano per dei padroni, ricevendo a tal fine gli stivali già tagliati. Si tratta di una vecchia industria, che si esercita da circa 200 anni, e che tuttora si estende e si sviluppa. Gli abitanti non si dedicano quasi affatto all’agricoltura, e la loro vita ha in tutto e per tutto un’impronta puramente urbana: vivono «nel lusso». Lo stesso si dica per i summenzionati centri dei pellicciai, i cui abitanti « guardano dall’alto al basso il contadino agricoltore, chia- mandolo M madre campagna " » **. Stessa, identica situazione nel governatorato di Viatka. I di- stretti di Viatka e Slobodskoi sono centri delle industrie del cuoio e delle pellicce sia «di fabbrica e d’officina » che «artigiane». Nel distretto di Viatka le concerie artigiane sono concentrate nei dintorni della città, « integrando » così l’attività industriale delle grandi fabbriche ***, lavorando ad esempio per i più grandi fabbri- canti; per questi lavorano per lo più anche gli artigiani sellai e produttori di colla. I fabbricanti pellicciai hanno alle proprie di- pendenze centinaia di operai che cuciono a domicilio le pelli di pecora, ecc. Si tratta di un’unica manifattura capitalistica con varie sezioni: concia delle pelli e produzione delle pellicce di pecora, lavorazione del cuoio e degli articoli di selleria, ecc. Un rilievo an- cor più netto assumono i rapporti costituitisi nel distretto di Sloboskoi (centro delle industrie è la vicina slobodà di Dcmianka); • La situazione degli operai nelle fabbriche di Arzamas è migliore di quella dell' operaio agricolo ( Lavori della Cor» missione artigiana, III, p. 133). *• Lavori della Commissione artigiana y III, p. 76. *** Ivi, fase. XI, p. 3084. (Cfr. Indicatore per il 1890). Fra gli artigiani è stato compreso il contadino agricoltore Dolguscin, che possiede un laboratorio con 60 operai. E di tali artigiani cc nc sono parecchi. MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 407 vi vediamo un piccolo numero di grandi fabbricanti *, che sono alla testa degli artigiani conciatori (870 persone), dei calzolai e pro- duttori di guantoni (855 persone), dei conciatori di pelli di pe- cora (940 persone), dei sarti (309 persone cuciono pellicciotti su ordinazione di capitalisti). In generale una simile organizzazione della produzione degli articoli di cuoio è, a quanto pare, dif- fusa molto ampiamente: per esempio nella città di Sarapul, nel governatorato di Viatka, YElenco annovera 6 concerie che nello stesso tempo producono anche calzature, occupando, oltre a 214 operai presenti nello stabilimento, 1080 operai esterni (p. 495). Dove andrebbero mai a finire i nostri « artigiani », questi rappre- sentanti delPindustria « popolare » portati alle stelle da ogni sorta di Manilov, se tutti i mercanti e i fabbricanti russi calcolassero in modo altrettanto particolareggiato e preciso gli operai esterni da essi occupati! **. Qui va menzionato anche il villaggio industriale di Raskazovo, distretto e governatorato di Tambov (1897: 8283 abitanti), centro sia dell’industria « di fabbrica e d’officina » (fabbriche di panno, saponifici, concerie, distillerie) che di quella «artigiana»; inoltre quest’ultima è strettamente legata alla prima; le industrie sono quelle della concia, del feltro (sino a 70 padroni; esistono stabili- menti con 20-30 operai), della colla, degli stiyali, delle calze (non c’è famiglia in cui non si facciano calze con lana distribuita a peso dagli « s{upstci{i »), ecc. Vicino a questo villaggio si trova la slobodh di Belaia Poliana (300 famiglie), nota per industrie analoghe. Nel distretto di Morsciansk, centro delle industrie arti- giane è il villaggio di Pokrovskoie-Vasilievskoie, che nel contempo • Secondo [‘Indicatore per il 1890, circa 27 padroni con più di 700 operai. ** Cfr. anche ['Elenco, p. 489, sul noto villaggio « artigiano >1 di Dunilovo del distretto dì Sciuia, governatorato di Vladimir. L ’ Indicatore per il 1890 vi ha anno- verato 6 pelliccerie con 151 operai, mentre, secondo i dati dei Lai/ori della Commis- sione artigiana* fase. X), in questa zona erano occupati circa 200 conciatori c 2300 pellicciai; nel 1877 si contavano sino a 5500 « artigiani ». Probabilmente sullo stesso tipo è organizzata, nello stesso distretto, anche Tindustria degli stacci, clic occupa circa 40 villaggi e sino a 400 cosiddetti « ntardassty » (nome comune a tutta la zona). L'analoga organizzazione dell’industria -della concia e delle calzature nel governatorato di Perni l'abbiamo descritta negli Studi, p. 171 e sgg. (Cfr., nella presente edizione, voi. 2, p. 417 e sgg. - N. d. R.). 408 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA è anche centro dell’industria di fabbrica d’officina (cfr. Indicatore e Resoconti ed indagini , voi. III). Nel governatorato di Kursk me- ritano di essere menzionate come località industriali e centri delle industrie «artigiane» le slobody di Veliko-Mikhailovka (distretto di Novy Oskol; 11.853 abitanti nel 1897), Borisovka (distretto di Graivoron; 18.071 abitanti), Tomarovka (distretto di Belgorod; 8716 abitanti), Miropolie (distretto di Sudgia; più di 10.000 abi- tanti. Cfr. Resoconti ed indagini , voi. I, dati per il 1888-1889). In queste stesse località troverete anche le « fabbriche » per la con- cia (cfr. Indicatore per il 1890). La principale industria « artigiana » è quella dei conciatori calzolai. Essa è sorta sin dalla prima metà del secolo XVIII, e verso gli anni sessanta del XIX secolo ha rag- giunto il più alto sviluppo, divenendo un’« organizzazione stabile a carattere puramente commerciale ». Tutta la produzione era monopolizzata da appaltatori, che compravano il cuoio e lo distri- buivano agli artigiani che lo lavoravano. Le ferrovie hanno di- strutto questo carattere monopolistico del capitale, e i capitalisti appaltatori hanno trasferito i loro capitali in imprese più vantag- giose. Adesso l’organizzazione è la seguente: i grandi impren- ditori sono circa 120; essi possiedono laboratori con operai sala- riati e distribuiscono lavoro a domicilio; di piccoli imprenditori indipendenti (che tuttavia comprano il cuoio dai grandi) ce ne sono circa 3000; quelli che lavorano a domicilio (per i grandi padroni) sono 400, e altrettanti sono gli operai salariati; ci sono poi gli apprendisti. Complessivamente i calzolai sono più di 4000. Inoltre qui ci sono artigiani calderai, fabbricanti di teche per icone, pittori di icone, tessitori di tovaglie, ecc. Costituisce una manifattura capitalistica sommamente caratte- ristica e tipica l’industria delle pelli di scoiattolo del distretto di Kargopol, governatorato di Olonets, descritta con così profonda cognizione di causa, e con una rappresentazione così veritiera e semplice di tutta la vita della popolazione artigiana, da un ma- stro artigiano nei Lavori della Commissione artigiana (fase. IV). Secondo questa descrizione (1878), l’industria esiste dall’inizio del secolo XIX: 8 padroni hanno 175 operai, ma per loro lavorano poi sino a 1000 cucitrici a domicilio e circa 35 famiglie di pellic- ciai (nei vari villaggi), complessivamente 1300-1500 persone, con MANIFATTURA CAPITALISTICA £ LAVORO A DOMICILIO 409 una produzione del valore di 336.000 rubli. A titolo di curiosità va rilevato che, allorché prosperava, quest’industria non veniva compresa nella statistica delle « fabbriche ed officine ». L'Indica- tore per il 1879 non vi accenna minimamente. Quando invece in- cominciò a declinare, venne presa in considerazione anche nella statistica. L'Indicatore per il 1890 annovera nella città e nel di- stretto di Kargopol 7 laboratori, con 121 operai e un valore della produzione di 50.000 rubli, mentre l'Elenco vi annovera 5 labo- ratori, con 79 operai (e 57 esterni) e un valore della produzione di 49.000 rubli * In questa manifattura capitalistica vigono ordina- menti molto edificanti, che sono un esempio di ciò che avviene nelle nostre « industrie artigiane » tradizionali — in tutto e per tutto ori- ginali — , sperdute in qualcuno dei numerosi e dimenticati angoli della provincia russa. 1 mastri artigiani lavorano 15 ore al giorno in un’atmosfera estremamente malsana, guadagnano 8 rubli al mese e meno di 60-70 rubli all’anno. 11 reddito dei padroni è di circa 5000 rubli all’anno. 1 rapporti fra padroni ed operai sono « patriarcali » : secondo una remota consuetudine il padrone dà gratuitamente il \vas e il sale, che gli operai chiedono alla cuoca del padrone. In segno di riconoscenza versoci padrone (per il fatto che « dà » loro il lavoro) gli operai devono strappare gratuita- mente le code delle pelli di scoiattoli; oltre a ciò alla fine del lavoro puliscono anche le pelli. I mastri artigiani trascorrqno tutta la setti- mana nei laboratori, c i padroni, facendo finta di scherzare, di tanto in tanto li percuotono (p. 218, 1. c.) e li costringono ad eseguire ogni sorta di lavori: rimuovere il fieno, spalare la neve, attin- gere l’acqua, risciacquare la biancheria, ecc. Il basso costo della mano d’opera è stupefacente anche nella stessa Kargopol, mentre i contadini delle zone vicine « sono disposti a lavorare quasi gratuita- • Ecco i dati sugli « artigiani » relativi al 1894. a Nella cucitura delle pelli di scoiattolo conciate sono occupate le popolane più povere della città di Kargopol e le contadine della volost di Pavlovsk. Si paga loro il prezzo più basso », per cui una cucitrice guadagna solo da 2,40 a 3 rubli al mese, senza vitto, e per ese- guire questo lavoro (retribuzione a cottimo) deve starsene curva sul suo lavoro, senza un minuto di sosta, 12 ore al giorno. « Con l’estrema e continua tensione che richiede, il lavoro strema le forze ». Il numero delle cucitrici arriva a 200 (L'/n- dttstria artigiana nel governatorato di Olonets , saggio dei signori Blagovestcenski c Gariazin, Petrozavodsk, 1895. pp. 92-93). 27 - 574 410 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA mente ». La produzione è a mano, con una sistematica divisione del lavoro e un lungo apprendistato (8-12 anni); è facile imma- ginare la vita degli apprendisti. 6 . Le altre industrie per la lavorazione dei prodotti animali Un esempio particolarmente significativo di manifattura capi- talistica è dato dalla famosa industria delle calzature del villaggio di Kimry, distretto di Korceva, governatorato di Tver, e dei suoi dintorni*. È un’industria antica, che esiste dal secolo XVI. Dopo la riforma essa continua ad espandersi e a svilupparsi. Airinizio degli anni settanta Pletniov calcolava che quest’industria si estendesse per una zona di 4 volosti , mentre nel 1888 si calco- lava che le volosti comprese in tale zona fossero già 9. La base della sua organizzazione è la seguente. Alla testa dell’industria si trovano i padroni dei grandi laboratori con operai salariati, che dannò a cucire fuori le pelli tagliate. Di questi padroni il signor Pletniov ne ha contato 20, con 124 lavoratori e 60 ragazzi ed un valore della produzione di 818.000 rubli, mentre, sempre secondo questo autore, circa 1769 lavoratori e 1833 ragazzi lavoravano per questi capitalisti a domicilio. Vengono poi i piccoli padroni, con 1-5 operai salariati e 1-3 ragazzi. Questi padroni vendono la pn> pria merce prevalentemente sui mercati del villaggio di Kimry; sono 224, con 460 lavoratori e 301 ragazzi; il valore della produ- zione è di 187.000 rubli. Complessivamente, dunque, si hanno 244 padroni, 2353 lavoratori (di cui 1769 a domicilio) e 2194 ragazzi (di cui 1833 a domicilio), con un valore della produzione di 1.005.000 rubli. Ci sono inoltre dei laboratori che eseguono varie operazioni parziali: scarnamente (pulitura del cuoio con lo scarnatoio), uti- lizzazione dei ritagli (incollatura dei ritagli ottenuti con lo scar- • Cfr. Bollettino periodico di statistica dell'Impero Russo, II, fase. Ili, Pietro- burgo, 1872. Materiali per lo studio dell'industria artigiana e del lavoro a mano in Russia, elaborati da L. Maikov, articolo di V, A. Pletniov. Per la chiarezza della descrizione di tutta V organizzazione di quest’industria, questo scritto è il migliore che esista. Gli scritti posteriori offrono pregevoli dati statistici e sulla vita di ogni giorno, ma spiegano in modo meno soddisfacente Porga nizzazione economica di questa complessa industria. Cfr. anche i Lavori della Commissione artigiana . fase. Vili, articolo del signor Pokrovski, nonché Resoconti e indagini, voi. I. MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 41 I namento); trasporto della merce (4 padroni con 16 lavoratori e fino a 50 cavalli); falegnami (fabbricazione delle casse), ecc. * Pletniov calcola che il valore globale della produzione di tutta la zona ammonti a 4,7 milioni di rubli. Nel 1881 si calcolava che vi fossero 10.638 artigiani, 26.000 con quelli fuori sede, e che il valore della produzione ammontasse a 3,7 milioni di rubli. Quanto alle condizioni di lavoro, è importante rilevare che la giornata lavorativa è eccessivamente lunga (14-15 ore) e le condizioni di lavoro estremamente antigieniche, che il pagamento viene effet- tuato in merce, ecc. Il centro dell’industria, il villaggio di Kimry, « assomiglia piuttosto ad una piccola città )> {Resoconti e inda- gini , I, p. 224); gli abitanti sono pessimi agricoltori, sono presi dall’industria tutto l’anno; solo gli artigiani rurali abbandonano l’industria all’epoca della fienagione. Nel villaggio di Kimry le case sono di tipo urbano e gli abitanti si distinguono per le loro abitudini di vita alla cittadina (ad esempio per la loro « ricerca- tezza nel vestire »). Fino a poco tempo fa nella « statistica delle fabbriche ed officine » quest’industria non figurava, probabilmente perchè i padroni « si considerano volentieri degli artigiani » (ivi, p. 228). NeWElenco sono stati compresi per la prima volta 6 cal- zaturifici della zona di Kimry, con 15-40 operai occupati nel labo- ratorio e senza operai esterni. Naturalmente qui ce un gran numero di lacune. Nella manifattura rientra anche l’industria dei bottoni dei di- stretti di Bronnitsy e Bogorodsk, nel governatorato di Mosca: produzione dei bottoni dalle unghie e dalle corna di montone. Sono occupati in quest’industria 487 operai in 52 stabilimenti; valore della produzione: 264.000 rubli. I laboratori con meno di 5 persone sono 16; quelli con 5-10 persone 26; quelli con io e * Cfr. Resoconti e indagini: 7 gruppi di industriali: 1) commercianti in cuoio; 2) sJ(upstci%i delle calzature; 3) padroni di grandi laboratori (5-6 persone), che producono le tomaie c distribuiscono il lavoro a domicilio; 4) padroni di piccoli laboratori con operai salariati; distribuiscono anch’cssi lavoro a domicilio; 5) pro- duttori individuali, che lavorano o per il mercato o per dei padroni {sub 3 e 4); 6) operai salariati (mastri aiutanti, apprendisti); 7) « formai tagliatori, nonché padroni e operai dei laboratori per lo scarnamente, l'ingrassamento e l’incera- tura » (p. 217, 1 . c.). Secondo il censimento del 1897 gli abitanti del villaggio di Kimry sono 7017. 27 * 4 12 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA più persone io. Non impiegano operai salariati solo io padroni, che lavorano per grandi laboratori e con materiale da essi fornito. Del tutto indipendenti sono solo i grossi industriali (che, come risulta dalle cifre riportate, devono avere 17-21 operai per laboratorio). Essi figurano, naturalmente, anche nell’ Indicatore come « fabbri- canti » (cfr. p. 291 : 2 laboratori con una produzione di 4000 rubli e 73 operai). Si tratta di una «manifattura organica»; le corna vengono dapprima ammollite col vapore nella cosiddetta « fucina » (un’isbà di legno con forno), dopo di che vengono pas- sate nel laboratorio , vengono tagliate a macchina, una stampatrice imprime il disegno sui pezzi, che infine sono rifiniti e levigati su vari banchi. L’industria non manca di apprendisti. La giornata lavorativa è di 14 ore. Il pagamento in merce è abituale. I rapporti fra padroni e operai sono patriarcali, e precisamente: il padrone chiama gli operai « ragazzi », c il libro paga si chiama « libro dei ragazzi »; quando regola i conti, il padrone fa una predica agli operai e non accoglie mai completamente le loro « preghiere » ri- guardanti la corresponsione del denaro. Dello stesso tipo è l’industria della lavorazione delle corna, compresa nella nostra tabella delle piccole industrie (Appendice I al quinto capitolo, industrie nn. 31 e 33). « Artigiani » con decine di operai salariati figurano anche nell’ Indicatore come « fabbri- canti » (p. 291). Nella produzione viene praticata la divisione del lavoro; c’è anche distribuzione di lavoro a domicilio (rifinitori di pettini). Centro di quest’industria nel distretto di Bogorodsk è il grosso villaggio di Khoteici, dove l’agricoltura già passa in secondo piano (2494 abitanti nel 1897). Nella pubblicazione dello zemstvo di Mosca Le industrie artigiane del distretto di Bogo- rods\, governatorato di Mosca , nel 1890 si dice, del tutto giusta- mente, che questo villaggio « altro non è che una grande mani- fattura per la produzione dei pettini » (p. 24, il corsivo è nostro). Nel 1890 si calcolava che in questo villaggio ci fossero più di 500 industriali, con una produzione da 3,5 a 5,5 milioni di pettini. « Il più delle volte il venditore di corna è ad un tempo anche s\upstci\ degli articoli relativi, e non di rado, inoltre, anche grande produttore di pettini ». Particolarmente cattiva è la situa- zione dei padroni che sono costretti a prendere le corna « a cot- MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 413 timo »: « di fatto la loro situazione è persino peggiore di quella degli operai salariati dei grossi stabilimenti ». Il bisogno li costringe a sfruttare all’estremo il lavoro di tutta la famiglia, a prolungare la giornata lavorativa e a mettere al lavoro gli adolescenti. D’in- verno, a Khoteici, nell’isbà dell’artigiano « indipendente » che la- vora « a cottimo », il lavoro comincia all’una di notte, ed è diffìcile dire con certezza quando termini. Molto diffuso è il paga- mento in merce. « Questo sistema, così a fatica orm^i estirpato nelle fabbriche, è tuttora in pieno rigoglio nei piccoli stabilimenti artigiani » (p. xj). Analoga, a quanto pare, è l’organizzazione dell’industria degli articoli di corno nel distretto di Kadnikov del governatorato di Vologda, nella zona del villaggio di Ustie (la cosiddetta « Ustianstcina »), coi suoi 58 villaggi. Il signor V. Bo- ri so v ( Lavori della Commissione artigiana , fase. IX) conta qui 388 artigiani, con un valore della produzione di 45.000 rubli; tutti gli artigiani lavorano per dei capitalisti, i quali acquistano le corna a Pietroburgo e la tartaruga all’estero. Alla testa dell’industria delle spazzole del governatorato di Mosca (cfr. Appendice I al quinto capitolo, industria n. 20) tro- viamo dei grandi laboratori con numerosissimi operai salariati e una divisione del lavoro praticata sistematicamente*. È interes- sante rilevare qui il cambiamento operatosi nell’organizzazione di quest’industria dal 1879 al 1895 (cfr. la pubblicazione dello zemstvo di Mosca L'industria delle spazzole in base all'indagine del 1895). Certi industriali agiati si sono trasferiti a Mosca per eser- citarvi appunto quest’industria. Il numero degli industriali è au- mentato del 70 %, ed è particolarmente cresciuto il numero delle donne ( + 170 %) e delle ragazze ( + 159 %). Il numero dei grandi laboratori con operai salariati è diminuito: la percentuale di quelli che impiegano operai salariati è caduta dal 62 % al 39 %. La cosa si spiega col fatto che i padroni hanno adottato la distribu- zione del lavoro a domicilio. L’uso del trapano (per praticare i • Il « segatore » sega le assicelle per le spazzole; il « foratore » vi pratica i forellini, il « politore » pulisce le setole; il « piantatore » « pianta » le setole nel legno, il « falegname » incolta il piallaccio sulle spazzole {Raccolta dì dati sta- tistici per il governatorato di Mosca , voi. VI, fase. I, p. 18). 4M LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA forellini nelle assicelle), divenuto generale, ha reso più rapido e facile uno dei principali processi della produzione delle spazzole. È aumentata la domanda di « piantatori » (artigiani che « pian- tano » le setole nel legno), e questa operazione, che richiede sempre abilità, è passata alle donne, essendo esse una forza-lavoro meno costosa. Le donne hanno incominciato a piantare le setole a domicilio per una retribuzione a cottimo. Così, restendersi del lavoro a domicilio è stato qui provocato dal progresso della tec- nica (trapano), dal progresso della divisione del lavoro (le donne non fanno altro che piantare le setole), dal progresso dello sfrut- tamento capitalistico (il lavoro delle donne e delle ragazze è meno costoso). In questo esempio si manifesta con particolare chia- rezza il fatto che il lavoro a domicilio non è affatto in contrasto col concetto di manifattura capitalistica , ma, al contrario, a volte è persino un sintomo del suo ulteriore sviluppo. y. Industrie per la lavorazione dei prodotti minerari Nel settore delle ceramiche un esempio di manifattura capita- listica ci è dato dalle industrie della zona di Ghgel (circondario comprendente 25 villaggi dei distretti di Bronnitsy e Bogorodsk, nel governatorato di Mosca). I dati statistici ad esse relativi sono contenuti nella nostra tabella delle piccole industrie (Appendice I al quinto capitolo, industrie nn. 15, 28 e 37). Da questi dati risulta che, le differenze esistenti fra le tre industrie di Ghgel — sto- viglie, porcellane e pittura — , benché notevolissime, vengono can- cellate dal passaggio da una categoria all’altra delle fabbriche di ciascuna di queste industrie, ed otteniamo tutta una serie di la- boratori le cui dimensioni aumentano progressivamente. Ecco il numero medio degli operai per stabilimento secondo le varie cate- gorie di queste tre industrie: 2,4-4,3-8,4-4,4-7,9-13,5-18-69-226,4. Ossia, la serie va dal laboratorio più piccolo a quello più grande. Che i grandi laboratori rientrino nella manifattura capitalistica (benché non abbiano introdotto le macchine, non si siano trasfor- mati in fabbriche) è fuori dubbio: l’importante, però, non sta solo in ciò, ma anche nel fatto che i piccoli laboratori sono legati ai grandi , che qui siamo di fronte ad un'unica organizzazione del - MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 4*5 l’industria , c non già a singoli laboratori rientranti ora in uno, ora in un altro tipo di organizzazione economica. « Ghgel costituisce un tutto economico unico » (Isaiev, 1 . c., p. 138), e i grandi labo- ratori della zona sono sorti lentamente e gradualmente, svilup- pandosi dai piccoli (ivi, p. 121). La produzione è a mano *, con una considerevole applicazione della divisione del lavoro', tra gli stovigliai troviamo i tornitori (che si specializzano secondo i tipi di vasellame), gli operai che cuociono il prodotto, ecc., e talvolta anche un lavoratore appositamente addetto alla preparazione dei colori. Tra i produttori di porcellane la divisione del lavoro è straordinariamente minuta : macinatori, tornitori, porgitori, fuo- chisti, pittori, ecc. I tornitori si specializzano persino secondo i vari tipi di vasellame (cfr. Isaiev, 1 . c., p. 140: in un caso la divi- sione del lavoro aumenta la produttività del lavoro del 25 %). I laboratori dei pittori lavorano per i produttori di porcellane e sono quindi semplici sezioni della loro manifattura per Tesecuzione di una speciale operazione parziale. Caratteristico per la manifat- tura capitalistica già costituitasi è il fatto che in essa anche la forza fisica diviene specializzazione. Così a Ghgel alcuni villaggi sono occupati (quasi totalmente) a scavare l’argilla; per i lavori’ pesanti e che non richiedono una particolare abilità (lavoro del macinatore) si impiegano quasi esclusivamente operai forestieri provenienti dai governatorati di Tuia e Riazan, che per forza e robustezza sono superiori ai deboli abitanti di Ghgel. Molto diffuso è il pagamento in merci. L’agricoltura è trascurata. «Gli abitanti di Ghgel sono una generazione in decadenza» (Isaiev, p. 168): deboli di petto, stretti di spalle, con poca forza, i pittori perdono presto la vista, ecc. La divisione del lavoro capitalistica stritola Tuomo e lo de- forma. La giornata lavorativa è di 12-13 orc - • Noteremo che in questa industria, come del resto nelle industrie tessili descritte sopra, la manifattura capitalistica è in sostanza l’economia di ieri. Il periodo posteriore alla riforma è caratterizzato dalla trasformazione di questa ma- nifattura in grande industria meccanica. Le aziende di Ghgel con motori a vapore erano I nel 1866, 2 nel 1879, 3 nel 1890 (secondo i dati deli' Annuario del Mini- stero delle finanze , fase. I, e dell 'Indicatore per il 1879 e il 1890). 416 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 8 . Le industrie per la lavorazione dei metalli. Industrie di Pavlovo Le famose industrie dei magnani di Pavlovo abbracciano un’in- tiera zona formata dal distretto di Gorbatov, governatorato di Nizni Novgorod, e dal distretto di Murom, governatorato di Vla- dimir. L’origine di quéste industrie è molto antica: nota Smir- nov che già nel 1621 esistevano a Pavlovo (in base al catasto) 11 fucine. Verso la metà del secolo XIX queste industrie costituivano già una rete molto estesa di rapporti capitalistici pienamente costi- tuiti. Dopo la riforma, le industrie di questa zona hanno conti- nuato a svilupparsi sia in estensione che in profondità. Secondo il censimento degli zemstvo del 1889, in 13 volostì e in 1 19 loca- lità del distretto di Gorbatov erano occupate in una qualche industria 5953 famiglie, con 6570 lavoratori maschi (54 % del nu- mero complessivo dei lavoratori di queste località) e 2741 tra vec- chi, adolescenti e donne, ossia, complessivamente, 9311 persone. Nel distretto di Murom il signor Grigoriev contava nel 1881 6 volasti, 66 località, 1545 famiglie e 2205 lavoratori maschi (il 39 % del numero complessivo dei lavoratori in queste località) occupati in questa o queirindustria. Non solo si sono formati grossi villaggi industriali non dediti alPagricoltura (Pavlovo, Vor- sma), ma si sono staccati dall’agricoltura anche i contadini delle zone vicine: senza contare Pavlovo e Vorsma, nel distretto di Gorbatov erano occupati in questa o quell’industria 4492 lavo- ratori, di cui 2357, ossia più della metà , non si dedicavano affatto all’agricoltura. In centri come Pavlovo la vita ha acquistato una impronta completamente cittadina, facendo sorgere esigenze in- comparabilmente più sviluppate, creando un ambiente, un modo di vestire, un modo di vita ecc. più civili che fra i « rozzi » agri- coltori delle zone vicine *. NelPaffrontare la questione dell’organizzazione economica delle industrie di Pavlovo dobbiamo prima di tutto costatare il • A proposito del più elevato grado d’istruzione della popolazione a Pavlovo e a Vorsma e deH’emigrazione di contadini dai propri villaggi in direzione di questi centri, cfr. più sopra. MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 417 fatto indubbio che alla testa degli « artigiani » si trovano le più tipiche manifatture capitalistiche. Per esempio nello stabilimento degli Zavialov (che già negli anni sessanta aveva oltre ioo operai occupati nelPofficina e oggi ha introdotto anche un motore a va- pore) un temperino passa attraverso 8-9 mani : vi lavorano il fab- bro, Poperaio che fabbrica le lame, quello che fabbrica i manici (di solito a domicilio), quello che dà la tempera, lo smerigliatore, la brunitrice, il rifinitore, Paffilatore, il marcatore. Si tratta di una vasta cooperazione capitalistica, basata sulla divisione del lavoro, mentre una parte considerevole degli operai parziali è occupata non nelPofficina del capitalista, ma a domicilio. Ecco i dati del signor Labzin (1866) sui più importanti stabilimenti dei villaggi di Pavlovo, Vorsma e Vacia per tutti i rami della produzione di questa zona : 15 padroni avevano 500 operai occupati negli stabili- menti c 1134 operai esterni; complessivamente 1634 persone, con un valore della produzione di 351.700 rubli. In che misura una simile caratterizzazione dei rapporti economici sia applicabile at- tualmente a tutta la zona si può vedere dai dati seguenti*: Zone Numero dei lavoratori occupati in una qualche industria e che lavorano Valore ap- prossimativo della produ- zione in mi- lioni di rubli per il mercato per un padrone come •alariati per un pa- drone e come sa- lariati in com- piega Pavlovo 3.132 2.819 619 3.430 6.S70 ] Zona del villaggio 2 di Selilba 41 60 136 196 237 1 Murom soo ? ? 2.000 2. SOO 1 Total» 3.673 — — 5.634 9.307 3 L'organizzazione deH’industria da noi tratteggiata predomina dunque in tutte le zone. In complesso circa i tre quinti del • Dati della statistica degli zemstvo riportati nei Materiali e nel Rapporto del signor Annenski, nonché indagini di A. N. Potresov (cit. sopra). Per la zona di Murom le cifre sono approssimative. Secondo il censimento del 1897, Vorsma ha 4674 abitanti c Pavlovo 12.431. 418 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA numero complessivo degli operai sono occupati capitalistica- mente. Anche qui, dunque, vediamo che la manifattura ha la posizione dominante nella struttura generale deirindustria * e subordina a sè masse enormi di operai, senz’essere tuttavia in grado di estirpare alle radici la piccola produzione. La relativa vitalità di quest’ultima si spiega pienamente, in primo luogo, col fatto che in alcuni rami dell’industria di Pavlovo non è stata an- cora minimamente introdotta la produzione a macchina (nella pro- duzione delle serrature, per esempio); in secondo luogo, col fatto che il piccolo produttore si difende dal crollo con mezzi che 10 fanno cadere molto più in basso deiroperaio salariato. Que- sti mezzi sono: prolungamento della giornata lavorativa e ab- bassamento del tenore di vita e del livello dei bisogni. « Il gruppo di artigiani che lavora per dei padroni subisce minori fluttuazioni nei guadagni» (Grigoriev, 1 . c M p. 65); da Zavialov, per esempio, guadagna meno di tutti il produttore di manici : « egli lavora a domicilio, per cui si accontenta di un guadagno infe- riore » (p. 68). Gli artigiani che lavorano « per dei fabbricanti » <1 hanno la possibilità di guadagnare qualcosa di più di quel che guadagna in media Partigiano che porta il suo prodotto al mercato. 11 guadagno è sensibilmente più alto in particolare per gli operai che abitano nelle stesse fabbriche » (p. 70) **. Nelle « fabbriche » la giornata lavorativa è di 14*4-15 ore, al massimo di 16. « Per gli artigiani che lavorano a domicilio, invece, la giornata lavorativa è sempre di almeno 17 ore, e talvolta arriva fino a 18 e persino # I dati riportati mostrano questo predominio in misera tutt’altro che esau- riente; quanto viene esposto più sotto nel testo fa vedere che gli artigiani che lavorano per il mercato sono ancor più subordinati al capitale di quelli che lavorano per dei padroni, c questi ultimi ancor più degli operai salariati. Le industrie di Pavlovo mostrano con particolare perspicuità il legame inscindibile esistente fra capitale commerciale e capitale industriale, legame che è proprio in generale della manifattura capitalistica nel suo rapporto coi piccoli produttori. ** Nella diminuzione dei guadagni ha una parte importante anche l’essere legati alla terra. Gli artigiani di campagna « in generale guadagnano meno dei fabbricanti di serrature di Pavlovo » (Annenski, Rapporto , p. 61). È vero che si deve tener conto del fatto che i primi dispongono di solito di grano proprio, ma tuttavia « è difficile ammettere che la situazione del semplice artigiano di cam- pagna sia più favorevole di quella del produttore medio di serrature di Pavlovo » (P- 61). MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 419 a 19 ore al giorno » (ivi). Non ci sarebbe nulla di sorprendente se dopo la legge del 2 giugno 1897 115 vi fosse stato un incremento del lavoro a domicilio : già da gran tempo sarebbe stato ora che simili « artigiani » si fossero preoccupati ed avessero teso i loro sforzi per ottenere dai padroni l’organizzazione di fabbriche! Ricordi inoltre il lettore la famigerata usanza consistente nel « prendere a prestito », « barattare », « pignorare le donne » ed altre analoghe forme di semiservitù e di umiliazione personale che schiacciano il piccolo produttore pseudoindipendente*. Fortunatamente la gran- de industria meccanica in via di rapido sviluppo non può tollerare tanto facilmente quanto la manifattura queste forme deteriori di sfruttamento. Anticipiamo i dati sullo sviluppo della produzione di fabbrica in questa zona **. E u •a 1 ■g « Numero degli operai J! 11 1 * 3 -5 le Anni t * S Z presenti si fi ■a 4 , t* * negli stabilimenti esterni in complesso ■S s a 11 > 2 a £ Numero è dovuta al fatto che la forgiatura dei samovar continua ad essere eseguita a mano: «per il fabbricante committente Parti- giano di campagna sarà sempre più conveniente, perchè il suo lavoro costa il 10-20 % di meno di quello del remeslenniì{ urbano » ( P . 916). Secondo il signor Borisov, nel 1882 il volume della produzione dei samovar ammontava approssimativamente a 5 milioni di rubli, e gli operai (ossia gli artigiani) ivi occupati erano 4-5000. La stati- stica delle fabbriche e delle officine abbraccia, anche in questo caso, solo una piccola parte dell’intiera manifattura capitalistica. L'Indi- catore per il 1879 contava nel governatorato di Tuia 53 « fabbriche » di samovar (tutte con produzione a mano), con 1479 operai e un va- lore della produzione di 836.000 rubli. L ’ Indicatore per il 1890 regi- strava 162 fabbriche, 2175 operai, e 1. 100.000 rubli, laddove, tut- tavia, nell’elenco nominativo si annoveravano solo 50 fabbriche (1 a vapore), 1326 operai e 698.000 rubli. È evidente che fra le « fabbriche » sono stati inclusi questa voltar anche un centinaio di piccoli laboratori. Infine, nel 1894/95 l 'Elenco registra 25 fab- briche (4 a vapore), 1202 operai ( + 607 esterni) e un valore della produzione di 1.613.000 rubli. Di questi dati non sono suscetti- bili di confronto (per il motivo indicato sopra, come pure perchè negli anni precedenti si confondevano in una sola cifra gli operai occupati nella fabbrica e quelli esterni) nè il numero delle fabbriche nè quello degli operai. Di indubbio c’è solo la progres- siva eliminazione della manifattura da parte della grande indu- stra meccanica: nel 1879 le fabbriche con 100 e più operai erano 2; nel 1890 erano ancóra 2 (di cui una a vapore); nel 1894-95 erano 4 (di cui 3 a vapore) * Analoghe caratteristiche presenta, a quanto pare, l’organizzazione delle in- dustrie dei fabbri di Tuia “e dintorni. Il signor Borisov calcolava nel 1882 che in queste industrie fossero occupati 2-3000 operai, che producevano articoli per un valore di circa 2,5 milioni di rubli. La subordinazione di questi « artigiani » al 28* 428 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Un’organizzazione completamente identica è quella delPin- dustria delle fisarmoniche, industria che si trova ad uno stadio di sviluppo economico più basso * « Alla produzione delle fisar- moniche partecipano oltre io distinte specialità » ( Lavori della Commissione artigiana , IX, p. 23 6); la fabbricazione delle varie parti di una fisarmonica o l’esecuzione di alcune operazioni par- ziali sono oggetto di singole industrie « artigiane » pseudoindi- pendenti. « Nel periodo di ristagno tutti gli artigiani lavorano per le fabbriche o per laboratori più 0 meno importanti, dai cui pa- droni ricevono il materiale; quando invece la domanda di fisar- moniche è grande, compare un gran numero di piccoli produttori, che acquistano dagli artigiani le singole parti, montano essi stessi le fisarmoniche e le portano nelle botteghe e nei negozi locali, dove in quel momento questi articoli vengono comprati molto vo- lentieri » (ivi). Nel 1882 il signor Borisov registrava in quest’indu- stria 2-3000 lavoratori con un valore della produzione di circa 4 milioni di rubli; la statistica delle fabbriche e delle officine an- noverava nel 1879 due « fabbriche », con 22 operai e un valore della produzione di 5000 rubli; nel 1890, 19 fabbriche, con 275 operai e un valore della produzione di 82.000 rubli; nel 1894/95, una fabbrica, con 23 operai (più 17 esterni) e un valore della produ- zione di 20.000 rubli **. I motori a vapore non vengono affatto impiegati. Tutti questi sbalzi di cifre indicano che sono stati presi in considerazione, in maniera puramente casuale, singoli la- boratori che rientrano, come parti integranti, nel complesso orga- nismo della manifattura capitalistica. capitate commerciate è molto notevole. Nel governatorato di Tuta anche le « fab- briche » di ferramenta hanno talvolta operai esterni (cfr. Elenco , pp. 393 395). • Lo sviluppo dell’industria dette fisarmoniche è interessante anche come processo di eliminazione dei primitivi stranienti popolari e di creazione di un largo mercato nazionale: senza un tale mercato non potrebbe esistere la divisione del lavoro secondo i processi parziali, e senza divisione del lavoro non sarebbe possi- bile ottenere la diminuzione del costo del prodotto: « Grazie al [loro] basso costo le fisarmoniche hanno soppiantato quasi dappertutto lo strumento musicale popolare a corde primitivo: la balalaika » ( Lavori della Commissione artigiana, fase. IX, p. 2276). * # il censimento della città di Tuia del 29 novembre 1891 registrava 36 aziende per il commercio delle fisarmoniche e 34 laboratori per la loro produzione (cfr. Pic- cola guida del governatorato di Tuia per il 18 95, Tuta, 1895). MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 429 III La tecnica nella manifattura Divisione del lavoro e sua importanza Tireremo ora le conclusioni dai dati esposti ed esamineremo se essi caratterizzano effettivamente una particolare fase di svi- luppo del capitalismo nella nostra industria. Caratteristica comune di tutte le industrie da noi esaminate è che si conserva la produzione a mano e che viene sistematica- mente e largamente praticata la divisione del lavoro. Il processo produttivo si scinde in un certo numero di operazioni parziali eseguite da vari mastri artigiani specializzati. La preparazione di questi artigiani specializzati richiede un tirocinio piuttosto lungo» per cui compagno naturale della manifattura c V apprendistato. È noto che, nella situazione generale delFeconomia mercantile e del capitalismo» questo fenomeno porta alle peggiori forme di dipendenza personale e di sfruttamento*. La scomparsa dell ap- prendistato si verifica quando la manifattura ha raggiunto un più elevato grado di sviluppo e sorge la grande industria meccanica» quando le macchine riducono al minimo il periodo di tirocinio, oppure le singole operazioni parziali giungono ad un grado tale di semplicità da poter essere eseguite anche da fanciulli (cfr. sopra l’esempio dello Zagarie). Il fatto che come base della manifattura si conservi la produ- * Ci limiteremo ad un solo esempio. Nella slobodà di Borisovka, distretto di Graivoron, governatorato di Kursk, esiste un’industria delle icone in cui sono occupate circa 500 persone. In gran parie i mastri artigiani vi fanno a meno di operai salariati, ma hanno degli apprendisti che lavorano 14-15 ore al giorno. Temendo di venire a perdere la forza-lavoro gratuita rappresentata dagli appren- disti, questi mastri hanno accolto con ostilità la proposta di organizzare una scuola di disegno {Resoconti e indagini, I, 333). Dato il lavoro a domicilio, la situa- zione dei fanciulli nella manifattura capitalistica non c in nulla migliore di quella degli apprendisti, giacche l’operaio a domicilio c costretto a prolungare al ncc plus ultra la giornata lavorativa ed a sfruttare al massimo tutte le forze della famiglia. LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 43 ° zione a mano ne spiega la relativa immobilità, la quale balza par- ticolarmente agli occhi quando si confronta la manifattura con la fabbrica. Lo sviluppo e l’approfondimento della divisione del lavoro procedono molto lentamente, per cui la manifattura, una volta rag- giunta una determinata forma, la conserva per decenni e decenni (e persino per secoli): abbiamo visto che moltissime delle indu- strie da noi esaminate hanno origini molto remote, ma che, ciò nondimeno, nella maggior parte di esse non si è osservato, sino ai tempi più recenti, nessun rivolgimento importante nei modi della produzione. Quanto alla divisione del lavoro, non staremo a ripetere qui le tesi universalmente note dell’economia teorica sulla sua impor- tanza nel processo di sviluppo delle forze produttive del lavoro. Sulla base della produzione a mano non ci poteva essere altro progresso della tecnica se non nella forma della divisione del lavoro *. Noteremo soltanto le due più importanti circostanze che spiegano la necessità della divisione del lavoro come fase preli- minare della grande industria meccanica. In primo luogo, solo la scomposizione del processo produttivo in una serie di sempli- cissime operazioni puramente meccaniche permette di introdurre le macchine, che vengono da principio impiegate nelle opera- zioni più semplici e solo gradualmente si estendono alle ope- razioni più complesse. Nella tessitura, per esempio, già da gran tempo il telaio meccanico ha subordinato a se la produzione dei tessuti ordinari, mentre la tessitura della seta continua ad effet- tuarsi per lo più a mano; neH’industria del magnano la macchina viene impiegata prima di tutto in una delle operazioni più sem- plici: la brunitura, ecc. Ma questo frazionamento della produ- zione nelle operazioni più semplici — essendo il necessario passo preliminare per l’introduzione della grande produzione a mac- china — porta ad un tempo ad uno sviluppo delle piccole industrie. La popolazione circostante ottiene la possibilità di effettuare tali * «La forma domestica della grande produzione e la manifattura sono il punto d’arrivo inevitabile, e sino ad un certo punto persino desiderabile, per la piccola industria indipendente, non appena questa si estende ad una zona molto - vasta » (Kharizomenov, in luridicesfy Vicstnik , 1883, n. jj f p. 435). MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 43 1 operazioni parziali nel proprio domicilio, o su ordinazione dei ma- nifatturieri e con materiale da essi fornito (piantatura delle setole nella manifattura delle spazzole; cucitura delle pelli di pecora, delle pellicce, dei guantoni, delle calzature, ecc. nell’industria del cuoio; rifinitura dei pettini nella manifattura dei pettini; «cur- vatura » dei samovar, ecc.), oppure anche in modo « indipen- dente », comperando il materiale, fabbricando singole parti del prodotto e vendendole ai manifatturieri (industrie dei cappellai, delle carrozze, delle fisarmoniche, ecc.). Sembra un paradosso: sviluppo delle piccole industrie (talvolta anche « indipendenti ») come indizio dello sviluppo della manifattura capitalistica; eppure è un fatto. L’« indipendenza » di tali «artigiani» è del tutto fit- tizia. Il loro lavoro non potrebbe effettuarsi, il loro prodotto non avrebbe talvolta nemmeno un qualsiasi valore d’uso, se non fosse legato con gli altri lavori parziali, con gli altri frammenti del prodotto. E solo il grande capitale , che domina (in una forma o nell’altra) la gran massa degli operai parziali, poteva creare # e ha creato questo legame. Uno degli errori fondamentali dell’econo- mia populista consiste neH’ignorare o dissimulare il fatto che l’« artigiano » parziale è parte integrante della manifattura, capi- talistica. La seconda circostanza che occorre particolarmente sottolineare è che la manifattura prepara operai provetti. La grande industria meccanica non avrebbe potuto svilupparsi con tanta rapidità nel periodo posteriore alla riforma, se non avesse avuto alle proprie spalle un lungo periodo di preparazione degli operai ad opera della manifattura. Gli esperti che hanno studiato la tessitura « arti- giana » del distretto di Pokrov, governatorato di Vladimir, per esempio, rilevano la mirabile « abilità e capacità tecnica » dei tes- sitori della volost di Kudykino (dove si trovano il villaggio di Orekhovo e le note fabbriche dei Morozov) : « in nessun altro luogo... troviamo una tale tensione... nel lavoro... qui vicn sem- • Perchè solo il capitale poteva creare questa legame? Perchè la produzione mercantile genera, come abbiamo visto, il frazionamento dei piccoli produttori e la loro totale disgregazione, perchè le piccole industrie hanno lasciato in eredità alla manifattura i laboratori capitalistici e il capitale commerciale. 43 2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA prc praticata una rigida divisione del lavoro fra il tessitore e l’in- cannatore... Il passato... ha creato tra i lavoratori di Kudykino... metodi tecnici di produzione perfezionati... la capacità di orien- tarsi in ogni sorta di difficoltà » *. « Non si possono costruire fabbriche in qualsiasi località e in qualsivoglia numero » — leg- giamo a proposito della tessitura della seta — : « la fabbrica deve seguire il tessitore nelle località in cui si è formato, mediante lo spostamento fuori sede » (oppure, aggiungiamo noi, mediante il lavoro a domicilio), a un contingente di lavoratori esperti nel me- stiere »**. Stabilimenti come il calzaturificio di Pietroburgo ll8 *** non avrebbero potuto svilupparsi con tanta rapidità se, poniamo, nella zona del villaggio di Kimry non si fossero formati attraverso i secoli abili operai che oggi desiderano abbandonare i luoghi d’ori- gine, ecc. Perciò, fra Paltro, ha un’importanza molto grande il sorgere, ad opera della manifattura, di tutta una serie di grandi zone specializzatesi in una determinata industria e che hanno preparato grandi masse di abili operai **** ***** . Nella manifattura capitalistica la divisione del lavoro porta alla deformazione e alla mutilazione delloperaio, ivi compreso l’« ar- tigiano » parziale. Fanno la loro apparizione da una parte i vir- tuosi e dall’altra i deformi e gli storpiati della divisione del lavoro : i primi come rarità singole che suscitano la meraviglia degli stu- diosi *♦***; j secondi come apparizione in massa di « artigiani » * Le industrie del governatorato di Vladimir , IV, p. 22. ** Ivi, IH, p. 63. 1890: 514 operai c un valore della produzione di 600.000 rubli; 1894-95*. 845 operai e un valore della produzione di 1.288.000 rubli. Questo fenomeno è caratterizzato molto efficacemente dall’ espressione « in- dustrie all'ìngrosso ». « A partire dal XVII secolo — leggiamo in Korsak — l'industria rurale cominciò a svilupparsi in modo più sensibile: intieri villaggi, e particolarmente quelli nei pressi Mosca, posti sulle grandi vie di comunicazione, si diedero a praticare una qualche determinata industria; gli abitanti di alcuni di questi villaggi divennero conciatori, quelli di altri tessitori, quelli di altri ancora tintori, carradori, fabbri, ccc.... Verso la fine del secolo scorso di queste industrie alLingrosso , come alcuni le chiamano, se ne svilupparono moltissime in Russia » (1. c., pp. 119-121). ***** Ci limiteremo a due esempi: Khvorov, famoso magnano di Pavlovo, spe- cializzato in serrature, faceva ogni giorno 24 serrature del peso di uno zolotnik; certe parti di queste serrature non erano più grosse di una capocchia di spillo (Labzin, 1 . c., p. 44). Un artigiano fabbricante di giocattoli del governatorato di Mosca MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 433 deboli di petto, con braccia smisuratamente sviluppate, con « gib- bosità da un solo lato »» *, ecc. ecc. IV Divisione del lavoro su base territoriale e separazione dell* agricoltura dalVindustria In stretta connessione con la divisione del lavoro in generale si trovano, come già si c osservato, la divisione del lavoro su base territoriale, la specializzazione delle varie zone nella produzione di un solo prodotto, a volte di un solo tipo di questo prodotto, e persino di una certa sua parte. La prevalenza della produzione a mano, resistenza di una gran massa di piccoli laboratori, la con- servazione del legame del lavoratore con la terra, il fatto che il mastro sia vincolato ad una determinata specialità, tutto questo porta inevitabilmente airisolamento dei vari distretti industriali della manifattura; a volte quest’isolamento locale giunge ad un completo distacco dal resto del mondo**, col quale sono in rap- porto solo i padroni mercanti. Nella seguente tirata il signor Kharizomenov valuta in maniera inadeguata l’importanza della divisione del lavoro su base ter- ritoriale : <( L’enorme estensione dell’Impero porta con se forti differenze nelle condizioni naturali: una località è ricca di boschi e di animali selvatici, un’altra di bestiame, una terza abbonda di argilla o di giacimenti di ferro. Queste particolarità naturali hanno determinato anche il carattere dell’industria. Le grandi di- passò quasi tutta la vita a rifinire cavallucci attaccati a carrettini, e giunse sino a rifinire 400 pezzi al giorno ( Raccolta di dati statìstici per il governatorato di Mosca, voi. VI, fase. II, pp. 38-39), • Il signor Grigoriev descrive gli artigiani di Pavlovo come segue. « Ho visto uno di questi operai che lavora da sci anni presso la medesima morsa c che col suo piede sinistro nudo ha consumato l’asse del pavimento per oltre la metà del suo spessore; con amara ironia mi ha detto che il padrone vorrà cacciarlo quando avrà consumato l’tissc da parte a parte » (op. cit., pp. 108-109). ** L’industria delle pelli di scoiattolo nel distretto di Knrgopol e quella della produzione dei cucchiai di legno nel distretto di Semionov. 434 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IH RUSSIA stanze e la poca comodità delle vie di comunicazione hanno reso impossibile o estremamente costoso il trasporto delle materie prime. L’industria doveva quindi necessariamente restar rinchiusa nel luogo in cui si aveva a portata di mano un abbondante materiale grezzo. Di qui è appunto derivato il tratto caratteristico della nostra industria, cioè la specializzazione della produzione mer- cantile per zone immense e compatte » ( lunàic€sì(i Viestnì 1. c., p. 440). La divisione del lavoro su base territoriale costituisce il tratto caratteristico non della nostra industria, ma della manifattura (sia in Russia che negli altri paesi); le piccole industrie non hanno creato zone tanto vaste, la fabbrica ha distrutto il loro iso- lamento ed agevolato il trasferimento in altri luoghi di stabili- menti e di masse enormi di operai. La manifattura non solo crea zone compatte, ma introduce altresì la specializzazione airinterno di tali zone (divisione del lavoro secondo la merce prodotta). La presenza di materie prime in un determinato luogo non è affatto obbligatoria per la manifattura, e non è nemmeno un fatto abi- tuale, giacché la manifattura presuppone che già esistano rapporti commerciali abbastanza estesi*. Strettamente connessa alle caratteristiche sopra descritte della manifattura è la circostanza che propria di questa fase dell’evo- luzione capitalistica è una forma particolare di separazione del- l’agricoltura dall’industria. Oggi l’industriale più tipico non è più il contadino, ma l’« operaio manifatturiero » che non si occupa di agricoltura (al polo opposto troviamo il mercante e il padrone di un’officina). Nella maggior parte dei casi (come s’è visto più sopra) le industrie organizzate secondo il tipo della manifattura hanno per centro località non agricole : città o (assai più spesso) vil- laggi i cui abitanti non si occupano quasi affatto di agricoltura, e che devono essere annoverati fra le località a carattere industriale e commerciale. Qui la separazione dell’industria dalPagricoltura ha basi profonde, che affondano le loro radici nella tecnica della mani- • Con materie prime importate (cioè non del luogo) lavorano le industrie tessili, quella della concia di Pavlovo, Ghgel, Perm, e molte altre (cfr. Studi t pp. 122-124. [Cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp. 356-358. - N. d. /?.]). MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 435 fattura, nella sua economia e nelle sue particolarità relative al modo di vita (o al grado di civiltà). La tecnica incatena l’ope- raio ad una singola specialità, per cui, mentre da una parte lo rende non adatto per l’agricoltura (debole, ecc.), dall’altra richiede ch’egli si dedichi ininterrottamente e per molte ore al giorno alla propria industria. L’organizzazione economica della manifattura è contrassegnata da una differenziazione degli industriali incompara- bilmente più profonda che nelle piccole industrie, mentre abbiamo già visto che con queste ultime, parallelamente alla disgregazione nel campo dell’industria, si ha quella nel campo dell’agricoltura. Data la completa pauperizzazione di grandi masse di produttori, che è condizione e conseguenza della manifattura, le maestranze non possono essere reclutate fra gli agricoltori che godono di un minimo di agiatezza. Fra i tratti attestanti il grado di civiltà della manifattura vanno annoverati, in primo luogo, il fatto che l’industria esiste da gran tempo (talvolta da secoli), il che con- ferisce alla popolazione un’impronta particolare; in secondo luogo, il più elevato tenore di vita della popolazione *. Ci soffermeremo più particolareggiatamente su quest’ultima circostanza, ma vo- gliamo innanzi tutto notare che la manifattura non porta alla to- tale separazione dell’industria dall’agricoltura. Con la tecnica a mano i grandi laboratori non possono interamente soppiantare i piccoli, specie se i piccoli artigiani prolungano la giornata lavo- rativa e contraggono i loro bisogni: in tali condizioni la mani- fattura, come si è visto, sviluppa persino le piccole industrie. È • Nei suoi Lineamenti dell’industria artigiana il signor V.V. asserisce che « da noi... sono molto pochi gli angoletti artigiani che hanno completamente abbandonato l’agricoltura » (p. 36); noi abbiamo, viceversa, mostrato più sopra che sono moltissimi e che « le deboli manifestazioni di divisione del lavoro che osserviamo nella nostra patria devono essere ascritte non tanto airenergia del pro- gresso industriale, quanto all’immobilità delle dimensioni del possesso fondiario contadino... » (p. 40). La circostanza che questi « angoletti artigiani » si distinguono per una particolare forma della tecnica, dell’economia e della cultura, che essi caratterizzano una particolare fase dì sviluppo del capitalismo, questa circostanza il signor V. V. non la nota. Ciò che importa è che i « villaggi industriali » hanno ricevuto in gran parte un « nadiel inferiore » (p. 39) — (nel 1861, quando la loro vita industriale contava decine e talvolta anche centinaia di annil)* — e, natural- mente, se non ci fosse stata questa colpevole negligenza delle autorità, non ci sarebbe nemmeno il capitalismo. 436 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA naturale perciò che attorno ad un centro non agricolo della ma- nifattura vediamo, nella maggior parte dei casi, tutto un circon- dario di località agricole i cui abitanti sono anch’essi occupati nelle industrie. Anche sotto quest’aspetto, perciò, si manifesta con risalto il carattere della manifattura come anello di transizione fra la piccola produzione a mano e la fabbrica. Se persino in Occi- dente il periodo manifatturiero del capitalismo non ha potuto por- tare alla totale separazione degli operai industriali dall’agricol- tura *, in Russia, permanendo molti istituti che vincolano i con- tadini alla terra, tale separazione non poteva non procedere len- tamente. Perciò, ripetiamo, il centro più tipico per la manifattura capitalistica russa è il centro non agricolo, che attira a sè la popo- lazione dei villaggi vicini — i cui abitanti sono semiagricoltori e semindustriali — e domina su di essi. Particolarmente degno di nota è inoltre il fatto che la, popo- lazione di questi centri non agricoli ha un grado di civiltà più elevato. Il minor numero di analfabeti, i bisogni e il tenore di vita considerevolmente più elevati, il netto distacco dalla « rozza » « madre campagna » : questi, attualmente, i tratti caratteristici degli abitanti di tali centri**. È evidente quale immensa impor- * Das Kapital , I 2 , pp. 779-780 II9 . •* L'importanza di questo fatto ci induce a completare i dati riportati nel § II con gli ulteriori dati che seguono. La slobodà di Buturlinovka, distretto di Bobrov nel governatorato di Voroniez, è uno dei centri dell’industria del cuoio. Le famiglie che vi abitano sono 3681, di cui 2383 non si occupano di agri- coltura. Gli abitanti sono più di 21.000. Le famiglie con membri che sanno leggere e scrivere sono il 53 %, contro il 38 % per tutto il distretto (raccolta sta- tistica degli zemstvo per il distretto di Bobrov). La slobodà di Pokrovskaia c il villaggio di Balakovo, nel governatorato di Samara, hanno oltre 15.000 abitanti ciascuno, fra i quali sono particolarmente numerosi quelli venuti di fuori. Coloro che non hanno un'azienda agricola sono rispettivamente il 50 % e il 42 %. Il numero di quelli che sanno leggere e scrivere è superiore alla media. La statistica rileva che le località industriali c commerciali si distinguono in generale per il maggior numero di abitanti che sanno leggere e scrivere e per la « comparsa in massa di famiglie senza azienda » (raccolte statistiche degli zemstvo per i distretti di.Novouzensk e Nikolaievsk). Sul più elevato grado di civiltà degli- «artigiani » cfr. anche: Lavori della Commissione artigiana y III, p. 42; VII, p. 914: Smirnov, 1 . c., p. 59; Gricoriev, 1 . c. , p. 106 e sgg. ; Annenski, 1 , c., p. 61; Raccolta di Nizni Novgorod , voi. II, pp. 223-239; Resoconti e indagini , II, p. 243; III, 151. Cfr. inoltre, in Le industrie del governatorato di Vladimir , III, p. 109, la vivace descrizione del colloquio avuto dall’autore, signor Kharizomenov, col suo cocchiere. manifattura capitalistica e lavoro a domicilio 437 tanza abbia questo fatto, che attesta chiaramente la funzione storica progressiva del capitalismo, e per di più di un capitalismo pura- mente « popolare », del cui « carattere artificiale » non oserebbe forse parlare nemmeno il più acceso populista, poiché la stragrande maggioranza dei centri descritti rientra di solito nelFindustria « ar- tigiana»! Il carattere di transizione della manifattura si manifesta anche qui, giacche la trasformazione della mentalità della popo- lazione la manifattura può soltanto avviarla, mentre a condurla a compimento può essere soltanto la grande industria meccanica. V La struttura economica della manifattura In tutte le industrie organizzate secondo il tipo della mani- fattura, da noi prese in esame, la grande massa degli operai non è indipendente, è subordinata al capitale, riceve solo un salario, senza possedere nè il materiale grezzo nè il prodotto finito. In sostanza, la stragrande maggioranza degli operai di queste « industrie » è formata di operai salariati , anche se questo’ rapporto nella mani- fattura non raggiunge mai la completezza e la forma pura che sono proprie della fabbrica. Nella manifatura, col capitale indu- striale s'intreccia nei modi più svariati il capitale commerciale, e la dipendenza del lavoratore dal capitalista assume una grande varietà di forme e di sfumature, a cominciare dal lavoro salariato neUofficina altrui, continuando col lavoro a domicilio per il « pa- drone », per finire con la dipendenza per l’acquisto della materia prima o per smercio del prodotto. Con la manifattura, accanto alla massa degli operai dipendenti continua sempre a esistere un nu- un tessitore di seta. Questo tessitore si scagliava con parole crudeli e dure contro la « rozza » vita dei contadini, contro il basso livello dei loro bisogni, la loro arre- tratezza, ecc. e concludeva esclamando: « Dio mio, ma che ci sta a fare al mondo della gente similel » Già da tempo è stato notato che il contadino russo è soprat- tutto povero di consapevolezza della propria povertà. Dell’operaio della manifattura capitalistica (senza parlare poi della fabbrica) si deve dire che, sotto quest'aspetto , è relativamente molto ricco. 438 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA mero più o meno considerevole di produttori pseudoindipendenti. Ma tutta questa varietà di forme di dipendenza non fa che na- scondere la caratteristica fondamentale della manifattura, e cioè che qui la scissione fra i rappresentanti del lavoro e quelli del capitale si manifesta già in tutta la sua forza. All’epoca del- Temancipazione dei contadini, nei maggiori centri della nostra manifattura questa scissione era già da alcuni generazioni un fatto compiuto. In tutte le « industrie » esaminate sopra vediamo da una parte una massa di popolazione che non ha alcun mezzo di sostentamento tranne il lavoro alle dipendenze di persone della classe abbiente, e dall’altra una piccola minoranza di industriali agiati che tengono nelle loro mani (in questa o quella forma) quasi tutta la produzione della zona. Questo fatto fondamentale dà ap- punto alla nostra manifattura, a differenza della fase precedente, un carattere capitalistico nettamente delineato. Dipendenza dal capitale e lavoro salariato esistevano anche allora, ma non avevano ancora assunto nessuna forma stabile, non avevano ancora abbrac* ciato la gran massa degli industriali, la gran massa della popola* zione, non avevano ancora portato alla scissione fra i diversi gruppi dei partecipanti alla produzione. Nella fase precedente, la produ- zione stessa conserva ancora piccole dimensioni — fra il padrone e l’operaio la differenza è relativamente poca — , i grandi capitalisti (che sono sempre alla testa della manifattura) quasi non esistono, e nemmeno esistono gli operai parziali incatenati a una sola ope- razione, e quindi incatenati anche al capitale, che unisce queste operazioni parziali in un unico meccanismo produttivo. Ecco la testimonianza di un vecchio scrittore che conferma, sottolineandola, questa caratterizzazione dei dati da noi riportato sopra : « Nel villaggio di Kimry, come pure negli altri villaggi russi cosiddetti ricchi, a Pavlovo, per esempio, la metà della popo- lazione è composta di poveri che vivono di’ sola elemosina... Se un lavorante s’ammala, e per di più è solo, rischia di rimanere senza un tozzo di pane la settimana successiva » *. • N. Ovsiannikov, Rapporti dell'Alta regione del Volga con la fiera di Nizni Novgorod. Articolo pubblicato nella Raccolta di Nizni Novgorod , voi. II (Nizni Novgorod, 1869). L'autore si basa sui dati del 1865 per il villaggio di Kimry. MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 449 Già negli anni sessanta, dunque, si era pienamente manifestata la caratteristica fondamentale dell’economia della nostra mani- fattura: il contrasto fra la « ricchezza » di tutta una serie di « vil- laggi » « celebri » c la totale proletarizzazione della stragrande maggioranza degli « artigiani ». A questa caratteristica è connessa la circostanza che i più tipici lavoratori della manifattura (e pre- cisamente gli operai manifatturieri del tutto o quasi del tutto stac- cati dalla terra) gravitano già verso la fase successiva e non verso la fase precedente del capitalismo, sono più vicini al lavoratore della grande industria meccanica che al contadino. I dati sup- portati sul livello di civiltà degli artigiani lo attestano all’evidenza. Ma questo giudizio non si può estendere a tutta la massa delle maestranze della manifattura. Il fatto che la gran massa dei pic- coli laboratori e dei piccolissimi padroni rimanga, che rimanga il legame con la terra e il lavoro a domicilio si sviluppi con straor- dinaria ampiezza, tutto questo fa sì che nella manifattura mol- tissimi « artigiani » si sentano ancora attratti verso i campi, ten- dano a trasformarsi in minuscoli padroni, si volgano al passato e non aH’avvenire *, accarezzino ancora con ogni sorta di illu- sioni la possibilità (mediante restrema intensità del lavoro, la parsimonia e l’intraprendenza) di trasformarsi in padroni indi- pendenti **. Ecco un giudizio estremamente appropriato su queste illusioni piccolo-borghesi di un esperto delle « industrie artigiane » del governatorato di Vladimir: « La vittoria definitiva della grande industria sulla piccola, la riunione fra le pareti di un unico setificio dei lavoratori sparsi in gran numero di stanzette è solo questione di tempo, e quanto più presto questa vittoria verrà, tanto meglio per i tessitori. L’odierna organizzazione deirindustria della seta è caratterizzata dal- l’instabilità e dall’indeterminatezza delle categorie economiche, dalla lotta della grande produzione contro la piccola e contro l’agricoltura. Questa lotta In questo scrittore la rassegna della fiera è accompagnata da una caratterizzazione dei rapporti economico-sociali esistenti in seno alle industrie rappresentate alla fiera stessa. • Esattamente come i loro ideologi populisti. ** Per rari campioni dell’iniziativa (del tipo del Duzkin negli Studi su Pavlovo di V. Korolenko) una tale trasformazione in pieno periodo manifatturiero è ancora possibile, ma non certo per la gran massa degli operai parziali nullatenenti. 44 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA trascina il piccolo padrone e il tessitore tra i flutti dell’agitazione, senza dare loro nulla, ma staccandoli dall’agricoltura, impegolandoli nei debiti e abbattendosi su di loro con tutto il suo peso nei periodi di ristagno. La concentrazione della produzione non ridurrà il salario del tessitore, ma ren- derà superfluo allettare e ubriacare gli operai, attirarli con anticipi che non corrispondono al loro reddito annuo. Una volta indebolita la concorrenza reciproca, i fabbricanti non hanno più interesse a spendere somme consi- derevoli per irretire il tessitore nei debid. Inoltre la grande produzione contrappone tra loro così chiaramente gli interessi del fabbricante e quelli dei lavoratori, la ricchezza deH’uno e la miseria degli altri, che nel tessitore non può nascere’ Ispirazione a divenire egli stesso fabbricante. La piccola produzione non dà al tessitore nulla più della grande, ma non ha un carat- tere così stabile come quest’ultima, e quindi corrompe l’operaio assai più profondamente. Per il tessitore artigiano si profilano determinate false pro- spettive; egli attende il momento in cui potrà impiantare un telaio proprio. Per raggiungere questo ideale compie ogni sforzo, s’indebita, ruba, mente; negli artigiani come lui non vede più dei compagni di sventura, ma dei nemici, dei concorrenti che aspirano allo stesso misero telaio ch’egli intra- vede in un lontano avvenire. Il piccolo padrone non capisce la propria pre- carietà economica, cerca di ingraziarsi gli sfapsteify e i fabbricanti, tiene i propri compagni all’oscuro circa i luoghi e le condizioni di acquisto della materia prima e di vendita del prodotto finito. Credendosi un piccolo pa- drone indipendente, diviene un docile e misero strumento, un gingillo nelle mani dei grandi commercianti. Non è ancora riuscito ad impiantare 3-4 telai, e già parla della difficile situazione del padrone, dice che i tessitori sono pigri e ubriaconi, parla della necessità di salvaguardare il fabbricante dal pericolo di perdere i crediti. Il piccolo padrone è l'incarnazione del principio del servilismo industriale, come nel buon tempo antico il maggiordomo e il dispensiere erano la viva incarnazione del servilismo feudale. Quando gli strumenti di produzione non sono completamente separati dal produttore, e a quest’ultimo si offre la possibilità di divenire un padrone indipendente, quando l’abisso economico esistente fra lo sl{upstcil{ e il tessitore è colmato da fabbricanti, piccoli padroni c mediatori che dirigono e sfruttano le cate- gorie economiche inferiori c subiscono lo sfruttamento di quelle superiori, allora la coscienza sociale dei lavoratori si offusca e la loro immaginazione è corrotta da finzioni. Nasce la concorrenza là dove dovrebbe esistere la solidarietà, mentre gli interessi di gruppi economici essenzialmente ostili si uniscono. Non limitandosi al solo sfruttamento economico, l’odierna orga- nizzazione della produzione della seta trova i suoi agenti fra gli sfruttati e affida loro il compito di offuscare la coscienza e di corrompere il cuore dei lavoratori » {Le industrie del governatorato di Vladimir , fase. Ili, pp. 124-126). MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 44 1 VI Il capitale commerciale e industriale nella manifattura. Lo « s\upstci\ )> e il « fabbricante » Dai dati citati sopra risulta che accanto ai grandi laboratori di tipo capitalistico si trova sempre, in questa fase di sviluppo del ca- pitalismo, un numero molto notevole di piccoli laboratori; nume- ricamente questi ultimi sono di solito persino in prevalenza, pur avendo, tuttavia, una parte del tutto subordinata nel valore glo- bale della produzione. Il fatto che con la manifattura i piccoli laboratori rimangano (e persino si sviluppino, come s’è visto sopra) è un fenomeno del tutto naturale. Con la produzione a mano i grandi laboratori non hanno sui piccoli una superiorità decisiva; la divisione del lavoro, creando operazioni parziali sem- plicissime, agevola il sorgere di piccoli laboratori. Perciò fenomeno tipico per la manifattura capitalistica è precisamente resistenza di un piccolo numero di laboratori relativamente grandi accanto ad un numero considerevole di piccoli laboratori. Esiste un qual- siasi legame fra gli uni e gli altri? I dati esaminati sopra non la- sciano alcun dubbio sul fatto che fra di essi esiste il più stretto dei legami, che i grandi laboratori si sviluppano precisamente dai piccoli, che questi ultimi sono ancora semplici sezioni esterne della manifattura, che nella stragrande maggioranza dei casi il legame fra gli uni e gli altri è dato dal capitale commer- ciale, che appartiene ai grandi padroni e subordina a se i piccoli. Il padrone del grande laboratorio deve acquistare alTingrosso le materie prime e vendere in grandi partite gli articoli prodotti; quanto più cospicuo è il suo giro d’affari, tanto minori divengono (per ciascuna unità dal prodotto) le spese per l’acquisto e la ven- dita delle merci, per gli scarti, per la manutenzione, ecc. ecc., ed ecco quindi apparire la rivendita al minuto del materiale ai picco- lissimi padroni, l’acquisto dei loro articoli, che il manifatturiere rivende come propri *. Se a queste operazioni di vendita delle • Aggiungiamo a quelli già riportati un altro .esempio ancora. Nell’industria dei mobili del governatorato di Mosca (dati del 1876 tratti dal libro del signor 29 - 574 442 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA materie prime e di acquisto degli articoli prodotti si unisce (come non di rado avviene) la semiservitù e l’usura, se il piccolo pa- drone prende il materiale a credito, cede gli articoli per pagare i debiti contratti, il grande manifatturiere percepisce per il suo capitale un profitto così elevato qu de non potrebbe mai ricavare dagli operai salariati. La divisione del lavoro dà una nuova spinta allo sviluppo di questi rapporti di dipendenza dei piccoli padroni dai grandi : questi ultimi o distribuiscono il materiale a domicilio per farlo lavorare (o per fare eseguire certe operazioni parziali), oppure acquistano dagli « artigiani » singole parti del prodotto, particolari varietà del prodotto, ecc. In una parola, il più stretto e inscìndibibile legame fra capitale commerciale e industriale è una delle particolarità più caratteristiche della manifattura. Qui lo « sl{upstcif{ » quasi sempre si confonde col manifatturiere (« fab- bricante », secondo l’errata terminologia corrente, che denomina « fabbrica » ogni laboratorio più o meno grande). Perciò nella stragrande maggioranza dei casi i dati sull’ampiezza della produ- zione dei grandi laboratori non danno ancora nessuna idea della loro effettiva importanza nelle nostre « industrie artigiane »*, poi- Isaiev) gli industriali più grandi sono gli Zcnin, che hanno avviato la produzione del mobilio più costoso e « educato intiere generazioni di abili remesle finiti ». Nel 1845 essi impiantarono una propria segheria (1894-95: valore della produzione 12.000 rubli, 14 operai, un motore a vapore). Noteremo che complessivamente in questa industria si contavano 708 stabilimenti, 1979 operai, di cui 846, cioè il 42,7 %, salariati, c un valore della produzione di 459.000 rubli. A cominciare dall'inizio degli anni sessanta gli Zcnin passano all’acquisto del materiale all’ in- grosso a Nizni Novgorod; acquistano assi a vagoni, pagandoli 13 rubli ogni cento c rivendendoli poi ai piccoli artigiani per 18-20 rubli. In 7 villaggi (dove ci sono 116 lavoratori) i più vendono i loro mobili a Zcnin, che ha a Mosca un magazzino di mobili c di legno compensato con un giro d’affari di circa 40.000 rubli (è stato impiantato nel 1874). Per gli Zcnin lavorano fino a 20 artigiani individuali. • Ecco un esempio per illustrare quanto si è detto nel testo. Nel villaggio di Neghino, distretto di Trubcevsk, governatorato di Oriol, esiste un oleificio con 8 operai e un valore della produzione di 2000 rubli (. indicatore per il 1890). Evi- dentemente questo minuscolo laboratorio indica che la funzione del capitale nella produzione olearia locale è poco rilevante. Ma debole sviluppo del capitale industriale significa soltanto sviluppo enorme del capitale commerciale e usurario. Dalla raccolta statistica degli zemstvo sappiamo che in questa località su 186 fami- glie 1600 sono completamente asservite dal proprietario dell’officina locale, che paga per loro persino tutte le im poste } presta loro tutto il necessario (e questo per molti c molti anni), ricevendo a pagamento del debito della canapa a prezzo più basso. E in simile stato di semiservitù si trova la gran massa dei contadini del gover- MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 443 che i padroni di tali laboratori dispongono non solo del lavoro degli operai occupati nella loro stessa azienda, ma anche del la- voro di una massa enorme di operai a domicilio e persino {de facto) del lavoro di una massa di piccolissimi padroni pseudoindi- pendenti nei cui confronti essi sono « sl{upstcil{i » *. I dati sulla manifattura russa rivelano quindi con particolare risalto la giu- stezza della legge stabilita dall’autore del Capitale , secondo cui il grado di sviluppo del capitale commerciale è inversamente pro- porzionale al grado di sviluppo del capitale industriale 120 , Ed ef- fettivamente possiamo complessivamente caratterizzare le indu- strie descritte nel § II nel modo seguente: quanto minore è in esse il numero dei grandi laboratori, tanto più fortemente è svi- luppata 1\< incetta » **, e viceversa; varia solo la forma del capitale, il quale domina e neiruno e neiraltro caso e mette Partigiano « indipendente » in una situazione che spesso è incomparabilmente peggiore di quella dell’operaio salariato. L’errore fondamentale delPeconomia populista consiste pre- cisamente nell’ignorare o dissimulare il legame esistente fra grandi e piccoli stabilimenti, da una parte, e fra capitale commerciale e industriale, dall’altra. « Il fabbricante della zona di Pavlovo altro non è che una forma più complessa di s!{upstci\ », dice il signor Grigoriev ( 1 . c., p. 119). Ciò è giusto non solo per Pavlovo, ma anche per la maggior parte delle industrie organizzate secondo il tipo della manifattura capitalistica; è giusta anche la tesi inversa: nella manifattura lo s\upstci\ è una forma più complessa di « fab- bricante »; in questo consiste, fra l’altro, una delle differenze so- stanziali che distinguono lo i\upstci\ nella manifattura dallo s\upitci\ nelle piccole industrie contadine. Ma vedere in questo natorato di Oriol, Date queste condizioni ci sì può forse rallegrare del debole sviluppo del capitale industriale? * Ci si può quindi immaginare quale quadro dell’organizzazione economica di tali « industrie artigiane » si abbia quando non si tenga conto dei grandi mani- fatturieri (questa infatti non è industria artigiana, ma di fabbrica c d'officina!) e si presentino gli « sf(upstcif(i » come un fenomeno « in sostanza del tutto su- perfluo e provocato solo dalla disorganizzazione dello smercio dei prodotti » (così il signor V. V. nei suoi Lineamenti dell* industria artigiana , p. 150)! *• s \*pk*. ossia l’acquisto dei prodotti della piccola industria da parte di grossi imprenditori che li rivendono poi come propri (N. d. R ). 29- 444 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA fatto deiresistenza di un legame fra « s\upstciì{ » e « fabbricante » qualcosa come un argomento a favore della piccola industria (come pensano il signor Grigoriev e molti altri populisti) vuol dire trarre una conclusione del tutto arbitraria, facendo violenza ai fatti a van- taggio di un’idea preconcetta. Tutta una serie di dati attesta, come abbiamo visto, che l’unione fra capitale commerciale e capitale in- dustriale peggiora enormemente la situazione del produttore imme- diato rispetto a quella dell’operaio salariato, prolunga la sua gior- nata lavorativa, ne diminuisce il guadagno, frena lo sviluppo economico e civile. VII Il lavoro a domicilio capitalistico come appendice della manifattura Il lavoro a domicilio capitalistico — ossia la lavorazione a cot- timo a domicilio del materiale fornito dall’imprenditore — esiste, come si è indicato nel capitolo precedente, anche nelle piccole in- dustrie contadine. Vedremo in seguito che esso esiste (e su vasta scala) anche con la fabbrica, cioè con la grande industria mecca- nica. Il lavoro a domicilio capitalistico s’incontra dunque in tutte le fasi di sviluppo del capitalismo nell’industna, ma è soprattutto caratteristico precisamente per la manifattura. Sia le piccole indu- strie contadine che la grande industria meccanica possono benis- simo fare a meno del lavoro a domicilio. Invece è difficile, quasi impossibile, figurarsi il periodo manifatturiero di sviluppo del capi- talismo — col mantenimento del legame fra il lavoratore e la terra che lo contraddistingue, con la sua abbondanza di piccoli stabili- menti attorno ai grandi — senza distribuzione di lavoro a domi- cilio*. E i dati russi effettivamente attestano, come s’è visto, che * Anche nell’Europa occidentale, com’è noto, il periodo manifatturiero del capitalismo si è distìnto per il largo sviluppo del lavoro a domicilio, per esempio nelle industrie tessili. È interessante rilevare che, descrivendo la produzione degli orologi come esempio classico della manifattura, Marx osserva che il quadrante. MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 445 nelle industrie organizzate secondo il tipo della manifattura capi- talistica la distribuzione di lavoro a domicilio viene praticata su una scala particolarmente vasta. Ecco perchè noi riteniamo assai più giusto esaminare proprio in questo capitolo le particolarità caratte- ristiche del lavoro capitalistico a domicilio, anche se alcuni degli esempi citati più sotto non potranno essere attribuiti in maniera particolare alla sola manifattura. Rileveremo innanzi tutto che col lavoro a domicilio, fra il capi- talista e il lavoratore v’è grande abbondanza di intermediari, fi grande imprenditore non può distribuire personalmente il mate- riale a centinaia e migliaia di operai sparsi talvolta in località di- verse; devono necessariamente comparire degli intermediari (in al- cuni casi persino una gerarchia di intermediari) che prendano il materiale alPingrosso e lo distribuscano a piccole partite. Si ottiene un vero sweating system , il sistema per spremere il sudore, il si- stema del più intenso sfruttamento : il « mastero\ » (o il « mastro tessitore», oppure la «commerciante)) — nell’industria dei mer- letti — , ecc. ecc.), che è vicino al lavoratore, sa approfittare per- sino dei casi particolari di miseria di quest’ultimo e trova metodi di sfruttamento, che sarebbero inconcepibili nella grande azienda e che eliminano assolutamente la possibilità di qualsiasi controllo e sorveglianza *. Accanto allo sweatìng sy sterri , e senza dubbio come una delle sue forme, si deve porre il truc\-sy sterri, il pagamento in derrate alimentari, che è osteggiato nelle fabbriche e continua ad impe- rare nelle industrie artigiane, specialmente là dove il lavoro viene la molla e la cassa dell’orologio raramente venguno fabbricati nella stessa mani- fattura, che in generale l’operaio parziale spesso lavora a domicilio (Das Kapital , I, 2-te. Aufl, S. 353-354) »*». * È anche per questo, fra l’altro, che la fabbrica lotta contro simili interme- diari, per esempio contro i « cottimisti », operai che assumono per proprio conto altri operai come aiutanti. Cfr. Kobeliatski, Prontuario per i fabbricanti ecc., Pietroburgo, 1897, p. 24 c sgg. Tutta la letteratura sulle industrie artigiane pullula di fatti che attestano lo sfruttamento inaudito degli artigiani da parte degli inter- mediari nella distribuzione del lavoro a domicilio. Indicheremo, a titolo d’esempio, il giudizio generale espresso da KorsaR, I. c. p. 258, le descrizioni della tessitura « artigiana » (cit. sopra), le descrizioni delle industrie femminili nel governatorato dì Mosca ( Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca, voli. VI e VII), ecc. ecc. 446 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA distribuito a domicilio. Più sopra, nella descrizione delle varie indu- strie, sono stati citati esempi di questo esteso fenomeno. Inoltre, al lavoro capitalistico a domicilio sono inevitabilmente connesse condizioni di lavoro estremamente antigieniche. Totale miseria del lavoratore, totale impossibilità di regolare con una qual- che norma le condizioni di lavoro, il lavoro nei locali stessi dove si vive : queste le condizioni che trasformano gli alloggi degli operai che lavorano a domicilio in luoghi scandalosamente antigienici e in focolai di malattie professionali, Nei grandi stabilimenti è ancora possibile lottare contro analoghi fenomeni; il lavoro a domicilio, invece, è, sotto questo aspetto, la forma più « liberale » di sfrut- tamento capitalistico. L’eccessiva durata della giornata lavorativa è un’altra delle ca- ratteristiche necessarie del lavoro a domicilio per il capitalista e delle piccole industrie in generale. Si sono già riportati sopra al- cuni esempi di paragone fra la durata della giornata lavorativa nelle i fan- ciulli cominciano a lavorare dall’età di 5-6 anni (!); il guadagno giornaliero è di io copechi, quello annuo di 17 rubli. Nelle indu- strie femminili la giornata lavorativa arriva in generale a 18 ore. Nella maglieria si comincia a lavorare all’età di 6 anni, il guadagno giornaliero è di io copechi, quello annuo di 22 rubli. Totale per le industrie femminili: 37.514 operaie; si comincia a lavorare all’età di 5-6 anni (in 6 industrie su 19; in queste 6 industrie sono occupate, però, 32.400 lavoranti); il guadagno medio giornaliero è di 13 copechi, quello annuo di 26 rubli e 20 copechi *. Uno degli aspetti più nocivi del lavoro a domicilio capitalistico * La signora Gorbunova, che ha descritto le industrie femminili, calcola erro- neamente 18 copechi e 37,77 rubli, operando solo coi dati medi su ogni industria e non prendendo in considerazione il fatto che il numero delle lavoranti è diverso nelle differenti industrie 12a . MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 447 sta nel fatto che esso porta alla contrazione dei bisogni del lavo- ratore. L’imprenditore ha la possibilità di scegliersi gli operai in luoghi sperduti, in cui il tenore di vita della popolazione è parti- colarmente basso e il legame con la terra consente di lavorare quasi per niente. Il padrone di un calzificio di villaggio spiega, per esempio, che a Mosca gli alloggi sono cari, e poi le lavoranti « de- vono... essere nutrite con pane bianco... Da noi invece lavorano nella loro isbà, mangiano pane nero... Per qual motivo dovremmo dunque metterci a gareggiare con Mosca?»* •* Nella dipanatura del cotone il livello straordinariamente basso del salario si spiega con il fatto che per le mogli, le figlie ecc. dei contadini, questo è solo un guadagno complementare. « In tal modo, per le persone che vivono esclusivamente del guadagno che dà loro quest’industria il sistema che in esso vige diminuisce il salario fino airimpossibile, lo fa scendere, per le persone che vivono esclusivamente del lavoro di fabbrica, al di sotto del minimo dei bisogni, oppure frena l’ascesa dei bisogni. Sia l’una che l’altra cosa creano condizioni estrema- mente anormali » « La fabbrica cerca un tessitore a buon mer- cato — dice il signor Kharizomenov — e lo trova nel suo vil- laggio natio, lontano dai centri industriali... La diminuzione del salario andando dai centri industriali verso la periferia è un fatto che non lascia dubbi » ***. Gli imprenditori, dunque, sanno ma- gnificamente approfittare delle condizioni che trattengono arti- ficiosamente la popolazione nei villaggi. Il frazionamento degli operai a domicilio è un aspetto non meno nocivo di questo sistema. Ecco una chiara caratterizzazione di questo aspetto della cosa dataci dagli stessi s\upstci{i : « Le ope- razioni degli uni c degli altri » (dei piccoli c dei grandi incettatori dei chiodi fabbricati dai fabbri di Tver) « sono basate su principi analoghi: farsi cedere i chiodi pagando parte in denaro parte in ferro ed avere sempre dei fabbri che lavorino a domicilio, perchè • Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. VII, fase. II, p. 104. •* Ivi, p. 285. ••• Le industrie del governatorato di Vladimir , III, 63. Cfr. ivi, p. 250. 44 8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA sono piu arrendevoli » *. In queste parole è racchiusa la spiega- zione molto semplice della « vitalità » della nostra industria « ar- tigiana »! Il frazionamento degli operai a domicilio e la grande abbon- danza di intermediari porta naturalmente al prosperare della semi- servitù, alle forme più svariate di dipendenza personale che accom- pagnano abitualmente i rapporti « patriarcali » vigenti nei villaggi più remoti. Il fatto che gli operai contraggano debiti coi padroni è il fenomeno più diffuso nelle industrie « artigiane » in generale, e col lavoro a domicilio in particolare**. Di solito il lavoratore è non solo Lohns\lave ***, ma anche Schuldsfyave****. Si sono in- dicati sopra alcuni esempi della situazione in cui pone Toperaio il « patriarcalismo » dei rapporti rurali *****. Passando dalla caratterizzazione del lavoro a domicilio capita- listico alle condizioni che ne permettono la diffusione, è neces- sario osservare innanzitutto che esiste un nesso fra questo sistema e il vincolo che inchioda i contadini al proprio nadiel. La man- canza di libertà di spostarsi da un luogo all’altro, la necessità di subire talvolta perdite pecuniarie per svincolarsi dalla terra (precisa- mente quando gli oneri per la terra superano il suo reddito, per cui chi dà in affitto il nadiel paga un supplemento di tasca sua all’affittuario), il carattere chiuso, di ceto a sè, della comunità contadina, tutto questo estende artificiosamente la sfera d’im- • Resoconti e indagini , I, p. 218. Cfr. ivi, p. 280: dichiarazione del fabbri- cante Irodov, che asserisce che per lui è più vantaggioso distribuire il lavoro a tessitori a mano che lavorano a domicilio. •• Si danno esempi di indebitamento degli operai nei confronti dei padroni nel- l’industria delle spazzole del governatorato di Mosca ( Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca, voi. VI, fase. 1 , p. 32), in quella dei pettini (iv^ p. 261), dei giocattoli (VI, fase. II, p. 44), della .bigiotteria, ecc. ecc. NeU’industria della seta il tessitore è indebitate fino al collo col fabbricante, che paga' per lui le im- poste e in generale « prende In affitto il tessitore come si prende in affitto la terra », ecc. {Le industrie del governatorato di Vladimir , III, pp. 51-55). •** schiavo salariato (JV. d . R.). •••* schiavo dei debiti (IV. d. R.) m ***** « Naturalmente — leggiamo a proposito dei fabbri del governatorato di Nizni Novgorod — anche qui il padrone sfrutta il lavoro dell* operaio, ma in pro- porzioni minori [?]; inoltre ciò vien fatto un po’ in modo patriarcale, col con- senso generale [1], senza alcun equìvoco » ( Lavori della Commissione artigiana , IV, P- r 99 )- MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 449 piego del lavoro a domicilio capitalistico, vincola artificiosamente il contadino a queste forme deteriori di sfruttamento. Gli istituti antiquati e gli ordinamenti agrari completamente permeati di spi- rito di ceto esercitano perciò l’influenza più nefasta sia sull’agricol- tura che sull’industria, conservando forme di produzione tecni- camente arretrate, connesse al massimo sviluppo della semiservitù e della dipendenza personale, e ad una situazione delle più penose, delle più disperate dei lavoratori *. È altresì indubbio, inoltre, che esiste un nesso fra il lavoro a domicilio per i capitalisti e la disgregazione della popolazione contadina. La larga diffusione del lavoro a domicilio presuppone due condizioni: i) l’esistenza di un numeroso proletariato rurale che debba vendere la propria forza-lavoro, e venderla, per di più, a buon mercato; 2) l’esistenza di contadini agiati, perfettamente al corrente delle condizioni locali, che possano assumersi la funzione di agenti nella distribuzione del lavoro. Un impiegato inviato dal commerciante è ben lontano dal saper sempre assolvere questa funzione (specialmente nelle industrie più o meno complesse) ed è diffìcile che possa assolverla ton altrettanta « arte » quanto il con- tadino del luogo, « suo fratello » **. Probabilmente i grandi im- prenditori non potrebbero effettuare nemmeno la metà delle loro operazioni per la distribuzione del lavoro a domicilio se non avessero a loro disposizione tutt’un esercito di piccoli imprendi- tori, cui è possibile affidare la merce a credito o cederla per la vendita, c che afferrano avidamente ogni occasione che consenta di allargare le loro minuscole operazioni commerciali. • Naturalmente in ogni società capitalistica ci sarà sempre un proletariato rurale che accetta il lavoro a domicilio alle condizioni peggiori’ ma gli istituti antiquati estendono la sfera d’impiego del lavoro a domicilio e rendono più diffìcile la lotta contro di esso. Già nel 1861 Korsak rilevava l’esistenza di un nesso fra l'enorme diffusione del lavoro a domicilio nel nostro paese e i nostri ordinamenti agrari (1. c., pp. 305-307). •• Abbiamo già visto che i grandi padroni industriali, gli sk**pstcil(i, i mastri tessitori,' i matterai sono ad un tempo anche agricoltori agiati. « Il masteroì{ — leggiamo per esempio nella descrizione della tessitura delle passamanerie nel governatorato di Mosca {Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. VI f fase. Il, p. 147) — è un contadino esattamente come il suo tessitore; solo che possiede un’isbà, un cavallo, una vacca in più, e forse ha la possibilità di bere il tè con tutta la famiglia due volte al giorno ». 450 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Infine, è sommamente importante rilevare l’importanza del lavoro capitalistico a domicilio nella teoria della popolazione ecce- dente creata dal capitalismo. Nessuno ha tanto chiacchierato di <( liberazione » degli operai ad opera del capitalismo russo quanto i signori V.V., N.-on e altri populisti; nessuno di loro, tuttavia, si è dato la pena di analizzare le forme concrete dell’« esercito di riserva » degli operai che si sono create e si stanno creando in Russia nel periodo posteriore alla riforma. Nessuno tra i populisti ha notato un piccolo particolare: che gli operai a domicilio costi- tuiscono forse la parte più cospicua del nostro « esercito di ri- serva » del capitalismo * Mediante la distribuzione del lavoro a domicilio gli imprenditori ottengono la possibilità di aumentare im- mediatamente l’ampiezza della produzione nella misura desiderata senza impiegare capitali considerevoli e spendere troppo tempo per costruire officine, ecc. E questo immediato ampliamento della pro- duzione è molto spesso dettato dalle condizioni del mercato, al- lorché si manifesta un aumento della domanda in conseguenza della ripresa di qualche importante ramo d’industria (delle costru- zioni ferroviarie, per esempio), di particolari circostanze quali una guerra, ecc. **. Perciò un altro aspetto del processo che abbiamo • Questo errore dei populisti è tanto più grossolano in quanto la maggior parte di loro vuol seguire la teoria di Marx, che ha sottolineato con le espressioni più recise il carattere capitalistico del « lavoro a domicilio moderno » ed ha particolar- mente messo in rilievo che questi operai a domicilio costituiscono una delle forme della sovrappopolazione relativa propria del capitalismo (Dos Kapital , i 2 , p. 503 e sgg. ; 668 e sgg. ; capitolo 23, in particolare il § 4) 123 . •• Un piccolo esempio. Nel governatorato di Mosca è largamente diffusa l’in- dustria della sartoria (complessivamente, nel governatorato, la statistica degli zemstvo contava, alla fine degli anni 1870, 1123 sarti locali e 4291 fuori sede), e la maggior parte dei sarti lavorano per confezionare abiti finiti per i commercianti di Mosca. Centro di questa industria è la volost di Perkhuscevo, nel distretto di Zvenigorod (cfr. i dati sui sarti di Perkhuscevo nell’Appendice I al quinto capitolo, industria n. 36). Gli affari dei sarti di Perkhuscevo furono particolarmente buoni durante la guerra del 1877. Confezionavano tende militari dietro ordinazione di speciali appaltatori, e i master \ì ne ricavavano un « utile » di 5-6 rubli al giorno con 3 macchine per cucire e io lavoranti a giornata. Queste lavoranti percepivano 20 co- pechi al giorno. « Si dice che in quel periodo dì intenso lavoro vivessero a Sciadrino [il principale villaggio della volost di Perkhuscevo], come lavoranti a giornata, più di 300 donne provenienti da diverse località circosunti » (Raccolta di dati sta- tistici per il governatorato di Mosca , voi. VI, fase. Il, 1 . c., p. 256). a In quel periodo i sarti di Perkhuscevo, e più precisamente i proprietari di laboratori, sono MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 45 1 descritto nel secondo capitolo come formazione di un proletariato agricolo di milioni di uomini è dato, fra l’altro, daH’enorme svi- luppo del lavoro a domicilio capitalistico nel periodo posteriore alla riforma. « Dove sono andate a finire le braccia Liberate dalle occu- pazioni nell’azienda domestica, naturale nel senso stretto della parola, che produceva per la propria famiglia e per i pochi con- sumatori del vicino mercato? Le fabbriche sovraffollate di operai e il rapido estendersi della grande produzione a domicilio danno una chiara risposta ». {Le industrie del governatorato di Vladimir , III, p, 20. Il corsivo è nostro). Quanto oggi neirindustria russa debba essere alto il numero degli operai occupati a domicilio dagli imprenditori, si potrà vedere dalle cifre riportate nel paragrafo seguente. Vili Che cose l’industria « artigiana »? Nei due capitoli precedenti abbiamo considerato principal- mente l’industria che da noi si usa chiamare «artigiana »; si può ora tentare di dare una risposta alla domanda posta nel titolo, Cominceremo col riportare alcuni dati statistici, per vedere quali precisamente delle forme d’industria analizzate sopra figu- rino nella nostra letteratura come « industrie artigiane ». Gli statistici di Mosca, a conclusione della loro indagine sulle « industrie » contadine, hanno fatto il bilancio per tutte, quali che siano , le occupazioni non agricole. Hanno calcolato 141.329 persone (voi, VII, fase. Ili) occupate nelle industrie locali (produttrici di merci); va tenuto conto, però, che vi sono stati inclusi anche i re - meslenni{i (parte dei calzolai, dei vetrai e molti altri), i lavoratori delle segherie, ecc. Non meno di 87.000 di queste persone sono (se- condo il nostro calcolo per le singole industrie) operai a domicilio riusciti a guadagnare tanto che quasi tutti si sono costruiti magnifiche abitazioni » (ivi). Queste centinaia di lavorami a giornata, occupate in un lavoro intensissimo forse una volta in 5-10 anni, devono tenersi costantemente pronte nelle file dell’esercito di riserva del proletariato. 45 2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA occupati da capitalisti *. Nelle 54 industrie per le quali abbiamo potuto raccogliere i dati gli operai salariati sono 17.566 su 29.446, cioè il 59,65 °/ Q . Per il governatorato di Vladimir abbiamo ottenuto questi risultati (in base ai cinque fascicoli delle Industrie del go- vernatorato di Vladimir ): complessivamente i lavoratori sono 18.286, ripartiti in 31 industrie; di essi 15.447 sono 0CCU P at ì nell’in- dustria in cui domina il lavoro a domicilio capitalistico (compresi 5504 operai salariati, ossia lavoratori a salario, per così dire, di se- condo grado). Ci sono poi 150 remeslenniki rurali (di cui 45 sala- riati) e 2689 piccoli produttori di merci (di cui 51 1 salariati). Gli ♦ operai occupati capitalisticamente sono in tutto 16.003 (15.447 + 45 + 511), ossia 1*87,5 % **. Per il governatorato di Kostromà (in base alle tabelle del signor Tillo nei Lavori della Commissione arti- giana) si calcolano 83.633 industriali locali, di cui 19.701 boscaioli (anch’essi «artigiani»!), 29.564 operai che lavorano a domicilio per dei capitalisti; circa 19.954 persone sono occupate nelle industrie in cui prevalgono i piccoli produttori di merci e circa 14.414 sono remeslennik} rurali ***. Per 9 distretti del governatorato di Viatka si calcolano (secondo gli stessi Lavori ) 60.019 industriali locali; di essi 9672 sono mugnai e addetti agli oleifici; 2032 sono re- meslennibj di tipo puro (tintura dei tessuti); 14.928 in parte • Ricordiamo che il signor Kharizomenov (articolo cit. sopra) ha calcolato che dei 102.245 lavoratori di 42 industrie del governatorato di Mosca il 66 % è occupato in industrie dove domina incondizionatamente il sistema della grande prò- duzione fondata sul lavoro a domicilio. Purtroppo non abbiamo la possibilità di esaminare l'opera recentissima sul- l’industria artigiana nel governatorato di Iaroslavl (Le industrie artigiane , Edizione dell'ufficio statistico dello zemstvo del governatorato di Iaroslavl, Iaroslavl, 1904). A giudicare dalla particolareggiata recensione delle Russie Viedomosti (1904, n. 248), si tratta di uno studio di gran valore. Si calcola che nel governatorato gli artigiani siano 18.000 (nel 1903 si è calcolato che gli operai di fabbrica e officina fossero 33.898). Le industrie sono in declino. Le imprese con operai salariati sono un quinto. Gli operai salariati sono un quarto del numero complessivo degli artigiani. Negli stabilimenti con 5 e più operai è occupato il 15 % del numero com- plessivo degli artigiani. La metà esatta di tutti gli artigiani lavora per dei padroni con materiale da essi fornito. L’agricoltura è in declino: un sesto degli artigiani è privo di cavalli e di vacche; un terzo coltiva la terra con mano d’opera salariata; un quinto è privo di seminativi. Il guadagno deU’artigiano è di un rublo e mezzo alla settimana 1 (Nota alla lì edizione ), ••• Tutte queste cifre sono approssimative, giacché la fonte non riporta dati precisi. Fra i remeslenniki rurali ci sono mugnai, fabbri, eco. ecc, manifattura capitalistica e lavoro a domicilio 453 sono remeslenni\i y in parte produttori di merci con fortissima preponderanza del lavoro indipendente; 14.424 sono occupati in in- dustrie parzialmente subordinate al capitale; 14.875 sono occupati in industrie completamente subordinate al capitale; 4088 sono oc- cupati in industrie in cui predomina in pieno il lavoro salariato. In base ai dati dei Lavori relativi ai restanti governatorati abbiamo compilato una tabella delle industrie sulla cui organizzazione si hanno dati più o meno particolareggiati. Abbiamo ottenuto 97 in- dustrie, un valore della produzione di 21.151.000 rubli e 107.957 lavoratori. Di essi 70.204 (18.621.000 rubli) sono occupati in industrie in cui predomina il lavoro salariato e il lavoro a domicilio capitalistico; nelle industrie in cui gli operai salariati e gli operai occupati a domicilio dai capitalisti costituiscono solo una mino- ranza i lavoratori sono 26.935 (1-706.000 rubli); e, infine, nelle in- dustrie in cui predomina quasi completamente il lavoro indi- pendente i lavoratori sono 10.818 (824.000 rubli). In base ai dati dei materiali statistici degli zemstvo relativi a 7 industrie dei distretti di Gorbatov e di Semionov, governatorato di Nizni Novgorod, si hanno 16.303 artigiani, di cui 4614 lavorano per il mercato, 8520 « per un padrone» e 3169 come lavoratori salariati; ci sono, cioè, 11,689 °P er ai occupati capitalisticamente. In base ai dati del cen- simento degli artigiani di Perm del 1894-95 su 26.000 artigiani 6500 (il 25 %) sono operai salariati e 5200 (il 20 %) lavorano per uno sf^upstciì{; ossia il 45 % sono operai occupati capitalisticamente *. Per quanto questi dati siano frammentari (non ne avevamo altri a nostra disposizione), essi indicano tuttavia chiaramente che, in generale, nel novero degli « artigiani » viene compresa la gran massa degli operai occupati capitalisticamente. Si calcola, per esempio, che le persone che lavorano a domicilio per dei capi- talisti siano (secondo i dati surriportati) oltre 200.000. Questo per un 50-60 distretti, dei quali ben pochi sono stati sottoposti a un’in- * Cfr. Studi , pp. 181-182. Qui fra gli « artigiani » sono stati compresi anche i remeslcnnii^i (25 0 / o ). Escludendo i remeslcnniki otteniamo il 29,3 % di operai sala- riati, più il 29,5 % di persone che lavorano per gli s\upstci\i (p. 122), ossia il 58,8 % di persone occupate capitalisticamente (cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp. 428-430 e 356. - N. d. R.). 454 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA daginc in qualche modo esauriente. In tutta la Russia di questi operai ce ne devono essere, molto probabilmente, non meno di 2 milioni * •• Aggiungendo poi gli operai salariati degli « artigiani » — il numero di questi operai salariati, come si può vedere dai dati surriportati, non è affatto così piccolo come talvolta si ritiene — dobbiamo riconoscere che la cifra di 2 milioni di operai industriali occupati capitalisticamente al di fuori delle cosiddette « fabbriche ed officine » è piuttosto la cifra minima Alla domanda: « che cos’è l’industria artigiana? », i dati espo- sti nei due ultimi capitoli ci inducono a rispondere che questo con- cetto, nel quale si fa rientrare di solito ogni forma di industria, dalle industrie domestiche e dall’artigianato al lavoro salariato nelle più grandi manifatture, è assolutamente inadeguato per l’in- dagine scientifica *** Questa confusione dei tipi più eterogenei di organizzazione economica, imperante in gran numero di descri- zioni delle « industrie artigiane » ****, è stata fatta propria, del tutto • Nell’ industria dell’abbigliamento, per esempio, il lavoro a domicilio capi- talistico è particolarmente diffuso, e questa industria si sviluppa rapidamente. « La domanda di un articolo di prima necessità quale l’abito confezionato au- menta di anno in anno» ( Viestni{ Fìnansov, 1897, n. 52: rassegna della fiera di Nizni Novgorod). Solo a cominciare dagli anni ottanta quest’industria si è svi- luppata in misura enorme. Attualmente nella sola Mosca si producono abiti con- fezionati per un valore di almeno 16 milioni di rubli, occupando non meno di 20.000 operai. Si pensa che in tutta la Russia quest’industria raggiunga un valore di 100 milioni di rubli (/ progressi dell'industria russa in base alle rassegne delle eommissioni di esperti, Pietroburgo, 1897, pp. 136-137). A Pietroburgo il cen- simento del 1890 annoverava neirindustria dell* abbigliamento (gruppo XI, classi 116-118) 39*912 persone, conteggiando anche le famiglie degli industriali, di cui 19.000 operai e 13.000 lavoratori individuali con la loro famiglia ( Pie- troburgo in base al censimento del 75 dicembre 1890). Secondo il censimento del 1897 ci sono complessivamente in Russia 1.158.865 persone, più 1.621.511 compo- nenti le loro famiglie, occupate nella produzione dei vestiti; totale: 2.780.386 per- sone. ( Nota alla II edizione). •• Ricordiamo che il numero degli « artigiani » è valutato a non meno di 4 mi- lioni (cifra del signor Kharizomenov. Il signor Andreiev calcolava 7,5 milioni di persone, ma nei suoi criteri largheggia troppo) 134 ; i dati complessivi riportati nel testo abbracciano auindi circa un decimo del numero complessivo degli « arti- giani », Cfr. Studi, p. 179 e sgg, (cfr., nella presente edizione, voi. 2, p. 428 e sgg. - N. d. R.). Il desiderio di mantenere il termine « artigiano » per definire scientifica- mente le forme di industria ha portato nella nostra letteratura a ragionamenti su questo « artigianato » e a sue definizioni meramente scolastici. Uno studioso MANIFATTURA CAPITALISTICA E LAVORO A DOMICILIO 455 acriticamente e senza senso di sorta, dagli economisti populisti, i quali hanno fatto un gigantesco passo indietro nei confronti, per esempio, di uno scrittore come Korsak, approfittando della confu- sione di idee dominante per architettare le più strane teorie. L’« in- dustria artigiana » è stata considerata come qualcosa di economi- camente omogeneo, di uguale a se stesso, ed è stata contrapposta (sic!) al « capitalismo », con cui si è senz’altro intesa l’industria « di fabbrica e d’officina ». Prendete, per esempio, il signor N.-on. A pagina 79 del Profilo leggerete il titolo : « Capitalizzazione [ ? ] delle industrie » e poi, subito dopo, senza alcuna riserva o spie- gazione, « dati sulle fabbriche ed officine »... Una semplicità com- movente, come vedete : « capitalismo » = « industria di fabbrica e d’officina », e industria di fabbrica e d’officina = a ciò che si intende con questo termine nelle pubblicazioni ufficiali. E. sulla base di un’« analisi » così profonda si tolgono dal conto del capitalismo le masse di operai occupati capitalisticamente, che vengono anno- verate fra gli « artigiani ». Sulla base di una simile « analisi » si elude completamente la questione delle diversa forme dell’industria in Russia. Sulla base di una simile « analisi » si forma uno dei più assurdi e dannosi pregiudizi, secondo cui la nostra industria « arti- ha « inteso » per artigiani solo i produttori di merci, un altro vi ha incluso i rcmcslcnnil{i\ l’uno ha considerato come caratteristica indispensabile il legame con la terra, l'altro ha ammesso delle eccezioni; l’uno ha escluso il lavoro salariato, l’altro l’ha ammesso, per esempio, sino a 16 operai, tee . tee. È naturale che da simili ragionamenti (invece dell’indagine sulle diverse forme di industria) non si sia potuto ricavare nulla. Notiamo che se il termine particolare di « arti- gianato » è duro a morire e soprattutto perchè il particolarismo di ceto per- mea di se la società russa: l’« artigiano » è un industriale dei ceti inferiori, che si può tutelare e a proposito del quale si possono escogitare progetti a non finire; inoltre non si tien conto della forma d'industria. È meno frequente, invece, che un mercante e un nobile (quand’anche siano dei piccoli industriali) vengano annoverati fra gli « artigiani ». Le industrie « artigiane » sono di solito industrie contadine e soltanto contadine. * Questo termine « capitalizzazione », tanto caro ai signori V. V. e N.-on, è ammissibile, per brevità, in un articolo di giornale, ma è del tutto inopportuno in un'indagine economica il cui scopo sia precisamente quello di analizzare le di- verse forme e fasi del capitalismo, la loro importanza, il loro nesso reciproco, il loro progressivo sviluppo. Per « capitalizzazione $ si può intendere quel che si vuole: e l’assunzione di un « lavoratoruccio », e l’incetta e la fabbrica a vapore. Prova- tevi poi a capirci qualcosa, quando tutto questo sia stato messo in un unico mucchio 1 456 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA giana » e la nostra industria « di fabbrica e d officina » si contrap- porrebbero luna alPaltra, la seconda sarebbe staccata dalla prima, l’industria « di fabbrica e d’officina » sarebbe qualcosa di « artifi- ciale », ecc. E questo è proprio un pregiudizio, perchè nessuno ha mai anche solo tentato di tener minimamente conto dei dati che per tutti i rami dell’industria mostrano l’esistenza del più stretto e inscindibile nesso fra l’industria « artigiana » e quella di « fab- brica e d’officina ». Scopo di questo capitolo era appunto quello di mostrare in che cosa precisamente consista questo nesso e quali particolarità, nel campo della tecnica, dell’economia e del livello di civiltà, presenti precisamente quella forma d’industria che sta in Russia fra la pic- cola industria e la grande industria meccanica. CAPITOLO VII LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA I U concetto scientifico di fabbrica e il valore della statistica delle « fabbriche ed officine » 125 Passando alla grande industria meccanica (di fabbrica), occorre innanzi tutto stabilire che il suo concetto scientifico non corri- sponde affatto al senso comune e corrente della parola. Nella nostra statistica ufficiale, e in generale nella nostra letteratura, per fabbrica s’intende ogni stabilimento industriale più o meno grande che occupa un numero più o meno considerevole di operai salariati. Secondo la teoria di Marx, invece, per grande industria meccanica (di fabbrica) s’intende soltanto un certo grado, e preci- samente il grado superiore, del capitalismo nelFindustria. La carat- teristica fondamentale ed essenziale di questo stadio consiste nel- l’impiego di un sistema di macchine per la produzione*. Il pas- saggio dalla manifattura alla fabbrica segna un completo rivolgi- mento tecnico, che soppianta labilità manuale acquistata dai mastri artigiani nel corso di secoli; questo rivolgimento tecnico è inevitabilmente seguito da una brusca trasformazione dei rapporti sociali di produzione, da una definitiva scissione tra i diversi gruppi di individui partecipanti alla produzione, da una com- pleta rottura con la tradizione, dallaccentuarsi ed estendersi di # Das Kapiial, I, cap. 13. 30 - 574 458 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA tutti gli aspetti dannosi del capitalismo e, nello stesso tempo, da una socializzazione massiccia del lavoro ad opera del capitalismo. La grande industria meccanica è quindi l’ultima parola del capi- talismo, l’ultima parola dei suoi « momenti positivi » * e negativi. Di qui è chiaro che è proprio il passaggio dalla manifattura alla fabbrica ad avere un’importanza particolarmente grande nella que- stione dello sviluppo del capitalismo. Chi confonde questi due stadi si priva della possibilità di capire la funzione trasformatrice, progressiva del capitalismo. Questo errore commettono appunto i nostri economisti populisti, che, come abbiamo già visto, identi- ficano ingenuamente il capitalismo in generale con l’industria di « fabbrica ed officina », credono di risolvere il problema della « missione del capitalismo » e perfino della sua «funzione uni- ficatrice » ** con un semplice rinvio ai dati della statistica delle fab- briche ed officine. A parte il fatto che sui problemi della statistica delle fabbriche ed officine questi scrittori hanno rivelato (come dimostreremo particolareggiatamente più sotto) una stupefacente ignoranza l’errore ancor più profondo che essi commettono con- siste nel modo straordinariamente meccanico e ristretto di inten- dere la teoria di Marx. In primo luogo, è ridicolo ridurre la que- stione dello sviluppo della grande industria meccanica alla sola statistica delle fabbriche ed officine. Non è soltanto questione di statistiche, ma delle forme e delle fasi per le quali passa lo svi- luppo del capitalismo nell’industria di un dato paese. Soltanto dopo che sono stati chiariti la natura di queste forme e i loro ca- ratteri distintivi, ha un senso illustrare lo sviluppo di questa o quella forma con l’ausilio di dati statistici convenientemente ela- borati. Se invece ci si limita ai dati forniti dalla statistica del nostro paese, ciò porta inevitabilmente a confondere le più svariate forme di capitalismo, di modo che gli alberi impediscono di vedere la foresta, In secondo luogo, ridurre interamente la missione del capi- talismo aH’aumento del numero degli operai di « fabbrica ed offi- * Ivi, i a , p. 499 ** Cosi il signor N.-on nel Russ^oie Bogatstvo del 1894, n. 6, pp. 103 e 119. Cfr. anche il suo Profilo e Le sorti del capitalismo del signor V. V., passim. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 459 cina » significa aver compreso tanto a fondo la teoria quanto l’ha compresa il signor Mikhailovski, che si meravigliava di sentir par- lare di socializzazione del lavoro ad opera del capitalismo, quando tutta questa socializzazione si riduce, diceva, al fatto che alcune centinaia o migliaia di operai segano, spaccano, tagliano, piallano ecc. nello stesso locale * Il fine che l’esposizione che seguirà si propone è duplice: da una parte, esamineremo particolareggiatamente la questione delle condizioni in cui si trova la nostra statistica delle fabbriche ed officine e quella del valore dei loro dati. Questo lavoro, in gran parte negativo, è necessario in considerazione del fatto che nella nostra letteratura si fa costantemente abuso delle cifre di questa statistica. Dall’altra parte, esamineremo i dati che attestano lo sviluppo della grande industria meccanica nell’epoca posteriore alla riforma. Il La nostra statistica delle fabòriche ed officine Fonte principale della statistica delle fabbriche ed officine sono in Russia le notizie fornite annualmente dai fabbricanti e dai pro- prietari d’officina al Dipartimento del commercio e delle manifat- ture, in conformità a quanto dispone una legge la cui promulga- zione risale proprio agli inizi di questo secolo**. Le disposizioni più particolareggiate della legge circa l’invio dei dati da parte dei fabbricanti sono soltanto un pio desideiio, e la statistica delle fab- briche ed officine è tuttora quello che era un tempo, prima della riforma 3 riducendosi a una semplice appendice dei rapporti dei • Otiecestvennye Zapiskj , 1883, n. 7: Lettera alla redazione del signor Posto- ronni. ** Cfr. una rassegna circostanziata delle fonti della nostra statistica delle fab- briche ed officine in Bollettino periodico di statistica dell’Impero Rutto', serie II, fase. VI, Pietroburgo, 1872; Materiali per la statistica dell’industria di fabbrica e d’officina nella Rustia europea per il 1868, a cura del signor Bok. Introduzione, pp. I-XXIII. 30 * 460 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA governatori. Non esiste nessuna definizione precisa del concetto di « fabbrica ed officina », e perciò gli organi deH’amministrazione governatoriale e persino distrettuale adoperano questo termine nei modi più svariati. Non esiste nessun organo centrale che diriga la raccolta razionale e uniforme dei dati e il loro controllo. L’asse- gnazione degli stabilimenti industriali alla competenza di dicasteri diversi (metallurgico-minerario, Dipartimento del commercio e delle manifatture, Dipartimento delle imposte indirette, ecc.) ac- centua ancora più la confusione * Nell’ Appendice II riportiamo i dati delle pubblicazioni ufficiali sulla nostra .industria di fabbrica e d’officina nelFepoca posteriore alla riforma, e precisamente per il 1863-1879 e per il 1885-1891. Questi dati si riferiscono solo ai rami d’industria non soggetti all’imposta di fabbricazione; inoltre per le diverse epoche si hanno dati su un numero diverso di rami d’industria (si distinguono per maggiore completezza i dati del 1864-1865, del 1888 e degli anni seguenti); perciò ci siamo limitati a 34 rami d’industria sui quali esistono i dati per gli anni 1864-1879 e 1885-1890, cioè per 22 anni. Per giudicare l’attendibilità di questi dati, esamineremo prima di tutto le pubblicazioni più importanti relative alla nostra statistica delle fabbriche ed officine. Incominceremo dagli anni sessanta. Gli autori della statistica delle fabbriche ed officine degli anni sessanta sapevano perfettamente che i dati da loro elaborati erano del tutto insoddisfacenti. Secondo il loro unanime parere, le dichia- razioni dei fabbricati fanno apparire sensibilmente inferiori al reale il numero degli operai e il valore della produzione; « non esiste nemmeno per i diversi governatorati una definizione uniforme di ciò che si deve considerare fabbrica e officina, così che molti governatorati annoverano fra le officine e le fabbriche, per esem- pio, i mulini a vento, i capannoni per la cottura dei laterizi e i piccoli stabilimenti industriali, mentre altri li escludono, per cui perde ogni significato persino la comparazione del numero globale • Cfr. l’articolo. A proposito della nostra statistica delle fabbriche ed officine, in Studi, dove è esaminata particolareggiatamente la recentissima pubblicazione del Dipartimento del commercio e delle manifatture sulla nostra industria di fabbrica ed officina (cfr., nella presente edizione, voi. 4, art. càt . - N. d. R.). LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 461 delle fabbriche nei diversi governatorati » *. Esprimono giudizi ancor più recisi Buscen, Bok e Timiriazev **, che rilevano inoltre che fra gli operai di fabbrica vengono compresi gli operai occupati a domicilio, che alcuni fabbricanti dichiarano solo gli operai che vivono nella fabbrica, ecc. « Una statistica ufficiale sicura dell’industria manifatturiera e di fabbrica — dice il signor Buscen — non ce e non ci sarà sinché non verranno modificati i criteri fondamentali della raccolta dei dati iniziali » ***. « Nelle tabelle delle fabbriche ed' officine, evidentemente per un malinteso, per molti rami d’industria è stata inclusa una molti- tudine di laboratori di remeslennikj e di artigiani puri che non hanno nessun carattere di fabbrica » **** In considerazione di ciò, la redazione dell 'Annuario ha rifiutato persino di fare i totali dei dati pubblicati, « non volendo presentare al pubblico cifre ine- satte e palesemente esagerate » **** Per dare al lettore un’idea esatta dell’entità di questa palese esagerazione, ci varremo dei dati AAY Annuario, che ha il vantaggio di distinguersi da tutte le altre fonti perchè fornisce l’elenco nominativo delle fabbriche e delle officine la cui produzione ha un valore superiore ai 1000 rubli. At- tualmente (dal 1885) dalla categoria delle fabbriche vengono esclusi gli stabilimenti con. una produzione di valore inferiore. Dal com- puto di questi piccoli stabilimenti quali sono elencati nclY Annuario risulta che nel numero globale delle fabbriche ne sono stati com- presi 2366, con 7327 operai e un valore della produzione di 987.000 rubli. Ora, secondo V Annuario , in 71 rami d’industria le fabbriche sono complessivamente 6891, con 342.473 operai e un valore della produzione di 276.211. 000 rubli. Per conseguenza, i piccoli stabili- menti ci danno il 34,3 °/ Q del numero complessivo degli stabi- limenti, il 2,1 % del numero complessivo degli operai e lo 0,3 °/ D del valore globale della produzione. Va da sè che è assurdo con- siderare fabbriche degli stabilimenti così piccoli (in media si hanno * P. Semionov nella sua prefazione al Bollettino periodico di statistica, I, 1866; p. XXVII. ## Atlante statistico dei rami più importanti deli industria di fabbrica ed officina della Russia europea con l'elenco nominativo delle fabbriche e delle officine , 3 fasci- coli, Pietroburgo, 1869, 1870 c 1873. *** Annuario del Ministero delle finanze , I, p. 140. **** j v j p ^ 06 . 462 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA per stabilimento poco più di 3 operai e una produzione di valore inferiore a 500 rubli) e che è assolutamente impossibile parlare di una registrazione integrale. E non basta che la nostra statistica an- noveri tali stabilimenti fra le fabbriche: è accaduto persino che centinaia di artigiani siano stati, del tutto artificialmente e ar- bitrariamente, messi assieme come se si trattasse di una sola « fabbrica ». Per esempio, lo stesso Annuario segnala tra gli sta- bilimenti adibiti alla produzione di cordami nella volost di Izby- lets, distretto di Gorbatov, governatorato di Nizni Novgorod, una fabbrica « dei contadini della volost di Izbylets : 929 operai, 308 ruote di filatoi; valore della produzione di 100.400 rubli » (p. 149); oppure, nel villaggio di Vorsma dello stesso distretto, una fabbrica « di contadini del conte Sceremetiev temporaneamente vincolati : 100 fucine, 250 banchi (a domicilio), 3 coti azionate da cavalli, 20 a mano; 902 operai; produzione del valore di 6610 rubli » (p. 281). Si può immaginare quale quadro della realtà diano queste statistiche!*. La Raccolta statistica militare (fase. IV, Russia, Pietroburgo, 1871) occupa un posto particolare tra le fonti per la statistica delle fabbriche ed officine degli anni sessanta. Essa riporta i dati su tutte le officine e le fabbriche delPImpero Russo, comprese quelle metal- lurgico-minerarie e quelle soggette alPimposta di fabbricazione, e calcola che nella Russia europea nel 1866 ci fossero nientemeno che 70.631 fabbriche, 829.573 operai e una produzione del valore di 583.3r7.000 rubli!! Si sono ottenute queste strane cifre, in primo # Per quanto riguarda la tendenza dei fabbricanti a denunciare un numero di operai e un valore della produzione inferiori alla realtà, le fonti succitate riportano due interessanti esperienze di controlli. Timiriazev ha confrontato le dichiarazioni di oltre un centinaio dì grandi fabbricanti per la statistica ufficiale co le loro stesse dichiarazioni per l’ Esposizione del 1865. Queste ultime cifre superano le prime del 22 % ( 1 . c. I, pp. iv-v). Nel 1868 l'Istituto centrale di statistica ha svolto a titolo sperimentale una speciale indagine sull* industria di fabbrica e d ‘officina nei governatorati di Mosca e Vladimir (nel 1868 in questi due governatorati era concen- trata quasi la metà di tutti gli operai di fabbrica e d’officina e del valore globale della produzione delle fabbriche e delle officine della Russia europea). Prendendo i rami d’industria sui quali esistono i dati sia del Ministero delle finanze che dell ’I- stituto centrale di statistica, otteniamo le cifre seguenti; in base ai dati del Ministero delle finanze sono stati calcolati 1749 fabbriche, 186.521 operai, un valore della produzione di 131. 568.000 rubli, mentre le ricerche dell’Istituto centrale di statistica danno 1704 fabbriche, 196.315 operai negli stabilimenti più 33.485 operai esterni e un valore della produzione di 137.758.000 rubli. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA luogo, perchè ci si è serviti non dei dati del Ministero delle finanze, ma di dati speciali forniti dalPIstituto centrale di statistica (dati che non sono stati stampati in nessuna delle pubblicazioni dell’Isti- tuto, e non si sa da chi, come e quando siano stati raccolti ed elabo- rati *); in secondo luogo, perchè gli autori della Raccolta statistica militare non hanno minimamente esitato a classificare tra le fab- briche gli stabilimenti più piccoli ( Raccolta statistica militare , p. 319), completando per di più i dati fondamentali con altri mate- riali: con i dati del Dipartimento del commercio e delle manifat- ture, con quelli dell’Intendenza, con quelli del Dicastero delDarti- glieria e della marina e, infine, con i dati « delle fonti più svariate » (ivi, p. XXIII)** Perciò, servendosi dei dati della Raccolta stati- stica militare per confrontarli con i dati odierni, i signori N.-on ***, Kariscev **** e Kablukov ***** hanno dato prova di non conoscere affatto le fonti principali della nostra statistica delle fabbriche ed officine e di mancare totalmente di discernimento critico nei con- fronti di questa statistica. Durante il dibattito svoltosi alla Libera società imperiale d’eco- nomia sulla relazione di M. I. Tugan-Baranovski, dove si affer- ma che le cifre della Raccolta statistica militare sono errate, vi fu chi affermò che, se c’è un errore nel numero degli operai, esso è molto piccolo, del 10-15 %• C° s ì disse, per esempio, il signor V. V. (cfr. il resoconto stenografico del dibattito. Pietroburgo, • Probabilmente questi dati sono stati presi molto semplicemente dai rapporti dei governatori, che, come vedremo poi, esagerano sempre in misura enorme il numero delle fabbriche c delle officine. •* Con qual larghezza sia stato interpretato il concetto di fabbrica dalla Raccolta statistica militare risulta con particolare chiarezza da quanto segue; essa chiama la statistica dell’Annuario « statistica dei nostri grandi stabilimenti » (p. 319, cor- sivo degli autori). Come abbiamo visto, un terzo di questi « grandi » stabilimenti hanno una produzione di valore inferiore ai 1000 rubli! I Omettiamo la dimostrazione più particolareggiata del fatto che non è lecito adoperare le cifre della Raccolta stati- stica militare per fare un confronto con i dati odierni della statistica delle fab- briche ed officine, perchè questo compito è già stato assolto dal signor Tugan-Bara- novski (cfr. il suo libro La fabbrica ccc., p. 336 e sgg.). Cfr. Studi , pp. 271 e 275 (cfr., nella presente edizione, voi. 4, art. cit. - N. d. R.). *** Profilo , p. 125 e Russ^oie Bogatstvo , 1894, n. 6. **•* I undicesimi Vicstni\ , 1889, n. 9, e Materiali per l'economia nazionale russa , Mosca, 1898. Lezioni di economia agraria, Mosca, 1897, p. 13. 4 6 4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 1898, p. 1). A lui «si associò » il signor V. Pokrovski, che si limitò anch egli ad un affermazione campata in aria (p. 3). Senza com- piere nemmeno il tentativo di esaminare criticamente le diverse fonti della nostra statistica delle fabbriche ed officine, queste per- sone e i loro fautori se la sono cavata con luoghi comuni sul carat- tere insoddisfacente di questa statistica e sul fatto che negli ultimi tempi i suoi dati sarebbero diventati più precisi (??), ecc. Così, come ha notato del tutto giustamente P. B. Struve (p. 11), la que- stione fondamentale del grossolano errore compiuto dai signori N.-on e Karyscev è stata semplicemente passata sotto silenzio . Rite- niamo perciò che non sia superfluo elencare quelle esagerazioni nei dati della Raccolta statistica militare che senza difficoltà potrebbe e dovrebbe rilevare chiunque esamini attentamente le fonti. Su 71 rami d'industria si hanno dati paralleli per il 1866 sia del Mi- nistero delle finanze ( Annuario del Ministero delle finanze , I) che di origine ignota {Raccolta statistica militare ). Per questi rami d'industria, esclusi quelli della metallurgia, la Raccolta statistica militare aumenta di 50.000 unita il numero degli operai di fab- brica e d’officina della Russia europea. Inoltre, per quei rami d’industria sui quali V Annuario ha riportato solo cifre globali per tutto Tlmpero, astenendosi daireffettuarne un’elaborazione parti- colareggiata, data la « palese esagerazione » di queste cifre (p. 306 dc\Y Annuario), la Raccolta statistica militare ha calcolato altri 95.000 operai in piu. Per l’industria dei laterizi al numero degli operai sono state aggiunte almeno 10.000 unità; per convincer- sene basta confrontare i dati per i singoli governatorati della Rac- colta statistica militare , nonché quelli contenuti nella Raccolta di dati e materiali a cura del Ministero delle finanze , 1866, n. 4, e 1867, n. 6. Per i rami dell’industria metallurgica la Raccolta statistica militare ha esagerato il numero degli operai di 86.000 unità ri- spetto a W Annuario, comprendendo evidentemente una parte dei minatori. Per le industrie soggette aH’imposta di fabbricazione la Raccolta statistica militare aggiunge circa 40,000 unità , come mo- streremo nel paragrafo seguente. In totale si ha un’esagerazione di 280.000 unità; è una cifra minima e incompleta, perchè non di- sponiamo di informazioni che ci permettano di controllare i dati della Raccolta statistica militare per tutti i rami d’industria. Si può LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 465 giudicare perciò quanto siano bene informati su tale questione co- loro i quali affermano che l’errore dei signori N.-on e Karyscev non sarebbe grande! Negli anni settanta è stato fatto molto meno per classificare ed elaborare i dati della statistica delle fabbriche ed officine che non negli anni sessanta. U Annuario del Ministero delle finanze ha pubblicato i dati per soli 40 rami d’industria (non soggetti al- l’imposta di fabbricazione) per gli anni 1867-1879 (fasce. Vili, X e XII, cfr. Appendice II); l’esclusione degli altri rami d’indu- stria è motivata con « il carattere estremamente insoddisfacente del materiale » fornito sui rami d’industria « che sono legati alla vita agricola o costituiscono un complemento delle industrie dei re - meslennik} e degli artigiani » (fase. Vili, p. 482; ivi, fase. X, p. 590). La fonte più pregevole per gli anni settanta è V Indicatore delle fabbriche e delle officine del signor P. Orlov (prima edizione, Pie- troburgo, 1881, dati per il 1879 attinti dalle stesse informazioni for- nite dai fabbricanti al Dipartimento del commercio e delle manifat- ture). Questa pubblicazione contiene l’elenco nominativo di tutti gli stabilimenti con una produzione del valore di almeno 2000 rubli. Gli altri stabilimenti, essendo piccoli e non potendosi distin- guere da quelli degli artigiani, non figurano nell’elenco nomina- tivo, ma sono compresi nei dati complessivi riportati àa\Y Indica- tore. Siccome non sono riportati i totali parziali degli stabilimenti con un valore della produzione di 2000 rubli e più, i dati globali àz\Y Indicatore, esattamente come quelli delle pubblicazioni prece- denti, confondono i piccoli stabilimenti con i grandi, e, per di più, nei diversi rami d’industria e nei diversi governatorati il numero dei piccoli stabilimenti compresi nella statistica (in modo puramente casuale, s’intende) non è lo stesso *. Quanto ai rami d’industria che hanno attinenza con l’agricoltura, P Indicatore ri- pete (p. 396) la riserva d e\Y Annuario, astenendosi dal calcolarne « perfino i totali approssimativi » (il corsivo è dell’autore), consi- derata l’imprecisione e l’incompletezza dei dati **. Questo giu- • Gli esempi saranno riportati nel paragrafo seguente. Qui rinviamo a p. 679 e sgg. dc\V indicatore', dopo avere scorso queste pagine, chiunque si convincerà facil- mente della giustezza di quanto è detto nel testo. # * Nella terza edizione dc\V Indicatore (Pietroburgo, 1894) questa riserva non è 466 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA dizio (del tutto giusto, come vedremo più avanti) non ha impe- dito tuttavia di includere nei totali complessivi àt\Y Indicatore tutti questi dati particolarmente inattendibili, che vengono così confusi con i dati relativamente attendibili. Riportiamo i dati com- plessivi At\Y Indicatore per la Russia europea, osservando che essi abbracciano, a differenza dei precedenti, anche le industrie sog- gette alPimposta di fabbricazione (la seconda edizione AcìVIndi- catore y del 1887, fornisce i dati per il 1884; la terza edizione, del 1894, i dati per il 1890): Anni Numero delle fabbriche e officine Valore della produzione (migliaia di rubli) Numero degli operai 1679 * 27.966 1.148.134 763.152 1684 27.235 1.329.602 626.794 1690 | 21.124 1.500.071 875.764 Mostreremo in seguito che in realtà il numero delle fabbriche non è affatto diminuito nella misura indicata da questi dati; tutto dipende dal fatto che in epoche diverse un numero differente di piccoli stabilimenti è stato classificato tra le fabbriche. Per esempio, di stabilimenti con un valore della produzione di oltre 1000 rubli se ne sono contati 19.277 nel 1884 e 21.124 nc l ^90; stabilimenti con un valore della produzione di 2000 rubli e più: 11.509 nel 1884, e 17.642 nel 1890 **. Dal 1889 il Dipartimento del commercio e delle manifatture ha incominciato a pubblicare speciali Compendi di dati sull'industria di fabbrica e d'officina in Russia (per il 1885 e anni seguenti). - Questi dati sono fondati sullo stesso materiale (notizie fornite dai fabbricanti); inoltre la loro elaborazione non è affatto soddisfacente, essendo qualitativamente inferiore a quella dei dati contenuti nelle pubblicazioni succitate degli anni sessanta. L’unico miglioramento ripetuta, come invece sarebbe stato bene dal momento che i dati sono rimasti altret- tanto insoddisfacenti. • Alcuni dati mancanti sono stati integrati in via approssimativa^ cfr. ìndica - tore , p. 695. ** Cfr. il raggruppamento delle fabbriche secondo il valore della produzione nella seconda c nella terza edizione dc\V Indicatore. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA consiste nel fatto che i piccoli stabilimenti, vale a dire quelli che hanno un valore della produzione inferiore ai 1000 rubli, sono esclusi dal novero delle fabbriche e delle officine, e i dati su questi piccoli stabilimenti vengono riportati separatamente, non suddivisi per rami d’industria *. Certo, questo elemento è del tutto insuffi- ciente per caratterizzare la « fabbrica »; dati gli odierni metodi di raccolta delle informazioni non si può nemmeno parlare di registra- zione integrale degli stabilimenti con un valore della produzione superiori ai 1000 rubli; l’individuazione delle « fabbriche » nei rami d’industria legati all’agricoltura viene effettuata in modo mera- mente casuale; per esempio i mulini ad acqua e a vento, per alcuni governatorati e per alcuni anni, sono classificati fra le fabbriche, mentre per altri governatorati e per altri anni questo non viene fatto **. L’autore dell’articolo Principali risultati della statistica del- l’industria di fabbrica e d’officina in Russia per il i 88 $-i 88 j (nel Compendio per questi anni) cade ripetutamente in errore, trascu- rando la eterogeneità e la non comparabilità dei dati per i diversi governatorati. Per caratterizzare i Compendi , aggiungiamo infine che sino al 1891 incluso essi riguardavano solo le industrie non soggette airimposta di fabbricazione, e dal 1892 tutte le industrie, comprese sia quelle metallurgico-minerarie che quelle soggette all’imposta di fabbricazione; inoltre non sono stati tenuti distinti i dati che sarebbero comparabili con i dati precedenti, e non sono stati minimamente illustrati i metodi seguiti per inserire gli stabi- limenti metallurgico-minerari nel numero complessivo delle fab- briche e officine (per esempio, la statistica metallurgico-mineraria non riporta mai il valore della produzione di questi stabilimenti, # È ovvio che i dati su questi piccoli stabilimenti sono puramente casuali: in alcuni governatorati e in alcuni anni essi vengono calcolati a centinaia e migliaia, in altri a decine e unità. Così, per esempio, nel governatorato della Bessarabia, dal 1887 al 1890 : 1479 - 272 - 262 - 1684; nel governatorato di Penza, dal 1885 al 1891 : 4 - 15 - 0 - 1127 - 1135 - 2148 - 2264, ecc. ecc. ** Cfr. esempi in Studi, p. 274 (cfr., nella presente edizione, voi. 4, art. cit. - N. d. R.). Tugan-Baranovski commette un piccolo errore quando, con- frontando il numero medio degli operai per fabbrica secondo Ì diversi rami d'indu- stria in epoche diverse (ivi, p. 355), afferma che il numero delle fabbriche vere e proprie si è ridotto dal 1885 al 1891 (La fabbrica , p. 350). I dati del Compendio sono troppo caotici per essere utilizzati, senza particolare elaborazione, per conclusioni di questo genere. 4 68 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA ma solo la quantità del prodotto. S’ignora come gli autori dei Compendi abbiano calcolato il valore della produzione). Anche un’altra fonte di dati sulla nostra industria di fabbrica e d’officina — che merita attenzione per le sue qualità negative e perchè se ne è servito precisamente il signor Karyscev # — si rife- risce agli anni ottanta. Si tratta della Raccolta di dati sulla Russia per il 1884-85 (Pietroburgo, 1887. Edizione dell’Istituto centrale di statistica), che riporta in una delle sue tabelle i « valori della pro- duzione per l'industria di fabbrica e d’officina nella Russia europea, 1885 » (tabella XXXIX); il numero delle fabbriche e degli operai è dato solo per tutta la Russia, senza suddivisione per governa- torati. La fonte è costituita dai « dati dei rapporti dei governatori » (p. 31 1). I dati si riferiscono a tutti i rami d’industria, compresi sia quelli soggetti all’imposta di fabbricazione, sia quelli metallur- gico-minerari; per ogni ramo d’industria si calcolano il numero « medio » degli operai e il valore della produzione per officina in tutta la Russia europea. Il signor Karyscev si è dedicato all’« ana- lisi » precisamente di queste « medie ». Per giudicarne il significato confronteremo i dati della Raccolta e del Compendio (per fare questo confronto si devono eliminare dai primi dati i rami dell’in- dustria metallurgica, quelli soggetti all'imposta di fabbricazione, la pesca e la voce «diversi»; rimangono 53 rami d'industria; i dati si riferiscono alla Russia europea): Fonti Operai Valore della produzione (in migliaia di rubli) Raccolta di dati rulla Rurria .... S4.179 5S9.476 569.705 Compendio del Dipartimento dai com- mercio « delle manifatture 14.761 499.632 672.079 + 39.410 + 59.844 — 102.374 + 267 % + 11.9% - 15.2% • N. A. Karyscev, Rassegna statistica della distribuzione dei più importanti rami dell'industria di trasformazione in Russia, in I undicesimi Viestm^ , 1889, n, 9, set- tembre. Accanto al recente lavoro del signor Karyscev da noi esaminato negli Studi, questo articolo è un piccolo esempio" di come non si devono adoperare i dati della nostra statistica delle fabbriche ed officine. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 469 I rapporti dei governatori hanno quindi registrato fra le « fab- briche » decine di migliaia di piccole aziende agricole e arti- giane! Tali aziende sono state comprese nella categoria delle fabbriche, naturalmente del tutto a caso, per i singoli rami d’in- dustria, i singoli governatorati e distretti. Ecco esempi del nu- mero delle officine secondo la Raccolta e secondo il Compendio in alcuni rami d’industria: pellicce, rispettivamente 1205 e 259; cuoio, 4079 e 2026; stuoie e sacchi, 562 e 55; amido e melassa, 1228 e 184; farina, 17765 e 3940; olio, 9341 e 574; catrame, 3366 e 328; laterizi, 5067 e 1488; vasellame e maioliche, 2573 e 147. Si può immaginare che genere di « statistica » si otterrà, se nella nostra industria di fabbrica e d’officina la « dimensione delle im- prese » # viene giudicata secondo le « cifre medie », fondate su questo computo del numero delle « fabbriche »! E il signor Kary- scev giudica precisamente in questo modo, includendo nella grande industria solo i rami d’industria per i quali la summenzionata « cifra media » di operai per officina (per tutta la Russia) supera il centinaio. Mediante questo metodo fenomenale si giunge alla conclusione che solo un quarto del valore globale della produzione è dato dalla « grande industria, intendendo questo termine nei limiti suindicati»!! (p. 47 dell’articolo citato)• **. Mostreremo in seguito che di fatto le fabbriche con 100 e più operai concentrano oltre la metà di tutto il valore della produzione della nostra indu- stria di fabbrica e d’officina. • Paragrafo IV dell’articolo del signor Karysccv. Osserviamo che al posto del Compendio , per effettuare il confronto con la Raccolta si poteva prendere anche r Indicatore del signor Orlov, di cui anche il signor Karyscev cita la seconda edi- zione (per il 1884). ** « In questo modo i tre quarti di quest’ultima » (di tutta la produzione annua) « sono forniti da imprese relativamente piccale. Le radici di questo fenomeno possono trovarsi in molti elementi essenziali dell’economia russa, fra i quali vanno inclusi fra l’altro il regime fondiario della massa della popolazione rurale , la vitalità del- Yobstcina [rie/] , che frappone, nella misura delle sue forze, ostacoli allo sviluppo nel nostro paese di una classe di operai di fabbrica e officina veri e propri. A questo si aggiunge [I] anche la diffusione della lavorazione a domicilio dei prodotti , pre- cisamente in quella stessa zona (centrale) della Russia che è la sede principale delle nostre fabbriche e officinq » (ivi, il corsivo è del signor Karyscev). Povera « obst- dna »! Da sola deve rispondere di tutto, persino degli errori statistici dei suoi am- miratori! 470 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Osserviamo in proposito che i dati delle commissioni locali di statistica dei governatorati (utilizzati dai rapporti dei governa- tori) sono sempre caratterizzati dalla più completa indetermina- tezza del concetto di « fabbrica e officina » e dalla registrazione ca- suale di piccoli stabilimenti. Per quel che riguarda il governatorato di Smolensk, per esempio, per il 1893 94 a l cun » distretti hanno classificato fra le fabbriche alcune decine di piccoli oleifici, altri distretti nessuno; nel governatorato sono state calcolate 152 «offi- cine » di catrame (secondo V Indicatore per il 1890 nessuna), con la stessa registrazione casuale per i singoli distretti, ecc. *. Per il gover- natorato di Iaroslavl, negli anni novanta le statistiche locali hanno calcolato 3376 fabbriche e officine (rispetto a 472 secondo Y In- dicatore per il 1890), comprendendovi (per i singoli distretti) cen- tinaia di mulini, fucine, piccoli stabilimenti per la lavorazione delle patate, ecc. **. Recentemente la nostra statistica delle fabbriche ed officine è stata sottoposta a una riforma, che ha modificato il programma per la raccolta dei dati, ha cambiato la definizione di « fabbrica e officina » (sono stati introdotti nuovi criteri : esistenza di un propulsore meccanico o di almeno 15 operai), ha fatto partecipare ispezione di fabbrica alla raccolta e al controllo dei dati. Per i particolari rinviamo il lettore all’articolo summenzionato dei no- stri Studi ***, dove è minuziosamente esaminato YElenco delle fab- briche e officine (Pietroburgo, 1897) **** compilato in base al nuovo programma, e dove si dimostra che, nonostante la riforma, quasi non si nota un miglioramento nella nostra statistica delle fabbriche ed officine, che il concetto di « fabbrica e officina » è rimasto del • Dati tratti dal libro del signor D. Zbankov, Inchiesta sanitaria suite fabbriche ed officine del governatorato di Smoìensl( (Smolensk, fase. I, 1896). •• Rassegna del governatorato di Iaroslavl , fase. II, Iaroslavl 1896. Cfr. anche il Prontuario sul governatorato di Tuia per il 1895 (Tuia, 1895), sezione VI, pp. 14-15: « Note informative sulle fabbriche e officine nel 1893 ». •* # Cfr., nella presente edizione voi, 4, art. cit. ( N . d. R.), **** Secondo il calcolo del signor Karyscev, per quanto riguarda la Russia eu- ropea YElenco dà i seguenti totali; 14.578 fabbriche, con 885.555 operai e un valore della produzione di 1.345,360,000 rubli. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 47 1 tutto indeterminato, che i dati continuano ad essere, il più delle volte, del tutto casuali, ed è perciò necessario farne uso con la massima cautela *. Solo un censimento industriale razionale, or- ganizzato aireuropea, può fare uscire la nostra statistica industriale dalla situazione caotica in cui si trova **. DalPanalisi della nostra statistica delle fabbriche ed officine risulta che i suoi dati nella stragrande maggioranza dei casi non possono essere utilizzati senza una particolare elaborazione, e che scopo principale di questa elaborazione dev'essere la distin- zione di ciò che è relativamente utilizzabile da ciò che non si può assolutamente utilizzare. Nel paragrafo seguente esamineremo sotto questo aspetto i dati sui rami d’industria più importanti; ora poniamo la questione: aumenta o diminuisce il numero delle fabbriche in Russia? La difficoltà principale di questa questione consiste nel fatto che il concetto di « fabbrica » viene adoperato nel • I compendi dei rapporti degli ispettori di fabbrica pubblicati dal Ministero del commercio e dell’industria (per il 1901-1903) contengono i dati sul numero delle fabbriche e delle officine, e anche degli operai in esse occupati (64 governa- torati della Russia), con la classificazione delle fabbriche e delle officine secondo il numero degli operai (sino a 20; 21-50; 51-100; 101-500; 501-1000; oltre 1000). Questo è un importante passo avanti della nostra statistica delle fabbriche ed officine. I dati sui grandi laboratori (21 e più operai) sono probabilmente, almeno in una certa misura, sicuri. I dati sulle « fabbriche » con meno di 20 operai sono palesemente presi a casaccio e non servono a nulla. Ad esempio, per il 1903 nel governatorato di Nizni Novgorod sono rilevate 266 fabbriche con meno di 20 operai; gli operai sono 1975, vale a dire in media meno di 8 per fabbrica. Nel governatorato di Perm sono rilevate lo di queste fabbriche con 159 operai! Naturalmente ciò è ridicolo. Totale del 1903 per 64 governatorati; 15.821 fabbriche con 1.640.406 operai, e se si detraggono le fabbriche e le officine con meno di 20 operai, avremo 10.072 fab- briche e officine con 1.576.754 operai. (Nota alla li edizione). •* Cfr. ViestniJ( Finansov, 1896, n. 35. Resoconti sulle relazioni e sul dibattito al Congresso di Nizni Novgorod. Mikhailovski ha descritto molto efficacemente lo stato caotico della statistica delle fabbriche cd officine, raccontando e le peregrinazioni del questionario a sino al funzionario di polizia di grado più basso, che infine lo consegna, naturalmente dietro notificazione, a quegli stabilimenti industriali che gli sembrano degni di nota, e il più delle volte a quelli ai quali lo ha già inviato Tanno precedente », e il modo come viene compilato il questionario con le risposte, che sono o « come Tanno scorso » — (basta dare un’occhiata ai Compendi del Di- partimento del commercio e delle manifatture per i singoli rami d’industria nei vari governatorati per convincersi della giustezza di questa osservazione) — 0 del tutto prive di senso, ecc. 472 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA modo più caotico nella nostra statistica delle fabbriche ed officine; perciò le risposte negative che talvolta venivano date a questa do- manda sulla base dei dati della statistica delle fabbriche ed officine (per esempio, da parte del signor Karyscev) non possono avere nessun significato. È indispensabile prima di tutto stabilire con esattezza che cosa s’intende per « fabbrica »; senza questa premessa sarebbe assurdo illustrare lo sviluppo della grande industria mec- canica con dati che comprendono fra gli stabilimenti, in epoche differenti, un numero diverso di piccoli mulini, oleifici, fornaci, ecc. ecc. Se prendiamo come tratto caratteristico la presenza di almeno 16 operai nello stabilimento, vedremo che nella Russia europea gli stabilimenti industriali di questo tipo erano nel 1866 al massimo 2500-3000, nel 1879 c ^ rca 45 00 > ne ^ : ^9° c * rca 6000, nel 1894-95 c ^ rca 6400, nel 1903 circa 9000*. Per conseguenza, in Russia dopo la riforma il numero delle fabbriche aumenta , e anche piuttosto rapidamente. # I dati si riferiscono a tutte le industrie (cioè anche a quelle soggette all’im- posta di fabbricazione), tranne le metallurgico-minerarie. Per il 1879, 1 ® 9 ° c *894*95 i dati sono stati calcolati da noi sulla base de\V Indicatore e dell 'Elenco. Dai dati del- VElenco sono state escluse le tipografìe, che prima non erano considerate dalla sta- tistica delle fabbriche ed officine (cfr. Studi y p. 273 [cfr. , nella presente edizione, voi. 4, art. cit - N. d. /?.]). Per il 1866 abbiamo, secondo i dati del V Annuario rela- tivi a 71 rami d’industria, 1861 stabilimenti con 16 e più operai su un numero complessivo di 6891 stabilimenti; nel 1890 questi 71 rami d’industria comprendevano circa i quattro quinti del numero complessivo degli stabilimenti con 16 e più operai. Riteniamo che la definizione del concetto di a fabbrica » che abbiamo adottato sia la più conveniente, perchè l’appartenenza alla categoria delle fabbriche degli stabili- menti con 16 e più operai era indubbia per i più diversi programmi della nostra statistica dèlie fabbriche ed officine e per tutti i rami d’industria. Indubbiamente la statistica delle fabbriche ed officine non ha mai potuto e non può tuttora regi- strare tutù gli stabilimenti con 16 e più operai (cfr. esempi nel sesto capitolo, § II), 'ma non abbiamo nessun motivo di ritenere che in passato le omissioni fossero più numerose di oggi. I dati per il 1903 sono stati presi dalla Raccolta delle relazioni degli ispettori di fabbrica . Per i 50 governatorati della Russia europea si hanno 8856 fabbriche e officine con più di 20 operai. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 473 III Esame dei dati storico-statistici sullo sviluppo della grande industria Abbiamo già osservato sopra che, per giudicare dello sviluppo della grande industria in base ai dati della statistica delle fabbriche ed officine, è indispensabile distinguere in quest’ultima il materiale relativamente utilizzabile da quello che non si può assolutamente utilizzare. Esaminiamo ora a tale scopo i principali rami della nostra industria di trasformazione. /. Industrie tessili Alla testa delle industrie per la lavorazione della lana si trova l’industria del panno, che nel 1890 ha una produzione del valore di oltre 35 milioni di rubli e conta 45.000 operai. I dati storico- statistici su questa industria indicano una considerevole dimi- nuzione del numero degli operai, e precisamente da 72.638 nel 1866 a 46.740 nel 1890*. Per valutare questo fenomeno è neces- sario tenere presente che sino agli anni sessanta inclusi la produ- zione del panno ha avuto un’organizzazione di tipo particolare: era concentrata in stabilimenti relativamente grandi, che però non avevano nulla a che vedere con l’industria capitalistica di fab- brica, ma erano fondati sul lavoro dei contadini servi della gleba o temporaneamente vincolati. Nelle rassegne deirindustria « di fabbrica e officina » degli anni sessanta troverete perciò che le fabbriche di panno si dividono in 1) fabbriche dei grandi pro- prietari fondiari o dei nobili e 2) fabbriche dei mercanti. Le prime producevano prevalentemente panno per l’esercito; le ordi- nazioni dello Stato erano distribuite tra le fabbriche in base al • In tutti i casi in cui mancano particolari precisazioni abbiamo preso per il 1866 i dati dell * Annuario, per il 1879 c il 1890 i dati ót\V indicatore. La Rassegna storico-statistica (voi. II) reca i dati annui sulla produzione del panno dal 1855 al 1879; ecco il numero medio degli operai per i quinquenni dal 1855-1859 al 1875- 1879: 107.433; 9 2 - M 7; 87.963 e 81.458. 474 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA numero dei telai. Dato il carattere coercitivo del lavoro, questi sta- bilimenti erano tecnicamente arretrati e impiegavano un numero incomparabilmente maggiore di operai rispetto alle fabbriche dei mercanti, fondate sul lavoro salariato libero*. Il numero degli operai occupati nella produzione del panno è diminuito appunto nei governatorati dove domina la grande proprietà fondiaria no- biliare. Così in 13 governatorati di questo tipo (indicati nella Ras- segna dell'industria manifatturiera) il numero degli operai è sceso da 32.921 a 14.539 (1866 e 1890), e nei 5 governatorati dove domi- nano le aziende dei mercanti (Mosca, Grodno, Livonia, Cernigov e Pietroburgo) da 31.291 a 28.257. Risulta chiaramente che qui abbiamo a che fare con due tendenze opposte, le quali tuttavia esprimono entrambe lo sviluppo del capitalismo : precisamente, da una parte il declino degli stabilimenti nobiliari con carattere di possesso ereditario, e dall’altra parte la trasformazione degli stabi- limenti dei mercanti in fabbriche puramente capitalistiche. Negli anni sessanta un numero considerevole di operai deirindustria del panno non erano affatto operai di fabbrica nel vero significato della parola; si trattava di contadini dipendenti che lavoravano per i grandi proprietari fondiari **. La produzione del panno è un esempio di quel fenomeno peculiare della storia russa che consiste neirimpiego del lavoro servile neirindustria. Siccome ci limitiamo qui all’epoca posteriore alla riforma, per noi sono sufficienti i brevi accenni succitati, che indicano il riflesso di questo fenomeno nella * Cfr. Rassegna det vari rami dell’industria manifatturiera in Russia, voi. I, Pietroburgo, 1862, particolarmente pp. 165 e 167. Cfr. anche Raccolta stati- stica militare, p. 357 e sgg. Attualmente negli elenchi dei fabbricanti di panno si incontrano raramente i nomi celebri di famiglie nobili che erano la stragrande maggioranza negli anni sessanta. ** Ecco un paio di esempi tratti dalla statistica degli zemstvo. A proposito della fabbrica di panno di N. P. Gladkov, distretto di Volsk, governatorato di Saratov (nel 1866 aveva 306 operai), leggiamo nella raccolta statistica degli zemstvo per questo distretto (p. 275) che i contadini erano costretti a lavorare nella fabbrica del signore. « Lavoravano in fabbrica fino al matrimonio per poi effettuare le loro prestazioni di tipo servile nei lavori dei campi ». Nel villaggio di Riasy, distretto di Ranienburg (governatorato di Riazan), esisteva nel 1866 una fabbrica di panno con 180 operai. I contadini sostituivano la barsteina con il lavoro nella fabbrica che fu chiusa nel 1870 {Raccolta di dati statistici per il governatorato di Riazan, voi. II, fase. I, Mosca, 1882, p, 330). LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 475 statistica delle fabbriche ed officine * Ai fini di un giudizio sullo sviluppo della grande industria meccanica in questo ramo ripor- tiamo ancora i seguenti dati, desunti dalla statistica delle macchine a vapore: nel 1875-1878 nella Russia europea gli stabilimenti per la filatura della lana e la produzione del .panno che impiegavano macchine erano 167, con 209 macchine a vapore (4632 HP), e nel 1890 erano 197, con 341 macchine a vapore (6602 HP). L'im- piego del vapore non ha quindi fatto progressi molto rapidi, il che si spiega in parte con le tradizioni delle fabbriche dei grandi pro- prietari fondiari, in parte con la sostituzione dei tessuti di panno con tessuti di lana pettinata e tessuti misti, meno costosi **. Nel 1875-1878 si contavano sette stabilimenti meccanici per la produ- zione dei tessuti di lana, con 20 macchine a vapore (303 HP), e nel 1890 28, con 61 macchine a vapore (1375 HP) ***. Ricordiamo ancora, fra le industrie connesse alla lavorazione della lana, quella del feltro, nella quale si manifesta con particolare risalto la non comparabilità dei dati della statistica delle fabbriche ed officine per epoche diverse: nel 1866 si calcolavano 77 fabbriche con 295 operai, nel 1890, 57 fabbriche con 1217 operai. Nellà prima cifra sono compresi 60 piccoli stabilimenti con un valore della pro- duzione inferiore a 2000 rubli e 137 operai; nella seconda uno sta- bilimento con 4 operai; 39 piccoli stabilimenti sono stati calcolati nel 1866 nel distretto di Semionov, governatorato di Nizni Nov- gorod, dove è tuttora fortemente sviluppata Tindustria dei fel- traiuoli, che tuttavia è classificata fra le industrie « artigiane », • Cfr. Nisselovic, Storia della legislazione di fabbrica e d’officina dell'Impero Russo , parti I e II, Pietroburgo, 1883-1884; A. Semionov, Studio dei dati storici sul commercio estero e sull'industria russa , Pietroburgo, 1858-1859, 3 parti; V. I. Se- mevski, I contadini sotto il regno di Caterina II, Pietroburgo, 1881; Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca. Sezione di statistica sanitaria, voi. IV, parte I (compendio generale), Mosca, 1890, articolo di A. V. Pogogev, Sulle fabbriche nelle terre patrimoniali ereditarie nel governatoraio di Mosca ; M. Tugan-Baranovski, La fabbrica russa , Pietroburgo, 1898, voi. I. ## Cfr. 7 progressi dell'industria russa in base alle rassegne delle commissioni di esperti , Pietroburgo, 1897, p. 60. **• Tanto in questo caso che nei seguenti i dati sulle macchine a vapore sono desunti dai Materiali per la statistica delle macchine a vapore nell’Impero Russo, edizione dell'Istituto centrale di statistica, Pietroburgo 1882; per il 1890 è stato consultato il Compendio di dati sull’industria di fabbrica e d’ officina, e per il numero degli stabilimenti forniti di macchine ['Indicatore. '/ 1 32 - 574 47 6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA c non fra quelle « di fabbrica e officina » (cfr. sesto capitolo, § n, p. 2). Inoltre, fra le industrie tessili un posto particolarmente impor- tante occupano le industrie cotoniere, che contano ora più di 200.000 operai. Qui osserviamo uno degli errori più gravi della nostra sta- tistica delle fabbriche ed officine, e precisamente la confusione fra gli operai occupati capitalisticamente a domicilio e gli operai di fabbrica. Lo sviluppo della grande industria meccanica è consistito qui (come in molti altri casi) nel fatto che gli operai a domicilio sono entrati nella fabbrica. Evidentemente questo processo viene presentato sotto una luce falsa se fra le « fabbriche » si classificano gli uffici di distribuzione e i laboratori dei mastri tessitori, se gli operai a domicilio vengono messi insieme agli operai di fabbrica. Per il 1866 abbiamo costatato, sulla base ddY Annuario, che fra gli operai di fabbrica vengono inclusi non meno di 22.000 operai a domicilio (questa cifra inoltre non è affatto completa, giacché per il governatorato di Mosca V Annuario — evidentemente per motivi puramente casuali — omette osservazioni riguardanti il « lavoro nei villaggi », che abbondano per il governatorato di Vladimir). Per il 1890 abbiamo calcolato (sulla base àz\V Indicatore) che gli operai di questo tipo erano soltanto circa 9000. È chiaro che nelle cifre della statistica delle fabbriche ed officine (59.000 operai nei cotonifici nel 1866 e 75.000 nel 1890) Taumento del numero degli operai di fabbrica appare inferiore alla realtà *. Ecco i dati che specificano quali stabilimenti sono stati compresi in epoche diverse fra le « fabbriche » cotoniere ** : • Cfr. Tucan-Baranovsri, 1 . c., p. 420. Semionov ha stimato approssimativa- mente in 385.857 il numero complessivo dei tessitori a mano occupati dai capitalisti nei villaggi nel 1859 ( 1 . c., Ili, p. 273); ad essi egli ha aggiunto altri 20.000 operai occupati nei villaggi « in altre industrie di fabbrica » (p. 302, ivi). Attualmente, come abbiamo visto sopra, il numero degli operai capitalisticamente occupati a do- micilio è incomparabilmente maggiore. • # Fra i laboratori dei tessitori sono state classificate imprese con un valore della produzione inferiore a 2000 rubli. Dai dati della rilevazione speciale delle fabbriche e officine dei governatorati di Mosca e Vladimir, effettuata nel 1868 dall’Istituto centrale di statistica, risulta ripetutamente che il valore della produzione dei piccoli stabilimenti tessili c semplicemente la remunerazione del lavoro. Fra gli uffici sono classificati le imprese che distribuiscono il lavoro a domicilio. Per il 1866 l’indicazione del numero di queste imprese non è affatto completa, date le palesi omissioni per il governatorato di Mosca. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 477 Anni Numero complessivo delle «fabbriche» di cotone Di cui fabbriche uffici laboratori di maatri tessitori 1866 436 m gg 142 1879 411 209 66 136 1890 31 1 283 21 7 In questo modo, la diminuzione del numero delle « fabbriche » indicata dalla « statistica » significa in realtà che gli uffici e labo- ratori dei mastri tessitori vengono soppiantati dalla fabbrica. Illu- striamo questo fenomeno con un esempio relativo a due fabbri- che: 478 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Di conseguenza, per giudicare lo sviluppo della grande indu- stria meccanica in questo ramo conviene considerare i dati sul numero dei telai meccanici. Negli anni sessanta erano circa n.ooo *, nel 1890 circa 87.000. La grande industria meccanica si è svilup- pata dunque con straordinaria rapidità. Nella produzione dei filati e dei tessuti di cotone si contavano nel 1875-1878 148 stabili- menti meccanici con 481 macchine a vapore (20.504 HP), e nel 1890 168 stabilimenti meccanici con 554 macchine a vapore (38.750 HP). La nostra statistica commette esattamente lo stesso errore anche riguardo alla produzione della tela, registrando erronea- mente una diminuzione del numero degli operai di fabbrica e officina (1866: 17.171; 1890: 15.497). In realtà nel 1866 i fabbri- canti di tela avevano nei propri stabilimenti solo 4749 telai su 16.900; i rimanenti 12.151 si trovavano presso i mastri tessitori **. Nel 1866, quindi, fra gli operai di fabbrica sono stati inclusi circa 12.000 operai a domicilio, e nel 1890 solo circa 3000 (cifra calcolata sulla base délVIndicatore). Il numero dei telai meccanici è aumentato invece da 2263 nel 1866 (secondo la Raccolta statistica militare ) a 4041 nel 1890, e il numero dei fusi da 95.495 a 218.012. Nella produzione del filato e dei tessuti di lino si contavano nel 1875-1878 28 stabilimenti meccanici con 47 macchine a vapore (1604 HP) e nel 1890 48 stabilimenti meccanici con 83 macchine a vapore (5027 HP) * # *. Infine, tra le industrie tessili si devono anche porre in evi- denza la tintura, la stampatura e la rifinitura, dove la statistica delle fabbriche ed officine mette insieme fabbriche e piccolissimi laboratori artigiani, con non più di 1-2 operai e con una produzione del valore di qualche centinaio di rubli ****. È evidente che qui si • Raccolta statistica militare , p. 380. Rassegna dell’ industria manifatturiera , voi. II, Pietroburgo, 1863, p. 451. Nel 1898 si calcolavano 100.630 telai meccanici nella tessitura del cotone (evidentemente per tutto l’ Impero). I progressi dell'indu- stria russa , p. 33. •• Raccolta statistica militare , pp. 367-368; dati dell'Intendenza. *** Nel 1879 la tessitura della seta contava 495 telai meccanici e 5996 telai a mano ( Rassegna storico-statistica ), c nel 1890 2899 telai meccanici e più di 7500 telai a mano. Per esempio, nel 1879 si registravano 279 fabbriche in questi rami d’indu- stria; 466 fabbriche avevano 977 operai e un valore della produzione di 170.000 LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 479 crea una confusione non piccola che nasconde la rapida ascesa della grande industria meccanica. Ecco alcuni dati su questa ascesa : nel 1875-1878 per la guazzatura della lana, la tintura, la candeg- giatura e l’apprettatura c’erano 80 stabilimenti meccanici con 255 macchine a vapore (2634 HP), e nel 1890 189 stabilimenti mecca- nici con 858 macchine a vapore (9100 HP). 2. Industrie per la lavorazione del legno I dati più attendibili in questo settore sono quelli sulle seghe- rie, sebbene nei primi tempi anche qui venissero inclusi i pic- coli stabilimenti *. L’immenso sviluppo di questa industria nel- l’epoca posteriore alla riforma (1866: 4 milioni di rubli; 1890: 19 milioni di rubli), accompagnato dal considerevole aumento del numero degli operai (4000 e 15.000) e del numero degli stabili- menti che impiegano macchine a vapore (26 e 430), è particolar- mente interessante, perchè attesta all’evidenza lo sviluppo dell’in- dustria del legno. Le segherie sono infatti solo uno dei rami del- l’industria del legno, che accompagna necessariamente i primi passi della grande industria meccanica. Quanto agli altri rami di questo settore, e cioè la fabbricazione di mobili e di articoli di falegnameria, di stuoie di corteccia, di re- sina e di pece, i dati forniti dalla statistica delle fabbriche ed officine sono particolarmente caotici. Parecchi piccoli stabilimenti, così nu- merosi in questi rami d’industria, in passato venivano e ancora oggi vengono arbitrariamente classificati fra le « fabbriche » **. rubli. Si può vedere come ancor oggi esistano molte di queste « fabbriche », per esempio dalla descrizione delle industrie artigiane nei governatorati di Viatka e Perm. * Cfr. Raccolta statistica militare , p. 389; Rassegna dell industria manifattu- riera , I, p. 309, •* Nel 1879, per esempio, 39 fabbriche di stuoie su 91 avevano un valore della produzione inferiore a 1000 rubli (cfr. Studi , p. 155 [cfr., nella presente edizione, voi. 2, p. 398. - N. d. /?.]), Nel 1890 si contavano 140 fabbriche per la produzione della resina e della pece, tutte con un valore della produzione supcriore a 2000 rubli; nel 1879 si calcolavano 1093 officine, 91 1 delle quali avevano un valore della produzione inferiore a 2000 rubli; nel l8 66 si calcolavano 669 officine (per tutto l’Impero), e la Raccolta statistica militare persino 3164II (Cfr. Studi , pp. 156 e 271 [cfr., nella presente edizione, voi. 2, p. 399, c voi. 4, art. cit. - N. d. K.]). 480 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA j. Industrie chimiche, lavorazione dei prodotti animali e industrie della ceramica I dati che riguardano in modo specifico Pindustria chimica si distinguono per la loro relativa attendibilità. Ecco i dati sul suo sviluppo: nel 1857 si consumavano in Russia prodotti chimici per 14 milioni di rubli (3,4 milioni di produzione nazionale e 10,6 milioni di rubli d’importazione); nel 1880 per 36,25 milioni di rubli (7,5 milioni di rubli di produzione nazionale e 28,75 milioni d’importazione); nel 1890 per 42,7 milioni (16,1 milioni di rubli di produzione nazionale e 26,6 milioni d’importazione)*. Questi dati sono particolarmente interessanti, perchè le industrie chimiche hanno un’importanza enorme, in quanto forniscono materie ausi- liarie per la grande industria meccanica, cioè beni di consumo produttivo (e non individuale). A proposito della produzione della potassa e del salnitro osserviamo che anche qui il numero delle fabbriche non è attendibile, essendovi compresi i piccoli stabili- menti **. Dopo la riforma l’industria della lavorazione dei grassi ani- mali è caratterizzata da un indubbio declino. Così, il valore della produzione delle candele di sego e dello strutto, che nel 1866-1868 era pari a 13,6 milioni di rubli, nel 1890 era sceso a 5 milioni ***. Questo declino si spiega con il crescente impiego per l’illumina- zione degli oli minerali, che soppiantano le vecchie candele di sego. Nell’industria del cuoio (1866: 2308 stabilimenti con 11.463 operai e un valore della produzione di 14,6 milioni di rubli; 1890: 1621 stabilimenti con 15.564 operai e un valore della produzione di 26,7 milioni di rubli) la statistica mette sempre insieme fabbri- che e piccoli stabilimenti. Il costo relativamente alto della materia • Raccolta statistica militare, Rassegna storico statistica e Le forze produttive , IX, p. 16. - Gli operai erano 5645 nel 1866 e 25.471 nel 1890; nel 1875-1878 si avevano 38 stabilimenti meccanici con 34 macchine a vapore (332 HP), e nel 1890 141 stabilimenti meccanici con 208 macchine a vapore (3319 HP). *• Cfr. Indicatore del 1879 e del 1890 sulla produzione della potassa. La pro- duzione del salnitro è concentrata ora in un’officina di Pietroburgo, mentre negli anni sessanta e settanta il salnitro veniva estratto dal letame. Fra le officine era classificata anche qui. negli anni sessanta e settanta, una. massa di piccoli stabilimenti. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 48 1 prima, al quale corrisponde necessariamente un valore elevato della produzione, e la circostanza che questa produzione richiede un numero molto ridotto di operai rendono particolarmente dif- ficile la distinzione fra imprese artigiane e fabbriche. Nel 1890 nel numero globale delle fabbriche (1621) ce n erano solo 103 con un valore della produzione inferiore a 2000 rubli; nel 1879 ce n 'erano 2008 su un totale di 3320 *; nel 1866 1042 fabbriche su 2308 ** avevano un valore della produzione inferiore a 1000 rubli (queste 1042 fabbriche avevano 2059 operai e un valore della produ- zione di 474.000 rubli). Il numero delle fabbriche è quindi aumen- tato, sebbene dalla statistica delle fabbriche ed officine risulti dimi- nuito. Le piccole concerie sono tuttora molto numerose : per esem- pio, la pubblicazione del ministero delle finanze L’industria di fab- brica e d* officina e il commercio della Russia (Pietroburgo, 1893) calcola circa 9500 officine artigiane, con 21.000 operai e un valore della produzione di 12 milioni di rubli. Queste imprese « arti- giane » sono notevolmente più grandi di quelle che negli anni ses- santa venivano classificate fra le « fabbriche e officine ». Siccome il numero dei piccoli stabilimenti inclusi nelle « fabbriche e of- ficine » non è eguale per i diversi governatorati e nei diversi anni, i dati statistici relativi a questa industria devono essere utilizzati con grande cautela. La statistica delle macchine a vapore registrava, per il 1875-78, in questo ramo d’industria, 28 stabilimenti meccanici con 33 macchine a vapore (488 HP), mentre nel 1890 si avevano 66 stabilimenti meccanici con 82 macchine a vapore (1112 HP). In queste 66 officine erano concentrati 5522 operai (più di un terzo del numero complessivo) e una produzione del valore di 12,3 milioni di rubli (46 % della somma complessiva), sicché la concentrazione della produzione è molto cospicua e la produttività * Nel 1875 il professor Kittary nella sua Carta dell’industria del cuoio in Russia calcolava che esistessero 1 2.939 stabilimenti con una produzione del valore di 47,5 milioni di rubli, mentre la statistica delle fabbriche ed officine calcolava 2764 stabilimenti con una produzione del valore di 26,5 milioni di rubli ( Rassegna storico-statistica ). In un‘altra industria di questo settore, e cioè nella lavorazione delle pellicce, si osserva la stessa confusione tra fabbriche e piccoli stabilimenti: cfr. Indicatore per il 1879 e per il 1890. ** La Raccolta statistica militare ne ha calcolati addirittura 3890!! 482 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA del lavoro nei maggiori stabilimenti è incomparabilmente supe- riore alla media Per il carattere dei dati della statistica delle fabbriche ed offi- cine, l'industria della ceramica può essere divisa in due catego- rie: nella prima quasi non si osserva confusione tra grande e piccola produzione. Perciò i dati statistici sono relativamente atten- dibili. Rientrano in questa categoria le industrie del vetro, della porcellana e della maiolica, dell'alabastro e del cemento. È partico- larmente significativa la rapida ascesa di quest'ultimo ramo d'in- dustria, che attesta lo sviluppo dell'industria edilizia: nel 18 66 si calcolava una produzione del valore di 530.000 rubli ( Raccolta sta- tistica militare ) e nel 1890 di 3.826.000 rubli; gli stabilimenti mec- canici erano 8 nel 1875-1878 e 39 nel 1890. Viceversa risulta che nelPindustria della ceramica e dei laterizi sono stati inclusi nume- rosissimi piccoli stabilimenti, e perciò i dati della statistica delle fabbriche ed officine sono particolarmente insoddisfacenti, e parti- colarmente esagerati per gli anni sessanta e settanta. Nell'industria della ceramica, per esempio, si sono calcolati, per il 1879, 552 stabi- limenti, con 1900 operai e un valore della produzione di 538.000 rubli, nel 1890 158 stabilimenti, con 1978 operai e un valore della produzione di 919.000 rubli. Escludendo i piccoli stabilimenti (con un valore della produzione inferiore a 2000 rubli) si ottiene: nel 1879 70 stabilimenti, con 840 operai e un valore della produzione di 505.000 rubli; nel 1890 143 stabilimenti, con 1859 operai e un va- lore della produzione di 857.000 rubli. Cioè, invece della diminu- zione del numero delle « fabbriche » e del ristagno del numero degli operai indicati dalla statistica si è verificato in realtà un sen- sibile aumento dell'uno e dell'altro. Per la produzione dei laterizi i dati ufficiali per il 1879 sono 2627 stabilimenti, con 28.800 operai e un valore della produzione di 6.963.000 rubli; per il 1890 1292 stabilimenti, con 24.334 operai e un valore della produzione di 7.249.000 rubli, senza però i piccoli stabilimenti (con produzione di • Se si classificano le officine riportate ncU* Indicatore per il 1890 secondo la data di fondazione, risulta che, su 150Ó officine, 97 sono state fondate in data scono- sciuta, 331 prima del 1850, 147 negli anni cinquanta, 239 negli anni sessanta, 320 negli anni settanta, 351 negli ottanta, 21 nel 1890. Il numero delle officine nuove aumenta dì decennio in decennio. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 483 valore inferiore ai 2000 rubli); per il 1879 518 stabilimenti, con 19.057 operai e un valore della produzione di 5.625.000 rubli; per il 1890 1096 stabilimenti, con 23.222 operai e un valore della pro- duzione di 7,24 milioni di rubli # . 4. Industrie metallurgiche Nella statistica delle fabbriche ed officine delle industrie metal- lurgiche due sono le fonti di confusione: in primo luogo, Pinclu- sione dei piccoli stabilimenti (esclusivamente negli anni sessanta e settanta)• ** in secondo luogo, e principalmente, il fatto che le offi- cine metallurgico-minerarie non rientrano nella « competenza » del Dipartimento del commercio e delle manifatture, ma del Diparti- mento metallurgico-minerario. I dati del Ministero delle finanze escludono di solito « per principio » le officine metallurgico-mine- rarie, ma non ci sono mai state (e sarebbe impossibile fissarle) regole uniformi e costanti che permettano di distinguere le officine metal- lurgico-minerarie dalle altre. Perciò le pubblicazioni del Ministero delle finanze riguardanti la statistica delle fabbriche ed officine comprendono sempre in parte anche le officine metallurgico-mine- rarie e Pentità di queste inclusioni varia nei diversi governatorati e nei diversi anni *** I dati generali sul modo come è aumentato • In questi rami d'industria i piccoli stabilimenti sono ora classificati fra gli stabilimenti artigiani. Cfr. come esempio il prospetto delle piccole industrie {Appen- dice /) oppure Studi, pp. 158-159 (cfr. nella presente edizione, voi. 2, pp. ,400-402. N . d. R.y V Annuario del Ministero delle finanze (fase. I) si è astenuto dal cal- colare i totali per questi rami d'industria, considerata l'evidente esagerazione dei dati. II progresso della statistica da quell’epoca consiste nella sua maggiore audacia e noncuranza nei confronti del valore del materiale. ** Negli anni sessanta, per esempio, per alcuni governatorati decine di fucine venivano classificate fra le « officine addette alla lavorazione del ferro ». Cfr. Rac- colta di dati e di materiali a cura del Ministero delle finanze , 1866, n. 4, p. 409; 1867, n. 6 , p. 384. - Bollettino periodico di statistica , serie II, fase. VI. - Cfr. anche l’esempio surriportato (§ II) circa l’inclusione dei piccoli artigiani della zona di Pavlovo fra i « fabbricanti » da parte deW Annuario per il 18 66. Cfr. esempi in Studi , p. 269 e p. 284 (cfr., nella presente edizione, voi. 4, art. cit. - N. d. R.) t dove sono esaminati gli errori che ha commesso il signor Karyscev ignorando questa circostanza. L’ Indicatore per il 1879 elenca per esempio le officine metallurgico-minerarie di Kulebaka e Vyxun e le loro sezioni (pp. 356 e 374), che sono state escluse nélì' Indicatore per il 1890. 4 8 4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA dopo la riforma Timpiego delle macchine a vapore nella metal- lurgia saranno da noi riportati in seguito quando esamineremo Tindustria metallurgico-mineraria. 5. Industrie alimentari Queste industrie meritano una particolare attenzione nel quadro della questione che ci interessa, perchè la confusione dei dati della statistica delle fabbriche ed officine raggiunge qui il suo massimo. E neirinsieme della nostra industria di fabbrica e officina questi rami d’industria occupano un posto importante. Così, secondo 1 * Indicatore per il 1890, nella Russia europea su un totale di 21.124 fabbriche, con 875.764 operai e un valore della produzione di 1501 milioni di rubli, a questo settore appartenevano 7095 fabbri- che, con 45.000 operai e un valore della produzione di 174 milioni di rubli. Il fatto è che i rami principali di questo settore indu- striale — produzione di farina, di granaglie e d’olio — trasformano i prodotti agricoli. In Russia i piccoli stabilimenti addetti a questa lavorazione si contano a centinaia e migliaia in ogni governato- rato, e siccome non esiste nessuna regola generale per distinguere le «fabbriche e officine», la statistica classifica questi piccoli sta- bilimenti in modo del tutto casuale. Il numero delle « fabbriche e officine » per i diversi anni e per i diversi governatorati compie perciò balzi prodigiosi. Ecco, per esempio, il numero delle officine nella produzione molitoria in anni diversi e secondo fonti diverse : 857 nel 1865 ( Raccolta di dati e materiali a cura del Ministero delle finanze); 2176 nel 1866 (Annuario); 18.426 nel 1866 (Raccolta sta- tistica militare); 3940 (Compendio) e 17.765 ( Raccolta di dati per la Russia) nel 1885; 5073, 5605 e 5201 nel 1889, 1890, e 1891 * (Com- pendio); 2308 nel 1894-95 (Elenco). Dei 5041 mulini rilevati nel 1892 (Compendio) 803 erano a vapore, 2907 ad acqua, 1323 a vento e 8 azionati da cavalli! Alcuni governatorati hanno calcolato solo i mulini a vapore, altri quelli ad acqua (da 1 a 425), altri ancora (la minoranza) tanto i mulini a vento (da 1 a 530) quanto quelli * E. oltre a questi, 32.957 « piccoli mulini » noo compresi fra le « fabbriche e officine ». LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 485 azionati da cavalli. Si può immaginare quale valore abbiano questa statistica e le conclusioni fondate sull’uso fiducioso dei loro dati! * È evidente che per giudicare dell'ascesa della grande industria mec- canica dobbiamo in primo luogo fissare per il concetto di « fab- brica » un determinato tratto distintivo. Adottiamo la presenza di una macchina a vapore: i mulini a vapore sono un fenomeno costante dell’epoca della grande industria meccanica **. . Abbiamo il seguente quadro dello sviluppo della produzione di jabbrica in questo ramo***: 50 governatorati della Russia europea Anni Numero dei mulini ■ vapore Numero degli operai Valore della produzione (in migliaia di rubli) 1866 126 ? ? 1879 20 S 3.621 21.353 1890 649 I0.4S3 67.481 1892 803 11.927 80.559 Per lo stesso motivo non è soddisfacente la statistica dell’indu- stria olearia. Per esempio, nel 1879 vi erano 2450 stabilimenti, con 7207 operai e un valore della produzione di 6.486.000 rubli; nel 1890 383 stabilimenti, con 4746 operai e un valore della produzione di 12.232.000 rubli. Ma questa diminuzione del numero degli stabilimenti e del numero degli operai è solo apparente. Se si ren- dono comparabili tra loro i dati per il 1879 e il 1890, escludendo gli stabilimenti con un valore della produzione inferiore a 2000 • Cfr. esempi dì simili conclusioni del signor Karyscev nel succitato articolo degli Studi (cfr., nella presente edizione, voi. 4, art. cit. - N . d . /?.). *• Anche i grandi mulini ad acqua hanno naturalmente carattere di fabbriche, ma non abbiamo dati che distinguano i grandi dai piccoli. In base a\Y Indicatore per il 1690, abbiamo calcolato 250 mulini ad acqua con io e più operai, nei quali erano impiegati complessivamente 6378 operai. ••• Raccolta statistica militare. Indicatore e Compendio. In base 2W Elenco per il 1894-95, nella Russia europea c'erano 1192 mulini. Nella Russia europea la stati- stica delle macchine a vapore contava 294 mulini a vapore per il 1875-1878. 33 - 574 4 86 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA rubli (non compresi negli elenchi nominativi), risultano, nel 1879, 272 stabilimenti, con 2941 operai e un valore della produzione di 5.771.000 rubli, e nel' 1^90 379 stabilimenti, con 4741 operai e un valore della produzione di 12.232.000 rubli. Che la grande industria meccanica si sia sviluppata in questo ramo d’industria non meno rapidamente che nell’industria molitoria risulta per esempio dalla statistica delle macchine a vapore: nel 1875-1878 c’erano 27 fab- briche, con 28 macchine a vapore (521 HP), e nel 1890 113 fabbriche meccaniche, con 116 macchine a vapore (1886 HP). I restanti rami di questo settore sono relativamente piccoli. Osserviamo che, per esempio, per la produzione della senape e per l’industria ittica la statistica degli anni sessanta ha incluso nel computo centinaia di tali piccoli stabilimenti, che non hanno niente in comune con le fabbriche e attualmente non vengono compresi fra queste. Quali correzioni occorra apportare ai dati della nostra statistica delle fabbriche ed officine per i diversi anni, risulta da quanto segue: esclusa l’industria molitoria, YIndicatore per il 1879 ha calcolato in questo settore 3555 stabilimenti, con I 5*3 I 3 operai, e per il 1890 1842 stabilimenti, con 19.159 operai. In sette rami d’industria* nella statistica per il 1879 sono stati inclusi 2487 piccoli stabilimenti (con un valore della produzione inferiore a 2000 rubli), con 5176 operai e un valore della produ- zione di 916.000 rubli, e nel 1890 7 stabilimenti, con io operai e un valore della produzione di 2000 rubli! Per rendere compa- rabili i dati è necessario dunque detrarre in un caso 5000 operai, nell’altro io! 6 . Industrie soggette all* imposta di fabbricazione e altre industrie In alcune industrie soggette all’imposta di fabbricazione osser- viamo una diminuzione del numero degli operai di fabbrica e officina dagli anni sessanta a oggi, ma l’entità di questa diminu- zione non è affatto quella asserita dal signor N.-on **, il quale crede • Industria olearia, dell’amido, della melassa, del malto, dei dolciumi, delle conserve alimentari e dell’aceto. *• Rus stuoie Bogatstvo , 1894, n. 6, pp. 104-105. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 487 ciecamente a ogni cifra stampata. Il fatto è che per la maggio- ranza delle industrie soggette all’imposta di fabbricazione, l’unica fonte di dati è la Raccolta statistica militare , che, come sappiamo, esagera enormemente i totali della statistica delle fabbriche ed offi- cine. Purtroppo è scarso il materiale che permetta di controllare i dati. Nella produzione del l’acqua vi te la Raccolta statistica militare per il 1866 calcola 3836 stabilimenti, con 52.660 operai (per il 1890: 1620 stabilimenti, con 26.102 operai), ma il numero degli stabi- limenti non corrisponde ai dati del Ministero delle finanze, che ha calcolato 2947 stabilimenti attivi per il 1865/66 e 3386 per il 1866/67 * A giudicare da questo, al numero degli operai sono state aggiunte da 5000 a 9000 unità. Nella produzione della vodka la Raccolta statistica militare calcola 4841 stabilimenti, con 8326 operai (1890: 242 stabilimenti, con 5266 operai), di cui 3207 stabilimenti, con 6873 operai, nel governatorato della Bessarabia. L’assurdità di questa cifra balza agli occhi. Ed effettivamente i dati del Mini- stero delle finanze * # c’informano che gli stabilimenti per la produ- zione della vodka erano in realtà io o 12 nel governatorato della Bessarabia e 1157 in tutta la Russia europea. Il numero degli operai è stato quindi aumentato di almeno 6000 unità. L’esagerazione è evidentemente dovuta al fatto che gli « statistici » della Bessarabia hanno classificato fra i produttori di vodka i proprietari di vigneti (cfr. più sotto l’industria del tabacco). La Raccolta statistica mi- litare calcola che 2374 stabilimenti, con 6825 operai (1890: 918 stabi- limenti, con 8364 operai) producono birra e idromele, mentre se- condo l’ Annuario del Ministero delle finanze nel 1866 nella Russia europea esistevano 2087 stabilimenti. Anche qui il numero degli operai è stato esagerato ***. Per quanto riguarda la produzione del- lo zucchero di barbabietola e le raffinerie di zucchero, la Raccolta statìstica militare aumenta il numero degli operai di 11.000 unità, * Annuario del Ministero delle finanze, I, pp. 76 c 82. 11 numero di tutti gli stabilimenti (compresi quelli inattivi) era rispettivamente di 4737 e 4646. •* Annuario, I, p. 104. p er esempio, secondo la Raccolta statìstica militare , nel governatorato dì Simbirsk c’erano 218 stabilimenti ( 1 ), con 290 operai e un valore della produzione di 21.600 rubli. (Secondo l'Annuario, gli stabilimenti in questo governatorato erano 7). Probabilmente si tratta di piccoli stabilimenti domestici 0 di contadini, 33 * LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN KUSSIA calcolandone 92.126 invece degli 80.919 che si desumono dai dati Ac\Y Annuario del Ministero delle finanze (1890: 77*875 operai). Quanto alla produzione del tabacco, la Raccolta statistica militare calcola 5327 fabbriche (!), con 26.116 operai (1890: 281 fabbriche, con 26.720 operai), di cui 4993 fabbriche, con 20.038 operai, nel go- vernatorato della Bessarabia. In realtà, nel 1876 in Russia c’erano 343 fabbriche di tabacco, di cui 13 nel governatorato della Bessa- rabia # . Al numero degli operai vengono aggiunte circa 20.000 unità, c persino gli stessi compilatori della Raccolta statistica mili- tare hanno osservato che le « fabbriche indicate nel governatorato della Bessarabia... non sono altro che piantagioni di tabacco )> (p. 414). Il signor N.-on ha ritenuto probabilmente superfluo dare un’occhiata al testo della pubblicazione statistica di cui si serve; perciò non s’è accorto degli errori e parla molto seriamente di « insignificante aumento del numero degli operai nelle... fabbriche di tabacco» (articolo citato, p. 104)!! Il signor N.-on prende sem- plicemente dalla Raccolta statistica militare c AM 1 Indicatore il nu- mero totale degli operai delle industrie soggette all’imposta di fab- bricazione per il 1890 (186.053 c 144*332) e camola la percentuale di diminuzione... c< Si è verificata in 25 anni una considerevole con- trazione nel numero degli operai occupati, che sono diminuiti del 22,4 % »... « Qui » (cioè nelle industrie soggette all’imposta di fabbricazione) « vediamo che non si può parlare di incremento e che il numero degli operai si è semplicemente ridotto di un quar- to » (ivi). Effettivamente, non c’è niente di « più semplice »! Basta prendere la prima cifra che capita e calcolare la percentuale! E si può anche fare a meno di rilevare un’inezia, ossia che alla cifra della Raccolta statistica militare vengono aggiunti circa 40,000 operai. * Annuario del Ministero delle finanze , p. 61. Cfr. Rassegna dell* industria manifatturiera (voi. II, Pietroburgo, 1863), dove sono riportati dati particolareggiati per il 1861 : 534 fabbriche, con 6937 operai, e nel governatorato della Bessarabia 31 fabbriche, con 73 operai. Il numero delle fabbriche di tabacco oscilla fortemente secondo gli anni. LO SVILUIM'0 DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 7. Conclusioni Le critiche alla nostra statistica delle fabbriche ed officine espo- ste nei due ultimi paragrafi ci conducono alle seguenti conclusioni principali. 1. Il numero delle fabbriche russe è aumentato rapidamente dopo la riforma. La conclusione opposta che scaturisce dalle cifre della nostra statistica delle fabbriche ed officine è sbagliata. Infatti tra le fab- briche vengono annoverate piccole aziende artigiane, di remeslen- nikj e agricole; inoltre, quanto più risaliamo indietro nel tempo , tanto maggiore è il numero delle piccole aziende classificate tra le fabbriche. 2. La nostra statistica ha in passato esagerato del pari il numero degli operai di fabbrica e officina e il volume della pro- duzione delle fabbriche e delle officine. Questo accade innanzi tutto perche prima veniva incluso un numero maggiore di pic- coli stabilimenti. Sono quindi particolarmente inattendibili i dati sui rami d’industria che quasi non si differenziano dalle indu- strie artigiane *. In secondo luogo, questo accade perchè in passato gli operai occupati capitalisticamente a domicilio venivano inclusi fra gli operai di fabbrica e d’officina in numero maggiore che non oggi. 3. Da noi è invalso l’uso di ritenere che le cifre della stati- stica ufficiale delle fabbriche ed officine possano considerarsi com- parabili con le altre cifre della stessa statistica e più o meno atten- dibili, sino a prova contraria. Da quanto abbiamo detto sopra scaturisce la conclusione opposta, e precisamente che ogni con- fronto dei dati della nostra statistica delle fabbriche ed officine dì periodi diversi e di governatorati diversi deve considerarsi, sino a prova contraria, inattendibile. • Se si considerami i dati globali per tutti i rami d'industria e per lunghi perìodi di tempo, l’aumento dovuto alla ragione suddetta non sarà grande, perchè i piccoli stabilimenti contribuiscono con una piccola percentuale al numero com- plessivo degli operai e al valore globale della produzione. Naturalmente qui è sot- tinteso che il confronto venga fatto fra dati attinti da fonti identiche (nnn si può 490 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA IV Lo sviluppo dell* industria metallurgico-mineraria* Nel periodo iniziale di sviluppo della Russia posteriore alla ri- forma, il centro principale deirindustria metallurgico-mineraria sono stati gli Urali. Gli Urali, regione che sino ad oggi è rimasta nettamente separata dalla Russia centrale, si caratterizzano anche per l’originale struttura della loro industria. L\( organizzazione del lavoro» negli Urali sin da tempi remoti è stata fondata sulla servitù della gleba, che alla fine del secolo XIX fa ancora sentire la sua presenza in aspetti molto importanti dell’industria metallur- gico-mineraria. In passato la servitù della gleba costituì la base della maggiore prosperità degli Urali e del loro predominio non solo in Russia, ma in parte anche in Europa. Nel secolo XVIII uno dei principali articoli di esportazione dalla Russia era il ferro; nel 1782 ne vennero esportati circa 3,8 milioni di pud, nel 1800 1815 1,5-2 milioni di pud, nel 1815-1838 circa 1,33 milioni. Già « negli anni venti del secolo XIX la produzione di ghisa della Russia superava di una volta e mezzo quella della Francia, di parlare di un confronto fra i dati del Ministero delle finanze e i dati dei rapporti dei governatori o di quelli della Raccolta statistica militare * Fonti: Semionov, Studio dei dati storici sul commercio e l’ industria russa , voi. Ili, Pietroburgo, 1859, pp. 323-339; Raccolta statistica militare , sezione sul- l’industria metallurgico-mineraria; Annuario del Ministero delle finanze , fase. I, Petroburgo, 1869; Raccolta di dati statistici del settore metallurgico -minerario per gli anni 1864-1867 1 Pietroburgo, 1864-1867 (pubblicazione del Comitato scientifico del corpo degli ingegneri minerari); I. Bogoliubsiu, Un esperimento di statistica metallurgico-mineraria nell'Impero Russo , Pietroburgo, 1878. Rassegna storico-stati- stica dell’industria in Russia , Pietroburgo, 1883, voi. I (articolo di Kóppen); Raccolta di dati statistici sull’industria metallurgico-mineraria della Russia nel 1890, Pie- troburgo, 1892; idem per il 1901 (Pietroburgo, 1904) e per il 1902 (Pietroburgo, 1905); K. Skalkovski, La produttività metallurgico-mineraria in Russia nel 1877, Pie- troburgo, 1879; L’industria metallurgico-mineraria in Russia t pubblicazione del Di- partimento metallurgico-minerario per resposizionc di Chicago, Pietroburgo, 1893 (a cura di Kòppen); Raccolta di dati per la Russia nel 18^0. Edizione dell’Istituto centrale di statistica, Pietroburgo, 1890; idem per il 1896, Pietroburgo, 1897; Le forze produttive della Russia , Pietroburgo, 1896, scz. VII; Viestnif^ Finansov per il 1896-1897; Raccolte di dati statistici degli zemstvo per i distretti di Iekaterinburg c Krasnoufimsk, governatorato dì Perm, ecc. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 4 9 I quattro volte e mezzo quella della Prussia, di tre volte quella del Belgio ». Ma quella stessa servitù della gleba che aiutò gli Urali a raggiungere un tale rigoglio nelPepoca dello sviluppo em- brionale del capitalismo europeo fu la causa del declino degli Urali nelPepoca del rigoglioso sviluppo del capitalismo. L’indu- stria siderurgica si sviluppò molto lentamente negli Urali. Nel 1718 la Russia produsse circa 6 milioni e mezzo di pud di ghisa, nel 1767 circa 9 milioni e mezzo di pud, nel 1806 12 milioni di pud, negli anni trenta 9-1 1 milioni di pud, negli anni quaranta 11-13 milioni di pud, negli anni cinquanta 12-16 milioni di pud, negli anni sessanta 13-18 milioni di pud, nel 1867 17 milioni e mezzo di pud. In cento anni la produzione non è riuscita a rad- doppiarsi e la Russia è rimasta molto indietro rispetto agli altri paesi europei, nei quali la grande industria meccanica ha determi- nato un gigantesco sviluppo della metallurgia. La servitù della gleba è stata la causa principale del ristagno degli Urali; gli industriali metallurgico-minerari, che erario e grandi proprietari fondiari e proprietari d’officina, basavano il loro dominio non sul capitale e sulla concorrenza, ma sul mono- polio * e sul loro diritto di proprietà. I proprietari di officine degli Urali sono tuttora i maggiori proprietari fondiari. Nel 1890 alle 262 officine siderurgiche dell’Impero erano annessi 11,4 milioni di desiatine di terra (compresi 8,7 milioni di desiatine di foresta), di cui 10,2 milioni di desiatine erano annessi a in officine degli Urali (7,7 milioni di desiatine di foresta). In media dunque ad ogni officina degli Urali sono annessi immensi latifondi, circa 100.000 desiatine di terra. In questi fondi lo stralcio dei nadiel dei contadini non è ancora del tutto ultimato. Negli Urali ci si procura la mano d’opera non solo mediante l’assunzione di lavo- ratori salariati, ma anche mediante le otrabotkj. La statistica degli zemstvo per il distretto di Krasnoufimsk, governatorato di Perm, per esempio, registra migliaia di aziende contadine che ricevono * Al momento deU’emancipazione dei contadini gli industriali metallurgico- minerari degli Urali si sono battuti con particolare vigore e con successo perchè fosse mantenuta la legge che vietava l’apertura di stabilimenti dotati di forni nei circon- dari industriali. Per alcuni particolari cfr. Studi 7 pp. 193 * > 94 ( c ^ r ’> nella presente edizione, voi. 2 , pp. 443-4*45- - N. d. R .). LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 492 in godimento dalle officine la terra, il pascolo, il bosco ecc. gra- tuitamente 0 pagando un canone ridotto. È ovvio che questo godi- mento gratuito in realtà costa molto caro, perchè grazie ad esso viene estremamente diminuito il salario; le officine si procurano così operai « propri » legati alla fabbrica e poco costosi *. Ecco come caratterizza questi rapporti il signor V. D. Belov : La forza degli Urali — annuncia il signor Belov — consiste in un operaio che è il prodotto di condizioni storiche «primitive)). «Nelle officine di altri paesi 0 anche di Pietroburgo, l’operaio è estraneo agli interessi dell’a- zienda: oggi egli è qui, domani là. Funziona la fabbrica, egli lavora; non appena agli utili subentrano le perdite, fa fagotto e se ne va con la stessa rapi- dità e facilità con cui è venuto. Egli e il padrone dell’officina sono due eterni nemici... L’operaio delle officine degli Urali si trova in una situazione com- pletamente diversa : egli abita sul posto, presso l’officina ha la terra, Tazienda e infine la famiglia. Anche il suo benessere personale è strettamente, inscin- dibilmente legato alla prosperità dell’officina. Se va bene per l’officina, va bene anche per lui se va male per l’officina, va male anche per lui, ma non può andarsene [sic!] : non ha soltanto il suo fagotto [sic!]; andarsene significa distruggere tutto il suo mondo, abbandonare la terra, l’azienda, la famiglia... Perciò è disposto a pazientare per anni, a lavorare a metà salario o, il che fa lo stesso, a lavorare soltanto metà del tempo di lavoro per dare a un altro operaio del luogo che si trova nelle sue condizioni la possibilità di guadagnare un tozzo di pane. In una parola, egli è disposto a addivenire a qualsiasi accordo con il suo padrone pur di rimanere dov’è, presso l’officina... In questo modo, negli Urali fra gli operai e le officine esiste un legame inscindibile; i loro rapporti sono gli stessi che esistevano in passato, prima della loro emancipazione dalla dipendenza servile; solo * L’operaio degli Orali « è... per metà contadino, cosicché il lavoro nelle mi- niere gli serve di utile ausilio nell’azienda, sebbene sia retribuito meno che nelle altre zone metallurgico-minerarie n (Viestnif^ Finansov , 1897, n * 8). Com’è noto, negli Orali le condizioni dcircmancipazione dei contadini dalla dipendenza servile erano precisamente adeguate al rapporto dei contadini col lavoro nelle miniere c nelle officine; la popolazione dedita a questo lavoro era divisa in operai manifat- turieri c lavoratori rurali: i primi, non avendo terra, dovevano lavorare tutto l'anno in officina, i secondi, avendo il loro nudici dovevano eseguire lavori ausi- liari. Estremamente caratteristica è un’espressione che s’è conservata tuttora nei confronti degli operai degli Urali e precisamente che essi « s’indebitano » sul lavoro. Quando si legge, per esempio, nella statistica degli zemstvo « la notizia che una squadra di operai si è trovata indebitata sul lavoro nei reparti dell'offi- cina della città di Arti », involontariamente si guarda la copertina e si controlla la data: siamo proprio nel '94 o non piuttosto nel '44 127 ? LO SVILUPPO DLL LA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 493 la forma di questi rapporti è cambiata e nulla più. Il vecchio principio della servitù della gleba è stato sostituito dal grande principio del vantaggio reciproco » # . Questo grande principio del vantaggio reciproco si manifesta prima di tutto nei salari, che sono particolarmente bassi. « Nel mezzogiorno... Poperaio costa due e persino tre volte di più che per esempio negli Urali»; per esempio, secondo i dati su alcune mi- gliaia di operai, tale costo è di 450 rubli (all’anno per operaio) in- vece di 177. Nel mezzogiorno « alla prima possibilità di un gua- dagno passabile nei lavori campestri nel proprio villaggio natio, 0 in generale in qualsiasi luogo, gli operai lasciano le officine, le cave e le miniere » {Vicstnì\ Finansov , 1897, n. 17, p. 265). Negli Urali invece non si può nemmeno sognare un guadagno passabile. L'arretratezza tecnica degli Urali è legata in modo naturale e inscindibile con il basso salario e con lo stato di semiservitù del- l'operaio. Negli Urali predomina la produzione della ghisa con combustibile di legna, si adoperano altiforni antiquati con insuffla- mento freddo o scarsamente riscaldato. Nel 1893 gli altiforni con insufflamento freddo erano negli Urali 37 su no, e nel mezzo- giorno $ su 18. Un altoforno produceva in media 1,4 milioni di pud alPanuo con combustibile minerale e 217.000 pud con combustibile di legna. Nel 1890 il signor Kòppen scriveva: « Il metodo di raffi- nazione del ferro viene conservato tuttora senza modifiche nelle officine degli Urali, mentre nelle altre parti della Russia esso viene già pienamente sostituito dalla puddellatura » 12B . Negli Urali l’im- piego delle macchine a vapore è molto più limitato che nel mez- zogiorno. Infine, non si può non rilevare anche l’isolamento degli Urali, che le immense distanze e la mancanza di strade ferrate distaccano dal centro della Russia. Ancora recentemente il tra sporto dei prodotti dagli Urali a Mosca veniva effettuato soprat- tutto mediante la primitiva « flottazione » sui fiumi una volta all’anno **. # Lavori della Commissione per lo studio dell' industria artigiana , fase. XVI, Pietroburgo 1887, pp. 8-9 e sgg. Lo stesso autore parla più avanti della « sana » industria « popolare »! ** Cfr. la descrizione della flottazione nel racconto / combattenti di Mamin- Sibiriak, scrittore che descrive efficacemente la singolare vita degli Urali, ancora 494 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Residui diretti del regime anteriore alla riforma, forte sviluppo delle otrabotfy, impossibilità per gli operai di cambiare azienda, scarsa produttività del lavoro, arretratezza tecnica, bassi salari, prevalenza della produzione a mano, sfruttamento primitivo e ra- pace delle ricchezze naturali della regione, monopoli, soffocamento della concorrenza, isolamento e distacco dal generale movimento industriale e commerciale dell’epoca: questo è dunque il quadro generale degli Urali. La zona metallurgico-mineraria del mezzogiorno * presenta sotto molti aspetti caratteristiche diametralmente opposte a quelle degli Urali. Quanto gli Urali sono vecchi e il regime che vi do- mina « consacrato dai secoli », tanto il mezzogiorno è giovane e si trova nel periodo di formazione. L’industria puramente capitali- stica, sorta qui negli ultimi decenni, non conosce nè tradizioni, nè esclusivismo di ceto e di nazionalità, nè isolamento di una deter- minata parte della popolazione. Nella Russia meridionale si tra- sferiscono e continuano a trasferirsi in massa capitali, ingegneri e operai stranieri, e nell’attuale periodo di impetuosa espansione (1898) intiere officine vengono trasportate in questa zona dal- TAixierica **. Il capitale internazionale non ha esitato a superare le barriere doganali e a sistemarsi sul terreno « altrui » : ubi bene, ibi patria ... Dai seguenti dati statistici si vede come gli Urali siano stati soppiantati dal mezzogiorno 129 : vicina a quella esistente prima della riforma, in cui vigono la mancanza di di- ritti, l'ignoranza e l'umiliazione della popolazione legata alle officine, la « pue- rile e innata dissolutezza » dei « signori », la mancanza di quel ceto medio (raznocintsy , intellettuali) che è così caratteristica dello sviluppo capitalistico di tutti i paesi, non esclusa la Russia. • La statistica metallurgico-mineraria intende per « Russia meridionale e sud- occidentale » i governatorati di Volynia, Don, lekaterinoslav, Kiev, Astrakhan, Bessarabia, Podolia, Tauride, Kharkov, Kherson e Cernìgov, ai quali si riferiscono le cifre riportate. Tutto ciò che verrà detto per il mezzogiorno si potrebbe applicare (con piccole modifiche) anche alla Polonia, che costituisce un’altra zona metallur- gico-mineraria che ha assunto importanza dopo la riforma. •* Vicstni^ Finansov , 1897, n. 16: la società di Nikopol e Mariupol ha impor- tato in Russia una lamincria di tubi ordinata in America. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 495 Anni Produzione di ghisa (in migliaia di pud) Carbon fossile estratto complessivamente in tutto l'Impero (in milioni di pud) complessivamente in tutto rimpero % Urali %. Mezzogiorno % 1867 17.028 100 11.084 65,1 56 0,3 26,7 1877 24.579 100 16-157 65,7 1.596 6,5 110,1 1887 37.389 23.759 63,5 4.158 U.l 276,8 1897 114.782 100 41.180 35,8 46.349 40,4 683.9 1902 158.618 100 44.775 28,2 84.273 53,1 1005.21 Da queste cifre risulta chiaramente quale rivoluzione tecnica sia attualmente in corso in Russia, e quale immensa capacità di sviluppare le forze produttive possieda la grande industria capi- talistica, Predominio degli Urali voleva dire predominio del la- voro servile, arretratezza tecnica e stagnazione*. Al contrario oggi vediamo che lo sviluppo deirindustria metallurgico-mine- raria procede più rapidamente in Russia che nelPEuropa occiden- • Ovviamente gli industriali metallurgico-minerari degli Urali presentano la cosa sotto una luce alquanto diversa. Ecco le eloquenti lamentele che si son potute ascoltare nei congressi dell'anno scorso: «Tutti conoscono i meriti storici degli Urali. Per duecento anni tutta la Russia ha arato e mietuto, forgiato, vangato e tagliato coi prodotti delle loro officine. Essa ha portato sul petto le croci di rame degli Urali, ha viaggiato su assi fabbricati negli Urali, ha sparato con fucili di acciaio degli Urali, ha fritto frittelle nelle padelle degli Urali, ha fatto tintinnare in tasca le monete da cinque copechi coniate negli Urali. Gli Urali hanno soddi- sfatto il fabbisogno di tutto il popolo russo... » (che quasi non consumava ferro. Si calcola che in Russia il consumo di ghisa sia stato nel 1851 di circa 14 libbre per abitante, nel 1895 di 1,13 pud, nel 1897 di 1,33 pud) « ... producendo articoli confacenti ai suoi bisogni e ai suoi gusti. Gli Urali hanno generosamente £?] dila- pidato le loro ricchezze naturali senza cercare di seguire la moda, senza lasciarsi attrarre dalla fabbricazione di rotaie, di griglie per caminetto e di monumenti. E dopo questo loro merito secolare un bel giorno sono stati dimenticati e trascu- rati » ( Vicstni ^ Finansov , 1897, n. 32: Bilancio dei congressi metallurgico-minerari degli Urali), Veramente, quale disprezzo per gli istituti a consacrati dai secoli «1 E la eolpa di tutto ciò è sempre del perfido capitalismo, che ha introdotto una tale « instabilità » nella nostra economia nazionale. Come sarebbe meglio vivere all’an- tjca, « non lasciarsi attrarre dalla fabbricazione delle rotaie » e friggere frittelle nelle padelle degli Urali 1 496 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA tale, in parte persino più rapidamente che nell’America settentrio- nale. Nel 1870 la Russia produceva il 2,9 % della ghisa prodotta in tutto il mondo (22 milioni di pud su 745), e nel 1894 il 5.1 (81,3 milioni di pud su 1584,2 milioni) ( Vicstni { Finansov, 1897, n. 22). La produzione della ghisa in Russia si è triplicata (32,5 e 96,5 milioni di pud) negli ultimi dieci anni (1886-1896), mentre in Francia, per esempio, per un aumento analogo sono occorsi 28 anni (1852-1880), negli Stati Uniti 23 anni (1845-1868)* in In ghilterra 22 (1824-1846), in Germania 12 (1859-1871) (cfr. Vìcstni\ Finansov, 1897, n. 50). Lo sviluppo del capitalismo nei paesi gio- vani è sensibilmente accelerato dall’esempio e dall’aiuto dei paesi vecchi. Certamente l’ultimo decennio (1888-1898) è stato un pe- riodo di particolare fervore, che, come ogni prosperità capitalistica, conduce inevitabilmente ad una crisi; ma lo sviluppo capitalistico in generale può procedere soltanto a sbalzi. Nel mezzogiorno l’impiego delle macchine nella produzione e l’aumento del numero degli operai si sono sviluppati con molto maggiore rapidità che negli Urali*: Anni Numero delle macchine a vapore e degli HP nella produzione m e Ullurgi co-mineraria Numero degli operai metallurgico-minerari (esclusi quelli addetti all'estrazione del saie) Russia (in complesso) Urali Mezzogiorno Russia (in com- plesso) Urali Mezzo- giorno macchine a vapore HP . miechine a vapore HP macchine a vapore HP 1077 895 27.880 268 8.070 161 5.129 256.919 145.455 13.865 1893 2853 115=429 550 21=330 585 30=759 444.646 1 238.630 , 54.670 Il numero dei cavalli vapore è aumentato quindi negli Urali solo di due volte e mezzo, e nel mezzogiorno di sei volte ; il nu- mero degli operai è aumentato negli Urali di una volta e mezzo * Secondo il calcolo del signor Bogoliubski, nel 1 868 l'industria metallurgico- mineraria impiegava 526 macchine a vapore (13.575 HP). LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 497 c nel mezzogiorno di quasi quattro volte * Dunque, è appunto la grande industria capitalistica a far aumentare rapidamente il nu- mero degli operai, oltre ad accrescere in misura enorme la produt- tività del loro lavoro. Accanto al mezzogiorno si deve anche menzionare il Caucaso, che è pure caratterizzato da una straordinaria espansione dell’in- dustria metallurgico-mineraria nel periodo posteriore alla riforma. Mentre negli anni sessanta non si estraeva nemmeno un milione di pud di petrolio (557.000 pud nel 1865), nel 1870 se ne estraevano 1,7 milioni; nel 1875 - 5,2 milioni; nel 1880 - 21,5 milioni; nel 1885 - 1 16 milioni; nel 1890 - 242,9 milioni; nel 1895 - 384 milioni; nel 1902 - 637,7 milioni. Quasi tutto il petrolio viene estratto nel gover- natorato di Bakù, e la città di Bakù « da insignificante qual era è divenuta un centro industriale russo di prim’ordine, con 1 12.000 abitanti » **. Il fortissimo sviluppo dell’estrazione e della lavora- zione del petrolio ha fatto aumentare in Russia il consumo di questo carburante, che ha completamente soppiantato il petrolio americano (aumento del consumo individuale, connesso con la diminuzione di prezzo del prodotto raffinato in fabbrica), c ha fatto aumentare in misura ancora maggiore il consumo dei residui della raffinazione del petrolio come combustibile nelle fabbriche, nelle officine e nelle ferrovie (aumento del consumo produtti- vo)***. Anche il numero degli operai occupati nell’industria me- tallurgico-mineraria del Caucaso è aumentato con straordinaria * Nel 1886 gli operai addetti alla produzione siderurgica negli Urali erano 145.910 e nel 1893 164.126; nel mezzogiorno erano rispettivamente 5956 e 16.467. L’aumento è quindi rispettivamente di un terzo (approssimativamente) e di 2,75 volte. Mancano i dati sul numero delle macchine a vapore e sui cavalli vapore per il 1902. In tutta la Russia nel 1902 gli operai metallurgico-minerari (eccettuati quelli addetti all’estrazione del sale) erano 604.972, di cui 249.805 negli Urali e 145.280 nel mezzogiorno. •• Vicstni\ Finansov , 1897, n. 21. Nel 1863 Bakù aveva 14.000 abitanti, nel 1885 45 7°°- , a ##• Nc | j 882 oltre il 62 % delle locomotive erano alimentate a legna, nel 1895/96 il 28,3 % a legna, il 30 % a nafta, il 40,9 % a carbon fossile (Le forze produttive, XVII, p. 62). Conquistato il mercato interno, l’industria petrolifera si è messa alla ricerca di mercati esteri, e l’esportazione del petrolio in Asia aumenta molto rapi- damente (ViestniJ^ Finansov , 1897, n. 32), a dispetto delle predizioni aprioristiche di alcuni economisti russi, che amano parlare di mancanza di mercati esteri per il capitalismo russo. 498 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA rapidità, e precisamente da 3431 nel 1877 a 17.603 nel 1890, vale a dire si è quintuplicato. Per illustrare l’organizzazione deirindustria nel mezzogiorno prendiamo i dati sulla produzione del carbon fossile nel bacino del Donets (dove le dimensioni medie delle miniere sono inferiori rispetto a tutte le altre regioni della Russia). Raggruppando le mi- niere secondo il numero degli operai, otteniamo il quadro se- guente [vedi tabella a p. 499] * In questa zona (e solo in questa) esistono dunque miniere estre- mamente piccole, appartenenti a contadini, le quali, però, nono- stante siano molto numerose, hanno un peso del tutto insignifi- conte nella produzione globale (104 piccole miniere forniscono solo il 2 % di tutto il carbone estratto) e si distinguono per la produtti- vità straordinariamente bassa del lavoro. Per Contro, le 37 miniere più grandi occupano circa i tre quinti del numero complessivo degli operai e forniscono oltre il 70 % di tutto il carbone estratto. La produttività del lavoro si eleva con l’aumentare delle dimen- sioni delle miniere, anche indipendentemente dall’impiego delle macchine (cfr. per esempio i gruppi V e III per quanto riguarda il numero dei cavalli vapore e il volume della produzione per operaio). Nel bacino del Donets la concentrazione della produ- zione cresce costantemente: così, in quattro anni, dal 1882 al 1886, 21 fornitori di carbone su 512 hanno spedito più di 5000 va- goni (cioè 3 milioni di pud) ciascuno, complessivamente 229.700 vagoni su 480.800, cioè meno della metà. Sempre in quattro anni, dal 1891 al 1895, i fornitori sono stati 872, 55 dei quali hanno spe- dito più di 5000 vagoni ciascuno, per un totale di 925.400 vagoni su 1.178.800, cioè più di otto decimi del numero complessivo**. I dati succitati sullo sviluppo deirindustria metallurgico-mine- raria hanno un’importanza particolare sotto due aspetti : in primo luogo, essi indicano con particolare chiarezza in che cosa consiste il cambiamento dei rapporti economico-sociali che sta avvenendo • I dati sono presi dall’elenco delle miniere nella Raccolta di dati sull'industria metallurgico-mineraria nel s 8 go. # * Dai dati di N. S. A vda.ro v, Breve rassegna statistica dell'industria carboni- fera del Donets , Kharkov, 1896. Per LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 499 Miniere 5 °° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA in Russia in tutti i campi deireconomia nazionale e, in secondo luogo, illustrano il principio teorico che in una società capitalistica in via di sviluppo crescono con particolare rapidità i rami d’indu- stria che producono mezzi di produzione , cioè beni di .consumo non individuale ma produttivo. La sostituzione di un sistema eco- nomico-sociale con un altro si manifesta nell’industria metallurgico- mineraria con particolare evidenza, in quanto vi sono due zone di- stinte, ognuna delle quali rappresenta, in modo tipico, uno dei due sistemi: in un* zona si può osservare il passato precapitalistico con la sua tecnica primitiva e abitudinaria, con la dipendenza perso- nale della popolazione vincolata al luogo di residenza, con la soli- dità delle tradizioni di ceto, dei monopoli, ecc., nell’altra la com- pleta rottura con ogni tradizione, una rivoluzione tecnica e una rapida ascesa dell’industria meccanica prettamente capitalistica *. Da questo esempio risulta con particolare chiarezza Terrore degli economisti populisti. Essi negano il carattere progressivo del capi- talismo in Russia, obiettando che i nostri imprenditori ricorrono volentieri nell’agricoltura alle otrabotfy, nell’industria alla distribu- zione del lavoro a domicilio, mentre nella produzione minerario- metallurgica vogliono vincolare l’operaio, vietare per legge la con- correnza delle piccole imprese, ecc. ecc. L’illogicità e la clamorosa alterazione della prospettiva storica insite in simili argomentazioni balzano agli occhi. Per quale motivo, infatti, questa tendenza dei nostri imprenditori a usufruire dei vantaggi dei sistemi economici precapitalistici dovrebbe essere imputata al nostro capitalismo e non a quelle sopravvivenze dei vecchi tempi che intralciano lo svi- luppo del capitalismo e che in molti casi si reggono con la forza della legge? Ci si può meravigliare del fatto che per esempio gli industriali metallurgico-minerari del sud desiderino vivamente vin- * Negli ultimi tempi anche gli Urali incominciano a trasformarsi sotto l'in- fluenza delle nuove condizioni di vita, e questa trasformazione procederà ancor più rapidamente quando gli Urali saranno più strettamente uniti alla « Russia » dalle strade ferrate. Sotto questo aspetto avrà un’importanza particolarmente grande il progettato collegamento della ferrovia degli Urali con il mezzogiorno per lo scam- bio del minerale degli Urali con il carbon fossile del Donets. Sino ad oggi gli Urali e il mezzogiorno non sono quasi in concorrenza, lavorando per mercati diversi c vivendo principalmente di ordinazioni dello Stato. Ma le ordinazioni dello Stato non pioveranno eternamente con la stessa abbondanza. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 5 OI colare gli operai e vietare per legge la concorrenza delle piccole imprese, se in un’altra zona metallurgico-mineraria questo vincolo e questi divieti esistono da gran tempo e ancora oggi, se in un’altra zona i proprietari di officine, con un livello tecnico più basso, con operai più docili e meno costosi, percepiscono senza fatica, nella produzione della ghisa, « un copeco per copeco c talvolta persino un copeco per mezzo copeco»*? Non ci si deve forse meravi- gliare, viceversa, del fatto che in queste condizioni si trovino indi- vidui capaci di idealizzare gli ordinamenti economici precapitali- stici della Russia, individui che chiudono gli occhi sulla necessità, quanto mai urgente e indifferibile, di distruggere tutti gli istituti antiquati che ostacolano lo sviluppo del capitalismo**? I dati sullo sviluppo dell’industria metallurgico-mineraria sono importanti anche perchè mostrano con chiarezza che il capita- lismo e il mercato interno si espandono più rapidamente nel set- tore dei beni di consumo produttivo che non in quello della pro- duzione dei beni di consumo individuale. Il signor N.-on ignora per esempio questa circostanza quando afferma che « si giungerà probabilmente molto presto » al soddisfacimento di tutta la do- manda interna dei prodotti deH’industria metallurgico-mineraria {Profilo, p. 123). Sta di fatto che nella società capitalistica il con- sumo dei metalli, del carbon fossile, ecc. (prò capite) non rimane e non può rimanere invariato, ma necessariamente aumenta. Ogni nuova versta di rete ferroviari, ogni nuova officina, ogni aratro acquistato dal borghese della campagna aumentano la domanda dei prodotti delPindustria metallurgico-mineraria. Se, per esem- pio, dal 1851 al 1897 il consumo della ghisa in Russia è aumen- tato da 14 libbre prò capite a un pud e un terzo, esso dovrà ancora aumentare in misura molto considerevole per avvicinarsi alla do- manda della ghisa nei paesi progrediti (in Belgio e in Inghilterra si hanno più di 6 pud prò capite ). * Articolo di Iegunov in Resoconti e indagini sull industria artigiana , voi. Ili» p. 130. ** Il signor N.-on, per esempio, ha rivolto tutte le sue lamentele esclusiva- mente contro il capitalismo (cfr. in particolare, sugli industriali metallurgico ‘mine- rari del sud, pp. 21 1 e 296 del suo Profilo) e in questo modo ha completamente falsato il rapporto fra il capitalismo russo c la struttura precapitalistica della nostra industria metallurgico-mineraria. 34 - 574 502 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA V Aumenta il numero degli operai nelle grandi aziettde capitalistiche ? Esaminati i dati sull’industria di fabbrica e d’officina e metal- lurgico-mineraria, possiamo ora tentare di rispondere alla domanda di cui gli economisti populisti si sono tanto occupati e alla quale hanno risposto negativamente (i signori V. V., N.-on, Karyscev, Kablukov hanno affermato che in Russia il numero degli operai di fabbrica e d’officina aumenta — se mai aumenta — più lenta- mente della popolazione). Noteremo intanto che la questione può essere posta in due modi: la popolazione industriale e commer- ciale aumenta a spese della popolazione agricola? (di ciò più avanti), oppure: aumenta il numero degli operai nella grande in- dustria meccanica? Non si può sostenere che in una società capi- talistica in via di sviluppo debba aumentare il numero degli operai dei piccoli stabilimenti industriali o delle manifatture, giacché la fabbrica soppianta incessantemente le forme più primitive d’indu- stria. Ora, i dati della nostra statistica delle fabbriche ed officine sono lungi, come abbiamo dimostrato particolareggiatamente più sopra, dall’impiegare il termine fabbrica nel senso scientifico della parola. Per analizzare i dati relativi alla questione che ci interessa, dob- biamo servirci di un materiale che, in primo luogo, riguardi tutte le industrie, e che, in secondo luogo, si riferisca a un lungo pe- riodo di tempo. Solo a queste condizioni i dati possono essere più o meno comparabili. Prendiamo gli anni 1865 e 1890, che rac- chiudono un venticinquennio del periodo posteriore alla riforma Sommiamo i dati statistici esistenti. La statistica delle fabbriche ed officine fornisce per il 1865 i dati più completi, e calcola che nella Russia europea ci fossero 380.638 operai di fabbrica e d’offi cina in tutte le industrie, ad eccezione di quelle della distillazione dell’acquavite, della birra, della barbabietola da zucchero e del ta- LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 5°3 bacco *. Per determinare il numero degli operai occupati in queste industrie siamo costretti a servirci dei dati della Raccolta statistica militare , i soli esistenti, i quali però, come abbiamo indicato sopra, devono essere corretti. Aggiungendo i 127.495 operai ** occupati in quelle industrie, avremo che nel 1865 nella Russia europea (in- dustrie soggette e non soggette all’imposta di fabbricazione) c’erano complessivamente 505.575 operai di fabbrica***. Per il 1890 la cifra corrispondente sarà di #59.750 ****. L’aumento è del 65 %, cioè superiore all’aumento della popolazione. Bisogna tuttavia te- ner presente che in realtà V aumento è stato certamente maggiore di quanto non indichino queste cifre : si è dimostrato sopra in maniera particolareggiata che i dati della statistica delle fabbriche ed officine per gli anni sessanta sono esagerati, in quanto vi sono comprese piccole aziende artigiane, di remeslennil(i e agricole, nonché operai a domicilio. Purtroppo non possiamo procedere, data la mancanza di materiale, ad una correzione completa di tutte queste esagerazioni; quanto ad una loro correzione parziale, pre- feriamo rinunciarvi, tanto più che verranno riportati più sotto dati più precisi sul numero degli operai nelle maggiori fabbriche. Passiamo alla statistica dell’industria metallurgico-mineraria. Nel 1865 il numero degli operai è dato soltanto per la produzione del rame e del ferro, nonché per le miniere d’oro e di platino; per la Russia europea questo numero è di 755.776 unità ***** Nel 1890 • Raccolta di dati c materiali a cura del Ministero delle finanze , 1867, n. 6. Si è già mostrato sopra che per fare un confronto coi dati odierni si possono pren- dere solo i dati della stessa fonte, cioè quelli del Ministero delle finanze. •• Gli operai occupati nell’industria della birra sono 6825; anche qui la cifra c esagerata, ma non abbiamo dati per correggerla; nell’ industri a della barbabietola da zucchero sono occupati 68.334 operai {Annuario del Min. delle fin.), in quella del tabacco 6119 (cifra corretta) e in quella della distillazione deiracquavite 46.660 (cifra corretta). ••• Il signor Tugan-Baranovski cita per il 1866 la cifra del signor Vescniakov : 493.37 1 unità {La fabbrica , p. 339). Ignoriamo come sia stata ricavata questa cifra, che differisce dalla nostra in misura del tutto irrilevante. •••• Secondo l 'Indicatore per il 1890. Dal totale, 875.764 unità, bisogna detrarre gli operai già compresi nella statistica metallurgico-mineraria, e cioè: 291 nell’in- dustria dell’asfalto, 3468 in quella del sale e 32.275 in quella delle rotaie. Sul numero degli operai dell'industria metallurgico-mineraria cfr. : Bol- lettino periodico di statistica , I, 1866; Annuario del Min. delle fin., I; Raccolta di dati statistici per il settore metallurgico-minerario per gli anni 1864-1867, Pietro- burgo, 1864-1867, pubblicazione del Comitato scientifico minerario. 34* LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 5°4 in queste stesse industrie erano occupati 274.745 operai*, cioè più del doppio. Quest’ultima cifra ci dà T8o,6 % di tutti gli operai dell’industria metallurgico-mineraria della Russia europea nel 1890; ammettendo che le industrie indicate abbracciassero anche nel 1865 l’8o,6 % degii operai** otterremo per il 1865 un totale di 165.203 e per il 1890 di 340.912 unità. Aumento: 107 %. Nel novero degli operai delle grandi imprese capitalistiche rientrano, inoltre, anche gli operai delle ferrovie. Nel 1890 nella Russia europea, ivi compresa la Polonia ed il Caucaso, ve n’erano 252.4/5***. 11 numero degli operai delle ferrovie nel 1865 non c noto, ma lo si può stabilire con sufficiente approssimazione, giac- ché il numero degli operai occorrenti per una versta di rete ferro- viaria varia molto debolmente. Calcolando 9 operai per versta, ot- teniamo, per il 1865, una cifra di 32.076 unità ***** Riassumiamo ora i nostri calcoli. • Raccolta di dati statistici sull industria metal ì urbico - mi n era ria nell’anno 1890, Pietroburgo, 1892. Secondo questa Raccolta il numero complessivo è di 342.166 operai per la Russia europea e, detraendo gli operai occupati negli stabilimenti del- l'industria petrolifera (stcondo i dati del V Indicatore) e correggendo alcuni piccoli errori, di 340.012 unità. • •• Fra le restanti industrie minerarie ve ne sono probabilmente alcune nelle quali il numero degli operai è aumentato di poco (industrie del sale), altre nelle quali questo numero dev’essere aumentato molto fortemente (industria del carbone, cave di pietra), altre, infine, che nqgli anni 1860 non esistevano (estrazione del mercurio, per esempio). ••• Rassegna statistica delle ferrovie e delle comunicazioni interne per via d'ac- qua , Pietroburgo, 1893, p. 22, Ediz. del Min. delle comunicazioni. Purtroppo non disponiamo di dati che permettano di considerare separatamente la Russia europea. Degli operai delle ferrovie consideriamo non solo quelli fissi, ma anche quelli av- ventizi (10.477) e giornalieri (74.504). La spesa media annua per un operaio avven- tizio ammonta a 192 rubli, quella per un operaio giornaliero a 235. Paga gior- naliera media: 78 copechi. Sia gii operai avventizi che quelli giornalieri, dunque, sono occupati per la maggior parte dell’anno, ragion per cui ometterli, come fa il signor N.-on {Profilo, p. 124), non sarebbe giusto. • ### Per una versta nel 1886 si contavano 9,0 operai ferroviari; nel 1890 - 9,5; nel 1893 - 10,2; nel 1894 - 10,6; nel 1895 - 10,9; questa cifra manifesta dunque una spiccata tendenza ad aumentare. Cfr. la Raccolta di dati relativi alla Russia per il 1B90 e il 1896 e il Vieslni{ Finansov , 1897, n. 39. Rammentiamo che nel presente paragrafo ci limitiamo esclusivamente a confrontare i dati per il 1865 e il 1890; è perciò del tutto indifferente considerare il numero degli operai delle fer- rovie di tutto rimpcro o della sola Russia europea; considerare 9 operai per versta o meno; considerare tutti i rami dell'industria metallurgico-mineraria, 6 solo quelli per i quali esistano dati per il 1865. IX) SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 5°5 Numero degli operai nelle grandi imprese capitalistiche (in migliaia) Anni Industria di fabbrica e d’officina Industria metallurgico-mineraria Ferrovie Totale 1865 509 165 32 706 1890 840 340 252 1432 Il numero degli operai delle grandi imprese capitalistiche è quindi più che raddoppiato nel corso di 25 anni, ossia è aumentato molto più rapidamente non soltanto della popolazione in generale, ma perfino della popolazione urbana *. È dunque fuor di dubbio che le grandi imprese industriali assorbono sempre più operai dal- l’agricoltura e dalle piccole industrie **. Così dicono i dati della stessa statistica, alla quale hanno tanto spesso fatto ricorso e di cui hanno tanto abusato i nostri populisti. Ma il colmo di questo loro abuso della statistica è il seguente procedimento, veramente feno- menale : si prende il rapporto fra il numero degli operai di fabbrica e d'officina e la popolazione complessiva (!) e, sulla base della cifra così ottenuta (1 % circa), si disserta su quanto sia insignifi- cante questo « pugno » *** di operai! Il signor Kablukov, per esem- • Nella Russia europea nel 1863 la popolazione urbana ammontava a 6,1 mi- lioni di unità, nel 1897 a 12 milioni. I dati più recenti sul numero degli operai delle grandi imprese capitalistiche sono i seguenti: per il 1900 si conosce il numero degli operai delle fabbriche e- delle officine non soggette all’imposta di fabbricazione; per il 1903 quello delle im- prese che vi sono soggette. Per il 1902 si ha quello degli operai metallurgico-mine- rari. I) numero degli operai delle ferrovie può essere determinato calcolando 11 operai per versta di strada ferrata (dati del i° gennaio 1904). Cfr. Annuario russo , 1906, e la Raccolta di dati sull 1 industria metallurgico-mineraria del 1902. Sommando questi dati otteniamo: nel 1900-1903 nei 50 governatorati della Russia europea gli operai di fabbrica e d’officina erano 1.261.571; gli operai metallurgico-, minerari 477.025; gli operai delle ferrovie 468.941. Totale 2.207.537. In tutto l’Im- pero Russo gli operai di fabbrica e d’officina erano 1.509.516; gli operai metallur- gico-minerari 626.929; gli operai delle ferrovìe 655.929. Totale 2.792.374. Quanto si dice nel testo è confermato in pieno anche da queste cifre (Nota alta II edizione ). N.-on, 1 . c., p. 326 cd altre» 506 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA pio, dopo aver ripetuto questo calcolo della percentuale degli « operai di fabbrica in Russia » * in rapporto alla popolazione, continua come segue: «In Occidente, invece (!!), è ben diverso il rapporto fra il numero degli operai occupati neirindustria di trasformazione... » (non è forse evidente per qualunque studente di ginnasio che non è affatto la stessa cosa dire « operai di fab- brica » o «operai occupati nell’industria di trasformazione»?)... « e la popolazione complessiva », avendosi quote che vanno dal 53 % in Inghilterra al 23 % in Francia. « Non è difficile vedere che la differenza per quel che riguarda la classe degli operai di fabbrica [!!] laggiù e qui da noi è così grande che non si può pensare a identificare il corso del nostro sviluppo con quello del- l’Europa occidentale ». E queste cose le scrive un professore spe- cializzato in statistica! Con rara audacia egli compie d’un fiato due travisamenti : 1) agli operai di fabbrica sostituisce gli operai occu- pati neirindustria di trasformazione; 2) a questi ultimi sostituisce la popolazione occupata nell’industria di trasformazione. Spie- ghiamo per i nostri dotti statistici l’importanza di queste distin- zioni. Secondo il censimento del 1891 in Francia gli operai occu- pati neirindustria di trasformazione erano 3,3 milioni, ossia meno di un decimo della popolazione (di 36,8 milioni si conosce l’atti- vità economica, di 1,3 milioni la si ignora). Fra questi sono in- clusi gli operai di tutti gli stabilimenti e le imprese industrali c non soltanto delle fabbriche. La popolazione occupata nell’indu- stria di trasformazione era invece di 9,5 milioni (circa il 26 % della popolazione complessiva); al numero degli operai si aggiun- gono qui i padroni ecc. (1 milione), poi gli impiegati (0,2 milioni), i familiari (4,8 milioni), i domestici (0,2 milioni) **. Per illustrare i rapporti corrispondenti in Russia dobbiamo prendere come esem- pio singoli centri, giacché da noi non esiste una statistica per pro- fessione di tutta la popolazione. Prendiamo un centro urbano ed un centro rurale. A Pietroburgo la statistica delle fabbriche ed officine contava, nel 1890, 51.760 operai di fabbrica e d’officina (secondo V Indicatore), mentre secondo il censimento di Pietroburgo Lezioni di economia agraria , Mosca, 1897, p. 14. * The Statesman’s Yearbooì{ y 1897, p. 472. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 5°7 del 15 dicembre 1890 le persone occupate nell’industria di trasfor- mazione erano 341. 991, uomini e donne, ripartiti come segue *: Indipendenti (che provvedono cioè al proprio, manteni* mento da eoli) Membri delle loro fumiglie e domestici Totale Padroni 13.853 37.109 50.962 Amministrazione (impiegati) . . 2.226 4.574 6.800 Operili 148. Ili 61.098 209.209 Produttori individuali 51.SU 23.506 75.020 Totale 215.704 126.287 341.991 Altro esempio: secondo P. Indicatore nel villaggio di Bogorod- skoie, distretto di Gorbatov, governatorato di Nizni Novgorod (villaggio che, come si è visto, non ha un’agricoltura e non è, per così dire, altro che « una grande conceria »), si contavano nel 1890 3*92 operai di fabbrica e d'officina , mentre la popolazione in- dustriale, secondo il censimento degli zemstvo del 1889, ammonta a circa 8000 persone (popolazione complessiva =9241 ; più dei nove decimi delle famiglie sono occupate nell'industria). I signori N.-on, Kablukov e C. riflettano su queste cifre! Aggiunta alla seconda edizione . Possediamo ora i risultati del censimento generale del 1897 per quanto riguarda la statistica delle attività economiche di tutta la popolazione. Ecco, elaborati da noi, i dati per tutto l’Impero Russo ** (in milioni): * Pietroburgo nel ce numerilo del 1890, Pietroburgo, 1893. Si è preso il totale dei gruppi II-XV delle occupazioni industriali. In attività industriali sono complessivamente occupate 551.700 persone, di cui 200.7^8 nel commercio, nei trasporti e negli alberghi e mense. Per « produttori individuali » si intendono i piccoli produttori che non hanno operai salariali. ** Compendio generale per tutto l'Impero dei risultati dell' elaborazione dei dati del primo censimento generale della popolazione del 28 jl f 1897 , Ediz. dell’Istituto centrale di statistica, voi. II, tabella XXI, p. 296. Ho raggruppato le attività eco- 5 o8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN IIL'SSI A Profeiiioni Indipen- denti m, f. Familiari m. f. Totale •) Funzionari e militari 1,5 0,7 2,2 b) Clero e professioni liberali 0,7 0,0 1,6 c) Rentiers e pensionati 1,3 0,9 2 ’> L '~ d) Detenuti, prostitute, professioni indeierminwu e srouoseiute 0,6 0,3 0,9 Totale Mia popolazione non produOrire 4.1 2,8 6,9 r) Commercio 1,6 3.4 5,0 f) Trasporti e comunicazioni 0,7 1,2 1,9 g) Impiegati privati, domestici, giornalieri 3,4 2.4 5,8 Totale della popolazione scmiprodutirue 5,7 7 .0 12,7 h) Agricoltura 18,2 75,5 93,7 i) Industria 5,2 7,1 12,3 Totale della popolazione produttrice 23,4 82,6 106,0 Totale 33,2 92,4 125,6 È chiaro che questi dati confermano interamente ciò che si è detto sopra sull’assurdità del metodo populista di confrontare il numero degli operai di fabbrica e d’officina con la popolazione complessiva. Innanzitutto è interessante raggruppare i dati citati, in cui tutta la popolazione russa è classificata per attività economiche, al fine di illustrare la divisione sociale del lavoro , base di tutta la produ- zione di merci e del capitalismo in Russia. Da questo punto di nomichc come segue: a) i, 2 e 4; b) 3 e 5-12; c) 14 e 15; d) 16 e 63-65; e) 46-62; 0 4 M 5 *. g) 13; h ) ») 22-40- LO S VI LI' P PO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 50Q vista la popolazione complessiva dev’essere divisa in tre grandi set- tori : I. Popolazione agricola. II. Popolazione industriale e com- merciale. III. Popolazione non produttrice (o, più esattamente, non partecipante all’attività economica). Dei nove gruppi citati (a-i) sol- tanto uno non può essere assegnato in blocco a nessuna di questi tre settori fondamentali. Si tratta, precisamente, del gruppo g : impiegati privati, domestici, giornalieri. Esso dev’essere ripartito approssimativamente tra la popolazione industriale e commerciale e quella agricola. Abbiamo assegnato alla prima la parte di questo gruppo che risulta abitante nelle città (2,5 milioni), e alla seconda quella che abita nei distretti (3,3 milioni). Otteniamo allora il se- guente quadro della composizione della popolazione complessiva della Russia : Popolazione agricola della Rubala 97,0 milioni Popolazione industriale e commerciale 21,7 » Popolazione non produttrice 6,9 » Totale . . . 115,6 milioa Da questo quadro si vede chiaramente che, da un lato, la cir- colazione e, quindi, la produzione delle merci si sono saldamente impiantate in Russia. La Russia è un paese capitalistico. Dall’altro, si vede che la Russia è ancora molto arretrata, rispetto agli altri paesi capitalistici, per quanto riguarda lo sviluppo economico. Proseguiamo. Dopo l’analisi da noi fatta in quest’opera, la sta- tistici delle attività economiche di tutta la popolazione russa può e deve essere utilizzata per determinare approssimativamente le categorie fondamentali tra le quali si ripartisce la popolazione complessiva russa per l’appartenenza dì classe , cioè per il posto che occupa nel regime sociale della produzione. La possibilità di una simile determinazione — beninteso ap- prossimativa — ci è data dal fatto che conosciamo la ripartizione generale della popolazione contadina nei suoi gruppi economici fondamentali. D’altro lato possiamo legittimamente identificare l’intiera massa della popolazione rurale della Russia con la popo- lazione contadina, dato che il numero dei proprietari nobili è, nel complesso, del tutto insignificante. Inoltre, essi sono già in 5 io LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA buona parte considerati come rentiers y funzionari, alti dignitari, ecc. Nella massa dei contadini, il cui numero si eleva a 97 milioni, bisogna distinguere tre gruppi fondamentali : il gruppo inferiore — strati proletari e semiproletari — , quello medio — piccoli padroni poveri — , e quello superiore — piccoli padroni agiati. Abbiamo analizzato particolareggiatamente più sopra le caratte- ristiche economiche fondamentali che distinguono questi gruppi quali elementi di classi diverse. Il gruppo inferiore è costituito dalla popolazione nullatenente e che vive principalmente, o almeno per metà, della vendita della propria forza-lavoro. Il gruppo medio è costituito dai piccoli padroni poveri, dato che il contadino di questo gruppo arriva a sbarcare il lunario appena appena negli anni migliori; qui, però, il principale mezzo di sussistenza è’ la piccola azienda « indipendente » (pseudoindipendente, beninteso). Infine, il gruppo superiore è costituito dai piccoli padroni agiati, che sfruttano un numero più 0 meno grande di salariati fissi, di giornalieri dotati di nadiel e di ogni sorta di operai salariati in generale. Percentuale approssimativa di ognuno di questi gruppi rispetto al totale: 50, 30 e 20. Finora abbiamo sempre riferito tali quote al numero dei fuochi o delle aziende. Ora invece le consideriamo quote della popolazione. Questa modificazione porta ad un au- mento del gruppo inferiore e ad una diminuzione del gruppo supe- riore. Ma in Russia, in questo ultimo decennio, è avvenuto precisa- mente questo spostamento, come è dimostrato incontestabilmente dalla diminuzione del patrimonio equino e dalla rovina dei con- tadini, dall’aumento della miseria e della disoccupazione nelle campagne, ecc. Vuol dire che, sul totale della popolazione agricola, abbiamo 48,5 milioni circa di proletari e semiproletari: 29,1 milioni circa di piccoli padroni poveri e loro famiglie e circa 19,4 milioni di persone nelle aziende dei piccoli padroni agiati. Sorge poi la questione di come ripartire la popolazione indu- striale e commerciale e la popolazione non produttrice. Quest’ul- tima comprende elementi manifestamente appartenenti alla grande borghesia : tutti i rentiers (« che vivono del reddito del capitale e degli immobili»: prima sezione del gruppo 14 della nostra sta- LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 5 11 tistica : 0,9 milioni), poi una parte degli intellettuali borghesi, gli alti funzionari militari e civili, ecc. Vi rientrano complessivamente 1,5 milioni di persone. All’altro polo di questa popolazione non produttrice si trovano i soldati, i marinai, i gendarmi, gli agenti di polizia (circa 1,3 milioni), i domestici e i numerosissimi inser- vienti vari (complessivamente fino a 0,5 milioni), circa 0,5 milioni di mendicanti, vagabondi, ecc. ecc. Qui è possibile distinguere solo approssimativamente i gruppi che si avvicinano maggiormente ai tipi economici fondamentali: circa 2 milioni di proletari e semi- proletari (in parte Lumpen), circa 1,9 milioni di piccoli padroni poveri, circa 1,5 milioni di piccoli padroni agiati, ivi compresa la maggior parte degli impiegati, amministratori, intellettuali bor- ghesi, ecc. Infine, nella popolazione industriale e commerciale il nucleo più numeroso e separato dalPabisso più profondo dalla grande borghesia è indubbiamente il proletariato. Il censimento non for- nisce però alcun dato sulla ripartizione in padroni, produttori indi- viduali, operai, ecc. Non ci rimane che prendere come traccia i dati surriportati sulla popolazione industriale di Pietroburgo ripar- tita secondo il posto occupato nella produzione. Fondandoci su questi dati, possiamo approssimativamente calcolare che la grande borghesia sia circa il 7 %, la piccola borghesia agiata il io %, i piccoli padroni poveri il 22 % e il proletariato il 61 %. Certo, la piccola produzione industriale è molto più vitale nel resto della Russia che non a Pietroburgo, ma, in compenso, noi non asse- gniamo alla popolazione semiproletaria la massa dei produttori individuali e degli artigiani che lavorano a domicilio per dei pa- droni. Nel loro insieme, dunque, i rapporti considerati differiscono probabilmente poco dalla realtà. Per la popolazione industriale e commerciale abbiamo così ottenuto circa 1,5 milioni di grandi borghesi, circa 2,2 milioni di piccoli produttori agiati, circa 4,8 mi- lioni di piccoli produttori disagiati e circa 13,2 milioni di persone appartenenti agli strati proletari e semiproletari. Riunendo insieme la popolazione agricola, industriale e com- merciale e non produttrice, otterremo, per la popolazione com- plessiva della Russia, la seguente ripartizione approssimativa, in base all’appartenenza di classe: 5 12 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Popolazione totale, m. e f. Grande borghesia, proprietari nobili, alti funzionari, ecc. . , circa 3,0 milioni Piccoli padroni agiati » 23,1 » Piccoli padroni poveri » 35,8 a Proletari * a aemiproletari » 63,7 » Totale circa 125,6 milioni Non dubitiamo che i nostri politici e i nostri economisti cadetti e filocadetti leveranno voci indignate contro una rappresentazione così «volgare» deireconomia della Russia, È tanto comodo, tanto vantaggioso occultare la profondità degli antagonismi economici con ranalisi dei particolari e, nello stesso tempo, lagnarsi della «grossolanità» della concezione socialista dell "insieme di questi antagonismi. Una simile critica della conclusione cui siamo giunti è, naturalmente, priva di valore scientifico. Circa il grado di approssimazione di queste o quelle cifre, vi possono essere, beninteso, dei disaccordi parziali. Da questo punto di vista, è interessante segnalare uno scritto del signor Lositski: Studi sulla popolazione della Russia in base al censimento del 1897 (Mir Bogi , 1905, n. 8). L’autore si è servito dei dati grezzi del censimento sul numero degli operai e dei domestici. Fondandosi su queste cifre, egli ha valutato la popolazione proletaria della Russia a 22 milioni; i contadini e i proprietari terrieri a 80 milioni; i padroni e gli impiegati del commercio e dell’industra a circa 12 milioni e la popolazione senza professione a circa 12 milioni. La consistenza numerica del proletariato che risulta da questi dati si avvicina molto a quella delle nostre conclusioni** Negare l’esistenza di una massa enorme di semiproletari fra i contadini poveri che vivono di « occupazioni ausiliaric », fra gli artigiani ecc. significherebbe farsi beffe di tutti i dati relativi aHeconotnia • Sono almeno 22 milioni. Cfr. più sotto. *• Sarebbe fuori luogo entrare qui nei particolari della statistica degli operai e dei domestici di cui si è servito il signor Lositski. Secondo ogni probabilità, questa statistica pecca per una considerevole sottoestim azione del numero degli operai. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 513 russa. Basta ricordare i 3,25 milioni di fuochi senza cavalli della sola Russia europea, i 3,4 milioni di fuochi con un solo cavallo, il complesso dei dati della statistica degli zemstvo sull’affittanza, sulle « occupazioni ausiliarie », sui bilanci, ecc., per eliminare ogni dubbio sull’esistenza di una numerossima popolazione semipro- letaria. Ammettere che la popolazione proletaria e semiproletaria costituisca la metà della popolazione contadina vuol dire piuttosto diminuire che non esagerare la sua consistenza numerica. E fra la popolazione non agricola la percentuale degli strati proletari e se- miproletari è certamente ancora più alta. Inoltre, se non si vuol sommergere nei particolari il quadro economico d’insieme, bisogna aggiungere ai piccoli padroni agiati una parte considerevole degli amministratori dell’industria c del commercio, degli impiegati, degli intellettuali borghesi, dei fun- zionari e così via. Qui noi abbiamo proceduto forse con troppa prudenza, attribuendo a questa popolazione una consistenza nu- merica troppo elevata : può darsi benissimo che occorra aumentare il numero dei piccoli padroni poveri e diminuire il numero di quelli agiati. Ma queste divisioni, è ovvio, non hanno la pretesa di un’esattezza statistica assoluta. La statistica deve illustrare i rapporti economico-sociali stabiliti attraverso un’analisi multilaterale, e non diventare fine a se stessa, come accade troppo spesso qui da noi. Occultare la consistenza numerica degli strati piccolo-borghesi nella popolazione della Rus- sia significherebbe puramente e semplicemente falsare il quadro della nostra realtà economica. VI Statìstica delle macchine a vapore L’impiego delle macchine a vapore nella produzione è uno dei tratti più caratteristici della grande industria meccanica. E inte- ressante perciò esaminare i dati disponibili su questa questione. Per il 1875-1878 il numero delle macchine a vapore è indicato dai Materiali per la statìstica delle macchine a vapore nelVlmpero 5 ! 4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Russo (Pietroburgo, 1882, edizione dell’Istituto centrale di stati- stica)*. Per il 1892 abbiamo le cifre del Compendio di dati sull'in- dustria di fabbrica e d'officina , che abbracciano tutte le industrie di fabbrica e d’officina e metallurgico-minerarie. Ecco una tabella comparativa di questi dati: Numero delle macchine a vapore nell' industria 1 875-1878 1B92 Caldaie a vapore Macchine a vapore HP Caldaie a vapore Macchine a vapore HP Russia europea (50 govern.) . 7.224 5.440 98.888 11.272 10.458 256.469 Polonia 1.071 787 14.480 2.328 1.978 81.346 Caucaso 115 51 5B3 514 514 5.283 Siberia e Turkestan .... 100 75 1.026 134 135 2.111 Per tulio l’Impero B.510 6.353 114.977 14.248 13.085 345.209 In 16 anni la potenza delle macchine a vapore (cavalli vapore) in Russia si è triplicata , mentre nella Russia europea è aumentata di due volte e mezzo. Il numero delle macchine a vapore è aumen- tato in minor misura, cosicché la potenza media di una macchina a vapore è sensibilmente aumentata, e precisamente nella Russia europea da 18 a 24 HP, nel regno di Polonia da 18 a 41 HP. In questo periodo la grande industria meccanica si è sviluppata dun- que molto rapidamente. Per numero di cavalli vapore nel 1875-1878 erano in testa i seguenti governatorati: Pietroburgo (17.808), Mosca (13.668), Kiev (8363), Perm (7348), Vladimir (5684): complessiva- mente in questi cinque governatorati si avevano 52.871 HP, circa tre quinti del numero globale della Russia europea; veniva poi la Podolia (5480), Piotrkow (5071), Varsavia (4760). Nel 1892 questa * Dai tredici gruppi di produzione escludiamo per il confronto con il 1892 i gruppi: I (agricoltura), XII (tipografie e litografie) e XIII (« acquedotti » ecc.). Le locomobili sono state calcolate insieme con le macchine a vapore. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 5*5 graduatoria si modifica : Piotrkow (59.063), Pietroburgo (43.961), Iekaterinoslav (27.839), Mosca (24.704), Vladimir (15.857), Kiev (14.21 1): negli ultimi cinque governatorati si hanno 126.572 HP, vale a dire quasi la metà del numero globale della Russia europea; infine Varsavia (11.310) e Perm (11.245). Queste cifre indicano con chiarezza la formazione di due nuovi centri industriali, in Polonia e nel mezzogiorno. Nel governatorato di Piotrkow il numero dei cavalli vapore è aumentato di 11,6 volte, nei governatorati di Ieka- terinoslav e del Don presi insieme * si è avuto un aumento da 2834 a 30.932 HP, vale a dire di 10,9 volte. Questi centri industriali, sviluppatisi così rapidamente, sono passati dagli ultimi ai primi posti e hanno soppiantato i vecchi centri industriali. Osserviamo che anche questi dati rivelano l’ascesa particolarmente rapida del- l’industria che produce beni di consumo produttivo e precisamente dell’industria metallurgico-mineraria. Nel 1875-1878 essa impiegava 1040 macchine a vapore, per 22.966 HP (nella Russia europea), e nel 1890 i960 macchine a vapore, per 74.204 HP; Paumento rela- tivo in 14 anni è stato quindi maggiore deH’aumento del numero complessivo delle macchine a vapore in tutta l’industria durante 16 anni. L’industria che produce mezzi di produzione rappresenta una quota sempre maggiore dell’industria globale ** VII Sviluppo delle grandi fabbriche La già provata insufficienza dei dati della nostra statistica delle fabbriche ed officine ci ha costretti a ricorrere a calcoli più compli- cati per renderci conto dello sviluppo della grande industria mec- canica in Russia dopo la riforma. Abbiamo scelto i dati per il * Raggruppiamo insieme questi governatori perchè i loro confini sono stati modificati dopo il 1878. ** Il forte progresso nell’impiego delle macchine a vapore in Russia dopo il 1892 risulta dal fatto che nel 1904, secondo i resoconti degli ispettori di fabbrica, si contavano in 64 governatorati 27.579 caldaie a vapore di fabbrica, e d’officina, e in complesso, oltre a quelle agricole, 31.887 caldaie a vapore (Nota alla II edizione). 5*6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO JN RUSSIA 1866, 1879, 1890, 1894/95 relativi alle maggiori fabbriche, quelle cioè che occupano 100 e più operai nello stabilimento *. Gli operai esterni vengono rigorosamente separati solo nei dati AtWEUnco per il 1894/95; è dunque possibile che per gli anni precedenti (specialmente per il 1866 e il 1879) i dati siano pur sempre rimasti un po’ esagerati, malgrado le correzioni di cui si parla nella nota. Riportiamo i dati relativi a queste fabbriche più grandi [vedi tabella a p. 517]. Cominceremo Tanalisi di questa tabella dai dati degli anni 1866, 1879, 1890. In questi anni il numero delle grandi fabbriche si è modificato nel modo seguente: 644, 852, 951, o, in percen- tuali: 100, 132, 147. In 24 anni, il numero delle grandi fabbriche è dunque aumentato quasi di una volta e mezzo. Inoltre, se si considerano i diversi gruppi, si vedrà che, quanto più le fabbriche sono grandi, tanto più rapidamente aumenta il loro numero (A: 512, 641, 712 fabbriche; B: 90, 130, 140; C: 42, 81, 99). Ciò indica la concentrazione crescente della produzione. • Il numero degli stabilimenti che impiegano macchine cresce più rapidamente del numero totale delle fabbriche; ecco le percen- tuali: 100, 178, 226. In sempre maggior numero i grandi stabili- menti impiegano macchine a vapore. Quanto più le fabbriche sono grandi, tanto maggiore è, fra di esse, il numero degli stabilimenti meccanici; calcolando la percentuale di questi ultimi in rapporto al totale delle fabbriche di ciascun gruppo, abbiamo: A) 39%» 53 %. 63%; B) 75% 91%, 100%; C) 83%, 94%, 100%. • Fonti: Annuario del Ministero delle finanze , I (dati relativi solo a 71 indu- strie); Indicatore , I e III ediz., che, al pari dt\V Elenco, riporta i dati relativi a tutte le industrie; per confrontare, però, i dati dell’ Elenco e àc\V Indicatore bisogna detrarre dalle industrie che rientrano nelle liste del secondo quella delle rotaie. Sono stati esclusi gli stabilimenti per i quali nei novero degli operai di fabbrica e d’offi' cina sono Compresi gli operai a domicilio. Talvolta questa inclusione degli operai a domicilio viene menzionata in nota nelle pubblicazioni citate; a volte risulta dal confronto 1 dei dati di anni diversi: cfr., per esempio, i dati sull’industria tessile cotoniera del governatorato di Saratov per gli anni 1879, 1890 e 1894/95. (Cfr. cap. VI, § II, 1) Sinzheimer (Vber aie Grenzen der Wetterbtldung des fabrif^màssigen Grossbetriebcs in Deutschland , Stoccarda, 1893) considera grandi fabbriche le imprese con 50 e più operai. Questo limite non ci sembra affatto troppo basso, ma date le difficoltà dello spoglio dei dati russi, abbiamo dovuto limitarci solo alle fabbriche maggiori, Le maggiori jabbriche della Russia europea negli anni LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 517 (qqru ip BjBijflim) auoiznpojd Bf[3p dJO[B A \ \ 374.444 229.363 351.426 955.233 1894/95 (B-iado i[3ap ojtinnn \ \ 252.676 143.453 259.541 655.670 £ .1 1=3 ^ ri aiodsA v 3inq33Bia uoo \ \ 985 212 117 1 3|B101 \ A 1136 215 117 I (ijqnj ip BIBi|9(tu) aaoiznpo.nl ®H®P ««1»* OS so 0 00 't CO NlflH ri — M LO so OS r*’ m LO 355.258 190.265 313.065 85 B .588 352.526 186.1 1S 276.512 815.153 0 OD (Biado i[3ap OMnina Os LO CO Os O CO sO CO CO sO s# CO LO OS — I-C CM CO co SO 252.656 121.553 248.937 623.146 252.063 120.936 226.207 599.206 4) s « « sioJba b 30I1{33BU1 1203 LO O Os IO ^ Os Os sO 769 183 115 t- sD O i r- csi od OMO r- LO 0 E « * a ^ -o a d» n 0 os H TfOs LO Os 1133 183 115 CO H N M CO CO O (i|qiu ip fibijSiui) 300} in poni B|[Sp dJO[BA N O CO ^ CO CO lo m lo — r-" © © — r- N « -H LO O Os 0 00 2B9.006 142.648 198.272 629.926 288.759 140.791 177.537 607.067 Os 00 (Biado i[9ap oia uinn S m S r* co r« — — SD 'f OS LO r- co 0 0 CO 219.735 115.586 174.322 509.643 219.436 113.936 163.044 496.416 §.1 aiodBA B 3anq33Bta 003 -t Os SD lo — r- CO — 0 LO [ rf ui co CO ^ 00 1 « sD r* 532 144 78 754 — 0 — ^ CO 00 so — « LO CO 1 — sO — co so OS | os- s es| 979 164 86 1229 (ijqm ip bibi[9iui) aootznpoid BJ|3p 3 JO[B A ® t'" 335 OS CD CN Os LO sD sO O O esj K \ SO sO OO (Biado i|9ap oisuino SO SO O O ao co Os Os CI O LO SO g CO w \ \ 2 „■§ 3 jods A B 3arq33BUl 003 CO LO osoco | § \ \ Ma 0 J5 3[BlOl 512 90 42 ? sO \ \ V -8 X M ja «2 •-a 'a. a. 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Centri che hanno 5*10.000 operai Centri che hanno 1-5000 operai Totale centri con 1000 operai e più . . . , Centri che hanno meno di 1000 operai . . Centri senza operai In completo .... Città (e sobborghi) Centri rurali ( potady c borghi) , . 528 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA industriale è considerevolmente più numerosa della popolazione urbana *. Quando si esamina la questione se l’industria di fabbrica si sviluppi più rapidamente nei centri urbani o nei centri rurali, ve- diamo che questi ultimi, da questo punto di vista, hanno un’in- dubbia superiorità. Durante il periodo in esame il numero dei centri urbani con 1000 e più operai è aumentato in misura estre- mamente scarsa (da 32 a 33), mentre il numero dei centri rurali dello stesso tipo è aumentato molto fortemente (da 38 a 53). In 40 centri urbani il numero degli operai è aumentato solo del 16,1 % (da 257.000 a 299.000); in 63 centri rurali invece lau- mento è stato del 54,7% (da 98.500 a 152.000). Il numero medio di operai per centro urbano è aumentato solo da 6400 a 7500, per centro rurale invece da 1500 a 2400. L’industria di fabbrica ha dunque evidentemente la tendenza a diffondersi con particolare rapidità fuori delle città; a crearvi nuovi centri industriali e a spin- gerli avanti più rapidamente di quelli urbani; a penetrare profon- damente nelle zone rurali remote, che sembrerebbero staccate dal mondo delle grandi imprese capitalistiche. Questa circostanza som- mamente importante ci mostra in primo luogo con quale rapidità la grande industria meccanica trasformi i rapporti economico- sociali. Ciò che prima si formava nel corso di secoli, ora viene attuato in qualche decennio. Basta confrontare, per esempio, la formazione di centri non agricoli, come i « villaggi artigiani » di Bogorodskoie, Pavlovo, Kimry, Khoteici, Velikoie, ecc., menzio- nati nel capitolo precedente, con il processo di creazione di nuovi centri della fabbrica moderna, che fa affluire immediatamente a migliaia gli abitanti delle campagne nelle borgate industriali **. * Il censimento del 28 gennaio 1897 ha pienamente convalidato questa dedu- zione. In tutto l’impero è stata registrata una popolazione urbano di 16.828.395 persone di ambo i sessi. La popolazione commerciale c industriale, come abbiamo indicato sopra, è di 21,7 milioni. ( Nota alla II edizione). ** Nel borgo di Krivoi Rog fra il 1887 e il 1896 la popolazione è aumentata da 6000 a 17.000 abitanti; nell’officina di Kamenskoie (appartenente alla società del Dniepr) da 2000 a 18.000 persone; presso la stazione di Druzkovka, dove ancora nel 1802 esistevano solo i fabbricati della stazione oggi c sorto un villaggio con 6000 abi- tanti; presso la fabbrica di Gdantsevsk vivono circa 3500 persone; presso la stazione di Konstantinovka, dove c stata costruita tutta una serie di officine, si sta formando LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 529 La divisione sociale del lavoro riceve un fortissimo impulso. Con- dizione necessaria della vita economica diviene la mobilità della popolazione al posto della precedente sedentarietà e dell’isola- mento. Il trasferimento delle fabbriche in campagna indica in secondo luogo che il capitalismo supera gli ostacoli che gli vengono opposti dairisolamento di ceto della comunità contadina, e anzi sa trarre vantaggio da questo isolamento. L’istallazione delle fab- briche nei villaggi, se pur presenta non pochi inconvenienti, d’altro canto assicura mano d’opera a buon mercato. Se s’impedisce al contadino di andare in fabbrica, la fabbrica va dal contadino *. Il contadino non ha la completa libertà (grazie alla responsabilità collettiva e alle limitazioni che ostacolano l’uscita AaW obstcina) di cercarsi l’imprenditore che gli offre le condizioni più conve- nienti, mentre l’imprenditore sa perfettamente dove trovare l’ope- raio meno costoso. In terzo luogo, il numero considerevole di centri industriali rurali e il loro rapido sviluppo dimostrano come sia infondata l’opinione secondo cui la fabbrica russa sarebbe stac- cata dalle masse contadine ed eserciterebbe su queste una scarsa influenza. Il carattere peculiare della distribuzione della nostra in- dustria di fabbrica indica al contrario che la sua influenza è molto un nuovo centro abitato; a Iuzovka si è formata una città di 29.000 abitanti... A Nizne-Dnicprovsk, presso Ickatcrinoslav, in una località deserta e sabbiosa, dove oggi funzionano varie officine, si è formato un nuovo centro con 6000 abitanti. L’officina di Mariupol crea un nuovo centro con 10.000 abitanti, ecc. Presso le mi- niere carbonifere si formano centri abitati {Viestni^ Finansov t 1897, n. 50). Se- condo quanto informano le Rttss\ie Viedomosti (1897, n. 322 del 21 novembre) l’assemblea distrettuale dello zemstvo di Bakhmut chiede la trasformazione delle località commerciali con 1000 abitanti in borghi c di quelle con 5000 abitanti in città... « Da noi si osserva... un incomparabile sviluppo delle località commerciali e industriali... Complessivamente si contano già una trentina di località che sor- gono e si sviluppano con rapidità veramente americana... A Volyntsevo, dove si sta attrezzando una grandiosa officina metallurgica con due altiforni, una fonderia c un laminatoio di rotaie, che entrerà in funzione ai primi di novembre, si contano 5-6000 abitanti, che coprono di costruzioni la steppa, ancora recentemente quasi de- serta. Con Taffiusso della popolazione operaia si osserva anche un afflusso di com- mercianti, di remeslennif(i t in generale di piccoli industriali, che fanno assegnamento sulla facile e rapida vendita di merci di ogni genere alla popolazione operaia «. • « La fabbrica cerca il tessitore a buon mercato e lo trova nel villaggio natia* La fabbrica deve seguire il tessitore... » {Le industrie del governatorato di Vladimir , III, p. 63). 53 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA vasta e che essa va molto al di là delle mura della fabbrica• ** Ma, d’altra parte, tale carattere peculiare della distribuzione della nostra industria di fabbrica non può non portare anche ad un temporaneo arresto dell’azione trasformatrice esercitata dalla grande industria meccanica sulla popolazione in essa occupata. La fab- brica, trasformando di colpo in operaio il contadino di zone sper- dute, può procurarsi per un certo periodo le « braccia » meno co- stose, meno evolute e meno esigenti. È evidente tuttavia che un simile arresto può essere solo di breve durata e che esso avviene a spese di un’espansione ancora maggiore del campo in cui si esercita l’influenza della grande industria meccanica. IX Lo sviluppo delYindustria forestale e delVinJustria edilizia Una delle condizioni necessarie per l’ascesa della grande indu- stria meccanica (e un fenomeno estremamente caratteristico che ac- compagna questa ascesa) è lo sviluppo dell’industria che fornisce i combustibili e i materiali da costruzione, e dell’industria edile. Incominciamo dall’industria forestale. Il taglio del legname e la sua prima lavorazione per il consumo familiare costituiscono, un’antica occupazione dei contadini, che quasi dappertutto rientra fra i lavori usuali dell’agricoltore. Ma per industria forestale noi intendiamo esclusivamente la prepara- zione del legname per la vendita. L’epoca posteriore alla riforma è caratterizzata da un’ascesa particolarmente accentuata di quest’in- dustria : la domanda di legname è cresciuta rapidamente tanto per il consumo individuale (le città si sono ingrandite, nei villaggi è aumentata la popolazione non dedita all’agricoltura, i contadini hanno perduto il loro bosco in seguito aH’emancipazione) quanto, • Ricordiamo l’esempio riportato sopra (cap. Ili, «§ IV, p. 197, nota) circa l'influenza che l'industria metallurgico-mineraria esercita sugli ordinamenti agri- coli locali nel distretto di Bakhmut, governatorato di Iekaterinoslav. Significative sono anche le solite lamentele dei proprietari terrieri secondo cui le fabbriche « guastano » la popolazione, LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 53 1 in particolare, per il consumo produttivo. Lo sviluppo del com- mercio, dell’industria, della vita urbana, delle forze armate, delle ferrovie, ecc. ecc., tutto questo ha condotto a un forte aumento della domanda del legname destinato a essere consumato non dagli uomini, ma dal capitale. Nei governatorati industriali, per esem- pio, i prezzi della legna da ardere sono aumentati « non di giorno in giorno, ma di ora in ora » : « negli ultimi cinque anni [prima del 1881] il prezzo della legna da ardere si è più che raddop- piato » *. « Il prezzo del legname ha incominciato ad aumentare a passi da gigante » **. Nel governatorato di Kostromà « in se- guito alla distruzione dei boschi da parte delle fabbriche il prezzo si è raddoppiato in sette anni » **, ecc. L’esportazione del legname è aumentata da un valore di 5.947.000 rubli nel 1856 a 30.153.000 nel 1881 e 39.200.000 nel 1894, è cresciuta cioè nella proporzione 100: 507: 659***. Sulle vie acquee interne della Russia europea nel 1866-1868 sono stati trasportati in media 156 milioni di pud di legna e di legname da costruzione all’anno ****, c nel 1888-1890 in media 701 milioni di pud all’anno *****, cioè il volume dei tra- sporti si è più che quadruplicato. Nel 1888-1890 sono stati traspor- tati per ferrovia in media 290 milioni di pud ******, mentre nel 1866-1868 probabilmente non si erano superati i 70 milioni di pud *******. Cioè il trasporto complessivo del legname, che negli anni sessanta ammontava a circa 226 milioni di pud e nel 1888-1890 a 991 milioni di pud, si è più che quadruplicato. È quindi fuori di dubbio che l’industria forestale ha avuto, precisamente dopo la riforma, un enorme sviluppo. * Le industrie del governatorato di Vladimir , I, p. 61. ** Ivi, IV, p. 80. ** Zbankov, L'influenza delle occupazioni fuori sede sul movimento della popo- lazioni % Kostromà, 1887, p. 25. *** Le forze produttive. Il commercio estero della Russia , p. 39. L’esportazione di legname nel 1902 ha raggiunto il valore di 55,7 milioni di rubli e nel 1903 è salita a 66,3 milioni di rubli (Nota alla II edizione). **** Raccolta statistica militare , pp. 486*487. ***** Rassegna statistica delle ferrovie e delle vie d’acqua interne , Pietroburgo, 1893 (edizione del Ministero delle vie di comunicazione), p. 40. ****•• Ivi, p. 26. ******* Nell’ipotesi che il legname costituisca circa un quinto di tutti i tra- sporti ferroviari ( Raccolta statistica militare , p. 511; cfr. pp. 518-519). 53 2 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Com'è organizzata quest'industria? Essa è puramente capitali- stica. Il legname viene acquistato presso i proprietari terrieri dagli imprenditori e dagli « industriali del legno », che assumono operai per tagliare, segare il legname, flottarlo, ecc. Nel governatorato di Mosca, per esempio, gli statistici degli zemstvo hanno calcolato solo 337 industriali del legno su 24.000 contadini occupati nelle indu- strie del legno*. Essi hanno calcolato che nel distretto di Slobod- skoi, governatorato di Viatka, ci siano 123 industriali del legno (« i piccoli sono per la maggior parte appaltatori dei grandi », e questi ultimi sono soltanto io), e 18.865 °P era i occupati nell’industria del legno, con un salario di 19,50 rubli a testa **. Il signor S. Ko- rolenko ha calcolato che in tutta la Russia europea siano occupati nei lavori forestali non meno di 2 milioni di contadini ***, e questo numero non è certamente esagerato se, per esempio, si calcola **** che in 9 distretti (su 11) del governatorato di Viatka circa 56.430 operai sono occupati in questi lavori, e in tutto il governatorato di Kostromà circa 47.000. I lavori forestali sono fra i peggio retri- buiti; le condizioni igieniche sono quel che ci può essere di peg- gio, e la salute degli operai ne soffre fortemente; gli operai; ab- bandonati nel cuore della foresta, sono completamente indifesi; in questo ramo d'industria regnano infatti la semiservitù, il truck: system e altri analoghi sistemi che accompagnano le industrie con- tadine « patriarcali ». Riportiamo a convalida di questa defini- zione alcuni giudizi di studiosi locali. Gli statistica di Mosca sottolineano « lobbligo di prendere il vitto dai padroni », il che di solito riduce sensibilmente il salario degli operai forestali. Gli operai forestali di Kostromà « vivono nelle foreste, associati in artely in catapecchie tirate su alla bell 'e meglio, riscaldate non con stufe, ma con bracieri. Il vitto pessimo, che consiste di una misera brodaglia e di pane che durante la settimana diventa duro come la pietra, l'aria mefitica... gli indumenti sempre semibagnati... # Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. VII, fase. I, parte II. Spesso da noi anche nei lavori forestali non si fa una rigorosa distinzione fra padroni e operai, chiamando anche questi ultimi industriali del legno. ** Lavori della Commissione artigiana , XI, p. 397. * ## Il lavoro salariato libero, **** In base ai Lavori della Commissione artigiana . LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 533 tutto questo deve esercitare un’influenza perniciosa sulla salute degli operai forestali ». Nelle volosti « forestali » la popolazione vive in condizioni di « maggiore sporcizia » che in quelle di mi- grazione (cioè le volosti in cui predominano le occupazioni fuori sede) *. Sul distretto di Tikhvin, governatorato di Novgorod, leg- giamo: «L’agricoltura... costituisce una fonte accessoria di reddito, sebbene in tutti i dati ufficiali si trovi che la popolazione si dedica alla coltivazione del grano... Tutto ciò che il contadino riceve per i suoi bisogni essenziali, lo guadagna tagliando e flottando il legname per gli industriali del legno. Ma presto sopraggiungerà una crisi: fra 5-10 anni non ci saranno più foreste... ». « L’operaio fore- stale è già quasi un alatore; egli trascorre Pinverno in un tugurio in mezzo ai boschi... e in primavera, disabituatosi ai lavori dome- stici, va a flottare e trainare il legname; solo durante la mietitura e la fienagione diventa sedentario... » I contadini sono « perpetua- mente semiasserviti » agli industriali del legno **. Gli studiosi di Viatka osservano che Passunzione per i lavori forestali di solito coincide nel tempo con l’esazione delle imposte, che la retribuzione in viveri da parte dei padroni riduce fortemente i salari. « Tanto i tagliaboschi quanto i taglialegna ricevono d’estate circa 17 co- pechi al giorno e circa 33 copechi al giorno quando hanno un cavallo... Questo infimo salario è una remunerazione inadeguata del lavoro, se si tiene presente che quest’industria viene eseguita nelle condizioni più antigieniche » ***, ecc. tee. * L. c., pp. 19-20, 39. Cfr, il giudizio del tutto analogo espresso nei Lavori della Commissione artigiana, XII, p. 265. ** Lavori della Commissione artigiana , Vili, pp. 1372-1373. 1474. « Nel di- stretto di Tikhvin, grazie alle esigenze dell 'industria del legno si sono sviluppate le fucine, le concerie, le pelliccerie e in parte anche le calzolerie; le fucine forniscono i ramponi e le altre industrie stivali, pellicciotti e guantoni ». Vediamo qui, fra l'altrn, un esempio del modo come la produzione dei mezzi di produzione (cioè lo svilup- po della sezione nell'economia capitalistica) dà impulso alla produzione dei beni di consumo (cioè alla II sezione). Non è la produzione che segue il consumo, ma il consumo che segue la produzione. *** Lavori della Commissione artigiana , XI, pp. 399-400, 405, 147. Cfr. nume- rose osservazioni nella raccolta degli zemstvo per il distretto di Trubcevsk, go- vernatorato di Oriol, in cui si afferma che « l’agricoltura ha un’importanza se- condaria » mentre la funzione principale spetta alle industrie, particolarmente a quella forestale ( Raccolta di dati statistici per il distretto di TrtibcevsJ ( , Oriol, 1887, soprattutto le osservazioni sui singoli centri). 36-574 534 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Gli operai forestali rappresentano dunque un vasto settore del proletariato rurale, il quale possiede pezzetti di terra insignificanti ed è costretto a vendere la sua forza-lavoro alle condizioni più svan- taggiose. Quest’occupazione è estremamente irregolare e incerta. Gli operai forestali costituiscono perciò quella forma di esercito di riserva (o sovrappopolazione relativa nella società capitalistica) che la teoria ha chiamato latente *: una certa parte (non piccola, come abbiamo visto) della popolazione rurale deve essere costan- temente pronta ad occuparsi in questi lavori, deve provarne co- stantemente il bisogno. È una condizione di vita e di sviluppo per il capitalismo. A misura che vengono distrutte le foreste in seguito al rapace sfruttamento degli industriali del legno (e questo processo si svolge con straordinaria rapidità), si avverte sempre più imperiosa la necessità di sostituire alla legna da ardere il carbon fossile, sempre più rapidamente si sviluppa l’industria carbonifera, l’unica in grado di costituire una salda base per la grande industria meccanica. Combustibile a buon prezzo, otte- nibile in qualunque momento e in qualsiasi quantità a un prezzo ben determinato e non passibile di notevoli oscillazioni: questa l’esigenza della fabbrica moderna, esigenza che l’industria fore- stale non è in grado di soddisfare **. Quanto al rifornimento di combustibile, il predominio dell’industria forestale sull’industria carbonifera corrisponde perciò a una situazione di scarso sviluppo del capitalismo. E quanto poi ai rapporti sociali di produzione, l’industria forestale sta, sotto questo aspetto, all’industria carboni- fera all’incirca come la manifattura capitalistica sta alla grande industria meccanica. L’industria forestale rappresenta la fase più primitiva di una tecnica che sfrutta le ricchezze naturali con metodi rudimentali; l’industria carbonifera conduce a un totale rivolgimen- * Das Kapitaì , I 2 , p. 668 •• Ecco un’illustrazione di questo fatto ricavata dai dati dei Resoconti dei membri della commissione per lo studio dell'industria di fabbrica e d'officina nel Regno di Polonia (Pietroburgo, 1888, parte I). In Polonia il carbon fossile costa la metà che a Mosca. In Polonia il consumo medio di combustibile per pud dì filato costa da 16 a 37 copechi e nel circondario di Mosca da 50 a 73 copechi. Nel circondario di Mosca si fanno scorte di combustibile per 12-20 mesi, in Polonia per non più di tre mesi, e nella maggior parte dei casi per 1-4 settimane. LO SVILUPPO DELLA. GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 535 to nella tecnica e a un vasto impiego delle macchine. L'industria forestale lascia che il produttore rimanga contadino, Tindustria car- bonifera lo trasforma in operaio di fabbrica. L’industria forestale lascia quasi completamente intatto tutto il vecchio sistema di vita patriarcale, e inviluppa gli operai, gettati nel cuore della foresta, nelle peggiori forme di semiservitù, approfittando del fatto che essi sono ignoranti, indifesi e divisi. L'industria carbonifera conferisce mobilità alla popolazione, forma grossi centri industriali e conduce inevitabilmente al controllo sociale della produzione. In una pa- rola, la sostituzione di cui parliamo ha lo stesso significato pro- gressivo della sostituzione della manifattura con la fabbrica *. Inizialmente l’edilizia rientrava anch’essa fra i lavori domestici del contadino, e continua a entrarvi tuttora nella misura in cui si conserva un'economia contadina seminaturale. L’ulteriore svi- luppo fa sì che gli operai edili si trasformino in remeslenniki specialisti che lavorano su ordinazione dei consumatori. Nei vil- laggi e nelle piccole città questa organizzazione dell'industria edile è considerevolmente sviluppata anche oggi; il remeslenni\ con- serva di solito un legame con la terra e lavora per una cerchia molto ristretta di piccoli consumatori. Con lo sviluppo del capitalismo questa industria non può conservare una simile struttura. L’espan- sione del commercio, delle fabbriche, delle città, delle ferrovie • Il signor N.-on, trattando della sostituzione deirindustria forestale con l’industria carbonifera {Profilo , pp. 2x1, 243), come d’abitudine, si limita alle lamentele. Il nostro romantico cerca di non vedere un’inezia, e cioè che dietro l’industria carbonifera capitalistica si trova un'industria forestale anch’essa capita- listica, che si distingue per forme di sfruttamento incomparabilmente peggiori. In compenso egli si dilunga sul « numero degli operai »! Che cosa sono 600.000 mi- natori inglesi rispetto ai milioni di contadini disoccupati? — egli dice (p. 21 1). Noi rispondiamo: la formazione della sovrappopolazione relativa da parte del capi- talismo è fuori di dubbio, ma il signor N.-on non ha affatto capito il nesso esistente fra questo fenomeno ed i bisogni della grande industria meccanica. Fare un con- fronto fra il numero dei contadini occupati, sia pure temporaneamente e irrego- larmente, in diversi lavori e il numero dei minatori specializzati occupati esclusiva- mente nell’estrazione del carbon fossile è un procedimento del tutto assurdo. Il signor N.-on si serve di simili procedimenti soltanto per occultare un fatto che distrugge la sua teoria, e cioè il rapido aumento in Russia tanto degli operai di fabbrica quanto degli operai metallurgico-minerari e, in generale, di tutta la popo- lazione industriale e commerciale. 5 3 6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA crea una domanda di edifici completamente diversi, che non asso- migliano affatto, nè per architettura nè per dimensioni, ai vecchi edifici dell’epoca patriarcale. Per i nuovi edifici occorrono mate- riali molto svariati e costosi, occorre la cooperazione di masse di operai delle più svariate specialità, occorre più tempo per por- tarli a termine; la distribuzione di questi nuovi edifici non corri- sponde affatto alla distribuzione tradizionale della popolazione : essi sorgono nelle grandi città o nei sobborghi, in luoghi non popo- lati, lungo le linee ferroviarie in corso di costruzione, ecc. Il remeslenni^ locale viene trasformato in operaio ausiliario assunto dairimprenditore-ap/W/a/or*?, che gradualmente si inserisce fra il consumatore e il produttore e si trasforma in vero capitalista. Lo sviluppo a salti dell’economica capitalistica, il subentrare dei pe- riodi di « febbre edilizia » (come quello che si attraversa ora, nel 1898) ai lunghi anni di crisi dà un impulso immenso all’espan- sione e all’approfondimento dei rapporti capitalistici nell’edilizia. Questa, secondo i dati della letteratura economica russa, l’evolu- zione dell’industria che stiamo esaminando nel periodo posteriore alla riforma *. Questa evoluzione si manifesta con particolare ri- lievo nella divisione territoriale del lavoro, nella formazione di sin- gole vaste zone in cui la popolazione operaia si specializza in questo o quel tipo di lavori edilizi **. Tale specializzazione delle zone pre- suppone già la formazione di grandi mercati per i lavori edilizi, e in relazione a ciò la formazione di rapporti capitalistici. Riportiamo a titolo illustrativo i dati su una di queste zone. Il distretto di Po- krov del governatorato di Vladimir è rinomato da lungo tempo per * Come abbiamo già avuto occasione di osservare, è difficile poter costatare questa evoluzione, perche nella nostra letteratura gli operai edili in generale ven- gono spesso chiamati « remeslenmJ(i », di modo che in questa categoria vengono compresi del tutto erroneamente anche operai salariati. Sullo sviluppo analogo dell’organizzazione deirindustria edile in Occidente, cfr., per esempio, Webb, Die Geschichte dei britischen Traàe Unionismus , Stuttgart, 1895, p. 134. •* Nel governatorato di Iaroslavl, per esempio, sono particolarmente rinomati i fumisti, gli stuccatori e i muratori del distretto di Daniiov, c ogni sua volost fornisce prevalentemente mastri di uno di questi mestieri. La zona del distretto di Iaroslavl che si trova al di là del Volga fornisce un numero particolarmente cospicuo di imbianchini, la zona centrale del distretto di Mologa fornisce carpen- tieri, ecc. (Rassegna del governatorato di Iaroslavl t fase. II, Iaroslavl, 1896, p. 135 e sg ). LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 537 i suoi carpentieri, che già airinizio del Secolo costituivano oltre la metà di tutta la popolazione. Dopo la riforma il mestiere dei car- pentieri continua a guadagnare terreno *. « Nella zona dei car- pentieri Telemento analogo ai distributori e ai fabbricanti è costi- tuito dagli appaltatori », che di solito provengono dalle file dei soci più abili AtWartel dei carpentieri. « Non sono rari i casi in cui un appaltatore accumula 50-60.000 rubli e più di profitto netto in dieci anni. Alcuni di essi impiegano ciascuno da 300 a 500 car- pentieri e sono già dei veri capitalisti... Non a caso i contadini del luogo dicono che « nulla è più vantaggioso del commerciare in carpentieri » **. È difficile caratterizzare con maggiore efficacia l’es- senza stessa della moderna organizzazione di quest’industria! « 11 mestiere dei carpentieri ha dato una profonda impronta a tutto il sistema di vita dei contadini del luogo... Il contadino carpen- tiere a poco a poco perde l’abitudine all’agricoltura e poi l’abban- dona del tutto ». La vita nelle capitali ha dato un’impronta civile al carpentiere: egli vive in un ambiente incomparabilmente più pulito di quello dei contadini vicini e si distingue nettamente per « cultura », « per grado relativamente alto di sviluppo intel- lettuale » ***. A giudicare dai dati frammentari disponibili, nella Russia eu- * Alla fine degli anni cinquanta dalla zona di Arguni (la volost di Arguni è il centro di questo mestiere) uscirono circa 10.000 carpentieri. Negli anni sessanta gli abitanti di 503 villaggi dei 508 che formano il distretto di Pokrov lavoravano come carpentieri {Le industrie del governatorato di Vladimir , IV, p. 161 e sgg). •* Le industrie del governatorato di Vladimir, IV, pp. 16-4- 165. Il corsivo è nostro. •** Ivi, pp. 165-166. Anche altre fonti danno una caratterizzazione analoga. Cfr. Zbankov, L'influenza delle occupazioni fuori sede sul movimento della popo- lazione nel go va m natorato di Kostromà nel 1866-1883, Kostromà, 1887; Sulle oc- cupazioni urbane fuori sede nel distretto di Soligalic, governatorato di Kostromà. in lurtdicesk} Viestni^, 1890, n. 9; Paese di donne , Kostromà, 1891; Abbozzo di un piano generale per le indagini sulle occupazioni fuori sede. Le industrie fuori sede del governatorato di SmolensJ{ nel 1892- 18( Smolcnsk, 1896; L’influenza delle occupazioni fuori sede sul movimento della popolazione , in Vrac t 1895, n. 25. Cfr. anche le pubblicazioni già citate Rassegna del governatorato di laroslatd. Lavori della commissione per l'industria artigiana, Rassegna statistica del governatorato di Kaluga per il i8<)6, Kaluga, 1897; Rassegna statistica del governatorato di Nizni Novgorod per il 1896, Nizni Novgorod, 1897, e altre pubblicazioni statistiche degli zemstvo. 5 3 8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA ropea deve esserci un numero molto rilevante di operai edili. Nel 1896 nel governatorato di Kaluga se ne contavano 39.860, fra lo- cali e fuori sede. Nel 1894/95 nel governatorato di Iaroslavl, se- condo i dati ufficiali, c’erano 20.170 operai fuori sede, nel governa- torato di Kostromà circa 39.500. In 9 distretti (su 11) del gover- natorato di Viatka circa 30.500 (negli anni ottanta). In 4 distretti (su 12) del governatorato di Tver 15.585, locali e fuori sede. Nel di- stretto di Gorbatov, governatorato di Nizni Novgorod, 2221 tra lo- cali e fuori sede. Dal governatorato di Riazan, secondo i dati uffi- ciali del 1875-1876 dei soli carpentieri non meno di 20.000 erano emigrati in un anno. Nel distretto di Oriol (governatorato di Oriol), 2000 operai edili. In 3 distretti (su 15) del governatorato di Poltava, 1440. Nel distretto di Nikolaievsk (governatorato di Samara) 1339*. A giudicare da queste cifre nella Russia europea non deve esserci meno di un milione di operai edili **. Questa cifra deve piuttosto considerarsi come un minimo, perchè tutte le fonti attestano che dopo la riforma il numero degli operai edili è cresciuto rapidamente ***. Gli operai edili rappresentano il proletariato industriale in formazione, i cui legami con la terra — già oggi molto deboli **** — si allentano di anno in anno. * Le fonti, oltre a quelle indicate nella nota precedente, sono le raccolte degli zemstvo. Il signor V. V. (Lineamenti dell'industria artigiana, p. 61) riporta i dati su 13 distretti dei governatorati di Poltava, Kursk e Tambov. Gli operai edili (il signor V. V. li classifica tutti a torto fra i « piccoli industriali ») sono complessiva- mente 28.644, dal 2,7 % al* 22,1 % di tutta la popolazione maschile adulta dei distretti. Assumendo a norma la percentuale media (8,8 %), per la Russia europea si otterrebbero 1.330. 000 operai edili (calcolando 15 milioni di operai maschi adulti). E i governatorati indicati occupano una posizione intermedia per quanto riguarda lo sviluppo dell’edilizia. •• Il censimento del 28 gennaio 1897 (Compendio generale, 1905) calcola che in tutto l’Impero la popolazione indipendente (che si procura da sè i mezzi di sosten- tamento) nell’ industria edile sia pari a 717.000 persone più 469.000 contadini occu- pati accessoriamente in questa industria ( Nota alla II edizione), ### Per giudicare le dimensioni dell'industria edile si possono utilizzare in parte i dati sul valore degli edifici assicurati contro gli incendi. Nel 1884 questo valore era di 5968 milioni di rubli, nel 1893 di 7854 (Le forze produttive , XII, p. 65). Nc risulta un incremento annuo di 1B8 milioni dì rubli. Nel governatorato di Iaroslavl, per esempio, 1 ' 11-20 % di tutta la popola- zione, cioè il 30-56% degli operai maschi, va a lavorare fuori sede; il 68,7 % di coloro che se ne vanno rimane assente tutto l’anno (Rassegna del governatorato di Iaroslavl ). È evidente che tutti questi sono « contadini solo per denominazione ufficiale » p. 117). LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 539 La situazione degli operai edili si distingue nettamente da quella degli operai forestali, avvicinandosi di più a quella degli operai di fabbrica. Gli edili lavorano nei grandi centri urbani e industriali, che, come abbiamo visto, ne elevano sensibilmente il livello di civiltà. Mentre Pindustria forestale in declino caratterizza le forme scarsamente sviluppate di un capitalismo che si concilia ancora con il sistema di vita patriarcale, Pindustria edile in svi- luppo caratterizza uno stadio superiore del capitalismo, conduce alla formazione di una nuova classe di operai industriali e segna una profonda disgregazione della vecchia popolazione contadina. X L'appendice della fabbrica Chiamiamo appendice della fabbrica quelle forme di lavoro sa- lariato e di piccola industria la cui esistenza è intimamente legata alla fabbrica. Vi rientrano prima di tutto (almeno in parte) gli operai forestali e gli operai edili, dei quali si è già parlato, e che talvolta fanno parte della popolazione industriale dei centri con fabbriche, tal altra fanno parte della popolazione dei villaggi cir- costanti * ** . Vi rientrano, inoltre, gli operai delle torbiere, talvolta gestite dagli stessi proprietari delle fabbriche poi i carrettieri, gli scaricatori, gli addetti aH’imballaggio della merce e, in gene- rale, i cosiddetti manovali, che costituiscono sempre una parte abba- • Nel governatorato di Riazan, per esempio, « la sola fabbrica Khludov » (1894/95: 4849 operai, 6 milioni di rubli di produzione) « occupa in inverno, per il trasporto del legname, circa 7000 cavalli, la maggior parte dei quali apparten- gono ai contadini del distretto di legorievsk » 132 ( Lavori della Commissione arti- giana, VII, pp. 1109-1110). ** Anche nella statistica dell’industria della torba regna il caos. Di solito non è classificata tra le industrie « di fabbrica e d’officina » (cfr. Kobeliatski, Pron* tttario , p. 15), ma a volte lo è; VEIenco, per esempio, conta 12 torbiere Con 2201 operai nel governatorato di Vladimir e in esso soltanto, benché si estragga torba anche in altri governatorati. Secondo Svirski (Le fabbriche e le officine del gover- natorato dt Vladimir ), nel 1880 erano occupati nell’estrazione della torba 6038 per- sone. In tutta la Russia il numero degli operai occupati nel l'estrazione della torba deve superare di molte volte quest’ultima cifra. 540 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA stanza grande della popolazione dei centri con fabbriche. A Pietro- burgo, per esempio, il censimento del 15 dicembre 1890 ha regi- strato 44,814 persone (uomini e donne) nel gruppo dei « giornalieri e manovali»; poi 51,000 persone (uomini e donne) addette ai trasporti, di cui 9500 si occupano in maniera speciale del trasporto e della spedizione di carichi industriali. Inoltre, alcuni lavori se- condari sono eseguiti per conto delle fabbriche da piccoli indu- striali « indipendenti »; nei centri con fabbriche 0 nei loro dintorni si vedono sorgere industrie quali la fabbricazione dei barilotti per gli oleifici e le distillerie*, la fabbricazione di canestri per l’imballaggio delle vetrerie**, di scatole da imballaggio per ferramenta e oggetti in ferro battuto, di manici per gli stru- menti da falegname e da fabbro***, di aghi per i calzaturifici, di tannino per le concerie, ecc. ****, la tessitura di stuoie per l’im- ballaggio degli oggetti manifatturati (Kostromà e altri governato- rati), la fabbricazione degli « stecchini » per fiammiferi (Riazan, Kaluga ed altri governatorati), l’incollatura delle scatole di cartone per le manifatture del tabacco (nei dintorni di Pietroburgo) *****, la fabbricazione di polvere di legno per le fabbriche d’aceto ******, la preparazione dei cascami da parte di piccole filande (a Lodz), industria sviluppatasi per soddisfare i bisogni delle grandi fab- briche *******, ecc. ecc. Tutti questi piccoli industriali, al pari degli operai salariati elencati più sopra, appartengono o alla popolazione industriale dei centri con fabbriche, o alla popolazione semiagri- cola delle località vicine. Inoltre, quando la fabbrica si limita a produrre semilavorati, essa fa nascere talvolta delle piccole indu- strie per la loro lavorazione ulteriore; la filatura meccanica, per • Lavori della Commissione artigiana , VI fase. ** Ivi, Vili fase. : governatorato di Novgorod. Ivi, IX fase.: volosti suburbane del distretto di Tuia. ]sj c i governatorato di. Perm nelle vicinanze della città di Kungur, nel gover- natorato di Tver nel villaggio di Kimry, ecc. ***** Cfr. Resoconto del Consiglio dello zemstvo del distretto di Pietroburgo per il 188 9. Relazione del signor Voinov sulla V circoscrizione sanitaria. •••*•• Resoconti e indagini , I, p. 360. ******* Resoconti per lo studio dell’industria di fabbrica e d'officina nel Regno di Polonia, Pietroburgo, 1888, p. 24. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 54 1 esempio, ha dato impulso alla tessitura artigiana; attorno alle aziende metallurgico-minerarie compaiono « artigiani » che pro- ducono oggetti di metallo, ecc. Infine, anche il lavoro capitali- stico a domicilio è non di rado un’appendice della fabbrica*. L’e- poca della grande industria meccanica è caratterizzata in tutti i paesi da un ampio sviluppo del lavoro capitalistico a domicilio in rami d’industria come, per esempio, l’abbigliamento. Dicevamo già sopra quanto sia diffuso in Russia questo genere di lavoro, quali siano le condizioni che lo distinguono e perchè ci sembra più giusto descriverlo nel capitolo sulla manifattura. Per una descrizione in qualche modo completa di quest’appen- dice della fabbrica occorrerebbe avere una statistica completa delle occupazioni della popolazione o descrizioni monografiche di tutta la vita economica dei centri con fabbriche e dei loro dintorni. Ma anche i dati frammentari di cui abbiamo dovuto accontentarci mo- strano quanto sia erronea lopinione diffusa qui da noi sul distacco che esisterebbe fra l’industria di fabbrica e gli altri tipi d’industria; fra la popolazione delle fabbriche e quella che non è occupata all’interno delle fabbriche. Lo sviluppo delle forme d’industria, come di tutti i rapporti sociali in generale, non può prodursi se non con una lenta progressione, tra una massa di forme transi- torie intrecciantesi le une con le altre e con apparenti ritorni al passato. Lo sviluppo, per esempio, delle piccole industrie può essere indice (come abbiamo visto) di un progresso della manifat- tura capitalistica; ora vediamo che a volte può essere la fabbrica stessa a sviluppare le piccole industrie. Anche il lavoro per lo « s\upstci\ » è un’appendice sia della manifattura che della fab- • In base al l'Elenco abbiamo contato 16 fabbriche con iooo e più operai pre- senti nello stabilimento; esse occupano anche operai esterni in numero di 7857. Per 14 fabbriche con 500-999 operai, gli operai esterni sono 1352. La registrazione del lavoro esterno da parte dcìVEleneo è puramente casuale e contiene un’infinità di lacune. La Raccolta delle relazioni degli ispettori di fabbrica conta, per il 1903, 632 uffici di distribuzione di lavoro, con 65.115 operai. Questi dati sono, certo, estremamente incompleti, ma c tuttavia caratteristico il fatto che la stragrande maggioranza di questi uffici e degli operai da essi occupati si trovino nei centri dell'industria di fabbrica (Mosca e circondario: 503 uffici e 49.345 operai. Gover- natorato di Saratov, cotonami; 33 uffici c 10.000 operai). ( Nota alla II edizione). 54 * LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA brica. Per apprezzare giustamente il significato di questi fatti oc- corre metterli in rapporto con tutta l’organizzazione dell’industria in una data fase del suo sviluppo e con le tendenze fondamentali di questo sviluppo. XI La separazione completa dell'industria dall' agricoltura Solo la grande industria meccanica opera la separazione com- pleta dell’industria dall’agricoltura. I dati russi confermano piena- mente questa tesi, stabilita dall’autore del Capitale per altri paesi * ma ignorata, di solito, dagli economisti populisti. Nel suo Profilo il signor N.-on disserta, a proposito ed a sproposito, sulla « sepa- razione dell’industria dall’agricoltura », senza neppur pensare, però, di analizzare sulla base di dati esatti il modo in cui questo processo si svolge e le forme diverse che esso assume. Il signor V. V., parlando dei legami del nostro operaio industriale con la terra (nella manifattura ; il nostro autore non stima necessario di- stinguere le diverse fasi del capitalismo, pur dandosi l’aria di se- guire le teorie dell’autore del Capitale !), declama a questo propo- sito sulla « vergognosa [sic!] dipendenza » della « nostra [il corsivo è dell’autore] produzione capitalistica » daH’operaio-coltivatore, ecc. (Le sorti del capitalismo , p. 114 ed altre). Del fatto che non sol- tanto da « noi », ma in tutto l’Occidente il capitalismo non sia mai riuscito, prima della grande industria meccanica, a spezzare defi- nitivamente i legami dell’operaio con la terra il signor V. V., a quanto pare, non ha mai sentito parlare, o, se ne ha sentito parlare, se n’è dimenticato! Infine, il signor Kablukov ha recentissima-* mente ammannito agli studenti questa stupefacente deformazione dei fatti: « Mentre in Occidente il lavoro nelle fabbriche è per l’ope- raio il solo mezzo di sussistenza, da noi, salvo eccezioni relativa- mente insignificanti [ sic ///], l’operaio considera il lavoro in f ab- • Das Kapital, I 2 , pp. 779-780 133 LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 543 brica un’occupazione accessoria, si sente maggiormente attratto verso la terra » *. Una trattazione concreta della questione viene fornita nella sta- tistica sanitaria di Mosca, e precisamente nello scritto del signor Dementiev sui « legami degli operai di fabbrica con Pagricol- tura » **. Dati raccolti sistematicamente e riguardanti circa 20.000 operai hanno dimostrato che degli operai di fabbrica solo il 14,1 % va ai lavori dei campi. Ma ancora molto più importante è il fatto, dimostrato nel modo più circonstanziato nell’opera in questione, che è precisamente V'tndustria meccanica quella che distacca gli operai dalla terra . Fra le numerose cifre date a conferma di questa tesi, sceglieremo soltanto quelle più significative *** : Fabbriche e officine Percentuale degli operai che vanno ai lavori dei campi Tessitori e tintori di cotonami Tessitori di seta 72,5 \ J Produzione 63,1 [ Porcellane e maioliche 31,0 [ Stampatori a mano e uffici di distribuzione di ordito . . . | mano 30.7 j Fanno (ciclo completo) 20,4 Filande di cotone e tessitorie meccaniche Tessitorie meccaniche con stampatura e rifinitura 13,8 \ J Produzione 6,2 f Officine meccaniche Stampatura e rifinitura del cotone ■ macchina 2,7 i 1 macchina 2.3 / Abbiamo aggiunto alla tabella dell’autore la divisione di otto industrie in produzione a mano e produzione a macchina. Quanto alla nona industria, quella del panno, diremo che la lavo • Lezioni di economia agraria (sic!), edizione per gli studenti, Mosca, 1897, p. 13. Ritiene forse possibile, questo dotto statistico, ridurre ad « eccezioni relativa- mente insignificanti » 1*85 % dei casi (cfr. il testo più avanti)? *• Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , Sezione statistica sa- nitaria, voi. IV, parte II, Mosca, 1893. £ stato ristampato nel noto libro di Demin- tiEv, La jabbrica ecc. •** Raccolta di dati statistici, I. c., p. 292; La fabbrica, Il ediz., p. 36, 544 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA razione è fatta parte a mano e parte a macchina. Ebbene: dei tessi- tori delle fabbriche con lavorazione a mano circa il 63 % vanno ai lavori dei campi, mentre dei tessitori che lavorano su telai automa- tici nessuno ci va , e degli operai delle fabbriche di panno che impie- gano forza meccanica ce ne va il 3,3 %. « E così, dunque, la causa principale che costringe gli operai di fabbrica a romperla con la terra è il passaggio dalla produzione manuale alla produzione meccanica. Sebbene il numero delle fabbriche con lavorazione a mano sia ancora relativamente abbastanza considerevole, il numero dei loro operai è, in confronto a quello degli operai delle fabbriche con lavorazione a macchina, assolutamente insignificante; ecco la ragione per cui abbiamo una percentuale tanto bassa di operai che vanno ai lavori dei campi: 14,1 % degli operai adulti in generale e 15,4 % degli operai adulti appartenenti al ceto contadino » *. Ricordiamo che i dati di un’inchiesta sanitaria sulle fabbriche del governatorato di Mosca hanno fornito le cifre seguenti : le fab- briche con motori meccanici sono il 22,6 % di tutte le fabbriche (ivi compreso il 18,4 % con macchine a vapore); in esse sono con- centrati ì’8o,7%,di tutti gli operai. Le fabbriche con lavorazione a mano sono il 69,2 % e vi lavora solo il 16,2 % degli operai. In 244 fabbriche con motori meccanici vi sono 92.302 operai (378 per fabbrica), mentre in 747 fabbriche con lavorazione a mano ve ne sono 18.520 (25 per fabbrica) **. Abbiamo notato sopra quanto sia elevata la concentrazione di tutti gli operai di fabbrica russi in grandi stabilimenti, per la massima parte meccanici, che hanno in media 488 e più operai ciascuno. Il signor Dementiev ha studiato particolareggiatamente l’influenza che sul distacco degli operai dalla terra esercitano il luogo di nascita, la differenza fra operai del luogo e operai venuti di fuorivia differenza di ceto (borghesi e contadini), e ne è risultato che tutte queste differenze scompaiono di fronte aH’influenza del fattore fondamentale : il passaggio dalla produ- zione a mano alla produzione a macchina ***, « Quali che siano le • Raccolta , pp. 280-282; La fabbrica , p. 26. •• Raccolta , voi. IV, parte I, pp. 167, 170, 177. *** Nella sua Inchiesta sanitaria sulle fabbriche ed officine del governatorato dì Sniolens\ (Smolcnsk, 1894-1896) il signor Zbankov valuta, solo approssimativamente, il numero degli operai che vanno ai lavori dei campi al 10-15 % nella sola manifat- LO SVILUPPO DELIA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 545 cause che contribuiscono a trasformare lagricoltore di un tempo in operaio di fabbrica, sta di fatto che questi operai speciali esistono già. Essi vengono semplicemente annoverati tra i contadini, ma sono legati al villaggio unicamente dalle tasse che pagano quando devono rinnovare il passaporto, poiché, in realtà, in campagna non hanno nè azienda, nè, molto spesso, nemmeno la casa, che di solito hanno venduto. Perfino il diritto alla terra è da essi conservato, per così dire, solo giuridicamente, e i disordini avvenuti nel 1885 e nel 1886 in molte fabbriche hanno dimostrato che questi operai si con- siderano essi stessi come completamente estranei alla campagna, precisamente come, dal canto loro, i contadini della campagna con- siderano i primi, che pure sono discendenti dei loro compaesani, come forestieri estranei. Siamo dunque di fronte ad una classe già formata di operai che non posseggono il tetto sotto cui vivono, che non posseggono nulla, ad una classe che non è legata a nulla e che vive alla giornata. E questa classe non è nata ieri. Essa ha già una sua genealogia nella fabbrica ed è già, in buona parte, alla terza generazione » *. Infine, sulla questione della separazione delle fab- briche dalPagricoltura troviamo del materiale interessantissimo nella più recente statistica delle fabbriche ed officine. Nel YElenco delle fabbriche e delle officine (dati del 1894/95) vengono riportati i dati sul numero delle giornate in cui ogni fabbrica ha lavorato durante Panno. Il signor Kasperov si è affrettato ad utilizzare questi dati a vantaggio delle teorie populiste, calcolando « che, in media, una fab- brica russa lavora 165 giorni all’anno)), che « il 35 % delle nostre fabbriche lavorano meno di 200 giorni alPanno » **. È ovvio che, tura di Iartsevo (voi. II, pp. 307, 445; nel 1893/94 nella manifattura di Iartsevo si contavano 3106 operai su un totale di 8810 operai occupati nelle fabbriche del governatorato di Smolensk). Operai non permanenti in questa fabbrica; 28 % degli uomini (ir. tutte le fabbriche 29 %) e 18,6 % delle donne (in tutte le fabbriche 21 %. Cfr. voi. Il, p. 469). Va rilevato che fra gli operai non permanenti vengono annoverati: 1) quelli che sono entrati nella fabbrica da meno di un anno; 2) quelli che vanno ai lavori estivi; 3) quelli che, « in generale, hanno interrotto, per una ragione qualsiasi, il lavoro nella fabbrica per qualche anno » (II,' p. 445). * Raccolta , p. 296; La fabbrica , pp. 44-46. ** Bilancio statistico dello sviluppo industriale della Russia. Rapporto di M, I. Tugan-Baranovski, membro della Libera società imperiale di economìa, e discussione dello stesso nelle sedute della terza sezione, Pietroburgo, 1898, p. 41. 546 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA data l’indeterminatezza del concetto di « fabbrica », simili cifre glo- bali non hanno quasi alcun significato, quando non si indichi quanti giorni aH*anno lavorano le diverse categorie di operai. Abbiamo fatto un calcolo sulla base dei dati corrispondenti àt\Y Elenco* per quel che riguarda quelle grandi fabbriche (ioo e più operai) che occupano, come abbiamo visto sopra (§ VII), i tre quarti di tutti gli operai di fabbrica e d'officina. Ne è risultato che la media delle giornate lavorative nei diversi gruppi è: A) 242; B) 235; C) 273 *, e, per l’insieme delle grandi fabbriche, 244. Se facciamo la media delle giornate lavorative per operaio, otteniamo 253 gior- nate lavorative all’anno, cifra media per l’operaio della grande fabbrica. Fra tutte le dodici sezioni nelle quali YElenco divide le industrie, solo in una il numero medio delle giornate lavorative è, per i gruppi inferiori, inferiore a 200, e precisamente nella se- zione XI (prodotti alimentari): A) 189; B) 148; C) 280. Nelle fab- briche dei gruppi A e B di questa sezione sono occupati 110.588 operai = 16,2 % di tutti gli operai delle grandi fabbriche (655.670). Notiamo che in questa sezione sono riunite industrie del tutto eterogenee, come, per esempio, quella dello zucchero di barbabie- tola e del tabacco, della distillazione dell’acquavite e della moli- tura, ecc. Per le altre sezioni la media delle giornate lavorative per fabbrica è la seguente: A) 259; B) 271; C) 272. Così, quanto più grandi sono le fabbriche, tanto maggiore è il numero dei giorni nei quali lavorano nel corso dell’anno. I dati complessivi relativi alle maggiori fabbriche della Russia europea confermano dunque le conclusioni della statistica sanitaria di Mosca e dimostrano che la fabbrica crea una classe di operai di fabbrica permanenti. I dati relativi agli operai di fabbrica russi confermano quindi in pieno la teoria del Capitale , secondo la quale è appunto la grande industria meccanica a compiere un rivolgimento completo e decisivo nelle condizioni di vita della popolazione industriale, staccandola definitivamente dairagricoltura e dalle tradizioni seco- lari di vita patriarcale ad essa legate. Ma, pur distruggendo i rap- porti patriarcali e piccolo-borghesi, la grande industria meccanica * Ricordiamo che il gruppo A comprende le fabbriche con 100-499 operai , quello B le fabbriche con 500-999 operai e quello C fabbriche con 1000 e più operai, LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 547 crea, d’altro lato, delle condizioni che avvicinano fra loro i lavo- ratori salariati deH’agricoltara e dell’industria: in primo luogo, essa trasferisce in generale nelle campagne il regime di vita industriale e commerciale inizialmente formatosi nei centri non agricoli; in secondo luogo, essa rende mobile la popolazione e crea dei grandi mercati di mano d’opera sia agricola che indu- striale; in terzo luogo, la grande industria meccanica, introducendo le macchine nell’agricoltura, attira nelle campagne esperti lavora- tori dell’industria che si distinguono per un tenore di vita molto più elevato. XII Le tre fasi dì sviluppo del capitalismo nell' industria russa Facciamo ora il bilancio delle conclusioni fondamentali cui conducono i dati sullo sviluppo del capitalismo nella nostra in- dustria *. Le fasi principali di questo sviluppo sono tre : piccola produ- zione di merci (piccole industrie, principalmente contadine), ma- nifattura capitalistica, fabbrica (grande industria meccanica). I fatti confutano in pieno l’opinione diffusa qui da noi del distacco dell’industria « di fabbrica e d’officina » da quella « artigiana ». La divisione fra quella e questa è, al contrario, puramente artifi- ciale. Il nesso e il rapporto di successione cronologica fra le forme d’industria da noi indicate sono i più stretti ed immediati. I fatti indicano con tutta chiarezza che la tendenza fondamentale della piccola produzione di merci è di sviluppare il capitalismo, e, in particolare, di creare la manifattura, mentre quest’ultima, con estrema rapidità, si trasforma sotto i nostri occhi in grande indu- stria meccanica. Una delle manifestazioni più significative del nesso stretto ed immediato esistente fra le successive forme d’in- dustria è data forse dal fatto che molti dei grandi e grandissimi • Limitandoci, come si è detto nella prefazione, al periodo posteriore alla ri- forma, lasciamo da parte le forme d’industria fondate sul lavoro della popolazione asservita. LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 548 fabbricanti sono stati un tempo piccoli industriali e sono pas- sati attraverso tutti gli stadi, dalla « produzione popolare » fino al « capitalismo ». Savva Morozov fu servo della gleba (si affrancò nel 1820), pastore, cocchiere, operaio tessile, tessitore artigiano che andava a Mosca a piedi a vendere la sua merce agli s\upstcìì(i y poi proprietario di un piccolo stabilimento, di un ufficio di distribu- zione, di una fabbrica. Quando, nel 1862, morì era proprietario, assieme ai suoi numerosi figli, di due grandi fabbriche. Nel 1890 nelle quattro fabbriche appartenenti ai suoi discendenti erano occu- pati 39.000 operai, con una produzione del valore di 35 milioni di rubli *. NelPindustria della seta del governatorato di Vladimir numerosi grandi manifatturieri provengono dalle file degli operai tessili e dei tessitori artigiani **. I più grandi fabbricanti di Iva- novo-Voznesensk (i Kuvaiev, i Fokin, gli Zubkov, i Kokusckin, i Bobrov e molti altri) sono ex artigiani ***. Le fabbriche di broc- cati del governatorato di Mosca erano tutte botteghe artigiane ****. Zavialov, fabbricante della regione di Pavlovo, ancora nel 1864 « ricordava benissimo il tempo in cui era semplice lavorante presso il mastro artigiano Khabarov » *****. Il fabbricante Varypaiev era un piccolo artigiano ******; Kondratov era artigiano ed andava a Pavlovo a piedi portando la sua mercanzia in un sacco *******. \\ fabbricante Asmolov è stato conducente di cavalli al servizio di ven- ditori ambulanti; poi piccolo commerciante, proprietario di un pic- colo laboratorio per la manifattura del tabacco, e infine di una gran- de fabbrica con un giro di affari di parecchi milioni ********. Ecc. ecc. Sarebbe interessante vedere come i nostri economisti populisti individuerebbero in questi casi, e in altri simili, il punto in cui * Le industrie del governatorato di Vladimir , IV, 5-7; Indicatore per il 1890; Sciscmardv, Breve profilo dell industria nella zona della ferrovia di Nizni Novgorod e di Sctuia-lvanovo , Pietroburgo, 1892, pp. 28-32. ** Le industrie del governatorato di Vladimir ì III, p. 7 e sgg. *** Sciscm arev , pp. 56-62. **** Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. VII, fase. HI, Mosca, 1883, pp. 27-28. ***** A. Smirnov, Pavlovo e Vorstna, p. 14. ****** Labzin, 1 . c., p. 66. ******* Gricoriev, 1 . C-, p. 36. ******** Rassegna storico-statistica , voi. II, p. 27. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 549 finisce la produzione « popolare » e comincia il capitalismo « arti- ficiale ». Le tre forme d’industria fondamentali indicate più sopra si distinguono innanzi tutto per la diversa struttura tecnica. La pic- cola produzione di merci è caratterizzata da una tecnica manuale affatto primitiva, che non ha subito mutamenti da tempi pressoché immemorabili. L’industriale resta un contadino che ricalca sulla tradizione i metodi di lavorazione della materia prima. La mani- fattura introduce la divisione del lavoro, che provoca una trasfor- mazione sostanziale della tecnica e fa del contadino un operaio manifatturiero, un « operaio parziale ». Ma resta la produzione a mano, e sulla sua base il progresso dei metodi di produzione è inevitabilmente lentissimo. La divisione del lavoro si stabilisce spontaneamente e, come il lavoro del contadino, viene ricalcata sulla tradizione. Solo la grande industria meccanica produce un cam- biamento radicale, getta a mare l’arte manuale, riorganizza la pro- duzione su basi nuove, razionali, applica sistematicamente alla produzione i risultati della ricerca scientifica. In Russia, fino a quando il capitalismo non ha organizzato la grande industria mec- canica, e nei rami d’industria in cui non l’ha ancora organizzata, osserviamo una stagnazione quasi completa della tecnica, vediamo usare lo stesso telaio a mano, lo stesso mulino, ad acqua o a vento, che venivano impiegati secoli fa. Nei rami d’industria conqui- stati dalla fabbrica, al contrario, assistiamo ad un completo rivol- gimento tecnico e ad un progresso estremamente rapido dei metodi di produzione a macchina. In connessione col diverso livello raggiunto dalla tecnica no- tiamo varie fasi di sviluppo del capitalismo. La piccola produzione di merci e la manifattura sono caratterizzate dal predominio delle piccole imprese, dalle quali si distinguono .solo pochissime imprese più grandi. La grande industria meccanica elimina definitivamente le piccole aziende. I rapporti capitalistici si affermano anche nelle piccole industrie (sotto forma di laboratori con operai salariati e di capitale commerciale), ma vi sono ancora poco sviluppati e non si cristallizzano in antagonismi netti fra i gruppi di persone parte- cipanti alla produzione. Qui non ci sono ancora nè grossi capitali, nè larghi strati di proletariato. Nella manifattura vediamo sor- 37 - 574 55 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA gere sia gli uni che gli altri. L’abisso fra il possessore dei mezzi di produzione e l’operaio raggiunge già dimensioni notevoli. Assi- stiamo al sorgere di località industriali « ricche », in cui il grosso della popolazione è formato di lavoratori assolutamente nullate- nenti. Un numero esiguo di mercanti che maneggiano somme enormi per l’acquisto delle materie prime e per lo smercio dei pro- dotti ed una massa di operai parziali che vivono alla giornata : questo il quadro d’insieme della manifattura. Ma la moltitudine di piccoli stabilimenti, la conservazione del legame con la terra, il rispetto della tradizione nella produzione e in tutto il regime di vita, tutto questo crea una massa di elementi intermedi fra i due estremi della manifattura e intralcia lo sviluppo di questi estremi. Nella grande industria meccanica tutti questi intralci scompaiono; l’asprezza degli antagonismi sociali tocca il suo acme. Tutti i lati negativi del capitalismo sembrano concentrarsi in un solo punto: com’è noto, la macchina dà un enorme impulso al prolungamento illimitato della giornata lavorativa; le donne e i fanciulli ven- gono trascinati nella produzione; si forma (e, date le condizioni della produzione di fabbrica, non può non formarsi) un esercito di riserva di disoccupati, ecc. Tuttavia la socializzazione del lavoro, realizzata dalla fabbrica su scala enorme, e la trasformazione dei sentimenti e delle idee della popolazione che vi è occupata (in par- ticolare la distruzione delle tradizioni patriarcali e piccolo-borghesi) suscitano una reazione : la grande industria meccanica, a differenza delle fasi precedenti, esige categoricamente una regolamentazione pianificata della produzione e il suo controllo sociale (una delle manifestazioni di questa tendenza è la legislazione sulle fab- briche)*. Il carattere stesso dello sviluppo della produzione varia nelle diverse fasi del capitalismo. Nelle piccole industrie questo sviluppo segue quello deireconomia contadina; il mercato è estremamente limitato, la distanza fra il produttore e il consumatore è piccola, • Sulla questione del nesso esistente fra la legislazione sulle fabbriche e le con- dizioni c i rapporti suscitati dalla grande industria meccanica, cfr. il secondo capi- tolo della seconda parte del libro del signor Tugan-Baranovski, La fabbrica in Russia , c in particolare l'articolo sul Novoie Slovo del luglio 1897. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 551 le dimensioni insignificanti della produzione si adattano agevol- mente ad una domanda locale poco variabile. L’industria è perciò caratterizzata, in questa fase, dalla massima stabilità. Si tratta però di una stabilità che equivale alla stagnazione della tecnica ed alla conservazione di rapporti sociali patriarcali inviluppati in ogni sorta di sopravvivenze di tradizioni medioevali. La manifattura lavora per un grande mercato, talvolta per tutta la nazione, e perciò la produzione acquista il carattere d’instabilità proprio del capitalismo, instabilità che raggiunge il suo culmine con la fab- brica. Lo sviluppo della grande industria meccanica non può pro- cedere che a salti, attraverso il periodico alternarsi di fasi di pro- sperità e di crisi. La rovina dei piccoli produttori è notevolmente incrementata da questo sviluppo a salti della fabbrica; gli operai sono ora attratti in massa dalla fabbrica, e questo nei periodi di espansione impetuosa, ora respinti. Condizione per resistenza e lo sviluppo della grande industria meccanica è il costituirsi di un enorme esercito di riserva di disoccupati e di uomini pronti ad ac- cettare qualsiasi lavoro. Nel secondo capitolo abbiamo indicato in quali strati della popolazione contadina quest’esercito venga reclu- tato, mentre nei capitoli successivi si sono rilevati i principali tipi di occupazioni per i quali il capitale tien pronto queste riserve. L’« instabilità » della grande industria meccanica ha sempre pro- vocato e provoca tuttora le nostalgie reazionarie di coloro che con- tinuano a guardare le cose con l’occhio del piccolo produttore e dimenticano che solo questa « instabilità » ha potuto sostituire alla stagnazione del passato la rapida trasformazione dei metodi di produzione e di tutti i rapporti sociali. Una delle manifestazioni di questa trasformazione è la sepa- razione deirindustria dall’agricoltura, la liberazione dei rapporti sociali nell’industria dalle tradizioni della servitù della gleba e del regime patriarcale che gravano sull’agricoltura. Nella piccola produ- zione di merci P« industriale » non si è ancora completamente li- berato dal suo involucro contadino; egli resta, il più delle volte, un coltivatore, e questo legame della piccola industria con la piccola agricoltura è così stretto che osserviamo un’interessante legge di parallelismo nella disgregazione dei piccoli produttori nellmdu- stria e nell’agricoltura. La formazione della piccola borghesia e 31 * 55 ^ LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA degli operai salariati procede di pari passo nell’uno e nell’altro di questi campi dell’economia nazionale, preparando ad un tempo, ai due poli della disgregazione, la recisa separazione dall’agricoltura di coloro che sono occupati nell’industria. Nella manifattura questa rottura è già molto sensibile. Si forma tutta una serie di centri industriali che non si occupano di agricoltura. Principale rappre- sentante dell’industria diventa non più il contadino, ma il mer- cante e manifatturiero da una parte, il « lavoratore * dall’altra. L’industria e le relazioni commerciali relativamente sviluppate con il resto del mondo elevano il tenore di vita della popola- zione e il suo livello culturale; il lavoratore della manifattura guarda già dall’alto in basso il contadino coltivatore. La grande industria meccanica porta a compimento questa trasformazione, separa definitivamente l’industria dall’agricoltura, crea, come ab- biamo visto, una classe particolare della popolazione compieta- mente estranea alla vecchia popolazione contadina, dalla quale si distingue per il diverso regime di vita, per la diversa organizza- zione dei rapporti familiari, per un più elevato livello dei bisogni sia materiali che spirituali *, Nelle piccole industrie e nella mani- fattura scorgiamo sempre delle sopravvivenze di rapporti patriar- cali e di varie forme di dipendenza personale che, nel quadro d’in- sieme dell’economia capitalistica, aggravano all’estremo la situa- zione dei lavoratori, li umiliano e li corrompono. La grande indu- stria meccanica, concentrando nello stesso luogo masse di operai provenienti talora da opposte estremità del paese, non si concilia assolutamente più con le sopravvivenze della vita patriarcale e della dipendenza personale, e invero si distingue per il suo « disprezzo per il passato ». E questa rottura con le vecchie tradizioni è ap- punto una delle condizioni essenziali che hanno creato la possibi- lità e determinato la necessità di regolamentare la produzione e di • Sul tipo della gente « di fabbrica », cfr. sopra, cap. VI, § II, 5, pp. 405-406. Cfr., inoltre: Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , voi. VII, fase. HI, Mosca, 1883, P* 5 ® (l’operaio di fabbrica è un ragionatore, un « saccente »); Raccolta di Ninni Novgorod , I, pp. 42-43; voi. IV, p. 335; Le industrie del gover- natorato di Vladimir , III, pp. 113-114 ed altre; Novoie Slovo , 1897, ottobre, p. 63. Cfr. anche le opere summenzionate di Zbankov, che tratteggiano la fisionomìa degli operai che sono andati in cerca di occupazioni neirindustria e nel commercio in città. LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 553 sottoporla ad un controllo sociale. In particolare, parlando della trasformazione delle condizioni di vita della popolazione operata dalla fabbrica, bisogna osservare che Fimmissione di donne e di adolescenti * nella produzione è un fenomeno sostanzialmente pro- gressivo. È indiscutibile che la fabbrica capitalistica pone queste categorie della popolazione operaia in una situazione particolar- mente dura, che nei loro riguardi sono necessarie una riduzione e regolamentazione della giornata di lavoro, la garanzia di condi- zioni di lavoro igieniche, ecc., ma sarebbe reazionario e utopistico voler vietare completamente il lavoro delle donne e degli adole- scenti nelFindustria, o sostenere quel regime di vita patriarcale che escludeva questo lavoro. Distruggendo Fisolamento patriarcale di queste categorie della popolazione, che in passato non uscivano dalla cerchia ristretta dei rapporti familiari e domestici, chiaman- dole a partecipare direttamente alla produzione sociale, la grande industria meccanica affretta il loro sviluppo, aumenta la loro indi- pendenza, ossia crea delle condizioni di vita infinitamente supe- riori alFimmobilità patriarcale dei rapporti precapitalistici **. • Secondo i dati de\V Indicatore nelle fabbriche ed officine della Russia europea erano occupati nel 1890 complessivamente 875.764 operai, di cui 210.207 (*4 %) erano donne, 17.793 ( 2 %) ragazzi e 8216 (1 %) ragazze. « La povera tessitrice segue il padre e il marito in fabbrica, lavora as- sieme e indipendentemente da loro. Essa contribuisce al mantenimento della fa- miglia come l'uomo ». « Nella fabbrica... la donna è una produttrice del tutto in- dipendente, come suo marito ». Fra le lavoratrici delle fabbriche l’ analfabetismo è in costante e rapida diminuzione {Le industrie del governatorato di Vladimir , III, pp. 112, ri3, 118 ed altre). Completamente giusta è la seguente conclusione del signor Kharizomenov : l'industria distrugge la «dipendenza economica della donna dalla famiglia... c dall’uomo... Nella fabbrica altrui la donna è messa alla pari con l’uomo: è l’uguaglianza del proletario... La trasformazione capitalistica dell’in- dustria influisce visibilmente sulla lotta della donna per la propria indipendenza nella famiglia ». « L’industria crea per la donna una condizione nuova e del tutto indipendente dalla famiglia e dal marito » (luridicesfy Vietimi 1883, n. 12, pp. 582-596). Nella Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca (voi. VII, fase. II, Mosca, 1882, pp. 138-139, 152) gli studiosi confrontano la situazione della lavoratrice neU’industria delle calze prodotte a mano a quella esistente nell’indu- stria delle calze prodotte a macchina. Il guadagno giornaliera nella produzione a mano è di circa 8 copechi, in quella a macchina di 14-30 copechi. La situazione della lavoratrice nella produzione a macchina viene così descritta: « ... Abbiamo davanti a noi una ragazza libera, non impacciata da ostacoli di sorta, emancipata dalla famiglia e da tutto ciò che caratterizza le condizioni di esistenza della conta- dina, una ragazza che può ad ogni momento passare da un luogo all’altro, da un 554 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Le prime due fasi di sviluppo dell’industria sono caratterizzate dalla sedentarietà della popolazione. Il piccolo industriale, restando contadino, è incatenato al suo villaggio dall’azienda agricola. L’ope- raio della manifattura è di solito legato alla piccola e chiusa zona industriale creata dalla manifattura. In se e di per se il regime del- l’industria nella prima e nella seconda fase di sviluppo non ha nulla che distrugga la sedentarietà e l’isolamento del produttore. I rap- porti fra le diverse zone industriali sono rari. Il trasferimento del- l’industria in altri luoghi non si compie che attraverso l’emigrazione di singoli piccoli produttori, che fondano nuove piccole industrie nelle regioni periferiche del paese. Al contrario, la grande industria meccanica rende necessariamente mobile la popolazione; i rapporti commerciali fra le varie zone si estendono enormemente; le ferrovie facilitano gli spostamenti. La domanda di operai in generale au- menta, salendo nei periodi di espansione impetuosa e cadendo in quelli di crisi, per cui il trasferimento di operai da un’impresa all’altra, da un capo all’altro del paese diviene una necessità. La grande industria meccanica crea una serie di nuovi centri indu- striali, che sorgono talvolta, con una rapidità mai vista prima d’ora, in luoghi disabitati, fenomeno che non sarebbe possibile senza grandi spostamenti di operai. Parleremo più sotto delle di- mensioni e dell’importanza delle cosiddette industrie non agricole fuori sede. Per il momento ci limiteremo ad un breve cenno ai dati della statistica sanitaria degli zemstvo per il governatorato di Mosca. Le informazioni fornite da 103. 175 operai di fab- brica e d’officina hanno mostrato che degli operai nativi di un dato distretto quelli che lavorano nelle fabbriche di questo stesso distretto sono 53.238, e cioè il 51,6 % del loro numero complessivo. Circa la metà sono dunque emigrati da un distretto all’altro. Il padrone all’altro, e che ad ogni istante può restare senza lavoro,... senza un pezzo di pane... Con la produzione a mano la maglierista ha il più magro dei guadagni, un guadagno che non basterebbe a coprire le spese per il vitto, un guadagno accet- tabile solo in quanto essa, come membro di una famiglia agricola che dispone di un suo nadiel , fruisce in parte dei prodotti di queirappezzamento; con la produzione a macchina una lavorante esperta, oltre al vitto e al tè, ha un guadagno che le permette... di vivere fuori della famiglia e di fare ormai a meno del reddito che la famiglia ricava dalla terra... Oltre a ciò, il guadagno di una lavorante esperta nella produzione a macchina è, nelle condizioni attuali, meno aleatorio ». LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 555 numero degli operai nativi del governatorato di Mosca è risultato di 66.038, ossia il 64 % del totale *. Più di un terzo di essi sono dunque arrivati da altri governatorati (soprattutto dai governatorati della fascia industriale centrale vicini a quello di Mosca). Inoltre il confronto fra i vari distretti mostra che i più industrializzati si distinguono per la percentuale più bassa di operai nativi che vi la- vorano; nei distretti poco industrializzati di Mogiaisk e di Volo- kolamsk, per esempio, il 92-93 % degli operai di fabbrica sono nativi dello stesso distretto in cui lavorano. Nei distretti altamente industrializzati di Mosca, Kolomna e Bogorodsk, invece, la per- centuale degli operai nativi del distretto cade al 24 %, 40 %, 50 %. Gli autori delPinchiesta ne traggono la conclusione che « il note- vole sviluppo della produzione di fabbrica nel distretto vi favorisce l’afflusso di elementi forestieri » **. Questi dati indicano altresì (ag- giungeremo noi) che lo spostamento di operai industriali presenta le stesse caratteristiche da noi rilevate per lo spostamento degli operai agricoli. Vogliamo dire, cioè, che gli operai industriali, al pari di quelli agricoli, abbandonano non solo le località in cui esiste un eccedenza di operai, ma anche quelle in cui questi scarseggiano. Il distretto di Bronnitsy, per esempio, richiama 1125 operai da altri distretti del governatorato di Mosca e da altri governatorati, for- nendo, nello stesso tempo, 1246 operai ad altri distretti più indu- strializzati: quelli di Mosca e Bogorodsk. Gli operai se ne vanno dunque non soltanto perchè non trovano « occupazioni a portata di mano sul luogo », ma anche perchè sono spinti a recarsi dove le condizioni sono migliori. Per quanto elementare possa sembrare questo fatto, non sarà superfluo ricordarlo ancora una volta agli economisti populisti, i quali idealizzano le occupazioni locali e condannano il lavoro fuori sede, ignorando la funzione progres- siva che ha la mobilità della popolazione creata dal capitalismo. I tratti caratteristici sopraddescritti, che distinguono la grande industria meccanica dalle forme d'industria precedenti, possono * In un governatorato meno industriale, quello di Smolensk, le informazioni fornite da 5000 operai di fabbrica hanno mostrato che per l’8o % essi erano nativi dello stesso governatorato di Smolensk (Zbankov, 1 . c., II, p. 442). ** Raccolta di dati statistici per il governatorato dì Mosca. Sezione statistica sa- nitaria, voi. IV, parte I (Mosca, 1890), p. 240. 556 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA essere riassunti in queste parole : socializzazione del lavoro. Infatti, sia la produzione per un grande mercato nazionale ed in- ternazionale, sia lo sviluppo di stretti rapporti commerciali fra le diverse zone di un paese e tra i diversi paesi per Tacquisto delle materie prime e ausiliarie, sia il colossale progresso tecnico, la con- centrazione della produzione e della popolazione in stabilimenti giganteschi, sia la distruzione delle antiquate tradizioni del modo di vita patriarcale, la mobilità acquistata dalla popolazione, rele- varsi del livello dei bisogni e lo sviluppo culturale del lavoratore, sono tutti elementi del processo capitalistico che, in misura sempre maggiore, socializza la produzione del paese e, nello stesso tempo, coloro che vi partecipano *. • I dati esposti negli ultimi tre capitoli dimostrano, a nostro avviso, che la classificazione delle forme e delle fasi capitalistiche nell'indusiria stabilita da Marx è più giusta e più ricca di contenuto di quella, molto diffusa ai giorni nostri, che confonde manifattura e fabbrica e fa del lavoro per lo s\upstd]( una forma d’in- dustria a se (Held, Buchcr). Confondere tra di loro manifattura e fabbrica vuol dire assumere come base della classificazione caratteristiche puramente esteriori e trascu- rare quelle particolarità essenziali della tecnica, dell’economia e della vita quoti- diana che distinguono il periodo manifatturiero del capitalismo da quello delle macchine. Quanto al lavoro capitalistico a domicilio, esso ha indubbiamente una parte molto importante nel meccanismo dell’industria capitalistica. È altresì indubbio che il lavoro per lo s^upstd\ è un tratto caratteristico proprio del capitalismo che precede l’impiego delle macchine, ma s’incontra (c in proporzioni non trascurabili) nei più diversi periodi di sviluppo del capitalismo. È impossibile capire il significato del lavoro per lo skupstd^ se non lo si mette in relazione con tutto l’ordinamento dell’industria in un dato periodo o in una data fase di sviluppo del capitalismo. Sia il contadino che intreccia panieri su ordinazione del bottegaio del villaggio, sia partigiano di Pavlovo che fabbrica a domicilio manici di coltello dietro ordinazione di Zavialov, sia la lavorante che cuce un vestito, un paio di scarpe, dei guanti, che incolla scatole dietro ordinazione dei grandi fabbricanti o commercianti, tutti questi lavorano per uno sf^upstd{, ma il lavoro capitalistico a domicilio ha, in tutti questi casi, un carattere diverso c una diversa importanza. Non neghiamo affatto, s’intende, i meriti, per esempio, di Bùcher nello studio delle forme d'industria precapitalistiche, ma riteniamo che la sua classificazione di queste forme d’in- dustria sia erronea. Quanto alle concezioni del signor Struve (cfr. Mìr Bogt, 1896, n. 4), non possiamo condividerle, in quanto egli accetta la teoria di Buchcr (nella parte suindicata) e la applica aU'« artigianato » russo. (Da quando sono state scritte queste righe — 1899 — il signor Struve ha avuto il tempo di condurre a termine la propria evoluzione scientifica e politica. Esitante un tempo fra Buchcr e Marx, fra l’economia liberale e quella socialista, egli si è ora trasformato in un purissimo borghese liberale. Chi scrive queste righe è fiero di aver contribuito, nella misura delle proprie forze, a sbarazzare la socialdemocrazia da simili ele- menti {Nota alla II edizione). LO SVILUPPO DELLA GRANDE INDUSTRIA MECCANICA 557 Per quel che riguarda la questione del rapporto esistente in Russia tra la grande industria che fa uso di macchine e il mercato interno per il capitalismo, i dati esposti sopra ci portano alla se- guente conclusione. Il rapido sviluppo in Russia dell’industria di fabbrica crea un mercato immenso e in continuo sviluppo dei mezzi di produzione (materiali da costruzione, combustibili, me- talli, ecc.), fa aumentare con particolare rapidità la parte della popolazione occupata a produrre articoli destinati non al consumo individuale, ma alla produzione. Ma anche il mercato dei beni di consumo individuale si estende rapidamente in seguito allo svi- luppo della grande industria che fa uso di macchine e che distoglie dairagricoltura una parte sempre maggiore della popolazione a van- taggio delle occupazioni industriali e commerciali. Quanto al mer- cato interno dei prodotti di fabbrica, il suo processo di formazione è stato minutamente analizzato nei primi capitoli della presente opera. CAPITOLO Vili LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO Ci rimane ora da tirare le somme dei dati esaminati nei prece- denti capitoli e da tentare di dare un’idea dell’interdipendenza tra i diversi rami dell’economia nazionale nel loro sviluppo capitalistico. I Lo sviluppo della circolazione delle merci Come è noto, la circolazione delle merci precede la produzione mercantile e costituisce una delle condizioni (ma non la sola) del sorgere di quest’ultima. Nella presente opera abbiamo limitato il nostro compito all’analisi dei dati relativi alla produzione mercan- tile capitalistica, per cui non abbiamo intenzione di soffermarci par- ticolareggiatamente sull’importante questione dello sviluppo della circolazione delle merci nella Russia posteriore alla riforma. Per dare un’idea generale della rapidità dello sviluppo del mercato interno basteranno le brevi indicazioni seguenti. La rete ferroviaria russa è passata da 3819 chilometri nel 1865 a 29.063 chilometri nel 1890*, è cioè aumentata di più di sette * Vbersichten der Weltivirtschaft , 1 . c. Nel 1904 esistevano 54.875 chilometri di ferrovie nella Russia europea (compresi il Regno di Polonia, il Caucaso e la Fin- landia) c 8351 nella Russia asiatica ( Nota alla II edizione). LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 559 volte. Per compiere lo stesso progresso è occorso alPInghilterra un periodo di tempo maggiore (4082 km. nel 1845 e 26.819 ne l ^75’ con un aumento di sei volte) e alla Germania un periodo di tempo minore (2143 km. nel 1845 e 27.981 nel 1875, con un aumento di dodici volte). Il numero delle verste di ferrovia costruite ogni anno oscilla fortemente nei vari periodi: in cinque anni, per esempio, dal 1868 al 1872, ne sono state costruite 8806 verste, e, in altri cin- que anni, dal 1878 al 1882, solo 2221 verste*. Dall’ampiezza di queste oscillazioni ci si può fare un’idea delle proporzioni dell’eser- cito di riserva di disoccupati necessario al capitalismo, che ora aumenta, ora riduce la domanda di operai. In Russia ci sono stati due periodi di grande ascesa nello sviluppo delle ferrovie: la fine degli anni sessanta (e l’inizio degli anni settanta) e la seconda metà degli anni novanta. Dal 1865 al 1875 l’aumento medio annuo della rete ferroviaria è stato di 1500 chilometri e dal 1893 al 1897 di circa 2500 chilometri. I trasporti di merci per ferrovia hanno raggiunto le propor- zioni seguenti: 1868, 439 milioni di pud; 1873, 1117 milioni; 1881, 2532 milioni; 1893, 4846 milioni; 1896, 6145 milioni; 1904, 11.072 milioni. Non meno rapidamente è aumentato il movimento pas- seggeri : 1868, 10,4 milioni di passeggeri; 1873, 22,7; 1881, 34,4; 1893, 39,4; 1896, 65,5; 1904, 123,6**. Lo sviluppo dei trasporti per via d’acqua si presenta nel modo seguente (dati per tutta la Russia)*** [vedi tabella a p. 560]. Sulle vie d’acqua interne della Russia europea nel 1881 vennero trasportati 899,7 milioni di pud; nel 1893, 1181,5 milioni di pud; nel 1896, 1553 milioni di pud. Il valore delle merci trasportate fu rispettivamente di 186,5 milioni di rubli, 257,2 milioni di rubli, 290 milioni di rubli. * V. Mikhailovski, Lo sviluppo della rete ferroviaria russa , in Lavori della Libera società imperiale di economia , 1898, n. 2. ** Raccolta statistica militare , p. 511; signor N.-on, Profilo , appendice; Le forze produttive , XVII, p. 67; Viestnil^ Finansov , 1898, n. 43; Annuario russo, annata 1905, Pietroburgo, 1906, *** Raccolta statistica militare , p. 445; Le forze produttive , XVII, p. 42; Viestnì\ Finansov , 1898, n. 44. 5 òo LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Anni Vapori il Z « 1 Ptrionale £ « E 3 a X ì > g £ 0 c. a 0 « 0 •5 s- > O J» §1 ì> d ■ 0 s 0 I • > navi non a vapore totale 1868 646 '^47.313 - - - - - - ~ - 1884 1246 72.105 20.095 6,1 362 368,1 48,9 32,1 81 18.766 94.099 112.865 1890 1824 103.206 20.125^ 9,2 401 410,2 75,6 3B,3 113,9 2S.B14 90.356 116.170 1895 2539 129.759 20.580 12,3 1 526.9| 539,2 97,9 46,0 143,9 1 32.689 i 85.606 118.297 Nel 1868 la flotta mercantile russa era composta di 51 vapori, per una stazza di 14.300 lasty, e di 700 velieri, per una stazza di 41.800 lasty, e nel 1896 di 422 vapori, stazzanti 161.000 lasty *. Lo sviluppo della navigazione mercantile in tutti i porti dei mari esterni è stato il seguente. Nel quinquennio 1856-1860 il nu- mero delle navi entrate e uscite fu in media di 18.901, per una stazza di 3.783.000 tonnellate; nel quinquennio 1886-1890 si ebbero in media 23.201 navi ( + 23 %), per una stazza di 13.845.000 ton- nellate ( + 266%). La stazza è dunque aumentata di tre volte e due terzi. In 39 anni (dal 1856 al 1894) la stazza è aumentata di 5,5 volte; inoltre, se si distinguono le navi russe da quelle straniere, si vedrà che il numero delle prime è aumentato, in questi 39 anni, di 3,4 volte (da 823 a 2789) e la loro stazza di 12,1 volte (da 112.800 tonnellate a 1.368.000 tonnellate, mentre il numero delle seconde è aumentato del 16 % (da 18.284 a 21.160), e la loro stazza di 5,3 volte (da 3.448.000 tonnellate a 18.267.000 tonnellate) **. Rileveremo che anche la stazza delle navi entrate ed uscite varia notevolmente da un anno alKaltro (13 milioni di tonnellate, per esempio, nel 1878 • Raccolta statistica militare , p. 758, c Annuario del Ministero delle finanze y I, p. 363; Le forze produttive , XVIII, p. 30. ** Le forze produttive. Commercio estero della Russia, p. 56 e sgg. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 561 c 8,6 milioni di tonnellate nel 1881), e in base a queste fluttuazioni ci si può parzialmente fare un’idea di quelle della domanda di ma- novali, operai portuali, ecc. Anche qui il capitalismo richiede la presenza di una massa di uomini costantemente in cerca di lavoro c sempre pronti ad accettare alla prima richiesta un lavoro qualsiasi, per quanto instabile possa essere. Lo sviluppo del commercio estero risulta dai seguenti dati*: Anni _ Abitanti della Russia, meno la Finlandia (milioni) Valore complessivo delle esportazioni ed importazioni (milioni di rubli) Valore del commercio estero per abitante (rubli) 1856-1860 69.0 314,0 4,S5 1861-1865 73,8 347,0 4,70 1866-1870 79,4 554,2 7,00 1871-1875 86,0 831,1 9,66 1876-1880 93,4 1.054,8 11,29 1881-1885 100,6 1.107,1 11,00 1886-1890 108,9 1.090,3 10,02 1897-1901 130,6 1.322,4 10,11 Della cifra di affari delle banche e dell’accumulazione del capi- tale ci danno un’idea i dati seguenti. La somma complessiva delle emissioni effettuate dalla Banca di Stato è passata da 1 13 milioni di rubli nel 18601863 (170 milioni nel 1864-1868) da 620 milioni di rubli nel 1884-1888, e il totale dei depositi in conto corrente da 335 milioni nel 1864-1868 a 1495 milioni nel 1884-1888** La cifra d’affari delle società di depositi e prestiti e delle casse (rurali e in- dustriali) è passata da 2,75 milioni di rubli nel 1872 (21,8 milioni nel 1875) a 82,6 milioni di rubli nel 1892 e a 189,6 milioni di rubli nel 1903 ***. Fra il 1889 e il 1894 i debiti dei proprietari di terre * Ivi, p. 17; Annuario russo per il 1904, Pietroburgo, 1905. ** Raccolta di dati relativi alla Russia, 1890, CIX. *** Raccolta di dati relativi alla Russia , 1896, cab. CXXVII. 562 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA sono aumentati nella misura seguente : il valore della terra ipote- cata è passato da 1395 a 1827 milioni di rubli, e il totale dei prestiti da 791 a 1044 milioni di rubli*. Le operazioni delle casse di risparmio si sono sviluppate soprattutto negli anni ottanta e no- vanta. Nel 1880 si contavano 75 casse, nel 1897 4315 (di cui 3454 delle poste e telegrafi). I depositi nel 1880 ammontavano a 4,4 mi- lioni di rubli, nel 1897 a 276,6. Il residuo di fine anno era di 9 milioni nel 1880 e di 434,3 milioni nel 1897. L'incremento annuo del capitale è notevole particolarmente negli anni della carestìa 1891 e 1892 (52,9 e 50,5 milioni di rubli) e negli ultimi due anni (1896: 51,6 milioni; 1897: 65,5 milioni di rubli) **. I dati più recenti attestano uno sviluppo ancora maggiore delle casse di risparmio. In tutta la Russia nel 1904 ve n 'erano 6557, con 5,1 milioni di depositanti e una somma complessiva dei depo- siti di 1105,5 milioni di rubli. A proposito. Qui da noi tanto i vecchi populisti che i nuovi opportunisti del socialismo hanno detto più di una volta delle grosse ingenuità (per non dir di peggio) sullo sviluppo delle casse di risparmio come indice del benessere « popolare ». Non sarà forse inutile, perciò, confrontare la ripar- tizione dei depositi in queste casse in Russia (1904) e in Francia (1900: dati del Bulletin de V Office du travati , 1901, n. io). In Russia: D c p 0 i i t i | Depositanti (migliaia) % Ammontar» dei depositi (milioni di rubli) 0 / /o fino a 25 rubli 1870,4 38,7 11,2 1,2 25-100 » 967,7 20,0 52,8 5,4 100-500 1 » 1380,7 28,6 308,0 31,5 più di 500 » 615,5 12,7 605,4 61,9 Totale | 4834,3 100 977,4 100 * Ivi. ** Viestni^ Finansov , 1898, n. 26. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 563 In Francia: D e p 0 b i t i Depositanti (migliaia) 0 / /o Ammontare dei depositi (milioni di franchi) % fino a 100 fra 5.273,5 50,1 143,6 3,3 100-500 » 2.197,4 20,8 493,8 11.4 500- 1000 » 1.113,8 10,6 720,4 16,6 più di 1000 » 1.948,2 18,5 2.979,3 68,7 Totale 10.533,0 100 4.337,1 | | 100 Quanto materiale a disposizione dell’apologetica cadetto- revisionistico-populista! Fra l’altro è interessante il fatto che in Russia i depositi sono stati anche suddivisi in base a 12 gruppi di occupazioni e professioni dei depositanti. Risulta che la maggior parte dei depositi — 228,5 milioni di rubli — apparten- gono a persone dedite alFagricoltura ed alle industrie rurali, e questi depositi crescono con particolare rapidità. Le campagne si inciviliscono, e diviene sempre più vantaggioso trafficare sulla mi- seria del contadino. Ma ritorniamo al nostro tema principale. Noi vediamo che i dati attestano un enorme sviluppo della circolazione delle merci e dell’accumulazione del capitale. È stato mostrato più sopra in che modo in tutti i rami dell’economia nazionale si sia formato il ter- reno per l’investimento di capitali e in che modo il capitale com- merciale si sia trasformato in capitale industriale, si sia cioè indi- rizzato verso la produzione ed abbia creato rapporti capitalistici fra coloro che vi partecipano. 564 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA II L'aumento della popolazione industriale e commerciale Abbiamo già detto sopra che Taumento della popolazione indu- striale a spese di quella agricola è un fenomeno inevitabile in ogni società capitalistica. È stato altresì esaminato il modo in cui a poco a poco si compie la separazione delPindustria dall’agricoltura, e su questo problema ora non ci resta che tirare le somme. /. Sviluppo delle città Il processo che stiamo esaminando trova la sua espressione più evidente nello sviluppo delle città. Ecco i dati in proposito per quanto concerne la Russia europea (50 governatorati) nel periodo posteriore alla riforma * : Anni Popolazione della Rustia europea (in migliaia) Percentuale della popola* zione urbana Popolazione delle grandi città 75g ■c S‘i| 2 «■&>;£ 3 ® M ■ 2 e a SS «.g fi w I II a 3 ‘SS 8 i 0 a 0 . « « JO li 0 O « 2 1 e li L/5 V 3 0 3 1] a e gl b_ V 3 s 1063 61.420,5 6.105,1 55.315,4 9,94 2 1 10 13 891,1 119.0 683,4 1693,5 1741,9 1885 81.725,2 9.964,8 71.760,4 12,19 3 7 21 31 1854,8 998,0 1302,7 4155,5 3103,7 1897 91.215,4 12,027,1 82.180,3 12,76 5 9 30 44 3230,1 1177,0 1982,4 6397,5 4266,3 • Per il 1863 le cifre sono quelle del Bollettino periodico di statistica (I, 1866) e della Raccolta statistica militare. Le cifre della popolazione urbana dei governato- rati di Orenburg e di Ufà sono state rettificate in base alle tabelle delle città. Ne ri- sulta che da noi la popolazione urbana è, complessivamente, di 6.105.100 unità e non già di 6.087.100, come risulterebbe dalla Raccolta statistica militare. Per il 1885 i dati sono quelli della Raccolta di dati relativi alla Russia per gli anni 1884/85. Per il 1897 prendiamo le cifre del censimento del 28 gennaio 1897 (Il primo censi- mento della popolazione dell'Impero Russo del 1897, edizione dell 1, Istituto centrale di statistica, Pietroburgo, 1897 e 1898, fasce. 1 e 2). La popolazione fissa delle città ascende, secondo il censimento del 1897, a 11.830.500 unità, cioè al 12,55 %* Abbiamo considerato la popolazione urbana effettiva. Noteremo che non possono LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 565 La percentuale della popolazione urbana è dunque in costante aumento, cioè la popolazione si distacca dairagricoltura per af- fluire nelPindustria e nel commercio*. La popolazione delle città si sviluppa due volte più rapidamente del resto della popola- zione: dal 1863 al 1897 la popolazione complessiva è aumentata del 53,3 %, quella rurale del 48,5 % e quella urbana del 97 %. In undici anni (1885-1897) «l'afflusso minimo della popolazione rurale nelle città » è stato valutato dal signor V. Mikhailovski a 2,5 milioni di persone cioè a più di 200.000 unità all'anno. La popolazione delle città che sono grandi centri industriali e commerciali aumenta molto più rapidamente di quella delle città in generale. Il numero delle città con 50.000 e più abitanti è più che triplicato dal 1863 al 1897 (13 e 44). Nel 1863 del numero complessivo degli abitanti delle città solo il 27 % circa (1,7 mi- lioni su 6,1) era concentrato in questi grandi centri; nel 1885 vi si concentrava il 41 % circa (4,1 milioni su 9,9)***, e nel 1897 già più della metà, circa il 53 % (6,4 milioni su 12). Dunque, se negli anni sessanta la popolazione urbana si presentava prevalentemente come popolazione di città non molti grandi, negli anni novanta le grandi città hanno preso nettamente il sopravvento. La popola- zione delle 14 città che nel 1863 erano le maggiori esistenti è pas- sata da 1,7 milioni a 4,3 milioni, cioè è aumentata del 144 %, mentre la popolazione urbana in generale è aumentata solo del 97 %. Uno sviluppo gigantesco dei grandi centri industriali e la formazione di tutta una serie di nuovi centri sono dunque uno dei fenomeni più caratteristici dell 'epoca posteriore alla riforma. essere garantite la completa omogeneità e comparabilità dei dati per gli anni 1863, 1885, 1897. Cì limitiamo perciò ad istituire un confronto solo fra i rapporti più generali e separiamo i dati relativi alle grandi città. # « Il numero degli agglomerati urbani a carattere agricolo è estremamente esiguo c la loro popolazione affano insignificante rispetto al totale dei residenti in città » (così il signor Grigoriev nel libro L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali . voi. II, p. 126). ** Novoie Slovo, 1897, giugno, p. 1 13. •** Il signor Grigoriev riporta una tabella ( 1 . c., p. 140) dalla quale si vede che nel 1885 1*85,6 % del numero complessivo delle città avevano meno di 20.000 abi- tanti; in esse viveva il 38,0 % della popolazione urbana; il 12 % del numero com- plessivo della città (82 su 660) avevano meno di 2000 ab.; vi viveva solo 1*1,1 % del numero complessivo della popolazione urbana (ilo. 000 su 9.962.000). 38 - 574 566 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA 2. Significato della colonizzazione interna Come abbiamo rilevato sopra (cap. I, § 2, p. 16), la teoria deduce la legge deiraccrescersi della popolazione industriale a spese di quella agricola dalla circostanza che neirindustria il capi- tale variabile aumenta assolutamente (aumento del capitale varia- bile significa aumento del numero degli operai industriali e di tutta la popolazione industriale e commerciale), mentre nell’agri- coltura « il capitale variabile richiesto per lo sfruttamento di un determinato pezzo di terreno diminuisce assolutamente ». « Quindi — aggiunge Marx — l’accrescersi del capitale variabile nell’agri- coltura è possibile solo in quanto viene coltivato nuovo terreno, il che presuppone a sua volta un accrescimento ancora maggiore della popolazione non agricola » 134 , Di qui è chiaro che il fenomeno dell accrescersi della popolazione industriale si può osservare allo stato puro solo se abbiamo davanti a noi un territorio già popolato in cui tutte le terre siano già occupate. La popolazione di un terri- torio di questo genere, espulsa dall’agricoltura ad opera del capita- lismo, non ha altra via d’uscita che quella di emigrare nei centri industriali, o in altri paesi. Ma le cose mutano sostanzialmente se abbiamo davanti a noi un territorio in cui non siano ancora state occupate tutte le terre e che non sia ancora completamente popolato. La popolazione di un territorio di questo genere, cacciata dall’agri- coltura nella zona popolata, può trasferirsi nelle parti non popolate e mettersi « a coltivare nuova terra ». Ne risulta un incremento della popolazione agricola, incremento che può procedere (per un certo tempo) non meno, se non più rapidamente di quello della popolazione industriale. In questo caso abbiamo davanti a noi due diversi processi: 1) sviluppo del capitalismo nel vecchio paese po- polato, o in una parte di questo paese; 2) sviluppo del capitalismo sulla « nuova terra ». Il primo processo esprime l’ulteriore sviluppo di rapporti capitalistici già costituitisi, il secondo il sorgere di nuovi rapporti capitalistici su un nuovo territorio. 11 primo pro- cesso significa lo sviluppo del capitalismo in profondità, il secondo in estensione. È evidente che la confusione tra questi due processi deve ineluttabilmente portare ad una nozione erronea del processo LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 567 che sposta la popolazione dallagricoltura in direzione di occupa- zioni industriali e commerciali. La Russia posteriore alla riforma ci mostra appunto il simul- taneo manifestarsi di entrambi questi processi. Subito dopo la ri- forma, negli anni sessanta, le regioni periferiche meridionali e orientali della Russia europea erano in misura notevole territori non popolati, nei quali affluiva una massa enorme di colonizza- tori dalle zone agricole della Russia centrale. E questo sorgere di una nuova popolazione agricola su nuove terre nascondeva, fino ad un certo punto, lo spostamento, ad esso parallelo, della popo- lazione dalFagricoltura nell'industria. Per farsi un’idea chiara di questo tratto particolare della Russia in base ai dati sulla popola- zione urbana, bisogna dividere i 50 governatorati della Russia eu- ropea in gruppi separati. Riportiamo i dati sulla popolazione ur- bana in nove zone della Russia europea nel 1863 e nel 1897 [vedi tabella a p. 568]. Per la questione che ci interessa hanno la massima importanza i dati su tre zone: 1) zona industriale non agricola (gli n gover- natorati dei primi due gruppi, compresi quelli delle due capitali) * È una zona nella quale l’emigrazione verso altre zone è molto debole. 2) Zona agricola centrale (13 governatorati: terzo gruppo). L’emigrazione da questa zona è molto intensa, in parte in dire- zione della zona precedente, ma soprattutto di quella seguente. 3) Regioni agricole periferiche (i 9 governatorati del quarto grup- po), zona colonizzata nel periodo posteriore alla riforma. La per- centuale della popolazione urbana in questi 33 governatorati differisce assai poco, come si può vedere dalla tabella, da quella della popolazione urbana della Russia europea in generale. Nella prima zona, zona non agricola o industriale, notiamo un aumento particolarmente rapido della percentuale della popo- lazione urbana: da 14,1 % a 21, r %. L’incremento della popola- • Che questo raggruppamento dei governatorati delle capitali con quelli non agricoli da noi esaminati sia giusto, è dimostrato dal fatto che la popolazione delle capitali aumenta principalmente grazie all’afflusso di oriundi di questi governatorati. Secondo il censimento di Pietroburgo del 15 dicembre 1890, vi erano in questa città 726.000 contadini c borghesi; di cui 544.000 (ossia i tre quarti) provenivano dagli iz governatorati con cui abbiamo formato la prima zona. 38 * 568 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA C5 *3*® .2 2 J| BN» È 0 m < OS i. a 3 J3 97,0 0 *3 u 3 h m m in r» m n co -f «-'«f ri eo r» rt m in 3 .9 É] w *cL m os «fi C I fi * (M « « s o\ «Nu)s«n rf n « n in hi 1-9*2 |*~ 3 Pi r- » «0 fi 00 in ri CO « ri ai n N n os « « in r-^ » « in ri ol if in -H CI -H «fi d (T> x» co tn ao r-* « « n n 2 ® "Z in in os -h 0 ^ o" — 0 “ oT n m* * oT j Popolazione (in migliaia) 1 — fi » « a a i no US S in — 1 N* ri 3.655,3 2.787,1 2.460,8 8.903.2 605.4 1.194,7 912.5 291,4 120,0 12.027,2 «1 •a ì r^oo fi in n «fi r-* Tf in «n «fi M «fi OS i*i in in -H M — ' -O «fi «fi oso r- *-T ri irT ->f o“ 04 como>»«fi q r- os «fi r- os in -h 00 00 in -h in N s ci a ì | ■f fc 0 00 se 00 -t -«f el rì «fi a ss s ss fi o„«oq. 0 r- fi in «fi 0 rt ce m 0 a aq os n fi q q « ci d os >d ei Sfi T> in « 3! « -0 ai a J 9 in s» 9 £ in -e 1 r- 2 £ 5 r- «e q fi 1 - n o> 1 » O S 88 838 in C4 fi in — < Tf £ «d ”5 ì ©«fi 0 in SS 10.845,6 18.792,5 8.472,6 r- «fi co «ifl in 0 ci 0 w fi* m* = sssss « ri ■«e in « in in i 2 8 5 .9 U 2.738,4 9.890,7 12.629,1 20.491,9 9.540,3 42.661,3 1.812,3 5.548.5 5.483,7 4.359.2 1.555.5 in £ -«f !iajoiBaj3Ao9 iap o«ranjj > > > > *-* (ScScScScS Governatorati compresi nei vari gruppi: I) Pietroburgo e Mosca; II) laroslavl, Kaluga, Kostromà, Nizni Novgorod, Novgo- rod, Pskov, Smolensk, Tver e Vladimir; III) Cernigov, Kazan, Kharkov, Kursk, Oriol, Penza, Poltava, Riazan, Saratov, Sim- birsk, Tambov, Tuia e Voroniez; IV) Astrakhan, Bessarabia, Don, lekaterinoslav, Kherson, Orenburg, Samara, Tauride e Ufà; V) Curlandia, Estonia e Livonia; VI) Grodno, Kovno, Minsk, Moghiliov, Vitebsk e Wilno; VII) Kiev, Podolia e Volynia; Vili) Pcrm e Viatka; IX) Arcangelo, Olonets e Vologda. LA. FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 569 zione rurale qui è molto debole, circa due volte più debole che per la Russia in generale. L’incremento della popolazione urbana, viceversa, supera notevolmente la media (105 °/ 0 contro 97 %). Se si confronta la Russia coi paesi industriali dell’Europa occidentale (come spesso si fa nel nostro paese), bisogna limitare il confronto a questa sola zona, dato che solo essa si trova in condizioni appros- simativamente analoghe a quelle dei paesi capitalistici industriali. Nella seconda zona, zona agricola centrale, il quadro è com- pletamente diverso. Qui la percentuale della popolazione urbana è molto bassa ed aumenta più lentamente della media. L’aumento della popolazione, sia urbana che rurale, tra il 1863 e il 1897 è sensibilmente inferiore alla media per l’intiera Russia. Il fenomeno si spiega col fatto che in questa zona si è verificata un’intensa cor- rente migratoria di colonizzatori in direzione delle regioni peri- feriche. Secondo i calcoli del signor V. Mikhailovski, dal 1885 al 1897 da questa zona se ne sono andati circa 3 milioni di persone , cioè più di un decimo della popolazione *. Nella terza zona, quella delle regioni periferiche, vediamo che la percentuale della popolazione urbana è aumentata meno della media (dall’11,2% al 13,3%, cioè nella proporzione di 100:118, mentre la media è di 9,94-12,76, cioè corrispondente alla propor- zione di 100:128). Eppure, l’incremento della popolazione urbana non solo non è stato inferiore, ma è stato assai superiore alla media ( + 130% contro +97%). Lo spostamento della popolazione dal- l’agricoltura nell’industria è stato perciò molto intenso, ma è ma- scherato dall’enorme incremento della popolazione agricola in con- seguenza dell’incremento dell’emigrazione: in questa zona la popolazione rurale è aumentata dell’87 %, mentre la media per tutta la Russia è del 48,5 %. Per certi governatorati l’offuscamento del processo d’industrializzazione della popolazione è ancora più evidente. Nel governatorato della Tauride, per esempio, la per- centuale della popolazione urbana nel 1897 è rimasta la stessa del 1863 (19,6 %), mentre nel governatorato di Kherson è persino diminuita (dal 25,9 % al 25,4 %), benché lo sviluppo delle città * L. c., p. 109. « Questo movimento non ha riscontri nella storia contempo- ranea dell’Europa occidentale » (pp. iio-iix). 570 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA in entrambi questi governatorati sia stato di poco inferiore a quello delle capitali ( + 131 %, 4 - 135 % contro + 141 % nei due gover- natorati delle capitali). Il sorgere di una nuova popolazione agri- cola su terre nuove provoca dunque, a sua volta, un incremento ancora maggiore della popolazione non agricola. 3. Sviluppo dei piccoli centri e dei villaggi industriali e comtnerciali Oltre alle città vanno considerati come centri industriali, in primo luogo, i sobborghi, che non sempre vengono considerati in- sieme alle città e che abbracciano una zona sempre più estesa dei dintorni delle città, e, in secondo luogo, i borghi e i villaggi con fabbriche. Tali centri industriali * sono particolarmente nume- rosi nei governatorati industriali, nei quali la percentuale della po- polazione urbana è eccezionalmente bassa **. La tabella suppor- tata dei dati sulla popolazione urbana nelle diverse zone ci mostra che in 9 governatorati industriali questa percentuale era del 7,3 % nel 1863 e dell’8,6 % nel 1897. Il fatto è che la popolazione indu- striale e commerciale di questi governatorati è principalmente con- centrata non nelle città, ma in villaggi industriali. Fra le «città » dei governatorati di Vladimir, Kostromà, Nizni Novgorod, ecc. ve ne sono non poche con meno di 3000, 2000 e anche solo 1000 abitanti, mentre tutta una serie di « villaggi » contano 2000, 3000, 5000 operai di fabbrica e d’officina. Nel periodo posteriore alla riforma — dice giustamente il compilatore della Rassegna del go- vernatorato di laroslavl (fase. II, p. 191) — « le città hanno inco- minciato a crescere ancor più rapidamente, e ad esse si è aggiunto lo sviluppo di centri abitati di un nuovo tipo, il tipo intermedio tra la città e il villaggio, il centro con fabbriche ed officine ». Sono già stati riportati sopra i dati relativi airenorme sviluppo di questi centri e al numero degli operai di fabbrica in essi concentrati. • Cfr. in proposito più sopra, cap. VII, 5 Vili, c l’appendice III al settimo capitolo. •• Sull’importanza di questa circostanza, già rilevata da Korsak, cfr. le giuste osservazioni del signor Volghin (l. c., pp. 215-216). LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 57 1 Abbiamo visto che di questi centri se ne incontrami e non pochi, in tutta la Russia, e non solo nei governatorati industriali, ma anche nel mezzogiorno. Negli Urali la percentuale della popola- zione urbana è più bassa che altrove: nei governatorati di Viatka e di Perm era del 3,2 % nel 1863 e del 4,7 % nel 1897. Ma ecco un esempio del rapporto numerico tra popolazione durante l’autunno e l’inverno il 12,6 %, durante la primavera c l’estate il 18,7 %. Noteremo che i dati per il governatorato di Iaroslavl ( Rassegna del gover- natorato di Iaroslavl , fase. II, Iaroslavl, 1896) non sono confrontabili con quelli precedenti, dato che sono fondati sulle testimonianze di sacerdoti ecc., c non già sui dati relativi ai passaporti. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 575 Il numero massimo dei passaporti rilasciati si registra dovunque in primavera. Una parte considerevole degli operai temporanea- mente assenti non è dunque compresa nel censimento delle città *. Ma sarebbe assai più esatto includere questi abitanti temporanei delle città tra la popolazione urbana che non tra quella rurale: « La famiglia che tutto l’anno, o la maggior parte dellanno, trae di che vivere da un occupazione ausiliaria in città ha molte più ra- gioni di considerare come sua residenza la città, la quale le assi- cura resistenza, che non il villaggio, a cui è legata unicamente da vincoli di parentela e fiscali » **. Quale enorme importanza ab- biano ancora oggi questi vincoli fiscali lo si può vedere, per esem- pio, dal fatto che fra gli operai fuori sede di Kostromà « è raro che i proprietari ricevano, in cambio jii essa [della terra], qualche piccola parte dei tributi; di solito la cedono alla sola condizione che gli affittuari la delimitino; quanto ai tributi, li paga lo stesso proprietario » (D. Zbankov, Paese di donnc> Ko- stromà, 1891, p. 21). Anche nella Rassegna del governatorato dì laroslavl (fase. II, Iaroslavl, 1896), troviamo continui accenni a questa necessità che gli operai industriali fuori sede si emancipino dal villaggio e dal nadiel (pp. 28, 48, 149, 150, 166 ed altre) ***. # È noto che, per esempio, nei dintorni di Pietroburgo d’estate la popola- zione aumenta in misura molto rilevante. •• Rassegna statistica del governatorato di Kaluga per il 1896 , Kaluga, 1897, p. 18 della sez. II. • ## « Le industrie fuori sede... sono una forma che dissimula l’ininterrotto pro- cesso di sviluppo delle città... Il possesso fondiario fondato suWobstcina e varie particolarità della vita finanziaria ed amministrativa della Russia non permettono ai contadini di trasformarsi in abitanti delle città con la facilità con la quale ciò è possibile in Occidente... I fili giuridici lo [l’operaio fuorisede] tengono attaccato al villaggio, ma in sostanza, per le sue occupazioni, abitudini e gusti, egli è com- pletamente assimilato alla città e molto spesso vede nei legami col villaggio un peso » (RussJ(aia Mysl , 1896, n. il, p. 227). È verissimo, ma per un pubblicista non basta. Perchè l’autore non si è risolutamente pronunciato per la completa libertà di spostarsi da un luogo all’altro, per la libertà per i contadini di uscire dzU'obstànaì I nostri liberali temono ancora i nostri populisti. Hanno torto. Eceo ora, a titolo di confronto, un ragionamento del signor Zbankov, filopopu- lista: «L’esodo dalle città è, per così dire, un parafulmine [rj'cl] contro il rapido sviluppo delle nostre grandi città e delle capitali e contro l’aumento del proleta- riato urbano e senza terra. Dal punto di vista sia sanitario che economico -sociale l’influenza delle occupazioni ausiliarie fuori sede va considerata come utile: finche la massa del popolo non è completamente staccata dalla terra, che rappresenta 57 * LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Qual è dunque il numero esatto degli operai non agricoli fuori sede? Il numero degli operai occupati in una qualche in- dustria fuori sede si aggira sui 5-6 milioni . Infatti nel 1884 nella Russia europea venivano rilasciati non meno di 4.670.000 passaporti e permessi di soggiorno *, e tra il 1884 e il 1894 gli introiti per il rilascio dei passaporti sono aumentati di più di un terzo (da 3,3 a 4,5 milioni di rubli). Nel 1897 in tutta la Russia venivano rilasciati 9.495.700 passaporti e permessi (di cui 9.333.20° nei 50 governatorati della Russia europea). Nel 1898 ne venivano rilasciati 8.259.900 (Russia europea: 7.809.600) **. Il si- gnor Korolenko ha valutato il numero degli operai eccedenti (rispetto alla domanda locale) nella Russia europea a 6,3 milioni. Abbiamo visto sopra (cap. III, § IX, p. 229) che in n governa- torati agricoli il numero dei passaporti rilasciati risulta supe- riore a quello calcolato dal signor Korolenko (2 milioni contro 1,7). Possiamo ora aggiungere i dati relativi a sei governatorati non agricoli: il signor Korolenko vi conta 1.287.800 operai eccedenti, mentre i passaporti rilasciati sono 1.298.600 Così, in 17 governatorati della Russia europea (11 delle terre nere più 6 non compresi nella zona delle terre nere) il signor Korolenko contava 3 milioni di operai eccedenti (rispetto alla domanda locale). Negli per gli operai fuori sede una certa garanzia » (una « garanzia » dalla quale si eman- cipano pagando del denaro!), « questi operai non possono divenire ciechi strumenti della produzione capitalistica, e quindi rimane la speranza di organizzare delle obstàne agricolo- industriali » (I undicesimi Viestni\ , 1890, n. 9, p. 145). Difatti, non è forse un vantaggio serbare in vita le speranze piccolo-borghesi? Quanto ai « ciechi strumenti », l’esperienza dell’Europa e tutti i fatti che si possono osser- vare in Russia mostrano che questa qualifica è infinitamente più confacente al lavo- ratore che conserva i suoi legami con la terra e coi rapporti patriarcali che a colui che li ha spezzati. Le cifre e i dati dello stesso signor Zbankov fanno vedere che il « pietroburghese » fuori sede è più istruito, più colto e più evoluto del sedentario di qualsivoglia distretto ■ forestale » di Kostromà. • L. Vesin, L'importanza delle industrie fuori sede ecc. t in Dielo , 1896, n. 7, e 1897, n. 2. •• Statistica delle industrie soggette all'imposta di fabbricazione ecc. per gli anni 1897*1898, Pietroburgo, 1900, ediz. della Direzione generale delle imposte indirette. Governatorati di Mosca (1885, dati invecchiati), Tver (1896), Kostromà (1892), Smolensk (1B95), Kaluga (1895) e Pskov (1896). Le fonti sono quelle menzionate sopra. I dati si riferiscono a permessi di trasferimento di ogni tipo, rilasciati sia agli uomini che alle donne. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 577 anni novanta, tuttavia, in questi 17 governatorati venivano rila- sciati 3,3 milioni di passaporti e permessi. Nel 1891 questi gover- natorati fornivano il 52,2 % deirintroito complessivo per il rila- scio dei passaporti. Il numero degli operai fuori sede supera , dunque, secondo ogni probabilità , i 6 milioni di unità. Infine, i dati della statistica degli zemstvo (in gran parte invecchiati) hanno portato il signor Uvarov alla conclusione che le cifre del signor Korolenko non sono lontane dalla verità e che quella di 5 milioni di operai fuori sede « è estremamente verosimile » * * . Ci si chiede ora : quanti sono, fra gli operai fuori sede, quelli agricoli e quelli non agricoli? Il signor N.-on afferma, molto ardita- mente e del tutto erroneamente, che « la schiacciante maggioranza delle industrie contadine fuori sede sono precisamente agricole » ( Profilo , p. 16). Ciaslavski, cui si richiama il signor N.-on, si espri- me con molta maggior circospezione, senza riportare alcun dato e limitandosi a considerazioni generali sulPestensione delle zone che forniscono questi o quegli operai. Quanto ai dati del signor N.-on sul movimento passeggeri sulle ferrovie, essi non provano assoluta- mente nulla, giacche anche gli operai non agricoli abbandonano il loro domicilio soprattutto in primavera, servendosi, inoltre, delle ferrovie infinitamente più degli operai agricoli ***. Noi suppo- niamo, al contrario, che la maggioranza (anche se non « schiac- ciante») degli operai fuori sede sia formata di operai non agricoli. Quest’opinione si fonda, in primo luogo, sui dati relativi alla ri- partizione dell’introito per il rilascio dei passaporti e, in secondo luogo, sui dati del signor Vesin. Già Flerovski, fondandosi sui dati per il 1862/63 sulla ripartizione dell’introito proveniente da « tasse varie » (di cui più di un terzo viene dai passaporti), era giunto alla conclusione che la più forte corrente di contadini in cerca di occu- pazioni ausiliarie proviene dai governatorati delle capitali e dai governatorati non agricoli***. Se prendiamo gli n governatorati • Vìestni\ obstcestvennoi ghighieny, sudebnoi i pra{ticesl(oi meditsìny , 1896, giugno; M. Uvarov, L’influenza delle industrie fuori sede sulla situazione sani- taria della Russia. Il signor Uvarov ha raccolto i dati relativi a 126 distrétti di 20 governatorati. # * Cfr. sopra, p. 229, nota. *** La situazione della classe operaia in Russia , Pietroburgo, 1869, pp. 400 e sgg. 578 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA non agricoli da noi raggruppati più sopra (punto 2 del presente paragrafo) in un’unica zona e dai quali proviene la grande mag- gioranza degli operai non agricoli, vedremo che nel 1885 in questi governatorati si trovava solo il 18,7 % della popolazione della Russia europea (nel 1897 il 18,3 %), mentre nel 1885 essi versa- vano il 42,9 % deirintroito per il rilascio dei passaporti (nel 1891 il 40,7 %) ' Vi sono molti altri governatorati ancora da cui emigrano operai non agricoli, e dobbiamo perciò giungere alla conclusione che gli operai agricoli rappresentano meno della metà di tutti quelli che vanno ad occuparsi fuori sede. Il signor Vesin divide 38 governatorati della Russia europea (che forniscono il 90% dei permessi di trasferimento) in tre gruppi, sulla base della prevalenza di questa 0 quella forma di occupazioni fuori sede, e fornisce i dati seguenti ** : Gruppi di governatorati Numero dei permeMÌ di trasferimento nel 1884 (in migliaia) Popola* zione nel 18BS (in migliaia) Permessi (per ogni 1000 abi- passaporti permewi totale tanti) I. 12 in cui prevale remigra* aione non agricola 967,8 794,5 1.762,3 18.643.8 94 II. 5 intermedi 423,9 299,5 723,4 8.007,2 90 III. 21 in cui prevale P emigra* sione agricola 700,4 1.046,1 1.746,5 42.518,5 41 38 governatorati . . , 2.092,1 2.140,1 4.232,2 69.169,5 61 • I dati relativi all’introito per il rilascio dei passaporti sono tratti dalla Raccolta di dati relativi alla Russia per il 1884/85 c per il 1896. Nel 1885 l’introito per il rilascio dei passaporti ammontava nella Russia europea a 37 rubli per 1000 abitanti; negli n governatorati non agricoli ammontava a 86 rubli per 1000 abitanti. •• Le ultime due colonne della tabella sono state aggiunte da noi. Nel primo gruppo sono compresi i governatorati di Arcangelo, Iaroslavl, Kaluga, Kostromà, Mosca, Novgorod, Perm, Pietroburgo, Tvcr, Viatka, Vladimir e Vologda; nel secondo quelli di Kazan, Nizni Novgorod, Riazan, Tuia e Smolensk; nel terzo quelli di Bessarabia, Cernigov, Don, Iekaterinoslav, Kharkov, Khcrson, Kiev, Kursk, Orenburg, Oriol, Penza, Podolia, Poltava, Samara, Saratov, Simbirsk, Tambov, Tauride, Ufà, Volynia, Voronicz. Noteremo che in questa classificazione sono contenute inesattezze a causa delle quali viene esagerata l’importanza dell’emigrazione agricola. I governatorati di Smolensk, Nizni Novgorod e Tuia devono rientrare nel primo gruppo (efr. Rassegna agricola del governatorato di LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 579 «Queste cifre mostrano che le industrie fuori sede sono più sviluppate nel primo gruppo che neirultimo... Inoltre dalle cifre riferite risulta che anche la durata delle assenze per occupazioni ausiliarie varia secondo le differenze esistenti fra i vari gruppi. Là dove predominano le occupazioni non agricole la durata delle assenze risulta notevolmente maggiore )> (Dielo, 1886, n. 7, p. 134). Infine, la statistica summenzionata delle industrie soggette al- l’imposta di fabbricazione, ecc. ci dà la possibilità di ripartire il numero dei permessi di soggiorno rilasciati fra i 50 governatorati della Russia europea. Correggendo nel modo indicato il raggrup- pamento del signor Vesin e ripartendo negli stessi tre gruppi i 12 governatorati che mancavano nel 1884 (attribuendo al primo gruppo quelli di Olonets e Pskov; al secondo quelli del Baltico e nord-occidentali, cioè 9 governatorati; al terzo quello di Astra- khan), otteniamo la seguente tabella: Gruppi di governatorati Totale dei permeati di residenEa rìlaiciati im 1898* I. 17 in cui prevale Pemigrazione non agrìcola 4.437.392 3.369.597 II. 12 intermedi 1.886.733 1.674.231 III. 21 in cui prevale P emigrazione agricola .... 3.009.070 2.765.762 Total* par i 50 governatorati 9.333.195 7.809.590 Nizni Novgorod per il 1896, cap. XI; Piccola guida del governatorato di Tuia per il 1895, sez. VI, p. io: dove si valuta che emigrino in vista di un lavoro fuori sede 188.000 persone — mentre il signor S. Korolenko contava solo 50.000 operai ecce- denti! — di cui 107 mila sono fornite dai 6 distretti settentrionali non compresi nella zona delle terre nere). Il governatorato di Kursk deve rientrare nel secondo gruppo (S. Korolenko, 1 . c. : da 7 distretti remigrazione è in gran parte diretta verso occupazioni artigiane, dagli altri 8 soltanto verso occupazioni agricole). Pur- troppo il signor Vesin non ci fornisce i dati sul numero dei permessi di trasferimento governatorato per governatorato. • A proposito. L’autore di questa rassegna ( 1 . c. t cap. VI, p. 639) spiega la diminuzione dei passaporti emessi nel 1898 con la diminuzione del numero degli operai che durante l'estate emigrane) verso i governatorati del sud a seguito del cattivo raccolto e del diffondersi delle macchine agricole. Questa spiegazione non regge, poiché la riduzione minima del numero dei permessi di residenza rila- 580 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Secondo questi dati gli operai che si recano fuori sede sono molto più numerosi nel primo gruppo che nel terzo. È perciò fuori di dubbio elle la mobilità della popolazione è incomparabilmente maggiore nella zona non agricola della Russia che in quella agricola. Il numero degli operai non agricoli fuori sede deve essere superiore a quello degli operai agricoli e deve ascendere a non meno di tre milioni di uomini. L’aumento enorme e sempre crescente deiremigrazione è atte- stato da tutte le fonti. L’introito per il rilascio dei passaporti da 2,1 milioni di rubli nel 1868 (1,75 milioni nel 1866) è salito a 4,5 milioni nel 1893/94, oss ^ a è più c h e raddoppiato. Il numero dei passaporti e permessi rilasciati nel governatorato di Mosca tra il 1877 e il 1885 è aumentato del 20 % (per gli uomini) e del 53 % (per le donne); nel governatorato di Tver, tra il 1893 e il 1896, del 5,6 %; nel governatorato di Kaluga, tra il 1885 e il 1895, del 23 % (e il numero dei mesi d’assenza del 26 %); nel governatorato di Smolensk è passato da 100.000 nel 1875 a 1 17.000 nel 1885 e a 140.000 nel 1895; nel governatorato di Pskov da 11.716 nel 1865- 1875 a 14.944 ne l *876 e a 43765 nel 1896 (uomini). Nel governato- rato di Kostromà nel 1868 si rilasciarono 23,8 passaporti e permessi per ogni 100 uomini e 0,85 per ogni 100 donne, e nel 1880 rispet- tivamente 33,1 e 2,2. Ecc. ecc. Al pari dell’abbandono dell’agricoltura per recarsi nelle città, l’esodo non agricolo è un fenomeno progressivo. Esso strappa la popolazione dai paesi sperduti, arretrati, dimenticati dalla storia, e la getta nel turbine della vita sociale moderna. Esso eleva il livello d’istruzione della popolazione* e la sua coscienza**, le istilla le sciati si riscontra nel terzo gruppo, e la massima nel primo. Ma si possono mettere a confronto i metodi di rilevazione del 1897 e del 1898? ( Nota alla II edizione). • Zbankov, Influenza delle occupazioni fuori sede ecc p. 36 e sgg. La percentuale di uomini che sanno leggere e scrivere nei distretti di emigrazione del governatorato di Kostromà è del 55,9 %i nei distretti con fabbriche del 34,9 %; nei distretti a popolazione sedentaria (forestali) del 25,8 %. Donne: 3,5 % 2,0 %, 1,3%; bambini che frequentano la scuola: 1,44%, 1,43 %> 1*07%. I bambini dei distretti di emigrazione vanno anche a scuola a Pietroburgo. •• « I pietroburghesi che sanno leggere e scrivere hanno maggior cura della loro salute » (ivi, p. 34), cosicché le malattie contagiose mietono tra loro meno vittime che nelle volosti meno civilizzate (il corsivo è dell’autore). LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 5 8i abitudini c i bisogni delle persone civili *, I contadini sono attratti all’emigrazione da « motivi d’ordine superiore », cioè dalla vita ap- parentemente più progredita e più raffinata del pietroburghese ; cer- cano d’andare « dove si sta meglio ». « Il lavoro e la vita a Pietro- burgo sono considerati più facili che in campagna » « Tutti gli abitanti dei villaggi vengono chiamati rozzi e, cosa strana, non se ne offendono affatto e si danno essi stessi queirepiteto, lamen- tandosi dei genitori che non li hanno mandati a istruirsi a Pietro- burgo. Bisogna del resto riconoscere che questi rozzi abitanti della campagna sono ben lungi dall’essere rozzi quanto quelli delle loca- lità puramente agricole: essi imitano involontariamente l’aspetto e le abitudini dei pietroburghesi; la luce della capitale illu- mina indirettamente anche loro » * ## . Nel governatorato di laro- slavi « c’è anche un’altra ragione » (oltre gli esempi di arricchi- mento) « che spinge la gente a lasciar le loro case, ed è Topinione pubblica, che appioppa per tutta la vita l’epiteto di pastore a chiun- que non sia mai stato a Pietroburgo o in qualche altro luogo, e si occupi di agricoltura o di qualche mestiere artigiano, cosa che rende molto difficile trovare una fidanzata » (Rassegna del gover- natorato di laroslavl , II, p. 118). L’emigrazione nelle città eleva la dignità civica del contadino, liberandolo da quel subisso di rapporti patriarcali e personali di dipendenza e di ceto, che sono così forti nelle campagne #### ... «Uno dei principali fattori che alimenta • « I distretti di emigrazióne sono nettamente superiori , per modo di vita» alle località agricole e forestali... I pietroburghesi vestono in modo più pulito, più elegante ed igienico... I bambini vengono tenuti più puliti, per cui tra di essi la scabbia e le altre malattie cutanee sono più rare » (ivi, p. 39. Cfr. Le industrie fuori sede nel governatorato di Smolens p. 8). « I villaggi di emigrazione si di- stinguono nettamente da quelli a popolazione sedentaria: abitazioni, vestiario, abi- tudini, divertimenti ricordano piuttosto la vita della città che quella contadina » (Le industrie fuori sede del governatorato di Smolens /(, p. 3). Nelle volasti di emi- grazione del governatorato di Kostromà « in metà delle case troverete carta, in- chiostro, matite e penne » ( Paese di donne , pp. 67-68). •• Paese di donne , pp. 15, 26-27. Ivi, p. 27. **** Ciò che induce, per esempio, i contadini di Kostromà a farsi iscrivere tra i borghesi è, fra l'altro, il timore delle « punizioni corporali », che sono « ancor più spaventose per l'azzimato pietroburghese che per il rozzo provinciale » (ivi, p. 58). 39 - 574 582 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA l’emigrazione è il progresso della coscienza della dignità perso- nale in mezzo al popolo. L’emancipazione dalla dipendenza ser- vile, il contatto, ormai di lunga data, della parte più energica dèlia popolazione rurale con la vita urbana hanno da tempo risvegliato nel contadino di Iaroslavl il desiderio di difendere il proprio ” io ", di uscire dalla situazione miserabile e di dipendenza a cui lo con- dannavano le condizioni della vita di campagna, per giungere ad una condizione di agiatezza, di indipendenza e di dignità... Il contadino che si guadagna il pane lontano da casa si sente più libero, sente di godere di una maggiore uguaglianza rispetto alla gente degli altri ceti, sia giuridicamente che sotto molti altri rap- porti, per cui la gioventù dei villaggi tende con sempre maggior forza a recarsi in città » ( Rassegna del governatorato di Iaroslavl y II, pp. 189-190). L’emigrazione nelle città indebolisce la vecchia famiglia patri- arcale e mette la donna in una situazione più indipendente, giuri- dicamente uguale a quella deiruomo. « In confronto con le località a popolazione sedentaria, a Soligalic e Ciukhloma » (i distretti del governatorato di Kostromà che si distinguono per la più alta emigrazione) «la famiglia è molto meno solida non solo nel senso dell’autorità patriarcale del più anziano, ma anche per quanto riguarda i rapporti tra genitori e figli, tra marito e moglie. Da figli inviati a Pietroburgo fin dall’età di dodici anni non ci si può, certo, attendere un forte amore per i genitori, nè attacca- mento al tetto paterno; essi divengono involontariamente cosmo- politi : “ dove si sta bene, là è la patria " » *. « Abituata a fare a meno dell’autorità e dell’aiuto del marito, la donna di Soligalic non assomiglia affatto alla contadina ebete della zona agricola : essa è indipendente e basta a se stessa... Qui si picchia e si maltratta la moglie solo eccezionalmente... In generale l’eguaglianza tra la donna e l’uomo si manifesta quasi in tutto e dappertutto » **. Infine, last but noi least ***, le occupazioni fuori sede non agri- • Ivi, p. 88. ** l undicesimi Viestni\ t 1890, n. 9, p. 142. • M Ultimo per ordine, ma non per importanza (N. d. R .). LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 583 cole elevano il salario non solo degli operai salariati che partono, ma anche dì quelli che restano. Questo fatto è messo in evidenza soprattutto dal fenomeno generale che i governatorati non agricoli, dove i salari sono più elevati che in quelli agricoli, attraggono operai agricoli di questi ultimi *. Ecco dei dati interessanti relativi al governatorato di Kaluga : Gruppi di distretti •econdo l'entità dell* e migrazione Percentuale degli operai muchi occupati fuorisede rispetto al totale della popolazione maschile Guadagno mensile (in rubli) dell'operaio industriale fuori aede dell’operaio agricolo annuale I 38,7 9,0 S,9 II 36.3 8,8 5,3 III 32.7 8.4 4.9 «Queste cifre illustrano esaurientemente... i fenomeni per cui: 1) le industrie fuori sede influiscono sullaumento del salario nella produzione agricola, e 2) attirano le forze migliori della popolazione » ** ••• . Ed aumenta non solo il salario in denaro, ma anche il salario reale. Nel gruppo di distretti in cui su 100 lavo- ratori ve ne sono non meno di 60 occupati fuori sede la paga media del salariato annuale è di 69 rubli o 123 pud di segala; nei distretti in cui gli operai occupat fuori sede sono il 40-60 % è di 64 rubli o 125 pud di segala; in quelli in cui gli occupati fuori sede sono meno del 40 % è di 59 rubli o 116 pud di segala ** # . Ne- gli stessi gruppi di distretti il numero delle corrispondenze in cui si lamenta la penuria di operai diminuisce regolarmente : 58 %, 42 %, 35 %. Nell’industria di trasformazione il salario è più alto che neU’agricoltura e « le industrie, a quanto riferiscono numero- sissimi corrispondenti, contribuiscono a far nascere tra i contadini * Cfr. cap. IV, § IV, pp. 263*264. •• Rassegna statistica del governatorato di Kaluga per il 1896, sez. II, p. 48. ••• Ivi, scz. I, p. 27. 39 * 5®4 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA nuovi bisogni (tè, cotonami, stivali, orologi, ecc.), nc elevano il livello generale, e influiscono quindi suiraumento del salario » * •• . Ecco il giudizio tipico di un corrispondente: « La penuria [di ope- rai] è sempre assoluta e la causa è che la popolazione suburbana è viziata; si tratta di gente che lavora o è impiegata presso le offi- cine ferroviarie. I dintorni di Kaluga ed i suoi mercati attraggono costantemente gli abitanti delle vicinanze per vendere uova, latte, ecc., a cui fa seguito la sbornia nelle bettole; la causa è che tutta la popolazione aspira a guadagnar bene e a spassarsela allegramente. L’essere operaio agricolo è considerato come un’onta) e tutti cer- cano di andare in città, dove si trasformano in proletariato c in pezzenti; la campagna intanto soffre perchè manca di lavora- tori capaci e sani » Un simile apprezzamento del lavoro fuori sede possiamo a buon diritto chiamarlo populista. Il signor Zbankov, per esempio, dicendo che se ne vanno i lavoratori non già superflui, ma « indispensabili », i quali vengono sostituiti da agricoltori venuti dal di fuori, trova « evidente » che « queste vi- cendevoli sostituzioni siano svantaggiosissime » ***. Ma per chi, signor Zbankov? «La vita nelle capitali inculca molte abitudini civili di infimo ordine e la tendenza al lusso e all’eleganza, il che manda in fumo inutilmente [sic!!] molto denaro »**** ***** ; la spesa per quest’eleganza, ecc. è per lo più « improduttiva » (M) ***♦*. Il * Ivi, p. 41. •• Ivi, p. 40, Il corsivo è dell’autore. Paese di donne , pp. 39 e 8. « Questi autentici agricoltori [quelli venuti dal di fuori] non eserciteranno forse, col loro tenore di vita agiato, un’influenza bene- fica sugli stessi abitanti del luogo, che vedono la base della loro esistenza non nella terra, ma in occupazioni ausiliarie fuori sede? » (p. 40). « D’altra parte — sospira l'autore — abbiamo citato sopra un esempio di influenza opposta ». Ecco quest’esem- pio. Certi abitanti di Vologda avevano comprato della terra e vivevano « molto agiatamente ». « Quando chiesi a un contadino «li Griazovets perchè mai, nono- stante la sua agiatezza, avesse lasciato partire il figlio per Pietroburgo, mi ebbi questa risposta: “Be’, non siamo poveri, ma qui da noi, vedete, la vita è molto rozza, e, vedendo gli altri, ha voluto anche lui istruirsi un po’; già da noi, qui a casa, aveva studiato un po’ ” » (p. 25). Poveri populisti! Come non essere afflitti del fatto che nemmeno l’esempio di contadini agiati che possono comprarsi della terra può « far passare la sbornia » alla gioventù, la quale, desiderando « istruirsi un po' », fugge lontano dal « nadiel che le garantisce l’esistenza »! Influenza delle occupazioni ausiliarie fuori sede ecc,, p. 33, il corsivo è del- l’autore. ***** 1 undicesimi VtestniJ^, 1890, n. 9, p. 138. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 585 signor Herzenstein piange a calde lacrime su questa « ostentazione di civiltà », « baldoria su vasta scala », « sfrenata gozzoviglia », « selvaggia ubriachezza e dissolutezza a buon mercato », ecc. # . Gli statistici di Mosca si servono delle migrazioni in massa per giungere alla conclusione che occorrono « misure che diminui- scano il bisogno di occupazioni ausiliarie fuori sede » **. Il si- gnor Karyscev cosi disserta sul lavoro fuori sede : « Solo un aumento del possesso fondiario contadino in misura sufficiente a soddisfare i bisogni essenziali [!] della famiglia può risolvere il problema estremamente serio della nostra economia nazionale » ***. E non passa neppure per il capo a nessuno di questi signori dal- Tanima bella che, prima di parlare di « risolvere problemi estrema- mente seri », occorre pensare alla piena libertà di movimento dei contadini, alla libertà di rinunciare alla terra e di uscire dall’oi- stcina , alla libertà di stabilirsi (senza « ricatto ») in qualsivoglia comunità dello Stato, urbana o rurale! L’allontanamento della popolazione dairagricoltura si esprime, quindi, in Russia nello sviluppo delle città (in parte dissimulato dalla colonizzazione interna), dei sobborghi, dei villaggi e dei borghi con fabbriche, con imprese industriali e commerciali, non- ché nell’esodo non agricolo. Tutti questi processi, che si sono svi- luppati e si sviluppano sia in estensione che in profondità dopo la riforma, sono parte integrante indispensabile dello sviluppo capi- talistico ed hanno una funzione altamente progressiva in rapporto alle vecchie forme di vita. * Ra$$\a\a Mysl (non Russai Viestni ma Russata Mysì) y 1887, n. 9, p. 163. •* I permessi di soggiorno , ecc. y p. 7. * # * Russkpie Bogatstvo , 1896, n. 7, p. 18. Così, ai bisogni « essenziali » deve provvedere il nadiel , mentre agli altri, evidentemente, dovranno provvedere le « occupazioni ausiliarie locali » che potrà offrire un « villaggio » che « soffre perchè manca di lavoratori capaci e sani »1 5 86 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA III Aumento dell’impiego del lavoro salariato Il grado di diffusione del lavoro salariato è forse il punto più importante nella questione dello sviluppo del capitalismo. Il capi- talismo è quello stadio di sviluppo della produzione mercantile in cui anche la forza-lavoro diviene una merce. La tendenza fonda- mentale del capitalismo è di far sì che tutta la forza-lavoro del- reconomia nazionale venga impiegata nella produzione solo dopo una compra-vendita da parte di imprenditori. Come questa ten- denza si sia manifestata in Russia dopo la riforma, ci siamo sfor- zati di esaminare particolareggiatamente più sopra, ed ora non ci resta che trarre le conclusioni. Tireremo prima le somme dei dati riportati nei capitoli precedenti sul numero dei venditori di forza-lavoro, dopo di che (nel paragrafo seguente) daremo un'idea del contingente degli acquirenti di forza-lavoro. I venditori di forza-lavoro sono dati dalla popolazione operaia del paese che partecipa alla produzione dei valori materiali. Si calcola che questa popolazione sia costituita da circa 15,5 milioni di operai maschi adulti # . Si è mostrato nel secondo capitolo che il gruppo inferiore della popolazione contadina altro non è che proletariato rurale; si è inoltre accennato (p. 165, nota) che le forme di vendita della forza-lavoro da parte di questo proleta- riato sarebbero state analizzate in seguito. Facciamo ora il bi- lancio delle categorie di operai salariati enumerati nella precedente esposizione : 1) Operai salariati agricoli. Il loro numero è di circa 3,5 milioni (nella Russia europea). 2) Operai di fabbrirn e d’offi- cina, metallurgico-minerari e ferrovieri: circa 1,5 milion'. Com- plessivamente 5 milioni di operai salariati professionali. Inoltre, 3) operai edili: circa un milione. 4) Operai occupati nell'industria • Cifra del Compendio di materiali statistici ecc. (ed. della Cancelleria del Comitato dei ministri, 1894): 15.546.618 unità. Questa cifra è stata ottenuta come segue. Si presume che la popolazione urbana sia uguale a quella che non partecipa alla produzione dei valori materiali. La popolazione contadina maschile adulta viene ridotta del 7 % (4,5 % di assenti a motivo del servizio militare e 2,5 % di persone impiegate nei servizi civili). LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 587 forestale (abbattimento, sgrossamento, flottazione, ecc.), nei lavori di sterro, nella costruzione di ferrovie, nel carico e scarico di merci, c, in generale, in ogni sorta di lavori « non qualificati » nei centri industriali. Sono circa 2 milioni * 5) Operai occupati a domicilio per conto di capitalisti, nonché operai salariati neirindustria di trasformazione non considerata come « industria di fabbrica e d'officina ». Sono circa 2 milioni. Totale: circa io milioni di operai salariati . Detraiamo all’in- circa un quarto di donne e di fanciulli ** : rimangono 7,5 milioni di operai salariati maschi adulti , ossia circa la metà della popola- zione maschile adulta che partecipa alla produzione dei valori materiali ***. Una parte di questa enorme massa di operai salariati ha spezzato ogni legame con la terra e vive esclusivamente della vendita della propria forza-lavoro. In questa categoria rientra la stragrande maggioranza degli operai di fabbrica e d’officina (e certo anche di quelli metallurgico-minerari e delle ferrovie), una parte degli operai edili, degli equipaggi delle navi e dei manovali, e, infine, buona parte degli operai della manifattura capitalistica e gli abitanti dei centri non agricoli occupati nel lavoro a domicilio per conto di capitalisti. L’altra parte, la più considerevole, non ha an- cora spezzato i legami con la terra e copre parte delle sue spese coi prodotti della sua azienda agricola condotta su un minuscolo pez- zetto di terra, rappresentando quindi quel tipo di operaio salariato dotato di nadiel che abbiamo tentato di descrivere minutamente nel • Abbiamo visto sopra che i soli operai forestali sono circa 2 milioni. Il numero degli operai occupati nelle ultime due forme di occupazione da noi enumerate dev'essere molto maggiore del numero complessivo degli operai agricoli fuori sede, dato che una parte degli operai edili, dei manovali, e specialmente degli operai forestali, appartiene agli operai occupati localmente, e non fuori sede. Ed abbiamo visto che il numero degli operai non agricoli fuori sede ascende a non meno di l milioni di unità. •* Nell’industria di fabbrica c d’oHicina, come abbiamo visto, le donne ed i fanciulli sono un po’ più di un quarto del numero complessivo degli operai. Nell’industria metallurgico-mineraria, edilizia, forestale, ecc. lavorano pochissime donne e fanciulli. Nel lavoro capitalistico a domicilio, al contrario, essi sono pro- babilmente più numerosi degli uomini. *** Allo scopo di evitare malintesi, notiamo che non abbiamo la minima pretesa che queste cifre rivestano il carattere di dati statistici rigorosamente probanti; vo- gliamo solo mostrare approssimativamente la varietà di forme del lavoro salariato e quanto sia alto il numero dei suoi rappresentanti. 588 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA secondo capitolo. Già abbiamo dimostrato che questa massa enor- me di operai salariati si è formata prevalentemente nel periodo posteriore alla riforma e continua a crescere rapidamente. È importante rilevare il significato della nostra conclusione circa il problema della sovrappopolazione relativa (o degli effettivi del- l’esercito di riserva dei disoccupati) creata dal capitalismo. I dati relativi al numero complessivo degli operai salariati di tutti i rami dell’economia nazionale mettono in luce con particolare chiarezza l’errore fondamentale dell’economia populista su questa questione. Come abbiamo già avuto occasione di dire altrove (Studia pp. 38' 42*), l’errore sta nel fatto che gli economisti populisti (i signori V. V., N.-on ed altri), che parlano molto di « emancipazione » degli operai ad opera del capitalismo, non hanno neppure pensato di studiare le forme concrete della sovrappopolazione capitalistica in Russia; Terrore sta anche nel fatto che non hanno assolutamente compreso che questa enorme massa di riserva di operai è necessaria per l’esistenza stessa e lo sviluppo del nostro capitalismo. Con la- mentele e calcoli ridicoli sul numero degli « operai di fabbrica e d’officina » ** essi hanno trasformato una delle condizioni fonda- mentali per lo sviluppo del capitalismo in argomento per provare che il capitalismo è impossibile, sbagliato, inconsistente, ecc. In realtà il capitalismo russo non avrebbe mai potuto svilupparsi fino a raggiungere il livello attuale, non avrebbe potuto vivere neanche un anno, se l’espropriazione dei piccoli produttori non avesse creato una massa di milioni e milioni di operai salariati pronti, al primo appello, a soddisfare la domanda massima degli imprenditori nel- • Cfr. nella presente edizione, vo|. a, pp. 116-171 ( N . d. R.). ** Rammentiamo il ragionamento del signor N.on sul « pugno 1 di operai nonché il calcolo seguente, veramente classico, del signor V. V. (Linearne» ti di economia teorica, p. 131). Nei 50 governatorati della Russia europea ci sono 15.574.000 operai maschi adulti appartenenti al ceto dei contadini; di essi « sono stati raggruppati dal capitale » i. 020.000 (863.000 operai di fabbrica e d’offi- cina + 160.000 operai delle ferrovie); gli altri sono « popolazione agricola ». Con la « completa capitalistizzazionc dell’ industria di trasformazione » l’« industria capitalistica di fabbrica c d’officina » occuperà il doppio di mano d’opera (il 13,3 % invece del 7,6%, mentre il rimanente 867% della popolazione «resterà sulla terra e starà in ozio per mezz'anno »). Qualsiasi commento, evidentemente, non potrebbe che attenuare l’impressione prodotta da questo Notevole esempio di scienza e statistica economica. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 589 l’agricoltura, nell’industria forestale ed edilizia, nel commercio, nell’industria di trasformazione, in quella metallurgico-mineraria, nei trasporti, ecc. Diciamo domanda massima perchè il capitalismo non può svilupparsi che a salti, e quindi il numero dei produttori che hanno bisogno di vendere la propria forza-lavoro dev’essere sempre superiore alla domanda media di operai da parte del capi- talismo. Se anche abbiamo testé valutato la consistenza numerica delle varie categorie di operai salariati, non intendiamo tuttavia con ciò affermare che il capitalismo è in grado di occuparli tutti costantemente. Nella società capitalistica non c’è e non può esserci l’impiego costante di ogni categoria di operai salariati, qualunque essa sia. Dei milioni di operai migranti e sedentari una certa parte resterà sempre nell’esercito di riserva dei disoccupati, esercito di riserva che ora assume proporzioni enormi — negli anni di crisi, nei periodi di decadenza di questo o di quel ramo d’industria in una determinata zona, o quando l’impiego delle macchine nella produzione si estende con particolare rapidità — , ora scende al mi- nimo, giungendo perfino a . quella « penuria » di operai di cui spesso si lagnano gli imprenditori di certi rami d’industria in certi anni e in certe zone del paese. Mancando completamente di dati statistici che abbiano un minimo di attendibilità, è impossibile de- terminare, anche solo approssimativamente, il numero dei disoc- cupati di un’annata media; è indubbio però che questo numero deve essere molto alto: ne fanno fede anche le grandi oscillazioni dell’industria, del commercio e dell’agricoltura capitalistica, cui più di una volta si è accennato sopra, e i deficit abituali dei bilanci dei contadini dei gruppi inferiori costatati dalla statistica degli zemstvo. L’aumento del numero dei contadini sospinti nelle file del proletariato industriale e rurale e l’aumento della domanda di lavoro salariato sono due facce della stessa medaglia. Quanto poi alle forme di lavoro salariato, esse sono estremamente varie in una società capitalistica ancora intralciata da ogni lato da vesti- gia e istituzioni del regime precapitalistico. Sarebbe un grave er- rore ignorare questa varietà di forme, e in questo errore cadono coloro che argomentano, come il signor V. V., che il capitalismo si è riservato « un angoletto di un milione - un milione e mezzo 59 ° LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA di operai e non ne uscirà mai » * Invece del capitalismo qui si considera la sola grande industria meccanica. Ma quanto è arbi- trario ed artificioso il voler confinare, come si tenta qui, questo milione e mezzo di operai in un « angoletto » a sè, come se non avesse alcun rapporto con gli altri settori del lavoro salariato! In realtà, invece, questo rapporto è molto stretto, e per caratterizzarlo basta richiamarsi a due tratti essenziali deirodierno ordinamento economico. In primo luogo, alla sua base sta l'economia monetaria. Il «'potere del denaro » si manifesta in tutta la sua forza sia nel- Pindustria che nelPagricoltura, sia nella città che nella campagna, ma solo nella grande industria meccanica raggiunge il pieno svi- luppo, elimina completamente le vestigia delPeconomia patriarcale, si concentra in un piccolo numero di istituti giganteschi (le ban- che), si lega direttamente alla grande produzione sociale. In se- condo luogo, alla basse delPodierno ordinamento economico sta la compra-vendita della forza-lavoro. Prendete anche i produttori più piccoli sia nelPagricoltura che nelPindustria, e vedrete che chi non s'ingaggia a salario o non ingaggia altri è un'eccezione. Ma anche questi rapporti raggiungono il loro pieno sviluppo e si separano completamente dalle forme economiche precedenti sol- tanto nella grande industria meccanica. Perciò l'« angoletto » che a certi populisti sembra così insignificante incarna in realtà la quin- tessenza degli odierni rapporti sociali, e la popolazione di que- sti angoletto », cioè il proletariato, non è, nel senso letterale della parola, che la prima linea, l'avanguardia di tutta la massa dei lavoratori e degli sfruttati**. Perciò solo esaminando l'intiero ordi- • Novoic Slovo , 1896, n. 6, p. ai. •* Mutatis mutandis , del rapporto- esistente fra i lavoratori salariati della grande industria meccanica e ì restanti lavoratori salariati si può dire la stessa cosa che dicono i coniugi Webb del rapporto esistente in Inghilterra fra i trade-union isti e i non-unionisti. « I membri delle tradc-unions costituiscono circa il 4 % della popo- lazione... Le tradc-unions contano nelle proprie file circa il 20 % dei lavoratori maschi adulti che vivono di lavoro manuale». Ma « die Gewer\schajtler... z'àhlen ... in der Regel die Elite dei Gewerbes in ihren Reihen. Der moralische und geistige Einfluss, den sie auf die Masse ihrer Berufsgenossen , ausùben, steht deshalb ausser jedem Verhàltnis zu ihrer numerischen Starle» [Nelle tradc-unions.., entra..., di regola, l 'élite degli operai di ogni ramo. La loro influenza morale c spirituale sulla massa dei loro compagni perciò non c assolutamente proporzionata alla loro forza nu- LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 591 namcnto economico odierno alla luce dei rapporti costituitisi in questo « angoletto », si ha la possibilità di comprendere quali siano i rapporti reciproci fondamentali esistenti tra i vari gruppi di per- sone che prendono parte alla produzione e di discernere la tendenza fondamentale dello sviluppo di questo ordinamento. Chi, al con- trario, volge le spalle a questo « angoletto », e considera i fenomeni economici dal punto di vista della piccola produzione patriarcale, è trasformato dal corso della storia o in candido sognatore o in ideologo della piccola borghesia e degli agrari. IV La formazione del mercato interno della forza-lavoro Per riassumere i dati citati sopra su questa questione ci limite- remo a tracciare un quadro delle migrazioni degli operai nella Russia europea. Questo quadro, desunto dai dati di una pubblica- zione del Dipartimento delPagricoltura * che si basa sulle dichia- razioni dei padroni, ci darà un’idea generale del modo in cui si va precisamente formando il mercato interno della forza-lavoro; neirutilizzare il materiale della pubblicazione menzionata, ci siamo solo sforzati di distinguere le migrazioni degli operai agri- coli da quelle degli operai non agricoli, benché tale distinzione non venga fatta nella carta allegata alla detta pubblicazione, che illustra le migrazioni degli operai. Le principali correnti migratorie di operai agrìcoli sono le se- guenti: 1) Dai governatorati agricoli centrali alle regioni perife- riche meridionali ed orientali. 2) Dai governatorati settentrionali delle terre nere ai governatorati meridionali delle terre nere, dai merica] (S. b B. Webb, Die Geschichte des brituchen T rade- Unionism us t Stuttgart, Dietz, 1895, pp. 363, 365, 381). • Dati agrtcoli e statistici ricavati dai materiali forniti dagli im prenditori , fase. V : U lavoro salariato libero nelle aziende condotte in economia e il movimento migratorio degli operai in connessione con una rassegna economicO'Statistica sulla Russia europea dal punto di vista agricolo ed industriale. Compilato da S. A. Kono- lenro, pubblicato dal Dipartimento dell'agricoltura, Pietroburgo, 1892. 592 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA quali, a loro volta, partono operai per le regioni periferiche (cfr. cap. Ili, § IX, p. 227 e § X, pp. 232-233). 3) Dai governatorati agricoli centrali ai governatorati industriali (cfr. cap. IV, § IV, pp. 263-264). 4) Dai governatorati agricoli centrali e sud-occiden- tali alla zona delle piantagioni di barbabietola da zucchero (dove giungono anche operai dalla Galizia). Principali migrazioni degli operai non agricoli : 1) Verso le capi- tali e le grandi città, principalmente dai governatorati non agricoli, ma in parte notevole anche da quelli agricoli. 2) Dalle stesse loca- lità alla zona industriale, e precisamente alle fabbriche dei gover- natorati di Vladimir, Iaroslavl ed altri. 3) Verso i nuovi centri industriali o i nuovi rami d'industria, verso i centri delPindustria non di fabbrica, ecc. Sono qui comprese le migrazioni dirette verso: a) gli stabilimenti zuccherieri dei governatorati sud-occidentali; b) la zona metallurgico-mineraria meridionale; c) i lavori nei porti (Odessa, Rostov sul Don, Riga, ecc.); d) le torbiere del go- vernatorato di Vladimir ed altri; e) la zona industriale e mineraria degli Urali; f) le industrie ittiche (Astrakhan, Mar Nero, Mar d'Azov, ecc.); g) i cantieri navali, Tabbattimento e la flottazione del legname, ecc.; h) i lavori ferroviari, ecc. Queste le principali migrazioni di operai che, secondo le dichia- razioni degli imprenditori consultati, esercitano un’influenza più o meno sostanziale sulle condizioni di assunzione della mano d'o- pera nelle varie località. Per meglio renderci conto del significato di queste migrazioni, le confronteremo coi dati relativi al salario nelle diverse zone di emigrazione e immigrazione degli operai. Limitandoci a- 28 governatorati della Russia europea, li divi- diamo in sei gruppi in base al carattere delle migrazioni degli operai e otteniamo i seguenti dati # : * Si escludono gli altri governatorati per non appesantire l’ esposizione con dati che non dicono niente sulla questione che stiamo esaminando; inoltre, i restanti governatorati o sono lontani dalle correnti migratorie principali, di massa, degli ope- rai (Urali, Nord), o si distinguono per determinare particolarità etnografiche e giuri- dico-amministrativc (governatorati del Baltico, governatorati della zona di residenza degli ebrei, bielorussi, ecc.). I dati sono desunti dalla pubblicazione summenzio- nata. Le cifre del salario sono quelle medie di ogni governatorato; la paga estiva del giornaliero è quella media per i tre periodi della semina, della fienagione e della mietitura. Nelle varie zone (l-6) sono compresi i seguenti governatorati; i) Tauride, 594 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Questa tabella ci mostra all’evidenza la base del processo che crea il mercato interno per la forza-lavoro e, quindi, anche il mer- cato interno per il capitalismo. Due zone principali, le più svi- luppate dal punto di vista capitalistico, attraggono la gran massa degli operai: quella del capitalismo agricolo (regioni periferiche meridionali e orientali) e quella del capitalismo industriale (gover- natorati delle capitali e industriali). Il salario più basso si riscontra nella zona di emigrazione, i governatorati agricoli centrali, dove il capitalismo è molto meno sviluppato che altrove sia neH’agricoltura che neH’industria *; nelle zone d’immigrazione, invece, il salario aumenta per tutti i generi di lavoro, così come aumenta la parte del salario in denaro rispetto all’intiero salario, si sviluppa cioè l’eco- nomia monetaria a spese dell’economia naturale. Nelle zone inter- medie, poste tra le zone di massimo afflusso (e a salario più alto) e la zona di emigrazione (e a salario più basso) si manifesta quella sostituzione reciproca di operai cui si è accennato sopra : gli operai se ne vanno in così gran numero che nelle località di emigrazione si manifesta una penuria di braccia che attira nuovi venuti da go- vernatorati più « a buon mercato ». In sostanza, il duplice processo rappresentato nella nostra ta- bella, processo per cui si ha uno spostamento di popolazione dal- l’agricoltura alPindustria (industrializzazione della popolazione) e uno sviluppo dell’agricoltura industriale e commerciale, capitali- stica (industrializzazione dell’agricoltura), riassume tutto quanto si è esposto sopra sulla formazione di un mercato interno per la società capitalistica. Il mercato interno per il capitalismo è appunto creato Bessarabia c Don; 2) Kherson, lekaterinoslav, Samara, Saraiov e Orcnburg; 3) Sim- birsk, Voroniez c Kharkov; 4) Kazan, Pcnza, Tambov, Riazan, Tuia, Oriol e Kursk; 5) Pskov, Novgorod, Kaluga, Koscromà, Tvcr c Nizni Novgorod; 6) Pie- troburgo, Mosca, laroslavl e Vladimir. • Cosi i contadini fuggono in massa dalle località nelle quali i rapporti econo- mici patriarcali sono più forti, e dove le otrabotfy e le forme d’industria primitive sono più solidamente radicate, verso le località che si distinguono per la completa decomposizione delle « fondamenta ». Essi fuggono l'« economia popolare », senza dare ascolto al coro di voci della « società » che li accompagna. E in questo coro si distinguono chiaramente due voci: « non sono abbastanza legati », ringhia mi- nacciosamente il centonerìsta Sobakevic. « Il loro nadiel non basta », lo corregge garbatamente il cadetto Manilov. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 595 dallo sviluppo parallelo del capitalismo nell'agricoltura e nell'in- dustria * dal costituirsi di una classe di imprenditori agricoli e industriali da un lato, e di operai salariati agricoli e industriali dalPaltro. Le principali correnti di migrazione degli operai indi- cano le principali forme di questo processo, ma sono lontane dal- l 'indicarle tutte; nella precedente esposizione si è mostrato che le forme di questo processo sono diverse nell'azienda dei contadini e nell'azienda dei grandi proprietari fondiari; variano da una zona all'altra dell’agricoltura mercantile, da una fase all’altra dello svi- luppo capitalistico dell’industria, ecc. Fino a che punto questo processo sia stato travisato e ingarbu- gliato dagli esponenti della nostra economia populista risulta par- ticolarmente chiaro dal § VI della II sezione del Profilo del si- gnor N.-on, che porta questo titolo significativo: ((L’influenza della ridistribuzione delle forze produttive sociali sulla situazione economica della popolazione agricola ». Ecco come il signor N.-on si raffigura questa « ridistribuzione » : « ... Nella società capitali- stica... ogni aumento della forza produttiva del lavoro porta con se la “ liberazione " di un numero corrispondente di operai, che sono costretti a cercarsi qualche altra occupazione; e siccome que- sto avviene in tutti i rami della produzione, e tale “ liberazione ** si produce su tutta Testensione della società capitalistica, non resta loro altra via d’uscita che rivolgersi allo strumento di produzione di cui non sono ancora stati privati, e precisamente alla terra » (p. 12 6)... « I nostri contadini non sono stati privati della terra, ragion per cui essi rivolgono precisamente ad essa tutte le loro forze. Privati del lavoro in fabbrica, o costretti ad abbandonare le loro occupazioni domestiche ausili arie, non resta loro altro scampo che accingersi ad un più intenso sfruttamento della terra. Tutte le • L’economia teorica ha stabilito da tempo questa semplice verità. Per non dire di Marx, che ha indicato apertamente nello sviluppo del capitalismo nel- l’agricoltura il processo che crea il « mercato interno per il capitale industriale » (Dos Kapital t I a , p. 776, cap. 24, § 5) 133 , ci richiameremo ad A. Smith. Nell’XI capitolo del primo libro e nel IV capitolo del terzo libro della Ricchezza delle nazioni egli ha indicato i tratti più caratteristici dello sviluppo dell’ agricoltura ca- pitalistica, rilevando il parallelismo esistente fra questo processo e il processo di espansione delle città e di sviluppo dell’industria. 596 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA raccolte statistiche degli zemstvo costatano il fatto che gli arativi si estendono,., » (p. 128). Come vedete, il signor N.-on conosce un capitalismo tutto par- ticolare, un capitalismo che non è mai esistito in nessun luogo, che nessun teorico dell’economia ha mai potuto concepire. Il capi- talismo del signor N.-on non sposta la popolazione dall’agricol- tura verso l’industria, non divide i coltivatori in classi opposte. Tutto il contrario. Il capitalismo « libera » gli operai dall’industria, e non resta « loro » che rivolgersi alla terra, giacché « i nostri con- tadini non sono stati privati della terra»!! Alla base di questa « teoria », che, in poetico disordine, « ridistribuisce » in modo ori- ginale tutti i processi dello sviluppo capitalistico, stanno i proce- dimenti semplicistici comuni a tutti i populisti e analizzati parti- colareggiatamente nella precedente esposizione: confondere bor- ghesia contadina e proletariato rurale, ignorare lo sviluppo del- l’agricoltura mercantile, sostituire favole sul distacco che esiste- rebbe fra le « industrie artigiane » « popolari » e l’« industria di fabbrica e d’officina » « capitalistica » all’analisi delle forme succes- sive e delle varie manifestazioni del capitalismo nell’industria. V Significato delle regioni periferiche . Mercato interno 0 mercato estero? Abbiamo rilevato nel primo capitolo l’erroneità delia teoria che lega la questione del mercato estero per il capitalismo a quella della realizzazione del prodotto (pp. 42-43 e sgg.). La necessità di un mercato estero per il capitalismo non si spiega affatto con l’impossibilità di realizzare il prodotto sul mercato interno, ma col fatto che il capitalismo non è in grado di ripetere gli stessi processi di produzione nelle stesse proporzioni in condizioni, in- variate (come avveniva sotto i regimi precapitalistici), col fatto che esso porta inevitabilmente ad uno sviluppo illimitato della produ- zione, che supera i vecchi, angusti confini delle precedenti unità economiche. Data l’ineguaglianza di sviluppo propria del capita- LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 597 lismo, un ramo della produzione sorpassa gli altri e tende ad uscire dai vecchi limiti geografici dei rapporti economici. Pren- diamo, per esempio, l’industria tessile nel periodo immediatamente successivo alla riforma. Abbastanza sviluppata dal punto di vista capitalistico (manifattura che comincia a trasformarsi in fabbrica), essa aveva conquistato interamente il mercato della Russia centrale. Ma le grandi fabbriche, che si sviluppavano con tanta rapidità, non potevano più accontentarsi delle precedenti dimensioni del mer- cato, e cominciarono a cercarsi un mercato più lontano, fra la nuova popolazione che colonizzava la Nuova Russia, l’Oltrevolga sud-orientale, il Caucaso settentrionale, poi la Siberia, ecc, La tendenza delle grandi fabbriche ad uscire dai limiti dei vecchi mercati è indubitabile. Significa ciò forse che nelle zone che for- mavano questi vecchi mercati non potesse in generale essere consu- mata una maggior quantità di prodotti dell’industria tessile? Si- gnifica ciò forse che i governatorati industriali ed agricoli centrali, per esempio, non potessero più, in generale, assorbire una maggior quantità di manufatti? No; noi sappiamo che la disgregazione della popolazione contadina, lo sviluppo dell’agricoltura mercan- tile e l’aumento della popolazione industriale hanno continuato e continuano ad estendere il mercato interno anche in questa vecchia zona. Ma questo estendersi del mercato interno è intral- ciato da molte circostanze (principalmente la conservazione di istituti invecchiati che intralciano lo sviluppo del capitalismo agrario); e i fabbricanti non aspetteranno certo che gli altri rami dell’economia nazionale abbiano raggiunto, nel loro sviluppo capi- talistico, l’industria tessile. I fabbricanti hanno bisogno di un mer- cato subito, e se l’arretratezza degli altri rami dell’economia nazio- nale restringe il mercato nella vecchia zona, essi si cercheranno un mercato in un’altra zona, o in altri paesi, o nelle colonie del vecchio paese. Ma che cos’è una colonia nel senso economico e politico della pa- rola? Si è già rilevato più sopra che, secondo Marx, i caratteri fon- damentali di questo concetto sono i seguenti: i) esistenza di terre non occupate, libere, facilmente accessibili ai colonizzatori; 2) esi- stenza della divisione mondiale del lavoro, del mercato mondiale, grazie al quale le colonie possono specializzarsi nella produzione 40 - 574 59 8 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA in massa di prodotti agricoli, ricevendone in cambio prodotti in- dustriali finiti, « che in altre condizioni avrebbero dovuto fabbri- care esse stesse » (cfr. sopra p. 250, nota, cap. IV, § II). Che le regioni periferiche meridionali ed orientali della Russia europea, popolatesi dopo la riforma, si distinguano appunto per questi carat- teri e siano in senso economico colonie della Russia europea cen- trale, è stato detto a suo tempo*. Questo concetto di colonia si attaglia ancor meglio ad altre regioni periferiche, al Caucaso, per esempio. La sua « conquista » economica da parte della Russia è avvenuta molto -più tardi di quella politica, e non è ancora com- piuta nemmeno oggi. Nel periodo posteriore alla riforma si è avuta, da una parte, una forte colonizzazione del Caucaso**, una larga messa a coltura di terre (soprattuto nel Caucaso settentrio- nale) da parte dei coloni, che producevano frumento, tabacco, ecc. per la vendita, attirando dalla Russia una massa considerevole di operai agricoli. DalPaltra parte, si è assistito all’eliminazione delle secolari industrie « artigiane » indigene, cadute in rovina per la concorrenza dei manufatti importati da Mosca. È caduta, per la concorrenza degli articoli importati da Tuia e dal Belgio, la vec- chia fabbricazione delle armi, nonché, per la concorrenza del pro- dotto d’importazione russa, la lavorazione artigiana del ferro, come pure quella del rame, delPoro e dell’argento, della terracotta, del sego e della soda, del cuoio, ecc.***; tutti questi prodotti venivano ottenuti più a buon mercato nelle fabbriche russe, che inviavano i loro articoli nel Caucaso. È caduta, in seguito al declino del re- gime feudale in Georgia e dei suoi storici banchetti, la produzione • « ... Solo grazie ad esse, grazie a queste forme popolari della produzione, e fondandosi su di esse, è stata colonizzata e popolata rintiera Russia meridionale » (così il signor N.-on, Profilo , p. 284), Quant’c ampio e ricco di contenuto questo concetto: « forme popolari della produzione »1 Vi si fa rientrare tutto ciò che si vuole: e l’agricoltura contadina patriarcale, e le otrabot\i y e 1* artigianato primi- tivo, e la piccola produzione di merci, e i rapporti tipicamente capitalistici all'in- terno At\Y obsteina che abbiamo visto sopra in base ai dati sui governatorati della Tauride e di Samara (cap. Il), ecc. ecc. •• Cfr. l’articolo del signor P. Semionov in Viestnik J Finansov , 1897, n. 21, e quello di V. Mikhailovski in Novoie Slovo, giugno, 1897. *** Cfr. gli articoli di K. Khatisov nel secondo volume dei Resoconti e indagini sull’industria artigiana , nonché quelli di P. Ostriakov nel V fase, dei Lavori della Commissione artigiana. LA FORMAZIONE DLL MERCATO INTERNO 599 delle coppe di corno; è caduta, a causa della sostituzione dell’abbi- gliamento asiatico con l’abbigliamento europeo, l’industria dei ber- retti di pelo, nonché quella degli otri e degli orci per il vino locale, che per la prima volta aveva cominciato ad essere messo in vendita (sviluppando Findustria delle botti) e a conquistare a sua volta ii mercato russo. Il capitalismo russo trascinava così il Caucaso nella circolazione mondiale delle merci, ne livellava le particolarità locali — vestigia dell’antico isolamento patriarcale — , si creava un mercato per le proprie fabbriche. Un paese debolmente popolato ab Finizio del periodo posteriore alla riforma, o popolato da monta- nari staccati dalleconomia mondiale, e perfino dalla storia, si tra- sformava in un paese di industriali del petrolio, di commercianti di vino, di grandi produttori di grano e di tabacco, e il signor Coupon toglieva implacabilmente al fiero montanaro il poetico costume nazionale per vestirlo da lacchè occidentale (Gl. Uspen- ski) 1,c . Accanto al processo di intensa colonizzazione del Caucaso e di intenso incremento della sua popolazione agricola se ne svol- geva un altro (mascherato da questo incremento) che spostava la popolazione dall’agricoltura all’industria. La popolazione urbana del Caucaso è aumentata da 350.000 unità nel 1863 a 900.000 circa nel 1897 (la popolazione complessiva del Caucaso è aumen- tata, dal 1851 al 1897, del 95 %). Inutile aggiungere che lo stesso è avvenuto e sta avvenendo nell’Asia centrale, in Siberia, ecc. Così, sorge naturalmente una domanda : ma dov’è la linea di confine tra il mercato interno c il mercato estero? Prendere il con- fine politico dello Stato sarebbe una soluzione troppo mecca- nica; e sarebbe, poi, una soluzione? Se l’Asia centrale è mercato interno e la Persia mercato estero, come considerare Khiva e Bukhnra? Se la Siberia c mercato interno e la Cina mercato estero, come considerare la Manciuria? Simili questioni non hanno grande importanza. L’importante è che il capitalismo non può esistere e svilupparsi senza estendere continuamente la sfera del suo dominio, senza colonizzare nuovi paesi e trascinare i vec- chi paesi non capitalistici nel turbine dell’economia mondiale. E questa particolarità del capitalismo si è manifestata e continua a manifestarsi con grandissima forza nella Russia posteriore alla riforma. 40* 6oo LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA Il processo di formazione del mercato per il capitalismo pre- senta, dunque, due aspetti, e precisamente: sviluppo del capita- lismo in profondità, cioè ulteriore sviluppo dell’agricoltura capi- talistica e deirindustria capitalistica in un dato territorio, deter- minato e circoscritto, e suo sviluppo in estensione, cioè am- pliamento della sfera di dominio del capitalismo a nuovi territori. Conformemente al piano del presente lavoro, ci siamo limitati quasi esclusivamente al primo aspetto di tale processo, per cui riteniamo necessario sottolineare qui che laltro aspetto ha una grandissima importanza. Uno studio in qualche modo completo del processo di colonizzazione delle regioni periferiche e dcll’e- spansione del territorio russo dal punto di vista dello sviluppo del capitalismo richiederebbe un’opera speciale. Qui basta notare che la Russia, in conseguenza dell’abbondanza di terre libere ed acces- sibili alla colonizzazione nelle sue regioni periferione, si trova in condizioni particolarmente vantaggiose rispetto ad altri paesi capi- talistici *. Óltre alla Russia asiatica, ci sono anche nella Russia europea regioni periferiche che — a causa delle distanze enormi e del cattivo stato delle vie di comunicazione — sono ancora debo- lissimamente legate, dal punto di vista economico, alla Russia cen- trale. Prendiamo, per esempio, l’« Estremo nord », il governato- rato di Arcangelo: immense distese di terra e di ricchezze natu- # La circostanza indicata nel testo presenta anche un altro aspetto. Lo sviluppo del capitalismo in profondità sul vecchio territorio, popolato da gran tempo, viene ritardato in conseguenza della colonizzazione delle regioni periferiche. La risolu- zione delle contraddizioni proprie del capitalismo e da esso generate viene tem- poraneamente rinviata in conseguenza del fatto che il capitalismo può agevolmente svilupparsi in estensione. La simultanea esistenza, per esempio, delle forme d’in- dustria più progredite e di forme di agricoltura semimcdioevali costituisce indub- biamente una contraddizione. Se il capitalismo russo non avesse avuto la possibi- lità di estendersi oltre i limiti del territorio già occupato all’inizio del periodo po- steriore alla riforma, questa contraddizione fra la grande industria capitalistica e gli istituti arcaici presenti nella vita rurale (incatenamcnto dei contadini alla terra, ccc.) avrebbe dovuto portare rapidamente alla completa abolizione di questi istituti, a spianare completamente la via al capitalismo agrario in Russia. Ma la possibi- lità (per il fabbricante) di cercare c di trovare un mercato nelle regioni periferiche in via di colonizzazione e la possibilità (per il contadino) di rifugiarsi in nuove terre attenuano l'asprezza di tale contraddizione e rallentano la sua risoluzione. Va da se che tale rallentamento dello sviluppo del capitalismo equivale a preparare un suo sviluppo ancora maggiore e più ampio nel prossimo futuro. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 601 rali sono ancora sfruttate in misura infima. Uno dei principali prodotti del luogo, il legname, era inviato, fino a questi ultimi tempi, principalmente in Inghilterra. Da questo punto di vista, quindi, la zona in questione serviva da mercato estero all’Inghil- terra senza essere mercato interno per la Russia. Gli imprenditori russi invidiavano, beninteso, gli imprenditori inglesi, ed ora, col prolungamento della ferrovia fino ad Arcangelo, esultano, preve- dendo « un risollevamento degli spiriti ed un’attività imprenditrice nei vari rami d’industria della zona » *. VI La « missione » del capitalismo Per concludere, ci rimane ancora da tirare le somme sulla que- stione che nella letteratura viene chiamata « missione » del capita- lismo, cioè la sua funzione storica nello sviluppo economico della Russia. Riconoscere che questa funzione ha carattere progressivo è pienamente compatibile (come ci siamo sforzati di mostrare par- ticolareggiatamente in tutte le fasi della nostra esposizione dei fatti) con la piena consapevolezza dei lati negativi e foschi del capi- talismo, delle profonde e multiformi contraddizioni sociali che sono ineluttabilmente inerenti al capitalismo e che rivelano il ca- rattere storicamente transitorio di questo regime economico. E proprio i populisti, che tentano con tutte le forze di presentare le cose come se il riconoscere la funzione storica progressiva del capi- talismo significasse farne l’apologià, proprio i populisti commet- tono l’errore di sottovalutare (e talvolta anche di tacere) le contraddizioni più profonde del capitalismo russo, dissimulando la disgregazione della popolazione contadina, il carattere capita- listico dell’evoluzione della nostra agricoltura, il sorgere di una classe di operai salariati rurali ed industriali dotati di nadiel y sot- tacendo la prevalenza assoluta delle forme inferiori e peggiori di capitalismo nella tanto celebrata industria « artigiana ». Le forze produttive y XX, p. 12. 602 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA La funzione storica, progressiva del capitalismo può essere con- densata in due brevi proposizioni : aumento delle forze produttive del lavoro sociale e socializzazione di questo lavoro. Ma questi due fatti si manifestano attraverso processi estremamente vari nei diversi rami deireconomia nazionale. Lo sviluppo delle forze produttive del lavoro sociale si pre- senta nella sua piena espressione solo nell’epoca della grande in- dustria meccanica. Prima di questa fase superiore del capitalismo sussistevano ancora la produzione a mano e una tecnica primitiva, tecnica che ha progredito unicamente per via spontanea e con estrema lentezza. 11 periodo posteriore alla riforma si distingue nettamente, sotto questo rapporto, dalle epoche precedenti della storia russa. La Russia dell’aratro a chiodo e del coreggiato, del mulino ad acqua e del telaio a mano ha cominciato a trasformarsi rapidamente nella Russia dell’aratro di ferro e della trebbiatrice, del mulino a vapore e del telaio a vapore. Non ve ramo deireco- nomia nazionale sottoposto al modo di produzione capitalistico in cui non si osservi una trasformazione altrettanto completa della tecnica. Questo processo di trasformazione non può, per la stessa natura del capitalismo, compiersi se non attraverso una serie di squilibri e di sproporzioni: ai periodi di prosperità si alternano periodi di crisi, lo sviluppo di un ramo d’industria provoca la decadenza dell’altro; il progresso dell’agricoltura conquista in una zona un lato dell’agricoltura, in un’altra un altro lato; lo sviluppo del commercio e dell’industria sorpassa quello dell’agricoltura, ecc. Molti degli errori commessi dagli scrittori populisti scaturiscono dal tentativo di provare che questo sviluppo disuguale, a salti, tu multuoso, non è uno sviluppo*. • « Vediamo un pò* che cosa potrebbe portarci Tulteriore sviluppo del capi- talismo anche nel caso in cui ci riuscisse di sommergere in mare ITngliilterra e di prenderne il posto»' (così il signor N.-on, Profilo , p. aio) 1 . Nell* industria cotoniera dellTngnilterra e dell'America, che soddisfa i due terzi del consumo mondiale, sono occupate in tutto poco più di 600.000 persone. « E ne risulta clic perfino nel caso in cui ci accaparrassimo la più gran parte del mercato mondiale... il capitalismo non sarebbe in grado di sfruttare tutta la massa di forza-lavoro che ora esso priva ininterrottamente di un’occupazione. Che cosa sono mai. infatti. LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 603 Un'altra particolarità dello sviluppo delle forze produttive so- ciali ad opera del capitalismo sta nel fatto che l’aumento dei mezzi di produzione (consumo produttivo) supera di gran lunga quello del consumo individuale: abbiamo indicato più volte come ciò si manifesta nell’agricoltura e nell’industria. Questa particolarità scaturisce dalle leggi generali della realizzazione del prodotto nella società capitalistica e si trova in piena corrispondenza con la na- tura antagonistica di questa società *. La socializzazione del lavoro ad opera del capitalismo si ma- nifesta nei processi seguenti. In primo luogo, lo stesso sviluppo della produzione di merci elimina il frazionamento, proprio del- leconomia naturale, delle piccole unità economiche, e riunisce i piccoli mercati locali in un immenso mercato nazionale (e poi mon- diale). La produzione per se si trasforma in produzione per tutta 600.000 operai inglesi ed americani in confronto ai milioni di contadini che restann per mesi e mesi senza occupazione di sorta? » (p. 21 1). « Finora è esistita la storia, ma oggi non esiste più ». Finora ogni passo dello sviluppo del capitalismo nell’industria tessile è stato accompagnato dalla disgrega* zione della popolazione contadina, dallo sviluppo dell’agricoltura mercantile e del capitalismo agrario, dallo spostamento della popolazione dall’agricoltura all’industria, dal passaggio di « milioni di contadini » a lavori a salario edilizi, forestali e di ogni altro tipo non agricolo, dal trasferirsi di masse di popolo nelle regioni peri- feriche e dalla trasformazione di queste ultime in mercato per il capitalismo. Tutto questo, però, c avvenuto solo fino al momento attuale, mentre oggi non si verifica più nulla del genere! * Il fatto di aver ignorato l'importanza dei mezzi di produzione e quello di aver assunto un atteggiamento semplicistico nei confronti della « statistica » hanno indotto il signor N.-on alla seguente affermazione, che non regge alla minima cri- tica: «... tutta [I] la produzione capitalistica nel campo dell’industria di trasfor- mazione produce, nel caso migliore, nuovi valori in una misura che non può in alcun modo oltrepassare i 400-500 milioni di rubli » (J Profilo , p. 328). Il signor N.-on fonda questo calcolo sui dati dell’imposta del 3 % e di quella addizionale, senza domandarsi se tali dati possano 0 no abbracciare « tutta la produzione capi- talistica nel campo dcH’industria di trasformazione ». Egli prende, anzi, dei dati che non abbracciano (ce lo dice lui stesso) l’industria metallurgico-mineraria, e per di più considera come « nuovi valori » solo il plusvalore e il capitale variabile. Il nostro teorico ha dimenticato che nei rami d’industria che producono beni di consumo individuale anche il capitale costante costituisce, per la società , un nuovo valore, in quanto viene scambiato con il capitale variabile e il plusvalore dei rami d’industria che preparano i mezzi di produzione (industria metallurgico-mineraria, edilizia, forestale, costruzione delle ferrovie, ecc.). Se il signor N.-on non avesse confuso il numero degli operai « di fabbrica e d'officina » con quello di tutti gli operai impiegati capitalisticamente nell’industria di trasformazione, si sarebbe age- volmente accorto dell’erroneità dei suoi calcoli. LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA ÓO.J la società, e quanto più il capitalismo è sviluppato, tanto più si accentua la contraddizione fra questo carattere collettivo della produzione e il carattere individuale dell’appropriazione. In se- condo luogo, il capitalismo crea, sia neiragricoltura che nell’indu- stria, in luogo del vecchio frazionamento, una concentrazione della produzione mai vista in passato. Questa è la manifestazione più chiara ed appariscente, ma non la sola, della particolarità del capi- talismo che stiamo esaminando. In terzo luogo, il capitalismo eli- mina quelle forme di dipendenza personale che costituivano l’at- tributo inseparabile dei precedenti sistemi economici. In Russia sotto questo rapporto il carattere progressivo del capitalismo è par- ticolarmente appariscente, dato che da noi la dipendenza personale del produttore esisteva (e continua in parte ad esistere) non solo nei- ragricoltura, ma anche nell’industria di trasformazione («fabbri- che » che impiegavano lavoro servile), nell’industria metallurgico- mineraria, nell’industria della pesca *, ecc. In confronto al lavoro del contadino dipendente o seminsservito, quello delPoperaio sala- riato libero rappresenta, in tutti i rami delPeconomia nazionale, un fenomeno progressivo. In quarto luogo, il capitalismo conferisce necessariamente alla popolazione una libertà di movimento che non era richiesta dai vecchi sistemi di economia sociale, e che sotto que- sti sistemi non era possibile su una scala in qualche modo apprezza- bile. In quinto luogo, il capitalismo riduce costantemente la parte della popolazione dedita all’agricoltura (dove dominano sempre le forme più arretrate di rapporti economici e sociali) e aumenta il numero dei grandi centri industriali. In sesto luogo, la società • Per esempio, in uno dei principali centri russi dell'industria della pesca, la costa di Murmansk, una forma di rapporti economici « antica » e veramente « consacrata dai secoli » era il « pokrut », che aveva raggiunto la sua forma defi- nitiva già nel XVII secolo e si era conservato quasi immutato ai tempi più recenti. « I rapporti esistenti fra i pofyucennikj e i loro padroni non si limitano al solo tempo di lavoro: al contrarin, essi si estendono a tutta la vita dei pokrucenniì(i t che si trovano in condizioni di perpetua dipendenza dai loro padroni » ( Raccolta di materiali sulle artel in Russia , fase. Il, Pietroburgo, 1874, p. 33). Fortunata- mente, anche in questo ramo il capitalismo si distingue, a quanto pare, per il suo « atteggiamento sprezzante nei confronti del proprio passato storico ». « Al mono- polio,,. subentra... l'organizzazione capitalistica delPindustria con operai salariati liberi » ( Le forze produttive t V, pp. 2-4). LA FORMAZIONE DEL MERCATO INTERNO 605 capitalistica accresce nella popolazione il bisogno di associazione, di unione, e imprime alle associazioni cui dà origine un carattere particolare, diverso da quello delle associazioni di altri tempi. Di- struggendo le unioni di ceto, ristrette, locali della società medioe- vale, creando una concorrenza accanita, il capitalismo scinde al tempo stesso la società in grandi gruppi di individui che occupano una situazione diversa nella produzione, e dà un enorme impulso airassociazione in seno a ciascuno di questi gruppi*. In settimo luogo, tutte le accennate modificazioni del vecchio ordinamento economico ad opera del capitalismo portano inevitabilmente a mo- dificare anche la fisionomia spirituale della popolazione. Lo svi- luppo economico a salti, la rapida trasformazione dei modi di pro- duzione e Tenonne concentrazione della produzione, la scomparsa di ogni forma di dipendenza personale e di spirito patriarcale nei rapporti fra gli uomini, la libertà di movimento della popola- zione, l’influenza dei grandi centri industriali, ecc., tutto ciò non può non portare ad un cambiamento profondo del carattere stesso dei produttori, ed abbiamo già avuto occasione di rilevare le osser- vazioni in merito degli studiosi russi. Passando all’economia populista, cogli esponenti della quale abbiamo dovuto costantemente polemizzare, possiamo riassumere nel modo seguente le cause del nostro dissenso. In primo luogo, non possiamo non ritenere assolutamente erronea la concezione che i populisti hanno del processo attraverso il quale si sviluppa precisamente il capitalismo in Russia, come anche l’idea che essi si fanno del regime dei rapporti economici che ha preceduto in Russia il capitalismo; dal nostro punto di vista ci pare soprattutto grave, a questo proposito, il fatto che essi ignorino le contraddi- zioni capitalistiche presenti nella struttura dell’economia conta- dina (sia agricola che industriale). Inoltre, per quanto concerne la questione della lentezza o della rapidità di sviluppo del capitalismo in Russia, tutto dipende dal termine di confronto. Se si con- fronta l’epoca precapitalistica con l’epoca capitalistica in Russia (ed è precisamente questo il confronto da farsi per risolvere in • Cfr. Studi , p. 91, nota 85; p. 198 (cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp. 232 e 450-451. - N. d . /?.). 6o6 LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO IN RUSSIA maniera giusta il problema), si dovrà riconoscere che col capita- lismo lo sviluppo delTeconomia nazionale c estremamente rapido. Se invece si confronta il ritmo di sviluppo attuale con quello che sarebbe possibile con il livello raggiunto oggi dalla tecnica e dalla cultura, si dovrà riconoscere che Fattuale sviluppo del capitalismo in Russia è effettivamente lento. E non può non essere lento, giacché in nessun paese capitalistico sono sopravvissuti tanti isti- tuti del passato, che sono incompatibili col capitalismo, ne frenano lo sviluppo e peggiorano immensamente la situazione dei produt- tori, « tormentati non solo dallo sviluppo del capitalismo, ma anche dalla mancanza di tale sviluppo » 1S7 . Infine, la causa forse più profonda del nostro dissenso coi populisti sta nella differenza delle rispettive idee fondamentali sui processi economici e sociali. Studiando questi ultimi, il populista ne trae ordinariamente queste o quelle conclusioni moraleggianti; non considera i vari gruppi di individui che partecipano alla produzione come creatori di queste o quelle forme di vita; non mira a rappresentare l’insieme dei rap- porti economici e sociali come il risultato dei rapporti esi- stenti fra questi gruppi, che hanno interessi diversi e funzioni sto- riche diverse... Se Fautore di queste righe sarà riuscito a dare elementi per chiarire questa questione, egli potrà ritenere che la sua fatica non è stata vana. APPENDICE II (ai capitolo VII, p. 460) Compendio dei dati statistici sulVindustria di fabbrica e d’officina della Russia europea Note 1. Sono stati qui raggruppati i dati sull’industria di fabbrica e d’officina della Russia europea per il periodo posteriore alla riforma, dati che abbiamo potuto reperire nelle pubblicazioni ufficiali, e precisamente : Bollettino perio- dico di statistica dell'Impero Russo , Pietroburgo, 1866, I; Raccolta di dati e materiali a cura del Ministero delle finanze , 1866, n. 4, aprile, e 1867, n. 6, giugno; Annuario del Ministero delle finanze , fasce. I, Vili, X e XII; Com- pendio di dati sull'industria di fabbrica e d'officina in Russia t pubblicazione del Dipartimento del commercio e delle manifatture per gli anni 1885-1891. Tutti questi dati si fondano sulla stessa fonte, vale a dire sulle informazioni inviate dai proprietari di fabbriche e di officine al Ministero delle finanze. Il valore di questi dati e la loro attendibilità sono particolareggiatamente esaminati nel testo. 2. Le 34 industrie sulle quali sono stati riportati i dati per gli anni 1864-1879 e 1885-1890 sono le seguenti: filatura del cotone, tessitura del cotone, filatura del lino, stampatura delle cotonate, filatura della canapa e produzione dei cordami, filatura della lana, produzione del panno, tessi- tura della lana, tessitura della seta e produzione dei nastri, produzione dei broccati e delle passamanerie, trafilatura e laminatura deH’oro, produzione di articoli lavorati a maglia, tintoria, rifinitura, incollatura e laccatura, produzione degli articoli di cancelleria, industria delle tappezzerie, industria della gomma, industria chimica e dei colori, industria dei cosmetici, pro- duzione dell’aceto, produzione delle acque minerali, industria dei fiam- miferi; industria della ceralacca e della lacca; industria del cuoio, delle pelli di camoscio e del marocchino, industria della colla, industria della stearina, industria del sapone e delle candele di sego, industria delle candele di cera, industria del vetro, dei cristalli e degli specchi, industria delle por- cellane e delle maioliche, industria metal meccanica, fusione della ghisa, in- dustria del rame e del bronzo, industria del fil di ferro, dei chiodi ed altri articoli metallici minuti. APPENDICE III (al capitolo VII, p. 524) / più importanti centri dell'industria di fabbrica e d'officina della Russia europea APPENDICE 609 £681 I»P omannanao 1 » ainq ni rami -iqa qSap ojanmjsj 1.035.664 3.958 ? 3.416 3.151 ? 3.256 ? 6.865 •> ? 11.166 ? 5.116 ? ? ? 9.309 9.991 2.085 ? 9.908 3 - , 1» 1 g a « 7 s 0681 ■Biado i[3ap oiatzmj^ 67.213 Oi^HOepiHO tri C W5 H Lf O <•> I ì* os a e __ g*B 2 Villaggio ittà) « » O X Danilovskaia (slobodà) Cerkizovo (villaggio) Izmailovo (villaggio) Pusckino (villaggio) Balaecikba (borgo) Reutovo (villaggio) Nara-Fominskoie (villaggio) . . . Troitskoie-Ramenskoie (villaggio) Solnecnaia Corà (villaggio) . . . Nekrasina (villaggio) Oziory (villaggio) Sadki (borgo) Bobrovo (villaggio) Dmitrov e dintorni Muromteevo (villaggio) Serpuhkov e dintorni Nefedova (villaggio) Bogorodak e villaggio vicino di Glukhovo Pavlovski Posad Iatomkino (villaggio) KreBtovozdvigeDskoie (villaggio) . Zuievo (villaggio) 1 Totale per il governatorato senza la città di Mosca . . . . | ^ota. I totali c per il governatorato » si riferiscono ai centri del gove Nota alla II edizione. Aggiungiamo, per consentire un confronto, le cazione dell’Istituto centrale di statistica Città e centri abitati dei distretti Distretto (0 Città di Mosca Vereia Bronnitjy Klin Kolomna Città di Dmitrov Città di Serpukhov Città di Bogorodsk Governatorato Mosca 6io APPENDICE Smolenftk I DuLhovs teina | Iaxtaevo (villaggio) Il 1 ■ 2.731 I 2.523 I 1 I 4.000 LWerUco indica che dal numero degli operai di fabbrica e d officina sono esclusi ÓI2 APPENDICE EPl HI ■ 247.432 15.187 CO ^ 03 N CO CO io i£> 'O IO O SO t- M n in tv, h (k, (i. (i, O (k, (i. q (n, w h rò co d ^ co 1 o Cl 80 i Brado I|3ap ojaum^i 51.760 18.939 7.566 1.930 80.195 5.901 1.238 • * t- co ® ko m co >o cor-coooN O Tf (M 0-0 « 83 , iCht-MCOft q C- n# Tf co h « M H h !f] B h H N H ri H CÌ « r4 r4 CI 25.169 (ijqTU ip vtbiiSiui ni) anoiznpoid *n a P aJ0 l B A 126.645 35.927 15.288 2.906 180.766 16.1B6 4.715 5.220 1.737 1.866 1.331 1.314 684 260 2.855 1.378 923 1.750 750 2.188 22.256 3013^0 pa aipijqqnj 3|jap oratane 490 51 6 1 548 125 8 Tf CTn co ri CH 1 IO k/) IO n ri co M 1 ■ co «e >o .-I -f M 80 M CO SS m • H t' O ifl 1 OiOTf«Wt*00'« co m io ^ ocoffioi^oieh H li IMO 1 COCNCSrHO^fCOlOr- kO ci ri i-I ri p-i 16.275 (ijqni ip nraiiSnn ai) aaoiznpord ’PPWopA O >0 HOO 00^4 io o m h o oi ro * Tf ©k o CO o* o M O rò Tf C M CD IO , OCCOOH^O'»)^ CvN'O'O 'fCOCOCOTfcOOiOlO co r- co 1 CMocOHoqt'iOri 16.266 snp^o pa aqau'qqaj anap oJaomM eo r- co a» IO o CO IO iO CT> CS Nf co co Ìh^hNH^hM^ CO 1 « IO Villaggio itti) Pietroburgo Kolpino (poaad) Kostromà Kincecma e dintorni ...... Tesino (villaggio) Boniacki (villaggio) Navoloki (villaggio) Viduga (villaggio) Novaia Golcikha (villaggio) . . . Nerekhta Kiselevo (villaggio) • laico vlevekoie (villaggio) .... Pistsovo (villaggio) Frolovka (villaggio) Iurievets Rodniki (villaggio) per il governatorato 0 1 s Città di Sobborghi di Città di Turakoie Selò *3 Città di Gttà di Kinescma Gttà di Nerekhta Gttà di Iurievela o c 0 1 Pietroburgo Kiev a stato oomprcflo in parte anche il governatorato dell* Estonia (manifattura Krahnbolm). APPENDICE 6l 3 168T I a P oindnjisna? |b aaeq ni ì^net •iqs i[3»p oJanmjij 256.197 70.610 2.134 4.534 137.109 55.967 16.255 91.672 405.041 29.312 52.005 119.386 121.216 28.076 16.878 1 o o> OD leiado n 9ap ojanmjij 16.306 r? s© o> oì ~ ri o 5 SO o Tf| ifHO n m i- ri r- ri ri in n en 1.377 8.634 3.098 467 5.756 3.628 6.332 2.400 21.681 (||qnj ip vrei[9icn ui) auoiznpojd 8 ll a P aj °l B A 26.56B >DO* Os 00 sO 0> O' « w tT -t OS -t in 1 r- so « Sj Od D sfO N ■>* in r- OC 4.560 29.407 3.472 965 13.605 4.841 8.988 7.200 39.071 anpgjo pa aqoijqqvj ajjap ojanmj^ r-« o -# m w ei N OS c- SO oo m n n r- 00 306 m oo M en en H it n os so ri en M Ss 00 rnjado i[9ap oratori^ 11.962 sss ■ 0 1 i4 : ■■ Sj a *• n Ino Samara Odessa Nakhicevan Novocerkassk Rostov sul Don Iekaterinoslav Iuzovka (borgo) Kamenskoie (villaggio) per entrambi t governatorati j Distretto (o c Città di •3 •m h e h « ■5 s i Città di Città di Città di Città di Città di Città di -Bakhmut Iekaterinoslav e « e ■ e & > O « Ò vi Samara a 0 1 V 3 > m *3 0 1 g J5 & J ? CI 41-574 Total* por i 103 emiri eUncati 2.831 536.687 355.777 3.638 I 706.981 451.: NOTE 1 Populisti', partito piccolo-borghese, sorto nella seconda metà dell’8oo. Cfr. Che cosa sono gli « amici del popolo » e come lottano contro i socialdemocratici ? , voi. i della presente edizione, pp. 123-339. ' P- 3- 2 Lenin ricevette La questione agraria di Kautsky nel marzo del 1899, mentre si trovava deportato. Essendo Lo sviluppo del capitalismo in Russia già in gran parte composto, Lenin decise di citare l’opera di Kautsky nella prefazione e il 17 (29) marzo 1899 inviò all’editore il presente Poscritto. « Se non è troppo tardi — scriveva — desidererei molto pubblicarlo... È possibile inserire il poscritto anche se la prefazione è già composta? ». Il censore vi apportò delle corre- zioni. A questo proposito Lenin scrive in una lettera del 27 aprile (9 maggio) 1899: « Ho saputo che il P. S. alla prefazione è arrivato in ritardo, ha subito la censura preventiva e, a quanto pare, “ ne ha sofferto " ». Cfr. anche la lettera a Potresov nel voi. 34 della presente edizione, pp. 16-17. * P- 4 * 3 Nella seconda edizione de Lo sviluppo del capitalismo in Russia (1908) la nume- razione dei paragrafi fu modificata, perchè Lenin introdusse varie aggiunte. Il passo al quale qui Lenin rinvia, nella presente edizione si trova nel capi- tolo II, § XII, B, pp. 143-149. - P. 6. 4 Presso La Società per l'incremento dell'industria c del commercio russi venne discussa il 17 febbraio 1899 una relazione sul tema Si possono conciliare popu - lismo e marxismo? Alla discussione parteciparono rappresentanti del populismo liberale e « marxisti legali ». V. P. Voronisov (V. V.) affermò che i marxisti occidentali erano più vicini al populismo russo che ai marxisti russi. Un breve resoconto della seduta fu pubblicato il 19 febbraio (3 marzo) 1899 nel giornale reazionario pietroburghesc Novoie V remia. - P. 7. 6 Marx cita l’espressione di Heine sui turiferari: « Ho seminato denti di dragone e ne ho raccolto pulci », nello scritto Karl Grùn: « Die saziale Beu/egung in Frankrcich und Belgien ( Darmstadt , 1845) oder : Die Geschichtsschreibung des wahren Sozialtsmus. Cfr. Marx-Engcls, Gesamtausgabe, Erste Abteilung, Band 5, Moskau-Leningrad, 1933, pp. 471-516. - P. 9. • Cadetti : aderenti 0 fautori del Partito democratico costituzionale, raggruppa- mento politico liberale borghese della Russia prerivoluzionaria. Il nome deriva dalle iniziali dell'espressione russa « konstitutsionny demokrat » = democra- tico costituzionale. - P. 10. 6i8 note 7 Ottobristi: aderenti o fautori dell' « Unitine del 17 ottobre», partito monar- chico borghese di destra, così chiamato dalla data del primo manifesto con cui Nicola II, durante la rivoluzione del 1905, promise la costituzione e la convo- cazione di una Duma con poteri legislativi. - P. io. 4 Il 3 giugno 1907 era stata sciolta la li Duma di Stato e promulgata una nuova legge per reiezione della III Duma. Tale legge mirava ad assicurare la mag- gioranza ai grandi proprietari fondiari e ai capitalisti. Il cosiddetto colpo di Stato del 3 giugno rappresentò pertanto ina vittoria temporanea della contro- rivoluzione. - P. 1 1 . 9 Socialisti popolari; partito intermedio fra i cadetti e i socialisti-rivoluzionari, che non aveva influenza tra le masse. Sorse da una scissione dei socialisti- rivoluzionari- nel 1906. li suo nucleo dirigente era rappresentato da Pcscekhonov, Annenski, Miakotin ed altri pubblicisti che si raccoglievano attorno al Russici e Bogatstvo. - P. 11. 10 Trudovi\ /: «Gruppo del lavoro», rjggruppamcnto di tendenze democratiche borghesi costituito nell'aprile 1906 dai deputati contadini alla I Duma. Gruppi di trudovik} esistettero in tutte e quattro le legislazioni della Duma. - P. li. 11 Nella prima edizione dello Sviluppo del capitalismo in Russia (1899) questo capitolo era intitolato Premesse teoriche. - P. 13. 12 K, Marx, // Capitale , III, 3, Roma, Edizioni Rinascita, 1956, pp. 33-34. In tutta l'opera Lenin cita // Capitale servendosi dell’ edizione tedesca (per il primo volume la seconda edizione del 1872, per il' secondo volume l’edizione del 1885 c per il terzo volume l’edizione del 1894) e traducendo dircttamèntc dall’ori- ginale. - P. 14. 13 K. Marx, // Capitale , III, 3, ed. cit., p. 33. - P. 16. 14 Ivi, I, 3, ed. cit., 1952, pp. 204 c 206. - P. 19. 14 Negli scritti dell’uluino decennio del secolo scorso Lenin usò, accanto al ter- mine pribavocnaia stoimost il termine Svier\hstotmost (che ricalca il tedesco Mehrwert). In seguito Lenin usò esclusivamente il primo termine. Entrambi i termini sono stati tradotti con la parola « plusvalore ». - P. 19. ,# K. Marx, // Capitale , II, 2, ed. cit., 1954, p. 130. - P. 23. 17 Ivi, II, 2, ed. cit., p. 31. - P. 25. 14 Ivi, I, 3, ed. cit., p. 35. - P. 25. l* Ivi. - P. 26. 20 Ivi, I, 1, ed. cit., 1951, pp. 218-220. - P. 26. 21 Ivi, II, 2, ed. cit., p. 21. - P. 26. 12 Ivi, p. 52. - P. 29, 22 Ivi, pp. 7-186. - P. 30. 24 Ivi, III, 1, ed. cit., 1954, p. 368. ■ P. 32. NOTE 619 25 Ivi, li, 2, ed. cit., p. 97. - P. 33. 24 Ivi, II, 1, ed. cit., 1953, p. 333, nota. - P. 34. 27 Ivi, IH, 1, ed cit., p. 300. - P. 34. 28 Ivi, p. 306. - P. 34. 29 L’opuscolo di E. Bernstein, Die V oraussetzungen des Soztulismus und die Auf- gaben der Sozialdemo^ratie , che operava una revisione del marxismo rivoluzio- nario, uscì nel 1899, c Lenin lo ricevette in Siberia, quando la prima edi- zione de Lo sviluppo del capitalismo in Russia era già uscita. Perciò le osserva- zioni di Lenin relative alle tesi di Bernstein furono inserite solo nella seconda edizione. - P. 34. 30 K. Marx, Il Capitale , III, 2, ed. cit., p. 176. - P. 34. 31 Ivi, III, 1, ed. cit., p. 368. - P. 35. 32 Ivi, III, 3, ed. cit., p. 257, nota 56. - P. 37. 33 Ivi, II, 1, ed. cit., p. 25. - P. 39. 34 Ivi, III, 3, ed, cit., pp. 253-254. - P. 41. 35 Ivi, pp. 256-260. - P. 41, 38 Per studiare il processo di disgregazione delia popolazione contadina in bor- ghesia rurale e proletariato, Lenin utilizzò una vasta letteratura sulla comunità di villaggio e sull’azienda contadina, e in particolare i materiali della statistica degli zemstvo . Gli organi statistici degli zemstvo presso i Consigli di governa- torato e distrettuali degli zemstvo (costituiti dopo la riforma del 1861) effettua- vano indagini statistiche (censimenti per fuoco delle aziende contadine, studio dei bilanci contadini, ecc.) e pubblicavano numerose rassegne e raccolte stati- stiche per i vari distretti e governatorati, nelle quali era contenuta una ricca documentazione. Di questo vasto materiale Lenin si servì anche nella polemica contro i populisti (cfr., nella presente edizione, voi. 1, art. cit.). - P. 48. 37 La Nuova Russia comprendeva i tre governatorati meridionali di Kherson, di lekaterinoslav e della Tauride. - P. 48. 38 II libro di V. le. Postnikov, L’azienda contadina nel mezzogiorno della Russia è particolarmente analizzato da Lenin in uno dei suoi primi scritti, Nuota spostamenti economici nella vita contadina (cfr., nella presente edizione, voi. 1, pp. 1-68). - P. 48. 38 Membri figuranti nelle liste di revisione: popolazione maschile della Russia feudale soggetta al testatico (in principal modo gli appartenenti ai ceti conta- dino e borghese) e a questo scopo registrata da speciali censimenti (cosiddetti di « revisione »). Queste « revisioni » si effettuarono a partire dal 1718; nel 1858 si fece la decima « revisione », che fu l’ultima. In varie regioni la terra fu divisa in seno alle obsteine in base ai membri figuranti nelle liste di revi- sione. - P. 83. Ó20 NOTE 40 Per le osservazioni di Lenin in margine a queste raccolte, osservazioni che contengono i calcoli preliminari, vedi Lenins^i Sbornii, XXXIII, pp. 144- 150. - P. 109. 41 Censimenti militari dei cavalli ; valutazione del numero dei eavalli utilizzabili daH’csercito in caso di mobilitazione; venivano effettuati nella Russia zarista di regola ogni 6 anni. Il primo censimento fu effettuato in 33 governatorati della zona occidentale nel 1876, il secondo nel 1882 in tutta la Russia europea; i suoi risultati furono pubblicati nel 1884 con il titolo Centi - mento dei cavalli del 1882 . Nel 1888 il censimento fu effettuato in 41 gover- natorati c nel 1891 nei rimanenti 18 governatorati e nel Caucaso. I dati otte- nuti furono elaborati dall’Istituto centrale di statistica, che li pubblicò nelle raccolte; Statistica dell Impero Russo, XX: Censimento militare dei cavalli del 1888 (Pietroburgo, 1891) e Statistica dell'Impero Russo, XXXI: Censimento dei cavalli del i8()i (Pietroburgo, 1894). Il censimento successivo fu effettuato nel 1893-1894 in 38 governatorati della Russia europea; i suoi risultati furono pubblicati eoi titolo Statistica dell'Impero Russo, XXXVII: Censimento militare dei cavalli degli anni i8<)i e i8yq (Pietroburgo, 1896). I dati del censimento militare dei cavalli del 1 899-1 901 , relativo a 43 governatorati della Russia europea, a un governatorato del Caucaso e alla Steppa dei Calmucchi del governatorato di Astrakhan, costituirono il volume LV della Statistica dell’Im- pero Russo (Pietroburgo, 1902). - P. 126. 42 Lenin analizzò particolareggiatamente i materiali della raccolta di Blagovestccnski in uno speciale quaderno e nelle note in margine alla raccolta stessa, pubblicate nel Leninskj Sbornii XXXIII, pp. 89-99. ' P- I2 ^- 43 Tale c il titolo di uno degli scritti del populista liberale V. P. Vorontsov (V. V.), pubblicato nel 1892. - P. 130. 44 I Lavori della Commissione per Io studio dell’industria artigiana in Russia, men- zionati qui e in seguito, costituiscono una pubblicazione in 16 volumi, uscita fra il 1879 e il 1887, La « Commissione per lo studio dell'industria artigiana in Russia » chiamata in forma abbreviata « Commissione artigiana ») fu costituita nel 1874 presso il Consiglio del commercio e delle manifatture, dietro richiesta del primo congresso dei proprietari di fabbriche e di officine di tutta la Russia, riunitosi nel 1870. Era composta da rappresentanti dei Ministeri delle finanze e degli interni, del Ministero dei beni di proprietà dello Stato, della Società geografica russa, della Libera società di economia, della Società di agricoltura di Mosca, della Società tecnica russa e della Società per l'incremento dell’indù stria e del commercio russi. I pregevoli materiali della « Commissione artigiana » pubblicati nei Lavori di quest'ultima erano stati prineipalmente raccolti da colla- boratori locali. Lenin, che studiò minuziosamente i Lavori della Commissione, ne ricavò numerosi dati e fatti che illustravano lo sviluppo dei rapporti capitali- stici nell’industria artigiana russa. > P, 135. 43 In questa colonna Lenin inserisce anche i redditi provenienti dalla frutticoltura e dall’ allevamento, - P. 138. 44 Nel marzo del 1897 presso la Libera società di economia era stata discussa una relazione del prof. A. I. Ciuprov sui prezzi dei cereali. La Libera società imperiale di economia era una società scientifica privilegiata istituita nel 1765. Secondo il suo statuto, essa aveva lo scopo di « diffondere nello Stato le NOTE 621 cognizioni utili per l’agricoltura e l'industria ». Ne facevano parte studiosi provenienti dalle file della nobiltà liberale e della borghc-ia; essa svolgeva inchieste, promuoveva spedizioni per studiare i diversi settori dcH'economia nazionale e le varie zone del paese, pubblicava periodicamente i Lavori della Libera società imperiale di economia, contenenti i risultati delle ricerche e i reso- conti stenografici delle relazioni e delle discussioni che si svolgevano nelle sue sezioni. - P. 141. 47 K. Marx, Il Capitale , III, 3, ed, cit., pp. 222 223. * P- I 4 2 - 44 Per crearsi nelle campagne una base solida rappresentata dai kulak, il 9 (22) no- vembre 1906 il governo zarista promulgò la cosiddetta legge agraria di Stolypm , che trasferiva i contadini dall 'obsteina nei khutory. Questa legge sopprimeva il possesso comunitario della terra: ogni contadino doveva assumere il possesso personale del suo lotto e uscire dall 'obsteina-, il contadino poteva vendere il suo lotto, mentre prima ciò era vietato; la terra At\V obstana assegnata al con- tadino che ne usciva doveva costituire un solo appezzamento ( kjtutor , otrub ). Lenin studiò e criticò la legge di Stolypin in vari scritti, e in particolare nel Programma agrario della socialdemocrazia nella prima rivoluzione russa del 1905-1907 (cfr. Lenin, La rivoluzione del *905, voi. II, Roma, Edizioni Rina- scita, 1949, pp. 251). - P. 143. 19 Cento neri: aderenti e fautori ■ di un’organizzazione monarchica di estrema destra che, giovandosi anche dell'aiuto della polizia, si proponeva di intimidire gli elementi rivoluzionari più avanzati e, in generale, ricorrendo a parole d’or- dine demagogiche, di allontanare il popolo dal movimento rivoluzionario. Questa organizzazione, i cui membri venivano reclutati in gran parte fra gli elementi più arretrati della popolazione, venne perciò chiamata delle « centurie nere » e fu particolarmente attiva durante la rivoluzione del 1905. - P. 144. 50 Lenin analizza i dati di Drechsler nel suo scritto La questione agraria e i «cri- tici » di Marx ; cap. XI: L’allevamento del bestiame nella piccola e nella grande azienda (cfr. Lenin, Opere , voi. XIII, pp. 161-173, c< ^* russa )- - P. 146. 61 Le espressioni « un quarto di cavallo » e « frazione vivente » appartengono allo scrittore Gleb Uspenski. Cfr. i suoi bozzetti Cifre vive. - P. 146. 52 Della carestia del 1891 in Russia e della spinta che essa diede alla disgre- gazione della popolazione contadina, e quindi anche alla creazione del mer- cato interno per lo sviluppo del capitalismo, Engels scrisse nel suo artì- colo U socialismo in Germania (cfr. Der Sozialismus in Deutschland , in Neue Zeit, Anno X, voi. I, 1891-92, pp. 850-859). Engels toccò quest’argomento anche nelle lettere a Nikolai-on del 29-31 ottobre 1891, del 15 marzo e 18 giu- gno 1892 (cfr. K. Marx-F. Engels, Ausgewàhlte Briefe , Dietz Verlag, Berlin, 1953 » PP- 5 * 9 - 521 , 529-532 e 536-537). - P. 153. 55 Le osservazioni di Lenin sull’articolo di F.A. Stcerbina sono state pubblicate nel Leninskj Sbornii XXXIII, pp. 70-84. - P. 158. 54 K. Marx, Il Capitale, I, 2, cd. cit., 1952, p. 218. - P. 161. 55 Commissione Valuicv: Commissione per lo studio della situazione dell'agricol- tura in Russia, presieduta dal ministro P. A. Valuiev. Nel 1872-1873 la 622 NOTE commissione raccolse un vastissimo materiale sulla situazione dell’agricoltura nella Russia posteriore alla riforma: relazioni di governatori, dichiarazioni e deposizioni dei grandi proprietari fondiari, dei marescialli della nobiltà, di di* versi consigli degli zemstvo e amministrazioni di volost t di commercianti di ce- reali, preti di campagna, kulak, società statistiche e agricole ed altre istituzioni legate all’agricoltura. Questo materiale fu pubblicato nelle Relazioni della Com- missione per lo studio della situazione dell agricoltura in Russia , Pietroburgo, 1873. - P. 161. 56 K. Marx, Il Capitale , III, 3, ed. cit. , p. 197. - P. 162. 57 Ivi, p. 204. - P. 163. 58 Ivi, p. 206. - P. 163. 59 Ivi, pp. 207-208. - P. 164. •° Contadini della donazione ; contadini già servi che, al tempo della riforma del 1861, ricevettero gratuitamente (in russo « darom >», ossia senza riscatto) dal signore un lotto ( nadiet) « da miserabili », pari appena a un quarto del cosid- detto nadiel contadino « superiore » o « ufficiale », vale a dire fissato dalla legge. Di tutta la parte restante dei precedenti nadiel contadini s'impadronì il signore, che, anche dopo l’abolizione della servitù della gleba, continuava a tener in stato di semiservitù i propri contadini a della donazione » spogliati con la forza della loro terra. Trio\hdncvniki: una delle categorie di operai salariati agricoli, i quali posse- devano un appezzamento di terra e una misera azienda; si trattava di gior- nalieri costretti a lavorare, per tutta l’estate e in condizioni di semiscrvitù, tre giorni alla settimana nelle aziende dei kulak o dei grandi proprietari fondiari per 20-30 rubli o un compenso in grano. Questo tipo di operaio rurale dotato di nadiel era particolarmente diffuso nei governatorati nord -occidentali della Russia zarista. - P. 167. 61 Territorio del Baltico : zona del littorale baltico; comprendeva i governatorati dell’Estonia, della Curlandia c della Livonia, oggi corrispondenti al territorio delle Repubbliche socialiste sovietiche lettone ed estone. - P. 168. 62 K. Marx, Il Capitale , I, 1, ed. cit., pp. 180-181. - P. 172. 63 Ivi, III, 2, ed. cit., p. 303. - P. 172. 84 Ivi, III, 1, ed. cit., p. 398. • P. 172. 65 Ivi, p. 394. - P. 172. Lenin aveva già criticato la teoria dei populisti sulla « produzione popolare » nel suo Che cosa sono gli « amici del popolo » e come*lottano contro i social - democratici ? (vedi nota 1). - P. 173. 87 I primi sei paragrafi di questo capitolo furono dapprima pubblicati .come articolo a sè nel numero 3 della rivista Nacialo (marzo 1899, pp. 96-117) sotto il titolo L’eliminazione dell'azienda fondata sulla « harsteina » da parte del- l'azienda capitalistica nell'odierna agricoltura russa . L’articolo era accompagnato dalla seguente nota redazionale: « Il presente articolo è un estratto di una vasta indagine delPautore sullo sviluppo del capitalismo in Russia ». - P. 177. NOTE 62} F. Engels, La situazione della classe operaia tn Inghilterra , .Roma, Edizioni Rinascita, 1955, p. 334. - P. 179. 6tt K.. Marx, Il Capitale , IH, 3, ed. cir., p. 198. - P. 179. 70 Dipendenza temporanea di una parte dei contadini già servi, i quali, anche dopo rabolizione — in base alla riforma del 1861 — della servitù della gleba, erano tenuti a sottostare a determinati obblighi feudali {obrof^ o barstanp), che cessavano solo quando veniva fissata l'entità del riscatto per il loro nadiel. Responsabilità collettiva: solidarietà coercitiva per cui i contadini di ogni obsteina erano collettivamente responsabili per la tempestiva e completa esecu- zione dei versamenti in denaro e degli obblighi di ogni tipo nei confronti dello Stato e dei grandi proprietari fondiari (tributi, quote del riscatto, recluta- mento, ecc.). Questa forma di asservimento dei contadini, conservatasi anche dopo l’abolizione della servitù della gleba in Russia, fu eliminata solo nel 1906. - P. 180. 71 La raccolta L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali su alcuni aspetti dell economia nazionale russa (due volumi) Lenin la ricevette nel 1897 a Sciu- scenskoie e la studiò meticolosamente nel corso del suo lavoro attorno allo Sviluppo del capitalismo in Russia, come si vede dai suoi numerosi appunti in margine alla raccolta. - P. 182. 72 S^opstcina: particolare forma di affitto in natura, di carattere vessatorio, vi- gente in varie zone della Russia, in base alla quale l'affittuario pagava al pro- prietario terriero, « dal mucchio » (in russo s %opny), la metà e talvolta anche più della metà del raccolto, dandogli inoltre una parte del suo lavoro sotto forma di otrabotkj . - P. 188. 73 Truc\-system : sistema di remunerazione degli operai a mezzo di merci distri- buite dagli spacci istituiti nelle fabbriche e appartenenti ai fabbricami. I padroni 'costringevano gli operai a ricevere, invece del salario in denaro, articoli di con- sumo di cattiva qualità e a prezzi elevati. Questo sistema, che e un mezzo supplementare per sfruttare gli operai, in Russia era prevalentemente diffuso nei distretti in cui fiorivano le industrie artigiane. - P. 189. 74 Russ^aia Pravda : prima raccolta scritta di leggi e disposizioni dei prìncipi della Rus di Kiev; risale ai secoli XI-XII. Ai tempi della Russfaa Pravda i principi e i boiari asservivano gli agricoltori ( smerdy ), s'impadronivano delle loro terre e li costringevano a lavorare nei propri fondi. Gli smerdy potevano essere as- serviti anche ai monasteri, i quali possedevano vastissime tenute. - P. 192. 75 II resoconto stenografico della discussione del 1 e 2 marzo fu pubblicato nei Lavori della Ubera società imperiale di economia , 1897, n. 4. - P. 200. 74 Oblomov : protagonista del romanzo omonimo di I. A. Gonciarov, passato a significare il tipo dell* uomo pigro, che escogita piani grandiosi, ma che non li realizza per la sua abulia ed inerzia. Cfr. Che cos’è V oblomovismo? , in Do- broliubov, // regno delle tenebre , Roma, Editori Riuniti, 1956, pp. 241-279. P. 206. 77 Pindaro della fabbrica capitalistica-, cfr. K. Marx, Il Capitale , III, 2, cd, cit., p. 63, nota 76. - P. 223. 624 NOTE 78 Commissione Zveghintsev : costituita nel 1894 presso la sezione degli zemstvo del Ministero degli interni per predisporre le misure volte a « regolamentare le industrie fuori sede e regolare il movimento degli operai agricoli », - P. 233. 79 F. Engels, La questione delle abitazioni , Roma, Edizioni Rinascita, igeo, pp. 7-8. - P. 235. 80 Per favorire lo sviluppo agricolo della Russia, fra il 1760 e il 1761 Caterina li invitò i contadini tedeschi a colonizzare la regione del Volga. Risposero all'ap- pello 27.000 persone, provenienti soprattutto dalla Germania centro-occidentale, dalla Svevia, dalla Baviera e dalla Sassonia, a cui fra il 1853 e il 1874 si aggiun- sero i Mennonitt, emigrati dalla regione di Danzica. Nel 1880, in seguito alla carestia, molti emigrarono in America, in Siberia e nell’Asia centrale. - P. 236. 81 Nella prima edizione de Lo sviluppo del capitalismo n Russia (1899) la presente tabella si presentava come segue: - P. 244. 50 governatorati della Russie europea Popolazione Migliaia di cetverti •«mmativo raccolto netto dei cereali e delle patate seminativo raccolto netto delle patate Raccolto netto| per abitante (in cetverti) in % in % in % 1064-66 1870-79 1883*87 1885 61.400100 69*853114 81.725132 282&40 •8781.' -94 86.! 72.225 75.620 80.293 1 92.616 100 100 106 [1281122 ! 152.851 211.325| Ì100 255.171 138 |l 15 265.254] 173 126 6.918 8.757 100:10.847 104 16.552 16.996 30.379 |l 00! 36.164! 152 44.348 1260)146] 2,21 2,59 2,68 2,57] 0,27 0.43 0,44 0,50 2,48 3,62 3,12 3,07 42 Le osservazioni di Lenin a proposito di questa raccolta e i calcoli preliminari sono stati pubblicati in Lenins{i Sbornii XXXIII, pp. 165-175. - P. 245. 83 K. Marx, // Capitale , III, 3, ed. cit., pp. 160-161. - P. 250. 84 Ivi, p. 69. - P. 250. 85 Rer fungibtlis : cosa fungibile, ossia surrogabile mediante un’altra, espressione giuridica legata ad un concetto del cosiddetto « diritto generico ». Si denomi- nano « cose fungibili » quelle che nei contratti vengono definite giovandosi di una semplice espressione numerica — misura, peso, ecc. — (« tanti e tanti pud di segala », « tanti e tanti mattoni », e così via); ad esse si contrappon- gono le « cose non fungibili », ossia individualmente definite « la tale o tal altra cosa », « l’oggetto numero tale », c così via). - P. 262. NOTE 6l 5 86 Cfr. le. Dementiev, La fabbrica, che cosa essa dà e che cosa toglie alla popo- lazione, Mosco, 1893, pp. 88-97. - P. 291. 87 K. Marx, Miseria della filosofia , Roma, Edizioni Rinascita, 1949, p. 129. P. 310. 88 K. Marx, il 18 brumaio di Luigi Bonaparte , Roma, Edizioni Rinascila, 1954, pp. 109- no. - P. 312. 89 K. Marx, Il Capitale , I, 3, ed. cit. , pp. 116-117. - P. 317. 90 Ivi, II, 1, ed. cit., p. 333. - P. 317. 91 Ivi, I, 3, ed. cit., pp. 150 c 93. - P. 318. 92 Ivi, II, i, ed. cit., p. 253. Per meglio inserirlo nel proprio contesto, Lenin traduce quest’ultimo brano mutandone lievemente la forma. Come si noterà, la nostra traduzione conserva questa particolarità. - P. 319. 93 Ivi, III, 3, ed. cit., pp. io e 217. - P. 320. 94 Ivi, III, 1, ed.. cit. , p. 162. - P. 322. 95 K. Marx, Miseria della filosofia , cd. cit., p. 56. - P. 323. 98 Allusione all’articolo di Engels Die Bauertifragc in Frangeteli und Deutsc/iland pubblicato nella Neue Zeit, Anno XIII, voi. I, 1894-95, n * 10 > PP- 2 9 2 '3°6- I « discepoli » francesi sono i marxisti (o « socialisti francesi della corrente mar- xista », come li chiama Engels nello scritto indicato), così denominati per elu- dere la censura. - P. 323. 97 K. Marx, Il Capitale , III, 3, cd. cit. , pp. 217-218. - P. 323. 98 Ivi, p. 224. - P. 323. 99 Ivi, pp. 10-n. - P. 324. 100 Ivi, p. 126. - P. 325. 101 Ivi, pp. 127-128. - P. 325. 102 Nel 1894-1895 il conte Kanitz, rappresentante degli agrari, presentò al Reichstag tedesco una proposta nota come « Antrag Kanitz », in base alla quale il governo avrebbe dovuto comprare direttamente tutto il grano importato dal- l’estero, vendendolo poi ad un prezzo medio. Tale proposta fu respinta sia dal Consiglio di Stato e dal governo prussiano che dal Reichstag. - P. 326. 103 Lenin dà un giudizio su quest’opera di Bucher e sulla sua classificazione delle fasi c delle forme di sviluppo dell’industria nel capitolo VII del presente vo- lume (vedi nota a p. 556). La parte più importante del volume di Bucher, dedi- cata all’origine dell’economia politica, venne da Lenin tradotta in russo, pro- babilmente a Sciuscenskoie, durante la sua deportazione in Siberia. La tradu- zione di Lenin non venne pubblicata. - P. 328. 104 Manilùvi personaggio delle Anime morte di Gogol, passato ad indicare la per- sona che si abbandona a vuote fantasticherie e ad un atteggiamento di bonaria passività nei confronti della realtà che la circonda. - P. 351. Ó2Ó NOTE 105 K. Marx, Il Capitale , I, 2, ed. cit., p. 18. - P. 353. 104 Ivi, p. 19. - P. 353. 11,7 Ivi, pp. 32-33. - P. 355. 108 Ivi, III, 1, ed. cit. , pp. 328-329, 334, 357, 390, 392. - P. 358. 109 Contadini cetvertnye-. categoria formata di ex contadini dello Stato, discendenti dagli uomini d’arme di modesta condizione che nei secoli XV-XVII si erano stabiliti nelle regioni periferiche dello Stato moscovita. Per il loro servizio di vigilanza sulla frontiera questi coloni (cosacchi, soldati) ricevevano in godi- mento temporaneo o ereditario appezzamenti di terra di un certo numero di cetverti. A partire dal 1719 essi incominciarono a chiamarsi odnodvortsy (con un solo dvor , vale a dire un solo fuoco). Gli odnodvortsy un tempo usufrui- vano di vari privilegi ed avevano anche il diritto di possedere contadini. Nel corso del XIX secolo essi vennero a poco a poco equiparati giuridicamente ai contadini. In base al decreto del 1866 la terra degli odnodvortsy (terra cetvertnaia) venne considerata come loro proprietà privata, trasmissibile ereditariamente ai membri delle loro famiglie (contadini cetvertnye). - P. 379. 110 Cfr. K. Marx, il Capitale , III, 1, ed. cit., pp. 400-402. - P. 384. 1,1 K. Marx, Miseria della filosofia, ed. cit. p. ili. - P. 384. 112 K. Marx, Il Capitale , I, 2, ed. cit., p. 69. - P> 384. 113 Ivi, pp. 40-50. - P. 396. Ivi. - P. 398. 115 La legge del 2 giugno 1897 introduceva la giornata lavorativa di 11 ore e mezzo per le aziende industriali e le officine ferroviarie. Prima di questa legge la giornata lavorativa non aveva in Russia alcun limite ed arrivava sino a 14-15 ore e più. Il governo dello zar fu costretto a promulgare la legge del 2 giugno 1897 sotto la pressione de! movimento operaio, allora diretto dall’« Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia-»). Lenin esaminò particolareg- giatamente c criticò questa legge nell’opuscolo La nuova legge sulle fabbriche (cfr., nella presente edizione, voi. 2, pp. 257-306). - P» 419. 114 La tabella che segue si basa su quella analoga, ma più particolareggiata, pub blicata sul n. 42 del Viestni\ Finansov del 1898. - P. 424. 117 Sino al 1864 gli armaiuoli di Tuia erano servi appartenenti al demanio (allo Stato) e vivevano in speciali quartieri (quartiere demaniale dei fabbri, ecc.). Essi si dividevano nelle corporazioni delle canne, delle casse di fucile, delle culatte, degli accessori, ecc. Per eseguire i lavori ausiliari si assegnavano alle officine di Tuia contadini servi della gleba di alcuni villaggi. Questi contadini preparavano per gli armaiuoli il carbone di legna, custodivano i boschi assegnati alle officine, lavoravano nei cortili delle officine. Prima dell’emancipazione, a Tuia i mastri armaiuoli erano circa 4000, di cui 1276 lavoravano nelle officine e 2362 a domicilio; insieme con le famiglie costituivano una popolazione di 20.000 persone. - P. 426. NOTE 627 118 Si allude alla fabbrica a Compagnia per la produzione a macchina delle calzature di Pietroburgo » (fondata nel 1878). Nel 1894-95 questa fabbrica occupava 845 operai, con una produzione del valore di 1.287.912 rubli (cfr. Elenco delle fabbriche e delle officine t Pietroburgo, 1897, n. 13450, pp. 548-549. - P. 432. 118 K. Marx, Il Capitale, I, 3, ed. cit., pp. 206-207. - P. 436. 120 Ivi, III, i, ed. cir., pp. 392-393. - P. 443. m Ivi, I, 2, ed. cit., pp, 41-42. - P. 445. 122 M. K. Gorbunova, Le industrie femminili del governatorato di Mosca, fase. IV, in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca, Sezione di statistica economica , voi. VII, fase. II, Mosca, 1882, Introduzione , p. IX. - P. 446. 123 K. Marx, // Capitale , I, 2, ed. cit., p. 190 e sgg. - P. 450. 124 Cfr. le. N. Andrciev, L’industria artigiana in Russia in base alle ricerche della « Commissione per lo studio dell’industria artigiana in Russia >1 e ad altre fonti , Pietroburgo, 1885 (la cifra di sette milioni e mezzo di persone occupate nelle « industrie ausiliarie » si trova a p. 69 di questo libro), e l'opuscolo del me* desimo autore L’industria artigiana in Russia, Pietroburgo, 1R82, p. 12. » P. 454. 129 Per caratterizzare lo sviluppo della grande industria nella Russia zarista dopo la riforma, Lenin elaborò i materiali di numerose fonti della statistica delle fabbriche ed officine dell’epoca (raccolte, monografie ed indagini, prontuari ufficiali, vari resoconti di riviste e giornali, relazioni, ecc.). Il lavoro di Lenin per controllare, elaborare, compendiare e raggruppare scientificamente i dati sta- tistici risulta dalle sue annotazioni in margine ai libri e da altri materiali pubblicati nella seconda sezione del voi. XXXIII del Leninsk i Sbornii {. Per il giudizio di Lenin sulle principali fonti della statistica delle fabbriche ed officine cfr. anche il suo articolo A proposito della nostra statistica delle fabbriche ed officine (voi. 4 della presente edizione, in corso di pubblicazione). - P. 457. 124 K. Marx, Il Capitale , I, 2, ed. cit., p. 71. - P. 458. 127 Si tratta dei Materiali per la statistica del distretto di Krasnoufims governato- rato di Perm , fase. V, parte I (zona industriale), Kazan, 1896. A p. 65 di questo libro si trova una tabella intitolata Dati su una squadra di operai di un’officina di Arti indebitatasi sul lavoro durante il 1892. - P. 492. 128 N. A. Kòppen, L’industria metallurgico-mineraria della Russia , Edito a cura del Dipartimento delle miniere. Esposizione universale colombiana di Chicago del 1893, Pietroburgo, 1893, p. 52. - P. 493. I2f Nella prima edizione dello Siiluppo del capitalismo in Russia la tabella con- teneva anche i dati per il 1890 c il 1896, omessi nella seconda edizione. Inoltre, i dati della prima edizione per il 1897 erano un po’ diversi dai dati per Io stesso anno riportati nella seconda edizione. La parte corrispondente nella tabella della prima edizione era la seguente: 628 NOTE 1890 56.560 100 28.174 49,7 13.418 23,7 367,2 1896 98.414 100 35.457 36,6 39.169 39,7 547,2 1897 113,982 100 40.850 35,8 46.350 40,6 - I dati per il 1897 riportati nella prima edizione erano accompagnati dalla se- guente nota, egualmente omessa nella seconda edizione: «Nel 1898 la produ- zione della ghisa in tutto l’Impero si calcola ammonti a 133 milioni di pud, di cui 60 milioni di pud nel Mezzogiorno e 43 milioni di pud negli Urali (Russate Viedomosti , 1899, n. 1)». - P. 494. 130 Lenin aggiornò successivamente questa tabella con i dati corrispondenti per il 1908 (vedi illustrazione a pp. 51-52). I dati contenuti nell’aggiunta di Lenin sono ricavati dalla Raccolta delle relazioni degli ispettori di fabbrica per il 1908 (pp. 50-51), che uscì nel 1910. Per conseguenza, raggiunta di Lenin risale al 1910 o al 1911. - P. 519. 131 K. Marx, Il Capitale , I, 3, ed. cit., p. 94. - P. 534. 132 fabbrica Khludov. « Compagnia della filanda di cotone di Iegorievsk dei fra- telli A. e G. Khludov » (si trovava nella città di Iegorievsk, governatorato di Riazan). I dati riportati nella nota di Lenir* (sul numero degli operai e sui valore della produzione) sono presi dall 'Elenco delle fabbriche e delle officine, Pietroburgo, 1897, n. 763. - P. 539. 133 K. Marx, Il Capitale , I, 3, ed. cit., pp. 207-208. - P. 542. 13 * Ivi, III, 3, ed. cit., p. 33. - P. 566. 135 Ivi, I, 3, ed. cit., p. 204. - P. 595. 138 Vedi il saggio di Gleb Uspenski, Nel Caucaso, in Opere complete , voi. II, 1918, ed. russa. - P. 599. 137 K, Marx, il Capitale , I, 1, ed. cit., p. 17. • P. 606. INDICI INDICE BIBLIOGRAFICO Agricoltura (L') e V economia forestale in Russia (Selskoie i lesnoic khoziaistvo Rossìi). Contiene 47 carte e diagrammi. Esposizione universale Colombiana di Chicago del 1893. Edito a cura del Dipartimento dell'agricoltura e dell'industria agricola del Ministero dei beni di proprietà dello Stato, Pietroburgo, 1893, pp. (2) + II + XXVI +643. In appendice: carta della Russia europea, A. M. - Il governatorato di Stavropol (Stavropolskaia gubernia). Corrispondenza sul Severny Kurier ì 1899, n. 33, 3 (15) dicembre, p. 4, Andreiev, le. - L'industria artigiana in Russia in base alle ricerche della « Com- missione per lo studio dell' industria artigiana in Russia » e ad altre fonti (Ku- starnaia promysclennost v Rossìi po issledovaniam « Komissii dlia issledovania kustarnoi prò m y se lennos ti v Rossìi » i drughim istocnikam), in Lavori della Commissione per lo studio dell'industria artigiana in Russia, Pietroburgo, 1885, pp. 11+96+ (1). [Non è escluso che Lenin abbia utilizzato un'altra opera dello stesso autore: Andreiev, le. N., L'industria artigiana in Russia (Kustarnaia promysclennost v Rossìi), Pietroburgo, 1882, pp. 31. N. d. /?.]. Annensxi, N. F. - // costo di produzione dei cereali nelle aziende fondate sulla proprietà privata (Stoimost proizvodstva khlcba v ciastnovladelceskikh kho* ziaistvakh), in L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali su alcuni aspetti dell'economia nazionale russa , voi. I, pp. 157-235. Annenski, N. F. - Rapporto del direttore della Sezione statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod sulla situazione degli artigiani nella zona di Vavlovo (Doklad zaveduiustcevo statisticeskim otdeleniem Nige- gorodskoi Gubernskoi Zcmskoi Upravy po voprosu o pologenii kustarei Pavlov- skovo raiona), in Nigegorodsl{i Vies/ni^ Faro{hodstva i Torgovli, nn. 1, 2, 3 del 1891, pp. io-i6, 40-45, 58-62. Annuario del Ministero delle finanze (Iegegodnik Ministerstva finansov). Fase. I, anno 1869. Compilato sotto la direzione di Busccn, Pietroburgo, 1869, pp, IV + v+(i) + 46 + (1) + 209 +(0 + 363. — Fase. Vili. Compilato sotto la direzione di D. A. Timiriazev, Pietroburgo, 1877, pp. Ili + V + 535. — Fase. X. Compilato sotto la direzione di D. A. Timiriazev, Pietroburgo, 1789, pp. Ili + V + 635 + XIII. In appendice: tabelle sul gettito del testatico e carte della Russia europea. — Fa x. XI 1. Compilato sotto la direzione di D. A. Timiriazev, Pietroburgo, 1882, pp. (4) + VII 1 263, INDICE BIBLIOGRAFICO Annuario russo (Iegegodnik Rossìi). 1904 (anno I). Istituto centrale di statistica presso il Ministero degli interni, Pietroburgo, 1905, pp. (2) + VI + 404. - 1905 (anno II). Istituto centrale di statistica presso il Ministero degli interni, Pietroburgo, 1906, pp. (2) + IX + CXVI + 749. Annuario statistico del governatorato di Mosca per il 18 95 (Statisticeski iegegodnik Moskovskoi gubernii za 1895 g.): vedi Rudnev, S. F., L'industria delle spaz- zole ecc. Annuario statistico del governatorato di T ver per il 1897 (Statisticeski iegegodnik Tverskoi gubernii za 1897 god). Contiene due grafici. Edito a cura dello zem- stvo del governatorato di Tvcr. Ufficio statistico del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Tver, Tver, 1898, pp, (8)+ 142 + 99 + 232 + 109 + XVIII +■ 11 1 . Appendice al rapporto sull'agricoltura (Prilogenie k dokladu po selskomu khoziai- stvu): vedi Piotrascko, L. A., Promemoria ecc . Atlante statistico dei rami più importanti dell'industria di fabbrica e d'officina della Russia europea con l'elenco nominativo delle fabbriche e delle officine (Statisti- ceski atlas glavneiscikh otraslei fabricno-zavodskoi promysdennosti lcvropeiskoi Rossìi s poimennym spiskom fabrik i zavodov), 3 fasce., Pietroburgo, 1869, 1870 e 1873. Avdakov, N. S., ingegnere minerario. - Breve rassegna statistica dell' industria car- bonifera del Donets (Kratki statisticeski obzor Donetskoi kamennougolnoi pro- mysclennosti). A ricordo dell’Esposizione panrussa dell’industria e delle arti di Nizni Novgorod, Kharkov, 1896, p. 32. — A proposito dei dazi sulla ghisa straniera (Po voprosu posclinakh na. inostranny ciugun). Rapporto della commissione nominata dal XXII Congresso degli indu- striali delle miniere della Russia meridionale, in Viestnif^ Finansou, Promysclen- nosti i Torgovli, 1897, n. 50, domenica 14 (26) dicembre. Batalin, F. A. - Calendario e prontuario dell'agricoltore russo per il 1883 (Kalen- dar i spravocnaia knizka russkovo seUkovo khoziaina na 1883 g.). Compilato con la partecipazione di F. K. Arnold, A. F. Batalin, F. F. Batalin, A. M. Butlerov, K. K. Bebcr, A, S. lcrmolov, V. I. Kovalevski, A. G. Ncdzelski, A. P. Perepelkin, L. le. Reghel, A. F. Rudzki, V. V. Cerniaiev, V. K. Khliudzinski ed altri. In due parti. Pietroburgo, ediz. A. F. Dcvrien, 1883, pp. 32 + 155 + 371+40. BELOBORonov, A. - Gli operai forestieri nella regione del Kuban (Prisclyc rabocie na Kubanstcine), in Severny Vicstni\, 1896, febbraio, n. 2, pp. 1-8. Bei.ov, V. D. - L'industria artigiana in connessione con l’industria metallurgico- mineraria degli Urali (Kustarnaia promysclen nost v sviazì s Uralskim gornoza vodskim delom), in Lavori della Commissione per lo studio dell'industria arti- giana, fase. XVI. Bernstein, e. - Die Voraussetzungcn des Sozialismus und die Aufgaben dcr Soziai demoì^ratie (Le premesse del socialismo e i compiti della socialdemocrazia), Stuttgart, Verlag von J. H. W. Dietz Nachf. (G.m.b.H.), 1899, pp. X + (2)+i88. Blacin. - Progressi della tecnica nell'industria lattiero- casearia (Uspckhi tekhniki molocnovo khozijistva), in Le forze produttive della Russia, III. Blacovestcexski, I. I, - Gari.v/ix, A. A. - L’industria artigiana nel governatorato di Olonets . Profilo (Kustarnaia promysclennost v Olonetskoi gubernii. Occrk). Tratto dalle Olonetskje Guhernskfe Vedomosti (Notizie del governatorato di Olonets) del 1895, Petrozavodsk, 1895, pp. 11 + 125. Blacovestcenski, N. A. - L'economia contadina. Compendio statistico di dati eco- nomici desunti dai censimenti per fuoco degli zemstvo (Krcstianskoie khoziaisivo, INDICE BIBLIOGRAFICO 633 Svodny statisticeski sbornik khoziaistvennykh svedenij po zemskim podvornym pcrcpisiam). Voi. I. Dedicato alla memoria di Varvara Alexandrovna Verevkina, Mosca, 1893, pp. XVI + 364 + (2). Bogolepov, I. - Le industrie del govenatorato dt Mosca (Promysly Moskovskoi Gu- bernii), in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca. Sezione di statistica economica, voi. VI, fase. II, edito a cura dello zemstvo del governato- rato di Mosca, Mosca, 1880, pp. (6) + 263 + 91. Bocoliubski, I. - Un esperimento di statistica metallurgico-mineraria dell'Impero Russo (Opyt gomoi statistiki Russkoi imperii), Pietroburgo, 1878, pp. (4) + 173 + XXXIX. Bok, I. - Materiali per la statistica dell industria di jabbrica e d'officina nella Russia europea per il 1S68 (Materialy dlia statistiki zavodsko-fabricnoi promvsclcnnosti v levropciskoi Rossìi za 1868 god), in Bollettino periodico di Statistica dell'Impero Russo , Serie II, fase. VI, Pietroburgo, 1872, pp. (8) + LXXVIII + 425. Bollettino periodico di statistica dell'Impero Russo (Stadsticeski vremennik Rossijskoi imperii). Pubblicazione dell’Istituto centrale di statistica presso il Ministero degli interni, I, Pietroburgo, 1866, pp. XXXVI + XV + (2) + 159 + 243 + 117. — Serie II. Fase. IH, Pietroburgo, 1872: Materiali per lo studio dell'industria arti- giana e del lavoro a mano in Russia. Raccolti dai Comitati statìstici dei gover- natorati ed elaborati da L. Maikov, redattore dell’Istituto centrale di statistica. Vedi Maikov, L., Materiali ecc. — Fase. VI, Pietroburgo, 1872: Materiali per la ' statistica dell'industria di fabbrica e di officina nella Russia europea per il 1868. Elaborati da I. Bok, redattore dell’Istituto centrale di statistica. Vedi Bok, I, Materiali ecc. Borisov, V. - Le industrie artigiane nella volost di Serghievs\oie , distretto di Tuia (Kustarnye promysly Serghievskoi volosti, Tulskovo uiezda), in Lavori della Commissione per lo studio dell’ industria artigiana in Russia , fase. VII, pp. 891- 9 6 ?- — L’industria artigiana all’Esposizione panrussa dell’industria e delle arti di Mosca del 1882 (Kustarnaia promyscìennost na vserossijskoi promysclenno- khudogestvennoi vystavke v Moskve, 1882 g.), in Lavori della Commissione per lo studio dell’industria artigiana in Russia, fase, IX, pp. 151-247. — Storia dello sviluppo delle industrie artigiane nella città di Tuia, distretto di Tuia, e misure per l’ulteriore sviluppo delle stesse (Istoria razvitia kustarnikh pmmyslov v g. Tuie, Tulskoi uiezde, i mery k dalneiscemu razvitiu promyslov), in Lavori della Commissione per lo studio dell’ industria artigiana in Russia, fase. IX, Pietroburgo, 1883, P* 5 ^* Breve rassegna dell’attività commerciale sulla linea ferroviaria Syzran-Viazma nel 1894 (Kratki obzor kommerceskoi deiatclnosd Syzrano-Viazcmskoi gelcznoi doroghi za 1894 god). Bucher, K., Dr. ord. Professor an der Universit.it Leipzig. - Die Entstehung der Volhjswirtschaft. Sechs Vortrdge (La genesi deircconomia politica. Sei confe- renze), Tubingen, 1893, pp. X + 304. Bulgaro v, S. - Sui mercati in regime di produzione capitalistica. Studio teorico (O rynkakh pri kapitalisticeskom proizvodstve. Teoreticeskì edud), ediz, M. I. Vodovozova, Mosca, 1897, pp. 260. Bulletin de l’Office du travati , 1901, n. ro. Byckov, G. N. - Un esperimento di indagine per fuoco sulla situazione economica c sull’azienda dei contadini in tre volosti del distretto di Novgorod (Opyt pod- vornovo issledovania ekonomiceskovo pologenia i khozìaistva krestian v 3-kh volostiakh Novgorodskovo uiezda), Novgorod, 1882, pp. (4)4-116 + 70. 6 34 INDICE BIBLIOGRAFICO Censimento militare dei cavalli : vedi Statistica dell’ Impero Russo, voli. XX, XXXI, XXXVII, LV. Cernenkov, N. N. - Contributo ad una caratterizzazione dell azienda contadina (K kharakteristike krestianskovo khoziaistva), fase. I, ediz. « Novoie tova- risteestvo », Mosca, 1905, p. 171. In appendice: Carta schematica della Russia europea, con l'indicazione delle zone in cut si sono seguiti criteri diversi nel raggruppamento delle famiglie contadine in base al numero dei cavalli, Cerniaiev, V. - Attrezzi e macchine agrìcole (Zemledelceskie orudia i masciny), in L'agricoltura e l’economia forestale in Russia, Pietroburgo, 1893. — L’industria delle macchine agricole (Selsko-khoziaistvennoie mascinostroienic), in Rassegna storico-statistica dell 1 industria in Russia, voli. le II, Pietroburgo, 1883 e 1886. Cernov, V. - Da Tambov (Iz Tambova), in Novoie Slovo , 1895-96, dicembre, n. 3, pp. 183-191 della seconda sezione. Cjaslavski, V. I. - Le industrie agricole fuori sede in connessione con l’emigrazione dei contadini (Zemledelceskie otkhogie promysly v sviazì s pereseleniem kre- stian), in Miscellanea dì scienze politiche, voi. II, Pietroburgo, 1875. In appendice viene data una carta delle « Industrie agricole fuori sede ». Ciuprov , A. I. - L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali sui vari aspetti delia vita economica (Vlianie urogiaicv i khlebnykh tsen na raznye storony ekono- miceskoi gizni). Relazione alla Libera società di economia tenuta il i° c 2 marzo 1897, in Lavori della Ubera società imperiale dì economia, 1897, luglio-ago- sto, n. 4. Coltivazione (La) della patata nella Russia europea (Vozdelyvanie kartofelia v Ievropeiskoi Ross»), in Dati agrìcoli e statistici dai materiali forniti dai proprietari , fase. VII. Compendio di dati statistici per il governatorato di Samara (Svodny sbornik stati- sticeskikh svedenij po Samarskoi gubernii), voi. Vili, fase. I. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Samara, Samara, 1892, pp. X + (2) + 129 + (12) + 7 + 9 + 13+ 13+ 15 + 15 + 6 +7. Compendio di dati statistici per il governatorato di Saratov (Svod statisticeskikh svedenij po Saratovskoi gubernii), parte I: Tabelle. Compilato e redatto da S. Kharizomenov. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Saratov, Sa- ratov, 1888, pp. (Vili) + IV + 53 + 505 + 153 + 173. Compendio di dati sull'industria di fabbrica e d’officina in Russia (Svod dannykh 0 fabricno-zavodskoi promysclcnnosti Rossìi). Per gli anni 1885-1887: vedi Principali risultati dell’industria di fabbrica e d’officina della Russia negli anni t88y t88y, — Per il 1890: Materiali per la statistica industriale e commerciale (Materialy dlia torgovo-promysclennoi statistiki). Ministero delle finanze. Dipartimento del com- mercio e delle manifatture, Pietroburgo, 1893, pp. (7) + 417. — Per il 1893: Materiali per la statistica industriale e commerciale (Materialy dlia torgovo-promysclennoi statistiki). Ministero delle finanze. Dipartimento del com- mercio e delle manifatture, Pietroburgo, 1896, pp. IV + 168. Compendio di materiali statistici relativi alla situazione economica della popolazione rurale della Russia europea (Svod statisticeskikh materialov, kasniustcikhsia eko- nomiceskovo pologenia selskovo naselenia Ievropeiskoi Rossìi). Edito a cura della cancelleria del Comitato dei ministri, Pietroburgo, 1894. Pubblicato per disposizione del segretario del Comitato per la ferrovia siberiana. Pp. 6 + LXI + + 105 + 452. Compendio generale per tutto l'Impero dei risultati dell'elaborazione dei dati del INDICE BIBLIOGRAFICO 6 35 prtmo censimento generale della popolazione effettuato il 28 gennaio 1897. II. Il primo censimento generale della popolazione dell’Impero Russo, 1897 (Obstci svod po Impcrii rezultatov razrabotki dannykh pervoi vseobstcei perepisi nase- lenia, proizvedionnoi 28 ianvarià 1897 goda. II. Pervaia sveobsteiaia perepis na«- lenia Rossijskoi Imperli, 1897 g_). Redattore N. A. Troinitski, Pietroburgo, 1905, pp. (6) + LIX + 4i7. Compendio per i 12 distretti del governatorato di Voroniez : vedi Stcerbina, F. A. p Compendio ecc. Conrad, J. - Statistica del possesso fondiario contadino (Statistika krestianskovo zemlevladenie), in Possesso fondiario e agricoltura , pp. 83-121. Danielson, N. V. - Vedi Nikolai-on. Dati agricoli e statistici ricavati dai materiali forniti dai proprietari (Se lskokh oziai - stvennye i statisticeskie svedenia po materialam, polucennym ot khoziaiev). Fase, V: vedi Korolenko, S. A., // lavoro salariato libero ecc. — Fase. VII: La coltivazione della patata nella Russia europea . Ministero dell’agri- coltura e dei beni di proprietà dello Stato. Sezione di economia agraria c di statistica agricola, Pietroburgo, 1897, pp. VI + (6) + 162+ 152. Dementiev, le. M. - La fabbrica. Che cosa essa dà e che cosa prende alla popola- zione (Fabrika, cto onà daiot naseleniu i cto onà u nievò bcriot), Mosca, 1893, pp. Vili + 246. — La situazione economico-sanitaria degli operai (Sanitamo-ekonomiceskoic proge- nie rabocikh), in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca. Sezione di statistica sanitaria, voi. IV, parte II, sezione V (ad eccezione del cap. VI), pp. 253.462. Dìehl, K., Dr. Privatdozent der Staatswissenschaften an der Universitàt zu Halle a.S. - P.-J. Proudhon. Seine Lehre und sein Leben, Zu/eite Abteilung; Das System der ò\onomischen Widers prische, die Lehren vom Geld, Kredit, Kapital. Zini , Rechi auf Arbeit und die iibrigen Theorien , sowie die pra\tischen V or- se hldge zur Losung der sozialen Fra gè. Sammlung national'ò\onomischer und statistischer Abhandlungen des staatswissenschaftlichen Seminar s zu Halle a.S. Herausgegeben von Dr. Joh. Conrad, Professor Staatswissenschaften zu Halle. Sechster Band. Drittes Heft (P.-J. Proudhon. Sua vita e dottrina. Seconda parte; Il sistema delle contraddizioni economiche, le teorie del denaro, del credito, del capitale, deH'intercsse, del diritto al lavoro, ecc., nonché le proposte pratiche per la soluzione della questione sodale. Raccolta di dissertazioni di economia poli- tica e di statistica del seminario di scienze politiche di Halle a.S. A cura del dr. J. Conrad, professore di scienze politiche a Halle. Voi. VI, fase. Ili), Jena, Verlag von Gustav Fischer, 1890, pp. XI + 328. — Rodbertus, Johann Karl, voce dell’enciclopedia Handwòrterbuch der Staatswis- senschaften, voi. V, 1893, pp. 442-450. Dielo (La causa): rivista politico-letteraria e scientifica. * — 1886, n. 7, novembre: vedi Vesin, L. P., L’importanza ecc. — 1887, n. 2, febbraio, ivi. Dmitriev, I. - Ryzxov, V. - Raccolta di dati statistici sull'industria metallurgico- mineraria della Russia nel 1902 (Sborni k statisticeskikh svedenij o gornoza- vodskoi promysclennosti Rossìi v 1902 godù). Compilata in base ai dati ufficiali; redatta da I. Popov, segretario del Comitato dì ingegnerìa mineraria. Edita dal Comitato di ingegneria mineraria, Pietroburgo, 1905, pp. (8) -I- CXXIV + 626. Drechsler, G. [Autore di una monografia contenente dati sul diverso peso del bestiame presso gli agricoltori dei vari gruppi]. 636 INDICE £1 ELIOGRAFICO Elenco delle fabbriche e delle officine. L’industria di fabbrica e d’officina in Russia (Perecen fabrik i zavodov. Fabricno-zavodskaia promysclennost Rossìi). Mini- stero delle finanze. Dipartimento del commercio e delle manifatture, Pietro- burgo, 1897, pp. 63 + (2) + VI + IO-47* Engelhardt, A. N. - Dalla campagna. Undici lettere. 1872-1882 (Iz derevni. 11 pisem. 1872-1882), Pietroburgo, 1885, pp. (4)4-503. Engels, F, - Der Soziahsmtis in Dcutschland (Il socialismo in Germania), in Die Nette Zeit, Anno X, voi. I, 1891-92, n. 19, pp. 580-589. — Die Battern frage in Franl(reich tind in Deutschland (La questione contadina in Francia e in Germania), in Die Ncue Zeit , anno XIII, voi. I, 1894-95, n. io, pp. 292-306. — The condition of thè Working Class in England in 1844. With appendix written 1886, and preface 1887. Translated by Florence Kelley \Vischnewetz\y (La situazione della classe operaia in Inghilterra nel 1844. Con un’appendice scritta nel 1886 e una prefazione del 1887. Tradotto da F.K.W.), New York, John W. Lovell Company, Copyright 1877 by Rachel G. Foster, pp. (4) + VI 4- 200 + IX 4- IL — Vorwort (Prefazione fai voi. II del Capitale di Marx]), in Marx, K., Das Kapital. Zweiter Band, Buch II: Der Cirktdationsprocess des Kapitals. — Zttr Wohnttngsfrage. Sozìal de mopra fische Bibliothe\. XIII. Separatabdruc\ ans dem « Vol\sstaat » von 1872. Ziveite, durchgesehene Auflage (La questione delle abitazioni. . Biblioteca socialdemocratica. XIII. Estratto dal Vol\sstaat del 1872. II ed. riveduta), Hottingen-Zurich, Verlag der Volksbuchhandlung, 1887. Fabbriche (Le), le officine e gli altri stabilimenti industriali del governatorato di Vladimir : vedi Svirski, V. F., Le fabbriche ecc. Feinberg, L. B. - Sulla necessità di un’indagine sulle piantagioni di barbabietole del governatorato di KharJ(ov dal punto di vista sanitario (O neobkhodimosti issledovania sveklovicnykh plantatsij Kharkovskoi gubernii v sunitarnom otno- sccnii). Rapporto al Consiglio sanitario del governatorato, in Vracebnaia Khronil{a Khar\ovs\oi gubernii , pubblicata a cura del Consiglio dello zemstvo del gover- natorato di Kharkov, nn. 9 c 27, Kharkov, 1890, settembre. Flerovski, N. - La situazione della classe operaia in Russia. Osservazioni e ricerche (Pologenie rabocevo klassa v Rossìi. Nabliudenia i issledovania), Pietroburgo, ediz. N. P. Poliakov, 1869, pp. (4)4-11 + 494. Fortunatov, A. - Rassegna generale della statistica degli zemstvo dell’economia contadina (Obstci obzor zemskoi statistiki krestianskovo khoziaistva), in Risultati dello studio economico della Russia in base ai dati della statistica degli zemstvo, voi. I, Mosca, 1892, pp. I-XXXV \ Introduzione - N. d. /?.]. Forze (Le) produttive della Russia (Proizvoditelnye sily Rossìi). Breve caratteriz- zazione delle diverse branche del lavoro, in base alla classificazione dell’Esposi- zione. Redattore generale V. I. Kovalevski, direttore del Dipartimento del com- mercio c delle manifatture. Commissione istituita da Sua Maestà per dirigere l’allestimento dell’Esposizione panrussa dell’industria e delle arti tenutasi a Nizni Novgorod nel 1896, Pietroburgo, pp. (2) + III + 86 + 35 + 86 + 65 + 13 + 29 + 58 + 30 + 168 + 47 + 18 + 1 13 + 104 + 43 + 71 + 6 + 92 + 34 + 16 + 13 + 72 + 8. Gatsisski, A. 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Ragozin, Materiali per lo studio dell industria artigiana nel bacino del Volga, Supplemento alla pubblicazione II Volga , Mosca, 1881, pp. XVI +124 +10. — L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali sulla popolazione urbana della Russia (Vlianie urogiaiev i khlebnykh tsen na gorodskoie naselenie P.ossìi), in L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali su alcuni aspetti dell'economia nazionale russa, voi. Il, pp. 117-135. Handwòrterbuch der Staatswissenschaften . Herausgegeben von Dr. f. Conrad, Pro- fessor der Staatsvisscnschaftcn zu Halle a.S., Dr. L. Elster, Professor der Staats- wisscnschaften zu Breslau, Dr. W. Lexis, Professor der Stnatswissenschaftcn zu Góttingen, Dr. Edg. Loening, Professor der Rechte zu Halle a.S. Fiinfter Band (Dizionario tascabile di scienze politiche. Edito a cura del dr. J. Conrad, pro- fessore di scienze politiche a Halle a.S., del dr. L. Elster, professore di scienze politiche a Breslavia, del dr. W. Lexis, professore di scienze politiche a Got- tinga, del dr. E. Loening, professore di diritto a Halle a.S., voi. V), Nachdruck- Statik, Jena, Verlag von Gustav Fischer, 1893, pp. XII + 885. Hf.rkn’er, H. - Le crisi (Krizisy), articolo Krisen nel Handwórterbuch der Staats- wissenschaften , tradotta nella raccolta L'industria , Mosca, 1896. Herzenstein, M. I. - Sul problema delle industrie fuori sede (K voprosu oh otkhogikh promyslakh), in Russ{aia Mysl, 1887, settembre, Mosca, pp. 147-1^5. Hourwich, I. A. - L’economia del villaggio russo (Ekonomiceskoic pologenie rus- skoi derevni). Traduzione dall’inglese di A. A. Sanin. Redazione e introduzinne dell’autore. Dedicato dall’autore alla memoria del fratello Victor, Mosca, 1806. pp. XVI + 290 f 66-rXXNI. In appendice: A. A. Sanin, Alcune osservazioni a proposito della teoria della « produzione popolare ». Note. — Le migrazioni di contadini in Siberia, Indagine (Pereselcnia krestian v Sibir. 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K voprosu o nasce! fabricno za vodskoi statisti ke), Pietroburgo, 1899, pp. (2) + 290. Indicatore delle fabbriche e delle officine della Russia europea , terza edizione: vedi OrlOv, P. A., - Budacov, S. G., Indicatore ecc. Indicatore delle fabbriche e delle officine della Russia europea e del Regno di Po- lonia, seconda edizione: vedi Orlov, P. A., Indicatore ecc. Indicatore delle fabbriche e delle officine della Russia europea, ivi compresi il Regno di Polonia e il Gran Principato di Finlandia [prima edizione] : vedi Orlov, P. A., Indicatore ecc. Industria (L’) (Promysclennost). Articoli tratti dallo Handu/òrterbuch der Staatswis- senschaften. Contiene articoli di W. Lexis, W. Schmidt, H. Herkncr, F. Klein- wechter, H. Krugcr, Werner Sombart, P. Kohlmann, R. Meyer. Traduzione dal tedesco, ediz. fratelli M. e N. Vodovozov, Mosca, 1896, pp. Vili + 328. 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Il (governatorati di Kaluga e Nizni Novgorod), Pietroburgo, 1879, pp. (6) + 14+ 106 + 28 + 20. — Fase. Ili (governatorato di Nizni Novgorod), Pietroburgo, 1880, pp. ( 4 > + 107 + 57+ 11. — Fase. IV (governatorati di Nizni Novgorod e Olonets), Pietroburgo, 1880, pp. (4) + 23+ 183+ 148 + 20. — Fase. V (governatorati di Cernigov, Tver, Mosca e Nizni Novgorod), Pietro- burgo, 1880, pp. (4)+ 168 + 83 + 43. — Fase. VI (governatorati di Nizni Novgorod c Iaroslavl), Pietroburgo, 1880, pp. 54 + 288 + 54 + 31. — Fase. VII (governatorati di Nizni Novgorod, Iaroslavl, Tuia, Riazan e Nov- gorod), Pietroburgo, 1881, pp. 449 + 25 + 128. — Fase. Vili (governatorati di Nizni Novgorod, Tuia, Tver, Novgorod e Kherson), Pietroburgo, 1882, pp. 71 + 681 + 21. — Fase. IX (governatorati di Kostromà, Tuia e Nizni Novgorod), Pietroburgo, 1883, pp. 25 + 682 + 66 + 102. — Fase. X (governatori di Tver, Iaroslavl, Tuia, Vladimir e Perm), Pietroburgo, 1883, pp. 28 + 464. — Fase. XI (governatorato di Viatka), Pietroburgo, 1884, pp. (2)+ II + 46+ 453. — Fase. XII (governatorato di Viatka), Pietroburgo, 1884, pp. 22 + 424. — Fase. XIII (governatorato di Kostromà), Pietroburgo, 1885, pp. 29+433. — Fase. XIV (governatorato di Kostromà), Pietroburgo, 1885, pp. 115+ 145 + 232. — Fase. XV (governatorato di Kostromà), Pietroburgo, 1886, pp. 24 + 141 + 277. 6 4 4 INDICE BIBLIOGRAFICO — Fase. XVI (governatorato di Viatka), Pietroburgo, 1887, pp. 68+102 + 251. Lavori della Commissione tributaria (Trudy podatnoi komissii): vedi Lavori della Commissione istituita da Sua Maestà per la revisione del sistema dei tributi e delle riscossioni . Lavori della Libera società imperiale di economia (Trudy Imperatorskovo volnovo ekonomiceskovo obsteestva). 1897, n. 4, giugno-agosto, Pietroburgo, pp. (4) + 95 + 72 + 26: contiene il resoconto stenografico della relazione di A. I. Ciuprov L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali sui vari aspetti della vita econo- mica e delle discussioni su di essa nelle sedute del i° e del 2 marzo 1897. — 1898, gennaio-febbraio, Pietroburgo, pp. (8) + 64 + 77 + 38 + 154 + 16 + 64 + 17 + IV + XV + 136: contiene (pp. 1-4I) la relazione di M. I. Tugan-Baranovski Bi- lancio statistico dello sviluppo industriale della Russia, letta il 17 gennaio 1898 alla seduta tenuta in quel giorno dalla III Sezione della Libera società di eco- mia, e (pp. 118-147) 1 * relazione di V. G. Mikhailovski, Lo sviluppo della rete ferroviaria in Russia , letta il 21 marzo 1898 alla seduta tenuta in quel giorno dalla 111 Sezione della Libera società di economia. — 1898, n. 5, settembre-ottobre, Pietroburgo, pp. (8) + 18 +63 + 31 + 104 + 107 + 32 + (8) + IV + IV + 31 + 56 + 20 + (4) + 56 + 77 +72: contiene le Discussioni sulla relazione di M. 7 . Tugan-BaranOvs\i « Bilancio statistico dello sviluppo indu- striale della Russia » (resoconto stenografico). Lenin, S. N. agronomo, membro della Libera società di economia - Attrezzi e mac- chine agricole (Selsko-khoziaistvennye orudia i masciny), in Viestni ^ Finansov , Promysclennosti i Torgovli, 1896, n. 51 e 1897, n. 21. Lenin, V. I. - vedi Ilin, V. Lositski, A. - Studi sulla popolazione della Russia in base al censimento del i 8 yy (Etiudy 0 naselenii Rossìi po perepisi 1897 goda), in Mir Bogi, 1905, n. 8, ago- sto, Pietroburgo, pp. 224-242. Maikov, L. - Materiali per lo studio dell'industria artigiana e del lavoro a mano in Russia (Materialy dlia izucenia kustarnoi promysclennosti i ruenovo trudà v Rossìi), in Bollettino periodico di statistica dell'Impero Russo , Serie II, fase. III, parte I, Pietroburgo, 1872, pp. (8)+ IV + 361 + II. Mamin-Sibiriak - Racconti degli Urali (Uralskie rasskazy), voi. II, III ed., Pietro- burgo, 1899, pp. (4) + 328. [Contiene il racconto / combattenti (Boitsy)]. Manokhin, G. - Profilo geografico del distretto di Krasnoufims\. Profilo agricolo del distretto . L'industria degli articoli di rame nell'officina di Suxun. L'industria dei fabbri e dei magnani nell'officina di Suxun (Gheograficeski ocerk Krasno- ufimskovo uiezda. Selsko-khoziaistvenny ocerk uiezda, Medno-izdelny promysel v Suxunskom zavode. Kuznecno-slesarny promysel v Suxunskom zavode), in Lavori della Commissione per lo studio dell' industria artigiana in Russia, fase. X, pp. 2899-2907. Makess, L. N. - La produzione e il consumo del grano nell'azienda contadina (Proizvodstvo i potreblenie khleba v krestianskom khoziaistve), in L'influenza dei raccolti e dei prezzi dei cereali su alcuni aspetti dell'economia nazionale russa, voi. I, pp. 1-72. Marx, K. - Der achtzehnte Brumaire des Louis Bonaparte . Dritte Auflage (Il di- ciotto brumaio di Luigi Bonaparte. III ed.), Hamburg, Otto Meissner, 1885, pp. 108. — Das Kapital. KritiJ( der politischen Oe bonomie. Erster Band . tìuch l : Der ProduJ(tionsprocess des Kapitals. Zweite verbesserte Auflage (Il Capitale. Critica dell’economia politica. Voi. I. Libro I: Il processo di produzione del INDICE BIBLIOGRAFICO 645 capitale. Seconda edizione migliorata), Hamburg, Verlag von Otto Meissner, 1872, p. 828. — Zweiter Band . Buch li; Der Cir\ulationsprocess dei Kapitals. Heruusgegeben von Friedrich Engels (Voi. II. Libro II; Il processo di circolazione del capitale. A cura di F. Engels), Hamburg, Vcrlag von Otto Meissner, 1885, pp. XXVlI + 526. — Drifter Band, erster Theil. Buch III : Der Gesamtprocess der kapitahstischen Production. Kapitel I bis XXVIII. Herausgcgeben von Friedrich Engels (Voi. Ili, parte I. Libro III; Il processo complessivo della produzione capitalistica. Capp. I-XXVIII. A cura di F. Engels), Hamburg, Verlag von Otto Meissner, 1894, pp. XXVIII + 448. — Dritter Band, zweiter Theil. Buch III: Der Gesamtprocess der \apitalistischcn Production. Kapitel XXIX bis LI!, Herausgegeben von Friedrich Engels (Voi. Ili, parte II. Libro III: Il processo complessivo della produzione capitalistica. Capp. XXIX-L1I. A cura di F. Engels), Hamburg, Verlag von Otto Meissner, 1 894, pp. IV + 422. — Karl Griin: « Die soziale Bcwegung in Fran\reich utìd Belgien » {Darmstadt, r^5) oder: Die Ge schic htschreibung des wahren Sozialismus (Karl Griin : « II movimento sociale in Francia c in Belgio » [Darmstadt, 1845], ovvero la sto- riografìa del vero socialismo). — Il Capitale . Critica dell'economia politica . Opera di Karl Marx pubblicata e redatta da Friedrich Engels. Traduzione dal tedesco. Voi. II. Libro lì. Il processo di circolazione del capitale (Kapital. Kritika politiceskoi ekonomii. Socinenie Karla Marxa, izdannoie pod redaktsieiu Friedricha Engelsa. Perevod s nemetskovo. Tom IL Kniga IL Protsess obrasteenia kapitala), ediz. A. A. Bub- nov, Pietroburgo, 1885, pp. XXI + 403. — // Capitale. Critica dell 1 economia politica. Opera di Karl Marx pub- blicata e redatta da Friedrich Engels. Traduzione dal tedesco. Voi. ìli. Libro III. Il processo complessivo della produzione capitalistica (Kapital. Kritika politiceskoi ekonomii. Socinenie Karla Marxa, izdannoie pod redaktsiei Friedricha Engelsa. Perevod s nemetskovo. Tom treti. Kniga III. Protsess kapitalisticeskovo proiz- vodstva, vziaty v tselom), Pietroburgo, 1896, pp. XLVI + 2 + 734 . — Misère de la philosophie. Réponse à la philosophie de la misere de M. Proudhon. Avec ime préjace de Friedrich Engels (Miseria della 'filosofia. Risposta alla filosofia della miseria del signor Proudhon. Prefazione di F. En- gels), Paris, 1896, p. 292. Materiali per la caratterizzazione del nostro sviluppo economico (Matcrialy k kharakteristike nascevo khoziaistvennovo razvitia). Raccolta di articoli, Pietro- burgo, 1895, pp. 1+232 + 259: vedi Skvortsov, P. N., Il bilancio ecc. Materiali per la descrizione delle industrie del governatorato di Viat\a (Matcrialy po opisaniu promyslov Viatskoi gubcrnii), fase. II, Viatka, 1890, pp. (6) + 320 + XXXV + XIII + III. Materiali per la statistica del distretto di Krasnoufimsì^, governatorato di Perm (Materialy dlia statistiki Krasnoufimskovo uiezda Permskoi gubernii). Fase. Ili, edito a cura dello zemstvo di Krasnoufimsk; Tabelle , Kazan, 1893 [Il fronte- spizio reca 1894. N. d. I?.], pp, VII + 81 + 105 + 77 + 73 + 94- — Fase. IV, edito a cura dello zemstvo distrettuale di Krasnoufimsk: Note alle Tabelle t Kazan, 1893, pp. (4)+ 155. In appendice viene riportato un fac-simile della scheda del censimento. Materiali per la statistica del governatorato di Ko stroma (Materialy dlia statistiki Kostromskoi gubernii). Fase. VII; vedi Zbankov, D. N., Influenza ecc . 43 - 574 6^6 INDICE BIBLIOCRAFICO — Fase. Vili: vedi Zbankov, D. N. , Paese di donne. Materiali per la statistica del governatorato dì Viatf^a (Matcrialy po statistike Viat- skoi gubernii), voi. VI, fase. II: Il distretto di lelabuga t Viatka, 1889, pp. (4) + II + 11 + 213 + 75. In appendice: carta del suolo e carta del rendi- mento dei raccolti. Materiali per la statistica dell'economia nazionale nel governatorato di Pietro- burgo (Materialy po statistike narodnovo khoziaistva v Sankt-Petcrburgskoi gu- bernii). Fase. V: L'azienda contadina nel distretto di Pietroburgo, parte I: Tabelle, edito a cura dello zemstvo del governatorato di Pietroburgo, Pietro- burgo, 1885, pp. IV +366. — Fase. V: L’azienda contadina, parte II: Lineamenti dell’azienda contadina, edito a cura dello zemstvo del governatorato di Pietroburgo, Pietroburgo, 1887, pp. X + (2) + 320. Materiali per la statistica delle macchine a vapore nell’Impero Russo (Matcrialy dlia statistiki parovykh dvigatelei v Rossijskoi imperli), a cura dell'Istituto centrale di statistica, Pietroburgo, 1882, pp. (2) + Vili + 263 + 12. Materiali per la statistica dell’industria di fabbrica e d’officina nella Russia euro- pea per il 1868 (Materialy dlia statistiki zavodsko-fabricnoi promysclcnnosti v Ievropciskoi Rossìi za 1868 god). Elaborati dal redattore dell’Istituto centrale di statistica I. Bok, Pietroburgo, 1872, pp. LXXVIII + 425, in Bollettino periodico di statistica dell" Impero Russo, Serie II, fase. VI. Materiali per la valutazione dei beni fondiari del governatorato di Novgorod. Distretto di Demians^ (Materialy dlia otsenki zemelnykh ugodij Novgorodskoi gubernii. Demìanski uiezd), Novgorod, 1888, pp. IV + 20 + 188 + 269. Materiali per la valutazione dei beni fondiari raccolti dalla Sezione di statistica di Cernigov presso il Consiglio dello zemstvo del governatorato (Matcrialy dlia otsenki zemelnykh ugodij, sobrannye Cernigovskim statisticeskim otdelcniem pri gubernskoi zcmskoi Uprave), Voi. V: Il distretto di Kozelets. Contiene due carte e appendici. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Cernigov, Cernigov, 1882, pp. IX + 76 + 101 +XLVIII+ 156 + 2. Materiali per la valutazione delle terre del governatorato dì Kherson (Materialy dlia otsenki zcmel Khersonskoi gubernii). Voi. II: Il distretto di lelisavetgrad. (Descrizione statistico-economica del distretto). Compilato dalla Sezione di sta- tistica presso il Consiglio dello zemstvo del governatorato di Kherson. Contiene 2 carte e io appendici, Kherson, 1896, pp. (2)+ IV + IV +547 + 85. Materiali per la valutazione delle terre del governatorato di Nizni Novgorod (Ma- terialy k otscnke zemcl Nigcgorodskoi gubernii). Parte economica. Fase. IV : Il distretto di Kniaghinino. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello zemstvo del governato- rato di Nizni Novgorod, Nizni Novgorod, 1888, pp. XI + 172 + 213 + XLVI. — Fase. VII: // distretto di Gorbatov. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod, Nizni Novgorod, 1892, pp. X + 113 + 160 + 192 + 225. In appendice: carta del suolo del distretto di Gorbatov, governatorato di Nizni Novgorod. — Fase. Vili: Il distretto di Nizni Novgorod. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod, Nizni Novgorod, 1895, pp. X + 274 +135 + XXXVII. — Fase. IX: // distretto di Vasilsursl Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello zemstvo del INDICE BI BLTOG R AFICO 647 governatorato di Nizni Novgorod, Nizni Novgorod, 1890, pp. IX + 194 + 192 + XXXIII. — Fase. X: Il distretto di Balaf^hna. Sezione II e appendici. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello, zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod, 1896, pp. Vili + 175 +253 +- 191. In appendice: «Carta del suolo del distretto di Balakhna, governatorato di Nizni Novgorod ». — Fase. XI: // distretto di Semionov. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod, Nizni Novgorod, 1893, pp. X + 236 + 227 + 212+ LXI. In appendice: carta del suolo del distretto di Semionov, governatorato di Nizni Novgorod. — Fase. XII: Il distretto di Ma\ariev. Sezione di statistica del Consiglio dello ■ zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod, Nizni Novgorod, 1889, pp. IX + 242 + 247 + LI. Materiali per lo studio della terra gestita e della vita economica della popolazione rurale dei governatorati di Irf^uts^ e dello Jenisei (Material y po issledovaniu zemlepolzovania i khoziaistvennovo byta selskovo naselenia Irkutskoi i Ieniseiskoi gubernij). Voi. Ili: Il governatorato dello Jenisei. Circondari di Kans\, Krasno- iars\, Acins\, e MinusinsJ(. Tabelle: a) per località abitate, b) per volosti, c ) com- plesse. Elenco delle località abitate . Indice alfabetico delle località abitate , Irkutsk, 1693, PP- (4) + VI + 778. — Voi. IV. Fase. I: Il governatorato dello Jenisei . Circondari di KansJ(, KrasnoiarsJ^, Acms\ e Minusins\. Capitoli: « Il clima del governatorato dello Jenisei » — « Orografia ». — « Idrografia ». — « Profilo geologico », Irkutsk, 1894, pp. VI + XLIII+152. Matveiev, A. - Profilo dell’industria metallurgica della Russia meridionale (Ocerki iuzno-russkoi metal lurghiceskoi promysclennosti), in Viestni\ Finansov, Pro- mysclennosti i Torgovli , 1897, d. 17, domenica 27 aprile (9 maggio), Meyer, R. - // reddito (Dokhod), in L’industria , Mosca, 1896, pp. 283-328. Mikh ailovski , N. K. - Vedi Postoronni. Mikhailovski, V. G. - Patti e cifre della realtà russa. I. La popolazione della Russia in base al primo censimento generale (Fakty i tsifry iz russkoi dcistvitelnosti. I. Naselenic Rossìi po pervoi vseobstcei perepisi), in Novoie Slovo, 1897, fase. 9, giugno, pp. 97-117. — Lo sviluppo dell rete ferroviaria russa (Razvitie russkoi geleznodoroznoi seti), in Lavori della Libera società imperiale di economia , 1898, gennaio-febbraio, P p. 118147. Mir Bogi (Il mondo di Dio): rivista mensile letteraria e di divulgazione scientifica per gli autodidatti. Uscì a Pietroburgo dal 1892 al 1906. — 1898, n. 4, aprile: vedi Struve, P., Il posto storico ecc. — 1898, n. 6, giugno: vedi Tucan-Baranovski, M., Capitalismo e mercato. — 1905, n. 8, agosto: vedi Lositski, A., Studi ecc. Miscellanea di scienze politiche (Sbornik gosudarstvennykh znanij). Redatta da V. P. Bezobrazov, membro effettivo dell’ Accademia delle Scienze Imperiale, in stretta collaborazione coi professori dell’Università Imperiale di San-Pictroburgo : Rev. M. I. Gorciakov (per la giurisprudenza ecclesiastica), A. D. Gradovski (per il diritto pubblico), F. F. Martens (per il diritto internazionale), V. I. Sergheievic (per la storia del diritto russo), ìu. E. Ianson (per la statistica), e del professore dell’Accademia dello Stato Maggiore Generale G. A. Leier (per le scienze militari), voi. II, Pietroburgo, 1875, pp, X + 464 + 260 -4- In appcn- 43 648 INDICE BIBLIOGRAFICO dice: carta delle « Industrie agricole fuori sede » nella Russia europea: vedi Ciaslavski, V. I., Le industrie agricole ecc . Mos{ovsl(ie Viedomosti (Notizie di Mosca), 1901, n. 55, domenica 25 aprile (io maggio): contiene una breve informazione tratta dal resoconto del Consiglio cittadino moscovita sulla quantità e il valore del bestiame ucciso nei mattatoi urbani di Mosca. N.-on, Njk.-on - Vedi Nikolai-on. Nedelia (La settimana): settimanale liberal -populista. Pubblicava supplementi men- sili. Usci a Pietroburgo dal 1886 al 1901. Vedi P., L'industria ecc. Neue Zeit (Tempo nuovo); rivista della socialdemocrazia tedesca. Uscì a Stoccarda dal 1883 al 1923. Vedi Engels, F., Der Sozialismus in Deutschland. Nigcgorodsf(i Viestni{ Parokhodstva i Torgovli (Bollettino nizninovgorodese della navigazione e del commercio): rivista tecnica mensile pubblicata dalla sezione di Nizni Novgorod della Società tecnica imperiale russa. — Anno V., nn. 1, 2 e 3, gennaio, febbraio e marzo 1891: vedi Annensri, N. F., Rapporto ecc. Nikolai-on [Danielson, N. V.] - Come spiegare l'aumento delle nostre entrate statali ? (Cem obiasnit rost naseikh gosudarstvennykh dokhodov?), in Novoie Slovo , 1896, n. 5, febbraio, pp. 65-85 della terza parte del fascicolo. — Lettera alla redazione. ( A proposito della discussione della relazione di N. V. Levitici sulle artel agricole) [Pismò v redaktsiu. (Po povodu obsuzdenia doklada N. V. Levitskovo 0 zemledelceskikh arteliakh)], in Novoie Slovo , 1896, n. 5. febbraio, pp. 256-261. — Profilo della nostra economia sociale dopo la riforma (Ocerki nascevo porefor- mennovo obsteestvennovo khoziaistva), in Slovo , Anno III, ottobre, Pietroburgo, 1880, pp. 77-142. — Profilo della nostra economia sociale dopo la riforma (Ocerki nascevo porefor- mennovo obsteestvennovo khoziaistva), Pietroburgo, 1893, pp. XVI + 353 + 16 tabelle, in appendice. — Qualcosa sulle condizioni del nostro sviluppo economico (Necto ob usloviakh nascevo khoziaistvennovo razvitia), in Russ^oie Bogatstvo, 1894, n. 6, giugno, pp. 86-130. Nisselovic, L. N. - Storia della legislazione sulle fabbriche e le officine dell'Impero Russo (Istoria zavodsko-fabricnovo zakonodaielstva Rossijskoi Imperli), parte I, Pietroburgo, 1883, pp. XXV +149. Parte II, Pietroburgo, 1884, pp. (2)+ 11 + IV + (2) +160 + (14). Novoie Slovo (La nuova parola): rivista scientifica, letteraria c politica. Uscì a Pietroburgo dal 1894 al 1897. — 1895-96, n. 3, dicembre: vedi Cernov, V., Da Tambov. — 1896, n. 5, febbraio: vedi Nikolai-on, Come spiegare ecc. e Lettera alla reda- zione ecc. — 1896, n. 6, marzo: vedi V. V., Fisionomia ecc. — *897, fase. 9, giugno: vedi Mikhailovsri, V. G., Fatti e cifre ecc . — 1897, luglio: vedi Struve, P. B., La legge ecc. — 1897, ottobre: vedi Novus, Su temi diversi ecc . Novoie Vremia (Tempi nuovi): giornale. Uscì a Pietroburgo dal 1868 al 1917. Il n. 8255. del mercoledì 19 febbraio (3 marzo) 1899, prima edizione, contiene — sotto il titolo Nella società per l'incremento dell'industria e del commercio — un breve resoconto della seduta del 17 febbraio 1899, nella quale era stata discussa la relazione di L. le. Obolenski, Si possono conciliare populismo e marxismo? INDICE BIBLIOGRAFICO 6 4 y Novus [Struve, P. B.] - Su temi diversi. IV. I « mugi\ì » di Ccchov e il signor Mi\hailovsf{i (Na raznye tcmy. IV. « Mugikì » Ccchova i g. Mikhailovski), in Novoie Slovo, 1897, ottobre, pp. 55-66. Obolenskt, L. le. - Si possono conciliare populismo e marxismo ? (Nelzià li pri* mirit narodnicestvo s marxizmom), relazione alla « Società per l’incremento del- l’industria e del commercio »: vedi Novoie Vremia. Orlov, P. A. - Indicatore delle fabbriche e delle officine della Russia europea, iti compresi il Regno di Polonia e il Gran Principato di Finlandia. Materiali per la statistica delle fabbriche e delle officine. Raccolti in base ai dati ufficiali del Dipartimento del commercio e delle manifatture (Ukazatel fabrik t zavodov le- vropeiskot Rossìi s tsarstvom Polskim i velikim kniagestvom Finliandskim. Materialy dlia Tabricno-zavodskoi statistiki. Sostavleny po ofitsialnym svedeniam Departamenta Torgovli i Manufaktur), Pietroburgo, i88t, pp. IX + 753. — Indicatore delle fabbriche e delle officine della Russia europea e del Re- gno di Polonia. Materiali per la statistica delle fabbriche e delle officine. Raccolti in base ai dati ufficiali del Dipartimento del commercio e delle mani- fatture. Seconda edizione , riveduta e notevolmente ampliata (Ukazatel fabrik i zavodov Ievropciskoi Rossìi i tsarstva Polskovo. Materialy dlia fabricno-zavod- skoi statistiki. Sostavleny po ofitsialnym svedeniam Departamenta Torgovli i Manufaktur. Izdanie vtoroie, ispravlennoie i znacitelno dopolnennoie), Pie- troburgo, 1887, pp. (2) + XIV + (4) + 823. Orlov, P. A.-Budagov, S. G. - Indicatore delle fabbriche e delle officine della Russia europea. Materiali per la statistica delle fabbriche e delle officine . Rac- colti in base ai dati ufficiali del Dipartimento del commercio e delle manifat- ture. Terza edizione, riveduta e notevolmente ampliata (Ukazatel fabrik i zavodov Ievropeiskoi Rossìi. Materialy dlia fabrìcno-zavodskoi statistiki. Sostavleny po ofitsialnym svedeniam Departamenta Torgovli i Manufaktur. Izdanie tretie, ispravlennoie i znacitelno dopolnennoie), Pietroburgo, 1894, pp. (2)+« + XVI + 826. Orlov, V. - Forme del possesso fondiario contadino nel governatorato di Mosca (Formy krestianskovo zemlcvladenia v Moskovskoi gubernii), in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , Sezione di statistica economica, voi. IV, fase. I, a cura dello zemstvo del governatorato di Mosca, Mosca, 1879, pp. III + 320 + 38 pagine formate da un'appendice dovuta ad I. P. Bogolepov, nella quale si trova una carta. Orlov, V. -Bogolepov, I. - Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca. Sezione di statistica economica. Le industrie del governatorato di Mosca, in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , Sezione di statistica economica, voi. VI, fase. I, a cura dello zemstvo del governatorato di Mosca, Mosca, 1879, pp. (8) + 287. Orlov, V. I.-Kàblukov, N. A. - Raccolta di dati statìstici per il governatorato di Mosca. Sezione di statistica economica, in Raccolta di dati statistici per il gover- natorato di Mosca, Sezione di statistica economica, voi. Il, a cura dello zemstvo del governatorato di Mosca, Mosca, 1878, pp. (4) + II + 138 + 88 + LVI + 331. Osadci, T. I . - La volost di Stccrbakov , distretto di Ielisavctgrad , governatorato di Kherson. Descrizione storico- etnografica ed economico-statistìea (Stcerbakovskaia volost Ielisavetgradskovo uiezda Khersonskoi gubernii. Istoriko-etnograficeskoìe i khoziaistvenno-statisticeskoie opisanie), a cura del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Kherson, Kherson, 1891, pp. (4) + ! 12. Ostri axov , P. - Appunti sull’industria artigiana della Kabarda, regione del Terc\, INDICE BIBLIOGRAFICO 650 nel Caucaso (Zamciki 0 kustarnoi promysclcnnosti Kabardy, Tcrskoi oblasti, na Kavkaze), in Lavori della Commissione per lo studio dell industria artigiana in Russia , fase. V, pp. 25-45 della quarta sezione. Otiecestvennye Zapis\ì (Memorie patrie): rivista mensile politico-letteraria, pub- blicata a Pietroburgo dal 1820 al 1830 e dal 1839 al 1884. — 1882, nn. 8 e 9, agosto e settembre: vedi V. V., La nostra azienda ecc. — 1883, supplemento ai nn. 5 e 6, maggio-giugno, pp. 568 + 242: vedi V. V., L’eccedenza ecc. — 1883, n. 7, luglio: vedi Postoronni, Lettera ecc. Ovsiannikov, N. - L’atteggiamento della parte supcriore della Regione del Volga perso la fiera di Nizni Novgorod (Otnoscenie verkhnei ciasti Povolgia k Nige- gorodskoi iarmarke), in Raccolta di Nizni Novgorod, voi. II. P. - L’industria lattiero-casearia. ( Lettera dal governatorato di Vologdà) [Molocny promysel. (Pismò iz Vologodskoi gubcrnii)]. in Nedefia. 1896, n. 13, 31 marzo (13 aprile). P. B. [Struve, P. B.] - La legge del 2 giugno sulla durata della giornata lavorativa e sull’estensione dell’ispezione di fabbrica a tutta la Russia europea (Zakon i-vq iunia 0 prodolgitelnosti rabocevo vremeni i rasprosrranii fabricnovo nadzora na vsiu Ievropeiskuiu Rossìu), in Novoie Sloro , 1897, luglio, pp. 216-243. Fasckevic, V. V. - Profilo dello stato attuale della frutticoltura (Ocerk sovremen- novo sostoiania plodovodstva), in Le forze produttive della Russia , i8q6. 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Parte I: La popolazione. Fase. I: Numero de- gli abitanti e composizione della popolazione in base al sesso, all’età, alla situa- zione familiare, al grado d'istruzione, alla confessione religiosa. Edito a cura del consiglio urbano per la sezione di statistica. Redattore il professore emerito Iu. E. Ianson, Pietroburgo, 1891, pp. (4) + XXX + 93. — Fase. II: Distribuzione della popolazione in base all’occupazione. Edito a cura del consiglio urbano per la sezione di statistica. Redattore il professore emerito Iu. E. Ianson, Pietroburgo, 1893. pp. (4)475. Piotrascko, L. A., agronomo governativo - Promemoria all’assemblea degli zemstvo del governatorato di Ps^ov, sessione ordinaria del 1898 (Dokladnaia zapiska Pskovskomu Gubcrnskomu Zemskomu Sobraniu occrcdnoi sessii 1898 g.). Ap- pendice al rapporto suiragricoltura , 1898, pp. 5. Plekjunov, G. V. - Vedi Volghin, A. Pi f.tniov, V. 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Pokrovski, V. - L'industria delle calzature e le sue industrie ausiliarie nel villaggio Kimry e nella volost omonima del distretto di Korceva (Sapozny i vspomoga- telnye dlia nievò promysly v s. Kimrakh i Kimrskoi volosti Korcevskovo uiczda), in Lavori della Commissione per lo studio dell'industria artigiana in Russia , fase. Vili, pp. 1323-1358. Ponomariov, N. - Sullo spostamento degli operai agricoli che si dirigono verso le località sud-orientali della Russia (O peredvigenie selsko-khoziaistvennykh rabo- cìkh, napravliaiustcikhsia v iugo-vostoenye mestnosti Rossìi), in Sels^oie ì^ho- ziaistvo i lesovodstvo, 1896, n. 2, febbraio, pp. 289-316. Popov, Mitr., sacerdote - Le industrie nel villaggio di V orontsov\a , governatorato di Voroniez (Promysly v s. Vorontsovke Voronezskoi gubernii), in Lavori della Commissione per lo studio dell'industria artigiana in Russia , fase. IX, pp. 2552- 2592. Possesso fondiario e agricoltura (Zemlevladenie i selskoie khoziaistvo). Articoli tratti dallo Handwòrterbuch der Staatswissenschaften . (Contiene articoli di A. Wa- gner, A. Wirminhaus, J. Conrad, H. Paasche, T. von der Goltz, M. Steinfeld, W. Lexis, M. Sering, Jollos, Juraschek). Traduttori: A. A. Sanin, V. N. Lind e V. V. Vodovozov. Traduzione dal tedesco. Ediz. Fratelli Vodovozov, Mosca, 1896, pp. II + 381. Postnikov, V. le. - L'azienda contadina nel Mezzogiorno della Russia (Iuzno- russkoie krestìanskoie khoziaistvo), Mosca, 1891, pp. XXXII + 391. PosTOROhTNi [Mikhailovski, N. K.] - Lettera alla redazione (Pismò v redaktsiu), in Otiecestvennye Zapis^i, 1883 n. 7, luglio, pp. 97-112. Potresov, A. N. - Relazione alla sezione di San-Pietroburgo del comitato della società di credito e risparmio, 1895 (Doklad v SPB otdelenii komiteta ssudo- sberegatelnovo tovaristeestva v 1895). Pkijmak, G. A. - Dati numerici per lo studio delle migrazioni in Siberia tratti dai libri della registrazione generale degli emigranti diretti in Siberia e rientranti dalla Siberia attraverso Celiabins\ nel 1895. 1895 (Tsifrovoi material dlia izu- cenia pereselenij v Sibir, izvlecionny iz knig obstcei reghistratsii pereselentsev, prokhodivscikh v Sibir i vozvrastciavscikhsia iz Sibiri cerez Ccliabinskh v 1895 godù, 1895), voi. I, parte I, Mosca, 1898, pp. XV + 101. — idem - 1896, Mosca 1829, pp. (4)+ 1 + 203. — Dati numerici per lo studio delle migrazioni di contadini in Sibe- ria raccolti nel 1895 dalla sezione statistica per le emigrazioni sotto la direzione di G. A. Pri]ma\. 1895 (Tsifrovoi material dlia izucenia pereselenij krestian v Sibir, sobranny v 1895 g. statisticeskim pereselenceskim otriadom pod ruko- vodstvom G. A. Prijmaka. 1895), voi. I, parte II, Mosca, 1898, pp. (4) + 425 + 2. — idem - 1896, Mosca, 1899, pp. (4) + 429. Primo (II) censimento generale della popolazione deW Impero Russo del 1892 (Per- vaia vseobsteiaia perepìs naselenia Rossijskoi imperi 1897 g.). Fase. I: La popo - INDICE BIBLIOGRAFICO 652 fazione dell Impero in base al censimento del 28 gennaio 1897. Dati distretto per distretto. Compilato dall'Istituto centrale di statistica in base agli elenchi e ai computi locali. Edito a cura dell'Istituto centrale di statistica presso il Mini' stero degli interni, Pietroburgo, 1898, pp. 29. — Fase. II: Popolazione delle città in base al censimento del 28 gennaio 1897. Compilato dall’Istituto centrale di statistica in base agli elenchi e ai computi locali. Edito a cura dell'Istituto centrale di statistica presso il Ministero degli ^nterni, Pietroburgo, 1897, pp. 29. — IX: Il go ver natorato di Voroniez , Quaderno I. Edito a cura dell’Istituto cen- trale di statistica presso il Ministero degli interni. Redattore N. A. Troinitski, 1901, pp. (4) + 167 + (4) + X + 225. — XV: lì governatorato di Kaluga. Quaderno 1, Edito a cura dell’Istituto cfentrale di statistica presso il Ministero degli interni. Redattore N. A. Troinitski, 1901, pp. (2) + 11 + 95, — Città e centri abitati dei distretti con 2000 e più abitanti . Redattore N. A. Troinitski, Pietroburgo, 1905, pp. (2)+ 108. Principali risultati dell'industria di fabbrica e d'officina della Russia negli anni 18851887 (Glavnye itoghi fabricno-zavodskoi promysclennosti Rossìi za 1885- i 887 g. g.), in Compendio di dati sull' industria di fabbrica e d'officina in Russia per gli anni corrispondenti. Profilo della situazione dell'industria artigiana nel governatorato di Perm : vedi Rassegna del territorio di Perm. Progressi (/) dell'industria russa in base alle rassegne delle commissioni di esperti (Uspekhi russkoi promysclennosti po obzoram ekspertnyhk homissij). Ministero delle finanze, Dipartimento dei commercio e delle manifatture. Esposizione pan- russa dell’indùstria e delle arti di Nizni Novgorod del 1896, Pietroburgo, 1897, pp. IV + 245. Prugavin, V. S. - La comunità di villaggio, le industrie artigiane e l'economia agri- cola nel distretto di Iuriev-Polsfy, governatorato di Vladimir (Selskaia obsteina, kustarnyc promysly i zcmledelceskoie khoziaistvo Iurievskovo uiczda, Vlàdi- mirskoi gubernii). Ediz. Asaf Baranov. Indagine di V. S. Prugavin, Mosca, 1884, pp. (2) + vm + i5i+204. — Le industrie del governatorato di Vladimir (Promysly Vladimirskoi gubernii), fase. I: Il distretto di Alexandrov. Lavori della Commissione per l’organizzazione della sezione artigianato dell 'Esposizione panrussa dell’industria e delle arti del 1882, presieduta dal governatore generale di Mosca, principe V. A. Dol- gorukov. Ediz. Asaf Baranov. Indagine di V. S. Prugavin, Mosca, 1882, pp. XII + (4) + 184. — Le industrie del governatorato di Vladimir (Promysly Vladimirskoi gubernii), fase. IV: Il distretto di Po\rov. Lavori della Commissione per l'organizzazione della sezione artigianato deirEsposizione panrussa dell’industria e delle arti del 1882, presieduta dal governatore generale di Mosca, principe V. A. Dolgorukov. Ediz. Asaf Ba’rdnov, Mosca, 1882, pp. (8) + 169 + 1 + 86. Rabuk, K., ingegnere minerario - Raccolta di dati statistici sull'industria metallur- gico-mineraria della Russia nel 1901 (Sbornik statisticeskikh svedenij o gorno- zavodskoi promysclennosti Rossìi v 1901 godù). Redattore I. Popov, ingegnere minerario. Edita a cura del Comitato per l’ingegneria mineraria, Pietroburgo, 1904, pp. (8) + CX + 552. Raccolta delle relazioni degli ispettori di fabbrica per il 190 5 (Svod oteiotov fabric* INDICE BIBLIOGRAFICO 6 5J nykh inspektorov za 1903 god). Ministero del commercio e dclPindustria. Se- zione industria, Pietroburgo, 1906, pp. (4)+ XVI + 212. Raccolta delle relazioni degli ispettori di fabbrica per il 1908 (Svod oteiotov fa- bricnykh inspektorov za 1908 god). Ministero del commercio e dell’industria, Pietroburgo, 1910, pp. 50 + 59. Raccolta dello zemstvo di Kherson (Sbornik Khersonskovo zemstva), 1895, n. 8, agosto, Kherson, pp. (4) + 174. Raccolta dello zemstvo di Saratov (Sbornik Saratovskovo zemstva), pubblicazione mensile dello zemstvo del governatorato di Saratov; 1894, nn. 6 e ii, giugno e novembre. Vedi Rudnev, N. F., Le industrie dei contadini ecc. Raccolta di dati di valutazione sul possesso fondiario contadino nei distretti di Zemlians Zadorss \ , Korotoia ^ e Niznedevits\ (Sbornik otsenocnykh svedenij po krestianskomu zemlevladeniu v Zemlianskom, Zadonskom, Korotoiakskom i Niznedevitskom uiezdakh). Contiene 3 carte schematiche. Supplemento ai voli. Ili, IV, V e VI della Raccolta di dati statistici per il governatorato di Voroniez . Edita a cura dello zemstvo del governatorato di Voroniez, Voroniez, 1889, pp. II + 11 + 75 + 124 +(2) + 253. Raccolta di dati e materiali a cura del Ministero delle finanze (Sbornik svedenij i materialov po vedomstvu ministerstva finansov). Voi. I, gennaio, fase. I-(IV), Pietroburgo, 1866, pp. (6) + 28 + 134 + 5 + (2) + IV +230 + 1 *>i + (6)+ 14 +22 + 6 + 46 + 122 + 32. — Voi. II, maggio, fase. V., Pietroburgo. — Voi. II, aprile,, fase. IV-(VI), Pietroburgo, 1867, pp. (4)+ 158 + 48 + (6) + 160 + IV + 32. Raccolta di dati relativi alla Russia per gli anni 1884-1885 (Sbornik svedenij po Rossìi za 1884-1885 g. g.), in Statistica dell Impero Russo, I, Istituto centrale di statistica presso il Ministero degli .interni, Pietroburgo, 1887, pp. (8) + XVIII + 31Z. Raccolta di dati relativi alla Russia per Vanno 1890 (Sbornik svedenij po Rossìi 1890 g.), in Statistica dell’Impero Russo, X. Istituto centrale di statistica presso il Ministero degli interni, Pietroburgo, 1890, pp. (4) + VI + (4) + 344 + (2). Raccolta di dati relativi alla Russia per l’anno 1896 (Sbornik svedenij po Rossìi za 1836 g.), in Statistica dell impero Russo , XL, Istituto centrale di statistica presso il Ministero degli interni, Pietroburgo. 1897, pp. (6) + VI + 68 + 370 +(2). Raccolta di dati statistici per il distretto di Biriuc, governatorato di Voroniez (Sbor- nik statisticeskikh svedenij po Biriucenskomu uiczdu Voronczskoi gubcrnii). in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Voroniez , voi. XI, fasce. I c II. Raccolta di dati statistici per il distretto di lekdtermburg. govemaioiv.to di Verni (Sbornik statisticeskikh svedenij po Iekaterinburgskomu uiczdu Pcrmskoi gu- bernii), a cura dello zemstvo distrettuale di Iekaterinburg, Ickaterinburg, 1891. Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca (Sbornik statisticeskikh sve- denij po Moskovskoi gubernii). Sezione di statistica economica. Voi. IV, parte I: vedi Pooocev, A. V. t Indagini ecc. — Voi. IV, parte II: Compendio generale delle indagini sanitarie sulle imprese del tipo delle fabbriche del governatorato di Mosca per gli anni 1879-1885. Vedi Dementjev, le. M., La situazione ecc. / — Sezione di statistica economica. Voi. II; vedi Orlov, V. I.-Kablukov, N. A., Raccolta ecc. — Voi. IV, fase. I: Forme del possesso fondiario contadino nel governatorato di Mosca. Vedi Orlov, V., Forme ecc. — Voi. V, fase. I: Profilo dell’azienda dei proprietari di terra privat'. Vedi Kablukov, N. A., Profilo ecc. 654 INDICE BIBLIOGRAFICO — Voi. V, fase. II: L'azienda dei proprietari di terra privati del governatorato di Mosca. Distretti di Mogiais/^, Volo\olams\, Ruza, Zvenìgorod, Vereia e Bronnitsy. Vedi Werner, K. , L'azienda ecc. — Voli. VI c VII: Le industrie del governatorato di Mosca. — Voi. VI, fase. I: vedi Orlov, V. -Bocolepov, I., Raccolta ecc. — Voi. VI, fase. II: vedi Bocolepov, I., Le industrie ecc. — Voi. VII, fase. I. Compilato dalla Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Mosca. Edito a cura dello zemstvo del governa- torato di Mosca, Mosca, 1882, pp. Vili + 147+ 358. — Voi. VII, fase. II: Le industrie femminili del governatorato di Mosca , fase. IV. Vedi Gorbunova, M. K., Le industrie ecc. — Voi. VII, fase. III: Le industrie del governatorato di Mosca , fase. V. Compilato dalla Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Mosca. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Mosca, Mosca, 1883, pp. (8) + Raccolta di dati statistici per il governatorato di Oriol (Sbornik statisticeskikh sve- denij po Orlovskoi gubernii). Voi. II: Il distretto di lelets. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Oriol, Mosca, 1887, pp. 29 + 303+119 + 51 + 446. — Voi. Ili: Il distretto di Trubcevs\. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Oriol, Oriol, 1887, pp. IV + 265 + 221. In appendice: carta del distretto di Trubcevsk, governatorato di Oriol. — Voi. IV, fase, II: Il distretto di Kromy. Edito a cura dello zemstvo del gover- natorato di Oriol, Oriol, 1892, pp. (3) + II + 155 + 59 + 103 + 145 + 17 + 42 + II. In appendice: carta del distretto di Kromy. — Voi. V, fase, I: Il distretto di Karacev. Edito a cura dello zemstvo del gover- natorato di Oriol, Oriol, 1889S pp. ( 4 )+ IV + 156 + V. — Voi. V., fase. II: Il distretto di Karacev. Edito a cura dello zemstvo del gover- natorato di Oriol, Oriol, 1892, pp. (i) + II + II + iai + 47 + 136 + 59 + 1B8 + 313 H- 25 + 38 + XIV. In appendice: carta del distretto di Karacev. — Voi. Vili: // distretto di Oriol. Materiali economico-statistici e di valutazione sull'azienda contadina e dei proprietari privati. Contiene 2 grafici. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Oriol. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Oriol, Oriol, 1895. Appendice al rendiconto sull’ attiviti svolta dalla Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Oriol. Pp. IX + 300 + 137 + 134 + 364 + 50 + Vili. Raccolta di dati statistici per il governatorato di Riazan (Sbornik statisticeskikh svedenij po Riazanskoi gubernii). Voi. II, fase. I: Il distretto di Rannenburg. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Riazan, Skopin, 1882, pp. (2) +11+ 332. — Voi. XI: Compendio di dati sulla situazione economica dei contadini del go- vernatorato di Riazan. Vedi Selivanov, A., Compendio ecc. Raccolta di dati statistici per il governatorato di Samara (Sbornik statisticeskikh sve- denij po Samarskoi gubernii). Sezione di statistica economica. Fase. I: Il di- stretto di Samara. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Samara, Mosca, 1883, pp. (2) + II + (2) + 108 + 97. — Fase. II: Il distretto di Stavropol , Mosca, 1884, pp. (3) + IV + 254 + 261, — Voi. Ili: // distretto di Buzulu\ y Samara, 1885, pp. (3) + III + 212 + 343. — Voi. IV: // distretto di Buguruslan, Samara, 1886, pp, (4) + II + 200 + 309 + Vili + 123. — Voi. V: // distretto di Bugulma , Samara, 1887, pp. (3) + Il + 2 + 178 + 510. — Voi. VI: // distretto di N isolate vsl^. Edito a cura dello zemstvo del governa- INDICE BIBLIOGRAFICO 655 torato di Samara, Samara, 1889, pp. II + (2) + 237 + 889 + III. In appendice: carta geografica del distretto di Nikolaievsk, governatorato di Samara. — Voi. VII: Il distretto di Novouzens Edito a cura dello zemstvo del governa- torato di Samara, Samara, 1890, pp. (4) + II + 64 + 453. Raccolta di dati statistici per il governatorato di Scrratov (Sborni k statisticeskikh svedenij po Saratovskoi gubernii). Voi. I: Il distretto di Saratov . 7 . Dati gene- rali sul distretto . 77 . 77 possesso fondiario : 1) Il possesso fondiario individuale. 2) 77 possesso fondiario contadino di terra dei nadiel. 3) Le forme del possesso fondiario contadino. III. Le affittanze contadine di arativo : 1) L'affitto di ara- tivo a piccoli appezzamenti. 2) Vaffitto da parte delle obsteine. IV. Tabelle economi co-statistiche. V. Materiali per la determinazione del prezzo e del ren- dimento delle terre. VI. Carta del suolo del distretto di Saratov . Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Saratov, Saratov, 1883, pp. (6) + V + 68 + 57 + 93 + 33 + 20 - — Voi. VII, parte II: Il distretto di Vols\ . Edito a cura dello zemstvo del gover- natorato di Saratov, Saratov, pp. II + III + 201 + (2) -|- 15 + 369. — Voi. XI: Il distretto di Kamyscin. Edito a cura dello zemstvo del governa- torato di Saratov, Saratov, 1891, pp. (2) + III + (2) + II + 2 66 + (2) + 203 + (2) + 505. — Voi. XII, fase. I: Il distretto di Balasciov. Edito a cura dello zemstvo del go- vernatorato di Saratov, Saratov, 1893, pp. Il + IV + 311 + 655. — Voi. XII, fase. II: Il distretto di Balasciov. Edito a cura dello zemstvo del go- vernatorato di Saratov, Saratov, 1897, pp. (6) + 147 + 76. Raccolta di dati statistici per il governatorato della Tauride (Sborni k statisticeskikh svedenij po Tavriccskoi gubernii). Voi. I, fase. II: L'azienda contadina nel distretto di Melitopol. Vedi Werner, K.-KhartzomeNov, S., L'azienda ecc. — Supplemento al /° volume della Raccolta. Edito a cura dello zemstvo del gover- natorato della Tauride. Tabelle statistiche sulla situazione economica dei centri abitati del distretto di Melitopol , fase. I. Compilato dall’Ufficio statistico dello zemstvo del governatorato della Tauride, Simfcropol, 1885, pp. (6) H- VII + (4) + 23+ 195 + 29+ 11 +9 + (2) + 12 + (2). — Voi. II: Tabelle statistiche sulla situazione economica dei centri abitati del distretto del Dniepr. Compilate dall'Ufficio statistico dello zemstvo del gover- natorato della Tauride. Edito a cura dello zemstvo del governatorato della Tau- ride, Simferopol, 1886, pp. (6>+ III + (2) + 21 -1- 123 + 25 + il + 5 + 68. — Voi. V: Tabelle statistiche sulla situazione economica dei centri abitati del di- stretto di Berdians\. Compilate dall’Ufficio statistico dello zemstvo del gover- natorato della Tauride. Edito a cura dello zemstvo del governatorato della Tau- ride, Simfcropol, 1887, pp. (10) + 25 + 195 + 29 + 15 + 72. — Voi. IX: Piccola guida del governatorato della Tauride. Compilato dall’Ufficio statistico dello zemstvo del governatorato. Redattore K. A. Werner. Edito a cura dello zemstvo del governatorato della Tauride, Simferopol, 1889, pp. (lo) + 76 + (2) + 107 + 124 + 69 + 73 + 68 ■+■ 31 + 91 + 36. Raccolta di dati statistici per il governatorato di Tver (Sbornik statisticeskikh sve- denij po Tverskoi gubernii). Voi, Vili: Il distretto di Tver , fase. I: Descrizione del distretto {testò) con 20 grafici. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Tver. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Tver, Tver, 1893, PP- (3) + IH + 254 + Vili. In appendice: grafici. — Voi. XIII, fase. II: L'azienda contadina. Vedi Vikhliaiev, N. A., L'azienda contadina. Raccolta dì dati statistici per il governatorato di Voroniez (Sbornik statisticeskikh 6 5 6 INDICE BIBLIOGRAFICO svedenij po Voronezskoi gubernii). Voi. II, fase. II: L'azienda contadina nel distretto di Ostrogozs\. Vedi Stcerbina, F. A., L’azienda contadina ecc. — Voi. IV, fase. I: Il distretto di Zadons\. Edito a cura dello zemstvo del gover- natorato di Voroniez, Voroniez, 1887, pp. (2)+ XIV + 155. — Voi. IX, fase. I: Il distretto di Novo\hopcrs\. Edito a cura dello zemstvo, del governatorato di Voroniez, Voroniez, 1891, pp. IV + 255. — Voi. X, fase. I: Il distretto di Bobrov. Edito a cura dello zemstvo del gover- natorato di Voroniez, Voroniez, 1892, pp. (2) + IV + 367. Vedi Stcerbina, F. A., Il distretto di Bobrov . — Voi. X, fase. II: Materiali di valutazione sul possesso fondiario contadino nel distretto di Bobrov . Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Voroniez, Voroniez, 1895, pp. (6) + 123. — Voi. XI, fase. I: Il distretto di Biriuc. Edito a cura dello zemstvo del governa- torato'di Voroniez, Voroniez, 1892, pp. (2) + IV + 420. — Voi. XI, fase. II: Materiali di valutazione sul possesso fondiario contadino nel distretto di Biriuc. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Voroniez, Voroniez, 1896, pp. (4) + II + 171 . Raccolta di dati statistici per il settore metallurgico -minerario per gli anni 1864-67 (Sbornik statisticeskikh svedenij po gornoi ciasti na 1864-7 8* 8-) : pubblica- zione del Comitato scientifico del corpo degli ingegneri minerari. Raccolta di dati statistici sull’industria metallurgico-mineraria della Russia nell'anno industriale 1890 (Sbornik statisticeskikh svedenij o gornozavodskoi promy- sclennosti Rossìi v 1890 zavodskom godù): vedi Kulibin, S., Raccolta ecc. Raccolta di dati statistici sull’industria metallurgico-mineraria della Russia nel 1901 (Sbornik statisticeskikh svedenij 0 gornozavodskoi promysclennosti Rossìi v 1901 godù): vedi Rabuk, K,, Raccolta ecc. Raccolta di dati statistici sull'industria metallurgico -mineraria della Russia nel 1902 (Sbornik statisticeskikh svedenij o gornozavodskoi promysclennosti Rossìi v 1902 godù): vedi Dmitriev, I.-Ryzkov, V., Raccolta ecc. Raccolta di materiali per lo studio della comunità agricola di villaggio (Sbornik materialov dlia izucenia sclskoi pozemelnoi obsteiny). Edita a cura della Libera società imperiale di economia e della Società geografica imperiale russa. Redattori F. L. Barykov, A. V. Polovtsev e P. A. Sokolovski, voi. I, Pietroburgo, 1880, pp. XI + 393 + (2) + 64. In appendice: 4 prospetti. Raccolta di materiali sulle artel in Russia (Sbornik materialov ob arteliakh v Rossìi). Edita a cura della sezione di San -Pietroburgo del Comitato per le associazioni di depositi e prestiti e industriali, fase. Il, Pietroburgo, 1874, pp. (6) + 256 + (4) + 24. Raccolta di Nizni Novgorod (Nigegorodski Sbornik). Edita a cura del Comitato statistico del governatorato di Nizni Novgorod. Redattore A. S. Gatsisski, mem- bro effettivo e segretario del Comitato. — Voi. I, Nizni Novgorod. 1867. pp. 184 + 228 + (3). — Voi. II, Nizni Novgorod, 1869, pp. VI + (2) + 449 + (2). Vedi Ovsiannixov, N., L' atteggiamento ecc. — Voi. IV, Nizni Novgorod, 1871, pp. VI + (2) + 342 + 48 + 2. Vedi Gatsisski, A. S., Profilo ecc. } c Roslaviey, I, L’industria ecc. Raccolta per la statistica economica del governatorato di Poltava (Sbornik po kho- ziaistvennoi statistike Poltavskoi gubernii). Voi. Vili: Il distretto di Khorol , fase. I. Materiale raccolto ed elaborato dall’Ufficio statistico dello zemstvo del governatorato di Poltava. Redattore N. Teresckevic. Edito a cura del Con- siglio dello zemstvo del governatorato di Poltava, Poltava, 1888, pp. 97 + 68 + 305. — Voi. Vili: Il distretto di Khorol , fase. II. Materiale raccolto ed elaborato dal- INDICE BIBLIOGRAFICO 657 l’Ufficio statistico dello zemstvo del governatorato di Pollava sotto la direzione di N. N. Teresckevic. Redatto c pubblicato da N. Kuliabko-Koretski. Edito a cura del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Poltava, Pollava, 1890, pp. ( 4 )+l79 + LXXV. — Voi. XIV: II distretto di Konstantinograd. Materiale raccolto dall’Ufficio sta- tistico dello zemstvo del governatorato di Pollava sotto la direzione di N. Tere- sckevic. Elaborato, redatto e pubblicato da N. Kuliabko-Koretski. Edito a cura del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Pollava, Pollava, 1894, pp. VI + (2)4-241 +551. In appendice: carta del distretto di Konstantinograd. — Voi. XV: Il distretto di Piriatin . Materiale raccolto dall’Ufficio statistico dello zemstvo del governatorato di Pollava sotto la direzione di N. Teresckevic e di la. Imscenetski. Elaborato, redatto e pubblicato da N. Kuliabko-Koretski. Edito a cura del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Pollava, Pollava, 1893, pp. V + 192 + 394. Raccolta statistica militare (Voienno-statisticeski sbornik), fase. IV: La Russia . Compilato dagli ufficiali dello Stato Maggiore generale: V. F. De-Livron, ba- rone A. B. Vrevski, N. N. Mosolov, F. A. Feldman, L. L. Lobko, P. A. Helmersen, S. A. Bykhovets, G. I. Bobrikov e A. A. Bogoliubov. Redattore generale: maggior generale N. N. Obrucev, segretario del Comitato per la scuola militare e professore di statistica militare, Pietroburgo, 1871, pp. XXX + 922 + 235. Raccolte statistiche degli zemstvo per % distretti di Melitopol e del Dniepr : vedi Raccolta di dati statistici per il governatorato della Tauride , voi. I, Supplemento al voi. I e voi. II. Ragozin, V. - Materiali per lo studio dell industria artigiana nel bacino del Volga (Materialy k izuceniu kustarnoi promysclennosti Volzskovo basseina). Supple- mento alla pubblicazione 11 Volga , Mosca, 1881, pp. XVI + 124 + 10. Vedi GrIgoriev, V. N., L’industria artigiana ecc. Rapporti del Consiglio dello zemstvo del governatorato di PsJ(ov e deliberazioni dell'assemblea degli zemstvo del governatorato nella sessione del 3-14 dicem- bre 1898 con appendici (Doklady Pskovskoi gubernskoi zemskoi upravy i postonovlenia gubernskovo zemskovo sobrania v siezde 3-14 dekabrià 1898 goda s prilogeniami), Pskov, 1899. Raspopin, V. - L’azienda agricola fondata sulla proprietà privata in Russia in base ai dati della statistica degli zemstvo (Ciastnovladelceskoie khoziaistvo v Rossìi po zemskim stadsticeskim dannym), in luridicesì(i Viestni{ t 1887, n. n, novem- bre, fase. IV, e n. 12, dicembre, pp. 460-48 6 e 629-647. Rassegna agricola del governatorato di Nizni Novgorod per il 1892 (Selsko-kho- ziaistvenny obzor Nigegorodskoi gubernii za 1892 god). Fase. I: Condizioni meteorologiche del raccolto del 1892. - Insetti nocivi. - Tempo dei lavori cam- pestri. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Nizni Nov- gorod, Nizni Novgorod, 1893, pp. (4)+ II + XV + 58. — Fase. II: Raccolto delle piante campestri. - Fienagioni. - Raccolto delle piante da giardino e degli ortaggi. - Canoni d’affitto per la terra. - Prezzi della mano d’opera. - Prezzi dei prodotti agricoli nel 1891 e 1892. Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod, Nizni Novgorod, 1893, pp. (4)+ 106+75. — Fase. Ili: La situazione dell’allevamento. - Le occupazioni ausiharie dei conta- dini nel periodo invernale. - La situazione della popolazione nell’inverno 1891/2. 658 INDICE BIBLIOGRAFICO Sezione di statistica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Nizni Nov- gorod. A cura dello zemstvo del governatorato di Nizni Novgorod, Nizni Nov- gorod, Nizni Novgorod, 1893, pp, (2) +188 + 10. Rassegna agricola del governatorato di Nizni Novgorod per il 1896 (Selsko-kho- ziaistvenny obzor Nigegorodskoi gubernii za 1896 god). Edita a cura dello zemstvo di Nizni Novgorod, Nizni Novgorod, 1897, pp. Vili + 214 + 240. Rassegna agricola del governatorato di Oriol per gli anni i88yj88 (Selsko-kho- ziaistvenny obzor Orlovskoi gubernii za 1887/8 god). Edita a cura dello zemstvo del governatorato di Oriol, Oriol, 1888, pp. (2) + IL + XII + (4) + 94+ 143 + 64. Rassegna dei vari rami dell'industria manifatturiera in Russia (Obzor zazlicnykh otraslei manufakturnoi promysdennosti Rossìi, voi. I, Pietroburgo, 1862, pp. (2)4-428 + 78. Voi. Il, Pietroburgo, 1863, pp. (2) + 523. Rassegna del governatorato di laroslavl (Obzor Iaroslavskoi gubernii), fase, II: Le industrie fuori sede dei contadini del governatorato di laroslavl e le caratteri- stiche generali delle zone di emigrazione dal punto di trista economico , Sezione I: Le zone di emigrazione. Redattore A. P. Svirstcevski, segretario del Comitato di statistica del governatorato di laroslavl. Edito a cura del Comitato di stati- stica del governatorato di laroslavl, laroslavl, 1896, pp. IX +193 + 14 tabelle. Rassegna del territorio di Perm. Profilo della situazione dell industria artigiana nel governatorato di Perm (Obzor Permskovo kraia. Ocerk sostaiania kustarnoi promysdennosti v Permskoi gubernii). Pubblicata coi mezzi messi a disposi- zione dallo zemstvo del governatorato di Perm, Perm, 1896, pp. (2) + II + 11 + 365 + 232 + (2) + 6. Rassegna della tabacchicoltura in Russia : vedi Stcerbacev, V. S,, Rassegna ecc. Rassegna statistica del governatorato di Kaluga per il 1896 (Statisticeski obzor Kaluzskoi gubernii za 1896 god). Anno I. Edito a cura della Sezione di stati- stica del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Kaluga. Supplemento alla relazione presentata dal Consiglio dello zemstvo del governatorato di Kaluga alla sessione ordinaria dello zemstvo del governatorato dedicata alla statistica, Kaluga, 1897, pp. (6) + XVI + 141 + 114 + 48 + 52+ 106. Rassegna statistica delle ferrovie e delle comunicazioni interne per via d’acqua della Russia (Statisticeski obzor geleznyhk dorog i vnutrennikh vodnykh putei Rossìi). Ministero delle vie di comunicazione. Sezione statistica. Esposizione universale Colombiana di Chicago del 1893. Alla presente rassegna è allegato un elenco delle pubblicazioni del Ministero delle vie di comunicazione presentate all’Espo- sizione universale di Chicago del 1893, Pietroburgo, 1893, pp. (6) + 98. Rassegna storico-statistica dell'industria in Russia (Istori ko-statisticeski obzor promy- sclennosti v Rossìi), Pubblicata per incarico della Commissione istituita da Sua Maestà per l’organizzazione dell'Esposizione panrussa dell’industria e delle arti di Mosca del 1882. Redatta da D. A. Timiriazev. 2 voli., 1883 e 1886. — Voi. I : Prodotti agrìcoli , orticoltura f giardinaggio e animali domestici. Industria metallurgico-mineraria e del sale, Pietroburgo, 1883, pp. (4) + III + 222 + 53 + 83 + X64 + XVI. , — Voi. II: Prodotti dell’industria di fabbrica e d’officina, dei remeslennikj e degli artigiani , Pietroburgo, 1886, pp. (2) + V + XVI + (2) + 212 + 89 + 45 + 93 + 44 + 34 + 9 + 56 + 154 + 46 + 43 + (2) + ni. Rewezoy, V. N. - Bozzetti sulla vita della selvaggia Base {ina. Epopea della colo- nizzazione. Dedicata a Gleb Ivanovic Vspenskj (Ocerki iz gizni dikoi Basckirii. Pereselcnceskaia cpopeia. Posvìastciaietsia Glebu Ivanoviciu Uspenskomu), Mo- sca, 1899, pp. 260 + III. Resoconti dei membri della Commissione per lo studio dell’industria di fabbrica INDICE BIBLIOGRAFICO 659 e d'officina nel Regno di Polonia (Otcioty clenov komissii po isslcdovaniu fa- bricno-zavodskoi promysclcnnosti v csarstve Polskom). Parte I: Resoconto del professor I. I. languì. Parte II: Resoconto di N. P. llin e di N. P. Langovoi , Pietroburgo, 1888, pp. (4) + IV + 108 + 189 + (6) + 108. Resoconti e indagini sull'industria artigiana in Russia (Otcioty i issledovania po kustarnoi promysclcnnosti v Rossìi). Voi. I, Ministero dei beni di proprietà dello Stato, Pietroburgo, 1892, pp. II + Vili + (i) + 523. — Voi. II, Ministero dei beni di proprietà dello Stato, Pietroburgo, 1894, pp. (4) + Vili + 391 . In appendice: XI tabelle di disegni. — Voi. Ili, Ministero dell’agricoltura e dei beni di proprietà dello Stato, Sezione di economia rurale e statistica agricola, Pietroburgo, 1895, pp. (6) + 228. Resoconto del Consiglio dello zemstvo di le\atcrtnoslav per il 1895 (Otciot Ieka- tcnnoslavskoi zemskoi Upravy za 1895 god), parte II, Iekaterinoslav, 1896, pp. 215. Resoconto del Consiglio dello zemstvo del distretto di Pietroburgo per U 1889 (Otciot zemskoi Uprasy Sankt-Peterburgskovo uiezda na 1889 god), Pietroburgo, 1889, pp. VII + 263 4- 141 + 59 + 56 + 31 + (2) + lì + (2)4-27 4- 53 4- 91 4- 37. Vedi Voi- nov, Relazione ecc. Rgevski, V. A. - L'elettricità nell'agricoltura (Elektricestvo v sclskom khoziaistve). Relazione al II Congresso dell’elettricità, in Torgovo-promysclennaia Gazieta , 1902, n. 6, mercoledì 8 (21) gennaio. Ricardo, D. - Opere (Socinenia). Traduzione di N. Sicber. Contiene un’appendice del traduttore, Pietroburgo, ediz. L. F. Panteleiev, 1882, pp. III 4- XX + IH + 659. Risultati dello studio economico della Russia in base ai dati della statistica degli zemstvo (Itoghi ekonomiceskovo issledo vania Rossìi po dannym zemskoi stati- stiki). Voi. I: Introduzione (vedi Fortunatov, A., Rassegna generale ecc.), Ciufrov, A., Rassegna generale della statistica degli zemstvo sull'economia contadina (Obstci obzor zemskoi statistiki krestianskovo khoziaistva). V. V., La comunità contadina (Krestianskaia obsteina), Mosca, 1892, pp. IV 4- XXXV 4- (4) 4- VII 4- 600 4- IV. — Voi. II: vedi Karyscev, N., Le affittanze contadine di terre fuori dei nadiel. Rodbertus-Jacetzow, C., Dr. - Das Kapital. Vierter socialer Brief an von Kirch- mann. Hcrausgegeben und eingeleitet von Theophil Kosa\ (Il capitale. Quarta lettera sociale a von Kirchmann. A cura e con introduzione di T. Kosak), Berlin, 1884, pp. XIX 4- 315. — Zur Beleuchtung der socialen Frage. /. Unveràndeter Abdruc\ meines zweiten und dritten Socialen Briefes an von Kirchmann enthaltend einen compendiòsen Abriss meines* staatswirtschaftlichen Systems, nebst einer Widerlegung des Ri- cordo' schcn und Ausfuhrung einer neuen Grundrententhcorie (Contributo ad un esame della questione sociale. I. Ristampa invariata delle mie Seconda c Terza lettere sociali a von Kirchmann, contenenti un breve compendio del mio si- stema di economia politica, nonché una confutazione della teoria ricardiana e l’esposizione di una nuova teoria della rendita fondiaria), Berlin, 1875, Vcrlag von Aug. Schindler, pp. (IV) 4-223. Roscher, W. - N ottonalo fpnomil^ des Ac\erbaues und der verwandten Urpro- duf^tionen. Ein Hand- und Lescbuch fùr Staats- und Landwirthc. « System der Vol^swirtschaft ». Ein Hand- und Lescbuch fùr Geschdftsmànner und Studie- rende. Zweiter Band. Sìebente, ìtarj( vermehrte und verbesserte Auflage (L’econo- nomia politica dell’agricoltura e delle produzioni di base affini. Libro di con- sultazione e di lettura per economisti ed agricoltori, a II sistema dell’economia politica ». Libro di consultazione e di lettura per uomini d’affari e studenti. 66o INDICE BIBLIOGRAFICO Voi. II. Settima edizione, notevolmente ampliata e migliorata), Stuttgart, 1873. pp. X + 646. Roslavlev, I., sacerdote - L'industria delle corde di canapa nel villaggio di Izbylcts , distretto di Gorbatov (Penkovo-kanatny promysel v selé Izbyltsc, Gorbatovskovo uiezda), in Raccolta di Nizni Novgorod f voi. IV, pp. 297-305. Rudnev, N. F . - Le industrie dei contadini nella Russia europea (Promysly k re stia n v Ievropeiskoi Rossìi), in Raccolta dello zemstvo di Saratov , 1894, nn. 6 c 11, giugno e novembre, pp. 188-222 e 421-463, Rudnev, S. F. - L'industria delle spazzole e gli articoli di vimini intrecciati in base ad uno studio del 1895 (Stciotocny promysel i pletenie iz prutiev po issledovaniu 1895 £■)• Supplemento all’ Annuario statistico del governatorato di Mosca per il /S95, Mosca, 1896, pp. 1-42. Russatila Mysl (Il pensiero russo): rivista mensile politico-letteraria. Si pubblicò a Mosca dal 1880 al 1918. — 1887, settembre: vedi Herzenstein, M. I., Sul problema ecc . — 1890, fase. IX: vedi Korolenko, V., Studi su Pavlovo. — 1894, febbraio: vedi V. V., Un progetto ecc. — 1896, n. 11: contiene, nella Rassegna interna , l’articolo Nuovi dati sulle indu- strie fuori sede (Novye dannye ob otkhogikh promyslakh), pp. 224-228. Russie Viedomosti (Notizie russe): quotidiano moscovita. Si pubblicò dal 1863 al 1918. — 1897, n. 127, sabato io maggio: contiene la corrispondenza lalta y 5 maggio. — 1897, n. 231, mercoledì 22 agosto: contiene l’articolo II villaggio di Krasnoie , distretto di Kostromà. — 1897, n, 322, mercoledì 21 novembre: contiene l’articolo Distretto di Ba\hmut, governatorato di laro slavi, 3 / ottobre. — 1898, n, 167: contiene l’articolo Corrispondenza dal distretto di,Pere\op, gover- natorato della Tauride. — 1899, n, 1, mercoledì i° gennaio: contiene una rassegna del 1898 intitolata L’economia nazionale e le finanze. — 1899, n. 254. — 1904, n. 248, lunedì 6 settembre: contiene Recensione al libro « Le industrie artigiane. Raccolta statistica per il governatorato di laroslavl. Edito a cura del- l’ufficio statistico dellp zemstvo del governatorato di laroslavl, laroJavl, 1904 ». Russfoie Bogatstvo (La ricchezza russa): rivista mensile scientifica e letteraria, pubblicata a Pietroburgo dal 1876 al 1918. — 1894, n. i, gennaio: vedi Karyscev, N. A., L'azienda parcellare ecc., e Nikolai- on. Qualcosa sulle condizioni ecc. — 1896, n. 7, giugno, c 1898, n. 8, agosto: vedi Karyscev, N. A., L'economia nazionale per sommi capì. Saltykov, M. le. (Stcedrin) - Piccolezze della vita (Meloci gizni), parte I, Pietro- burgo, 1887, pp. (4)4-217. Parte II, Pietroburgo, pp. (4)4-245. Sanin, A. A. - Alcune osservazioni a proposito della teoria della « produzione po- polare » (Neskolko zamecianij po povodu teorii « narodnovo proizvodstva »). Appendice del traduttore alla traduzione russa del volume di I. A. Hourwich L'economia del villaggio russo. Sciakhovskoi, N., prìncipe - Le industrie agricole fuori sede. Il movimento degli operai rurali . Condizioni d’ingaggio. Rapporti fra gli assuntori e gli operai. Mtsure atte a regolare il movimento degli operai (Selsko-khoziaistvennye otkhogie promysly. Dvigenie selskikh rabocikh, Uslovia naimà. Otnoscenie mezdu nani- INDICE BIBLIOGRAFICO 66l matdiami i rabocimi. Mcry k uporiadoceniu raboccvo dvigenia), Mosca, 1896, pp. VII + 253 + II. Sciscmarev , D. I. - Breve profilo dell’industria nella zona della ferrovia di Nizni Novgorod e Sciuia-Ivanovo (Kratki occrk promysclennosti v raionc Nigcgorodskoi i Sciuisko-Ivanovskoi geleznoi doroghi). Pubblicato per c coi mezzi forniti dalla cassa mutua della ferrovia di Nizni Novgorod e con l'aiuto dei fabbricanti locali, Pietrobugo, 1892, pp. 91 + (i). Selivanov, A. - Compendio di dati sulla situazione economica dei contadini del governatorato di Riazan (Svod dannykh ob ekonomiceskom pologenii krestian Riazanskoi gubernii), in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Riazan , voi. XI. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Riazan, Riazan, 1892, pp. (6) + XVIII + 304 + 69. Seismi Viestni\ (H messaggero agricolo): settimanale gratuito per le amministra- zioni delle volosti , pubblicato a Pietroburgo dalla redazione del Pravitelstvenny Viestni\ (Monitore governativo). Il numero dell' 8 aprile 1890 (n. 15) contiene un articolo non firmato intitolato Sugli operai fuori sede (Ob otkhogikh rabo- cikh). Sels\oie \hoziaistvo i lesovodstvo (L'agricoltura c la silvicultura), 1896, n. 2, feb- braio: vedi PonomaRiov, N., Sullo spostamento ecc. Semevski, V. I. - / contadini sotto il regno dell’ imperatrice Caterina II (Krestiane v tsarstvovanie Imperatritsy Iekatcriny II), voi. I: Introduzione . / contadini servi della gleba . / contadini servi impiegati nelle fabbriche controllate dallo Stato, Pietroburgo, 1881, pp. LUI + 504 + 2. Semionov, A. - Studio dei dati storici sul commercio estero e sull’industria russa dalla metà del secolo XVII al 1858 (Izucenie istoriceskikh svedenij o rossijskoi vncscnei torgovlc i promysclcnnosti 5 poloviny XVII-vo stoletia po 1858 god). Parte I, Pietroburgo (?), 1858 (?). — Parte II, Pietroburgo, 1869, pp. 376. — Parte III, Pietroburgo, 1869, pp. w +536- Semionov, P. 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Printed and sold by James Decker. Paris, sold by Le- vrault frères, Quai Malaquai, 1801, pp. Vili + 68 + 406. — Voi. Il, pp. VI + 334. — Voi. Ili, pp. IV + 358 + (V). — Voi. IV, pp. V + 347 + (LII). Smith, A. - Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni (Issledo- vania o prirodc i pricinakh bogatstva narodov). Con note di Bentham, Blanqui, Buchanan, Garnier, Mac Culloch, Malthus, Mill, Ricardo, Say, Sismondi e Turgot. Traduzione di P. A. Bibikov. Voi. I. Contiene un articolo di Blanqui: La vita e le opere di Adam Smith, e una prefazione di Garnier, Pietroburgo, 1866, pp. 496. — Voi. II, 1866, pp. 612. Stary Maslodel - In che cosa consistono gli aspetti oscuri della produzione del burro e quale può esserne la vta d’uscita (V ciom tiomnye storony maslodelia i kakov vykhod iz nikh), in Severny Krai , 1899, n. 223, domenica 25 luglio (6 agosto). Statesman's Yearboo\. Statistical and historical annual of thè States of thè World for thè year 1879. Edtted by /, Scott Keltie, secretary to thè Royal Geographical Society with thè assistence of J.D.A. Renwic{, M, R., L. L. B. Thirty-fourth annual publication. Revised after officiai returns (Annuario dell’uomo di Stato. INDICE BIBLIOGRAFICO 663 Pubblicazione annuale di statistica e storia degli Stati del mondo per l’anno 1897. Edito a cura di J. Scott Keltie, segretario della Società geografica reale, assistito da J. D. A. Renwick, Mi A. e L. L. B. Trentaquattresima edizione. Riveduto in base ai dati ufficiali), London, 1897, pp. XXXV + (1) + 1167. Statìstica delle industrie soggette all imposta di fabbricazione e dei valori bollati per gli anni 1897 e 1898 (Statistika proizvodstv, oblagaiemyktT' aktsizom, i gherbovykh znakov za 1897 i 1898 g. g.). Compilata dalla Sezione di statistica della Direzione generale. Direzioni generali delle imposte indirette e della vendita delle bevande alcooliche del monopolio di Stato, Pietroburgo, 1900, •pp. (4) + XIII + IX + 646 + 369. 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Edito a cura dell’Istituto centrale di statistica presso il Ministero degli interni, Pietroburgo, 1894, pp. (4) + XXIX + 149 + 12 grafici. — XXXVII: Censimento militare dei cavalli degli anni 1893 e 1894 (Voienno-kon- skaia perepis 1893 i 1894 g.g.) Redattore A. Syrnev. Edito a cura dellTstituto centrale di statistica presso il Ministero degli interni, Pietroburgo, 1896, pp, (2) + XXI -I- 245 + 12 grafici. — XL: vedi Raccolta di dati relativi alla Russia per Vanno 1896. — LV : Censimento militare dei cavalli degli anni 1899-1901 (Voienno-konskaia perepis 1899-1901 g. g.). Redattore A. Syrnev. Edito a cura dell’Istituto cen- trale di statistica presso il Ministero degli interni, Pietroburgo, 1902, pp. (6) + XIV + 223. In appendice: grafici. Stcerbacev, V. S. - Rassegna della tabacchicoltura in Russia (Obzor tabakovodstva v Rossìi), fasce. II e III: La piccola Russia e il Territorio tur pestano, Pietro- burgo, 1894, pp. (2) + 11 + (2)+ 192 + 23. Stcerbina, F. 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Panteleiev, 1898, pp. XI + 496 + (1). — Le crisi industriali nell’ Inghilterra di oggi, loro cause ed influenza sulla vita del popolo (Promvsclcnnye krizisy v sovremennoi Anghlii, ikh priciny 1* vlianie na narodnuiu gizn). 12 diagrammi fuori testo, Pietroburgo, 1894, pp. IV + 512 + 1 + 2 appendici (tabelle)-!- 12 diagrammi in fogli a sè+i appendice (tabelle nn. i, 2 e 3) in mezzo al volume, fra p. 56 e p. 57. Obersichten der Weltwirtschaft . Bcgriiodet von Dr. F. X. von Neumann-Spallert . VI Band . Jahrgang 188 5-1 88 g mit Ergdnzungen teilu/eise bis 1895 von Dr . Franz von ]urasche\, tìofrat und Secretar der statisi. Zentral - Komission, Universitats-Professor, Ehrenmitglied des Statistica I Society etc . (Rassegna dell’economia mondiale. Fondata dal dr. F. X. von Neumann- Spallert. Voi. VI. Annate 1885-1889, con aggiunte parziali fino al 1895 del dr. F. von Juraschek, imperial-regio consigliere aulico c segretario dell'imperial- regia Commissione centrale di statisdea, professore universitario, membro ono- rario della Statistical Society, ecc.)* Berlin, Verlag fiir Sprach- und Handelswis- senschaft (Dr. P. Langenscheidt), pp. CXX + 766. Uspenski, G. - Opere. In due volumi. Seconda edizione notevolmente ampliata. {Da un diano di campagna. Legami indissolubili. Pecora senza gregge. Lettere da un viaggio. Cifre vive ) [Socincnia. V dvukh tomakh. Vtoroie, znacitclno dopolnennoie izdanie. (Iz derevenskovo dnevnika. Neporvannye sviazi. Ovtsa bez stada. Pisma s doroghi. Givyc tsifry)], ediz. F. Pavlcnkov, Pietroburgo, 1889, pp. 1256, Uvarov, M. S. - L’influenza delle industrie fuori sede sulla situazione sanitaria della Russia (O vlianii otkhogevo promysla na sanitarnoie pologenie Rossi!), in Vìestnil( obstcestvennoi ghigkieny, sudebnoi i pra^ticcskoi medttsmy, voi. XXXI, luglio-settembre 1896, pp. 1-49, 666 INDICE BIBLIOGRAFICO V. 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N., Attrezzi ecc. — 1897, n. 22, domenica i° (13) giugno: contiene (pp. 615-619) l'articolo L’indu- stria siderurgica nell’Europa occidentale e negli Stati Uniti dell’America del Nord. — 1897, n. 26, domenica 29 giugno (n luglio): contiene (pp. 856-861) Tarticolo // commercio estero della Russia europea nel 1896. — 1897, n. 27, domenica 6 (18) luglio: contiene (p. 16) Tarticolo L’estensione delle piantagioni di barbabietole nel 1897. — 1897, n. 29, domenica 20 luglio (i° agosto): contiene (pp. 84-87) Tarticolo La coltivazione e il commercio del lino nella zona di Ps^ov nel 1896. — 1897, n. 32, domenica io (22) agosto: contiene (pp. 224-228) l’articolo di N, Steinfeld Bilancio ecc. e (pp. 209-220) l’articolo La situazione dell’industria del petrolio nei distretti petroliferi di Ba\ù e di Batum. — 1897, n. 39, domenica 28 settembre (lo ottobre): contiene (pp. 508-509) Tarticolo La rete ferroviaria russa nel 1895. — 1897, n. 50, domenica 14 (26) dicembre: vedi Avdakov, N. 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(Dal resoconto dell'ispettore di saggio). — 1898, n. 43, domenica 25 ottobre (6 novembre): contiene (pp. 302-304) l’articolo Le vie di comunicazione in Russia nel 1896. — 1898, n. 44, domenica i° (13) novembre; vedi Kopscevski, I., La fiotta ccc. — 1906, n. 12, domenica 19 marzo (i° aprile): contiene (p. 44) la labella Numero degli zuccherifici attivi ed entità delle piantagioni rimaste intatte nel periodo 1905(06. Viestni\ levropy (Il messaggero d’Europa): rivista mensile di storia, politica e letteratura. Uscì a Pietroburgo dal 1866 all’estate 1918. 1884, fase. 7, luglio: vedi V. V., La divisione del lavoro ecc. Viestnil( obsteestvennoi ghighieny , sudebnoi i pra\tices\oi meditsiny (Bollettino di igiene sociale e di medicina legale e pratica): pubblicazione periodica del Di- partimento della sanità. 1896, luglio-settembre: vedi Uvarov, M. S., L’in- fluenza ecc. Vixhliaiev, P. A. - L'azienda contadina (Krestianskoie khoziaistvo), in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Tver, voi, XIII, fase. II. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Tver, Tver, 1897, pp. X + 313. — Profilo della realtà agricola russa (Ocerki iz russkoi selskokhoziaistvennoi deist- vitelnosti). Opuscoli dell’agricoltore, n. 21, Pietroburgo. Supplemento gratuito alla rivista Khoziain (L’agricoltore) per l’annata 1901, ediz. « Khoziain ». Voinov, medico - Relazione sulla V circoscrizione sanitaria (Otciot po V medit- sinskomu uciastku), in Resoconto del Consiglio dello zemstvo del distretto di Pietroburgo per il 1889. Volghin, A. [Plekhanov, G. V.] - La giustificazione del populismo negli scritti del signor Vorontsov (V . V.). Studio critico (Obosnovanie narodnicestva v tru- dakh g-na Vorontsova (V. V.). Kriticeski etiud), Pietroburgo, 1896, pp. VI + (2) + 283. Vorontsov, V. P. - Vedi V. V. Vrac (Il medico): settimanale dedicato a tutti i rami della medicina clinica, all’igiene pubblica c privata c ai problemi sanitari. Redattore V. A. Manasscin, ex professore. Voi. XVI, primo semestre (nn. 1-26, pp. 1-752), Pietroburgo, 1895, pp. XX + 752: vedi Zbankov, D. N., L'influenza delle occupazioni fuori sede sul movimento della popolazione. Vracebnaia Khroni^a Khar\ovskpi gubernii (Cronaca sanitaria del governatorato di Kbarkov), pubblicata a cura del Consiglio dello zemstvo del governatorato di Kharkov. 1899, nn. 9 c 27, settembre; vedi Feinberg, L. B., Sulla neces- sità ecc. Webb, S. e B. - History of Trade Unionism ì London, 1894 [Lenin cita l’edi- zione tedesca: Die Geschichte des Britischen Trade Unionismus, Deutsch von R. Bemstein. Mit Noten und einem Nachwort versehen von E, Bemstein (Storia del trade -unionismo britannico. Traduzione in tedesco di R, Bemsteùi. INDICE BIBLIOGRAFICO 669 note e un poscritto a cura di E. Bernstcin), Stuttgart, 1895, pp. XII + 400, N. d . /?.]. Werner, K. - L'azienda dei proprietart di terre privati del governatorato di Mosca. Distretti di Mogiais Volokolamsì^, Ruza, Zvemgorod, Vereia e Bronnitsy (Khoziaistvo ciastnykh zcmlcvladeltscv Moskovskoi gubcrnii. Uiezdy: Mogiaiski, Volokolamski, Ruzski, Zvcnigorodski, Vereiski i Bronnitski), in Raccolta di dati statistici per il governatorato di Mosca , Sezione di statistica economica, voi. V, fase. II. A cura dello zemstvo del governatorato di Mosca, Mosca, 1883, pp. (6) + VI + IV + (2)+ 176+ 157 + (2)+ IQ2. — Piccola guida del governatorato della Tauride (Pamiatnaia knizka Tavriceskoi gubernii), in Raccolta di dati statistici per il governatorato della Tauride , voi. IX. Werner, K.-Kharizomenov, S. - L’azienda contadina nel distretto di Melitopol (Krestianskoie khoziaistvo v Mclitopolskom uiezde), in Raccolta di dati statistici per il governatorato della Tauride , voi. I, fase. II. Edito a cura dello zemstvo del governatorato della Tauride, Mosca, 1887, pp. 128 + 45+131+51. Zbankov, D. N. - Inchiesta sanitaria sulle fabbriche e le officine del governatorato di Smolens\ (Sanitarnoie issledovanie fabrik i zavodov Smolenskoi gubernii). Fase. I. Edita a cura dello zemstvo del governatorato di Smolensk, Smolensk, 1894, pp. (2) + 2 + 11 + 248 + 38. In appendice: 18 piante di officine. — Idem, fase. II, 1896, pp. (2) + III + 477 + 66. — influenza delle occupazioni fuori sede sul movimento della popolazione (Vlianie otkhogìkh zarabotkov na dvigenie naselenia), in Vrac, 1895, n. 25, pp. 703 705. — Influenza delle occupazioni fuori sede sul movimento della popolazione nel governatorato di Kostromà in base ai dati per gli anni 1866-83. (C° n diagrammi e loro spiegazione) [Vlianie otkhogikh zarabotkov na dvigenie narodonaselenia Kostromskoi gubernii po danym 1866-83 godov. (S diagrammami i obiasneniem k nim)], in Materiali per la statistica del governatorato di Kostromà , fase. VII. Edito a cura del Comitato statistico del governatorato di Kostromà. Redattore V. Pirogov, membro effettivo e segretario del Comitato, Kostromà, 1877, pp. 117. — Le industrie fuori sede nel governatorato di Smolens{ nel 1892-1895. ( Sup- plemento ai materiali sulla diffusione della sifilide e delle malattie veneree nel governatorato di SmolensJQ [Otkhogie promysly v Smolenskoi gubernii v 1892- 1895 g. g. (Prilogenie k materialam o ra sprostra ne nii sifilisa i venericeskikh zabo- levanij v Smolenskoi gubernii)]. Edito a cura dello zemstvo del governatorato di Smolensk, Smolensk, 1896, pp. (2) + 87 + 70. — Paese di donne. Saggio etno grafico-statistico (Babia storonà. Statistiko-etnogra- ficeski ocerk), in Materiali per la statistica del governatorato di Kostromà, fase. Vili. Edito a cura del Comitato statistico del governatorato di Kostromà. Re- dattore V. Pirogov, membro effettivo e segretario del Comitato, Kostromà, 1891, pp. 101, — Progetto di programma generale per lo studio delle occupazioni fuori sede (Opyt obstcei programmy dlia issledovania otkhogikh zarabotkov). Compilato su proposta della sezione statistica della Società dei giuristi moscoviti, Mosca, 4 marzo 1891, pp. 16. — Sulle occupazioni urbane fuori sede nel distretto di Soligalic, governatorato di Kostromà (O gorodskikh otkhogikh zarabotkakh v Soligalicskom uiezde Ko- Stromskoi gubcrnii), in luridicesfff Viestni^ 1890, n. 9, settembre, pp. 130-148. INDICE DEI NOMI Alcxcicv - 393. Andreiev, le. N. - 454. Annenski, N. F. - 182, 337, 352, 417, 418, 436. Antufiev, N. Demidov - 425. Asmalov, V. I. - 548. Avdakov, N. S. - 498. Baranovski, M. I. T. - 339. Batalin, F. A. - 54. Beloborodov, A. - 236, 296. Bclov, V. D. - 492. Bernstein, E. - 34. Bibikov, P. A. - 24. Blagovestcenski, I. I. - 409. Blagovcstccnski, N. A. - 126, 268, 269. Blagin, N. F. - 258. Blandov, V. I. - 274. Bobrov - 548. Bogoliubski, I. S. - 490, 496. Bok, I. I. - 461. Borisov, V. M. - 305, 413, 425-427. Bucher, K. - 328, 556, 572. Bulgakov, S. N. - 22, 28, 31, 42. Busccn, A. B. - 461. Byckov, G. N. - 273. Ccrnenkov, N. N. - 133. Ccrniaiev, V. - 208* 225. Chalmcrs, T* - 28. Ciaslavski, V. I. - 227, 228, 577. Ciulkov - 423. Ciuprov. A. I. - 200, 310. Conrad, J. - 166, 167. Coupon - 599. Dementiev, le. M. - 291, 543, 544. Demidov - 425. Demidov, N. - Vedi Antufiev, N. De- midov. Diehl, K. - 37, 39. Dolguscin, I. V. - 406. Drcchsler, G. - 146. Duzkin - 439. Engelhardt, A. N. - 120, 155, 178, 185, , 9 I > 2 c> 3 - 20 7 > 2 75 * Engels, F. - 39, 153, 179, 235, 322-326. Erostrato - 34. Falz-Fein - 214, 251. Feinberg, L. B. - 288. Flerovski, N. - 227, 577. Fokin - 548. Forcadc, E. - 37. Fortunatov, A. F. - 86, 247. Garelin, I. N. - 477. Gariazin, A. L. - 409. Gatsisski, A. S. - 352. George, H. - 179. * Gladkov, N. P. - 474. Golikov, A. le. - 214. Goltz, T. - 167. Gorbunova, M. K. - 446. Greaves, J. E. - 213. Grigoriev, V. N. - 250, 333, 337, 361, 364, 416, 418, 419, 433, 436, 443, 444, 548, 565. INDICE DEI NOMI 67! Heine, H. - 9. Held, A. - 556. Herkner, H. - 39. Herzenstein, M. la. - 585. Hourwich, I. A. - 170, 171, 219. lanson, Iu. E. - 56, 149. Iegunov, A. N. - 501. Iermakov, V. I. - 214. lerokhin, A. I. - 395. Ilin, V. (pseudoqjmo di Lenin, V. I.) - 2 94 , 312, 398. Irodov - 448. Isaiev, A. A. - 338, 341, 349, 354, 415, 422, 442. Kablukov, N. A. - 56, 79, 199-203, 218, 247, 248, 315, 463, 502, 505, 507, 54 2 - Kanitz, G. W. - 326. Karev, P. P. - 214. Karpov, A. - 135, 395, 402, 403. Karyscev, N. A. - 61-63, *> 9 > 77 ' 79 > !II > 1 2 1 , 147, 162, 186, 188-191, 200, 463- 465, 468-470, 472, 483, 485, 502, 585. Kasperov, V. I. - 545. Kautsky, K. - 3, 4. Keussler, J. A. - 143. Khabarov - 548. Kharizomenov, S. A. - 76, 371, 372, 388, 430, 433, 436, 447, 452, 454, 553. Khatisov, K. - 598. Khliustin, P. I. - 316. Khvorov - 432. Kirchmann, J. von - 28, 39. Kittary, M. la. - 481. Kobeliatski, A. I. - 445, 539. Kokusckin - 548. Kondratov, D. D. - 548. Kòppen, A. P. - 490, 493. Korolenko, S. A. - 156, 168, 181, 194, 227-229, 240, 263, 293, 299, 302, 303, 336, 53 2 » 5 7 *. 5 77 . 579 . 59 1 - Korolenko, V. G. - 439. Kor&ak, A. K. - 361, 376, 387, 432, 445, 449 . 455 . 57 o. Kostinskaia, V. V. - 200. Kovalevski, V. I. - 254, 261. Kudriavtsev, P. F. - 223, 227, 229. Kuvaiev - 548. Labzin, N. F. - 337, 417, 432/548. Lenin, N. S. - 208. Levitski, I. O. - 254, 261. Lositski, A. le. - 512. Maikov, L. N. - 410. Malthus, T. S. - 28. Mamin-Sibiriak, D. N. - 493. Manilov - 351, 407, 594. Manokhin, G. - 136, 426. Maress, L. N. - 80, 81, 156. Marx, K. - 9, 11, 14, 19-28, 31-37, 39, 41, 46, 142, 158, 162, 172, 173, 179, 186, 199, 250, 311, 314, 318, 320, 322-325, 384, 396, 398, 444, 450, 457, 458, 556, 566, 595, 597. Mazov - 423. Menstcikov, V. A. - 316. Meyer, R. - 39. Mikhailovski, la. T. - 471. Mikhailovski, N. K. - V. Postoronni. Mikhailovski, V. G. - 249, 559, 565, 569. 598. Mill, J. S. - 25, 28. Mordvinov - 251. Morozov, S. V. - 431, 548, N.-on, Nik.-on, Nikolai-on (pseudoni- mi di Danielson, N. F.) - 1, 15, 17- 23. 37 . 4 2 . 63. 64. 7 o. 7 '. 77 . 79 . 8o, 93» *54» 170, 198, 199, 218, 220, 225, 226, 230, 239, 243, 245, 272, 276, 294, 303, 313-316, 319, 3 20 » 3 2 4» 326, 331, 340, 376, 450, 455, 458, 463-465, 486, 488, 501, 502, 504, 505, 507, 521, 522, 535, 542, 559, 573, 577 » 588 , 595 » 596 , 59 ». 60 2 » 6 ° 3 - Nisselovic, L. N. - 475. Oblomov - 206, 309. Orlov, P. A. - 211, 256, 285, 288-290, 29^, 2 93 > 2 95 > 3 02 > 3 2 ®. 465. 469- Orlo», V. I. - 143, 147, 161, 199. Osadci, T. I. - 136. Ostriakov, P. - 598. Ovsiannikov, N. N. - 438, Pasckevic, V. V. - 299. Pietro il Grande - 425. Pindaro - 223. 672 INDICE DEI NOMI Plekhanov, G. V. - 9. Pletniov, V. A. - 410. Plotnikov, M. A. - 104. Podolski - 287. Pogogev, A. V. - 475. Pokrovski, V. I. - 410, 464. Ponomariov, N. - 223. Popov, M. - 399. Postnikov, V. I. - 48, 50, 51, 53, 59, 62, 64, 72, 81, 84, 250. Postoronni (pseudonimo di Mikhailovski, N. K.) - 459 - Potresov, A. N. - 337, 417, 420. Prijmak, G. A. - 171. Proudhon, P. J. - 36, 37. Prugavin, V. S. - 277, 280, 292-294, 3 ° 3 > 37 2 - Puscilov - 423. Raspopin, V. - 183, 208, 227, 260, 284. Rau, K. D. - 39. Remczov, N. V. - 250. Rgevski, V. A. - 212. Ribeaupierre, G. I. - 316. Ricardo, D. - 25, 27, 28. Rodbertus-Jagetzow, K. - 34, 37-39. Romanenko - 228. Roscher, W. - 121, 254. Roslavlev, I. - 395. Rudnev, N. F. - 227, 230, 231, 265, 3 2 9 - Saltykov, M. le. - 267. Sanin, A. A. - 219. Say, J. B. - 28. Schmidt - 420. Sceremetev - 462. Scìakhovskoi, N. V. - 214, 227, 229, 2 3 2 » 2 34 » 2 35 » 2 4 °. 2 5 *• Sciscmarev, D. I. - 548. Semevski, V. I. - 475. Semionov, A. - 475, 476, 490. Semionov, D. D. - 247. Semionov, P. P. - 136, 461, 598. Senior, W. N. - 32. Sering, M. - 262. Sieber, N. I» - 27. Sinzheimer, L. - 516. Sismondi, J. Ch. L. Simonde de - 17, 28, 35, 121. Skalkovski, K. A. - 490. Skvortsov, A. I. - 15, 31. Skvortsov, P. N. - 75. Smirnov, A. - 337, 436, 548. Smith, A. - 24-28, 36, 38, 39, 46, 305. 595 - Sorokin - 423. Sobakcvic - 594. Stary Maslodel (pseudonimo: vecchio burraio) - 274. Stccrbacev, V. S. - 296, 297. Stcerbina, F. A. - 135, 158, 159. Stcbut, I. A. - 15, 166, 196. Stolpianski, N. P. - 302. Stolypin, P. A. - 11, 143. Strokin, N. - 278-280. Struve, P. B. - 11, 22, 80, 197, 200, 276, 2 7 «. 464. 5 j 6 - Svirski, A. A. - 539. Terentiev, I. M. - 477. Teziakov, N. I. - 215, 218, 221, 223, 224, 227, 229, 232, 233, 237, 238, 240, 241, 251. Tillo, A. - 423, 452. Timiriazev, D. A. - 461, 462. Trirogov, V. G. - 120, 143, 240. Tugan-Baranovski, M. I. - 22, 28, 31, 35, 200, 463, 467, 475, 476, 503, 522, 545 . 55 °' Ure A. - 223. Uspenskì, G. I. - 305, 599. Uvarov, M. - 578. V. V. (pseudonimo di Vorontsov, V. P-) - 1. 5 . 15. ' 7 - 2 h 37 . 4 2 > 54 - 5 6 . 59, 60, 62-64, 67, 70, 71, 84, 92, 93, 97 . I2 4 > i 33 . 143 . 173 . 175 . " 9 8 . * 99 > 219, 225, 259, 266, 267, 293, 314, 3 i 5 . 3 * 9 . 333 . 337 . 356 . 363. 373 . 374 . 376 . 377 . 435 . 443 . 45 °. 455 . 458 . 463. 5° 2 , 538, 54 2 > 573 . 588, 589- Valuiev, P. A. - 161. Varypaiev, F. M. - 419, 548. Varzer, V. le. - 341. Vasilcikov, A. I. - 161, 190. Veresaiev, V. (pseudonimo di Smidovic, V. V.) - 267. Vescniakov, V. V, - 503. Vesin, L. P. - 576. 577, 579. Vikhliaiev, P. A. - Ho, in, 133. INDICE DEI NOMI 6 73 Vinius A. c A. - 425. Voinov, L. I. - 540. Volghin, A. (pseudonimo di Plekhanov, G. V.) - 42, 200, 302, 356, 570. Vorontsov, V. - Vedi V. V. Wagner, A. - 39. Wcbb, S. c B. • 536, 590, 591. Werner. K. A. - 62. Zavialov - 417-419, 548 , 556. Zbankov, D. N. - 261, 285, 470, 531. 537 - 544 . 55 2 - 555 . 574 - 57 ( >. 5 h °. 5 8 4 ' Zcni:i - 442. Zubkov - 548. Zveghintsev, I. A. - 244. GLOSSARIO Artel : Bar stcin a Khutor : Kula \ : Mir: N adiri : Oiro*: Obs teina : 1) organizzazione economica volontaria, di tipo corporativo-coo- perativistico, della Russia zarista, costituita anche allo scopo di migliorare le condizioni di ingaggio degli associati come sala- riati; aveva breve durata (anche una sola stagione) ed era priva di personalità giuridica. 2) cooperativa artigiana di produzione. lavoro obbligatorio gratuito che il contadino eseguiva sulle terre signorili al tempo della servitù della gleba {corvée). piccola proprietà terriera fuori dell’abitato, costituita da un ap- pezzamento di terra con casa ed accessori. contadino agiato che impiegava lavoratori a salario e li sfruttava con contratti iugulatori, 1) comunità di villaggio, lo stesso che obsteina. 2) assemblea dei membri d c\Y obsteina. lotto di terra che la famiglia contadina aveva ricevuto in godi- mento all'epoca del feudalesimo, destinato a fornirle la sussi- stenza necessaria in modo che essa potesse eseguire gratuitamente il lavoro sull’azienda signorile (vedi barsteinà ). Questo lotto la riforma del 1861 lo assegnò alla famiglia stessa, ma senza il diritto di alienarlo e dopo averne stralciato una parte consi- derevole a favore dei grandi proprietari fondiari (i cosiddetti otrcz\i = terre stralciate). una delle forme fondamentali di sfruttamento dei contadini da parte dei signori feudali al tempo della servitù della gleba, per cui il signore percepiva dal contadino un contributo in natura o in denaro. Lo stesso termine serviva anche a indicare l’in- troito percepito dal signore feudale in base a questo sistema. (letteralmente comunità ) organizzazione contadina di villaggio a carattere amministrativo e di ceto, per i cui membri vigeva, per ciò che concerneva il fisco, il principio della responsabilità col- Otrabotki : Posad : Raznocintsy : Remeslenniì^ : Skupstci\ ; Sìobodà \ Tiaglò : Ko/or/ : Zaglody : Zemstvo : GLOSSARIO 675 lettiva; i membri de Wobstcina, inoltre, possedevano la terra in comune, senza alcun diritto di proprietà sugli appezzamenti col- tivati. lavoro obbligatorio per il grande proprietario fondiario dopo l’abolizione della servitù della gleba; poteva essere convertito nel versamento di una quota parte dei prodotti della terra, o assumere la forma di vere e proprie prestazioni gratuite per la terra ceduta ai contadini, per l’uso dei pascoli, strade, boschi, ecc. piccolo centro abitato di tipo urbano, oppure località nei pressi di una città o posta fuori della sua cinta murata. Amicamente veniva così denominato il quartiere industriale di una città posto fuori delle sue mura. elementi intellettuali della borghesia liberalo e democratica della Russia del XIX secolo non appartenenti al ceto nobiliare c pro- venienti dagli strati borghesi c piccolo-borghesi della società (clero, mercanti, contadini, ecc.). tipo di artigiano che lavorava su commissione dello stesso con- sumatore, il quale gli forniva, di solito, anche le materie prime. Solo eccezionalmente veniva a contatto col mercato. L’artigiano in generale, indipendentemente dal fatto che lavo- rasse per il mercato 0 dietro ordinazione, nel linguaggio corrente veniva chiamato \ustar % termine da noi tradotto costantemente « artigiano ». imprenditore che fornisce all’artigiano le materie prime, ausi- liarie, ecc., accaparrandosi poi i prodotti finiti. Tipi di skupsicikj erano anche i master\ì, i mastri tessitori e gli zaglody. centro abitato piuttosto considerevole con popolazione non asser- vita, oppure piccolo agglomerato posto nelle vicinanze di una città o (anticamente) di un monastero. nucleo familiare del servo della gleba, comprendente general- mente marito, moglie c un certo numero di altre persone atte al lavoro, considerato come unità ai fini della ripartizione della barsteina , dell'oAro^, nonché dei tributi dovuti allo Stato. circoscrizione territoriale rurale, la più piccola unità ammini- strativa della Russia zarista; più volost gravitanti attorno ad una città costituivano un uiezd (distretto). vedi sf{Upstciì{. sistema delle istituzioni di autoamministrazione locate cui pote- vano accedere i soli elementi provenienti dalla borghesia e dalla nobiltà. PESI, MISURE E MONETE MISURE LINEARI Versta = km. 1,067 Versciok = cm. 4,445 MISURE PER LE SUPERFICI Desiatina = ha 1,092 Cctvert = circa mezza desiatina. MISURE DI CAPACITÀ Cetvert = 8 cetverik = hi. 2,097 Misura = per lo più a 1 cetverik = 1 . 26,21 Vedrò = I. 12,29 MISURE DI PESO Lasta = 2 tonnellate Berkovets = io pud — Kg. 163,8 Pud = 40 libbre = Kg. 16,38 Libbra = 96 zolotnik = g. 409 Zolotnik = g. 4,27 MONETE Grivennik = io copechi Copeco = 1/100 di rublo. INDICE DEL VOLUME Nota dell'Editore . , . v Lo sviluppo del capitalismo in Russia. Processo di formazione del mercato interno .... .... . i Prefazione alla prima edizione . 3 Prefazione alla seconda edizione . . 8 Capitolo I - Gli errori teorici dei populisti . 13 I. La divisione sociale del lavoro 13 Aumento del numero dei rami (l'industria, pp. 13-14. - Creazione del mercato interno in seguito alla divisione sociale del lavoro, p. 14. - Il manifestarsi di questo processo nell’agricoltura, pp. 14-15. - Con- cezione degli economisti populisti, pp. 15-16 II. L'aumento della popolazione industriale a spese di quella agricola 16 11 nesso necessariamente esistente fra questo fenomeno c la natura stessa della produzione mercantile e capitalistica, pp. 16-17. III. Rovina dei piccoli produttori 17 L’errata concezione dei populisti, pp. 17-1H. - Come concepisce la cosa l’autore del Capitale, pp. 18-19. IV. La teoria populista dell' impossibilità di realizzare il plu- svalore 19 Sostanza della teoria dei .signori VA’, c N.-on; sua erroneità, pp. 19-22. - L’errore di chiamare in causa il « mercato estero » nella questione della realizzazione, pp. 22-23. ‘ M superficiale apprez- zamento delle contraddizioni del capitalismo negli scrittori men- zionati, pp. 23-24. 45 - 574 6;8 INDICE DEL VOLUME V. Le idee di A. Smith sulla produzione e circolazione del prodotto sociale complessivo nella società capitalistica e la critica di questa concezione in Marx 24 L’omissione del capitale costante da parte di A. Smith, pp. 24-26. - L’influenza avuta da questo errore sulla teoria del reddito nazio- nale, pp. 26-28. VI. La teoria della realizzazione di Marx 28 Le premesse fondamentali della teoria di Marx, pp. 28-29. - La realizzazione del prodotto nella riproduzione semplice, pp. 29-30. - La principale conclusione della teoria della realizzazione dì Marx, pp. 31-32. - Importanza del consumo produttivo, pp. 32-33. - Con- traddizione fra la tendenza allo sviluppo illimitato della produzione e la limitatezza del consumo, pp. 33-35. VII. La teoria del reddito nazionale 36 Proudhon, pp. 36-37. - Rodbertus, pp. 37-39. - Gli economisti contemporanei, p. 39. - Marx, pp. 39141 . Vili. Perchè una nazione capitalistica ha bisogno di un mer - cato estero 42 Le cause che determinano la necessità di un mercato estero, pp. 42-43. - Il mercato estero c il carattere progressivo del capitalismo, p. 44. X. Conclusioni del primo capitolo 45 Riassunto delle tesi sopraesaminate, pp. 45-46. - La sostanza della questione del mercato interno, pp. 46-47. Capitolo II - La disgregazione della popolazione contadina . 48 I. I dati della statistica degli zemstvo sulla Nuova Russia . 48 I gruppi economici dei contadini, pp. 48-50. - L’agricoltura mercan- tile c la compra-vendita della forza-lavoro, pp. 50-51. - Il gruppo superiore; concentrazione della terra, p. 51, c delle scorte vive c morte, p. 52; più alta produttività del lavoro, pp. 53-54. - Il ragio- namento del signor V.V. a proposito del fatto che i contadini vengono privati dei cavalli, p. 54. - L’assunzione di salariati c il ragionamento del signor V.V. a proposito di questo fenomeno, pp. 54-56. - Il gruppo inferiore; la cessione della terra in affitto, pp. 56-58. - Il gruppo intermedio, sua instabilità, pp. 58-60. - I signori V. V. c Karysccv sull’affitto tra i contadini, pp. 60-63. - L’atteggiamento dei populisti nei confronti di uno studio del signor Postnikov, p. 64. II. I dati della statistica degli zemstvo per il governatorato di Samara 65 Dati sull’azienda nei diversi gruppi di contadini nel distretto di Novouzensk, pp. 65-67. - Possesso fondiario c terra in godimento INDICE DEL VOLUME 679 nei diversi gruppi, pp. 68-69. ' H signor Karysccy suH’affiito e sui prezzi dei cercali, p. 69. - Il lavoro salariato; creazione del mercato interno ad opera della disgregazione della popolazione contadina, pp. 70-72. - Il proletariato rurale nel governatorato di Samara, p. 72. III. / dati della statistica degli zemstvo per il governatorato dì Saratov -73 Dati sull’azienda nei diversi gruppi, pp. 73-74 . - L’assunzione di salariati, p. 74. - Le « industrie » nella statistica degli zemstvo , pp. 75-76. • Gli affitti, pp. 76-77. - Ragionamenti sull'affitto dei signori Karysccy, N.-on e Maress, pp. 77-82. - Raffronto fra il distretto di Kamyscin e gli altri distretti, pp. 82-83. - Importanza della questione del raggruppamento delle famiglie contadine, pp. 83 86. IV. I dati della statistica degli zemstvo per il governatorato di Perm 87 Dati sull’azienda nei diversi gruppi, pp. 87-89. - L’assunzione di salariati fissi e di giornalieri e la sua importanza, pp. 89-91. - La concimazione della terra, p. 91. - Gli attrezzi perfezionati, p. 92. Gli stabilimenti industriali e commerciali, pp. 93-94. V. I dati della statistica degli zemstvo per il governatorato di Oriol 94 Dati sull’azienda nei diversi gruppi, pp. 94-95. - Incompletezza dei dati sulla disgregazione, pp. 96-97. VI. I dati della statìstica degli zemstvo per il governatorato di Voroniez I metodi di raggruppamento seguiti nelle raccolte di Voroniez, pp. 97-98. - I dati per il distretto di Zadonsk, pp. 98-99. - Le in- dustrie, pp. 99-102. VII. I dati della statistica degli zemstvo per il governatorato di Nizni Novgorod 102 Dati sui gruppi di aziende relativamente a tre distretti, pp. 102- 105. Vili. Rassegna dei dati della statistica degli zemstvo per altri governatorati 105 Governatorato di Novgorod, distretto di Demìansk, pp. 105-106. - Governatorato di Cernigov, distretto di Kozelets, pp. 106-107. * Governatorato dello Ienisei, pp. 107-108. - Governatorato di Peri- tava, tre distretti, pp. 108-109. * Governatorato di Kaluga, pp. 109- 110, - Governatorato di Tver, p. no. IX. Compendio dei dati della statistica degli zemstvo sopra- esaminati sulla disgregazione della popolazione contadina m Metodi seguiti, pp. 111-113. * Tabella riassuntiva e diagramma, 45 * 68o INDICE DEL VOLUME pp. 114-117 c 124-125. - Esame delle singole colonne del diagramma, pp. 118-124. * Raffronto delle varie località per ciò che riguarda il grado di disgregazione, pp. 124-125. X. Dati complessivi della statistica degli zemstvo e del censi- mento militare dei cavalli 126 Dati della statistica degli zemstvo per 112 distretti di 21 governatorati, pp. 126-127. * Dati del censimento militare dei cavalli per 49 gover- natorati della Russia europea, pp. 127-129. - Il significato di questi dati, pp. 129-131. XI. Raffronto dei censimenti militari dei cavalli per 1888-1891 e il 1896-1900 131 Dati per 48 governatorati della Russia europea, pp. 131-133. - Le esercitazioni statistiche dei signori Vikhliaiev e Cernenkov, PP- 133 - 134 - XII. I dati della statistica degli zemstvo sui bilanci contadini 134 Carattere dei dati e metodi di elaborazione, pp. 134-135. - A) Risul- tati generali dei bilanci, pp. 136-143. - Ammontare delle spese e delle entrate, p. 136. - Ripartizione delle spese, pp. 136-137. - Riparti- zione delle entrate, pp. 138-140. - Parti monetarie dei bilanci, pp. 140-142. - L’importanza dei tributi, pp. 142-143. - B) Caratteriz- zazione dell’ agricoltura contadina, pp. 143-149. - Dati complessivi sulle aziende, pp. 143-144. - Patrimonio e inventario, pp. 144-146. - Spese per azienda, pp. 146-147. - Entrate provenienti dall'esercizio delP agricoltura, pp. 147-148. - Un’eccezione apparente, pp. 148-149. - C) Caratterizzazione del tenore di vita, pp. 149-159. - Spese in natura per l’ alimentazione, pp. 149- 150. - Spese per l’alimentazione in denaro, pp. 150-151. - Le altre spese per il consumo individuale, pp. 151-152. - Spese in denaro per il consumo individuale e per il consumo produttivo, pp. 152-154. - Il signor N.-on sullo « strato » supcriore della popolazione contadina, p. 154. - Raffronto fra il tenore di vita dei contadini e quello degli operai rurali, pp. 155- 157* - I procedimenti del signor Stcerbina, pp. 158-160. XIII. Conclusioni del secondo capitolo 159 Importanza dell’economia mercantile, p. 160. - 1) Le contraddi- zioni capitalistiche in seno zWobstcina, pp. 160-161. - 2) La « se onta - dinizzazione », pp. 161-162. - 3) La caratterizzazione di questo pro- cesso nel Capitole , pp. 162-164. ’ 4 ) L 3 borghesia contadina, pp. 164- 165. - 5) Il proletariato rurale. Il tipo paneuropeo dell’operaio rurale con un pezzo di terra, pp. 165-169. - 6) I contadini medi, p. 169. - 7) Creazione del mercato interno per il capitalismo, pp. 169-170. - 8) Sviluppo della disgregazione; importanza delle migrazioni, pp. 170-17 1. - 9) Il capitale commerciale c usurario. Impostazione teorica della questione. 11 nesso esistente fra queste forme di capitale e il capitale industriale, pp. 171-174. * io) Le otrabot^i e la loro influ- enza sulla disgregazione della popolazione contadina, pp. 174-176. INDICE DEL VOLUME 68l Capitolo III - Passaggio dei proprietari terrieri dall'economia fondata sulla « barstcina » alPeconomia capitalistica . . 177 I, Le caratteristiche fondamentali dell* economia fondata sulla barstcina 177 In che cosa consisteva sostanzialmente il sistema economico fondato sulla servitù della gleba c le condizioni che lo rendevano possibile, pp, 177-179. IL Combinazione del sistema economico fondato sulla bar- stcina col sistema economico capitalistico 179 Sopravvivenze del vecchio sistema dopo la riforma, pp. 179-180. - Il sistema delle otrabofy c il- sistema capitalistico, pp. 180-182; loro diffusione l’uno in rapporto all’altro, pp. 182-184. * Trasformazione del sistema delle otrabotkj in sistema capitalistico, p. 184. III. Descrizione del sistema delle otrabotfy 185 Le varie forme di otrabotI{i t pp. 185-186. - Affittanze dietro corre- sponsione di un canone in natura e loro importanza, pp. 186-187. * Retribuzione del lavoro col sistema delle otrabotfy, pp. 187-190, * Dipendenza personale col sistema delle otrabotfy, pp. 190-191. - Giudizio d’insieme sulle otrabotfy, pp. 191-192. IV. Declino del sistema delle otrabot\i 192 I due tipi di otrabotfy, pp. 192-194. - Importanza della disgregazione della popolazione contadina, pp. 194-196. - Un giudizio di Stebut, pp. 196-197. - Altri giudizi di varie pubblicazioni, pp. 197-198. V. L'atteggiamento dei populisti verso la questione . . . 198 Idealizzazione delle otrabotfy, pp. 198-199. - Il ragionamento del signor Kablukov, pp. 199-203. VI. Storia dell azienda Engelhardt 203 Le condizioni iniziali dell’azienda c il carattere delle graduali tra- sformazioni in essa operate, pp. 203-207. VII. L'impiego delle macchine nell'agricoltura 208 I quattro periodi dello sviluppo deil’industria meccanica agricola, pp. 208-209. ‘ Incompletezza della statistica ufficiale, pp. 209-2:2. - Dati sull’impiego delle varie macchine agricole, pp. 212-217. Vili. L'importanza delle macchine nell agricoltura .... 217 II carattere capitalistico dell’impiego delle macchine, pp. 217-220. - Risultati dell’impiego delle macchine, pp. 220-225. * L’incoerenza dei populisti, pp. 225-226. IX. // lavoro salariato nell agricoltura 227 Le « industrie agricole fuori sede », p. 227; loro importanza, pp. 227- 682 INDICE DEL VOLUME 228, cd estensione, pp. 229-230. - Numero degli operai agricoli in - tutta la Russia europea, pp. 230-232. X. L'importanza del lavoro salariato libero nell agricoltura 232 Le condizioni degli operai agricoli, pp. 232-233. - Forme particolari di ingaggio, pp. 233-235. - La situazione degli operai presso i piccoli e i grandi agricoltori, pp. 235-236. - I primi rudimenti di controllo sociale, pp. 236-239. - Come giudicano l’esodo agricolo i populisti, pp. 239-241. Capitolo IV - Lo sviluppo dell’agricoltura mercantile . . 343 I. Dati complessivi sulla produzione agricola nella Russia posteriore alla riforma e sulle forme di agricoltura mer- cantile 243 Produzione dei cercali c delle patate negli anni 1864-1866, 1870-1879, 1883-1887 e 1885-1894, pp. 243-244. - Seminativi coltivati a patate e loro importanza, pp. 244-246. - Zone d'eli’ agricoltura mercantile, pp. 246-247. - I ragionamenti del signor Kablukov, pp. 247-248. II. Zona dell'azienda cerealicola mercantile 248 Spostamento del centro principale della produzione dei cereali, pp. 248-249. - L’importanza delle regioni periferiche come colonie, pp. 249-250. - Carattere capitalistico dell’ agricoltura in questa zona, pp. 250-253. III. Zona dell allevamento mercantile. Dati complessivi sullo sviluppo della produzione lattiero-casearia .... 253 Importanza dcirallcvamcnto nelle diverse zone, pp. 253-254. - Il cal- colo dei signori Kovalevski e Lcvitski, pp. 254-255. - Sviluppo dell’in- dustria casearia, pp. 256-258. - Incompletezza dei dati ufficiali, p. 258. - Il progresso tecnico, pp. 258-259. IV. Continuazione . La struttura economica dell'azienda dei grandi proprietari fondiari nella zona descritta . . . 260 Razionalizzazione dell’ agricoltura, pp. 260-261. - I « centri di raccolta del latte » e la loro importanza, pp. 261-262. - Il sorgere del mercato interno, p. 263. - L’afflusso di operai agricoli nei governatorati indu- striali, pp. 263-264. - Più uniforme distribuzione dei lavori nel corso deiranno, pp. 264-266. - Dipendenza dei piccoli agricoltori c valuta- zione di questo fenomeno da parte del signor V.V., pp. 266-267. V. Continuazione. La disgregazione della popolazione conta- dina nella zona della produzione lattiero-casearia . . . 268 Ripartizione delle vacche tra ì contadini, pp. 268-270, - Dati parti- colareggiati sul distretto di Pietroburgo, pp. 279-271. - « Tendenze progressive nell’economia contadina », pp. 272-273. - Influenza di questo progresso sui contadini poveri, pp. 274-275. INDICE DEL VOLUME 683 VI. Zona della linicoltura 275 Sviluppo della linicoltura mercantile, pp. 275*277. - Lo scambio fra le diverse forme di agricoltura mercantile, pp. 277-278. - Gli «estremi » nella zona Iinicola, pp. 278-279. - Miglioramenti tecnici, pp. 279-2R1. VII. Lavorazione tecnica dei prodotti agricoli 281 Importanza del sistema industriale 0 tecnico nell’agricoltura, pp. 281-282. /. Distillazione dell’ acquavite 282 Diffusione., della distillazione agricola dell’acquavite, pp. 282-283. " Sviluppo della distillazione dell’alcool dalla patata e sua importanza, pp. 283.285. 2. Produzione della barbabietola da zucchero .... 285 Sviluppo della produzione della barbabietola, pp. 285-286. - Pro- gresso dell’agricoltura capitalistica, pp. 286-288. 3. Produzione dell’amido di patata 289 Suo sviluppo, pp. 289-290. - I due processi dello sviluppo di que- sta produzione, p. 290. - L’« industria » dell’amido nel governatorato di Mosca, pp. 290-292, e in quello di Vladimir, pp. 292-293. 4. Produzione olearia 293 Il duplice processo di sviluppo di questa produzione, p. 293. - Gli « artigiani » produttori d’olio, pp. 294-295. 5. Tabacchicoltura .... .... 295 Vili. L’orticoltura e la frutticoltura industriale ; l’azienda subur- bana 299 Sviluppo della frutticoltura, pp. 299-300, e dell’orticoltura, p. 300, commerciali. - I contadini orticultori nei governatorati di Pietroburgo, Mosca e Iaroslavl, pp. 300-302. - L’industria orticola di serra, pp. 302-303. - La coltura industriale dei cocomeri e dei meloni, PP* 3 ° 3 ' 3 ° 5 * ‘ L’azienda suburbana e le sue peculiarità, pp. 305-30 6. IX. Conclusioni sul significato del capitalismo nell’agricol- tura 306 1) Trasformazione dell’agricoltura in impresa industriale, pp. 306- 307. - 2) Tratti caratteristici del capitalismo nell’agricoltura, pp. 307-308. - 3) Il sorgere del mercato interno per il capitalismo, pp. 308-309, - 4) La funzione storica progressiva del capitalismo nel- l’agricoltura russa, pp. 309-314. X. Le teorie populiste sul capitalismo nell’ agricoltura. La « li- berazione della stagione invernale » 314 Carattere angusto e banalità di questa teoria, pp. 314-315. - Come essa trascura gli aspetti più importanti del processo reale, pp. 315-319- 68 4 INDICE DEL VOLUME XI. Continuazione. L’obstcina. Le concezioni di Marx sulla piccola agricoltura. L’opinione di Engels sull’ odierna crisi agraria 320 L’errata impostazione della questione ócWobstcina da parte dei po- pulisti, pp. 320-321. - Come essi non hanno capito un brano del Capitale , pp. 322-323. - Come Marx considerava l’agricoltura conta- dina, p. 323. - Come considerava il capitalismo agrario, pp. 323-324. - Una citazione infelice del signor N.-on, pp. 324-326. Capitolo V - I primordi del capitalismo neH'industria . * 327 I. L’industria domestica e l’industria dei remeslennii{i . . 327 Le sopravvivenze dell’industria domestica, p. 327. - Il grado di dif- fusione dell'industria dei remeslennify, pp. 328-329, e le sue carat- teristiche fondamentali, pp. 329-330. IL 1 piccoli produttori di merci nell’ industria. Lo spirito cor- porativo nelle piccole industrie 330 Passaggio dall’industria dei remeslenni!{i alla produzione mercantile, pp. 330-331. - Paura della concorrenza, pp. 331-334. III. Lo sviluppo delle piccole industrie dopo la riforma. Le due forme e il significato di questo processo .... 334 Cause dello sviluppo delle piccole industrie, pp. 334-335. - Emigra- zione degli industriali nelle regioni periferiche, pp. 335-336. - Svi- luppo delle piccole industrie tra la popolazione locale, pp. 336-338. - Trasferimento del capitale da un’industria all’altra, pp. 339. - Il nesso esistente fra lo sviluppo delle piccole industrie e la disgregazione della popolazione contadina, pp. 339-340. IV. La disgregazione dei piccoli produttori di merci . I dati dei censimenti per fuoco degli artigiani nel governatorato di Mosca 341 Impostazione della questione, p. 341. - Metodo seguito neU’elabora- zione dei dati, pp. 342-343. - Tabella riassuntiva e diagramma, pp. 344 e 345. - Conclusioni: il lavoro salariato, pp. 346-348; la pro- duttività del lavoro, pp. 348-350; i redditi, pp. 350-351. - Struttura piccolo-borghese dèlie industrie artigiane, pp. 351-352. V. La cooperazione capitalistica semplice 352 Sua importanza ed influenza da essa esercitata sulla produzione, PP- 35 *- 355 - ' Le arte l, pp. 355-356. VI. Il capitale commerciale nelle piccole industrie .... 357 Le condizioni che danno origine allo s^upstct/^, pp. 357-359. - Le commercianti nell’industria dei merletti, pp. 359-361. - Esempi di INDICE DEL VOLUME 685 organizzazione della vendita, pp. 361-363. - Le concezioni dei popu- listi, pp. 363-364. - Forme del capitale commerciale, pp. 364-366. VII. « Industria e agricoltura ». 3 66 Dati della tabella, pp. 366-367. - L’azienda agricola degli operai sa- lariati, p. 368. - I a lavoratori della terra », pp. 369-370. - Altri dati sull’industria e sull’agricoltura, pp. 370-373. - Durata del periodo di lavoro, pp. 373 - 374 - - Riassunto, pp. 374-375. Vili. « Unione dell industria con V agricoltura » 376 La teoria dei populisti, p. 376. - Le varie forme di unione dell’ indu- stria con l’agricoltura c il loro diverso significato, pp. 376-378. IX. Alcune osservazioni sull’economia precapitalistica nelle nostre campagne 378 Capitolo VI - La manifattura capitalistica e il lavoro capitalistico a domicilio 383 I. Il sorgere della manifattura e le sue caratteristiche fon- damentali 383 Il concetto di manifattura, p. 383; duplice origine di quest’ultima, pp. 383-384, e sua importanza, pp. 384-385. II. La manifattura capitalistica nell industria russa . 385 1. Industrie tessili 385 2. Altri rami dell’industria tessile . La produzione del feltro 389 j. Le industrie dei cappelli e berretti, della canapa e cor- dami 393 Le industrie del legno 397 5. Le industrie per la lavorazione dei prodotti animali. Industrie del cuoio e delle pellicce 402 6. Le altre industrie per la lavorazione dei prodotti ani- mali 410 7. Industrie per la lavorazione dei prodotti minerari , 414 8 . Le industrie per la lavorazione dei metalli, Industrie di Pavlovo 416 9. Altre industrie per la lavorazione dei metalli . . 420 io. Le industrie dell’oreficeria, dei samovar e delle fisar- moniche 423 686 INDICE DEL VOLUME III. La tecnica nella manifattura. Divisione del lavoro e sua importanza 429 La produzione a mano, p. 429; l'apprendistato, p. 429. - La divisione del lavoro come fase preliminare della grande industria meccanica, pp. 429-431; sua influenza sugli operai, pp. 431-433. IV. Divisione del lavoro su base territoriale e separazione deW agricoltura dall industria 433 Opinione del signor Kharizomenov, pp. 433-434. - I centri non agri- coli, pp. 434-435. - 11 carattere della manifattura come anello di transizione, p. 436. - Elevazione del grado di civiltà della popola- zione, pp, 436-437. V. La struttura economica della manifattura .... 437 Le condizioni della produzione, pp. 437-438. - Un giudizio del signor Ovsiannikov e uno di Kharizomenov, pp. 438-440. VI. Il capitale commerciale e industriale nella manifattura. Lo « s\upstcil{ » e il « fabbricante » 441 La relazione esistente fra grandi e piccoli stabilimenti, pp. 441-443. - L’errore dei populisti, pp. 443-444. VII. Il lavoro capitalistico a domicilio come appendice della manifattura 444 Sua diffusione, pp. 444-445; sue caratteristiche fondamentali, pp. 445- 448; condizioni che ne permettono la diffusione, pp. 448-449; sua importanza nella teorìa della popolazione eccedente, pp. 450-451. Vili. Che cos'b V industria « artigiana »? 451 Alcuni dati complessivi della statistica degli artigiani, pp. 451-453. - Prevalenza degli operai occupati capitalisticamente, pp. 453-454. - In- determinatezza del concetto di « artigiano » e abuso di questo ter- mine, pp. 454-456. Capitolo VII - Lo sviluppo della grande industria meccanica . 457 I. il concetto scientifico di fabbrica e il valore della stati- stica ielle « fabbriche ed officine » 457 IL La nostra statistica delle fabbriche ed officine .... 459 Le sue fonti, pp. 459-460. - Le pubblicazioni degli anni sessanta, pp, 460-462. - Carattere particolare della Raccolta statistica militare , pp. 462-465. - L’ Indicatore del signor Orlov, pp. 465-466. - I Com- pendi del Dipartimento del commercio e delle manifatture, pp. 466* 468. - La Raccolta di dati relativi alla Russia per il 1884! 8 5; gli errori del signor Karyscev, pp. 468-470. - I dati dei comitati sta- tistici di governatorato, p. 470. - UElenco, pp. 470-471. • Aumenta il numero delle fabbriche in Russia?, pp. 471-472. INDICE DEL VOLUME 687 III. Esame ^dei dàti storico-statistici sullo sviluppo della grande industria 473 /. Industrie tessili . 473 2. Industrie per la lavorazione del legno 479 3. Industrie chimiche, lavorazione dei prodotti animali e industrie della ceramica 480 4. Industrie metallurgiche . . . . 483 5. Industrie alimentari 484 6. Industrie soggette all imposta di fabbricazione e altre industrie 486 7. Conclusioni . . 489 IV. Lo sviluppo dellindustria metallurgico-mineraria . . . 490 Gli Urali; loro particolarità, pp. 490-494, - I! Mezzogiorno, pp. 494- 497. - Il Caucaso, pp, 497-499, - Le grandi e piccole miniere nel bacino del Donets, p. 499. - Importanza dei dati sullo sviluppo del- l’industria metallurgico-mineraria, pp, 499-501, V. Aumenti 1 il numero degli operai nelle grandi aziende capi- talistiche? 502 Dati per gli anni 1865 e 189Q, pp. 502-505. - Un procedimento errato dei populisti, pp. 505-513. VI. Statistica delle macchine a vapore ... 513 Dati per gli anni 1875-1878 e 1892, pp. 513-515. VII. Sviluppo delle grandi fabbriche 515 Dati per gli anni 1866, 1879, 1890 e 1894/95, pp, 515-520. - Le mag- giori imprese nell’industria di fabbrica e d’officina e metallurgico- mineraria, pp. 520-521, - Gli errori del signor N.-on, pp. 521-522. Vili. La distribuzione della grande industria 523 Dati sui maggiori centri dririndustria di fabbrica e d’officina nel 1879 e 3890, pp. 523-524. - I tre tipi di centri industriali, pp. 524- 526. - Raggruppamento di questi centri, p. 526. - Sviluppo dei centri industriali rurali c sua importanza, pp. 526-530. IX. Lo sviluppo delV industria forestale e dellindustria edilizia 530 Sviluppo dell'industria del legno, pp. 530-531; sua organizzazione, pp, 532-535. - Sviluppo del capitalismo ncH’industria edilizia, PP* 535 - 539 * X. L'appendice della fabbrica . 539 688 INDICE DEL VOLUME XI. La separazione completa dell'industria dall* agricoltura . 542 L'errore dei populisti, pp. 542-543. - Dati della statistica sanitaria dello zemstvo di Mosca, pp. 543-547. XII. Le tre fasi di sviluppo del capitalismo nell’ industria russa . 547 Il nesso esistente fra le diverse fasi, pp. 547-549. - Le particolarità della tecnica, p. 549. - Sviluppo dei rapporti capitalistici, pp. 549-550. - Carattere dello sviluppo dell’industria, pp. 550-551. - Separazione dell’industria dall’agricoltura, pp. 551-553. - Differenze nelle condi- zioni di vita, pp. 554-556. - Sviluppo del mercato interno, p. 557. Capitolo Vili - La formazione del mercato interno . . 558 I. Lo sviluppo della circolazione delle merci 558 Sviluppo delle ferrovie, pp. 558-559, dei trasporti per via d’acqua, pp. 559-561, e del commercio e delle banche, pp. 561-563. IL L'aumento della popolazione industriale e commerciale . 564 /. Sviluppo delle città 564 2. Significato della colonizzazione interna .... 566 Sviluppo dei borghi e dei villaggi con fabbriche e indu- striali e commerciali 570 4. Le industrie non agricole fuori sede 572 Le industrie non agricole fuori sede, pp, 572-585: loro estensione e sviluppo, pp. 572-580; loro carattere progressivo, pp. 580-584; come le hanno valutate i populisti, pp. 584-585. III. Aumento dell'impiego del lavoro salariato .... 586 Numero approssimativo degli operai salariati, pp. 586-588. - La so- vrappopolazione capitalistica, p. 588. - L’errore dei populisti, pp. 588- 591. IV. La formazione del mercato interno della forza-lavoro . 591 Le principali correnti migratorie di operai salariati in connessione con l’entità del salario, pp. 591-594. - Il costituirsi del mercato interno, pp. 594-595. - La « teoria » del signor N.-on, pp. 595-596. V. Significato delle regioni periferiche . Mercato interno 0 mercato estero? 596 La tendenza del capitalismo ad espandersi, pp. 596-597. - L’esempio del Caucaso, pp. 598-599. - I due aspetti del processo di formazione del mercato, pp. 600-601, VI. La « missione » del capitalismo 601 Aumento della produttività del lavoro sociale, pp. 601-603. ■ Socia- lizzazione del lavoro, pp. 603-605. - Cause del nostro dissenso coi populisti, pp, 605-606. INDICE DEL VOLUME 689 Appendici : L Tabella comparativa dei dati statistici sulle piccole indu- strie contadine nel governatorato di Mosca (al capitolo V, p. 342) 606-607 II. Compendio dei dati statistici sull'industria di fabbrica e d’officina nella Russia europea (al capitolo VII, p. 460) 607 III. I più importanti centri deirindustria di fabbrica e d’offi- cina della Russia europea (al capitolo VII, p. 524) * . 609 Note * . . 615 Ìndice bibliografico . 631 Ìndice dei nomi . 670 Glossario . ♦ 674 Pesi , misure e monete . 676 Il presente volume è stato curato da A. Carpitella per la traduzione e da E. Fubini, A. Herzel, M. A. Manacorda, E. Robotti e I. Solfrini per la revisione redazionale. Finito di stampare nel luglio 1969 nella Tipo-litografia L. Chiovini in Roma Via Francesco Arese, 13 - Tel 52.62.707 10102-614 014 (01) -74 6ea oó'bHBTi. XyAowecTBeHHbifl peaaKTop B. Koazclhoo TexHHqecKHft pe.ua ktop T. lOpoea FIoAriHcaHO k ne4aTH 25/VLI 1974 r. OopMaT 60 X 86/m. CyM. n. 21 5 /». neq. n. 41,1+0,83 n. ji. BKJieen. yq.-H3A. n. 44,53. H3A. N» 20 053. 3ana3 574. UeHa 1 p. 69 k. THpaw 5100. H3JUTe;ibCTBO «Flporpecc* rocyaapcTBeHHoro KOMHTeTa CoeeTa Mhhhctpob CCCP no AenpOMa* npH To- cyAapCTBeHHOM KOMHTeTe CoBeTa Mhhhctpob CCCP no AejiaM H3A3TeJIbCTB, nO^Hrpa4»HH H KHHJKHOfl TOprOBJIH. 150014, SIpocjiaBjib, yji. Cboóoah, 97.